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domenica 13 aprile 2025

Avevo ragione io

"Avevo ragione io" è una brutta frase, suona arrogante o per lo meno da saputello.
Però in questo caso è l'unica frase che posso scrivere, dire.

Nel 2013 a Berlino nacque l'AfD (Alternative für Deutschland, in italiano Alternativa per la Germania).
Venne definito il "partito dei professori" perché fondato da alcuni accademici di destra, nazionalisti. Però, questa la vulgata dell'epoca, moderati.
Io dissi subito: attenti, questi sono neonazisti, nonostante le apparenze.
E venni sbertucciato da chi era cascato nel trucco della maschera moderata. Anche qui sul mio blog venni contestato quando scrissi sul tema.

Nel 2014 poi nacque a Dresda PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente), movimento esplicitamente populista di estrema destra basato su visioni razziste e nazionaliste.
E io dissi che PEGIDA era il braccio "di strada" dell'AfD (oppure che l'AfD fosse il braccio politico di PEGIDA).
E di nuovo venni contestato perché le due entità non avevano collegamenti legali, erano burocraticamente separate.

Ma poi, alle elezioni del 2017, ci fu un ulteriore scivolamento a destra del partito, dove gli elementi più estremisti presero totalmente il controllo.

Ma poi i rappresentanti del partito erano sempre in prima linea nelle manifestazioni di PEGIDA.

Ma poi la vicinanza con elementi dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazinaldemocratico di Germania, ispirato esplicitamente all'NSDAP per propria ammissione).

Ma poi arrivò la corrente Die Flügel (L'ala) che dovette essere sciolta per neonazismo.

Ma poi anche la sezione giovanile (Junge Alternative, Alternativa giovane) dovette essere sciolta per provato anticostituzionalismo.

Ma poi molte sezioni regionali vennero messe sotto osservazione dai Servizi per lo stesso motivo e per tre di esse (Sassonia, Turingia e Sassonia-Anhalt) la cosa venne legalmente provata e certificata.

Ma poi cominciò a crescere la violenza, se non proprio il terrorismo, di destra (qui un splendido articolo al proposito del sito di indagine giornalistica Volksverpetzer, in tedesco, ma potete usare i traduttori in rete) senza mai condanne da parte del partito (vero anche che la stampa mainstream cerca per quanto possibile di evitare di parlare di questa violenza).

E tante altre cose.

E ora?
Molti cadono dal pero "scoprendo" quello che era già chiaro ed esplicito nel 2013/2014.
Altri continuano a mantenere il prosciutto sugli occhi per non vedere (come la CDU/CSU e buona parte della stampa).
E l'AfD continua a crescere (secondo partito nel Bundestag alle elezioni di febbraio) e a spostarsi sempre più a destra.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Qui la versione tedesca.

domenica 15 dicembre 2024

La Stampa, la stampa e la logica

Sì, Stampa e stampa.
Purtroppo la stampa in generale ha problemi con la logica.
Ma stavolta non solo la stampa, bensì La Stampa, il quotidiano in passato più affidabile in questo senso... ma appunto "in passato".


"20 paesi su 19".

Serve che vi spieghi il problema?
Spero di no.
E non venitemi a dire che la stronzata la ha detta Tajani (ergo il ministro degli esteri, anche se non nominalmente citato) e non il giornalista: il giornalista avrebbe dovuto notare l'assurdità dell'affermazione e farla notare.

Ma la maggioranza dei giornalisti ormai di logica, matematica, anzi di banale aritmetica, non sa più nulla.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 4 dicembre 2024

Il malore di Bove

Tutti avete letto o sentito del malore del giocatore Edoardo Bove in Fiorentina-Inter di domenica scorsa.

Non voglio qui parlarvene in termini medici (a parte il fare ovviamente gli auguri di una ripresa completa e possibilmente veloce al ragazzo) primo perché non sono un medico e secondo perché anche se lo fossi non ero sul posto quindi parlerei comunque solo per sentito dire (e da quel che ho capito le cose non sono ancora del tutto chiare, nonostante le analisi già effettuate).

