giovedì 9 ottobre 2025

La Serie A in Australia

Ne avrete sentito parlare tutti, o comunque in molti: a inizio febbraio la partita del campionato italiano di Serie A tra Milan e Como si giocherà (salvo retromarce dell'ultimo minuto) a Perth, in Australia.

La scusa ufficiale è che purtroppo lo stadio di Milano (San Siro o Meazza, a seconda del nome che preferite) sarà occupato dalla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.
Il motivo vero: soldi.
Infatti se il problema fosse stato solo sportivo c'erano una sacco di possibilità di spostare la partita in un altro stadio italiano (o, ancora più semplice, invertire andata e ritorno tra Milano e Como).

A parte ciò (cioè che non ci sono ragioni per andare all'estero, tanto meno dall'altra parte del mondo), mi ha colpito una certa cecità da parte di certi tifosi che hanno sostenuto che, dato che la Supercoppa italiana è già stata giocata più volte all'estero, non vedono la differenza, il problema.

Premesso che io non approvo neanche la Supercoppa all'estero, le differenze ci sono. Eccome se ci sono.
Primo: la Supercoppa è un trofeo secondario, non ti dà accesso a nessuna coppa europea (anche perché se arrivi a giocarla significa che hai già il pass per dette coppe), non ha il prestigio di uno scudetto o neanche di una Coppa Italia.
Ma soprattutto, secondo: la Supercoppa non viene falsata se la giochi a 10000 km o più dall'Italia , si tratta di un torneo giocato al massimo in due partite e tutte e due nello stesso posto. Il campionato invece lo falsi, visto che almeno alla prima partita dopo il ritorno dall'Australia, Milan e Como non saranno al massimo, tra jet lag, mancati allenamenti, stress, e ciò favorirà i loro avversari, falsando appunto il campionato.

Saluti,

Mauro.

Che ci crediate o no, non esistono ancora

Lasciando da parte l'hype per l'IA, i due temi scientifico-tecnologici più "di moda" sono: 1) fusione nucleare; 2) computer quantistico. Due cose che, obiettivamente, una volta realizzate saranno una rivoluzione epocale. Ma, appunto, una volta realizzate.
Vedo già che qualcuno strabuzza gli occhi... e pensa "ma esistono già, sono solo non ancora commerciali/commerciabili!" Magari! Le conoscenze teoriche per realizzare le due cose le abbiamo, vero. Fin qui siamo tutti d'accordo.
Magari ci sono dettagli da approfondire, modelli da migliorare, alcune cose che funzionano (o non funzionano) ma non capiamo bene perché, però in generale le conoscenze le abbiamo, vero.
Ma teoria e pratica purtroppo non sempre vanno a braccetto.
La tecnologia non sempre riesce a mettere in pratica ciò che la scienza scopre. O almeno non ci riesce sempre con la velocità che vorremmo. E infatti la fusione nucleare e il computer quantistico ancora non esistono. Sono state realizzate alcune funzioni di entrambi.
Ma non la fusione nucleare e il computer quantistico in toto. Verranno mai realizzati? Sì, succederà, su questo ci metto la mano sul fuoco. Ma sul quando... boh! Nessuno lo sa. Sappiamo che sono fattibili, ma sappiamo anche che sono maledettamente complicati.

Non credete a chi vi dice che abbiamo già tutto, che è solo un problema di commerciabilità.

Saluti,

Mauro. P.S.: In realtà neanche l'IA come ce la vendono esiste ancora. L'IA non pensa. E intelligenza significa pensare.

lunedì 6 ottobre 2025

Quando l'interlocutore non è interessato a discutere...

...ma a provocare, a cercare la rissa verbale.
(Storia vera).

Io faccio un'affermazione. Magari perentoria, magari in toni un po' da saputello. Ma parlo chiaro, non faccio giochetti, torto o ragione che abbia.
Dico chiaramente quel che penso e quel che so.
Uno, che prima nella stessa discussione aveva sostenuto di sapere tutto dall'interno, ma senza dire cosa sapeva, mi attacca.
Ma non con argomenti, correggendo la mia affermazione. Mi attacca personalmente, continuando però a non dire nulla. Tranne che "lui sa".
Ecco, anche se la mia affermazione fosse stata la più gran cagata della storia e i miei toni sbagliati, questo atteggiamento parla comunque di lui, non di me.

E lui lo sa, anche se gonfia il petto perché si sente vincitore, visto che io - dopo aver argomentato (contrariamente a lui) - ho chiuso, rifiutando la caciara, la rissa verbale.

Saluti,

Mauro.

venerdì 3 ottobre 2025

Targhe tedesche 6

A Coburg fa freddo... ma ce lo dicono in inglese, così anche il cold sembra cool...


Saluti,

Mauro.

giovedì 2 ottobre 2025

La gestione di comuni e regioni

Oggi la maggioranza delle città e delle regioni vengono amministrate male. E succede indipendentemente dai partiti al comando e dall'onestà degli eletti. E succede quasi ovunque, non solo in Italia. La domanda da porsi è: perché? L'uomo della strada risponderà: colpa della politica.

La risposta in sè è giusta, ma l'uomo della strada la dà per il motivo sbagliato e così di fatto continua a preservare il problema, non aiuta a risolverlo. Lui vede la colpa della politica nei politici che pensano solo alla poltrona e al proprio vantaggio.

Nessuno nega che esistano politici di tale sorta, anzi! Ma riflettete: un politico che vuole conservare la poltrona in comune o in regione (e magari usarla come trampolino per il Parlamento) ha tutta la convenienza di amministrare bene.

La convenienza di amministrare male ce l'ha solo se non gli interessa conservare la poltrona a lungo, ma riempirsi le tasche alla svelta. E allora? Allora il problema è sì politico, ma politico su un altro piano.

Il problema è di fatto nato quando abbiamo cominciato a fare di ogni elezione amministrativa (in primis comuni e regioni, le province non sono mai state in realtà così importanti) una questione nazionale, se non internazionale. I candidati hanno smesso di parlare dei problemi e delle realtà locali.

Prendete per esempio (ma di esempi ce ne sarebbero un'infinità di altri) le Marche pochi giorni fa: il cdx ha fatto campagna parlando di questioni nazionali, di quanto ha fatto "bene" Meloni, il csx ha addirittura tirato fuori il conflitto israelo-palestinese.

Ma se un marchigiano ha difficoltà a trovare casa a Urbino, lavoro ad Ancona o una strada praticabile al Furlo... che aiuto può avere da candidati che pensano a Roma o a Gaza? Da un candidato sindaco o presidente di regione io mi aspetto conoscenza dei problemi locali.

