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giovedì 10 luglio 2025

Perché Dio ha creato l'uomo?

Recentemente ho visto sul Tubo un video molto interessante di Sapiens Sapiens.
Ve lo propongo qui, poi arriverò al punto che mi interessa.


Ovviamente la domanda sul perché i bambini debbano soffrire e morire è importante. E nessuna religione può rispondere, perché l'unica risposta sarebbe ammettere l'esistenza di un Dio crudele, criminale.

Però a livello puramente teologico c'è una domanda che in realtà dovrebbe mettere ancora più in crisi i credenti, la Chiesa e i teologi.
Ma è una domanda a cui non si dà generalmente la giusta importanza. Né da parte di chi difende la Chiesa e la religione, né da parte di chi la attacca.

La domanda in questione è: perché Dio ha creato l'uomo?

La Chiesa, i teologi, gli apologeti (e molti credenti, non tutti i credenti però va onestamente detto) rispondono (quando rispondono) "per amore".
Ma che cavolo di risposta è?
Amore per chi?
Per l'uomo? Ma come fa Dio ad amare chi non esiste (sì, perché se lo ha creato per amore, significa che lo amava già prima di crearlo)?
Per sé stesso? Ma allora è egoismo, non amore (a parte che, a ragionare bene, anche l'ipotesi precedente parla più di egoismo che di amore, visto che non si è posto il problema se l'uomo volesse essere creato).

Ma anche lasciando da parte amore ed egoismo rimane un problema. Un problema grosso come l'universo se non di più.
Le scritture (ergo la Bibbia se ci limitiamo al cristianesimo, ma anche il Talmud e il Corano) ci dicono che Dio è perfetto.
Ma la cosa non quadra: se fosse perfetto sarebbe bastante a sé stesso, non avrebbe bisogno di creare nulla (né per amore, né per egoismo).
Se ne ha bisogno significa che si sente incompleto. E quindi ammette di non essere perfetto.

O, più logicamente, significa che non è stato lui a creare l'uomo, bensì l'uomo a creare lui.

Saluti,

Mauro.

lunedì 27 maggio 2024

Bergoglio aka Francesco e la frociaggine

Però, siamo onesti, visto il rapporto (almeno sulla carta) della Chiesa con il sesso - teoricamente proibito ai religiosi - nei seminari non dovrebbero entrare né omosessuali né eterosessuali, bensì solo asessuali.

Saluti.

Mauro.

martedì 20 giugno 2023

Diritti e paure

Domenica ho pubblicato su Twitter un breve thread su diritti e paure.
Oggi vorrei qui renderlo più leggibile pubblicandolo come testo unico (e migliorandolo grazie a un'osservazione di Tom, che ringrazio).

Io ho sempre sostenuto che i diritti per le coppie omosessuali, o qualsiasi diritto riconosciuto a chiunque non sia il classico eterosessuale cisgender, non costituiscono, non possono materialmente costituire, un pericolo per questi ultimi.
E la cosa è in realtà lapalissiana: si riconoscono diritti a chi non ne ha (o non ne ha sufficienti), ma non si toglie nessun diritto a chi già li ha!
Nessun "nuovo" diritto ne toglie a me, nessun "nuovo" diritto mette in pericolo me, la famiglia "tradizionale" (qualunque cosa significhi quest'ultimo aggettivo) e qualsiasi persona eterosessuale e cisgender.

Quindi di cosa stiamo parlando? Perché tutta questa paura? Perché questo muro da parte di omuncoli come Adinolfi o Pillon?

Accanto all'indottrinamento clericale (questi "nuovi" diritti spingono la società verso un sacrosanto laicismo, cosa che per la Chiesa significa perdita di potere), io vedo anche un'altra spiegazione.

A me omosessuali, transgender e altro non fanno paura per due motivi.

Primo, perché la natura è variopinta e anche tra gli animali si trova di tutto, quindi è naturale che esista di tutto anche tra gli esseri umani. Ciò che non è naturale è ciò che è imposto da qualche autorità autoproclamata (e la Chiesa è un'autorità autoproclamata).