Voglio però parlarvene dal lato dello sciacallaggio, visto che stavolta ce ne è stato di tre diversi tipi.

1) Le foto.
Tutti i giornali e i siti di informazione hanno cercato di pubblicare foto (e video) dell'evento. Con i fotografi che cercavano di beccare i "vuoti" nella barriera che i giocatori hanno creato per proteggere la privacy di Bove.
Ora voi mi tirerete fuori il diritto di cronaca. Però ditemi: cosa aggiunge l'immagine di un corpo a terra con i sanitari che cercano di rianimarlo a un testo che racconta gli eventi? Nulla!
Non si tratta di un delitto o di un incidente automobilistico dove le immagini talvolta (ma solo talvolta!) possono aiutare a ricostruire la dinamica dei fatti (ma ciò, ovviamente, serve alle autorità e alle assicurazioni, non al grande pubblico).
È solo voyeurismo.

2) I vaccini.
Sui social networks e anche nei commenti sui siti di informazione si è subito scatenata da una parte dei frequentatori una shitstorm contro i vaccini... Bove era vaccinato!
Come fosse l'unico giocatore a essere vaccinato (e come mai alla stragrande maggioranza degli altri allora non succede nulla?). 🤦‍♂️
Oltretutto casi come quello di Bove sono per fortuna sempre meno frequenti, grazie alle rigide regole della medicina sportiva in Italia (che all'estero, Inghilterra in particolare, dovrebbero copiare).

3) Il "ritardo" nei soccorsi.
Molti hanno polemizzato (e continuano a farlo nonostante le spiegazioni) per il fatto che l'autoambulanza non sia entrata in campo e che questo abbia rallentato i soccorsi. Sfruttando anche il fatto che un paio di giocatori in campo si siano innervositi per lo stesso motivo.
Prima di tutto i giocatori non sono medici, quindi ne sanno quanto noi spettatori di quali interventi servano e dei tempi necessari: la loro reazione non dimostra quindi proprio nulla (e anzi, ha rischiato in questo senso di fare danni, anche se io la comprendo).
Poi i giocatori in campo sono sotto adrenalina come in ogni competizione... adrenalina che non viene certo abbattuta da un evento simile, anzi il contrario!
E soprattutto i protocolli per gli interventi medici in campo non sono fatti a caso e sono oltretutto costantemente valutati e, se necessario, aggiornati.
I sanitari sapevano quello che facevano.

Saluti,

Mauro.

martedì 5 novembre 2024

Di nuovo su stampa e geografia

Dopo aver in passato bastonato Repubblica e Corriere della Sera, oggi tocca alla Gazzetta dello Sport.

Ieri (4 novembre) un capotreno delle Ferrovie Italiane è stato accoltellato alla stazione di Rivarolo, a Genova, sceso da un treno della linea Genova-Busalla su cui aveva trovato due passeggeri senza biglietto e che aveva fatto scendere con sé.
Non voglio però qui parlarvi del tragico fatto di cronaca, ma della sciatteria del "giornalista".

Guardate il ritaglio dall'articolo:

Ora, che le Ferrovie Italiane facciano talvolta cose strane è noto a tutti, ma far passare un treno che parte da Genova città e arriva a Busalla, sempre in provincia di Genova, da Rivarolo Canavese (l'unica Rivarolo in provincia di Torino), tra l'altro situata a nord di Torino, neanche a sud in direzione Genova o Liguria in generale... sinceramente mi sembra troppo anche per le nostre disastrate ferrovie.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 10 aprile 2024

Disinformare con notizie (forse) corrette

Si può fare (o indurre) disinformazione anche usando notizie (forse) corrette?
Sì, si può benissimo farlo.
E ce ne ha dato un bell'esempio oggi il quotidiano La Verità.
Guardate questo titolo (e prendetelo comunque con le pinze, visto che stiamo pur sempre parlando de La Verità):


Sembra parlare ovviamente di una cosa gravissima, vero?
E infatti novax e destrorsi come gravissima la hanno presa.
Sbagliando.

