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domenica 20 aprile 2025

Twenty-Twenty

Oggi voglio scrivere di un anglismo che non usa parole inglesi, ma che forse proprio per questo è anche peggio.

Quando parliamo, come esprimiamo il numero che esprime un particolare anno?

Prendiamo per esempio il mio anno di nascita: 1968.
In italiano lo dico millenovecentosessantotto.
Ma in altre lingue per gli anni si usano forme particolari.
In tedesco, per esempio, dico neunzehnhundertachtundsechzig (cioè diciannovecentoesessantotto), e non eintausendneunhundertachtundsechzig, come invece farei per esempio per una somma di denaro o per un numero civico.
In inglese invece dico nineteen-sixtyeight (cioè diciannovesessantotto), e non one thousand nine hundred and sixtyeight.

Sono regole che possono suonare comiche, strambe ma che sono ben conosciute e valide da una mezza eternità.
Quindi regole facili da seguire e chiare a tutti.

Però... dal 2020, dalla pandemia, in Italia e in Germania (soprattutto in Germania, va detto) si è diffusa la mania di scimmiottare l'inglese è così 2020 diventa venti-venti o zwanzig-zwanzig, copiando twenty-twenty.
Il massimo dell'uso di questa forma si è avuto l'anno dopo, nel 2021, con le ritardate Olimpiadi di Tokyo.

Questa cosa mi è tornata vivida l'altro giorno quando, ascoltando la radio BR24, ho sentito zwanzig-fünfundzwanzig (cioè venti-venticinque) per parlare del 2025 (il servizio parlava del 2025 come chiusura del primo quarto del secolo... già l'intelligenza che serve per ideare un servizio del genere lascia a desiderare, comunque).

Ma a voi non fa schifo questa moda?

Saluti,

Mauro.

domenica 24 novembre 2024

Matematica, sconosciuta in Baviera

Stasera stavo ascoltando un programma di informazione su BR24, il canale di informazione della radio pubblica bavarese, in cui si parlava dell'invecchiamento della popolazione.

A un certo punto la conduttrice ha citato una statistica che diceva che in Germania nell'anno X (non ho capito bene l'anno, comunque per il prosieguo dell'articolo non è importante) c'erano 14 milioni di minorenni e 19 milioni di pensionati, quindi i pensionati erano quasi un terzo in più dei minorenni.

NO!!!

Perché continuate a confondere il punto di partenza con quello di arrivo nei calcoli?

Se i pensionati sono 19 milioni, sono 5 milioni in più rispetto ai minorenni... ma 5 milioni è PIÙ di un terzo di 14 milioni, non QUASI un terzo.
Quasi un terzo (anzi, ben meno di un terzo) lo è di 19 milioni, quindi i minorenni sono quasi un terzo in meno dei pensionati, ma i pensionati sono oltre un terzo in più dei minorenni.

Perché, come dissi già in un altro articolo, i valori assoluti non dipendono da dove si parte, ma le frazioni (o le percentuali), cioè i valori relativi, sì.

Saluti,

Mauro.

sabato 6 gennaio 2018

Le radio private e l'italiano

Ho appena ascoltato la cronaca di Genoa-Sassuolo su Radio Nostalgia come faccio sempre quando gioca il mio Genoa.

Il Genoa ha vinto 1-0 e il cronista alla fine della partita ha parlato dell'esultazione di tifosi e giocatori rossoblu.
Mi ha fatto andare di traverso la gioia per la vittoria.

Saluti,

Mauro.

sabato 20 febbraio 2016

L'ignoranza di ascoltatori e giornalisti

Talvolta ascolto su Radio 1 della RAI la trasmissione "Tra poco in edicola" condotta da Stefano Mensurati, che va in onda da mezzanotte alle due dal martedì al sabato (sì lo so, molti diranno dal lunedì al venerdì... ma se comincia a mezzanotte...).

Mensurati è un buon conduttore, anche se un po' cerchiobottista... ma non è il cerchiobottismo ciò di cui vi voglio parlare oggi.

Oggi durante la trasmissione si è parlato del braccio di ferro UK-EU e uno degli ascoltatori la cui telefonata è stata passata in diretta ha chiesto come mai non si riesce ad avere un presidente unico in Europa.
E per dimostrare che ciò sia fattibile ha detto "In America hanno un solo presidente!".

No, bello mio, in America non hanno proprio per niente (né hanno mai avuto) un unico presidente.
C'è il presidente degli Stati Uniti.
C'è il governatore (facente funzioni di presidente) del Canada.
C'è il presidente del Messico.
C'è il presidente di Cuba.
C'è il presidente del Perù.
C'è il presidente dell'Argentina.
C'è il presidente del Brasile.
Eccetera.
Eccetera.

E no, caro ascoltatore, non puoi neanche dirmi che intendevi gli Stati Uniti... gli Stati Uniti non li puoi paragonare all'Europa... gli Stati Uniti sono nati "uniti" dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna, quindi fin da subito con un unico presidente (e l'espansione verso ovest è stata l'annessione di territori mai stati indipendenti - Texas a parte per un breve periodo - bensì sottomessi ad altre nazioni o praticamente disabitati, quindi territori che mai hanno avuto un proprio presidente).