Secondo, perché io sono sicuro di ciò che sono. Sono sicuro di essere eterosessuale e cisgender, quindi non ho nulla da temere da contatti con omosessuali e transgender.
Chi invece, nonostante i proclami, non è sicuro di esserlo, ne ha paura. Si sente in pericolo. Ma non nei suoi diritti. Nella sua immagine di maschio.
Vero, Simone Pillon?

Saluti,

Mauro.

venerdì 10 marzo 2023

Dettagli genovesi 44 - Prospettiva di chiese

Le strisce bianche e nere di San Lorenzo con la chiesa del Gesù che fa capolino...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

lunedì 10 gennaio 2022

Tutti i dettagli genovesi

Articolo che verrà costantemente aggiornato man mano che pubblicherò nuovi "dettagli".

Dettagli genovesi 43 - Regine... (aggiornamento 09.12.2022)
Dettagli genovesi 44 - Prospettiva di chiese (aggiornamento 10.03.2023)
Dettagli genovesi 45 - La Hofbräuhaus (aggiornamento 01.08.2023)

Dettagli genovesi special:

Una fermata a Marassi (aggiornamento 23.04.2022)
Una fermata a Marassi 2 (aggiornamento 23.04.2022)
Una fermata a San Fruttuoso (aggiornamento 01.08.2023)
Un'altra fermata a San Fruttuoso (aggiornamento 25.12.2023)

Saluti,

Mauro.

sabato 30 ottobre 2021

Dettagli genovesi 38 - Chiese e bombardamenti


Ricordi della Seconda Guerra Mondiale.

Santa Maria in Passione.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 4 giugno 2021

Marx e il Vaticano

No, non il Marx che pensate voi.

Sto parlando del Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco-Frisinga (München-Freising), che ha scritto una breve lettera a Papa Francesco, che rischia di diventare una bomba atomica per la Chiesa.
Lettera scritta il 21 maggio, ma resa pubblica tra ieri e oggi.
Lettera in cui Marx chiede che vengano accettate le sue dimissioni da Arcivescovo (no, da Cardinale non può dimettersi, essendo questa una carica onorifica).

Ma la bomba sono le motivazioni.
Marx non è il primo e non sarà l'ultimo vescovo o arcivescovo a porgere le proprie dimissioni, ma è il primo (e temo che ci vorrà tempo perché un altro abbia il coraggio di fare un gesto simile) che lo fa con un atto di accusa verso la Chiesa. I prelati si dimettono generalmente o perché "invitati" a farlo o per questioni di età.
E va anche detto che Marx è il prelato più noto, ascoltato e rispettato (anche al di là del mondo cattolico) nel mondo di lingua tedesca. Quindi la lettera fa anche più rumore.

Ma cosa ha detto di così esplosivo?

Prima di continuare coi miei commenti, vi fornisco i link se voleste leggere la lettera da voi: qui in tedesco, qui in inglese e qui in italiano.

Premetto che io ho letto per prima la versione in tedesco (essendo Marx ovviamente tedesco, ho ritenuto che eventuali "finezze" nel testo fossero più evidenti nell'originale che nelle traduzioni in inglese e italiano), ma nei commenti qui sotto userò il testo della traduzione italiana.

Partiamo dall'incipit.

la Chiesa in Germania sta attraversando dei momenti di crisi. Certamente vi sono molti motivi - anche oltre la Germania in tutto il mondo - che qui non ritengo dover elencare dettagliatamente. Tuttavia, la crisi viene causata anche dal nostro personale fallimento, per colpa nostra.

E già basterebbe questo: una totale ammissione di colpa. Non servirebbe neanche andare oltre.
Ma cosa è successo, comunque, recentemente in Germania?
L'Arcivescovo di Colonia Woelki, per esempio, sta insabbiando un rapporto (commissionato dalla stessa arcidiocesi) sugli abusi sessuali e tutti qui ricordano ancora le spese folli e il comportamento principesco (stile i vecchi Borgia, oserei quasi dire) dell'ex Vescovo di Limburgo Tebartz-Van Elst.
Ma sono solo i due casi più eclatanti.

Ma andiamo oltre.