E che presenti programmi concreti per risolverli. Da un politico locale mi aspetto prima di tutto amministrazione, gestione, non politica nazionale o internazionale. E non c'entra che in politica nazionale e internazionale sia dalla mia parte o no: quello mi interessa quando voto per il Parlamento.

Questo è il primo e più grave problema da risolvere: l'aver snaturato il significato dei vari tipi di elezione. Non tanto la capacità o l'onestà dei candidati.

Non fraintendetemi: queste ultime sono ovviamente cose importantissime, sarei idiota a negarlo, ma sono cose che almeno in parte si risolverebbero da sole tornando al vero significato delle singole elezioni.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 1 ottobre 2025

Palestina e Israele: non posso più tacere

Quasi due anni fa avevo scritto qui che mi ero stancato di parlarne o scriverne.

Ed ero sincero. Ero stanco.

Ma quel che è successo dopo (ok, anche prima, ma soprattutto dopo) ha cambiato drammaticamente le cose.

Quello che Netanyahu e i suoi alleati religiosi di estrema destra stanno mettendo in pratica impone di parlare, non di tacere.

Qui si sta passando dall'apartheid in stile sudafricano alla soluzione finale in stile nazista.

Saluti,

Msuro.

venerdì 12 settembre 2025

Targhe tedesche 5

Chissà a chi apparterrà quest'auto...


Saluti,

Mauro.

giovedì 11 settembre 2025

11 settembre: una giornata nella storia

E non serve parlare di storia lontana: quella recente basta.

11/09/1972: chiusura delle Olimpiadi di Monaco di Baviera segnate dall'assalto palestinese alla delegazione israeliana.
11/09/1973: colpo di stato in Cile guidato dalla CIA con morte di Salvador Allende e instaurazione della dittatura di Pinochet.
11/09/1989: picnic paneuropeo ai confini tra Austria e Ungheria, con apertura delle frontiere da parte di quest'ultima per permettere ai fuggitivi della DDR di entrare in Occidente.
11/09/1997: istituzione del Parlamento scozzese dopo 290 anni di unione con l'Inghilterra (o di sottomissione alla stessa, andrebbe detto). 
11/09/2001: attentato di Al Qaeda a New York e Washington con quasi 3000 vittime dirette ed elemento scatenante di successive guerre.

Tanto per rimanere a tempi recenti e a cose importanti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 21 agosto 2025

Una proposta politica: l'obbligo (non vincolo) di mandato

Sì, obbligo, non vincolo. E no, non è la stessa cosa.
Leggete oltre e capirete cosa propongo.

Oggi questo tweet di Veronica De Romanis mi ha dato un'idea. O meglio me la ha chiarita, visto che in maniera informe in realtà già la avevo. Ma, appunto, informe.

Premetto che qui parlerò di una legge che desidero (e che ovviamente trovo giusta, se no non la desidererei), non di leggi esistenti ma non applicate o sbagliate.
Parlerò di una legge che non esiste (ancora), ma che per me dovrebbe esistere.

La mia proposta è quanto segue.
Quando uno si candida per una carica elettiva e viene eletto, deve portare il mandato fino in fondo (e no, il vincolo di mandato non c'entra, è un'altra cosa, qui c'entra solo la durata, per questo obbligo e non vincolo, che non sono sinonimi).
Ti puoi dimettere? Sì, puoi, soprattutto se hai motivi di salute o famigliari per farlo.
Detto così può sembrare una contraddizione, ma...
il portare il mandato "fino in fondo" non significa che non puoi dimetterti, ma che non puoi più candidarti ad altre cariche elettive (o ricoprire incarichi pubblici) fino alla fine ufficiale del mandato per cui eri stato originariamente eletto.
E no, ciò non impedisce che tu venga dal Presidente della Repubblica o, per incarichi di livello inferiore, da quello del Consiglio chiamato ad altri incarichi MENTRE sei ancora in carica. Impedisce solo che tu, di TUA iniziativa, cerchi altri incarichi mentre sei in carica (o dovresti esserlo).

E no, una legge del genere non sarebbe per niente incostituzionale. Forse tecnicamente non semplice, ma perfettamente costituzionale.

E sarebbe una legge nel rispetto della volontà dell'elettore.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 20 agosto 2025

Il Taser è pericoloso

Ieri su Twitter (o X che dir si voglia) sono intervenuto in una discussione sulla pericolosità del Taser (oggetto di cui, per ben altri motivi, scrissi già qui).
La sostanza è che il Taser è pericoloso anche se usato da persone coscienziose e seguendo tutte le regole e le cautele necessarie.

Provo a spiegare in maniera tecnica, senza entrare in questioni morali.

Il Taser spara degli elettrodi sotto forma di dardi che colpiscono il corpo del bersaglio, della persona da fermare.
Lo scopo è provocare uno shock elettrico che immobilizzi la persona.
Il Taser in teoria viene calibrato in maniera da non provocare danni permanenti né tantomeno la morte.
Ma, appunto, in teoria. E non perché gli addetti alla calibrazione siano stronzi, assassini.
Il problema è che il voltaggio necessario per mettere ko una persona senza fare ulteriori danni è diverso da persona a persona anche per persone perfettamente sane e in buona forma fisica.
Dipende dal peso, da quanto sia grasso e quanto muscoli, da dove i dardi di preciso colpiscono, da quanto conduce l'abbigliamento che ha addosso, ecc. Se poi la persona è sudata o peggio proprio bagnata è anche peggio.
E, a parte questo, se invece la persona non è sana, in particolare se ha problemi cardiaci, le cose peggiorano ulteriormente.
Però la calibrazione è standard.

E anche per i modelli che permettono all'utilizzatore di regolare il voltaggio c'è un problema.
L'agente che lo usa, anche se animato dalle migliori intenzioni, si trova generalmente in situazioni in cui deve agire il più alla svelta possibile (o addirittura reagire, il che limita ulteriormente il tempo a disposizione).
E poi come può sapere se la persona bersaglio ha per esempio problemi cardiaci o è molto sudata?

Insomma, detto terra terra: anche se usato seguendo le regole alla lettera e da persone estremamente coscienziose, il Taser più che un'arma è un gioco d'azzardo.
In pratica una roulette russa.

Talvolta viene fatto il confronto con la pistola, sostenendo che questa è oggettivamente più letale.
Confronto malposto: la pistola non è più letale, può essere più letale, ovviamante. Ma non necessariamente.
Il confronto è malposto per due ragioni.
La prima è che gli agenti addestrati all'uso della pistola vengono addestrati a mirare a parti del corpo (tipo spalle o gambe) che se colpite mettano "fuori uso" il bersaglio senza ucciderlo o provocare danni gravi. Lo sparo per uccidere è sempre solo l'extrema ratio.
La seconda è che con la pistola, sparando un colpo alla volta, puoi mirare meglio. Col Taser spari due dardi (gli elettrodi di cui sopra) contemporaneamente, per di più con traiettorie non parallele, per un motivo molto semplice: più distanti tra loro sono i due punti di impatto più efficace è l'effetto (si tratta di pura fisica, studio delle correnti elettriche).
Quindi non hai lo stesso controllo sui punti di impatto che hai con la pistola. Col Taser la mira purtroppo ha un significato più relativo.

