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lunedì 16 giugno 2025

Non giudicate l'autore/autrice

Quando leggete qualcosa (qualsiasi cosa: un tweet, un blog, un articolo, un libro, ecc.) cercate di nascondere a voi stessi l'autore/autrice.
Giudicate, valutate quello che leggete, le fonti che porta, la logica del discorso. Non l'autore/autrice.
Anche uno stronzo può scrivere cose giuste e condivisibili e anche una persona seria può scrivere cose sbagliate e condannabili.

Un tweet, un articolo, ecc. non può ovviamente cambiare il giudizio generale sulla persona che lo ha scritto. Ma allo stesso tempo un tweet, un articolo, ecc. non va giudicato in base a chi lo ha scritto.
Va giudicato in base a quel che contiene, in base a quel che dice. E a nient'altro.

Del resto, se ci pensate bene, è proprio questo il senso di cose come la peer review, il doppio cieco e simili.

Saluti,

Mauro.

sabato 29 marzo 2025

Riscopriamo la geografia

Purtroppo la scuola sta, quasi ovunque, abdicando al suo ruolo di insegnare a pensare, a capire, a ragionare.
Perché è questo il primo ruolo della scuola. Non inculcare nozioni (che sono sì necessarie, chi lo nega non sa cosa dice, ma lo sono se funzionali a quanto scritto nel capoverso iniziale di questo articolo, non in sé stesse).

Ovviamente le due materie fondamentali e imprescindibili sono la lingua (quindi italiano in Italia, tedesco in Germania, francese in Francia, eccetera) e la matematica.
Su questo non ci piove, qui sto solo scoprendo l'acqua calda.

Però c'è una terza materia che a mio parere è assolutamente fondamentale, ma che è sempre meno considerata, sempre più picconata.
La geografia.

Adesso molti di voi strabuzzeranno gli occhi, diranno: "Cosa ha di fondamentale sapere qual è la capitale dell'Uganda o quanti abitanti ha la Bolivia?".
E mettendola così avreste anche ragione. Peccato che non stiate parlando di geografia. Almeno non della vera geografia.

Geografia è prima di tutto saper leggere e capire una carta geografica.
Se lo sapete fare riuscirete a capire perché una determinata regione, un determinato paese, un determinato continente ha avuto la storia che ha avuto, capirete la sua economia, i suoi rapporti internazionali (o anche intranazionali), le sue guerre prima ancora di studiare storia, economia, politica, eccetera.

Un esempio banale? La Germania.
Guardate la sua posizione (sia prima come Prussia che poi come Germania) in Europa, i suoi confini (o non confini) naturali e capirete molto della sua storia prima ancora di studiarla, nazismo compreso.
E cito la Germania perché è l'esempio più palese qui in Europa, dove vivo, ma in realtà è solo uno dei tanti esempi, nulla di poi così speciale.

Rifletteteci.

Saluti,

Mauro.

sabato 2 dicembre 2023

Io mi sto stancando

Io mi sto stancando di leggere ma anche (soprattutto) di scrivere del conflitto israelo-palestinese. Ma non perché non sia importante o non mi interessi o non abbia nulla da dire. È un tema importantissimo. E da dire ne avrei molto. Ma... Ma non è un tema sul quale si possa discutere civilmente, non è un tema dove viene commentato (positivamente o negativamente non importa) ciò che effettivamente scrivi. Non è un tema dove poter distinguere, dove poter parlare di cose concrete. Non è un tema in cui puoi permetterti di riconoscere torti e ragioni, diritti e delitti di entrambe le parti. È un tema dove esiste solo il manicheismo. Se ammetti il diritto di Israele di esistere, automaticamente vieni accusato di voler sterminare i palestinesi. Se ammetti il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, automaticamente vieni accusato di voler distruggere Israele. No, io non ci sto. Israele ha diritto di esistere. I palestinesi hanno diritto a un loro Stato. E io, nel mio piccolo, lotto per entrambe le cose. Ma a quanto pare ciò non è accettabile. O Israele o Palestina. No. Io non ci sto. Quindi non scriverò più sul conflitto israelo-palestinese (a meno che su singoli episodi indipendenti dal contesto). A me piace ragionare, capire. Il manicheismo lo lascio agli ignoranti, ai violenti. Ai terroristi di entrambe le parti. Io mi tiro fuori. Non gioco più. Saluti,

Mauro.

giovedì 11 febbraio 2021

Quello che si scrive, quello che si legge e quello che si interpreta

Io le donne su una cosa non le capisco.
OK, magari non le capisco anche su altre cose, ma sinceramente su questa in particolare.
E in questa non le capisco non per colpa mia, ma perché loro non vogliono farsi capire!
Per questo mi fa particolarmente incazzare.