Mi pare - e questa è la mia impressione - di essere giunti ad un „punto morto“ che, però, potrebbe diventare anche un punto di svolta secondo la mia speranza pasquale.

Visto l'incipit e visto quello che scriverà dopo direi che la speranza di Marx più che una speranza sia da lui stesso vista come un'illusione.

Partendo dalla "fede pasquale" poi Marx aggiunge:

Sin dallo scorso anno sto riflettendo sul suo significato per me personalmente e - incoraggiato dal periodo pasquale - sono giunto alla conclusione di pregarLa di accettare la mia rinuncia all’ufficio di arcivescovo di Monaco e Frisinga.

E qui arriva la bomba.
Un Arcivescovo che si dimette non perché costretto e non per aver raggiunto i limiti di età.
Ma perché allora?

Marx ce lo dice nel capoverso successivo.

Sostanzialmente per me si tratta di assumersi la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni. Le indagini e le perizie degli ultimi dieci anni mi dimostrano costantemente che ci sono stati sia dei fallimenti a livello personale che errori amministrativi, ma anche un fallimento istituzionale e „sistematico“.

Sui "fallimenti personali" ormai la Chiesa non si nasconde. O meglio, non LI nasconde, in maniera però da nascondersi.
Cioè, si tratta di pecore nere... non è l'istituzione Chiesa.

In quattro righe Marx smonta questa narrativa. C'è un fallimento istituzionale, "sistematico".

E lancia poi un'accusa precisa. Non fa nomi e cognomi, ma chiunque conosca la curia romana non può non capire:

Le polemiche e discussioni più recenti hanno dimostrato che alcuni rappresentanti della Chiesa non vogliono accettare questa corresponsabilità e pertanto anche la co-colpa dell’Istituzione. Di conseguenza rifiutano qualsiasi tipo di riforma e innovazione per quanto riguarda la crisi legata all’abuso sessuale.

E dopo aver scagliato la pietra non nasconde la mano:

Io la vedo decisamente in modo diverso. Due sono gli elementi che non si possono perdere di vista: errori personali e fallimento istituzionale che richiedono cambiamenti e una riforma della Chiesa.

E dopo aver detto qualcosa sulla sua storia personale, lancia un'altra bomba:

Inoltre non è possibile relegare le rimostranze semplicemente al passato e ai funzionari di allora e in tal modo „seppellirle“. Personalmente avverto la mia colpa e la corresponsabilità anche attraverso il silenzio, le omissioni e al troppo peso dato al prestigio dell’Istituzione.

La Chiesa non deve solo chiarire ed espiare gli errori del passato.
La Chiesa è colpevole OGGI.

E anche se Marx stesso non è mai stato sfiorato da nessuna accusa (neanche di semplice insabbiamento o addirittura di cose ancora meno gravi) lui, in quanto rappresentante dell'istituzione, si ritiene corresponsabile:

A seguito del progetto scientifico (studio MHG) sull’abuso sessuale sui minori commissionato dalla Conferenza Episcopale Tedesca, nel duomo di Monaco ho affermato che abbiamo fallito, ma chi è questo „noi“? Certamente vi faccio parte anch’io. E questo significa che devo trarre delle conseguenze personali. Questo mi è sempre più chiaro.

E ne trae le conclusioni:

Credo che una possibilità per esprimere la mia disponibilità ad assumermi delle responsabilità sia quella delle mie dimissioni. In tal modo probabilmente potrò porre un segnale personale per nuovi inizi, per una nuova ripartenza della Chiesa e non soltanto in Germania. Voglio dimostrare che non è l’incarico ad essere in primo piano, ma la missione del Vangelo. Anche questo fa parte della cura pastorale.

Direi che non serva aggiungere altro.
La bomba è scoppiata. Ora vediamo cosa faranno gli artificieri.

La risposta di Francesco, sempre che arrivi, ci dirà quanto veramente lui vuole e può riformare la Chiesa.

Saluti,

Mauro.

domenica 30 dicembre 2018

martedì 26 dicembre 2017

Il Corriere e Santo Stefano

Il Corriere oggi parla di Santo Stefano.

