giovedì 24 aprile 2025

Contro tutti i regimi... pur di non essere contro un regime

Domani è il 25 aprile.
Una delle tre date più importanti della storia dell'Italia unita (le altre due sono il 2 giugno e il 20 settembre).

Meloni e i suoi sodali negli anni passati hanno "celebrato" il 25 aprile schierandosi contro tutti i regimi (almeno a parole).
Ma è una presa di posizione molto ipocrita, anche se apparentemente condivisibile.

Perché?
Perché è vero che ogni dittatura è un male, e quindi da condannare, qualsiasi colore abbia. Su questo siamo tutti d'accordo (almeno tutti quelli di noi che lo intendono seriamente, sinceramente).
Però è anche vero che il 25 aprile riguarda l'Italia e non il mondo.

E in Italia nella storia c'è stato solo un regime, solo una dittatura: quella fascista. Quella dei padri culturali (e talvolta anche biologici) di Meloni, La Russa & co.
E il 25 aprile quel regime, quella dittatura va condannata. Punto.

Per i regimi, per le dittature che vanno condannate ma che non hanno segnato l'Italia c'è sufficiente tempo negli altri 364 giorni dell'anno per parlarne e condannarle.
Ma non il 25 aprile: lì si deve parlare solo del regime che ha voluto rovinare l'Italia, altri regimi non devono avere spazio.
Il 25 aprile si parla di Italia!

Mischiare tutte le dittature e tutti i regimi che con l'Italia nulla hanno avuto a che fare in questo giorno significa solo sminuire, nascondere, negare quello che successe in Italia nel Ventennio e durante la Resistenza.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 23 aprile 2025

Dettagli dall'Oberpfalz 25 - Datati avvertimenti

Venditori ambulanti non graditi.


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

domenica 20 aprile 2025

Twenty-Twenty

Oggi voglio scrivere di un anglismo che non usa parole inglesi, ma che forse proprio per questo è anche peggio.

Quando parliamo, come esprimiamo il numero che esprime un particolare anno?

Prendiamo per esempio il mio anno di nascita: 1968.
In italiano lo dico millenovecentosessantotto.
Ma in altre lingue per gli anni si usano forme particolari.
In tedesco, per esempio, dico neunzehnhundertachtundsechzig (cioè diciannovecentoesessantotto), e non eintausendneunhundertachtundsechzig, come invece farei per esempio per una somma di denaro o per un numero civico.
In inglese invece dico nineteen-sixtyeight (cioè diciannovesessantotto), e non one thousand nine hundred and sixtyeight.

Sono regole che possono suonare comiche, strambe ma che sono ben conosciute e valide da una mezza eternità.
Quindi regole facili da seguire e chiare a tutti.

Però... dal 2020, dalla pandemia, in Italia e in Germania (soprattutto in Germania, va detto) si è diffusa la mania di scimmiottare l'inglese è così 2020 diventa venti-venti o zwanzig-zwanzig, copiando twenty-twenty.
Il massimo dell'uso di questa forma si è avuto l'anno dopo, nel 2021, con le ritardate Olimpiadi di Tokyo.

Questa cosa mi è tornata vivida l'altro giorno quando, ascoltando la radio BR24, ho sentito zwanzig-fünfundzwanzig (cioè venti-venticinque) per parlare del 2025 (il servizio parlava del 2025 come chiusura del primo quarto del secolo... già l'intelligenza che serve per ideare un servizio del genere lascia a desiderare, comunque).

Ma a voi non fa schifo questa moda?

Saluti,

Mauro.

sabato 19 aprile 2025

Sherlock Holmes e i dazi

Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca (trasformandola in casa Casamonica, guardatevi le immagini del "nuovo" Studio Ovale) uno dei principali temi di discussione (forse il principale) sono i dazi e il balletto metto i dazi, tolgo i dazi, metto i dazi... che mi ricorda tanto questa scena.
Ma noi non siamo qui per parlare di Karate Kid, bensì di Sherlock Holmes.

E non strabuzzate gli occhi!
Sì, c'entra, c'entra con i dazi.
Ora capirete.

Arthur Conan Doyle nel suo The Hound of the Baskervilles (pubblicato nel 1902, titolo italiano Il cane mastino dei Baskerville), nel capitolo Sir Henry Baskerville, fa leggere a Sherlock Holmes il seguente brano del Times di Londra:

You may be cajoled into imagining that your own special trade or your own industry will be encouraged by a protective tariff, but it stands to reason that such legislation must on the long run keep away wealth from the country, diminish the value of our imports, and lower the general conditions of life in this island.

Tradotto in italiano:

Potreste essere indotti a immaginare che il vostro particolare commercio o la vostra industria siano incentivati da un dazio protezionistico, ma è ovvio che tale legislazione terrà a lungo andare la ricchezza lontana dal paese, diminuirà il valore delle nostre importazioni, e peggiorerà le condizioni generali di vita in quest'isola.

Direi che non servono commenti 😉

Saluti,

Mauro.

venerdì 18 aprile 2025

Trans-sport

La recente sentenza della Corte Suprema britannica sul sesso biologico che può essere solo maschile o femminile ha ulteriormente aperto il vaso di Pandora delle discussioni sul tema.
Io non sono in grado di giudicare da un punto di vista giuridico la sentenza in quanto, al di là del non essere un giurista, non conosco a sufficienza la legge britannica per valutare.
Da un punto di vista biologico vi rimando a un lungo tweet di chi ne sa molto più di me (il bravissimo Ranieri Bizzarri).

Io qui ne voglio parlare da un punto di vista sportivo.
Sì, da un punto di vista sportivo, ripartendo dalle Olimpiadi di Parigi dell'anno scorso.
Ricorderete tutti le polemiche relative alla partecipazione della pugile algerina Imane Khalif.
Ok, il suo "problema" era un altro, lei non è transgender, ma ai tempi come tale venne trattata (e qualcuno sostiene ancora che lo sia, ma vabbé).

Ai tempi un follower su Twitter mi chiese (in privato, quindi nessun link) la mia opinione su come si potrebbe risolvere il problema della partecipazione di questi/e atleti/e alle competizioni.
Io una mia opinione la ho, anche se non la ho mai espressa in pubblico fino a oggi.
Prima di andare avanti: è la mia opinione, non una definizione legale e/o scientifica. Quindi come tale prendetela e, se volete, commentatela.

Generalmente quando si parla di questo tema in campo sportivo si parla solo di uomini che fanno (o hanno già fatto) la transizione per diventare donne. Quasi mai della transizione inversa.
Io non ho statistiche sottomano ma di sicuro la cosa è in parte dovuta al fatto che la transizione uomo->donna è più frequente della transizione donna->uomo.
Poi magari ci sono anche altre ragioni, non lo so.

