domenica 31 ottobre 2021

Dettagli coloniesi 31 - Illusioni portuali

Quando ci si illude di avere un porto...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli coloniesi.

sabato 30 ottobre 2021

Dettagli genovesi 38 - Chiese e bombardamenti


Ricordi della Seconda Guerra Mondiale.

Santa Maria in Passione.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 29 ottobre 2021

Dettagli dall'Oberpfalz 14 - Pisciatine statuarie


A Cham (el can di Cham).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

lunedì 25 ottobre 2021

La balla novax sugli studi di lunga durata

La più usata delle scuse che vengono usate dai non vaccinati (l'ultimo tra coloro che possono purtroppo avere influenza sulla massa ad averla usata è il nazionale tedesco Joshua Kimmich, gran calciatore obiettivamente, ma altrettanto obiettivamente non certo un esperto di virologia e immunologia) per non mostrarsi novax è che mancano ancora studi di lunga durata sugli effetti dei vaccini.
Oggi voglio provare a dimostrare l'assurdità di tale affermazione.
OK, voi persone che sapete anche solo un minimo di scienza (anche se non necessariamente di medicina) avrete già capito, quindi a voi chiedo solo di diffondere, in realtà questo mio testo è dedicato, è destinato agli altri. Con voi sfondo solo una porta aperta.

Allora, detto terra terra, se aspetti i risultati degli studi di lunga durata per farti un vaccino (ma vale non solo per i vaccini, vale per ogni medicina, sia preventiva che terapeutica), significa che te lo farai quando non servirà più a nulla
Perché significa che te lo farai o quando sarai già morto (o comunque quando sarà troppo tardi) o quando il virus, il batterio o quel che sia non sarà più un problema serio (grazie a coloro che, contrariamente a te, si sono vaccinati).
Perché dico questo?

La risposta sta nel capire cos'è uno studio di lunga durata.

In termini medici uno studio di lunga durata è uno studio che dura anni e che prende in considerazione ogni minima cosa che può succedere nel corso degli stessi anni.
Ergo, capite già che uno studio di lunga durata puoi farlo solo quando il vaccino o qualsiasi altro medicinale è già normalmente in uso, quando non è più sperimentale.
Perché uno studio sperimentale lo puoi fare solo su quantità limitate (per quanto estese) di pazienti, uno studio sperimentale implica limitatezza, implica non diffusione globale.
Ma proprio per questo la fase sperimentale non può durare anni: se dura anni o il problema si è già risolto da solo prima della commercializzazione oppure ha fatto già tanti di quei danni che la commercializzazione diventa di fatto inutile.

Lo studio di lunga durata può essere solo lo studio degli effetti una volta che il vaccino o farmaco è commercializzato!
Non esiste altra lunga durata in medicina.
Non esiste che si definisca "sperimentale" un vaccino/farmaco che non ha ancora prodotto gli "studi di lunga durata" di cui sopra... perché allora tutto al mondo sarà sempre sperimentale.

Sotto un certo punto di vista in fondo è anche vero, visto che la scienza (medicina compresa) è in continua evoluzione e in questo senso effettivamente sperimentale.
Ma se si prende questo punto troppo alla lettera non si metterà mai in pratica nulla, non si arriverà mai a nessun progresso, visto che ogni nuova scoperta o invenzione o applicazione potrà quindi sempre e solo essere provvisoria e non praticabile in larga scala perché "sperimentale".

Tanto per chiarire: il tuo smartphone è, secondo questo ragionamento, sperimentale, visto che il suo produttore non lo ha testato per anni e anni e per di più la tecnologia che lo fa funzionare è in continua evoluzione.
Però di lui ti fidi, mentre del vaccino no (quando il contrario sarebbe in realtà più logico, visto che in realtà del vaccino ne sai di più che dello smartphone, anche se ti sei convinto dell'opposto... fidati, da fisico ti garantisco che per te è più facile capire il funzionamento, almeno a grandi linee, di un virus che di un microprocessore... il tuo problema è la tua non volontà di capire nessuno dei due ma di volerne comunque parlare).

