Nei giorni scorsi molti giornali italiani hanno parlato del bambino che non fa paura alle marmotte. Cito l'articolo del Corriere della Sera (che presenta anche una bella foto come prova) e non gli altri (comunque, tutti su questa falsariga), perché questo è stato scritto non da un giornalista qualsiasi, bensì da un etologo, Danilo Mainardi, quindi da uno che dovrebbe saperne qualcosa.
E spara paroloni e circonlocuzioni come consapevolezza della diversità esistente tra le loro due specie, imprinting, socializzazione secondaria, ecc.
Il tutto per spiegare il fatto che il bambino abbia senza di fatto fare nulla conquistato la fiducia del gruppo di marmotte, che normalmente rifuggono l'essere umano come la peste.
Però sinceramente la storia a me puzza. Troppo bella, troppo estiva, troppo tutto. Puzza, non ci credo.
Cerco in rete sui siti austriaci (la storia avviene sul massicio austriaco del Großglockner - e non Grosslockner come lo chiama Mainardi) e all'inizio trovo solo conferme.
O meglio trovo una conferma, dalla rivista gratuita Heute, poi copiata da tutti (o quasi) gli altri media austriaci e poi internazionali. Ma la credibilità di Heute è paragonabile a quella di Chi in Italia... quindi la cosa continua a puzzarmi.
E finalmente oggi ho successo, grazie al blog austriaco Skensegeng, che ieri ha pubblicato l'articolo Ein Murmeltier als Ente, cioè Una marmotta come bufala (quella che per noi italiani, in senso giornalistico, è una bufala, per i tedescofoni è un'anatra, cioè Ente).
L'autore del blog non ha fatto altro che recarsi a sua volta sul Großglockner, andare nel posto dove risiede il gruppo di marmotte e... fare le stesse cose che ha fatto il bambino, a cui le marmotte hanno reagito allo stesso modo in cui hanno reagito col bambino. E lo dimostrano le foto che ha pubblicato nell'articolo (che ritraggono lui e altre persone a contatto diretto con i grossi e simpatici roditori).
Anche se non sapete il tedesco, le foto credo possiate capirle lo stesso :-)
Vi traduco solo un pezzo, significativo, dell'articolo, riportando prima l'originale in tedesco.
Am Großglockner - das klingt so richtig nach unberührter Natur. Aber: In unmittelbarer Nähe einer Straße,
die jeden Sommer von mehreren hunderttausend Fahrzeugen befahren wird,
ist die Natur nicht so ganz belassen, wie man sich das vorstellen
möchte. Schon gar nicht, wenn in diesen Autos Leute sitzen, die mit
ungesundem Zeug wie Mozartkugeln, Wurstsemmeln oder Keksen nach den
Tieren werfen.
Kurz gesagt: Speziell im Bereich der Kaiser Franz Josefs-Höhe (wo die
Fotos von Matteo gemacht wurden - so wie auch meine Fotos unten) sind
die Murmeltiere seit Jahrzehnten handzahm.
Traduzione:
Sul Großglockner - suona come natura incontaminata. Però: Nelle immediate vicinanze di una strada, che ogni estate viene percorsa da varie centinaia di migliaia di veicoli, la natura non è poi così lasciata a sé stessa, come uno si potrebbe immaginare. Soprattutto quando in queste auto siedono persone, che lanciano agli animali cose malsane tipo i cioccolatini Mozart, panini con la salsiccia o biscotti.
In breve: specialmente nella zona della Cima dell'Imperatore Francesco Giuseppe (dove sono state scattate le foto di Matteo - così come anche le mie) le marmotte sono da decenni estremamente docili.
Ma l'articolo sarebbe da tradurre completamente. Ora me ne manca il tempo. Forse in futuro.
Comunque credo che il messaggio sia chiaro.
Saluti,
Mauro.
giovedì 30 agosto 2012
martedì 28 agosto 2012
Prendere le distanze (senza avere il metro)
Leggo che Tizio, Caio e Sempronio stanno prendendo le distanze da
Bersani perché ha paragonato Grillo ai fascisti (leggenda metropolitana,
comunque: Bersani non ha paragonato Grillo ai fascisti, ma il
linguaggio di Grillo a quello dei fascisti... e la differenza non è solo
formale).
In questo caso comunque è giusto prendere le distanze da Bersani.
Perché offendere gratuitamente e inutilmente i fascisti, quando ci sono tanti fatti concreti su cui attaccarli e metterli all'angolo senza bisogno di insultarli paragonandoli a Grillo?
Saluti,
Mauro.
In questo caso comunque è giusto prendere le distanze da Bersani.
Perché offendere gratuitamente e inutilmente i fascisti, quando ci sono tanti fatti concreti su cui attaccarli e metterli all'angolo senza bisogno di insultarli paragonandoli a Grillo?
Saluti,
Mauro.
domenica 26 agosto 2012
Che cos'è la comunicazione?
Oggi Marco Cagnotti su Stukhtra ha spiegato alla grande, e in poche parole (cosa che non guasta assolutamente) cosa è - o almeno come dovrebbe essere - la comunicazione:
Non nutro grande simpatia per le facoltà di Scienze della Comunicazione. Nonostante io stesso insegni comunicazione all’università. Il motivo è semplice: la comunicazione non può vivere di vita propria. Se impari a comunicare ma non hai nulla da comunicare… che cazzo comunichi? Per questo esorto i miei studenti a studiare qualcosa… qualsiasi cosa, non importa se Fisica o Scienze Politiche… cioè a farsi una cultura, e dopo, se proprio ci tengono, se davvero vogliono darsi alla comunicazione, al giornalismo, alla divulgazione, frequentare un master di secondo livello o un corso di specializzazione. Ma solo dopo. Altrimenti, se partono subito solo con la comunicazione, impareranno a fare le scatole e a infiocchettarle come splendidi pacchetti regalo, ma non avranno alcuna idea di che cosa ci si può mettere dentro: dipenderanno sempre da altri per produrre dei contenuti.
L'articolo da cui ho tratto queste righe si intitola "Il target, cazzo!" e parla di un libro che non ho (ancora) letto e che quindi non posso giudicare.
Comunque quelle righe di Cagnotti che ho citato, stampatevele in testa, cazzo! :-)
Saluti,
Mauro.
Non nutro grande simpatia per le facoltà di Scienze della Comunicazione. Nonostante io stesso insegni comunicazione all’università. Il motivo è semplice: la comunicazione non può vivere di vita propria. Se impari a comunicare ma non hai nulla da comunicare… che cazzo comunichi? Per questo esorto i miei studenti a studiare qualcosa… qualsiasi cosa, non importa se Fisica o Scienze Politiche… cioè a farsi una cultura, e dopo, se proprio ci tengono, se davvero vogliono darsi alla comunicazione, al giornalismo, alla divulgazione, frequentare un master di secondo livello o un corso di specializzazione. Ma solo dopo. Altrimenti, se partono subito solo con la comunicazione, impareranno a fare le scatole e a infiocchettarle come splendidi pacchetti regalo, ma non avranno alcuna idea di che cosa ci si può mettere dentro: dipenderanno sempre da altri per produrre dei contenuti.
L'articolo da cui ho tratto queste righe si intitola "Il target, cazzo!" e parla di un libro che non ho (ancora) letto e che quindi non posso giudicare.
Comunque quelle righe di Cagnotti che ho citato, stampatevele in testa, cazzo! :-)
Saluti,
Mauro.
sabato 25 agosto 2012
giovedì 23 agosto 2012
Posso farmi pubblicità?
Sì? Grazie :-)
Voi che leggete qui i miei articoli, ogni tanto andate anche a dare un'occhiata alle mie poesie.
Saluti,
Mauro.