Un fatto è chiaro: chi fa la transizione da adulto (o almeno a partire dai 14-15 anni circa) ha già comunque sviluppato una struttura muscolare e ossea che non potrà essere fatta tornare indietro o cambiata con la transizione stessa (ovviamente vale a maggior ragione per la struttura ossea).
Questo significa che un atleta transgender nato uomo e poi transito a donna sarà atleticamente svantaggiato rispetto a un atleta nato uomo e tale rimasto ma avvantaggiato rispetto a un'atleta nata donna e tale rimasta.
Quindi continuando a gareggiare tra gli uomini finirebbe (quasi) sempre ultimo e passando a gareggiare  tra le donne finirebbe (quasi) sempre primo.
E nessuna delle due cose, siamo sinceri, apparirebbe molto sportiva.
E certi paesi diversamente democratici magari imporrebbero anche la transizione a qualche atleta per vincere più medaglie nello sport femminile (posso immaginare cosa farebbe oggi il sistema medico-sportivo della vecchia Germania Est se questa esistesse ancora).

Come risolvere la questione?
Ecco, la mia opinione è prevedere nelle manifestazioni sportive (per lo meno in quelle di una certa importanza) tre e non due categorie.
Oggi ci sono le competizioni per uomini e quelle per donne.
Domani dovrebbero esserci le competizioni per uomini, quelle per donne e quelle per transgender.

Vedo già qualcuno che sta per saltare su pensando "ma esiste già lo sport paralimpico, mandiamoli lì!".
A parte che anche lì i transgender partirebbero avvantaggiati, quindi torniamo al punto di partenza... gli sport paralimpici sono sport per persone con disabilità (che sia dovuta a malattia, genetica, incidente o che so io qui non conta). Gli atleti transgender sono invece persone normodotate, senza nessuna disabilità, quindi avvantaggiati o svantaggiati che siano, con quell'ambiente comunque non c'entrano.

Saluti,

Mauro.

Aggiornamento 19.04.2025
Come mi ha fatto notare Martina Pugliese su BlueSky, in realtà gli atleti transgender avrebbero bisogno di essere divisi in due categorie, non messi tutti insieme: uomo->donna e donna->uomo.

lunedì 14 aprile 2025

Ich hatte recht

"Ich hatte recht" ist ein schlechter Satz, er klingt arrogant oder zumindest besserwisserisch.
Aber in diesem Fall ist es der einzige Satz den ich schreiben, aussprechen kann.

2013 wurde in Berlin die AfD (Alternative für Deutschland) gegründet.
Sie wurde "die Partei der Professoren" genannt, weil sie von einigen rechtsgerichteten, nationalistischen Akademikern gegründet wurde. Aber sie waren mäßig, so die Vulgata der Zeit.
Ich habe sofort gesagt: Vorsicht, das sind Neonazis, auch wenn es nicht so aussieht. Und ich wurde von denen verspottet, die auf dem Trick mit der Maske des Gemäßigten hereingefallen waren. Sogar hier in meinem Blog wurde ich herausgefordert, als ich über das Thema schrieb.

Dann wurde 2014 PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes) in Dresden geboren, explizit populistische rechtsextreme Bewegung, die auf rassistischen und nationalistischen Ansichten basiert.
Und ich sagte, dass PEGIDA der "Straßen"-Arm der AfD sei (oder dass die AfD der politische Arm von PEGIDA sei).
Und wieder wurde ich vor eine Herausforderung gestellt, weil zwischen der beiden Einheiten keine rechtliche Verbindung bestand und sie bürokratisch getrennt waren.

Doch dann kam es bei der Wahlen 2017 zu einem weiteren Rechtsrück der Partei, bei dem der extremsten Elemente die totale Kontrolle übernahmen.

Doch dann waren Parteivertreter bei PEGIDA-Demonstrationen stets am vorderster Front dabei.

Doch dann die Nähe zu Elementen der NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, nach eigenem Bekunden explizit von der NSDAP inspiriert).

Doch dann kam die Flügel Die Flügel, die wegen Neonazismus aufgelöst werden musste.

Doch dann musste auch die Jugendorganisation (Junge Alternative) wegen erwiesener Verfassungswidrigkeit aufgelöst werden.

Doch dann wurden mehrere Landesverbände aus dem gleichen Grund von den Geheimdiensten unter Beobachtung gestellt und für drei von ihnen (Sachsen, Thüringen und Sachsen-Anhalt) wurde das auch gerichtlich nachgewiesen und bescheinigt.

Doch dann begann die Gewalt von rechts, wenn nicht gar der Terrorismus, zuzunehmen (hier ist ein großartiger Artikel zu diesem Thema von der investigativen Journalismus-Webseite Volksverpetzer), ohne dass die Partei sie jemals verurteilt hätte (es stimmt auch, dass die Mainstream-Presse so weit wie möglich versucht, die Berichterstattung über diese Gewalt zu vermeiden).

Und viele andere Dinge.

Und nun?
Viele geben sich völlig überrascht und "entdecken" dabei, was bereits 2013/2014 klar und deutlich war.
Andere wiederum halten weiterhin die Augen geschlossen um nichts zu sehen (wie etwa die CDU/CSU und ein großer Teil der Presse).
Und die AfD wächst weiter (zweiter Partei im Bundestag bei der Wahl im Februar) und rückt weiter nach rechts.

Grüße,

Mauro.

P.S.: Hier die italienische Version.

domenica 13 aprile 2025

Avevo ragione io

"Avevo ragione io" è una brutta frase, suona arrogante o per lo meno da saputello.
Però in questo caso è l'unica frase che posso scrivere, dire.

Nel 2013 a Berlino nacque l'AfD (Alternative für Deutschland, in italiano Alternativa per la Germania).
Venne definito il "partito dei professori" perché fondato da alcuni accademici di destra, nazionalisti. Però, questa la vulgata dell'epoca, moderati.
Io dissi subito: attenti, questi sono neonazisti, nonostante le apparenze.
E venni sbertucciato da chi era cascato nel trucco della maschera moderata. Anche qui sul mio blog venni contestato quando scrissi sul tema.

Nel 2014 poi nacque a Dresda PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente), movimento esplicitamente populista di estrema destra basato su visioni razziste e nazionaliste.
E io dissi che PEGIDA era il braccio "di strada" dell'AfD (oppure che l'AfD fosse il braccio politico di PEGIDA).
E di nuovo venni contestato perché le due entità non avevano collegamenti legali, erano burocraticamente separate.