Saluti,

Mauro.

lunedì 18 agosto 2025

L'asta

L'incontro odierno a Washington tra Trump, Zelensky e i leader europei non è un incontro politico.
Zelensky crede (o almeno spera) che sia un incontro sulla situazione dell'Ucraina.
Il leader europei credono (illusi!) che sia un incontro politico, mettono in conto che possa essere dannoso per l'Ucraina, ma ritengono comunque che sia basato su fondamenta politiche.

Mi dispiace, ma sbagliano tutti.
Zelensky, vista la situazione, comprensibilmente. Von der Leyen, Merz e co. no, non comprensibilmente.

L'incontro odierno a Washington è parte di un'asta, la cui prima parte si è svolta ad Anchorage, in Alaska.

Trump si mette in vendita, Trump è acquistabile.
Lui non è contro l'Ucraina, l'Europa e la NATO. Basta che queste gli offrano più di quanto gli offra la Russia.

E va aggiunto che il continuare a trattarlo come un politico, magari sui generis ma comunque politico, da parte degli europei è un errore madornale, un grandissimo autogol.
Trump non è un politico, ma un giocatore d'azzardo. Anzi un giocatore d'azzardo che bara.

Infatti l'asta di cui sopra è truccata, visto che parte da una base in cui i partecipanti non sono alla pari: la Russia gli ha già dato la presidenza degli USA e Putin è disposto (almeno in parte) a dividere le risorse minerarie ucraine con lui.

Cosa gli può offrire di più l'Europa?

L'Europa (e l'Ucraina con lei) non possono vincere l'asta.
Devono però trovare il modo di far saltare il banco. E con Trump questo non lo fai trattando, ma sbattendo i pugni sul tavolo.

L'Europa a questo punto deve fare come il famoso piccione sulla scacchiera.
Ne avrà il coraggio?

Saluti,

Mauro.

P.S.: No, non ho confuso Europa con UE, ho proprio inteso Europa visto che sono coinvolti anche UK e, in misura minore, Norvegia.

sabato 9 agosto 2025

Il problema von der Leyen

Da ormai un bel po' di tempo Ursula von der Leyen viene attaccata qualsiasi cosa faccia (ok, anche i suoi predecessori hanno subito lo stesso trattamento, anche se non così violento... il punto in realtà non sono le singole persone, ma il concetto stesso di Europa, di UE, che ai piccoli boss locali ovviamente non piace).

Ma, premesso ciò, qualcosa che non quadra con von der Leyen c'è veramente.
Ma ciò non c'entra con suoi presunti legami con lobbies varie o cose simili.
Magari ci sono anche (io non ho prove né per difenderla né per accusarla), ma siamo onesti: anche ci fossero veramente non sarebbero qui il problema.

E allora, mi chiederete voi?

Allora il problema è Ursula von der Leyen stessa. E la Germania.
Il problema è che la signora è un'incapace. Magari è la persona più onesta del mondo, io questo non lo so, ma è indubbiamente un'incapace. E questo lo so senza dubbio.
Lo dimostrò già come ministro in Germania.
E in Germania ai tempi si cercavano - sia all'interno della CDU/CSU, il suo partito, che della politica tutta - modi di liberarsi di lei.
Era troppo incapace, anche per il suo stesso partito, ma aveva troppi agganci, troppe connessioni, troppo potere.
E quindi come liberarsi di lei?
Come è successo con tanti altri politici, in tutti i paesi: scaricarla a Bruxelles.

Ma... mentre in genere basta scaricare i politici nelle liste europee (quindi far sì che abbiano un seggio nel Parlamento europeo, ma senza cariche di vertice), la cosa non poteva funzionare con la nostra Ursula. Il suo potere all'interno della CDU era troppo forte: o le si trovava un incarico di vertice a Bruxelles o si doveva continuare a sopportarsela al governo in Germania.

Non accusiamo quindi Ursula di chissà quali crimini lobbistici (magari ci sono anche, ma fidatevi: sono il problema minore).
Mai attribuire a malizia ciò che si può spiegare con l'incapacità.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 6 agosto 2025

Quello sconosciuto del TCO

No, non sto parlando del TSO... anche se molti economisti e politici il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) lo meriterebbero 😉
Sto parlando del TCO.

Purtroppo quando si parla di investimenti (sia privati che, soprattutto, pubblici) il lato economico viene generalmente valutato in base ai soldi necessari per metterlo in piedi, ergo i costi di costruzione e/o acquisto.
E questa è una grandissima belinata.
Certo, se quei soldi non li hai e non hai nessuno che te li presta, ovviamente non puoi investire, questo è ovvio.

Ma la sensatezza di un investimento non va valutata in base ai costi di costruzione/acquisto, bensì in base al TCO. Cosa significa TCO? Semplicemente "Total Cost of Ownership" (talvolta anche detto "Total Cost of Operation").
E questo tiene conto di tutti i costi dal momento della decisione di investire fino al momento in cui smantelli tutto.
E chi calcola seriamente il TCO mette sull'altra colonna tutti i guadagni, sia diretti che indiretti (e se si tratta di investimenti pubblici sia propri del pubblico che di riflesso del privato, in quanto - se onesti - di vantaggio per tutta la società).
Il costo secco di costruzione/acquisto non ti dice nulla su quanto positivo economicamente sia quell'investimento.
Ti dice solo se in quel preciso momento te lo puoi permettere oppure no.

Saluti,

Mauro.

giovedì 31 luglio 2025

Morricone, Genova, Sacco e Vanzetti e un ponte

Nel 2020 Ennio Morricone scrisse "Tante Pietre a Ricordare" in memoria delle vittime della tragedia del cosiddetto Ponte Morandi (in realtà ufficialmente Viadotto Polcevera) di Genova del 2018.
Brano che ebbe la sua prima al Teatro Carlo Felice a Genova mentre veniva finito il nuovo ponte.
Qui sotto un video di detta prima (a un certo punto si vede anche il sottoscritto, presente tra il pubblico):


Però, però... in realtà non un brano molto originale.
No, non parlo di plagio, al massimo di "autoplagio", visto che questo brano ricorda in maniera impressionante (quasi imbarazzante, onestamente), "Here's to you" dello stesso Morricone, dalla colonna sonora del film "Sacco e Vanzetti" (e qui il cerchio si chiude anche a Genova, visto che il regista era il genovese Giuliano Montaldo).
Durante il concerto non me ne accorsi, preso com'ero dalla situazione (tragedia del ponte a cui il brano è dedicato e tragedia Covid dentro cui ci trovavamo al momento della prima), ma tornato a casa ci pensai subito.
Eccolo qui:


Ora, io trovo entrambi i brani splendidi, ma non apprezzo comunque la scelta: sembra come se Morricone avesse voluto riciclare qualcosa per togliersi alla svelta l'incombenza.