Voi che leggete qui i miei articoli, ogni tanto andate anche a dare un'occhiata alle mie poesie.
Saluti,
Mauro.
Il Celeste (anche se io lo vedo di un altro colore)
Il Celeste, come viene ironicamente definito Roberto Formigoni dai (numerosi e generalmente dalla parte della ragione) detrattori, sembra in mezzo ai guai.
A parte il fatto che, colpevole o innocente che sia, molto probabilmente se ne tirerà fuori (del resto uno che è al quarto mandato da presidente della regione Lombardia mentre la legge ne consente al massimo due, qualche santo in paradiso pur lo avrà), quello che mi "impressiona" è altro.
Ultimamente sto leggendo con particolare attenzione le vicende che lo riguardano (io non sono lombardo, ma la Lombardia è pur sempre la regione più importante d'Italia e per di più legata a filo doppio con la mia regione, la Liguria), ma soprattutto ciò che lui fa e dice.
E sono arrivato a una conclusione.
Formigoni poteva essere considerato un politico disonesto, un farabutto, un mafioso (lui è membro di Comunione e Liberazione e Comunione e Liberazione è, per lo meno moralmente visto il suo comportamento nel mondo economico-politico, in Lombardia quello che Cosa Nostra è in Sicilia o la 'Ndrangheta in Calabria, che vi piaccia o no).
Oggi Formigoni è anche un'altra cosa. Un malato di mente.
Perché se leggete tutte le sue dichiarazioni degli ultimi mesi vi accorgerete che sono dichiarazioni di uno che ha perso ogni contatto, ogni relazione con la realtà.
Non si tratta più di uno che mente, che racconta frottole. Si tratta proprio di uno che non sa quello che dice, che è prigioniero di una realtà parallela.
Formigoni era un caso politico e giudiziario.
Formigoni ora è soprattutto un caso psichiatrico.
Saluti,
Mauro.
A parte il fatto che, colpevole o innocente che sia, molto probabilmente se ne tirerà fuori (del resto uno che è al quarto mandato da presidente della regione Lombardia mentre la legge ne consente al massimo due, qualche santo in paradiso pur lo avrà), quello che mi "impressiona" è altro.
Ultimamente sto leggendo con particolare attenzione le vicende che lo riguardano (io non sono lombardo, ma la Lombardia è pur sempre la regione più importante d'Italia e per di più legata a filo doppio con la mia regione, la Liguria), ma soprattutto ciò che lui fa e dice.
E sono arrivato a una conclusione.
Formigoni poteva essere considerato un politico disonesto, un farabutto, un mafioso (lui è membro di Comunione e Liberazione e Comunione e Liberazione è, per lo meno moralmente visto il suo comportamento nel mondo economico-politico, in Lombardia quello che Cosa Nostra è in Sicilia o la 'Ndrangheta in Calabria, che vi piaccia o no).
Oggi Formigoni è anche un'altra cosa. Un malato di mente.
Perché se leggete tutte le sue dichiarazioni degli ultimi mesi vi accorgerete che sono dichiarazioni di uno che ha perso ogni contatto, ogni relazione con la realtà.
Non si tratta più di uno che mente, che racconta frottole. Si tratta proprio di uno che non sa quello che dice, che è prigioniero di una realtà parallela.
Formigoni era un caso politico e giudiziario.
Formigoni ora è soprattutto un caso psichiatrico.
Saluti,
Mauro.
martedì 21 agosto 2012
Quanto vale un'azienda? - Una precisazione
Che poi, al di là di quale che sia il miglior parametro per valutare il valore di un'azienda, in realtà Apple questo record neanche lo ha conquistato.
Infatti ha sì superato nominalmente il valore raggiunto da Microsoft nel 1999... però se ricalcoliamo il valore di Microsoft considerando l'inflazione degli anni tra il 1999 e il 2012, questo valore rimane superiore a quello attuale di Apple.
Però per i titoli dei giornali (e anche per i blogger, me compreso, lo ammetto) il valore nominale è un ottimo specchietto per le allodole.
Saluti,
Mauro.
Infatti ha sì superato nominalmente il valore raggiunto da Microsoft nel 1999... però se ricalcoliamo il valore di Microsoft considerando l'inflazione degli anni tra il 1999 e il 2012, questo valore rimane superiore a quello attuale di Apple.
Però per i titoli dei giornali (e anche per i blogger, me compreso, lo ammetto) il valore nominale è un ottimo specchietto per le allodole.
Saluti,
Mauro.
lunedì 20 agosto 2012
Quanto vale un'azienda?
Oggi a Wall Street Apple è diventata l'azienda col più alto valore di mercato (cioè il valore totale delle azioni) della storia, battendo il record del 1999 di Microsoft.
Secondo la radio tedesca da cui ho appreso la notizia il valore è di 622 miliardi di dollari. Sulla Repubblica leggo ora 623 miliardi.
Miliardo più, miliardo meno, una bella cifretta.
Però, quanto vale veramente un'azienda?
Quanto sopra è il valore momentaneo delle azioni di Apple, ma è il valore delle azioni un indicatore realistico del vero valore dell'azienda (sto usando Apple come spunto, ma il mio discorso vale per qualsiasi azienda quotata in borsa, in qualsiasi borsa, non solo a Wall Street)?
Oppure si potrebbe riferirsi al fatturato dell'azienda (35 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre che portano a un 140 miliardi su base annuale, mettiamo anche - esagerando - 200 miliardi nell'ipotesi che il trimestre di cui sopra sia stato il peggiore dell'anno)?
Oppure bisogna tenere conto dell'attivo (8,8 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre, quindi ragionando come sopra circa 35 o 50 miliardi su base annuale)?
Oppure bisogna calcolare il patrimonio effettivo dell'azienda, cioè la somma della sua liquidità, del suo patrimonio immobiliare, delle sue scorte e dei suoi brevetti (che non conosco, ma di sicuro è ben inferiore ai 600 e passa miliardi delle azioni, anche se i il valore dei brevetti non è poi così facile da analizzare)?
Oppure ancora altro che ora mi sfugge?
Io sinceramente non lo so... ma a occhio il valore momentaneo delle azioni mi sembra comunque il metro di giudizio meno serio per valutare il valore reale di un'azienda.
Saluti,
Mauro.
Secondo la radio tedesca da cui ho appreso la notizia il valore è di 622 miliardi di dollari. Sulla Repubblica leggo ora 623 miliardi.
Miliardo più, miliardo meno, una bella cifretta.
Però, quanto vale veramente un'azienda?
Quanto sopra è il valore momentaneo delle azioni di Apple, ma è il valore delle azioni un indicatore realistico del vero valore dell'azienda (sto usando Apple come spunto, ma il mio discorso vale per qualsiasi azienda quotata in borsa, in qualsiasi borsa, non solo a Wall Street)?
Oppure si potrebbe riferirsi al fatturato dell'azienda (35 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre che portano a un 140 miliardi su base annuale, mettiamo anche - esagerando - 200 miliardi nell'ipotesi che il trimestre di cui sopra sia stato il peggiore dell'anno)?
Oppure bisogna tenere conto dell'attivo (8,8 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre, quindi ragionando come sopra circa 35 o 50 miliardi su base annuale)?
Oppure bisogna calcolare il patrimonio effettivo dell'azienda, cioè la somma della sua liquidità, del suo patrimonio immobiliare, delle sue scorte e dei suoi brevetti (che non conosco, ma di sicuro è ben inferiore ai 600 e passa miliardi delle azioni, anche se i il valore dei brevetti non è poi così facile da analizzare)?
Oppure ancora altro che ora mi sfugge?
Io sinceramente non lo so... ma a occhio il valore momentaneo delle azioni mi sembra comunque il metro di giudizio meno serio per valutare il valore reale di un'azienda.