Ma poi, alle elezioni del 2017, ci fu un ulteriore scivolamento a destra del partito, dove gli elementi più estremisti presero totalmente il controllo.

Ma poi i rappresentanti del partito erano sempre in prima linea nelle manifestazioni di PEGIDA.

Ma poi la vicinanza con elementi dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazinaldemocratico di Germania, ispirato esplicitamente all'NSDAP per propria ammissione).

Ma poi arrivò la corrente Die Flügel (L'ala) che dovette essere sciolta per neonazismo.

Ma poi anche la sezione giovanile (Junge Alternative, Alternativa giovane) dovette essere sciolta per provato anticostituzionalismo.

Ma poi molte sezioni regionali vennero messe sotto osservazione dai Servizi per lo stesso motivo e per tre di esse (Sassonia, Turingia e Sassonia-Anhalt) la cosa venne legalmente provata e certificata.

Ma poi cominciò a crescere la violenza, se non proprio il terrorismo, di destra (qui un splendido articolo al proposito del sito di indagine giornalistica Volksverpetzer, in tedesco, ma potete usare i traduttori in rete) senza mai condanne da parte del partito (vero anche che la stampa mainstream cerca per quanto possibile di evitare di parlare di questa violenza).

E tante altre cose.

E ora?
Molti cadono dal pero "scoprendo" quello che era già chiaro ed esplicito nel 2013/2014.
Altri continuano a mantenere il prosciutto sugli occhi per non vedere (come la CDU/CSU e buona parte della stampa).
E l'AfD continua a crescere (secondo partito nel Bundestag alle elezioni di febbraio) e a spostarsi sempre più a destra.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Qui la versione tedesca.

sabato 12 aprile 2025

Un racconto (quasi) in diretta: Mauro e la ragazzina

Oggi pomeriggio ero in un bel localino a Pegnitz, non lontano da Auerbach, dove abito.
Ero seduto a un tavolino con una birra e il mio laptop a curare un po' di fatti miei ed ero lì perché è un locale molto piacevole e non avevo voglia di starmene chiuso in casa.
Ma questo non è interessante.
Interessante (poi capirete perché) è che il mio tavolino non era distante dalla porta che portava ai servizi igienici.
A un certo punto una ragazzina (a occhio direi di 9-10 anni, ma anche fossero stati un paio di più non sarebbe cambiato nulla) ha chiesto al bancone la chiave e ha raggiunto la porta di cui sopra.
Ha cercato di aprirla ma, non so per quale motivo, ha incontrato delle difficoltà e ha cominciato a girare la chiave di qua e di là.
Io ero lì a due passi, potevo alzarmi, aprirle la porta e tornare subito al mio tavolino. Ci avrei messo letteralmente tre secondi a fare tutto.
Invece non mi sono alzato, ho chiamato la giovane donna che era al bancone e le ho detto che la ragazzina aveva dei problemi con la porta, così la donna ha lasciato il bancone e fatto quello che avrei potuto fare subito io (e ovviamente la cosa è durata decisamente più a lungo, anche se lei si è mossa subito).

Perché mi sono comportato così?
A causa delle fisime del mondo d'oggi, alla paturnie della società contemporanea ho pensato che io, uomo adulto, vicino a una ragazzina di 9-10 anni sconosciuta, davanti a una porta dei bagni in un angolo non nascosto ma neanche visibilissimo... se qualcuno avesse visto, chissà cosa avrebbe capito, come avrebbe reagito.
20 o 30 anni fa io non mi sarei fatto questi pensieri, non mi sarei fatto tanti problemi ad aiutarla.

Dove sta andando la nostra società?

Saluti,

Mauro.

P.S.: La donna al bancone, quando le ho spiegato, mi ha dato ragione. Ha detto che oggigiorno non si sa mai, meglio evitare problemi.

mercoledì 9 aprile 2025

I misteri del tedesco 35 - Delitti e cavalieri

In tedesco esiste una parola che non ha corrispettivi in altre lingue, a meno di non usare perifrasi (e non è l'unica in tedesco 😉): Kavaliersdelikt.
La traduzione letterale sarebbe delitto cavalleresco, delitto da cavaliere.
Indica un reato o un'infrazione a qualche regola ufficiale considerato di poco conto, quasi giusto da commettersi, di sicuro da non condannare moralmente.
Quella che in italiano (usando quello che io credo un francesismo, anche se il dizionario Treccani parla di "etimo incerto") chiameremmo bagattella, solo che in italiano ha un significato molto più ampio e raramente viene usata per reati, anche se di poca importanza.

Per inciso: la definizione Bagatelldelikt esiste anche in tedesco, ha una certa sovrapposizione d'uso con Kavaliersdelikt, ma non è al 100% la stessa cosa (Bagatelldelikt può essere usato anche per comportamenti ritenuti negativi, ma che non costituiscono né reato né infrazione a regole ufficiali, Kavaliersdelikt no).

Il significato è chiaro (anche se oggi la parola è prevalentemente usata in negazioni tipo Es ist kein Kavaliersdelikt!, che significa Non è una cosa da niente!), ma che origine ha?
Perché proprio i delitti di un cavaliere dovrebbero essere delitti da nulla?
Come e quando è nata l'espressione non è noto, ma l'origine viene da un certo animo romantico tedesco, che vede (o almeno vedeva) ovviamente i cavalieri come nobili eroi che se si trovano ad andare contro le regole o la legge lo fanno per nobili motivi, a fin di bene, quindi il loro delitto non può essere condannato.

Piccola aggiunta sullo spirito dei tempi: oggi la maggioranza dei tedeschi ritiene l'elusione e l'evasione fiscale dei Kavaliersdelikte, purtroppo.

Saluti,

Mauro.

martedì 1 aprile 2025

Fermi, Webb, gli alieni e... la politica oggi

Nel 1950 Enrico Fermi trovandosi a parlare di civiltà extraterrestri con altri fisici a Los Alamos a un certo punto sbottò con la domanda: "Where is everybody?" (domanda nota come paradosso di Fermi).
In sostanza, Fermi non riusciva a concepire che eventuale vita extraterrestre (soprattutto se tecnologicamente avanzata nel senso "terrestre" dell'espressione all'epoca) non fosse ancora stata scoperta, o almeno di non averne trovato indizi.
Secondo Fermi poteva esistere vita extraterrestre in senso biologico, ma non civiltà extraterrestri in senso tecnologico.

