lunedì 30 aprile 2012

Il risanatore e i mulini a vento

Mario Monti, checché ne possano dire i suoi tanti oppositori (e nonostante che su certe cose meriti sì opposizione dura), ha fatto oggi a mio parere una scelta di qualità eccezionale, nominando Enrico Bondi commissario con l'incarico di razionalizzare e tagliare le spese dello Stato.
Non so quanti di voi sappiano quanto fatto da Bondi prima alla Montedison e poi alla Parmalat... ma io vi dico solo che di Enrico Bondi in Italia (e non solo) ne servirebbero di più (prima che qualcuno faccia battute idiote: no, di Sandro Bondi invece non ne serve proprio nessuno, chiariamolo subito).

L'unico problema è che temo che Enrico Bondi sia stato chiamato troppo tardi, a buoi ormai scappati, e che sarà costretto - volente o nolente - a lottare contro i mulini a vento.

Saluti,

Mauro.

Le parole tradite 1 - Le risposte

Qualche giorno fa avevo proposto una specie di quiz: Le parole tradite.
Poi vari motivi mi hanno distratto (e anche portato a una non voluta e prevista pausa nella scrittura) e quindi sono rimasto in debito con voi.

Premetto che la cosa che a me interessava di più era mostrare come usiamo spesso in maniera totalmente acritica la lingua, senza interrogarci su quello che sta dietro/dentro una parola.
Infatti le (poche) risposte avute sono state sì corrette, ma sinceramente un po' troppo scolastiche :-)

E ora veniamo alle parole in questione.

Antisemitismo

Nell'accezione corrente l'antisemita è colui che ha sentimenti, convinzioni contro il popolo ebraico.
Anzi, da un po' di tempo a questo a questa parte il governo israeliano cerca di far passare per antisemita chiunque contesti tutto ciò che è israeliano, non ebraico, usando la parola "antisemitismo" come arma politica. Ma questo è un altro discorso... o forse no, ma ci porterebbe comunque troppo lontano.

Però usare questa parola in questo senso, corretto ma ristretto, dimostra che non ci si chiede chi siano i semiti.
I semiti sono tutti i popoli che parlano, o hanno parlato, lingue collegate al ceppo linguistico semitico (tra questi arabi, ebrei, cananeo-fenici, cartaginesi, maltesi). Quindi la gran parte dei popoli medioorientali, nordafricani e mediterranei orientali.
Quindi, per esempio, una grande amica di Israele come Oriana Fallaci è stata in realtà una grandissima antisemita, odiando tutto ciò che era arabo. La grande maggioranza dei governanti israeliani è essa stessa antisemita.
E l'assurdo più grosso (che farebbe ridere, se non fosse tragico) sono i mezzi di stampa europei che talvolta per condannare gli attacchi di Hamas o Hezbollah contro Israele parlano di antisemitismo.

Oltretutto l'identificazione dell'antisemitismo con l'antiebraismo è relativamente recente. Di antisemitismo nel senso erroneo oggi accettato si è cominciato a parlare a cavallo tra '800 e '900 (in contemporanea col fiorire del sionismo).

Pedofilia

La pedofilia è una delle grandi tragedie del mondo contemporaneo. Però a essere sinceri è anche una delle più grosse violenze fatte alla lingua.

Pedofilia viene dal greco antico ed è composta da παιδός=paidós (bambino) e φιλία=philía (amore, affetto, amicizia).
Quindi pedofilia significa "amore per i bambini". Nel senso corretto del termine questo amore sarebbe l'affetto, l'amicizia - quindi un qualcosa di bello, di positivo - mentre nel senso distorto che ormai abbiamo affibbiato a questa parola si sottintende la pulsione erotica verso i bambini - quindi un qualcosa di negativo, di cattivo.