Per di più, se ci mettiamo a parlare dei vaccini, gli studi (e gli effetti) di lunga durata, a lungo termine, sono una cosa ancora diversa.
Nel momento in cui ci viene iniettato un vaccino ci possono essere effetti avversi, questo nessuno lo nega.
Ma questi effetti avversi si verificano per forza di cose entro qualche settimana al massimo, non esistono effetti che si verificano dopo mesi o anni!
Perché questo? Perché il vaccino logicamente provoca effetti nel nostro organismo anche se nella maggioranza dei casi per fortuna non ce ne accorgiamo (se non ne provocasse sarebbe un vaccino inutile) ma le sue componenti sono espulse dal corpo dopo appunto al massimo poche settimane. Rimane la memoria negli anticorpi, nelle cellule T, ma le componenti del vaccino spariscono.
Ergo, un effetto che ti arriva dopo sei mesi o, peggio, dopo anni non può essere collegato al vaccino.

Ora tu mi farai una domanda assolutamente giustificata: perché allora anche gli scienziati parlano di effetti a lungo termine?
Ammetto che la formulazione non è proprio felice, ma in questo caso si intendono effetti il cui collegamento col vaccino è stato scoperto mesi o anni dopo, ma avvenuti temporalmente poco dopo la vaccinazione.
Il perché il collegamento sia stato scoperto molto dopo può essere dovuto a tante cause diverse, tipo effetto estremamente raro e quindi non subito studiato oppure effetto che poteva essere stato causato anche da altro oppure semplicemente effetto poco comprensibile con le conoscenze del momento. O altro ancora.

Ma questo discorso lo ha spiegato benissimo, molto meglio di quanto possa fare io, l'immunologo Carsten Watzl in questo thread su Twitter, purtroppo in tedesco.
Ma magari sapete usare Google Translate 😉

Saluti,

Mauro.

domenica 24 ottobre 2021

I misteri del tedesco 24 - Cagare i Corinzi

Qualche tempo fa vi avevo parlato su questo blog di un tipo umano tedesco: i cavalcatori di paragrafi.

Oggi vorrei parlarvi di alcuni loro parenti stretti, cercando anche di esaminare l'origine della definizione: i Korinthenkacker, i cagatori di Corinzi.
(Traduzione letterale, vedremo poi che forse non si intendono veramente gli abitanti di Corinto).

Per un tedesco un Korinthenkacker è semplicemente un pedante (in generale, ma a maggior ragione se lavora nel pubblico, nella burocrazia), una persona pignola, ma ristretta, che in realtà non pensa, applica tutto alla lettera usando i paraocchi.

Ma, ora voi mi chiederete, cosa c'entrano i Corinzi?

In realtà gli abitanti di Corinto non sembrano essere qui significativi... sembra che il termine si riferisca invece a un certo tipo di uvetta che in tedesco si chiama Korinthe (l'uvetta in generale in tedesco si chiama Rosine, ma una particolare varietà di questa si chiama proprio Korinthe).
Questa uvetta viene dal vitigno di origine greca Korinthiaki, originario appunto della zona di Corinto (per gli esperti del settore sarebbe la Vitis vinifera apyrena).

Ma perché un pedante deve cagare proprio questo tipo di uvetta?
Beh, la spiegazione (come capita spesso con le espressioni idiomatiche tedesche) è un po' tirata, nel senso che i linguisti la accettano, ma di logica dietro ce n'è ben poca.
Un pedante è uno che lascia passare solo cose di cui non si accorge, talmente piccole sono.
Bene, secondo i tedeschi, quando questo va al bagno, lascia anche passare solo cose piccolissime come chicchi di uvetta. E a quanto pare ai tedeschi questo tipo di uvetta sembra particolarmente adatta.
Insomma... non è un cagatore di Corinzi come la traduzione letterale potrebbe far sembrare, bensì un cagatore di uvetta.