Nel 2002 (testo aggiornato con una revisione nel 2015, edizione che posseggo io) il fisico britannico Stephen Webb scrisse un libro con 75 possibili risposte alla domanda di Fermi (in realtà 74: la settantacinquesima è la spiegazione del fatto che non c'è ancora una vera risposta): "If the Universe is Teeming with Aliens... Where is Everybody?".
Risposte in parte ironiche e in parte serie, ma tutte comunque basate su scienza e logica, si tratta di un libro "leggero", ma non banale, non umoristico. Un libro leggero nello stile, nell'apparenza, ma tutto sommato pesante (nel senso positivo del termine) nella sostanza.

La prima delle 75 risposte mi ha riportato alla politica odierna e a una persona che sta cercando di riportarla indietro di decenni, se non di secoli: Viktor Orbán, il "boss" dell'Ungheria odierna.
Perché?

La prima delle 75 risposte ha come intestazione: Solution 1 They are here and they call themselves Hungarians 😁
Ma anche la seconda è collegata: Solution 2 They are here and they call themselves Politicians.

Saluti,

Mauro.

domenica 30 marzo 2025

Guerra, violenza, pace e giustizia

La maggioranza di noi ama la pace, pochi - anche tra quelli che consideriamo stronzi - amano la guerra, la violenza.
Le brave persone vogliono la pace e non vogliono violenza.
Le cattive persone cercano generalmente di raggiungere i propri malevoli obiettivi senza violenza.
Pochi amano la violenza (e di conseguenza la guerra) in sé.

Però...

Però molti purtroppo non capiscono cosa significhi veramente pace.
E credono che l'assenza di violenza, l'assenza di guerra sia in sé pace.

NO!

Chi lo crede o è un idiota o è in malafede.

La pace si basa sulla giustizia, non sull'assenza di violenza.
Una pace ingiusta è guerra. Magari non ancora sul campo, ma è già guerra. Solo, al limite, posticipata.

Pensateci, prima di chiedere all'Ucraina di trattare, di cedere.

Saluti,

Mauro.

sabato 29 marzo 2025

Riscopriamo la geografia.

Purtroppo la scuola sta, quasi ovunque, abdicando al suo ruolo di insegnare a pensare, a capire, a ragionare.
Perché è questo il primo ruolo della scuola. Non inculcare nozioni (che sono sì necessarie, chi lo nega non sa cosa dice, ma lo sono se funzionali a quanto scritto nel capoverso iniziale di questo articolo, non in sé stesse).

Ovviamente le due materie fondamentali e imprescindibili sono la lingua (quindi italiano in Italia, tedesco in Germania, francese in Francia, eccetera) e la matematica.
Su questo non ci piove, qui sto solo scoprendo l'acqua calda.

Però c'è una terza materia che a mio parere è assolutamente fondamentale, ma che è sempre meno considerata, sempre più picconata.
La geografia.

Adesso molti di voi strabuzzeranno gli occhi, diranno: "Cosa ha di fondamentale sapere qual è la capitale dell'Uganda o quanti abitanti ha la Bolivia?".
E mettendola così avreste anche ragione. Peccato che non stiate parlando di geografia. Almeno non della vera geografia.

Geografia è prima di tutto saper leggere e capire una carta geografica.
Se lo sapete fare riuscirete a capire perché una determinata regione, un determinato paese, un determinato continente ha avuto la storia che ha avuto, capirete la sua economia, i suoi rapporti internazionali (o anche intranazionali), le sue guerre prima ancora di studiare storia, economia, politica, eccetera.

Un esempio banale? La Germania.
Guardate la sua posizione (sia prima come Prussia che poi come Germania) in Europa, i suoi confini (o non confini) naturali e capirete molto della sua storia prima ancora di studiarla, nazismo compreso.
E cito la Germania perché è l'esempio più palese qui in Europa, dove vivo, ma in realtà è solo uno dei tanti esempi, nulla di poi così speciale.

Rifletteteci.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 26 marzo 2025

Le colpe di Mercatore

Tutti sappiamo delle mire di Trump sulla Groenlandia.
Ma da quanto ho ascoltato oggi in radio il problema potrebbe non essere Trump, bensì Gerhard Kremer, conosciuto da noi italiani come Mercatore.
Infatti fonti vicine al POTUS (per inciso: una sigla che sembra il nome di un ippopotamo) dicono che Trump sia affascinato dalle enormi dimensioni della Groenlandia.
Dimensioni però amplificate dalla proiezione di Mercatore, usata da quasi tutti gli atlanti e carte geografiche. Anche digitali.
In questa proiezione la Groenlandia sembra grande quanto tutta l'Africa, mentre in realtà è circa quindici volte più piccola.
Trump è ingannato da questa proiezione.
Ma onestamente non solo lui.
Anche la maggioranza di noi comuni mortali. Solo che noi, o almeno molti di noi, ci rendiamo conto di essere ingannati quando poi leggiamo le dimensioni espresse in numeri. Trump, a quanto pare, no.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 19 marzo 2025

Il "piccolo" problema col digitale

Da ormai un paio di lustri, forse anche di più, sembra che la digitalizzazione (spesso confusa con l'informatizzazione, che è sua stretta parente ma non è la stessa cosa, sappiatelo) sia la cura di ogni male, la panacea di ogni economia.

E si dimenticano prodotti e processi.

Signori miei, il digitale non serve a nulla, anzi non è nulla, se non c'è sotto/dietro/intorno qualcosa di concreto su cui impiantarlo.
E questo qualcosa di concreto sono prodotti e processi.

Esempio banale: le auto.
Tutte le case automobilistiche oggi parlano di digitalizzazione... ma se prima le auto non le progetti concretamente, come oggetti materiali, di metallo e plastica, oggetti "hardware" (e per farlo ti servono prodotti e processi, che sono la versione odierna del sangue, sudore e lacrime di churchilliana memoria)... cosa digitalizzi?
Le ruote, il motore sono fondamentali. L'elettronica lo sembra, ma viene dopo. Sono le ruote e il motore che ti muovono l'auto. Senza di loro l'elettronica è solo un soprammobile.

E vale per ogni cosa, non solo per le auto.
Vale anche, per esempio, per la burocrazia: se prima non hai una struttura concreta, basata su processi funzionali, ben pianificati... non conta niente se questa burocrazia sia digitale o cartacea. Funzionerà male comunque.

Saluti,

Mauro.

martedì 18 marzo 2025

Un telegramma dalla Guerra Fredda

Scommetto che nessuno di voi ha mai sentito parlare di George Frost Kennan.
Eppure potrebbe aiutarci a capire qualcosa dell'attuale situazione, pur essendo morto vent'anni fa.
Prima di andare avanti spieghiamo chi fu: funzionario con incarichi diversi del Dipartimento di Stato degli USA, poi ambasciatore in Unione Sovietica e in Jugoslavia.
Quindi non proprio una figura trascurabile nella politica USA del secondo dopoguerra.