Saluti,
Mauro.
domenica 19 agosto 2012
La strategia di uscita (o di fuga)
O quella che coloro che odiano l'italiano (cioè principalmente gli italiani) chiamano exit strategy. Dall'Euro.
Si racconta che, a causa della crisi, alcuni paesi (in primis la Grecia) siano costretti a studiare una tale strategia per prevenire l'esserne sbattuti fuori a calci in culo, mentre altri (in primis la Finlandia) la studino per riuscire ad abbandonare la nave prima che affondi, come fanno i topi.
Ora, che oggi, alla luce dei recenti avvenimenti, tali strategie siano considerate con più attenzione e serietà dai vari governi e parlamenti è non solo plausibile ma anche giustificabile. Ma che tali strategie vengano studiate e sviluppate a causa dell'attuale situazione... ma non fatemi ridere.
Quando l'Euro è stato deciso, negli anni '90, era un salto nel buio, una cosa mai vista nella storia dell'umanità.
Quando l'Euro è definitivamente entrato in vigore, il primo gennaio 2002, lo era ancora.
E voi credete veramente che le strategie di uscita (qualunque cosa stia scritto sui trattati ufficiali e venga detto nelle dichiarazioni per la stampa) vengano preparate e studiate solo ora, a causa della crisi?
Illusi, ingenui (o peggio).
Le strategie di uscita esistono da quando si è cominciato a parlare dell'Euro.
Al limite oggi vengono ulteriormente dettagliate e aggiornate per l'applicazione concreta (mentre prima forse erano più che altro un esercizio teorico).
Saluti,
Mauro.
Si racconta che, a causa della crisi, alcuni paesi (in primis la Grecia) siano costretti a studiare una tale strategia per prevenire l'esserne sbattuti fuori a calci in culo, mentre altri (in primis la Finlandia) la studino per riuscire ad abbandonare la nave prima che affondi, come fanno i topi.
Ora, che oggi, alla luce dei recenti avvenimenti, tali strategie siano considerate con più attenzione e serietà dai vari governi e parlamenti è non solo plausibile ma anche giustificabile. Ma che tali strategie vengano studiate e sviluppate a causa dell'attuale situazione... ma non fatemi ridere.
Quando l'Euro è stato deciso, negli anni '90, era un salto nel buio, una cosa mai vista nella storia dell'umanità.
Quando l'Euro è definitivamente entrato in vigore, il primo gennaio 2002, lo era ancora.
E voi credete veramente che le strategie di uscita (qualunque cosa stia scritto sui trattati ufficiali e venga detto nelle dichiarazioni per la stampa) vengano preparate e studiate solo ora, a causa della crisi?
Illusi, ingenui (o peggio).
Le strategie di uscita esistono da quando si è cominciato a parlare dell'Euro.
Al limite oggi vengono ulteriormente dettagliate e aggiornate per l'applicazione concreta (mentre prima forse erano più che altro un esercizio teorico).
Saluti,
Mauro.
sabato 18 agosto 2012
Forse lui esagera...
Ma sarebbe bello se i vari presidenti europei (e non solo europei) seguissero almeno in parte il suo esempio: La scelta del presidente dell’Uruguay: vivere con 800 euro al mese.
Saluti,
Mauro.
Saluti,
Mauro.
venerdì 17 agosto 2012
L'alcool dà i numeri
Stasera, mentre accompagnavo la cena con un buon vino portoghese, mi è saltata all'occhio una stranezza riguardo la gradazione delle bevande alcoliche.
Prendete una birra. La gradazione alcolica (cioè la percentuale di alcool presente) sarà sempre indicata in decimi percentuali: per esempio 4,7% o 5,9% (e se trovate un 4,5% o un 6,0% è perché sono veramente 4,5% o 6,0%, non si tratta di arrotondamenti).
Prendete un vino. La gradazione sarà sempre arrotondata allo 0,5%: troverete vini da 12,0% o da 13,5%. Ma non troverete mai un vino da 12,7% o uno da 13,2%.
Prendete i superalcolici. Qui si arrotonda al grado percentuale: 40%, 42%, ecc.
Ora, posso capire per i superalcolici, infatti (sia come gusto che come effetti) cosa può cambiare se si invece che 40% fossero invece 39,7% o 40,5%?
Però non capisco la disparità di trattamento tra vino e birra. Del resto esistono anche birre forti come vini (e la loro gradazione viene indicata sempre con la precisione dello 0,1%) e vini leggeri come birre (e la loro gradazione viene indicata sempre con la precisione dello 0,5%).
Qualcuno ha un'idea del perché?
Saluti,
Mauro.
Prendete una birra. La gradazione alcolica (cioè la percentuale di alcool presente) sarà sempre indicata in decimi percentuali: per esempio 4,7% o 5,9% (e se trovate un 4,5% o un 6,0% è perché sono veramente 4,5% o 6,0%, non si tratta di arrotondamenti).
Prendete un vino. La gradazione sarà sempre arrotondata allo 0,5%: troverete vini da 12,0% o da 13,5%. Ma non troverete mai un vino da 12,7% o uno da 13,2%.
Prendete i superalcolici. Qui si arrotonda al grado percentuale: 40%, 42%, ecc.
Ora, posso capire per i superalcolici, infatti (sia come gusto che come effetti) cosa può cambiare se si invece che 40% fossero invece 39,7% o 40,5%?
Però non capisco la disparità di trattamento tra vino e birra. Del resto esistono anche birre forti come vini (e la loro gradazione viene indicata sempre con la precisione dello 0,1%) e vini leggeri come birre (e la loro gradazione viene indicata sempre con la precisione dello 0,5%).
Qualcuno ha un'idea del perché?
Saluti,
Mauro.
La fiera dei luoghi comuni (Repubblica e la Germania)
Che Repubblica avesse dei problemi con la scienza, credo di averlo dimostrato ampiamente più volte (non solo io, comunque).
Il problema è che, a quanto pare, Repubblica ha dei problemi con le notizie in generale.
Qui sotto vedete uno screenshot preso oggi dall'edizione online di Repubblica:
Analizziamo il testo.
Il problema è che, a quanto pare, Repubblica ha dei problemi con le notizie in generale.
Qui sotto vedete uno screenshot preso oggi dall'edizione online di Repubblica:
Analizziamo il testo.
Incredibile ma vero, i lavori sono in ritardo.
Incredibile non so per chi. Il ritardo nei lavori pubblici in Germania è standard. Basta vedere tanti altri progetti: la nuova linea di metropolitana a Colonia, l'archivio statale a Duisburg, il nuovo passante più stazione ferroviaria a Stoccarda, solo per citare i primi che mi vengono in mente (ma la lista completa sarebbe lunghissima).
il vecchio aeroporto di Brandenburg con il quale condivide gli spazi
Non esiste nessun vecchio aeroporto di Brandenburg (ed essendo il Brandenburg una regione e non una città, al limite sarebbe stato il vecchio aeroporto del Brandenburg, non di Brandenburg). Esiste (esisteva) l'aeroporto di Schönefeld, che prima della riunficazione era l'aeroporto della vecchia Berlino Est. Il nuovo aeroporto sarà un ampliamento di questo e si chiamerà Berlin-Brandenburg in quanto ai confini tra i due Länder (cioè stati federali in tedesco).
il già dismesso Templehof, riconvertito in immenso parco giochi
A parte il fatto che si chiama Tempelhof e non Templehof, non è stato per niente riconvertito in immenso parco giochi, bensì in parco pubblico. Se non si capisce la differenza, sarebbe il caso di reiscriversi in prima elementare.
tre compagnie comproprietarie (Lufthansa, Air Berlin e easyJet)
Che dette compagnie saranno le prime usufruttarie dell'aeroporto in questione (e che, quasi sicuramente, avranno forti sovvenzioni pubbliche per usarlo, anche se proibite dalle leggi europee) è un dato di fatto.
