mercoledì 24 maggio 2023

È di moda... ma non esiste, o quasi

Il tè è sempre fonte di "casini" linguistici.
Vi ricorderete forse il mio articolo sulla teina e sul tè deteinato.
Da qualche anno ne sta però dilagando un altro.

Da qualche tempo è diventato di moda il "chai".
Ma... il chai ha un bel nome, esotico, orientale (e questo per gli occidentali ascientifici e bioignoranti è garanzia in sé di qualità), ma niente altro che quello.

"Chai" è un termine indiano che significa semplicemente... tè.
E deriva dal cinese "chá" (茶).
Un'ottima spiegazione etimologica la si trova qui, sulla wikipedia in inglese.

E quindi?
Quindi chi vi sta vendendo del chai, vi sta semplicemente vendendo del tè.
E se vi dovesse vendere qualcosa di diverso dal tè... o vi imbroglia o non sa neanche lui cosa vi sta vendendo.
Tutto qui.

Saluti,

Mauro.

sabato 20 maggio 2023

Nessuno vuole salvare il pianeta

Semplicemente perché non c'è nessun pianeta da salvare.
Il pianeta, la Terra, si salva da solo, come fa del resto da miliardi di anni.

Ciò che governi, ambientalisti o quant'altro vogliono salvare (sia che lo facciano sinceramente, sia che si tratti solo di blabla) è l'umanità.
L'antroposfera.
O al limite (visto che certi ambientalisti amano la natura ma odiano l'essere umano) la biosfera come la conosciamo oggi, però senza esseri umani.

Ma la biosfera stessa è costantemente cambiata, fin da quando è nata!
Neanche lei è da salvare: lei non muore. Cambia, si adatta.

Prima che mi fraintendiate: io stesso sono per la salvezza dell'umanità e la protezione della biosfera.
Ergo io sono per qualsiasi intervento per limitare e se possibile correggere i danni antropici all'ambiente.

Ma non sopporto che si dica di voler salvare il pianeta.
Il pianeta si salva da solo. Non muore. Cambia.

Saluti,

Mauro.

venerdì 19 maggio 2023

Orecchio musicale

Io non mi sono mai considerato una persona musicale.
Sì, amo la musica (ma da ascoltatore) e quasi quarant'anni fa studiai un po' di chitarra classica (ma saranno comunque trent'anni che non prendo più in mano la chitarra).
E al di là di ciò, non ho mai ritenuto di avere un vero orecchio musicale (basta sentirmi quando canto: la convenzione di Ginevra la considera tortura).

Oggi ho scoperto questo quiz su YouTube:

E ho voluto mettermi alla prova.

Su quindici domande ne ho sbagliate solo due: la 11 e la 14.
Ma mentre la 11 la ho sbagliata di brutto (ero convinto della mia risposta), sulla 14 sono stato indeciso, ero dubbioso.
Direi niente male per uno che non ha orecchio 😊

Saluti,

Mauro.

domenica 14 maggio 2023

La guerra e la diplomazia

Ieri su Twitter ho pubblicato un thread sulla diplomazia relativamente al conflitto in Ucraina.
Qui lo ripubblico come testo unico, correggendo gli errori di battitura e cercando di renderlo più leggibile.

Il mio è un ragionamento su quanto sta succedendo dietro le quinte relativamente al conflitto.
Lasciamo per un attimo da parte torti e ragioni e chi e perché si schiera da una parte o dall'altra e riflettiamo solo sulla richiesta di negoziati, di diplomazia al posto delle armi.
Ecco, chi fa questa richiesta non ha studiato la storia.

E no, non è che la storia insegna che la diplomazia non serva o che non debba intervenire.
Proprio per niente. Anzi esattamente l'opposto. La storia insegna che la diplomazia deve intervenire e che non deve aspettare che i combattimenti si fermino per farlo.
La storia (almeno dalla fine dell'epoca napoleonica) insegna che la diplomazia è sempre in moto.

Anche nelle fasi peggiori delle varie guerre le diplomazie hanno continuato a lavorare, a parlarsi, anche se spesso non direttamente, bensì per interposta persona.
Persino durante la seconda guerra mondiale! Persino durante le sue ultime settimane!
Pensate che persino Göring a Reich ormai quasi caduto provò la via della diplomazia. E i diplomatici alleati ascoltarono, non si tapparono le orecchie, anche se poi la cosa non portò a niente.

Che poi il lavoro della diplomazia porti frutti o meno, porti pace e giustizia o meno, beh, questo è ovviamente un altro punto.
La diplomazia può fallire.
La diplomazia può arrivare a risultati discutibili.
E anche quando ha successo non può accontentare tutti.
Ma non sta mai ferma, neanche durante le fasi peggiori dei peggiori conflitti.

È chiaro che in situazioni come quella ucraina i contendenti non possano parlarsi direttamente, neanche dietro le quinte.
Ma si sta lavorando per interposta persona.
Credete proprio che la NATO oltre che armi non mandi in giro anche diplomatici?
E poi lo vedete anche voi: persone come Guterres, Xi o Bergoglio - tra le altre - stanno lavorando (e no, non venitemi a dire cose come "ma stanno dalla parte sbagliata" o "ma fanno i loro interessi" o simili... sarà anche vero, ma stanno comunque cercando di fermare o almeno limitare il conflitto, anche se magari lo fanno male).