Ma, al di là delle cariche ufficiali ricoperte, fu uno dei principali ispiratori della cosiddetta "dottrina Truman", cioè del contenimento dell'URSS.
Soprattutto divenne famoso il suo cosiddetto long telegram (un telegramma di 5000 parole!) che scrisse nel febbraio 1946 da incaricato d'affari presso l'ambasciata USA di Mosca dopo un discorso tenuto da Stalin al Bol'šoj.
Telegramma che contiene quell'aiuto di cui parlavo all'inizio.

Perché questo telegramma può aiutarci?
Il contenuto principale del telegramma è il classico anticomunismo dell'epoca, ma non è questo che ci interessa qui, qualsiasi cosa possiamo pensare del comunismo e dell'URSS.
Quello che ci può aiutare è un'altra cosa.
Sono due passaggi che descrivono perfettamente l'atteggiamento di Putin, 6 anni prima che nascesse e 53 anni prima che prendesse il potere a Mosca.

Il primo dei due passaggi recita: "...at the bottom of the Kremlin's view of world affairs is a traditional and instinctive Russian sense of insecurity".
Il secondo passaggio aggiunge che l'autorità dei precedenti governanti russi era "archaic in form, fragile and artificial in its psychological foundations, unable to stand comparison or contact with political systems of western countries".

Kennan parla di Stalin (e nel secondo passaggio lo mette in linea con gli zar).
Ma questo è anche Putin. 100% Putin. Quasi 80 anni dopo.

Cosa ci dice questo?
Che siamo noi, con le nostre remore, a far forti Putin e la Russia.
È di questo che dobbiamo renderci conto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Se volete leggere tutto il telegramma in originale, lo trovate qui.

sabato 15 marzo 2025

I misteri del tedesco 34 - Mani e scarpe

Oggi non vi parlerò di chissà quale espressione misteriosa, ma di un parola che ha una sua logica e che io trovo molto simpatica.

Cioè la parola tedesca per guanto.
E come si dice guanto in tedesco?
Si dice Handschuh, che tradotto letteralmente sarebbe scarpa per la mano (Schuh=scarpa e Hand=mano).

Se ci pensate bene la definizione ha una sua logica: il guanto protegge la mano come la scarpa protegge il piede.

L'origine della parola è autoesplicativa, non servono chissà quali ricerche filologiche ed etimologiche.
Come parola a sé stante è certificata a partire dal 9° secolo nelle forme Hantschouch (alto tedesco medio, Mittelhochdeutsch) e Hantscuoh (alto tedesco antico, Althochdeutsch).

Saluti,

Mauro.

giovedì 6 marzo 2025

Diplomazia, trattati e ricatti

Molti di noi (io stesso per primo, lo confesso) hanno paragonato gli inviti alla pace di certi "pacifisti" a quanto successe nella conferenza di Monaco del 1938, dove Regno Unito e Francia concessero alla Germania di Hitler di prendersi parte della Cecoslovacchia senza coinvolgere la stessa nella conferenza di cui sopra (a cui, oltre ai tre paesi citati, partecipò ufficialmente come arbitro - ma non proprio un arbitro neutrale - l'Italia, ma come detto non la Cecoslovacchia, che venne tenuta fuori dalla porta).
Il paragone ci sta, in realtà, visto che si chiede all'Ucraina di cedere in nome della pace come ai tempi lo si chiese alla Cecoslovacchia.
Solo che allora questo cedimento (che poi fu di Francia e Regno Unito, non della Cecoslovacchia) permise alla Germania di preparare la guerra (quella che oggi conosciamo come seconda guerra mondiale, non proprio una guerriciola), non portò alla pace.
E oggi la guerra in realtà già c'è, ma se l'Ucraina facesse quanto i "pacifisti" chiedono si aprirebbero solo le porta a un attacco russo ai paesi baltici e forse anche alla Polonia (e qui il parallelo passa al 1939 e al patto Molotov-Ribbentrop...).

Ma quanto abbiamo visto alla Casa Bianca (nel 2025, non nel 1938!), tra Trump/Vance e Zelensky ricorda in realtà qualcosa successo quasi vent'anni prima di Monaco.
Ricorda Versailles 1919, dove le potenze vincitrici (con di nuovo Francia e Regno Unito in prima fila) imposero le proprie condizioni alla Germania sconfitta.
Nonostante le apparenze, non ci fu trattativa, ci fu solo imposizione.
Ora io non voglio difendere l'impero tedesco (anche perché non lo merita, al di là degli scopi di questo mio articolo), ma quelle imposizioni senza discussione, senza trattativa, senza valutazione delle possibili conseguenze furono obiettivamente una delle basi (non l'unica, da sole non sarebbero comunque bastate) dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Quello che è successo nello Studio Ovale della Casa Bianca è quasi pari a quanto nel 1919 a Versailles.
Con una sola, ma fondamentale, differenza: a Versailles furono i nemici a imporre le condizioni agli sconfitti, a Washington lo hanno fatto gli amici... e senza che la controparte fosse già sconfitta.

Un novum totale nella storia.
Un novum pericolosissimo, perché di fatto dà la stura alla più totale anarchia nei rapporti internazionali.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 5 marzo 2025

L'autogol dei dazi

Diciamolo subito: i dazi nel mondo odierno sono un autogol e affossano l'economia.
Perché il mondo è interconnesso ed economia e soprattutto industria lo sono ancora più del resto.

Ve lo spiego con un esempio astratto, ma voi saprete senza problemi trasferirlo su esempi reali, ne sono sicuro 😉

Il paese X mette dazi su importazioni dal paese Y.
Bene, il prodotto A del paese Y costerà di più alle industrie del paese X. Che però lo usano come componente del proprio prodotto B.
Ma questo renderà anche B più caro e i consumatori del paese X lo compreranno meno, fino a che le industrie di X troveranno il modo di sostituire A.
Ma intanto avranno ridotto le vendite e rischieranno di diventare ricattabili sui prezzi da parte di produttori alternativi di A.

Ma c'è un altro problema, quanto sopra non è tutto.
Per reazione Y mette a sua volta dazi su importazioni da X. E X esporta anche B in Y. B che ora in Y costerà ancora di più perché su di messo peseranno due dazi: quello di X su A e quello di Y su B.
Quindi le industrie di X venderanno meno B ai consumatori di Y, il che le danneggerà ulteriormente.