C'è però anche chi ha un giudizio positivo anche sull'idea della ripetizione (vedendolo come omaggio e paragone con altre vittime innocenti) e non solo musicalmente come me.
Qui l'interessante articolo di Lorenzo Fabre al proposito.

Saluti,

Mauro.

martedì 22 luglio 2025

Europa ist Weiß... seid Ihr sicher?

Einer der Mythen, die von der extremen Rechten (aber eigentlich auch von der gemäßigteren Rechten) verbreitet werden, ist, dass Schwarze keine Europäer seien. Oder zumindest nicht ursprünglich Europäer.
Aber...
Was wäre, wenn Schwarze dagegen die echten ursprüngliche Europäer wären?
Hören Sie sich diesen Bericht des DLF an (Rubrik "Aktuelle Forschung").

Grüße,

Mauro.

sabato 12 luglio 2025

Il mito della temperatura ambiente

Gli autoproclamati esperti di vino e grappa dicono sempre che il vino bianco va bevuto a temperatura di frigo, mentre il vino rosso e la grappa a temperatura ambiente.
Ma cos'è questa temperatura ambiente?
Non è certo la stessa a Palermo e a Bolzano... a parte giornate particolari, su questo tutti possiamo essere d'accordo, vero?

Il fatto è che con temperatura ambiente si intende in realtà la temperatura del luogo in cui dovrebbe venire conservato il vino (o la grappa) nel tempo, non la temperatura del luogo in cui viene consumato.
E questo luogo si chiama... cantina!
E la cantina standard (in quasi tutta Italia) ha una temperatura media intorno ai 16-18 °C.

Ergo, voi generalmente bevete il vino rosso e la grappa troppo caldi, visto che pensate alla temperatura del luogo di consumo, non di conservazione. E  quindi li lasciate ore al "caldo" dopo averli presi dalla cantina.
Ma anche il vino bianco, se lo tenete in cantina e non in frigo, lo bevete troppo caldo, anche se per la ragione opposta.

Saluti,

Mauro.

giovedì 10 luglio 2025

Perché Dio ha creato l'uomo?

Recentemente ho visto sul Tubo un video molto interessante di Sapiens Sapiens.
Ve lo propongo qui, poi arriverò al punto che mi interessa.


Ovviamente la domanda sul perché i bambini debbano soffrire e morire è importante. E nessuna religione può rispondere, perché l'unica risposta sarebbe ammettere l'esistenza di un Dio crudele, criminale.

Però a livello puramente teologico c'è una domanda che in realtà dovrebbe mettere ancora più in crisi i credenti, la Chiesa e i teologi.
Ma è una domanda a cui non si dà generalmente la giusta importanza. Né da parte di chi difende la Chiesa e la religione, né da parte di chi la attacca.

La domanda in questione è: perché Dio ha creato l'uomo?

La Chiesa, i teologi, gli apologeti (e molti credenti, non tutti i credenti però va onestamente detto) rispondono (quando rispondono) "per amore".
Ma che cavolo di risposta è?
Amore per chi?
Per l'uomo? Ma come fa Dio ad amare chi non esiste (sì, perché se lo ha creato per amore, significa che lo amava già prima di crearlo)?
Per sé stesso? Ma allora è egoismo, non amore (a parte che, a ragionare bene, anche l'ipotesi precedente parla più di egoismo che di amore, visto che non si è posto il problema se l'uomo volesse essere creato).

Ma anche lasciando da parte amore ed egoismo rimane un problema. Un problema grosso come l'universo se non di più.
Le scritture (ergo la Bibbia se ci limitiamo al cristianesimo, ma anche il Talmud e il Corano) ci dicono che Dio è perfetto.
Ma la cosa non quadra: se fosse perfetto sarebbe bastante a sé stesso, non avrebbe bisogno di creare nulla (né per amore, né per egoismo).
Se ne ha bisogno significa che si sente incompleto. E quindi ammette di non essere perfetto.

O, più logicamente, significa che non è stato lui a creare l'uomo, bensì l'uomo a creare lui.

Saluti,

Mauro.

martedì 8 luglio 2025

I misteri del tedesco 37 - Panini e bambini

Stavolta la cosa non riguarda solo il tedesco, ma l'intero mondo linguistico germanico, inglese in primis.

Le parole italiane sono amate, soprattutto perché (in particolare nella gastronomia) fanno figo.
In parte si tratta del famoso (e come tema trattato da molti altri meglio di me) italian sounding. Ma solo in parte.
In parte più grossa si tratta di ignoranza linguistica.

Tutti coloro che sono stati almeno un paio di settimane in Germania hanno scoperto che per i tedeschi zucchini è un singolare, indica il nostro zucchina/o, non certo il nostro plurale zucchine/i.
E lo stesso vale per panini. Per i tedeschi e gli inglesi panini è il nostro panino. Il loro plurale (generato degli inglesi, va detto, i tedeschi hanno solo copiato) è paninis.

Ma poi ci sono anche i bambini. Per i tedeschi e gli inglesi fa figo usare la parola italiana invece che il tedesco Kinder o l'inglese Children.
Peccato solo che non sappiano che bambini in italiano è solo plurale.

Insomma, per chi parla una lingua germanica... l'italiano esiste solo al plurale.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Aggiornamento 26.07.2025.
Qui un esempio (su rivista di divulgazione scientifica) che usa "Spaghetti" come se fosse singolare (la traduzione del testo della prima frase nel sottotitolo è "Ha le dimensioni di uno spaghetto corto ed è a rischio estinzione"... ma traducono spaghetto con "Spaghetti"):


sabato 5 luglio 2025

Eine Frage an protestantische Freunde

Ich möchte meinen protestantischen Freunden eine Frage stellen.

Hier in Deutschland (aber mit wenigen Ausnahmen auch im übrigen Europa) gelten Protestanten als gemäßigt. In der christlichen Welt wird Radikalismus eher als katholisch (und noch mehr als orthodox, sowohl griechisch als auch russisch) denn als protestantisch wahrgenommen.
In den USA hingegen sind Protestanten (vor allem Baptisten) die wahren Radikalen, die wahren Extremisten, diejenigen, die eine Art christliche Scharia wollen.