Se vogliono farti capire A, loro scrivono o dicono B. E si incazzano se tu capisci B. E se gli chiedi di spiegarsi meglio usano C. Sempre per farti capire A. Ma se tu leggi B, capisci B. E se leggi C, capisci C.
A lo capisci se leggi A!
Se vogliono farti capire A... perché non possono dirti A?
Io capisco quello che tu dici o scrivi, non quello che pensi (o meglio... spesso capisco anche quello che pensi, ma di quello non posso comunque averne certezza, di quello che dici e, soprattutto, scrivi invece sì).

Ma peggio ancora è quando sei tu a scrivere o parlare e loro a dover capire.
Tu scrivi A e, ovviamente, intendi A.
Quella A, altrettanto ovviamente, può anche essere sbagliata. Nessuno è perfetto.
Ma perché, se ritengono che quella A sia sbagliata, non possono semplicemente dirti: "No, guarda, sbagli, è B, non A"?
Invece si mettono a interpretare... pensano, ma se ha scritto/detto A forse vuol dire che c'è dietro C o che ha capito D...
No!
Se ho scritto/detto A... c'è solo A. Punto. Sbagliata o giusta che sia A.
Dovete leggere, non interpretare!

Care donne, noi maschietti siamo semplici... e in fondo lo è anche la vita. Magari è dura, stronza, bastarda (anzi, lo è proprio, senza magari)... ma comunque semplice.
Perché dovete sempre complicare tutto?

Saluti,

Mauro.

mercoledì 27 dicembre 2017

Cose che solo a Monaco

L'ultima edizione del giornale. E dove leggerla gratis.


Saluti,

Mauro.

lunedì 19 giugno 2017

Le persone non leggono quello che scrivi

Ma quello che loro decidono tu abbia scritto.

Mi spiego con un esempio.

Recentemente ho sostenuto su Twitter che 25 anni fa la Lega Nord veniva vista da molti giornalisti e politologi come la nuova sinistra (esattamente come il M5S più di recente).
Questa affermazione è stata fortemente contestata.
E fin qui tutto bene: se ho detto una cosa sbagliata è giusto contestarla (e al limite anche contestarmi, se lo si fa in toni civili).
Il problema sono gli argomenti usati per contestarla.
Il ritornello era: come puoi affermare che la Lega fosse di sinistra? La Lega è di destra!
Ergo, questi contestatori non hanno letto ciò che ho scritto, ma ciò che (per chissà quali recondite ragioni, visto che il mio pensiero sulla Lega è chiaro e ben noto) si aspettavano di leggere.

Se vuoi contestarmi, devi prima imparare a leggere: io ho scritto che molti politologi e giornalisti ritenevano la Lega la nuova sinistra, non ho sostenuto che la Lega lo fosse.
Non è vero che molti giornalisti e politologi lo sostenevano? Bene dimmelo, ma non dirmi che io sostengo ciò, visto che non lo ho fatto.

E soprattutto non continuare a dirlo dopo che te lo ho spiegato anche con altre parole (come ho effettivamente fatto).
La prima volta credo, logicamente, di essermi spiegato male io, la seconda magari anche... ma alla terza è chiaro che il problema sei tu, non io.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Questo è solo l'esempio "fresco". Mi è capitato anche altre volte su altri argomenti e vedo che capita a tante altre persone, non solo a me.

giovedì 12 gennaio 2017

Analfabetismo e analfabetismo funzionale

Oggigiorno l'analfabetismo funzionale è un problema (e non solo in Italia).

Un problema di cui non si parla è però la confusione che l'informazione fa tra analfabetismo tout court e analfabetismo funzionale.
Due cose diverse tra loro, ma che la stampa comincia a farci credere che siano la stessa cosa.

La differenza però c'è. E non è piccola.

L'analfabetismo tout court significa non saper leggere e scrivere. E, per lo meno in Europa, è quasi scomparso (purtroppo solo quasi).
L'analfabetismo funzionale significa saper leggere e scrivere, ma non saper capire quello che si legge.

E no, non è neanche un problema "cronologico", cioè prima impari a leggere e scrivere e poi a capire.
Potrei presentarvi un sacco di persone che leggono con difficoltà, ma che una volta letto dimostrano di aver capito quanto letto. E altrettante persone che leggono scioltamente ma alla fine non hanno capito un belino di quanto letto (anche laureati...).

Il fatto è che l'analfabetismo tout court riguarda l'istruzione, quello funzionale la cultura.
E per quanto istruzione e cultura abbiano molti punti di contatto, non sono sinonimi, non sono la stessa cosa.

L'istruzione puoi imporla per legge (e i paesi civili infatti lo fanno).
La cultura devi promuoverla, non puoi imporla. Ed è molto più faticoso (per questo quasi nessun paese - civile o non civile che sia - lo fa).

Saluti,

Mauro.