E questa è la versione semplificata del problema. La realtà sarà più complessa e soprattutto più dura per tutte le parti coinvolte.

Meditate, gente, meditate.

Saluti,

Mauro.

martedì 4 marzo 2025

Comunicazione di servizio - Spam

Nell'ultimo paio di settimane alcuni commenti perfettamente leciti e apprezzabili sono stati pubblicati e dopo qualche giorno spariti e finiti nello spam senza che io facessi niente.
Dato che non controllo la casella spam quotidianamente e che se un commento appare e io non lo cancello o oscuro do per scontato che rimanga visibile... ogni volta che commentate, dopo un paio di giorni controllate e se il commento è sparito informatemi.
Grazie.

Saluti,

Mauro.

giovedì 27 febbraio 2025

Dettagli dall'Oberpfalz 24 - E dal nulla uno skilift...



Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

Due errori con acqua ed espresso

Quando ordinate un espresso al bar o in altri locali spesso questo viene accompagnato da un bicchierino d'acqua.
Lo avete sperimentato tutti o quasi.

Però spesso con quel bicchierino vengono commessi due errori.
Uno da parte dei clienti e uno da parte dei baristi.

Per prima cosa spieghiamo però il significato, l'utilità di quel bicchierino d'acqua: serve a sciacquarsi la bocca per poi poter gustare il sapore del caffè senza che questo venga "inquinato" da altri sapori che potremmo avere in bocca.

E qui capirete già l'errore che molti clienti fanno (e qui in Germania ovviamente anche più spesso che in Italia): bevono l'acqua dopo aver bevuto il caffè.
Ma così non serve a niente... anzi ti sciacqua via proprio il sapore del caffè, quello che in teoria vorresti preservare, goderti.
L'acqua va bevuta prima, non dopo (o al limite non bevuta proprio, se non vi va, ma comunque mai dopo).

Il secondo errore invece lo commettono i baristi (e per questo è particolarmente grave, perché dimostra che molti baristi non sanno fare il loro lavoro).
Anche questo molto più diffuso qui in Germania (e in nord Europa in generale), ma che purtroppo sta diffondendosi sempre di più anche in Italia.
Cioè il riempire il bicchierino con acqua gasata.
Come abbiamo spiegato prima, l'acqua serve a sciacquarci la bocca per far sì che il caffè arrivi in un ambiente neutro.
Per questo l'acqua deve essere non gasata: il gas rompe questa neutralità (ok, nessun'acqua è veramente insapore, neutra, visto che qualche minerale lo contiene sempre... ma il gas toglie definitivamente la neutralità).
E non è una questione di gusto, non c'entra che vi piaccia di più o di meno quella gasata.

Quindi ricordatevi le due regole:
1) L'acqua si beve prima;
2) L'acqua deve essere non gasata.

Saluti,

Mauro.

martedì 25 febbraio 2025

L'Europa e la difesa comune

Ultimamente, purtroppo o per fortuna a seconda dei punti di vista, si sta discutendo seriamente di spesa militare europea.
Sia intesa come spesa operata direttamente dall'UE sia come spesa dei singoli paesi ma coordinata/autorizzata dall'UE.

Ora che gli USA vogliono tirarsi indietro e non impegnarsi più (o almeno non più di tanto) nel coprire l'Europa questa discussione è comunque assolutamente necessaria e doverosa.

Vanno però posti dei paletti, dei punti che non possono essere ignorati se si vogliono ottenere dei risultati seri, concreti.
Io vorrei qui citare cinque punti a mio parere significativi (non che non possano essercene altri, anzi).
Il primo in realtà è una premessa (non solo per la discussione, ma anche per la narrativa che l'informazione deciderà di farne), gli altri quattro sono veri paletti nel senso di cui sopra.

1) Molti sostengono che l'Europa ha dormito troppo, si è cullata nelle braccia statunitensi convinta che queste la avrebbero protetta in eterno.
Non è proprio così. Che l'Europa un po' abbia dormito è vero, ma non lo ha fatto nell'illusione che gli USA ci avrebbero protetto per sempre, bensì nell'illusione di un malinteso pacifismo, che dopo la caduta del muro di Berlino ci ha convinto che non sarebbero mai più scoppiate guerre sul suolo europeo (e in questa ottica molti hanno visto - e alcuni continuano a vedere - le guerre jugoslave degli anni '90 come guerre civili, non come guerre tout court).
Oltretutto non dimentichiamo mai una cosa: la "protezione", almeno fino al cambio di millennio (ma probabilmente ancora oggi), gli USA ce la hanno imposta, non è mai stata un'offerta a cui potessimo anche dire di no.

2) Un aumento della spesa, che sia gestito direttamente dalla UE o dai singoli paesi, ha senso solo se i paesi europei ragionano come una cosa sola, non come semplici alleati.
Se aumentiamo la spesa ma continuiamo ad andare ognuno per conto proprio serve a poco. La Russia sarà sempre più forte dei paesi europei presi singolarmente.
Vero che Francia (e UK, anche se ora uscito dalla UE) hanno un deterrente nucleare.
Vero che Italia e Francia hanno entrambe una marina probabilmente superiore a quella russa.
Vero che gli aerei europei (in particolare il Gripen svedese) sono superiori a quelli russi (e in molti casi anche a quelli statunitensi).
Ma i numeri contano: la Russia, se mettiamo insieme marina, esercito e aviazione, ha numeri che nessun paese europeo da solo può contrastare. E possibilità di mobilitazione forzata che le democrazie non si possono permettere.
Se non vere e proprie forze armate comuni, l'UE deve almeno darsi un comando militare comune che abbia la possibilità legale se necessario di scavalcare gli stati maggiori dei singoli paesi e mobilitarne le truppe di propria iniziativa.

3) Anche se stiamo parlando di UE e siamo in era post Brexit, non si può parlare di difesa comune europea senza coinvolgere anche il Regno Unito.
Conviene a entrambe le parti (UE e UK) andare a braccetto su questo tema. Per motivi sia militari che politici (e ovviamente economici).
E sotto questo punto di vista il discorso non cambierebbe anche dovessero tornare al potere a Londra gli artefici della Brexit. Coglioni sì, ma suicidi no... almeno lo spero per loro 😉
Oltretutto il Regno Unito con la Brexit aveva puntato una partnership preferenziale con gli USA... puntata che si è dimostrata perdente. E a Londra i Tories sono i primi a rendersene conto.