Woher kommt dieser Unterschied? Wie kam es zu einer derartigen Radikalisierung der Protestanten in den USA, während dies bei den europäischen nicht der Fall war?

Grüße,

Mauro.

P.S.: Hier die italienische Version.

Una domanda agli amici protestanti

Vorrei fare una domanda agli amici protestanti.

Qui in Germania (ma con rare eccezioni anche nel resto d'Europa) i protestanti vengono visti come moderati. Nel mondo cristiano il radicalismo è visto più come cattolico (e anche di più come ortodosso, sia di stampo greco che russo) che come protestante.

Negli USA invece i protestanti (in primis i battisti) sono i veri radicali, i veri estremisti, quelli che vorrebbero una specie di Sharia cristiana.

Da dove nasce questa differenza? Come si sono i protestanti negli USA talmente radicalizzati, mentre non è successo con quelli europei?

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui la versione tedesca.

giovedì 3 luglio 2025

Imparate a usare Excel

Excel è uno dei prodotti informatici al tempo stesso più usati e più odiati al mondo.
La cosa notevole è che sia l'uso che l'odio vengono in buona parte dal fatto che molti lo hanno frainteso e lo usano male.
La maggioranza della gente (sia a livello professionale che privato) lo usa per creare banche dati, elenchi, liste o simili.
Ma Excel è un foglio di calcolo! Al limite un programma per creare grafici! Non un programma per creare banche dati!
Per quelle c'è Access, se proprio volete rimanere in ambito Microsoft.
Usate Excel per ciò per cui è stato creato: lo userete meno, ma lo odierete anche meno. E lo userete meglio.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 2 luglio 2025

Ma lo sapete perché si chiamano sottosegretari?

Un governo è composto da ministri, questo lo sappiamo tutti.
Vale in repubblica e in monarchia, in democrazia e in dittatura.

Il livello politico inferiore a quello di ministro è quello di sottosegretario (per lo meno nella maggioranza dei governi). Anche questa è cosa nota.
Però è un nome strano, ne converrete.
Perché "sotto"? Sembra quasi che manchi un livello tra il ministro e il "sotto"segretario.

La spiegazione in realtà è molto semplice e ha le radici nelle monarchie assolute o quasi del 16°-17° secolo. O magari anche un po' prima, ma non troppo.
Anche se ai tempi lo Stato aveva meno compiti di oggi (o meglio, non che ne avesse meno in realtà, ma assolveva solo quelli che interessavano il sovrano) il "lavoro" era comunque troppo per un uomo solo, anche se era un sovrano assoluto.
Quindi il sovrano, che comunque decideva tutto, aveva bisogno di "segretari" per il lavoro quotidiano nei vari settori. E gli aiutanti di questi "segretari" erano ovviamente "sottosegretari".

Col passaggio dalle monarchie assolute ai sistemi democratici (monarchie o repubbliche che siano) si è consumato anche il passaggio lessicale da segretari a ministri, mentre i sottosegretari tali sono rimasti.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Negli USA, che monarchia non sono mai stati (anche se il Presidente ha poteri quasi da sovrano), il passaggio lessicale non c'è mai stato: i ministri si chiamano ancora segretari. Le parole dicono molto su un paese...

martedì 1 luglio 2025

Tutti gli articoli sul calcio eretico

Calcio eretico 1 - La mano di Dio
Calcio eretico 2 - Lo sfondamento

Saluti,

Mauro.

Calcio eretico 2 - Lo sfondamento

Oggi mi farò tanti nemici, con questa seconda puntata di "Calcio eretico". Ma ho le spalle larghe 😉

Torniamo al 26 aprile 1998, Juventus-Inter allo stadio di Torino.
Già questi dati vi avranno fatto capire di cosa stiamo parlando.
Ma prima di andare avanti vediamo il video (quello che ci interessa è al minuto 02:05).


A parte il fatto che non era l'ultima giornata, quindi non era un evento decisivo. O almeno non definitivo.
Ma questo non conta: quanto scriverò sotto varrebbe anche se fosse stato l'ultimo minuto dell'ultima giornata e se quel contatto avesse deciso irrevocabilmente il campionato.

A parte questo, alla prima visione anche io - come tutti, juventini esclusi - ho gridato allo scandalo: il difensore (Iuliano) non aveva beccato il pallone, bensì l'attaccante (Ronaldo).
E se guardiamo solo e unicamente i vari contatti tra giocatori e pallone e tra giocatori tra loro è vero. Le immagini sono chiare.

Però nelle visioni successive io ho guardato anche tutta la dinamica, non solo il momento del contatto.
E qui mi ha aiutato la mia cultura cestistica: se fosse stata una partita di pallacanestro l'arbitro avrebbe fischiato fallo di sfondamento a Ronaldo.
Ora, nel calcio il fallo di sfondamento stile pallacanestro non esiste, quindi ci sta non fischiare fallo.
Ma, appunto, non fischiare. Come giustamente ha fatto l'arbitro.
Non concedere il rigore come, fin da allora, la leggenda metropolitana pretende.

E ve lo dico da antijuventino.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti gli articoli sul calcio eretico.

domenica 29 giugno 2025

Deriva autoritaria

Fino a non molto tempo fa pensavamo che le democrazie occidentali fossero piene di difetti, ma che in quanto democrazie fossero inattaccabili, solide. Migliorabili, sì (anche tanto), ma non attaccabili, non distruggibili.

Ora ci stiamo accorgendo che l'autodefinitasi più grande democrazia dell'Occidente (gli USA) così democrazia non è, visto che può essere attaccata dall'interno e senza neanche fare un colpo di stato vero e proprio (visto che, nonostante le leggende metropolitane, lì un vero sistema di "checks e balances" non esiste, è di fatto lasciato alla correttezza dei singoli).

E ci stiamo purtroppo anche accorgendo che pure nelle democrazie europee, dove i "checks e balances" per fortuna esistono davvero, i vari governi (sulla scia di quello ungherese, obiettivamente pioniere in questo all'interno dell'UE) stanno usando ogni strumento legale e soprattutto ogni zona grigia della legislazione e delle Costituzioni per far sì che il potere legislativo e quello giudiziario vengano sottomessi a quello esecutivo, cioè Parlamento e magistratura sottomessi al Governo.
E dove non li si possa sottomettere, almeno che vengano depotenziati.

O forse invece non ce ne stiamo (a parte quattro gatti) accorgendo? Forse pensiamo che, sì, ci sono periodi migliori e periodi peggiori, ma che in fondo tutto va bene, madama la marchesa?

Io vi avverto: anche in passato molte dittature nacquero in questo modo, non (o almeno non solo) con azioni violente.

Teniamo gli occhi aperti, molto aperti. Perché rischia ormai di essere troppo tardi per evitare la deriva autoritaria... e l'autoritarismo è solo un passo distante dalla dittatura.