Ma comproprietari sono lo stato tedesco e le regioni (stati) Berlino e Brandenburgo, non le compagnie aeree.
Saluti,
Mauro.
giovedì 16 agosto 2012
Mauro a Stoccarda (meglio di no)
Come alcuni di voi sanno, in passato ho vissuto e lavorato per un certo tempo in Svevia, la regione di Stoccarda.
E da detta regione sono letteralmente scappato. Una persona civile non può vivere lì.
L'altro giorno un cacciatore di teste (o, come fa figo dire nell'italiano e nel tedesco attuali, un headhunter) mi ha contattato per offrirmi una posizione nella zona di Stoccarda.
Premetto: posizione che in qualsiasi altro posto del mondo (o almeno d'Europa) avrei trovato estremamente interessante.
Vi traduco qui la mia risposta (il dialogo originale si è svolto in tedesco):
Gentile signora ***,
non vorrei sembrare scortese, ma... regione Stoccarda no grazie.
Ho già vissuto e lavorato lì. Il lavoro era buono, anzi molto buono, ma la vita in Svevia insopportabile. 9 anni fa sono letteralmente fuggito da lì.
Mi dispiace.
Le auguro il migliore successo nella ricerca della persona adatta.
Credo non serva dire altro :-)
Saluti,
Mauro.
E da detta regione sono letteralmente scappato. Una persona civile non può vivere lì.
L'altro giorno un cacciatore di teste (o, come fa figo dire nell'italiano e nel tedesco attuali, un headhunter) mi ha contattato per offrirmi una posizione nella zona di Stoccarda.
Premetto: posizione che in qualsiasi altro posto del mondo (o almeno d'Europa) avrei trovato estremamente interessante.
Vi traduco qui la mia risposta (il dialogo originale si è svolto in tedesco):
Gentile signora ***,
non vorrei sembrare scortese, ma... regione Stoccarda no grazie.
Ho già vissuto e lavorato lì. Il lavoro era buono, anzi molto buono, ma la vita in Svevia insopportabile. 9 anni fa sono letteralmente fuggito da lì.
Mi dispiace.
Le auguro il migliore successo nella ricerca della persona adatta.
Credo non serva dire altro :-)
Saluti,
Mauro.
mercoledì 15 agosto 2012
L'"imbroglio" dell'indice di massa corporea
Io sono alto 175 cm (dati della visita di leva di 26 anni fa, invecchiando l'altezza si riduce quindi oggi potrei anche essere alto 173 o 174 cm) e peso poco più di 80 chili (all'ultima pesata, più di un anno fa, ero 82, ma da allora ho perso qualcosa, anche se di sicuro non abbastanza per scendere sotto gli 80).
Quindi (usando i dati a me più favorevoli, cioè 175 cm e 80 kg) avrei un indice di massa corporea (alias BMI o IMC) di 26,12. Diagnosi: sovrappeso.
A parte che per sapere di essere sovrappeso mi basta uno specchio, non ho bisogno di calcoli, questo dato in realtà (pur essendo tanto amato e tanto usato) non mi dice un belino.
Io non sono certo in forma atletica (anzi, tutt'altro), ma posso comunque garantire di essere molto più in forma della media delle persone che non praticano sport regolarmente.
Però, se guardiamo il BMI, vediamo almeno due assurdità (partendo dal presupposto, non verificato con precisione ma assolutamente realistico, che il mio peso - ossa, nervi e organi interni esclusi - si divida equamente tra muscoli e grasso):
1) Atleti olimpici in perfetta forma hanno il mio stesso BMI... ma hanno quasi solo muscoli e quasi niente grasso;
2) Impiegatucci che non hanno mai fatto un minimo di sport in vita loro (e io, anche se in passato, ne ho invece fatto tanto) hanno anche il mio stesso BMI... ma hanno quasi solo grasso e quasi niente muscoli.
Per la dietologia di moda oggi (che considera il BMI come assoluto, divino metro di giudizio) però entrambe le categorie sono tanto malmesse (o benmesse, a seconda dei punti di vista) quanto il sottoscritto.
Però, per una persona dotata di un minimo di buon senso, è chiaro che la categoria 1) merita la mia invidia, mentre la categoria 2) deve invidiare me.
Forse il BMI andrebbe buttato nella spazzatura e bisognerebbe considerare altro.
Saluti,
Mauro.
Quindi (usando i dati a me più favorevoli, cioè 175 cm e 80 kg) avrei un indice di massa corporea (alias BMI o IMC) di 26,12. Diagnosi: sovrappeso.
A parte che per sapere di essere sovrappeso mi basta uno specchio, non ho bisogno di calcoli, questo dato in realtà (pur essendo tanto amato e tanto usato) non mi dice un belino.
Io non sono certo in forma atletica (anzi, tutt'altro), ma posso comunque garantire di essere molto più in forma della media delle persone che non praticano sport regolarmente.
Però, se guardiamo il BMI, vediamo almeno due assurdità (partendo dal presupposto, non verificato con precisione ma assolutamente realistico, che il mio peso - ossa, nervi e organi interni esclusi - si divida equamente tra muscoli e grasso):
1) Atleti olimpici in perfetta forma hanno il mio stesso BMI... ma hanno quasi solo muscoli e quasi niente grasso;
2) Impiegatucci che non hanno mai fatto un minimo di sport in vita loro (e io, anche se in passato, ne ho invece fatto tanto) hanno anche il mio stesso BMI... ma hanno quasi solo grasso e quasi niente muscoli.
Per la dietologia di moda oggi (che considera il BMI come assoluto, divino metro di giudizio) però entrambe le categorie sono tanto malmesse (o benmesse, a seconda dei punti di vista) quanto il sottoscritto.
Però, per una persona dotata di un minimo di buon senso, è chiaro che la categoria 1) merita la mia invidia, mentre la categoria 2) deve invidiare me.
Forse il BMI andrebbe buttato nella spazzatura e bisognerebbe considerare altro.
Saluti,
Mauro.
Televideo alle Olimpiadi... o no?
Io, dove possibile, cerco di lottare contro i luoghi comuni e di far capire che la Germania (paese dove vivo) non è chissà quale paradiso e che l'Italia (il mio paese) non è chissà quale inferno.
Però esiste almeno un singolo punto in cui la Germania è veramente il paradiso e l'Italia è veramente l'inferno: il Televideo!
La dimostrazione definitiva la ho avuta nelle appena concluse Olimpiadi londinesi, anche se prove e indizi si erano accumulate numerose nel corso degli anni (e non solo riguardo le notizie sportive).
Il Televideo RAI ha compresso le notizie olimpiche nello spazio (ridotto) degli "altri sport", visto che tanto quello che conta è il calcio (e a due giorni dalla fine delle Olimpiadi queste sono addirittura già sparite dalla sezione "altri sport").
Il corrispettivo tedesco tedesco del Televideo, cioè il Teletext della ARD, invece ha creato una sezione esplicita per le Olimpiadi e questa sezione, vi garantisco, rimarrà visibile a lungo.
Vero, il Televideo non è lo sport... però è comunque un indizio di quanto un paese rispetti lo sport.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Comunque il Teletext della ARD è superiore al Televideo della RAI in assoluto, non solo per quanto riguarda le Olimpiadi. E in generale non solo per quanto riguarda lo sport.
Però esiste almeno un singolo punto in cui la Germania è veramente il paradiso e l'Italia è veramente l'inferno: il Televideo!
La dimostrazione definitiva la ho avuta nelle appena concluse Olimpiadi londinesi, anche se prove e indizi si erano accumulate numerose nel corso degli anni (e non solo riguardo le notizie sportive).