4) Nonostante il comportamento USA non bisogna fare l'errore di costruire una difesa comune europea in alternativa o, peggio, in contrapposizione alla NATO.
Tenendo anche conto che 23 dei 27 paesi UE sono anche paesi NATO (Austria, Cipro, Irlanda e Malta sono gli unici a non essere nella NATO) si capisce come una contrapposizione indebolirebbe entrambe le parti.
Non dico che la UE debba entrare come istituzione nella NATO (anzi, sostengo che non debba farlo), ma le due istituzioni devono essere forti alleati, Trump o non Trump.

5) E non bisogna fare l'errore di sottovalutare la componente industriale della difesa.
Una difesa comune forte non può prescindere da un'industria militare europea forte.
Sia ben chiaro: non voglio fare lo statalista e chiedere ai paesi europei o alla UE stessa di diventare imprenditori nel settore militare più di quanto già non siano, ma le forze armate europee devono poter contare su attrezzature europee, non essere obbligate (come Trump e Hegseth vorrebbero) a comprare dagli USA.
Le eccellenze tra UE e UK le abbiamo: Airbus, Saab, Leonardo, Rheinmetall, Thales-Alenia, BAE, Dassault, ecc.
Che si compri a livello UE o che si compri ognuno per sé, è lì che bisogna comprare.

Saluti,

Mauro.

giovedì 20 febbraio 2025

domenica 16 febbraio 2025

Discorsi storici dimenticati

Quando pensiamo a discorsi storici generalmente pensiamo a discorsi fatti per stimolare la parte migliore, il coraggio, la forza di chi li ascolta o - in un futuro - li leggerà.
Discorsi magari splendidi ma soprattutto retorici, pomposi (anche perché se no, raramente funzionerebbero).
Se io vi chiedessi quali grandi discorsi vi vengono per primi in mente, probabilmente mi citereste il "Blood, sweat and tears" di Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale o il "I have a dream" di Martin Luther King Jr. negli anni '60 (no, il "Ich bin ein Berliner" di JFK Jr. era uno slogan, non un discorso).

Ma ci sono anche discorsi che hanno fatto la storia, anzi almeno in parte la hanno cambiata (talvolta in bene, talvolta purtroppo no), senza però diventare famosi in sé, senza che oggi l'opinione pubblica (storici esclusi) li ricordi.

Oggi ve ne voglio ricordare tre.
Il primo ebbe effetti positivi.
Il secondo negativi.
Il terzo dipende dal lato politico da cui lo guardiamo (ma in realtà fu anch'esso positivo) 😉

Il primo venne pronunciato il 9 settembre 1948 dall'allora sindaco di Berlino Ernst Reuter davanti al Reichstag durante il blocco sovietico di Berlino Ovest in cui si appellò alle democrazie occidentali per mantenere viva la speranza di una Berlino libera.
Questo discorso è importante in particolare per noi italiani (anche se in Italia nessuno lo ricorda) perché è la prima occasione in cui un politico non italiano citò l'Italia al fianco di quelle che allora erano considerate le grandi democrazie occidentali (USA, Regno Unito e Francia), che erano oltretutto le potenze vincitrici della guerra.
Per la precisione nella frase: "Ihr Völker der Welt, ihr Völker in Amerika, in England, in Frankreich, in Italien! Schaut auf diese Stadt und erkennt, daß ihr diese Stadt und dieses Volk nicht preisgeben dürft und nicht preisgeben könnt!" ("Voi popoli del mondo, voi popoli in America, in Inghilterra, in Francia, in Italia! Guardate a questa città e riconoscete che voi non dovete, non potete abbandonare questa città e questo popolo!").
Qui il testo completo (in tedesco) del discorso.

Il secondo discorso che vorrei ricordarvi è un discorso molto meno bello nei contenuti, anche se ebbe effetti dirompenti negli Stati Uniti, effetti che fecero danni ancora per molto tempo dopo che gli effetti legali dello stesso vennero eliminati.
Lo pronunciò il senatore Joseph McCarthy il 9 febbraio 1950 a Wheeling, davanti a un club di donne repubblicane... un discorso che, visto il luogo e il pubblico, non avrebbe dovuto diventare storico ma che, grazie all'amplificazione che ne fece la stampa, diede il via a una caccia alle streghe contro i comunisti (che per McCarthy erano tutti quelli che non fossero veri conservatori) che oggi ricordiamo col nome di maccartismo.
Qui il testo completo (in inglese) del discorso.

Il terzo discorso invece viene dall'estremo oriente, dalla Cina per la precisione, e lo pronunciò Deng Xiaoping il 18 marzo 1978 all'apertura della Conferenza Nazionale delle Scienze.
Questo discorso costituì una cesura nella storia moderna della Cina, in quanto la fece passare da paese enorme ma povero a paese lanciato verso un futuro tecnologico e scientifico che avrebbe terremotato anni dopo l'economia mondiale.
È un discorso molto bello e pregnante e la sua frase conclusiva, per quanto retorica, dice tutto e di più: "May science flourish and grow! May this conference be a complete success!" ("Possa la scienza fiorire e crescere! Possa questa conferenza essere un successo totale!".
Qui il testo completo (in traduzione inglese) del discorso.

Saluti,

Mauro.

venerdì 14 febbraio 2025

Dettagli genovesi 49 - Lo stadio in cortile

Foto presa dalla finestra di casa mia a Genova.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

domenica 9 febbraio 2025

lunedì 3 febbraio 2025

"Io, Robot", due chicche

Recentemente mi sono riletto "Io, Robot" (versione 1950) di Isaac Asimov, il libro in cui ha introdotto le tre leggi della robotica.

Rileggendolo, mi sono accorto di due chicche: una inserita da Asimov stesso e l'altra che Asimov non poteva prevedere.

La prima si trova a pagina 115 dell'edizione ebook in mio possesso e riguarda una situazione relativa alla protagonista Susan Calvin: "Lentamente i suoi occhi si posarono sul robot vivo e morto, e il suo viso si ricompose.
"vivo e morto"... se non è un omaggio al famoso gatto di Schrödinger (che Asimov da scienziato conosceva benissimo)!

La seconda chicca è di fatto posteriore al lavoro di Asimov, in quanto si tratta a mio parere di un omaggio ad Asimov e al suo libro.
A pagina 105 dell'edizione di cui sopra Alfred Lanning (il superiore di Susan Calvin) dice "E noti che ha lavorato sulla sua integrazione temporale dell'equazione 22".
A me niente toglie dalla testa che Joseph Heller per il suo Comma 22 abbia scelto il numero 22 pensando a quel passo di Asimov.