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco  – Lista completa

mercoledì 20 ottobre 2021

Il giorno che ho capito gli anni di piombo

Io gli anni di piombo li ho capiti veramente quando erano finiti da tempo. Li ho capiti veramente negli anni '90.
Perché le cose le capisci dentro (e non solo teoricamente, storicamente) quando le incontri.
E io gli anni di piombo li ho incontrati di persona, li ho guardati negli occhi, all'inizio degli anni '90. Anche se avevo vissuto (seppur da bambino e ragazzino) quelli veri, a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80.
Ora vi racconto.

Per me gli anni di piombo significano soprattutto due nomi: Guido Rossa e Mario Sossi.

Due persone agli antipodi: operaio comunista Rossa, magistrato fascista Sossi. Ma entrambi vittime delle Brigate Rosse. Assassinato il primo, rapito (e probabilmente anche torturato) il secondo.
(Di Rossa ne scrissi già su questo blog).

Rossa lo conosco più che altro dai racconti di mio padre, che era suo collega all'allora Italsider, quindi non è lui il protagonista di questo racconto.

Il protagonista è Sossi.
Io lo incontrai una volta nei primi anni '90 e guardandolo negli occhi ho capito veramente cosa furono gli anni di piombo: sì destra contro sinistra ed entrambe contro lo Stato, ma soprattutto paura.
Umanissima paura.

Sossi era un uomo di destra, un fascista (negli anni 2000 si candidò anche con Forza Nuova, per dire), ma quando lo incontrai era solo un uomo che aveva paura di aprire la porta di casa.
Ero andato da lui per portargli l'invito a una cerimonia presso il Distretto Militare di Genova (sì, prima che facciate calcoli sulle date, il militare lo ho fatto dopo l'università, non prima).
Ma quando suonai alla porta e lui venne ad aprire (con tutte le precauzioni e i chiavistelli del caso) aveva paura. Paura di chiunque suonasse alla porta.
Aveva paura di me, che ero in divisa (tra l'altro la sua divisa, visto che era stato Alpino anche lui) e che ero in quel momento il portavoce del comandante del Distretto Militare, non ero lì di mia iniziativa.

Sossi aveva i suoi scheletri nell'armadio, ma ciò non giustifica ciò che subì dalle BR.

Mai ho visto in vita mia la paura negli occhi di un essere umano come quel giorno.

Quel giorno capii veramente cosa sono stati gli anni di piombo.

Saluti,

Mauro.

giovedì 14 ottobre 2021

Il Covid, i giuristi e la Costituzione

Oggi voglio fare un po' di polemica con gli amici giuristi 😉

Il governo compie azioni per contrastare la pandemia.
Regolamenti, leggi, decreti.
Talvolta sono obiettivamente condivisibili, talvolta altrettanto obiettivamente no.
Ma non è questo il punto.

I giuristi (giustamente!) ogni volta si dedicano a spiegarci cosa è giusto e cosa no.
Nel senso "questa cosa rispetta la legge, la Costituzione e quest'altra no".

Il problema è che, anche quando hanno totalmente ragione nello smontare una norma (qualche volta sbagliano anche loro, chiaro, ma quelli che conosco io sono generalmente affidabili), non mettono fuori gioco la norma incriminata, come i loro lettori spesso credono.

Quindi chi li prende alla lettera e rifiuta di fare le cose che i giuristi hanno teoricamente cassato, si mette nei guai.

Perché quello dei giuristi, anche se corretto, è solo un giudizio professionale. È un'analisi tecnica.
Non è una sentenza della Corte Costituzionale.


Fino a che la Corte Costituzionale (o altra istituzione preposta per le norme di rango inferiore alla legge) non cassa una legge, questa rimane valida.
Punto.
Qualsiasi altro giudizio, anche se corretto nella sostanza e perfetto nella forma, ha solo valore informativo.

Fino a che la Corte Costituzionale (o chi di dovere, vedasi sopra) non le cassa, il non rispettare le leggi o i decreti è sempre e comunque una pessima idea. Anche quando sono palesemente sbagliate.

Sapevatelo!