Saluti,

Mauro.

venerdì 27 giugno 2025

No, non se la è cercata

Ci sono reati per cui purtroppo spesso si sente dire che la vittima se la è cercata.
I due più tipici sono la donna che si cerca la violenza perché gira vestita sexy e la persona che si cerca la rapina perché entra in quartieri malfamati.
Ogni tanto si sente anche per altri reati, ma per nessuno al livello di questi due. Soprattutto il primo.

Diciamolo subito chiaro: nessuno si cerca nulla. Né violenza né rapina. Del resto nessuno punta un coltello alla gola dei criminali ordinandogli "violentami!" "rapinami!".
E questo in sé dovrebbe già bastare a chiudere l'argomento.
Ma oggi vorrei parlarne in maniera un po' più ampia, non così secca (prima di fraintenderci: la conclusione non cambia, nessuno si cerca nulla).

Intanto va detta chiaramente una cosa: solo chi commette un reato si cerca qualcosa.
Ed è vero che un reato lo può commettere anche la vittima delle situazioni di cui sopra.
Per esempio una donna (ma anche un uomo, ovviamente) che gira completamente nuda commette un reato e quindi se la cerca.
Ma non la violenza, come magari avrete capito voi.
Si è cercata l'arresto, infatti è giusto che venga arrestata, o almeno fermata, dalle Forze dell'Ordine, ma nessuno ovviamente è autorizzato a violentarla perché gira nuda.

Comunque, a parte questi casi estremi, bisogna essere chiari ed espliciti.
A meno di particolari situazioni definite per legge (e ribadisco: per legge, non perché la gente lo dice) chiunque ha il diritto di vestirsi come vuole in pubblico e di percorrere qualsiasi strada, entrare in qualsiasi quartiere. In tutta libertà e in tutta sicurezza.
L'unica cosa su cui queste persone possono al limite essere legittimamente contestate è il cattivo gusto (brutto abbigliamento usato e brutti - esteticamente - quartieri visitati). Non una virgola di più.
E anche qui ribadisco: contestate (in maniera civile!), non accusate o peggio.

Gli unici che si cercano qualcosa sono i violentatori e i rapinatori: si cercano la galera.
Per il resto nessuno si cerca niente, quindi piantatela di colpevolizzare le vittime.
E se lo fate, siete voi che vi cercate qualcosa: il disprezzo e la condanna delle persone serie.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Se parliamo di reati finanziari, invece lì sì, purtroppo, qualcuno talvolta se la cerca, affidandosi a banche, assicurazioni, intermediari o altro poco serie senza informarsi bene prima... ma per fortuna non si tratta di reati violenti, per quanto ovviamente gravi senza se e senza ma.

giovedì 26 giugno 2025

Il calcio, la tecnica e le differenze

Adesso le femministe mi distruggeranno, ma devo scriverlo. Da genoano mi sono guardato i filmati della cavalcata del Genoa Women in serie B (sì, le nostre ragazze sono state promosse in serie A). Ok, si parla di serie B, non A, ma il livello tecnico era penoso. Veramente penoso. Anche delle nostre, non solo delle avversarie sconfitte. E no, non parlo di questioni fisiche, parlo proprio a ragion veduta di livello tecnico. Tecnicamente il peggior calciatore maschile di terza categoria potrebbe giocare in serie A femminile. In nessun altro sport ho mai notato una differenza tecnica così enorme tra i due sessi. Né nella pallacanestro, né nella pallavolo e paradossalmente neanche nello sport "maschio" per eccellenza, cioè la pallanuoto (nel rugby le donne sono arrivate da troppo poco, ogni giudizio tecnico è impossibile per ora, diamo loro tempo). Ovunque la differenza fisica è innegabile, ma la differenza tecnica in nessuno sport è ampia, anzi enorme, come nel calcio. Nella pallavolo è addirittura quasi nulla. Nella pallacanestro è più visibile, ma anche perché lì l'altezza (in media decisamente superiore per gli uomini) influenza in parte pure la tecnica. Ma nel calcio c'è proprio una differenza tecnica (e ribadisco: tecnica, non mi interessa quella fisica) di base, fondamentale veramente imbarazzante. Perché?

Saluti,

Mauro.

P.S.: Quindi non stupiamoci che la nazionale maggiore svizzera femminile perda 7-1 contro i ragazzi U15 del Lucerna. Non è solo questione di fisico.

domenica 22 giugno 2025

Chi decide la guerra?

Gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iran (anche se Vance, il vicepresidente, dice che non sono in guerra con l'Iran).

Al là di tutte le discussioni sui motivi, sulle ragioni e sul diritto internazionale, una domanda molto presente sul web, in particolare ovviamente quello anglofono, è se il presidente (Trump, in questo caso) abbia i poteri per ordinare un attacco del genere o se questi poteri li abbia solo il Congresso.

A leggere la Costituzione USA, se consideriamo l'attacco come un atto di guerra, direi che questi poteri li abbia proprio il Congresso, come spiegato bene in quest'articolo della Cornell Law School.
Anche se i presidenti, come dice lo stesso articolo, spesso se ne fregano.

Ma come funziona (o dovrebbe funzionare) invece in Italia?

Se leggiamo l'articolo 78 e il nono capoverso dell'articolo 87 della nostra Costituzione esattamente come negli USA (e in qualsiasi paese democratico, che io sappia).

L'articolo 78 infatti recita:

Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.

Mentre il nono capoverso dell'articolo 87 recita:

[Il Presidente della Repubblica] Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

La cosa quindi sembra chiara, esplicita: il Parlamento è sovrano anche nel dichiarare la guerra.

La domanda però è: dato che il Presidente della Repubblica è a capo delle Forze Armate, nel caso lui ordinasse un attacco senza l'autorizzazione del Parlamento... cosa farebbero i militari?
In teoria dovrebbero disobbedire, essendo l'ordine incostituzionale. Ma lo farebbero veramente?
(Comunque, Costituzione o meno, molti politici sono più guerrafondai dei militari... i primi sono i più pericolosi, e questo vale in ogni paese).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

martedì 17 giugno 2025

Non abbiate paura di usare più caratteri

Chi mi segue avrà notato il titolo del mio ultimo articolo qui sul blog: Non giudicate l'autore/autrice.

Ora, qualcuno potrà accusarmi di essere politicamente corretto: non bastava scrivere solo autore?
Ma è invece proprio perché sono contro il politicamente corretto che ho usato la doppia forma autore/autrice.

Altri avrebbero usato cose come la schwa o l'asterisco, scrivendo (rendendosi abbastanza ridicoli, oltretutto, visto che qui la differenza non riguarda una sola lettera) autə o aut*.
Altri ancora, seguendo la consuetudine, avrebbero scritto solo autore, usando (magari inconsciamente) il maschile sovraesteso o non marcato.
Altri ancora avrebbero proprio usato il maschile consapevolmente, come rifiuto del politicamente corretto.