Insomma, chi chiede che intervenga la diplomazia... sta chiedendo quello che già sta succedendo. Fin dal primo giorno.
E che succede sempre, in ogni conflitto, almeno da dopo Napoleone.

Per questo dovrebbe (ri)studiare la storia.

Saluti,

Mauro.

martedì 9 maggio 2023

I colori svedesi dei genovesi

C'è una squadra di calcio, famosissima e spesso vincente, che come soprannome ha "Los Xeneizes", cioè "I Genovesi".
Non è la squadra di Genova, il Genoa, e neanche la seconda squadra della città, la Sampdoria. E neanche qualche squadra cittadina minore.
No, non ha sede a Genova.
Anche se questa squadra è sorella del Genoa. I legami tra lei e il Genoa sono forti, fortissimi (il Genoa fondato nel 1893, lei nel 1905).

No, per trovare "I Genovesi" nel calcio bisogna andare oltreoceano.
In Argentina, a Buenos Aires, nel quartiere della Boca.

Perché questa squadra è il Boca Juniors.
La squadra del quartiere della Boca.
Ai tempi della fondazione della squadra il quartiere portuale della città, abitato soprattutto da italiani. Per la precisione in particolare piemontesi e liguri. Con una certa preminenza genovese.
Squadra fondata da emigranti italiani.

Inciso
Alla Boca, a Buenos Aires, è nato anche il mio nonno materno, poi tornato in Italia.
Inciso chiuso

Ma il Boca Juniors ha colori strani: giallo e blu.
Nessun legame con la bandiera italiana: verde, bianco, rosso.
Nessun legame con i colori di Genova: bianco e rosso.
Nessun legame con i colori del Genoa: rosso e blu.
E neanche coi colori dell'allora casa regnante italiana: azzurro.

Perché giallo e blu?
Bene, i fondatori non riuscivano a mettersi d'accordo sui colori da scegliere per la divisa. Vero che erano tutti italiani (praticamente tutti genovesi, per di più), ma avevano idee diverse sui colori da scegliere.
Provvisoriamente venne scelta una divisa bianconera per facilità di reperibilità, ma nessuno voleva una cosa simile come definitiva (e no, la Juventus non c'entra... non la volevano perché era troppo banale, troppo comune).
Quindi, essendo gente di porto, decisero un giorno di vedere quale nave per prima entrasse a Buenos Aires e quale bandiera portasse. E di scegliere i colori di quella bandiera.
Quel giorno la prima nave a entrare in porto fu una nave svedese. E la bandiera svedese è giallo e blu.

Per questo la squadra più genovese del mondo dopo il Genoa porta i colori della... Svezia.

Saluti,

Mauro.

sabato 6 maggio 2023

I bronzi Da Passano a Kassel

I Da Passano sono (erano) una delle famiglie storiche di Genova.
Ancora oggi si trova il suo nome in strade, scuole e altro in giro per la città e nel Levante ligure (di cui erano originari).

Ma nello scorso fine settimana ho ritrovato i Da Passano anche a Kassel (Assia, Germania).

I Da Passano, come tutte le famiglie patrizie e borghesi dell'epoca erano anche collezionisti d'arte.
E parte della loro collezione è ora a Kassel, nella collezione di antichità del castello di Wilhelmshöhe.
Il 20 luglio 1756 a Genova venne infatti firmato un contratto tra la margravia Lucrezia de' Signori Da Passano e l'inviato dei signori dell'Assia Johann August Nahl per la vendita di sei sculture bronzee copie di (o ispirate ad) antiche sculture greche.

Qui copia del contratto esposta nel museo già citato:

Le sculture in questione rappresentano:
- Una Venere
- Un Mercurio
- Un Fauno
- Un Idolo
- Un arrotino
- Due figure in lotta tra loro.

Tre di queste sono ora esposte al pubblico a Wilhelmshöhe.

Un Idolo.


Un Fauno.

Un Arrotino.

Saluti,

Mauro.

martedì 2 maggio 2023

L'ignoranza e il nazismo

Chi mi conosce sa che sono di sinistra e che contro nazismo e fascismo ho reazioni allergiche.

Ma quando li vedo tirati in ballo dove non c'entrano nulla, mi incazzo. Perché l'ignoranza è peggio di nazismo e fascismo, anzi ne è la madre.

Oggi la CGIL e poi Repubblica, nella sua edizione palermitana, hanno pestato una m***a bella grande. E non se ne sono resi conto.


Il simbolo incriminato è la Croce di Ferro.
Un simbolo introdotto dal Regno di Prussia nel 1813.

Il nazismo è arrivato nel 1933 (anche se ha mantenuto il simbolo, come però avevano fatto anche l'Impero Tedesco e la Repubblica di Weimar prima di lui).

D'accordo, con Palermo e la sua storia non c'entra nulla (e questo dovrebbe bastare a renderlo fuori luogo), ma perché tirare fuori il nazismo quando non c'entra?

Saluti,

Mauro.

A zonzo per Kassel

A Kassel troviamo la tomba di uno dei pionieri del grande Genoa...


A Kassel certe piante sembrano crocifisse...


E il picconatore Cossiga si sentirebbe a casa...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Tutti gli A zonzo per...