Cos'è la satira?
Saluti,
Mauro.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
Cos'è la satira?
Saluti,
Mauro.
Spesso nel calcio - ma capita anche in altri sport - sentiamo dire che il vincitore non ha meritato, ha espresso un brutto calcio, non era il migliore, ecc. ecc.
Però questo vale, appunto, per la singola partita.
Perché, che vi piaccia o no, il migliore è il più efficace, non il più bello.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui tutti gli articoli sul calcio eretico.
Oggi la maggioranza delle città e delle regioni vengono amministrate male. E succede indipendentemente dai partiti al comando e dall'onestà degli eletti. E succede quasi ovunque, non solo in Italia. La domanda da porsi è: perché? L'uomo della strada risponderà: colpa della politica.
La risposta in sè è giusta, ma l'uomo della strada la dà per il motivo sbagliato e così di fatto continua a preservare il problema, non aiuta a risolverlo. Lui vede la colpa della politica nei politici che pensano solo alla poltrona e al proprio vantaggio.
Nessuno nega che esistano politici di tale sorta, anzi! Ma riflettete: un politico che vuole conservare la poltrona in comune o in regione (e magari usarla come trampolino per il Parlamento) ha tutta la convenienza di amministrare bene.
La convenienza di amministrare male ce l'ha solo se non gli interessa conservare la poltrona a lungo, ma riempirsi le tasche alla svelta. E allora? Allora il problema è sì politico, ma politico su un altro piano.
Il problema è di fatto nato quando abbiamo cominciato a fare di ogni elezione amministrativa (in primis comuni e regioni, le province non sono mai state in realtà così importanti) una questione nazionale, se non internazionale. I candidati hanno smesso di parlare dei problemi e delle realtà locali.
Prendete per esempio (ma di esempi ce ne sarebbero un'infinità di altri) le Marche pochi giorni fa: il cdx ha fatto campagna parlando di questioni nazionali, di quanto ha fatto "bene" Meloni, il csx ha addirittura tirato fuori il conflitto israelo-palestinese.
Ma se un marchigiano ha difficoltà a trovare casa a Urbino, lavoro ad Ancona o una strada praticabile al Furlo... che aiuto può avere da candidati che pensano a Roma o a Gaza? Da un candidato sindaco o presidente di regione io mi aspetto conoscenza dei problemi locali.
E che presenti programmi concreti per risolverli. Da un politico locale mi aspetto prima di tutto amministrazione, gestione, non politica nazionale o internazionale. E non c'entra che in politica nazionale e internazionale sia dalla mia parte o no: quello mi interessa quando voto per il Parlamento.
Questo è il primo e più grave problema da risolvere: l'aver snaturato il significato dei vari tipi di elezione. Non tanto la capacità o l'onestà dei candidati.
Non fraintendetemi: queste ultime sono ovviamente cose importantissime, sarei idiota a negarlo, ma sono cose che almeno in parte si risolverebbero da sole tornando al vero significato delle singole elezioni.
Saluti,
Mauro.
Quasi due anni fa avevo scritto qui che mi ero stancato di parlarne o scriverne.
Ed ero sincero. Ero stanco.
Ma quel che è successo dopo (ok, anche prima, ma soprattutto dopo) ha cambiato drammaticamente le cose.
Quello che Netanyahu e i suoi alleati religiosi di estrema destra stanno mettendo in pratica impone di parlare, non di tacere.
Qui si sta passando dall'apartheid in stile sudafricano alla soluzione finale in stile nazista.
Saluti,
Msuro.
Vorrei fare una domanda agli amici protestanti.
Qui in Germania (ma con rare eccezioni anche nel resto d'Europa) i protestanti vengono visti come moderati. Nel mondo cristiano il radicalismo è visto più come cattolico (e anche di più come ortodosso, sia di stampo greco che russo) che come protestante.
Negli USA invece i protestanti (in primis i battisti) sono i veri radicali, i veri estremisti, quelli che vorrebbero una specie di Sharia cristiana.
Da dove nasce questa differenza? Come si sono i protestanti negli USA talmente radicalizzati, mentre non è successo con quelli europei?
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui la versione tedesca.
Saluti,
Mauro.
Fino a non molto
tempo fa pensavamo che le democrazie occidentali fossero piene di difetti, ma
che in quanto democrazie fossero inattaccabili, solide. Migliorabili, sì (anche
tanto), ma non attaccabili, non distruggibili.