Come mai questa travisazione? L'inghippo nasce dal fatto che il greco antico ha tre parole per rendere il concetto di amore:
1) philía, che indica l'amore inteso come amicizia, come affetto;
2) eros, che indica l'amore fisico, la pulsione sessuale;
3) agape, che indica l'amore in senso astratto, oserei dire spirituale, filosofico.
(Parlai della differenza tra i tre termini anche anni fa in tutt'altro contesto: L'enciclica di Ratzinger).

Qualche ignorante ai tempi deve aver pensato che la philía fosse una brutta cosa e ha trasformato una cosa bellissima - l'affetto per i bambini - in una cosa riprovevole.
Oltretutto la creazione della parola pedofilia per indicare la pulsione sessuale verso i piccoli non è molto antica, anzi è nata a '900 inoltrato. Un tempo per indicare questa patologia si usava la parola "pederastia" che - cosa interessante - veniva usata anche per indicare l'omosessualità (e infatti ci sono state epoche in cui si credeva che solo un omosessulae potesse essere pedofilo - nel senso negativo - ma mai un eterosessuale).

Filosofia

E rimaniamo nella Grecia antica :-)
Tutti sappiamo - o crediamo di sapere - cos'è la filosofia: l'amore per il sapere. E fin qui tutto bene, tutto giusto.

Però subito dopo ci contraddiciamo.
Enrico Fermi è un filosofo? No, è uno scienziato.
Pier Paolo Pasolini è un filosofo? No, è un intellettuale, un letterato.
Franco Modigliani è un filosofo? No, è un economista.
Edoardo Sanguineti è un filosofo? No, è un poeta.
Norberto Bobbio è un filosofo? No, è un politologo.

Eppure tutte queste persone hanno amato il sapere molto più di "filosofi" ufficiali come Massimo Cacciari, Gianni Vattimo e consorteria (solo per citare i viventi e non scatenare polemiche sui "classici"). Quindi in realtà tutte queste persone sono veri filosofi, mentre non lo sono tutti coloro che della filosofia hanno fatto una ben precisa disciplina, con i suoi rigidi parametri e definizioni.

In realtà la filosofia non è, non dovrebbe essere una disciplina, bensì un atteggiamento. E in effetti nella Grecia antica tutto era filosofia: chi si occupava di scienza (per esempio Archimede o Pitagora) era un filosofo, chi si occupava di politica (come Pericle o Dracone) era anche un filosofo. Non solo chi faceva filosofia come la intendiamo oggi (vedasi Platone, che comunque era anche politico, o Socrate).

Filosofia, da φιλεῖν=filèin (amare) e σοφία=sofìa (sapienza), quindi amore per il sapere, non una disciplina in una torre d'avorio da cui tutto il resto è escluso.
Io ho studiato fisica, amo le scienze e ogni altra forma di cultura, e per questo mi ritengo un filosofo, checché ne dicano Cacciari & co.
(E vi taccio cosa penso di espressioni abominevoli come "la filosofia dell'azienda è", "la nostra filosofia di gioco", ecc., ecc.).

Saluti,

Mauro.

lunedì 23 aprile 2012

Sono cittadino onorario!

Ieri il comune di Ceres (Torino) ha concesso la cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Taurinense.
Quindi, dato che io feci il servizio militare nella Compagnia Genio Guastatori (oggi diventata Reggimento) della Brigata Alpina Taurinense... da ieri sono cittadino onorario di Ceres :-)

Saluti,

Mauro.

domenica 22 aprile 2012

Noi siamo il Genoa

Due premesse:
1) Io sono genoano, lo sono sempre stato e lo sarò sempre, nonostante che altri "genoani" facciano di tutto per farmene scappare la voglia;
2) Il discorso seguente si può applicare a ogni tifoseria calcistica (o quasi), ma oggi - purtroppo - la protagonista negativa è quella genoana.

Tutti avete sentito oggi dei fatti successi allo stadio Luigi Ferraris durante Genoa-Siena.