Il Televideo RAI ha compresso le notizie olimpiche nello spazio (ridotto) degli "altri sport", visto che tanto quello che conta è il calcio (e a due giorni dalla fine delle Olimpiadi queste sono addirittura già sparite dalla sezione "altri sport").
Il corrispettivo tedesco tedesco del Televideo, cioè il Teletext della ARD, invece ha creato una sezione esplicita per le Olimpiadi e questa sezione, vi garantisco, rimarrà visibile a lungo.
Vero, il Televideo non è lo sport... però è comunque un indizio di quanto un paese rispetti lo sport.
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Comunque il Teletext della ARD è superiore al Televideo della RAI in assoluto, non solo per quanto riguarda le Olimpiadi. E in generale non solo per quanto riguarda lo sport.
martedì 14 agosto 2012
Londra: bilancio di uno sportivo da salotto
Beh, da salotto entro certi limiti: oggi non faccio più sport, ma in vita mia ne ho fatto, certo molto meno di chiunque sia mai andato alle Olimpiadi, ma al tempo stesso - ne sono sicuro - molto di più della maggioranza di voi che state lì seduti a leggermi :)
Comunque, tornando al tema, voglio fare qui (come anche annunciato domenica) il mio bilancio della spedizione italiana a Londra.
Comunque, tornando al tema, voglio fare qui (come anche annunciato domenica) il mio bilancio della spedizione italiana a Londra.
In base a quello che io - da ignorante - mi aspettavo (o speravo), non in base alle aspettative ufficiali.
Prima parlerò delle medaglie totali, poi valuterò sport per sport (a parte i primi quattro, e capirete subito perché, andrò in ordine alfabetico, non in ordine di successi o di mio interesse).
---
Computo medaglie totali
28 medaglie totali, 8 ori, 9 argenti, 11 bronzi.
Una medaglia in più rispetto a Pechino 2008 e l'ottavo posto assoluto nel medagliere, il che conferma l'Italia come una potenza sportiva assoluta, nonostante tutti i problemi politici ed economici.
Io personalmente mi aspettavo un paio di medaglie in più, ma soprattutto un bilancio ori-bronzi invertito rispetto a quanto alla fine ottenuto.
Quindi bilancio tutto sommato positivo, ma non certo ottimale.
Basket, Calcio, Hockey, Pallamano
Non eravamo presenti, né in campo maschile né femminile.
Quindi aspettative zero, presenza zero e, guarda caso, risultati zero :)
Atletica leggera
Sport in Italia in crisi da anni. L'unico bronzo (Donato nel salto triplo) va visto come un successo, anche tenendo conto che gli unici altri due atleti di valore assoluto che ha l'Italia non erano presenti: la Di Martino per infortunio e Schwazer per la nota storiaccia di doping.
Comunque rimane incomprensibile la politica della federazione italiana di atletica di portare alle Olimpiadi una squadra ridotta al minimo: le Olimpiadi sono il luogo dove esplodono i campioni, anche a sorpresa. Se li lasci a casa è un po' difficile che esplodano...
Badminton
In Italia non è considerato uno sport e le Olimpiadi lo hanno dimostrato.
Aspettative zero, risultati zero. Sarebbe stato più intelligente lasciare a casa i nostri rappresentanti del badminton e portare a Londra un paio di atleti in più in altre discipline.
Comunque, tutto come previsto.
Beach Volley
Pretendere medaglie era troppo, ma comunque la figura non è stata poi così disastrosa.
Canoa/Kayak
Una sola medaglia, ma bilancio estremamente positivo. L'oro di Molmenti conferma che non siamo una potenza assoluta, ma che siamo sempre dei possibili rompiballe là in alto :)
E poi c'è sempre Josefa Idem, "solo" quinta... ma a 48 anni e all'ottava Olimpiade!
Canottaggio
La domanda è la seguente: facciamo riferimento alla storia o all'oggi?
Se facciamo riferimento alla storia, alla nostra storia, l'unico argento di Londra è un fallimento totale.
Se invece facciamo riferimento all'oggi, alla vitalità dei vari movimenti canottieri mondiali, allora è forse un successo.
Ognuno la pensi come vuole.
Ciclismo
Il ciclismo alle Olimpiadi è sempre un terno al lotto... però un'Italia che tra strada, pista e cross torna a casa con solo un bronzo non quadra (è vero che se a Fontana non si fosse rotta la sella nel finale del cross sarebbe stato probabilmente oro... ma al di là del colore è la quantità di medaglie a non essere degna della nostra tradizione).
Equitazione
Non c'erano aspettative e non ci sono stati risultati.
Nonostante il passato glorioso è uno sport che in Italia ormai esiste di fatto solo sulla carta.
Ginnastica Artistica
Non ci si aspettava moltissimo, ma forse qualcosa di più del bronzo di Morandi poteva uscirci.
Ginnastica Ritmica
Un bronzo. Poteva andare meglio e poteva andare peggio. Quindi va bene così.
Ginnastica Trampolino
Alle Olimpiadi c'eravamo, ma in realtà non sappiamo neanche che sport sia (e io ne so meno ancora di chiunque altro). Quindi il non aver ottenuto niente è tutto sommato logico e giusto.
Judo
Un bronzo. Dal judo qualcosa viene sempre fuori. Talvolta un metallo più nobile, talvolta meno. Ma tenendo conto che il movimento in Italia è limitato, è comunque sempre un successo.
Lotta
Quest'anno nulla. Zero totale.
Eppure, anche se il movimento si è molto ridotto rispetto a 20-30 anni fa, qualcosa ci si poteva aspettare... magari non medaglie, ma neanche il nulla assoluto.
Nuoto
Il fallimento italiano di Londra.
Ci si aspettavano (e mi aspettavo) varie medaglie, magari non una pioggia di medaglie come nella scherma, ma almeno 3-4 erano previste. Invece solo un bronzo (e non in piscina, visto che è stato ottenuto nella 10 km in acque libere).
E la cosa più scandalosa è stata la scusa dal "capitano" Magnini, secondo cui la colpa è della preparazione che ha portato i nostri nuotatori al massimo di forma ai campionati europei di maggio.
Scusa che è un grandissimo autogol, visto che con essa si dimostra che l'Italia ha ottimi nuotatori ma non ha campioni (anche se la Pellegrini si crede volentieri tale): un campione ha le qualità atletiche, tecniche e mentali per mantenere la forma massima per due mesi.
Se non riesci a mantenere la forma massima da maggio a luglio (da maggio a luglio, dico, non da febbraio a novembre!) non sei un campione. Punto.
Nuoto Sincronizzato
Niente ci si aspettava, niente è arrivato. Tutto normale.
Pallanuoto
Tra gli uomini, nonostante fossimo campioni mondiali in carica, non eravamo considerati tra i favoriti per le medaglie. Ed è invece arrivato l'argento.
Tra le donne invece si parlava di medaglie e non è arrivato nulla.
Bilancio globale tutto sommato come previsto... ma a sessi invertiti :)
Pallavolo
A parte il fatto che la medaglia dei maschietti è stata di bronzo e non d'argento... per quanto riguarda le aspettative si può copiare quanto scritto per la pallanuoto :)
Pentathlon
L'era d'oro italiana, quella dei Masala e dei Massullo, è finita da quel dì e dubito mai ritornerà.
Pugilato
Bilancio decisamente inferiore alle attese: solo due argenti e un bronzo.
In parte per colpe proprie: Picardi e Valentino, considerati sicuri da medaglia, si sono fermati lontani dal podio, Russo, decisamente il più forte nella sua categoria, si è fermato all'argento.
In parte per colpe non proprie: Cammarelle nella categoria regina, i supermassimi, si è dovuto accontentare dell'argento perché "doveva" vincere un pugile di casa.
Scherma
Servono commenti?