Che strano, direte voi, non ci eravamo mica accorti che oggi è il 26 dicembre! ;-)

Il problema è come ne parla.
I quotidiani italiani non hanno problemi grossi solo con geografia, scienza e tecnologia (come vi ho già mostrato più volte), ma anche con storia, religione e rapporti stato-chiesa a quanto pare.

Leggete qui la chiusura dell'articolo:

In Italia è festa nazionale dal 1947. La Chiesa cattolica lo celebra come festa religiosa, ancorché non di precetto, come succede invece in Germania e altri Paesi germanofoni.

1) Se la Chiesa cattolica lo celebra come festa ma non di precetto... non è di precetto per nessun cattolico al mondo, neanche in Germania o altri paesi germanofoni;

2) La Germania e altri paesi germanofoni non decidono se una festa è di precetto o no, come non lo decide l'Italia e nessun altro paese. Gli stati decidono solo se accogliere o meno le feste religiose anche nel calendario civile, non se sono di precetto o meno;

3) Le chiese protestanti (perché è questo che l'autore dell'articolo sottintendeva con "Germania o altri paesi germanofoni") non sono presenti solo nei paesi germanofoni, quindi se per qualcuna di loro Santo Stefano è di precetto, lo è anche per i loro adepti in Italia, Spagna o Canada, non solo in Germania o Austria;

4) Mettere tutte le chiese protestanti insieme (come di fatto fa l'autore dell'articolo) non ha senso: ne esistono diverse... anche molto diverse tra loro e con approcci molto diversi verso i martiri e il loro culto.

Due righe, quattro belinate. Buone feste a tutti.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Screenshot se per caso il Corriere dovesse correggere:

sabato 23 dicembre 2017

Cardinali di tutto il mondo unitevi!

Certe cose possono capitare solo in Germania.

Marx (non lui, l'altro) ha dichiarato che Marx (proprio lui) su certe cose aveva ragione e che prevede una rinascita del marxismo.

E con quel cognome credo abbia informazioni di prima mano al proposito.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Il primo Marx si chiama Reinhard e di lavoro fa l'arcivescovo di Monaco di Baviera.
Il secondo Marx si chiamava Karl e di lavoro faceva il rivoluzionario da salotto.

mercoledì 3 maggio 2017

La nuova vita di monsignor Charamsa

E Shevatas ci aveva visto giusto [1].

Un anno e mezzo fa avevo scritto del coming out di monsignor Charamsa.

Un anno e mezzo dopo detto monsignore rilascia un'intervista al settimanale tedesco Stern (intervista per ora disponibile solo sul cartaceo, pubblicata il 27.04.2017).
Intervista piena di arroganza e di pregiudizi contro la Chiesa (e se lo dico io da ateo... mentre Charamsa ci aveva mangiato dentro da 20 e passa anni!).

Ma la parte più interessante è all'inizio,quando il giornalista gli chiede come se la passa e Charamsa risponde (raccontando la sua nuova vita):

Molto bene! Vivo con il mio compagno a Barcellona e mi sto proprio ora occupando delle 19 traduzioni del mio libro. Mi piacerebbe molto scrivere ancora altri libri. Oltre a ciò ci sono le conferenze e gli articoli. Sono diventato un freelancer. E a 44 anni!

È proprio vero: Shevatas ci aveva visto giusto.

Saluti,

Mauro.

[1]
Non cercate la giusta predizione di Shevatas sul suo - comunque da leggere - blog. La sua predizione in questo caso la ha lasciata nei commenti al mio articolo di cui sopra.

venerdì 30 dicembre 2016

Dettagli genovesi 20 - Dietro San Donato

 

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 30 ottobre 2015

Il Consiglio di Stato ha ragione

Avrete tutti (o quasi) letto della decisione del Consiglio di Stato che - per mano del giudice Carlo Deodato - ha cancellato la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all'estero da parte di alcuni comuni (tra cui Roma e Milano).

Lo dico subito: io sono non credente e sono assolutamente favorevole al matrimonio omosessuale (e lo sono da eterosessuale, aggiungo).
Il giudice Carlo Deodato invece è apertamente credente e anche per convinzione personale contrario al matrimonio omosessuale.