Intanto sgombriamo il campo da un luogo comune molto amato sia dai giornalisti che - soprattutto - dai vertici del calcio, cioè che si tratti una minoranza di esaltati, di criminali, ma non di tifosi. Quindi si tratti di un problema esterno al calcio che si intrufola nel calcio.
Signori miei, quelli SONO tifosi. Punto e basta. Sono sì criminali, sono sì esaltati, ma sono prima di tutto tifosi. Sono un problema del calcio che tocca la società. Non sono un problema della società che tocca il calcio.
E continuare a negarlo significa fare gli struzzi e, soprattutto, fare il gioco di questi tifosi criminali.

E non venitemi a parlare dell'esempio che danno giocatori e società: non sono nato ieri, lo scandalo scommesse in corso non è il primo che vedo. Ricordo gli scandali del 1980 e del 1986, ricordo Calciopoli (che nome senza fantasia), ricordo Genoa-Venezia, ricordo gli svariati scandali del calcio tedesco degli ultimi 15 anni. E ricordo tanto altro.
Ma usare questo marcio per giustificare o almeno annacquare le colpe dei tifosi, no. Non ci sto. Mi ricorda il Craxi di vent'anni fa che voleva far passare la teoria "tutti ladri, nessun ladro". No. "Tutti ladri, tutti colpevoli" è semmai la teoria giusta.

Ma il punto a cui volevo arrivare è un altro.
I tifosi, soprattutto i cosiddetti "ultras", amano gonfiarsi il petto e urlare a dirigenti e giocatori "Il Genoa (o qualsiasi altra squadra) siamo noi".
No! Voi siete tifosi del Genoa, voi non siete il Genoa.
A meno che non mettiate mano al portafogli e il Genoa ve lo compriate, visto che le società calcistiche sono normalissime aziende, come lo sono per esempio FIAT, Ansaldo, Mediaset, Luxottica, ecc., ecc.

È chiaro che il legame con una squadra di calcio (o di qualsiasi altro sport) per il tifoso è un qualcosa di particolare. Lo è anche per me, non mi nascondo: quando vado allo stadio (purtroppo raramente vivendo a 1000 km da Genova) mi trasformo anch'io, non sono lo stesso Mauro che esiste fuori dallo stadio... ma ciò non giustifica il superare certi limiti.
E oggi a Genova questi limiti si sono superati.

Comunque, quello che penso dei tifosi, lo scrissi già anni fa (fine anni '90): Un calcio al calcio.

Saluti,

Mauro.

sabato 21 aprile 2012

La balla dell'antipolitica

Mai come oggi si sente parlare di antipolitica in contrapposizione alla politica che ci ha portato dove siamo (ma lo sappiamo veramente, per inciso, dove siamo?).

Talvolta la parola "antipolitica" è usata con accezione positiva, talvolta con accezione negativa (mai neutra comunque, e questo dovrebbe già far drizzare le antenne).
Un tempo la Lega veniva vista come antipolitica. Poi sono stati visti come antipolitica i Girotondi e altre iniziative analoghe. O anche partiti come quello di Di Pietro. Oggi sono sono visti come antipolitica Beppe Grillo e il suo movimento da una parte e, dalla parte opposta, il governo dei "tecnici" guidato da Monti.

Tutte balle. Balle, balle, nient'altro che balle. Tutto quanto sopra è politica. Niente di ciò ha il benché minimo legame con l'antipolitica.

Perché?
Semplice: tutto ciò che si occupa della cosa pubblica, che se ne occupa attivamente (e con attivamente intendo anche il semplice cittadino che si informa continuativamente e che si forma le proprie idee anche senza militare in nessun partito, movimento, sindacato o altro) è politica. È sempre stata politica e sempre sarà politica.
Può essere buona politica o cattiva politica. Può essere politica onesta o politica disonesta. Può essere politica intelligente o politica stupida. Ma rimane sempre e comunque politica.