Ora, io vorrei buttare nella spazzatura sia i primi che i terzi e salvare solo i secondi.
Però mi rendo conto che viviamo in tempi ipersensibili... dove ognuno di noi si crede uno snowflake.
Non volendo cadere nell'ipersensibilità (e rendermi quindi ridicolo con cose come la ə), ma non volendo neanche offendere gli ipersensibili... uso quindi il doppio termine.
Del resto cosa mi (vi) costa digitare un paio di caratteri in più?

Saluti,

Mauro.

lunedì 16 giugno 2025

Non giudicate l'autore/autrice

Quando leggete qualcosa (qualsiasi cosa: un tweet, un blog, un articolo, un libro, ecc.) cercate di nascondere a voi stessi l'autore/autrice.
Giudicate, valutate quello che leggete, le fonti che porta, la logica del discorso. Non l'autore/autrice.
Anche uno stronzo può scrivere cose giuste e condivisibili e anche una persona seria può scrivere cose sbagliate e condannabili.

Un tweet, un articolo, ecc. non può ovviamente cambiare il giudizio generale sulla persona che lo ha scritto. Ma allo stesso tempo un tweet, un articolo, ecc. non va giudicato in base a chi lo ha scritto.
Va giudicato in base a quel che contiene, in base a quel che dice. E a nient'altro.

Del resto, se ci pensate bene, è proprio questo il senso di cose come la peer review, il doppio cieco e simili.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 giugno 2025

Riflessioni sballate

Leggete questo tweet (è un tweet pubblico, non nascosto, quindi non c'è ragione legale di nascondere il nome dell'autore):


L'autore manipola per portare acqua al proprio mulino.

Infatti usa la parola "expat" - unita alle allusioni su reddito e istruzione - per far capire che gli italiani benestanti e soprattutto istruiti, visto che la parola "expat" si riferisce generalmente ai giovani italiani laureati espatriati negli ultimi anni, siano contro la cittadinanza "facile" (che poi facile comunque non è).

Peccato che l'autore non sappia (voglio augurarmi che la sua sia ignoranza, non malafede) alcune cose.

- Tra gli espatriati giovani ci sono anche molti non istruiti che sono venuti all'estero a fare i camerieri, i pizzaioli o simili. Non tutti gli "expat" sono ingegneri, informatici o scienziati.

- La maggioranza degli elettori italiani all'estero (sia intesi come aventi diritto al voto, sia come votanti effettivi) è ancora costituita dagli emigrati classici (quelli che qui in Germania sono chiamati "Gastarbeiter") e dai loro discedenti, che solo in pochi casi sono riusciti a fare poi grandi studi e ottenere lavori importanti.

- Questi emigrati classici sono sempre stati tendenti a destra. Ai tempi la DC riusciva un po' ad arginare, non certo le sinistre. E lo sono diventati ancora di più dopo la legge Tremaglia, che ha permesso a tutti gli espatriati di poter votare senza dover tornare in Italia.

Riflettete su questi fatti.
Il dato che l'autore del tweet cita deriva da questi, non da ciò che lui sottintende.

Saluti,

Mauro.

martedì 10 giugno 2025

È banale insiemistica!

Non sto a ricordarvi l'assurdo paragone di Schlein tra i voti per il cdx nel 2022 e i voti al referendum ora. E neanche l'altrettanto assurda risposta di FdI che conta tra gli elettori anche i minorenni.
Vorrei però osservare che tutti i commentatori (o almeno tutti quelli che ho avuto modo di leggere), sia che diano ragione che torto a Schlein, sembrano dare per scontato che i votanti al referendum siano un sottoinsieme dei votanti alle elezioni. No, non è così. Non lo sono.
Se lo fossero, significherebbe che tutti coloro che hanno votato al referendum abbiano anche votato alle elezioni.
E invece no. C'è chi per i più diversi motivi si era astenuto nel 2022 e ora ha votato.
I due insiemi (votanti al referendum e votanti alle elezioni) sono due insiemi che si intersecano, non uno sottoinsieme dell'altro.
Basta questo a stracciare le parole di Schlein. Non serve nessuna analisi. Né politica, né statistica, né sociale.
È banale insiemistica.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 4 giugno 2025

Calcio eretico 1 - La mano di Dio

Cominciamo oggi una nuova serie, dove parleremo di episodi storici controversi del calcio giocato, cioè di episodi avvenuti sul campo (e magari più avanti la allargheremo ad altri sport).

Per questa prima puntata torniamo al 1986, ai mondiali del Messico (che in realtà avrebbero dovuto essere disputati in Colombia, ma i casini politici del paese costrinsero a spostarli... ma non è questa la controversia di cui parleremo, ovviamente).
In particolare torniamo alla partita dei quarti di finale Argentina-Inghilterra 2-1. Al primo gol della partita, la "mano de Dios", come la giustificò l'autore del gol, Maradona.

Vediamo per prima cosa il filmato.


A parte che Maradona per questo imbroglio è stato lodato come furbo e geniale da mezzo mondo. Se la stessa cosa la avessero fatta Pelé, Cruijff, Baggio o Cristiano Ronaldo sarebbero stati messi al muro.
Ma si sa, i furbi, gli scorretti di natura piacciono... chi in genere è corretto è invece lo scemo del villaggio.
Ma appunto, a parte ciò, il punto è che praticamente tutti nel corso del tempo si sono soffermati sul gesto di Maradona (chi lodandolo, chi - giustamente ma in minoranza - condannandolo) e sulla "cecità" dell'arbitro (cecità voluta, sia chiaro).

Ma... ma il vero protagonista è in realtà Peter Shilton, il portiere di quell'Inghilterra. Non Maradona e neanche Bennaceur (l'arbitro tunisino "cieco").

Shilton è alto 1,83 mentre Maradona 1,65. Il braccio di Shilton è circa 15 cm più lungo di quello di Maradona. Per costituzione fisica e per allenamento specifico del ruolo Shilton è in grado di staccare da terra molto più di Maradona.
Quindi saltando entrambi a braccio teso, Shilton arriva circa mezzo metro (forse anche un po' di più) più in alto di Maradona.
Cosa significa questo? Che, al di là del discorso scorrettezza, Maradona è riuscito a usare "la mano de Dios" solo perché Shilton gli ha permesso di usarla.

Chi sa della situazione storica degli anni precedenti al 1986 sa che l'Argentina quella partita doveva vincerla. Anzi, doveva vincere il mondiale, ma soprattutto la partita contro l'Inghilterra. Un "risarcimento" per la guerra delle Falkland.