Sbagliando perché questo titolo non parla né di cose gravi, né di cose non gravi. Parla proprio di nulla.
Perché?
Vediamolo.

Diamo per buono che Speranza abbia veramente dichiarato ciò.
E leggiamo con attenzione le parole sottolineate in giallo: "il 20 per cento degli effetti avversi".
Bene, a leggere i commenti su X/Twitter è evidente che novax e destrorsi nella loro lettura hanno omesso le parole "degli effetti avversi" e quindi si sono fatti il film mentale del 20% dei vaccinati.

Ma Speranza (sempre che abbia veramente dichiarato ciò, sappiamo quanto valgono i virgolettati della stampa italiana) ha parlato degli effetti avversi! Non dei vaccinati!
Quindi il titolo non dice proprio nulla, perché prima bisogna vedere quanti vaccinati hanno subito effetti avversi.
1 su 10?
Oppure, come è molto più probabile, 1 su 1 milione o ancora di meno?

E allora vedete che questi effetti "gravissimi" (che poi anche "gravissimo" andrebbe chiarito: a partire da quando, da quali sintomi o effetti è gravissimo e fino a quando non lo è?) non sono proprio per niente preoccupanti, sono proprio pochissimi, quasi trascurabili.
Il 20% di 1 su 1 milione è infatti lo 0,00002% dei vaccinati.
Cioè 2 casi ogni 10 milioni di vaccinati.

Non serve aggiungere altro, credo.

Saluti,

Mauro.

venerdì 2 luglio 2021

No, i gol in trasferta non hanno mai avuto valore doppio

Nei giorni scorsi avrete tutti (o almeno tutti quelli di voi che seguono il calcio) letto o sentito che la UEFA ha cancellato la regola dei gol in trasferta.
E (quasi) tutti i giornali a titolare "Il gol in trasferta non vale più doppio!" o cose simili.

Bene, sappiatelo: il gol in trasferta non ha mai avuto valore doppio.
Mai!

La regola diceva un'altra cosa, cioè che in caso di parità totale tra andata e ritorno, vinceva chi avesse segnato più gol in trasferta.

Ve lo spiego con un esempio.

Squadra A contro squadra B.
All'andata A batte B in casa 4-2.
Al ritorno B batte A in casa 1-0.
Totale: A batte B 4-3. E vince il confronto (come è praticamente sempre stato, viste le regole UEFA, solo nei primi anni delle competizioni in caso di parità si disputava uno spareggio senza tener conto dei gol totali, nel caso che le due squadre avessero vinto una partita ciascuna).

Nel caso che al ritorno B invece avesse battuto A 2-0 e non 1-0, B avrebbe vinto il confronto.
Infatti il totale sarebbe stato 4-4, ma B avrebbe segnato due gol in trasferta e A zero.

Ma se fosse esistita veramente la fantomatica regola che il gol in trasferta vale doppio, nell'ipotesi di cui sopra B sarebbe risultata vincente anche vincendo solo 1-0 in casa, visto che la sconfitta 4-2 nella partita di andata (in trasferta) sarebbe stata contata 4-4... visto che i gol in trasferta varrebbero doppio, e quindi il totale sarebbe stato 5-4 per B.

Ma i gol in trasferta non valgono doppio, quindi l'1-0 giustamente non bastava - il totale rimaneva comunque 4-3 per A - e (ovviamente) continuerà a non bastare neanche in futuro, gol in trasferta o meno.