Però Deodato ha fatto semplicemente bene. Ha fatto semplicemente il suo lavoro. Ha ragione anche se io non condivido le sue idee personali.
E forse il problema che ha portato mezza internet a insultarlo e calunniarlo è proprio questo: fare il proprio lavoro.


Come è la situazione giuridica italiana riguardo alle unioni omosessuali?

1) La legge italiana non riconosce il matrimonio omosessuale.
2) La legge italiana non riconosce nessun altro possibile tipo di legame ufficiale per gli omosessuali.
3) Queste questioni sono regolate dallo Stato, non dai Comuni (quindi un Comune i matrimoni può solo celebrarli e stop, non prendere altre decisioni).
4) Questa situazione non va contro la Costituzione.


Quindi ditemi voi: che cazzo poteva fare Deodato?

Posso essere d’accordo che i suoi tweet o retweet molto clericali (ma dove comunque non parla di omosessualità, almeno che io sappia) - e a causa dei quali è stato messo alla berlina - siano ineleganti.
Anzi sono molto ineleganti. Sinceramente anche stupidi (indipendentemente dai contenuti), vista la sua posizione.
Ma appunto solo questo: ineleganti, al massimo stupidi.

Però come giudice lui non poteva fare altro.
Il Diritto italiano parla chiaro (come scritto sopra).


Ribadisco: io cambierei la legge introducendo il matrimonio tra persone dello stesso sesso (e non servirebbe modificare la Costituzione per cambiare la legge, come invece certi sostengono), ma finché la legge è quella attuale, così è. Punto.

Se a un Sindaco la cosa non piace, le scelte che può fare sono due:
1) Evitare di candidarsi (o se già eletto dimettersi);
2) Lottare politicamente per cambiarla (senza però andare contro la legge).


L'introduzione di registri illegali, comunque si valuti moralmente la cosa, non è una scelta.
È solo immagine, è solo pubblicità.
Ed è, appunto, oltretutto illegale.

Saluti,

Mauro.

domenica 4 ottobre 2015

Ma guarda te se mi tocca dover difendere la Chiesa

Tutti (o quasi) avrete letto del coming out (e non outing come molte testate scrivono) di monsignor Charamsa e dell'intervento delle gerarchie ecclesiastiche contro di lui. Non serve che vi dia nessun collegamento.

E tutti a condannare tali gerarchie per la loro omofobia e intolleranza.
Vero, la Chiesa è omofoba e intollerante. E lo sta diventando sempre di più.
Ma qui non c'entra nulla, che vi piaccia o no.

C'entra che monsignor Charamsa ha infranto regole che si era impegnato volontariamente a rispettare: quelle dell'astinenza e del celibato (anche di fatto, non solo di nome, non essendo lui ufficialmente sposato). E il suo essere omosessuale o eterosessuale non c'entra niente. Sarebbe stato punito anche se avesse detto che aveva una compagna e non un compagno.
Ed è giusto così. Entrando nella Chiesa lui ha di fatto sottoscritto un contratto. E un contratto prevede anche delle regole da rispettare.
Se io sul lavoro non seguo le regole scritte sul contratto che ho firmato, la mia azienda ha il diritto di prendere provvedimenti contro di me. E per chi entra alle dipendenze della Chiesa come sacerdote non è diverso.

Certo quelle imposte ai sacerdoti sono regole stupide, anacronistiche, illiberali, ridicole. Tutto vero e giusto. Ma non sono illegali. E soprattutto non le scopri dopo aver preso i voti. Le conosci già prima.
Quindi se non le rispetti ne paghi le conseguenze. E il tuo datore di lavoro ha ragione.

Poi, se qualcuno si chiede perché Charamsa abbia fatto tutto questo teatro, credo che abbia ragione Francesco Cocco in quel che scrive qui.
Oltretutto facendosi cacciare e non andandosene spontaneamente può ergersi a quel martire che non è.