L'unica antipolitica che esiste è il disinteresse. Il fregarsene completamente della cosa pubblica, di quel che succede. Il dire "tanto sono tutti uguali" senza però impegnarsi (per esempio, Grillo è sì un populista qualunquista che urla "sono tutti uguali", ma almeno ha creato un movimento alternativo - OK, a mio parere peggiore dei "tutti uguali", ma almeno ha creato qualcosa, non ha solo urlato "sono tutti uguali" per poi chiudersi in casa e disinteressarsi di tutto).

L'unica antipolitica - che è anche oltretutto antidemocrazia - è quella fatta da chi non vota, da chi non si impegna, da chi se ne frega. Ma poi spesso pretende.

In breve: l'unica vera antipolitica sono l'astensionismo e il menefreghismo. Cioè i primi e più pericolosi nemici della democrazia.

Saluti,

Mauro.

giovedì 19 aprile 2012

È morto Levon Helm

A voi sbarbatelli che leggete, il nome Levon Helm probabilmente non dirà niente, però per me dylanofilo e dylanologo convinto e irrecuperabile, la morte del batterista di The Band - gruppo senza il quale oggi, credetemi, Bob Dylan non sarebbe Bob Dylan - è un grandissimo dolore.

The Weight

Up On Cripple Creek

The Night They Drove Old Dixie Down

Saluti,

Mauro.

martedì 17 aprile 2012

Le parole tradite 1bis

Visto che nessuna/o ha reagito... aspettiamo altre 24 ore...

Saluti,

Mauro.

lunedì 16 aprile 2012

Le parole tradite 1

Oggi voglio porvi un quiz.

Ci sono parole il cui significato, la cui etimologia, viene storpiato, tradito nel corso del tempo. Talvolta bastano pochi decenni, talvolta servono secoli, ma il tradimento alla fine è così completo, così "pulito" che neanche ce ne accorgiamo, anche ragionandoci. Una sorta di delitto perfetto

Negli ultimi tempi, per motivi diversi, mi è capitato di pensare a tre di queste parole: antisemitismo, pedofilia e filosofia.

La mia domanda a voi è: sapete cosa significano (o almeno significavano) veramente queste tre parole, indipendentemente dal modo in cui vengono usate oggi?

Vi do 24 ore di tempo per scrivere le vostre risposte. Domani sera vi darò le mie.

Saluti,

Mauro.

domenica 15 aprile 2012

Morire sul campo

Dopo la morte del giocatore del Livorno Piermario Morosini durante la partita Pescara-Livorno di ieri si sono scatenate - come purtroppo prevedibile - le più disparate campagne mediatiche.
E più o meno esplicitamente è stata tirata in ballo anche l'ombra del doping.

Io non sono un medico, anche se da scienziato qualche opinione in proposito la ho, e quindi invece di sparare le mie cazzate vorrei solo invitarvi a leggere chi di queste cose ne sa qualcosa più di me e le cose che sa le sa anche spiegare, cioè Paolo di Questione della decisioneLa morte improvvisa nell'atleta.
Buona lettura.

Saluti,

Mauro.

sabato 14 aprile 2012

La guerra, l'amicizia, la follia

L'altro ieri, cioè giovedì scorso, ho finito di leggere un romanzo che non mi vergogno a definire un capolavoro. Un romanzo che, se conta la qualità e non il marketing, meriterà di essere letto anche tra 100, 200 o 1000 anni.

Si tratta del romanzo d'esordio dell'autore danese Jussi Adler-Olsen, famoso soprattutto per i suoi gialli incentrati sulla Sezione Q della polizia criminale di Copenaghen guidata dal commissario Carl Mørck.
Questo romanzo d'esordio, pubblicato nel 1997, purtroppo non è stato ancora pubblicato in traduzione italiana.
L'originale danese porta il titolo "Alphabethuset", nella versione tedesca (da me letta) "Das Alphabethaus" e in quella (apparentemente in preparazione) inglese "The alphabet house". Una traduzione italiana letterale sarebbe "La casa alfabetica" o "La casa alfabeto", ma nessuna delle due in realtà renderebbe l'idea.
Comunque, al di là del titolo, il romanzo rimane splendido ed è una vergogna che nessun editore italiano lo abbia ancora tradotto e pubblicato.