Se non vince una/o, vince l'altra/o. Ma comunque sempre tricolore è.
La scherma è casa (cosa) nostra :)
Sollevamento pesi
Come previsto abbiamo giusto fatto presenza :)
Taekwondo
Di questo sport ne so tanto quanto nulla :)
Però direi che un oro e un bronzo poi così male non sono. O sbaglio?
Tennis
Qualcuno, prima delle Olimpiadi, parlava di medaglie.
Quel qualcuno mi ha fatto ridere. Però la velocità con cui le nostre tenniste e i nostri tennisti sono usciti dal torneo mi ha fatto piangere.
Tennistavolo
Leggasi quanto scritto per il Badminton.
Tiro
E non venitemi più a dire che gli italiani sono mollaccioni, non bellicosi, ecc.
Quando c'è da sparare nessuno ci ferma! Pistola, fucile o carabina... sono comunque medaglie, record olimpici, record mondiali! Un trionfo!
Tiro con l'Arco
Non proprio come con le armi da fuoco... ma anche qui ci siamo difesi più che bene.
Triathlon
Medaglie non ce ne aspettavamo... ma qualche piazzamento migliore direi di sì.
Tuffi
Diciamoci la verità: i nostri atleti - Tania Cagnotto in primis - hanno dimostrato di avere le qualità tecniche e atletiche per primeggiare a livello mondiale.
Ma hanno dimostrato altresì di non avere le palle per farlo sotto tensione, tensione che è normale alle Olimpiadi.
Vela
Splendido sport, ma ormai sono passati i tempi in cui l'Italia poteva ottenere qualcosa.
---
Saluti,
Mauro.
domenica 12 agosto 2012
E sono andate anche queste
E anche queste finte trentesime Olimpiadi sono finite (finte trentesime perché in realtà sono state le ventisettesime).
A occhio direi che il problema doping è stato più limitato che nelle precedenti edizioni (sì, lo so, per noi italiani c'è stata la bomba Schwazer... ma rigorosamente non riguarda le Olimpiadi, visto che lui nella Londra olimpica non ha mai messo piede).
Il livello tecnico è stato alto, anche se non in tutti gli sport, e i personaggi attesi si sono confermati personaggi. Nel bene (come per esempio Bolt e Phelps) e, magari in maniera inattesa, nel male (vedasi Pellegrini/Magnini).
A livello di politica e sport la figuraccia è stata invece tutta tedesca.
Insomma il più grande show del mondo tutto sommato ha mantenuto le promesse e ha funzionato bene (magari non per i cittadini di Londra che credo abbiano vissuto due settimane d'inferno).
Domani sera proverò a fare il mio bilancio della spedizione italiana a Londra. Vediamo quanti insulti riceverò :-)
E poi ne riparliamo tra quattro anni a Rio de Janeiro.
Saluti,
Mauro.
A occhio direi che il problema doping è stato più limitato che nelle precedenti edizioni (sì, lo so, per noi italiani c'è stata la bomba Schwazer... ma rigorosamente non riguarda le Olimpiadi, visto che lui nella Londra olimpica non ha mai messo piede).
Il livello tecnico è stato alto, anche se non in tutti gli sport, e i personaggi attesi si sono confermati personaggi. Nel bene (come per esempio Bolt e Phelps) e, magari in maniera inattesa, nel male (vedasi Pellegrini/Magnini).
A livello di politica e sport la figuraccia è stata invece tutta tedesca.
Insomma il più grande show del mondo tutto sommato ha mantenuto le promesse e ha funzionato bene (magari non per i cittadini di Londra che credo abbiano vissuto due settimane d'inferno).
Domani sera proverò a fare il mio bilancio della spedizione italiana a Londra. Vediamo quanti insulti riceverò :-)
E poi ne riparliamo tra quattro anni a Rio de Janeiro.
Saluti,
Mauro.
sabato 11 agosto 2012
Per gioco e per sport
Stavolta me la prendo con La Stampa, non con Repubblica :-)
Ieri Massimo Gramellini ha scritto sul suo blog sulla Stampa un intervento molto interessante e molto, anzi moltissimo, discutibile.
Discutibile, in quanto Gramellini dimostra di non sapere cos'è lo sport.
Interessante, in quanto la sua conclusione (per quanto partente da basi sbagliate) sul "troppismo" è condivisibile.
Ma torniamo allo sport e al gioco. Cito da Gramellini: ai Giochi ci sono sport che sembrano, appunto, dei giochi.
Il problema è che la parola "sport", come a quanto pare Gramellini non sa, ha la stessa etimologia, tra gli altri, dell'italiano "diporto" o dello spagnolo "deporte", che significano al tempo stesso sport e divertimento, svago, cioè gioco.
Del resto anche per quelli che Gramellini considera sport e non giochi noi diciamo "giocare a calcio", "giocare a tennis", "giocare a pallacanestro", ecc. Vorrà pur dir qualcosa, o no?
E l'osservazione che spesso viene fatta, cioè che lo sport contrariamente al gioco è regolamentato, non vale. Quando dei ragazzini scendono in strada per giocare - per esempio - a pallone, prima di cominciare si mettono d'accordo su quali regole seguire. Quindi anche il gioco è regolamentato.
No, caro Gramellini, tu non hai capito lo spirito dello sport. Lo sport è gioco.
Al limite possiamo distinguere tra sport (o gioco) professionistico e sport (o gioco) dilettantitistico.
Non tra sport e gioco.
Del resto il nome ufficiale delle Olimpiadi è, come tu stesso hai notato, Giochi Olimpici.
Saluti,
Mauro.
Ieri Massimo Gramellini ha scritto sul suo blog sulla Stampa un intervento molto interessante e molto, anzi moltissimo, discutibile.
Discutibile, in quanto Gramellini dimostra di non sapere cos'è lo sport.
Interessante, in quanto la sua conclusione (per quanto partente da basi sbagliate) sul "troppismo" è condivisibile.
Ma torniamo allo sport e al gioco. Cito da Gramellini: ai Giochi ci sono sport che sembrano, appunto, dei giochi.
Il problema è che la parola "sport", come a quanto pare Gramellini non sa, ha la stessa etimologia, tra gli altri, dell'italiano "diporto" o dello spagnolo "deporte", che significano al tempo stesso sport e divertimento, svago, cioè gioco.
Del resto anche per quelli che Gramellini considera sport e non giochi noi diciamo "giocare a calcio", "giocare a tennis", "giocare a pallacanestro", ecc. Vorrà pur dir qualcosa, o no?
E l'osservazione che spesso viene fatta, cioè che lo sport contrariamente al gioco è regolamentato, non vale. Quando dei ragazzini scendono in strada per giocare - per esempio - a pallone, prima di cominciare si mettono d'accordo su quali regole seguire. Quindi anche il gioco è regolamentato.
No, caro Gramellini, tu non hai capito lo spirito dello sport. Lo sport è gioco.
Al limite possiamo distinguere tra sport (o gioco) professionistico e sport (o gioco) dilettantitistico.
Non tra sport e gioco.
Del resto il nome ufficiale delle Olimpiadi è, come tu stesso hai notato, Giochi Olimpici.
Saluti,
Mauro.
giovedì 9 agosto 2012
Le Olimpiadi e i pallonari
Come forse avrete notato, ci sono le Olimpiadi :-)
Il più grande avvenimento sportivo del mondo, che avviene ogni quattro anni e che oltretutto si tiene in periodi in cui pochi altri sport sono agonisticamente attivi.
Eppure, se guardate i quotidiani sportivi italiani, il calciomercato e le amichevoli estive (di calcio, ovviamente) hanno almeno tanto spazio quanto le Olimpiadi.
E se guardate i forum, newsgroups, ecc. di "sportivi" anche di più.