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Nel caso qualcuno ora mi tiri fuori la disobbedienza civile, questa, in caso di assurdità palesi, è in realtà un'ottima idea, una dimostrazione di patriottismo e serietà, ma solo se chi la opera ha anche il coraggio di accettarne le conseguenze, non se pretende l'impunità.
La disobbedienza civile è una cosa molto più alta e nobile del fregarsene di norme e leggi, per quanto sbagliate.

lunedì 11 ottobre 2021

Cosa significa insegnare la responsabilità

Chi mi conosce sa che ho giocato per anni a pallacanestro. E anche a discreto livello, anche se sempre tra i dilettanti e mai a livello professionistico (anche perché non era lo sport la mia priorità, che fossi capace o meno).
E dalla mia storia cestistica mi porto dietro una delle lezioni più importanti che abbia mai ricevuto.
Vi parlo di ben più di 30 anni fa
.

Era una partita abbastanza importante, ma il problema non era questo.
L'arbitro mi aveva (a mio giudizio) invertito un fallo
. Che avesse ragione o torto... capita. Sia i giocatori che gli arbitri sono uomini e possono sbagliare.
Ma capita una seconda volta
. E mi innervosisco, mi incazzo. E l'arbitro (stavolta giustamente, senza se e senza ma, qualunque cosa si pensi dei falli di gioco di cui sopra) mi affibbia anche un fallo tecnico.
Anche se sbaglia, l'arbitro non lo insulti
. E io invece lo feci. Fallo tecnico sacrosanto
.

Ma l'insegnamento che ricevetti venne subito dopo. E non dall'arbitro.

Urlai al mio allenatore di sostituirmi perché ero troppo nervoso.
E lui mi urlò di rimando di calmarmi e di continuare a giocare facendo il mio dovere perché non aveva nessuna intenzione di sostituirmi
.
E poi capii che non lo fece perché in quel momento mi riteneva un giocatore indispensabile in campo, ma perché lui aveva capito il problema e voleva darmi una lezione
.

Infatti continuai a giocare, non ebbi più nessun problema con l'arbitro e non feci più nessun fallo, neanche involontario.
Non fu certo la mia migliore partita, ma assolutamente neanche la peggiore
.

Uno dei più grandi insegnamenti relativi alla responsabilità, al sapersi prendere responsabilità, che io abbia mai ricevuto.

Perché l'allenatore si prese una bella responsabilità lasciandomi in campo in quel momento, ma il modo in cui lo fece me ne mise una altrettanto grossa sulle spalle.
E tutti e due sapemmo prendercela!

Devo comunque ammettere che lui sapeva sì quel che faceva... ma che lo sapesse io lo capii a partita finita, non subito, anche se capii subito cosa dovevo fare, come comportarmi 😉

Saluti,

Mauro.

sabato 9 ottobre 2021

Io e 007

Qui lo dico chiaro e non ritratterò mai!

007 è la più stupida e inutile serie cinematografica mai creata (e di stupide e inutili ce ne sono in abbondanza!).

Ho detto.

Ora crocifiggetemi pure.

Saluti,

Mauro.

sabato 2 ottobre 2021

Ma come fate ad ammirare Mussolini?

E non parlo di fascismo o antifascismo.
E neanche in generale di destra, centro o sinistra.
Parlo di vincenti e perdenti.
Di persone di successo e di falliti.

Come fate ad ammirare un fallito che ha perso, sia per sé stesso che per il proprio paese, tutto quello che poteva perdere?
Uno che ha fatto solo errori?
Uno che quando poteva scappava?
Uno che mandava sempre avanti gli altri?
Uno che si è fatto (volontariamente) mettere i piedi in testa dallo straniero?

Insomma, voi che fate del machismo e del nazionalismo uno stile di vita, un orgoglio... come fate ad ammirare un fallito, un vigliacco che si è venduto allo straniero?
Non vi rendete conto della vostra incoerenza?

Io proprio non vi capisco.
Per me siete solo un caso da psicoanalisi.

Saluti,

Mauro.