La storia comincia nel 1944, quando due piloti inglesi (amici d'infanzia) vengono abbattuti sul territorio tedesco. Riescono a salvarsi e, con varie traversie, a spacciarsi per ufficiali tedeschi feriti nel corpo e nella psiche a causa degli avvenimenti sul fronte.
Finiscono così in un lazzaretto, che di fatto è un manicomio, dove devono continuare a fingere, fino a che uno dei due non riesce a scappare e a ricongiungersi con le truppe alleate.

Alla fine della guerra sembra che quello che non è riuscito a scappare sia morto durante il bombardamento dell'area dove era il lazzaretto... però qui cominciano le sorprese.
Infatti, nel 1972, durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera, il pilota sopravvissuto riesce in qualche modo a riannodare i fili del passato e a scoprire qualcosa di doloroso e incredibile. L'amico creduto morto è invece ancora vivo e rinchiuso in una clinica neurologica tedesca, dove ancora viene creduto un ufficiale tedesco.

È ancora sano oppure è diventato folle dopo tutti gli anni di simulazione? L'amico fuggito e che si è ricostruito una vita ha delle responsabilità per la sua situazione? Simulare la follia rende di fatto folli oppure permette di salvarsi?
Tante domande e nessuna risposta. Ma uno splendido romanzo che spero prima o poi venga tradotto in italiano.

Per ora vi indico gli estremi dell'originale e della traduzone in tedesco che ho letto io. Spero un giorno di potervi indicare anche un'eventuale traduzione in italiano o inglese.

Jussi Adler-Olsen, "Alphabethuset", Cicero, Copenhagen, 1997 (danese)
Jussi Adler-Olsen, "Das Alphabethaus", DTV, München, 2012 (tedesco)

Saluti,

Mauro.

venerdì 13 aprile 2012

Venerdì 13

Oggi è venerdì 13.

Siete superstiziosi? Non temete: a meno che non siate leghisti, non dovrebbe succedervi nulla. Se invece lo siete... non vorrei essere nei vostri panni.
Ma non vorrei esserlo neanche sabato 14, domenica 15 e così via :-)

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 aprile 2012

In che lingua si legge

Come molti dei miei pochi lettori sanno, io sono un appassionato di letteratura gialla scandinava (va beh, in realtà sono appassionato di letteratura in generale, non solo gialla e non solo scandinava, ma questo ora ci porta fuori tema).
Gli autori scandinavi cerco sempre di leggerli in tedesco. E questo stupisce chi lo nota. Sembra che, essendo io non tedesco, in tedesco debba poter leggere solo autori tedeschi. Tutti gli altri in italiano oppure, al limite (ma proprio al limite), in inglese.

E invece no. Io mi stupisco di questo stupore (che tutto sommato trovo anche un po' razzistico).
Io posso permettermi di leggere testi impegnativi, lunghi in tre lingue: italiano, tedesco e inglese (cosine brevi, non troppo difficili anche in francese e olandese... ma ciò esclude romanzi seri e saggistica impegnata, quindi queste due lingue ora dimentichiamole).

E allora?, direte voi. Cosa c'entra con gli autori scandinavi?
C'entra, c'entra. Perché se io devo leggere, per esempio, un romanzo spagnolo prediligo leggerlo in traduzione italiana, mentre un romanzo svedese preferisco leggerlo in traduzione tedesca.
E perché? Molto semplice: italiano e spagnolo sono imparentati, quindi un buon traduttore italiano renderà quel romanzo spagnolo sempre meglio di un buon traduttore tedesco, e a loro volta svedese e tedesco sono imparentati, quindi in questo caso un buon traduttore tedesco renderà quel romanzo svedese sempre meglio di un buon traduttore italiano. Tutto qui.