Insomma il sospetto che per essere "veri" tifosi di calcio (almeno in Italia) bisogni non amare lo sport, non essere sportivi è molto, ma molto forte. E molto giustificato.
Saluti,
Mauro.
Il più grande avvenimento sportivo del mondo, che avviene ogni quattro anni e che oltretutto si tiene in periodi in cui pochi altri sport sono agonisticamente attivi.
Eppure, se guardate i quotidiani sportivi italiani, il calciomercato e le amichevoli estive (di calcio, ovviamente) hanno almeno tanto spazio quanto le Olimpiadi.
E se guardate i forum, newsgroups, ecc. di "sportivi" anche di più.
Insomma il sospetto che per essere "veri" tifosi di calcio (almeno in Italia) bisogni non amare lo sport, non essere sportivi è molto, ma molto forte. E molto giustificato.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 8 agosto 2012
L'eterna lotta tra Repubblica e la scienza
In questi giorni Repubblica (come tutte le altre fonti di informazione) ha parlato abbondantemente dell'arrivo di Curiosity su Marte (per chi non sapesse di cosa parlo o volesse saperne di più, qui il sito della NASA al proposito).
La maggioranza dei servizi e degli articoli era inutile e insignificante, ma questo è ormai normale per il giornalismo in generale, non solo per il giornalismo scientifico.
Però la sciatteria e l'ignoranza che contraddistinguono Repubblica quando si parla di scienza si sono ancora una volta dimostrate ineguagliabili.
Alberto Flores d'Arcais ha voluto dire la sua al proposito (non che se ne sentisse il bisogno) in questo articolo.
Leggiamo insieme la conclusione dell'articolo:
Carbone? Nitrogeno?
Se non sai l'inglese (e tantomeno conosci la chimica) non tradurre per assonanza dai comunicati della NASA. Ci sono tanti traduttori automatici (anche gratuiti) più bravi di te.
Curiosity cerca tracce di carbon, cioè carbonio (il nostro carbone in inglese è coal), e di nitrogen, cioè azoto (il nitrogeno in italiano non esiste).
E l'eterna lotta tra Repubblica e la scienza continua. Quale sarà la prossima puntata?
Saluti,
Mauro.
La maggioranza dei servizi e degli articoli era inutile e insignificante, ma questo è ormai normale per il giornalismo in generale, non solo per il giornalismo scientifico.
Però la sciatteria e l'ignoranza che contraddistinguono Repubblica quando si parla di scienza si sono ancora una volta dimostrate ineguagliabili.
Alberto Flores d'Arcais ha voluto dire la sua al proposito (non che se ne sentisse il bisogno) in questo articolo.
Leggiamo insieme la conclusione dell'articolo:
Carbone? Nitrogeno?
Se non sai l'inglese (e tantomeno conosci la chimica) non tradurre per assonanza dai comunicati della NASA. Ci sono tanti traduttori automatici (anche gratuiti) più bravi di te.
Curiosity cerca tracce di carbon, cioè carbonio (il nostro carbone in inglese è coal), e di nitrogen, cioè azoto (il nitrogeno in italiano non esiste).
E l'eterna lotta tra Repubblica e la scienza continua. Quale sarà la prossima puntata?
Saluti,
Mauro.
martedì 7 agosto 2012
So cosa diranno di Schwazer
Io conosco i miei connazionali. E da quando vivo all'estero forse li conosco ancora meglio di prima. Nei loro lati positivi e in quelli negativi.
E non solo gli italiani "classici", bensì tutti gli italiani. Minoranze vecchie e nuove comprese.
Ieri l'altoatesino Alex Schwazer, uno dei migliori talenti della marcia mondiale degli ultimi anni (forse decenni), si è fatto beccare dall'antidoping. Ed è stato così giustamente escluso dalle Olimpiadi di Londra.
Lasciamo perdere i discorsi morali e sportivi, almeno per un attimo.
Ora Schwazer, madrelingua tedesca e passaporto italiano, dovrà sopportare la reazione della sua terra - l'Alto Adige - dove vivono (linguisticamente parlando) tedeschi e italiani.
Ma dato che noi italiani (di passaporto, qualunque lingua parliamo) vediamo i colpevoli sempre al di fuori delle nostre file, sapete cosa succederà?
Che per gli altoatesini di lingua tedesca Schwazer diventerà "l'italiano" e per quelli di lingua italiana diventerà "il tedesco" (o al limite "l'austriaco").
Volete scommettere?
Saluti,
Mauro.
E non solo gli italiani "classici", bensì tutti gli italiani. Minoranze vecchie e nuove comprese.
Ieri l'altoatesino Alex Schwazer, uno dei migliori talenti della marcia mondiale degli ultimi anni (forse decenni), si è fatto beccare dall'antidoping. Ed è stato così giustamente escluso dalle Olimpiadi di Londra.
Lasciamo perdere i discorsi morali e sportivi, almeno per un attimo.
Ora Schwazer, madrelingua tedesca e passaporto italiano, dovrà sopportare la reazione della sua terra - l'Alto Adige - dove vivono (linguisticamente parlando) tedeschi e italiani.
Ma dato che noi italiani (di passaporto, qualunque lingua parliamo) vediamo i colpevoli sempre al di fuori delle nostre file, sapete cosa succederà?
Che per gli altoatesini di lingua tedesca Schwazer diventerà "l'italiano" e per quelli di lingua italiana diventerà "il tedesco" (o al limite "l'austriaco").
Volete scommettere?
Saluti,
Mauro.
lunedì 6 agosto 2012
Due pesi e due misure (alla tedesca)
Parliamo di nuovo di Olimpiadi.
Ma non di risultati sportivi (anche se oggi ci sono stati alcuni splendidi risultati di atleti italiani) e neanche del flagello doping (anche se oggi uno degli atleti di punta italiani è stato beccato).
Parliamo di Olimpiadi e di politica. E di Germania.
La Germania - e la Baviera in particolare, per essere onesti - usa nei confronti delle idee neonaziste due pesi e due misure.
Quando possono intaccare l'immagine tedesca all'estero vengono combattute senza pietà (anche quando sono inesistenti o perlomeno non illegali).
Quando rimangono all'interno del paese e portano voti politici vengono protette e nutrite (anche se ci sarebbe motivo di indagini giudiziarie o almeno politiche).
Recentemente ci sono stati due casi eclatanti a dimostrare ciò: il "caso" Drygalla e il "caso" Söder.
Nadja Drygalla è una canottiera tedesca, qualificatasi per le Olimpiadi londinesi con l'equipaggio dell'otto femminile tedesco.
Qualificata grazie ai risultati sportivi suoi e delle sue compagne. Niente doping (almeno fino a prova contraria, bisogna aggiungere oggigiorno), niente wild card. Veramente e sportivamente qualificata grazie ai risultati.
La ragazza non si è mai distinta per dichiarazioni politiche di nessun colore, né in positivo né in negativo. Però ha un problema. Il suo fidanzato (o presunto tale) è una figura importante della NPD, il Partito Nazional-Democratico Tedesco, di estrema destra. Di fatto neonazista.
Però - va chiarito - partito perfettamente legale. Con idee non certo apprezzabili, ma finora mai valutate anticostituzionali dalla Corte Costituzionale tedesca (almeno per quanto riguarda lo statuto e le varie iniziative del partito, la corte non valuta le sparate delle singole persone).
Eppure la ragazza è stata convinta a lasciare "spontaneamente" le Olimpiadi per il danno di immagine che la sua presenza (dopo un servizio al proposito della televisione di stato tedesca) poteva comportare per la delegazione nero-rosso-gialla (i colori della bandiera tedesca, per chi non lo sapesse).