Saluti,

Mauro.

sabato 22 agosto 2015

Indignazione prêt-à-porter

Giovedì c'è stato a Roma il funerale del patriarca del clan Casamonica.
Non certo un funerale sobrio, per così dire.
Ma di questo e dell'offesa al buon gusto non serve che ve ne parli. Ne avete letto e straletto tutti.

I Casamonica sono coinvolti nella storia nota come "Mafia Capitale". E in numerose altre, a partire dagli anni '70 fino a oggi.
E il defunto ne era il patriarca, pur non essendo personalmente mai stato condannato.

Un funerale vistoso.
Un defunto patriarca, anzi padrino.
E subito scatta l'indignazione a comando (a proposito, mi piacerebbe sapere quanti degli indignati sanno veramente per cosa sono indignati).
E subito a chiedere conto a Stato, Comune e Chiesa di questo e di quello.

Ma siamo sicuri che le istituzioni - civili o religiose che siano - debbano veramente rendere conto di qualcosa?
I Casamonica saranno anche dei delinquenti (e per alcuni di loro è stato provato processualmente che lo siano)... ma c'erano gli estremi per vietare il funerale in una forma così ostentata?
Oppure chiunque può farsi - fino a che lo fa senza contravvenire la legge - il funerale come cazzo gli pare? Anche farselo con un'accozzaglia di scelte di pessimo gusto (perché sì, per il cattivo gusto mostrato c'è da indignarsi eccome - legge o non legge)?

Per fortuna c'è anche chi sa pensare con la propria testa e fa domande e considerazioni non ipocrite su funerali, leggi civili e norme religiose, senza portare il proprio cervello all'ammasso dell'indignazione a comando.
È il caso di Cristiana Alicata nel suo "Roma. Mi dispiace, devo dirlo". Leggetelo, spiega quello che ho scritto sopra e altro. Molto meglio di come possa fare io.

Molti degli indignati a comando hanno fatto anche notare che la chiesa dove è stato celebrato il funerale del patriarca dei Casamonica è la stessa che in passato negò i funerali religiosi a Piergiorgio Welby.
E ci si dimentica che la Chiesa (come ogni associazione, partito, società, comunità religiosa, eccetera) può darsi le regole che vuole e prendere le decisioni che vuole fino a che queste non vengano a collidere con le leggi dello Stato.
A noi laici (e anche a molti cattolici) certo non piace che Casamonica abbia avuto ciò che a Welby è stato negato... ma il fatto che non ci piaccia è un conto, il fatto che andasse impedito per imperio ben altro conto.
Ma anche questo c'è chi lo ha già spiegato meglio di me: Matteo Bordone nel suo "Quel che è di Cesare". Leggete anche lui. Attentamente.

Saluti,

Mauro.

lunedì 23 giugno 2014

Una scomunica ai mafiosi... sì, e allora?

Bergoglio ha scomunicato i mafiosi.
Tutti ne parlano, bravo Bergoglio, parole coraggiose e importanti le tue, anche Wojtyla e Ratzinger avevano tuonato contro le mafie (almeno così dicono i media tedeschi, ma parole antimafiose di Ratzinger io non ne ricordo) ma non erano arrivati a una scomunica.

Ma... fermi tutti! Dove stanno il coraggio e l'importanza?
No, prima di fraintenderci: non sto parlando del significato che si può dare alla scomunica. Per un credente è una cosa seria, per un non credente è una cosa che ha lo stesso valore dei castelli in aria.
Ma questo non c'entra: il Papa è un'importante figura politica, quindi quello che dice va valutato con attenzione anche dai non credenti (del resto quello che dice Obama, per esempio, lo prendiamo in considerazione anche da non statunitensi... e il principio è lo stesso).

Quello che è importante è che, di fatto, Bergoglio non ha detto proprio nulla! Nulla di nulla.

Hai scomunicato i mafiosi? I mafiosi si atteggiano a veri credenti quindi dovrebbero sentirsi colpiti? Illuso.

Quello che conta è quello che succede nelle aree mafiose. E lì quello che dici non conta nulla. Contano i fatti che vengono messi in atto lì, in quelle aree. Contano i fatti (magari accompagnati dalle parole, ma non certo le parole da sole).