E qualche giorno fa (nella notte tra martedì e mercoledì) un'altra perla. Però stavolta di un giornalista, non di un ascoltatore.

Mensurati ha parlato durante la trasmissione con un giornalista di Panorama (di cui purtroppo mi è sfuggito il nome).
Il tema erano i frequenti cambi di casacca dei parlamentari italiani.
Il giornalista di Panorama ha fatto un confronto con la Germania, presa come esempio "virtuoso". Secondo detto giornalista in Germania il cambio di partito dei parlamentari è proibito.

Come sapete io vivo in Germania e vi rispondo... col cavolo!

In Germania i cambi di casacca sono rari per cultura, ma ci sono.
Ed è vero che leggi e regolamenti parlamentari li rendono molto più difficili che da noi, ma non li proibiscono.
Un esempio famoso e relativamente recente è Oskar Lafontaine.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 2 dicembre 2015

L'italiano, questo sconosciuto

Appena sentito sul radiogiornale di RAI Radio 1 (relativamente alla bomba esplosa ieri a Istanbul): "ordigno costruito in maniera artificiale".

C'è qualcuno che sa dirmi come costruire un ordigno in maniera naturale?

Saluti,

Mauro.

P.S.:
No, artificiale e artigianale non sono sinonimi.

giovedì 19 novembre 2015

Le radio e gli inni

Io sono un appassionato ascoltatore radiofonico.

La mia radio tedesca preferita è la DLF (alias Deutschlandfunk).
La mia radio italiana preferita è RAI Radio 1.

Al di là dell'apprezzare o meno i miei gusti (opinabili come quelli di chiunque altro), è interessante notare cosa le due radio di cui sopra trasmettano a mezzanotte:

1) la DLF trasmette l'inno tedesco E l'inno europeo;
2) RAI 1 trasmette solo l'inno italiano, non quello europeo.

Lascio a voi i commenti.

Saluti,

Mauro.

domenica 19 luglio 2015

L'assurdità della Grexit a tempo

Nei giorni scorsi tutti hanno parlato della proposta di Schäuble di far uscire temporaneamente la Grecia dall'Euro.
Proposta assurda, basta un minimo di buon senso (non serve neanche intelligenza) per capirlo.

La proposta sembrava definitivamente messa da parte dopo il nuovo accordo appena raggiunto.
Ma... oggi in radio (radio tedesca, la Deutschlandfunk) hanno detto che Schäuble continua a ritenerla la cosa migliore.

Schäuble può insistere quanto vuole, la proposta rimane assurda.
Perché assurda? Perché un'uscita a tempo (soprattutto per un paese nelle condizioni della Grecia) semplicemente non può esistere.

Infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia si dovesse riprendere e costruire una crescita economica abbastanza stabile, allora sarà la Grecia (e soprattutto i greci) a non voler rientrare nell'Euro. Non le converrebbe per niente rientrare.

Altrettanto infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia dovesse andare ancora peggio o anche solo rimanere nella situazione attuale, allora non rispetterebbe i parametri per rientrare nell'Euro. Ergo non potrebbe rientrare.

Detto terra terra: o fuori o dentro. Definitivamente.
A tempo ci sono solo i neuroni di chi fa certe proposte.

Saluti,

Mauro.

venerdì 5 dicembre 2014

Una splendida chiacchierata (ciao Manuel)

Stamattina, a Roma, è morto Manuel De Sica, ucciso da un infarto.

Grandissimo musicista e compositore (soprattutto di colonne sonore). Purtroppo per la maggioranza della gente famoso non tanto per le sue opere, quanto per l'essere "figlio di" (Vittorio) e "fratello di" (Christian).

Io di Manuel De Sica ho un ricordo personale molto piacevole.
Parlo di circa quindici anni fa. Sia io che lui eravamo a Colonia (sì, io ora ci abito, ma a quei tempi non ci abitavo ancora) nella sede della WDR per essere entrambi intervistati dal programma radiofonico in lingua italiana della stessa.
Non ci conoscevamo (cioè io conoscevo la sua opera ma non sapevo nulla di lui come persona e lui, logicamente, conosceva il mio nome solo per averlo visto nella scaletta della trasmissione...) e ci siamo ritrovati insieme da soli una mezz'oretta nel salottino vicino allo studio di registrazione, in attesa che arrivasse il nostro turno.
E ci siamo messi a chiacchierare. O meglio, lui ha cominciato a chiedermi di me e di cosa facevo e poi siamo passati a parlare e a scambiarci idee sui più vari argomenti.
Una delle chiacchierate più piacevoli della mia vita, con una persona al tempo stesso coltissima e di una semplicità e gentilezza disarmanti.

Dopo quell'incontro non ci siamo mai più né rivisti né sentiti, ma il ricordo continuo a portarmelo dentro con piacere.

Ciao Manuel, che la terra ti sia lieve.

Saluti,

Mauro.