Markus Söder invece è un politico vero, riveste un ruolo importante (ministro delle finanze della Baviera) ed è membro di un partito "popolare", che fa parte della coalizione di governo a Berlino, la CSU, Unione Cristiano-Sociale. Ufficialmente un partito di centro (stile vecchia Democrazia Cristiana), ma di fatto una super-razzista Lega Nord tedesca (anzi, bavarese).
Il signor Söder non si lascia sfuggire nessuna occasione per sparare giudizi razzistici (sempre nella sostanza, talvolta anche nella forma) sugli altri stati della UE, sugli immigrati in Germania e talvolta anche sugli altri tedeschi, colpevoli di non essere bavaresi.
La sua ultima uscita ha riguardato in questi giorni la Grecia: "Se una corda ti tiene legato a chi rischia di trascinarti giù, taglia la corda" (sto citando a memoria, può darsi che la citazione non sia 100% letterale, ma il senso è corretto), spiegando poi che la Germania deve sbattere la Grecia fuori dall'Euro.
Al di là della questione morale, ha quindi anche invitato la Germania a comportarsi in maniera illegale, visto che nessun trattato europeo (e neanche nessuna legislazione nazionale) prevede la possibilità di cacciare con la forza fuori dall'Euro un paese. Per i trattati europei l'uscita dall'Euro può essere solo volontaria.
Ma nessuno ha chiesto a Söder di lasciare qualche partito, governo o altro. Nessuno gli ha neanche chiesto di scusarsi.
Però la Drygalla - che non ha fatto nulla - era alle Olimpiadi.
Söder - che ha fatto un bel po' - se ne stava tranquillo a Monaco. E soprattutto ha amici (e amiche, vero Frau Merkel?) a Berlino.
Saluti,
Mauro.
Ma non di risultati sportivi (anche se oggi ci sono stati alcuni splendidi risultati di atleti italiani) e neanche del flagello doping (anche se oggi uno degli atleti di punta italiani è stato beccato).
Parliamo di Olimpiadi e di politica. E di Germania.
La Germania - e la Baviera in particolare, per essere onesti - usa nei confronti delle idee neonaziste due pesi e due misure.
Quando possono intaccare l'immagine tedesca all'estero vengono combattute senza pietà (anche quando sono inesistenti o perlomeno non illegali).
Quando rimangono all'interno del paese e portano voti politici vengono protette e nutrite (anche se ci sarebbe motivo di indagini giudiziarie o almeno politiche).
Recentemente ci sono stati due casi eclatanti a dimostrare ciò: il "caso" Drygalla e il "caso" Söder.
Nadja Drygalla è una canottiera tedesca, qualificatasi per le Olimpiadi londinesi con l'equipaggio dell'otto femminile tedesco.
Qualificata grazie ai risultati sportivi suoi e delle sue compagne. Niente doping (almeno fino a prova contraria, bisogna aggiungere oggigiorno), niente wild card. Veramente e sportivamente qualificata grazie ai risultati.
La ragazza non si è mai distinta per dichiarazioni politiche di nessun colore, né in positivo né in negativo. Però ha un problema. Il suo fidanzato (o presunto tale) è una figura importante della NPD, il Partito Nazional-Democratico Tedesco, di estrema destra. Di fatto neonazista.
Però - va chiarito - partito perfettamente legale. Con idee non certo apprezzabili, ma finora mai valutate anticostituzionali dalla Corte Costituzionale tedesca (almeno per quanto riguarda lo statuto e le varie iniziative del partito, la corte non valuta le sparate delle singole persone).
Eppure la ragazza è stata convinta a lasciare "spontaneamente" le Olimpiadi per il danno di immagine che la sua presenza (dopo un servizio al proposito della televisione di stato tedesca) poteva comportare per la delegazione nero-rosso-gialla (i colori della bandiera tedesca, per chi non lo sapesse).
Markus Söder invece è un politico vero, riveste un ruolo importante (ministro delle finanze della Baviera) ed è membro di un partito "popolare", che fa parte della coalizione di governo a Berlino, la CSU, Unione Cristiano-Sociale. Ufficialmente un partito di centro (stile vecchia Democrazia Cristiana), ma di fatto una super-razzista Lega Nord tedesca (anzi, bavarese).
Il signor Söder non si lascia sfuggire nessuna occasione per sparare giudizi razzistici (sempre nella sostanza, talvolta anche nella forma) sugli altri stati della UE, sugli immigrati in Germania e talvolta anche sugli altri tedeschi, colpevoli di non essere bavaresi.
La sua ultima uscita ha riguardato in questi giorni la Grecia: "Se una corda ti tiene legato a chi rischia di trascinarti giù, taglia la corda" (sto citando a memoria, può darsi che la citazione non sia 100% letterale, ma il senso è corretto), spiegando poi che la Germania deve sbattere la Grecia fuori dall'Euro.
Al di là della questione morale, ha quindi anche invitato la Germania a comportarsi in maniera illegale, visto che nessun trattato europeo (e neanche nessuna legislazione nazionale) prevede la possibilità di cacciare con la forza fuori dall'Euro un paese. Per i trattati europei l'uscita dall'Euro può essere solo volontaria.
Ma nessuno ha chiesto a Söder di lasciare qualche partito, governo o altro. Nessuno gli ha neanche chiesto di scusarsi.
Però la Drygalla - che non ha fatto nulla - era alle Olimpiadi.
Söder - che ha fatto un bel po' - se ne stava tranquillo a Monaco. E soprattutto ha amici (e amiche, vero Frau Merkel?) a Berlino.
Saluti,
Mauro.
domenica 5 agosto 2012
Medaglie olimpiche mancate (e palle)
Oggi l'Italia ha mancato due medaglie (al di là del colore) che in realtà erano già vinte.
Elia Viviani è stato fino alla penultima prova dell'Omnium (ciclismo su pista) sul podio per poi crollare al sesto posto all'ultima prova.
Tania Cagnotto dopo aver dimostrato di valere il podio nel trampolino da tre metri (tuffi) ha dovuto accontentarsi del quarto posto.
Ora, io non sono certo un esperto di ciclismo o tuffi... però ho guardato entrambe le gare. E ho chiaramente visto che ai nostri paladini non sono mancate né le qualità tecniche né quelle atletiche... bensì sono mancate solo le "palle".
Insomma... se la sono fatta addosso nel momento decisivo.
Spero che Viviani e la Cagnotto siano solo due eccezioni che possiamo alla svelta dimenticare.
Saluti,
Mauro.
Elia Viviani è stato fino alla penultima prova dell'Omnium (ciclismo su pista) sul podio per poi crollare al sesto posto all'ultima prova.
Tania Cagnotto dopo aver dimostrato di valere il podio nel trampolino da tre metri (tuffi) ha dovuto accontentarsi del quarto posto.
Ora, io non sono certo un esperto di ciclismo o tuffi... però ho guardato entrambe le gare. E ho chiaramente visto che ai nostri paladini non sono mancate né le qualità tecniche né quelle atletiche... bensì sono mancate solo le "palle".
Insomma... se la sono fatta addosso nel momento decisivo.
Spero che Viviani e la Cagnotto siano solo due eccezioni che possiamo alla svelta dimenticare.
Saluti,
Mauro.
Il mistero degli ombrelli
Visto che qui in Germania, anche quando sembra sereno, non puoi mai essere sicuro che non piova, io, per evitare rischi, tengo un ombrello in casa, uno in macchina e uno in ufficio. Così ne ho sempre uno a portata di mano quando serve.
Però, perché quando sono in giro e piove gli ombrelli rimangono sempre uno in casa, uno in macchina, uno in ufficio e nessuno con me?
Saluti,
Mauro.
Però, perché quando sono in giro e piove gli ombrelli rimangono sempre uno in casa, uno in macchina, uno in ufficio e nessuno con me?
Saluti,
Mauro.
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