Quindi i miei amati scandinavi continuerò a leggermeli in tedesco.
E continuerò a dover sopportare lo stupore dei tonti (eufemismo).

Saluti,

Mauro.

martedì 10 aprile 2012

Roma legona, Lega ladrona

Lo slogan è sempre stato "Roma ladrona".
E qualcuno ha capito presto che lo slogan serviva solo a distogliere l'attenzione dalla "Lega ladrona". Qualcuno, purtroppo non tutti, purtroppo forse non tanti.

Ora, a parte il fatto che Tangentopoli ci ha insegnato che il furto politico moderno in Italia generalmente comincia a Milano e non a Roma, questo slogan ripetuto fino all'ossessione ha illuso molti - anche antileghisti - che la Lega sì faceva schifo, ma lo faceva per altri motivi (razzismo, egoismo, ristrettezza mentale, ecc., ecc.).
Molti - anche antileghisti - si illudevano che sotto il punto di vista "furti di/al partito" la Lega fosse veramente di un'altra schiatta rispetto ai partiti classici. E ora gli tocca aprire gli occhi, svegliarsi.

Per questo tutti i furti, tutti gli arricchimenti grazie alla politica vanno combattuti e condannati senza se e senza ma... però mentre agli altri partiti non concedo attenuanti, alla Lega mi permetto di concedere aggravanti.

Saluti,

Mauro.

domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua

Beh, come sapete io non sono credente, ma Buona Pasqua ve la auguro lo stesso.
Perché? Perché, mentre il Natale è la festa del commercio, del consumismo, del capitalismo e del liberismo e non ha niente a che vedere con valori e morale, la Pasqua - a fatica e lottando con le unghie e con i denti - qualcosa di valori e di morale continua a conservarlo (magari non saranno i valori e la morale di tutti, anzi, ma sono pur sempre valori e morale).
Non durerà a lungo, ma finché dura, va quindi sostenuta.

Buona Pasqua.

Saluti,

Mauro.

venerdì 6 aprile 2012

Piegarsi alla prepotenza

Come già scrissi tempo fa (Bicicletta selvaggia) i ciclisti pretendono che il codice della strada valga per tutti, ma non per loro.

Ora hanno ottenuto anche la legalizzazione della propria prepotenza: In bici contromano? Adesso si può.

Del resto in un paese dove le lobbies finanziarie sono riuscite a far depenalizzare il falso in bilancio è logico che anche in casi come questi è più facile legalizzare l'illegalità e la prepotenza che combatterle e istruire le nuove generazioni a rispettare le leggi (codice della strada compreso).

Saluti,

Mauro.

martedì 3 aprile 2012

Germania e Grecia (e non solo)

Storia interessante, che - lo ammetto - non conoscevo bene.

Tenendo anche conto di tante altre cose (forse ne scriverò prossimamente), ciò dimostra che moralmente ma anche pragmaticamente la Germania non dovrebbe avere il diritto di dettare l'agenda anti-crisi (anche perché in realtà masochisticamente l'agenda tedesca è pro-crisi).

Saluti,

Mauro.

lunedì 2 aprile 2012

Col cavolo che chiudo :-)

Valutando il tono di un paio di sms che mi sono arrivati e notando il fatto che due lettori (o lettrici) fissi mi hanno lasciato, direi che il pesce d'aprile di ieri è stato fin troppo credibile :-)

Saluti,

Mauro.

domenica 1 aprile 2012

Questo blog chiude

Non c'è più motivo di andare avanti.

Ringrazio tutti i lettori/lettrici di questi anni.

Saluti,

Mauro.