Maradona lo sapeva. Bennaceur lo sapeva.

Ma soprattutto lo sapeva Shilton.
E si è regolato di conseguenza.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti gli articoli sul calcio eretico.

martedì 3 giugno 2025

I misteri del tedesco 36 - I guardiani del negozio

Chi vive in Germania o almeno ci si ferma abbastanza a lungo (quindi non per una banale vacanza) prima o poi incontra i Ladenhüter.

Ma chi sono questi Ladenhüter?
Esaminiamo per prima cosa la parola in sé: è una classica parola composta (come ne esistono tante in tedesco).
La prima parte è Laden, che significa negozio, e la seconda è Hüter, che significa guardiano/i (in tedesco quest'ultima parola è invariabile al plurale).
Quindi Ladenhüter significa guardiani del negozio.

Ma chi sono questi guardiani del negozio?
Sono gli uomini della sicurezza che controllano che non ci siano furti?
Oppure impiegati il cui compito è assicurarsi che tutti i processi si svolgano senza intoppi?
No, i nostri guardiani sono degli oggetti, non delle persone.
Allora sono le telecamere di sicurezza che ormai ci seguono dappertutto?
Oppure i sensori che fanno squillare le sirene se esci dal negozio senza aver pagato?
No, neanche questo.

I nostri guardiani del negozio sono sì oggetti, ma soprattutto sono prodotti.
Prodotti che nel negozio in questione vengono venduti.
O meglio offerti in vendita più che venduti.
Infatti sono quei prodotti che fanno parte dell'offerta del negozio, ma che nessuno o quasi compra mai, che rimangono a occupare gli scaffali e di fatto... sorvegliano il negozio, non uscendone mai 😉

Saluti,

Mauro.

mercoledì 28 maggio 2025

Targhe tedesche 4

Ku fu?
Confessate: ku fu???
Sputate il rospo! Basta omertà!


Saluti,

Mauro.

domenica 25 maggio 2025

Archeologia personale

Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a rimettere a posto un po' di libri della mia biblioteca personale.
E da uno dei libri che stavo sistemando è caduto fuori un foglietto, strappato da un bloc notes di non grandi dimensioni e scritto su entrambi i lati.

Questo foglietto:



Di cosa si tratta?

Quando vivevo a Colonia organizzavo spesso attività culturali relative all'Italia o a Colonia stessa.
In questo caso a entrambe: questo foglietto rappresenta una prima bozza schematica del tragitto (con anche indicazioni dei mezzi pubblici da usare) di un giro per Colonia intitolato "Tracce italiane a Colonia" che organizzai quasi 15 anni fa.

Non ricordavo di averlo conservato, ma di sicuro - per quanto malconcio - ora non lo butto più via, anzi lo conservo con cura.

Saluti,

Mauro.

sabato 10 maggio 2025

Das C ist nicht mehr da

Die Partei des neuen Bundeskanzlers Friedrich Merz heißt CDU, d.h. Christlich Demokratische Union Deutschlands, und ihre bayerische Schwesterpartei CSU, d.h. Christlich-Soziale Union in Bayern.

Ich sage Euch das als Atheist: Schaut Ihr euch das Regierungsprogramm an (und noch mehr das vor den Wahlen) und schaut Ihr euch den Katechismus der katholischen Kirche und die Werte der protestantischen Kirchen an... das heißt, von denen, die (über das Verhalten von Individuen und Institutionen hinaus) das Christsein repräsentieren.

Nun, wenn Ihr sie euch anschaut, werdet Ihr verstehen, dass dieses C im Namen der beiden Parteien (vor allem in Bezug auf die CSU) jetzt nur noch leere Heuchelei ist, tatsächlich ist es nicht mehr da.
Und dies unabhängig davon, wie wir einzelnen Bürger die christliche Religion beurteilen mögen.

Grüße,

Mauro.

La C non c'è più

Il partito del nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz si chiama CDU, cioè Christlich Demokratische Union Deutschlands (Unione Cristiano-Democratica Tedesca), e il suo partito fratello bavarese CSU, cioè Christlich-Soziale Union in Bayern (Unione Cristiano-Sociale Bavarese).

Ve lo dico da ateo: guardate il programma di governo (e ancora più quello elettorale pre-voto) e guardate il catechismo della chiesa cattolica e i valori delle chiese protestanti... cioè di chi rappresenta (al di là del comportamento dei singoli e delle istituzioni) l'essere cristiani.

Bene, se li guardate capirete che quella C nel nome dei due partiti (soprattutto per quanto riguarda la CSU) è ormai solo vuota ipocrisia, nei fatti non c'è più.
E questo indipendentemente da come noi singoli cittadini possiamo giudicare la religione cristiana.

Saluti,

Mauro.

sabato 26 aprile 2025

Una foto iconica

La foto è stata scattata oggi in Vaticano.
Non è una foto storica, nel senso che - ovviamente - non la trovate ancora sui libri di storia.
Però è una foto iconica, una foto che in futuro affiancherà le foto di Willy Brandt in ginocchio a Varsavia, di JFK che dice "Ich bin ein Berliner", di Sandro Pertini nel comizio a Milano il 25 aprile 1945 e poche altre altrettanto iconiche.

La foto è questa:


Noi non sappiamo cosa Trump e Zelensky qui si siano detti, e non lo sapremo mai a meno che uno dei due non lo renda pubblico, ma anche in quel caso non avremmo certezze: è stato un incontro senza testimoni (fotografi esclusi, ma questi erano a distanza, al massimo hanno sentito frammenti di quello che è stato detto) e non ci sono registrazioni, quindi sia Trump che Zelensky potrebbero riportare versioni parziali e "adattate" del dialogo (ma io personalmente credo che entrambi al massimo riporteranno in pubblico solo le parti meno importanti del loro dialogo).

Qualunque cosa ciascuno di noi possa pensare dei due protagonisti, è una foto importante. E bella.
Perché mostra due uomini che parlano, non mostra due capi di Stato. Uomini che possiamo giudicare bene o male, ma che uomini rimangono.

Due uomini che discutono di cose importanti per il mondo, non di come sta il nipotino o di che colore dipingere le pareti della cucina, ma che in questa foto sono semplicemente due uomini.
Due uomini che sanno che quel che dicono può cambiare la storia (o almeno la cronaca) ma che sanno che comunque non sarà questo incontro a farlo.
Però questo incontro li ha avvicinati, se non umanamente almeno "professionalmente", e ciò influenzerà i futuri incontri ufficiali, sia diretti che delegati a rappresentanti plenipotenziari.

Io non so cosa Trump e Zelensky si siano detti.
Ma un incontro così personale di sicuro non potrà piacere a Putin. Per fortuna.

Saluti,

Mauro.