Saluti,

Mauro.

venerdì 31 gennaio 2025

Nein, kein conventio ad excludendum gegen Bayern

In Deutschland (und vor allem in Bayern, logischerweise) behauptet man oft, dass ein bayerischer Politiker nicht Bundeskanzler werden darf.

Und damit wird impliziert, dass das Problem ist, Bayer zu sein.

Das wird sehr gerne von der CSU unterstellt, um Bayern als Opfer einer Art Ausgrenzung darzustellen und seine eigene (lokale) Macht zu stärken und zu festigen.

Aber das ist falsch.

Das Problem ist nicht Bayern. Das Problem ist die CSU.

Denn die CSU ist eine regionale Partei. Und ein großes und komplexes Land wie Deutschland kann und darf nicht von einer Partei regiert werden, die nur regional denkt.

Wenn SPD oder CDU (oder auch andere Parteien) einen geeigneten bayerischen Politiker ohne CSU-Parteibuch als Kanzlerkandidat aufstellen würden, hätten die Deutschen kein Problem damit, ihn zu wählen.

Es ist genau wie in Italien mit der Lega Nord: Sie hat nie einen Ministerpräsidenten gestellt und wird auch nie einen stellen. Und das hat nichts mit rechts oder links zu tun, auch nichts mit dem Geburtsort des Kandidaten.

Es hat einfach damit zu tun, dass ein großes und komplexes Land nicht mit regionalen Visionen regiert werden kann.

Grüße,

Mauro.

Salvini, non mi interessa se il medicinale è prescritto dal medico

Salvini ha fatto un'altra delle sue sparate senza senso, anzi pericolose.

Tra le tante proteste sul "nuovo" codice della strada (in realtà tanto nuovo non è, più che altro sono state inasprite le sanzioni) c'era quella di chi prende medicinali consentiti e prescritti dal medico e che con i nuovi test rischia di vedersi sospesa la patente o comunque di beccarsi belle multe.

E Salvini subito a precisare che chi prende medicinali prescritti dal medico non deve temere nulla.

E no!
Qui sia la protesta che l'assicurazione di Salvini sono assurde, anzi pericolose.

Se uno prende sostanze consentite (o addirittura prescritte dal medico) o proibite riguarda un altro ambito della legge: il codice della strada ha a che fare con la sicurezza del traffico.

E molti medicinali perfettamente legali alterano comunque la tua percezione, la tua capacità di attenzione.
Quindi se tu prendi un medicinale che ha questi effetti, anche se prescritto dal medico, e poi ti metti al volante rischi di essere pericoloso quanto uno sotto l'effetto di alcool o droghe... quindi è giusto che tu in quelle condizioni non abbia il permesso di guidare e che se lo fai comunque venga sanzionato.

Punto.

Saluti,

Mauro.

martedì 28 gennaio 2025

Quiz scientifici in rete

Chi mi segue sui social networks sa che su X (ex Twitter) e Mastodon mi diverto a pubblicare quiz.
Di ogni materia, ma principalmente matematici e scientifici.

Spesso me li invento io, ma altrettanto spesso li prendo da libri o siti web.

Quali siti web uso per "rifornirmi"? Quali sono i miei pusher?
Principalmente quattro.

1) Mind Your Decisions, con quiz matematici e logici. Ha anche un proprio canale YouTube.

2) SciAm Games, la pagina ludica di Scientific American, non solo quiz, ma anche sudoku, puzzles e altro.

3) Denksport.de, matematica, fisica, ma anche quiz di vario altro tipo, in tedesco.

4) Notiziole di .mau., non è un blog di quiz, ma ogni domenica pubblica un quizzino matematico.

Questi sono i miei pusher principali.
In futuro aggiornerò questa lista con altri siti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 23 gennaio 2025

Due osservazioni sul riscaldamento globale

Stavo riflettendo su due punti relativi al riscaldamento globale che, pur essendo ben noti agli scienziati, mi sembrano colpevolmente assenti dal dibattito pubblico.
Sembra che il “pubblico” non li consideri abbastanza pericolosi da essere importanti.

Tutti (o quasi) si rendono conto che riscaldamento globale significa tra le altre cose scioglimento del permafrost e dei ghiacciai.

Partiamo dal permafrost.
Se ne parla poco e quel poco solo relativamente alla flora e alla fauna delle zone coinvolte.
Ma lo scioglimento del permafrost libererebbe metano nell’atmosfera. E il metano è un gas serra (non esiste solo la CO2). Quindi si instaurerebbe un circolo vizioso.
E non c’è solo il metano. Sotto il permafrost possono essere ibernati anche virus e batteri. Virus e batteri che non conosciamo.
Virus e batteri che potrebbero essere pericolosi per noi e per gli animali attuali.

Passiamo ai ghiacciai.
Del loro scioglimento se ne parla tanto (soprattutto, ovviamente, riguardo Antartide e Groenlandia), ma praticamente solo per citare l’innalzamento dei mari che provocherebbero.
Problema serissimo, non si discute, ma si dimentica un altro punto.
I ghiacciai sono composti quasi esclusivamente da acqua dolce.
I mari non solo si innalzerebbero, ma si desalinizzerebbero anche, con tutto quel che ne consegue per ecosistema e pesca, oltre che per la regolazione termica.

Saluti,

Mauro.

martedì 7 gennaio 2025

Chi sono i "food influencer"

O "food blogger" che dir si voglia (o "foodpornari" come vengono in maniera giustamente denigratoria talvolta chiamati).

Chi sono?

Lo sto vedendo chiaramente stasera.
Sono nel mio locale di riferimento qui ad Auerbach e al tavolo accanto al mio siedono due di queste persone.

A parte che, ovviamente, non pagano in denaro (contante o meno che sia) ma in "pubblicità" (più presunta che reale), faccio un paio di osservazioni.

1) Le sento parlare: di cibo non sanno nulla tranne quello che hanno letto su qualche rivista patinata e non specializzata.
2) Ordinano un sacco di piatti diversi e non sono in grado di assaggiarli tutti (molti vengono portati via intatti), pura questione di quantità.
3) Pensano solo all'aspetto e non alla sostanza... un piatto è valutato in base alla sua "fotografibilità", non a gusto e/o qualità salutari.
4) Perdono talmente tanto tempo con la messa in scena e le fotografie che molti piatti alla fine, buoni o meno che fossero , non sono più mangiabili causa temperatura (gustatevela voi, per esempio, una carbonara fredda).

E non voglio insistere.

Saluti,

Mauro.

sabato 4 gennaio 2025

A zonzo per Solingen

A Solingen le forbici sono grandi...


I castelli hanno facce...


E il caffé si fa nella Dröppelmina...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Tutti gli A zonzo per...