Ora ci stiamo
accorgendo che l'autodefinitasi più grande democrazia dell'Occidente (gli USA) così
democrazia non è, visto che può essere attaccata dall'interno e senza neanche
fare un colpo di stato vero e proprio (visto che, nonostante le leggende
metropolitane, lì un vero sistema di "checks e balances" non esiste,
è di fatto lasciato alla correttezza dei singoli).
E ci stiamo
purtroppo anche accorgendo che pure nelle democrazie europee, dove i
"checks e balances" per fortuna esistono davvero, i vari governi
(sulla scia di quello ungherese, obiettivamente pioniere in questo all'interno dell'UE) stanno
usando ogni strumento legale e soprattutto ogni zona grigia della legislazione
e delle Costituzioni per far sì che il potere legislativo e quello giudiziario
vengano sottomessi a quello esecutivo, cioè Parlamento e magistratura
sottomessi al Governo.
E dove non li si possa sottomettere, almeno che vengano
depotenziati.
O forse invece
non ce ne stiamo (a parte quattro gatti) accorgendo? Forse pensiamo che, sì, ci sono periodi migliori e periodi peggiori, ma che in fondo tutto va
bene, madama la marchesa?
Teniamo gli occhi
aperti, molto aperti. Perché rischia ormai di essere troppo tardi per evitare
la deriva autoritaria... e l'autoritarismo è solo un passo distante dalla
dittatura.
Saluti,
Mauro.
Adesso le femministe mi distruggeranno, ma devo scriverlo. Da genoano mi sono guardato i filmati della cavalcata del Genoa Women in serie B (sì, le nostre ragazze sono state promosse in serie A). Ok, si parla di serie B, non A, ma il livello tecnico era penoso. Veramente penoso. Anche delle nostre, non solo delle avversarie sconfitte. E no, non parlo di questioni fisiche, parlo proprio a ragion veduta di livello tecnico. Tecnicamente il peggior calciatore maschile di terza categoria potrebbe giocare in serie A femminile. In nessun altro sport ho mai notato una differenza tecnica così enorme tra i due sessi. Né nella pallacanestro, né nella pallavolo e paradossalmente neanche nello sport "maschio" per eccellenza, cioè la pallanuoto (nel rugby le donne sono arrivate da troppo poco, ogni giudizio tecnico è impossibile per ora, diamo loro tempo). Ovunque la differenza fisica è innegabile, ma la differenza tecnica in nessuno sport è ampia, anzi enorme, come nel calcio. Nella pallavolo è addirittura quasi nulla. Nella pallacanestro è più visibile, ma anche perché lì l'altezza (in media decisamente superiore per gli uomini) influenza in parte pure la tecnica. Ma nel calcio c'è proprio una differenza tecnica (e ribadisco: tecnica, non mi interessa quella fisica) di base, fondamentale veramente imbarazzante. Perché?
Saluti,
Mauro.
P.S.: Quindi non stupiamoci che la nazionale maggiore svizzera femminile perda 7-1 contro i ragazzi U15 del Lucerna. Non è solo questione di fisico.
Gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iran (anche se Vance, il vicepresidente, dice che non sono in guerra con l'Iran).
Al là di tutte le discussioni sui motivi, sulle ragioni e sul diritto internazionale, una domanda molto presente sul web, in particolare ovviamente quello anglofono, è se il presidente (Trump, in questo caso) abbia i poteri per ordinare un attacco del genere o se questi poteri li abbia solo il Congresso.
A leggere la Costituzione USA, se consideriamo l'attacco come un atto di guerra, direi che questi poteri li abbia proprio il Congresso, come spiegato bene in quest'articolo della Cornell Law School.
Anche se i presidenti, come dice lo stesso articolo, spesso se ne fregano.
Ma come funziona (o dovrebbe funzionare) invece in Italia?
Se leggiamo l'articolo 78 e il nono capoverso dell'articolo 87 della nostra Costituzione esattamente come negli USA (e in qualsiasi paese democratico, che io sappia).
L'articolo 78 infatti recita:
Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.
Mentre il nono capoverso dell'articolo 87 recita:
[Il Presidente della Repubblica] Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
La cosa quindi sembra chiara, esplicita: il Parlamento è sovrano anche nel dichiarare la guerra.
La domanda però è: dato che il Presidente della Repubblica è a capo delle Forze Armate, nel caso lui ordinasse un attacco senza l'autorizzazione del Parlamento... cosa farebbero i militari?
In teoria dovrebbero disobbedire, essendo l'ordine incostituzionale. Ma lo farebbero veramente?
(Comunque, Costituzione o meno, molti politici sono più guerrafondai dei militari... i primi sono i più pericolosi, e questo vale in ogni paese).
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.