Se i vescovi e i preti lì sono vicini alla mafia, gli stessi vescovi e preti se ne fregheranno della tua scomunica e continueranno a considerare i mafiosi cittadini "esemplari". Tu devi sostituirli e spretarli, non lanciare belle parole come "scomunica".
Se i vescovi e i preti lì cercano solo di tenersi fuori dai guai senza entrare in contatto con la mafia (per paura, voglia di quieto vivere o qualsiasi altra cosa) la tua scomunica scivolerà via come pioggerellina nelle grondaie. Tu devi muoverti e andarli a scuotere per farli diventare antimafiosi.
Se i vescovi e i preti lì sono già antimafiosi e si danno veramente da fare contro la mafia e per le vittime, le tue scomuniche non gli servono a niente, anzi rischiano di metterli ancora più in difficoltà. Tu devi darti da fare per proteggerli e sostenerli, aumentando il supporto materiale a loro e cercando di fare terra bruciata (collaborando con lo Stato, non limitandoti a lavorare dentro la chiesa) attorno a chi li minaccia.

Insomma, caro Bergoglio, o ti muovi, o ti dai da fare veramente con fatti, azioni, anche parole, sì, ma non alla folla, bensì direttamente in faccia ai mafiosi, oppure non hai fatto proprio niente. Niente di niente.

Se non fai queste cose, la tua scomunica non è un atto antimafioso. È solo pubblicità per la tua persona e sabbia negli occhi al mondo.

Saluti,

Mauro.

domenica 27 aprile 2014

#papisanti

Io, in tutta sincerità,  preferisco le capesante.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 12 giugno 2013

A zonzo per Londra

E adesso cerchiamo negli archivi, visto che a Londra ci sono stato l'ultima volta nel novembre 2010, quindi non proprio di recente.

No, non è una moschea anche se la sembra... è una chiesa...


È vero che nel Regno Unito guidano al contrario... però queste indicazioni per gli attraversamenti pedonali mi sembrano comunque esagerate:


E no, questo non è il Big Ben, anche se (quasi) tutti credete che lo sia. Il Big Ben è solo una modesta campana, non questa torre (che contiene detta campana, comunque):


Saluti,

Mauro.


P.S.:
Qui tutti gli "A zonzo per...".

lunedì 4 marzo 2013

Salvate il soldato grillino

C'è quello che dice che uno dei temi che lo appassionano sono le scie chimiche (da fisico qui stendo veramente un velo pietoso).
C'è quello che dice di essersi disiscritto dalla chiesa cattolica (anche io mi sono disiscritto da un club filatelico, del resto).
C'è quella che non sa quanti siano i parlamentari, forse 500-600 (in Germania sarebbe comprensibile, essendoci solo un numero minimo di parlamentari, ma non un numero fisso... ma in Italia il numero è fisso dal 1948 1963).
C'è quella che dice che il fascismo ha fatto anche cose buone (ma poi salva non quelle bensì quelle che lei stessa ha definito cattive o per lo meno folcloristiche).
C'è quello che prima apre al PD e poi nega di averlo fatto proclamando fedeltà al credo del "nessuna fiducia a nessun governo" (non è che sia pronto a raggiungere i "responsabili" Scilipoti e Razzi?).
C'è quello che dice che andrà a cercare il Parlamento su Google (forse però il Tom-Tom gli sarebbe in questo caso più utile).

E queste sono solo le gaffes che mi vengono in mente così, di botto, senza andare a cercare su Google o altri motori di ricerca.

Gente, questi sono dilettanti allo sbaraglio! Gente degna della Corrida di Corrado!

Però - qualunque cosa possiamo pensare delle idee politiche - queste ragazze e questi ragazzi sono un patrimonio, sono persone di buona volontà, che si vogliono impegnare, che possono veramente portare aria fresca in politica.
Ma sono anche persone che stanno guidando a velocità folle con freni manomessi e volante bloccato in direzione di un dirupo.
E chi ha manomesso i freni e bloccato il volante? Grillo e Casaleggio.

Salviamo il soldato grillino da Grillo e da Casaleggio, vi prego!

Saluti,

Mauro.