Saluti,

Mauro.

lunedì 1 febbraio 2021

Come difendersi dal phishing (e non fare l'Augias)

Tutti avrete seguito in questi giorni la storia di Corrado Augias, che non si è accorto di essere stato vittima di phishing e ne ha scritto nella sua rubrica su Repubblica, dimostrando di aver preso per autentica la mail che, apparentemente, l'ENEL gli aveva mandato.

Prima di venire al tema (cioè come difendersi e non cascarci) un commento sulla storia di Augias.
In realtà non è grave che lui ci sia cascato. È sì una persona intelligente e preparata, ma viene dal punto di vista digitale da un'altra epoca. Anzi, senza offesa, proprio da un'altra era geologica (Augias è del 1935).
La cosa grave è che il suo testo sia andato in stampa. Ciò dimostra che nelle redazioni non c'è più nessuno che controlla i testi prima di mandarli in stampa. Un tempo una rilettura terza (da parte dei correttori di bozze o altre figure redazionali) era la norma. E quindi ad Augias sarebbe stato risparmiato lo scivolone.

Torniamo al punto.
Come riconoscere il phishing o altri intenti maliziosi?

La prima cosa da fare, sempre, è controllare il mittente prima di aprire la mail.
E con mittente non intendo il "nome". Io posso attaccare per esempio il nome Mauro Venier a qualsiasi indirizzo di posta elettronica. Sia al mio vero "mvenier@gmx.de" che a un ipotetico "orsacchiotto@goldrake.ufo".
Controllate l'indirizzo di e-mail sempre: praticamente tutti i programmi di gestione posta vi permettono di vederlo intero senza aprire la mail. Approfittate di questa possibilità.
La maggioranza delle e-mail di phishing arrivano da indirizzi di posta che con l'ipotetico mittente non c'entrano niente o al limite sembrano solo simili.
Per esempio, se vi arriva una mail apparentemente dall'ENEL, ma l'indirizzo elettronico non è ***@enel.it bensì ***@enel.gov, ***@enelr.it o, addirittura, ***@xyz.it/com/eu... potete cancellare la mail senza leggerla.

Questo è il primo passo da fare. Sempre!

Seconda cosa. Molti servizi di posta elettronica hanno un buon riconoscimento automatico di mail di spam/phishing/ecc. e quindi le mail sospette finiscono in una cartella a parte.
È umano comunque andare a controllare anche quella cartella perché uno pensa sempre che magari l'algoritmo può sbagliare e vedere come malevola una mail seria.
È vero, può capitare, ma la maggioranza dei fornitori di servizi di posta elettronica sono affidabili su questo punto. Non perfetti, ma affidabili.
Quindi controllate pure la lista delle mail nella cartella spazzatura, ma pensateci bene, molto bene, prima di spostare quelle mail in altra cartella o aprirle.

Però alla fine avete aperto la mail.
Cosa fare ora?
Leggetela molto attentamente: una banca, un'azienda, un ufficio pubblico magari scrivono con una terminologia oscura per il profano... ma scrivono in italiano corretto! Magari usano qualche anglicismo di troppo, ma scrivono in italiano corretto!
Se la mail è scritta in italiano traballante, se contiene parole straniere che non sono il classico anglicismo... è spam, phishing o simili. Mai cliccare sui link presenti in queste mail.
Esempio stupido: sa la mail contiene una frase tipo "se lei decide di usare l'online banking", questo è un classico anglicismo e (se non ci sono altri motivi di dubbio) potete fidarvi, se la mail invece contiene una frase tipo "if lei decide di usare l'online banking", quell'if non è un anglicismo. Cancellate la mail.

Un'altra cosa da tenere presente è quando le mail sembrano arrivare da banche, aziende, fornitori di servizi di cui non siete clienti: se non siete clienti, la cosa non vi riguarda, cancellate (non se arriva dagli uffici pubblici, quelli possono riguardarvi in ogni modo, quindi in questo caso riflettete comunque un attimino più a lungo, negli altri casi potete cancellare senza riflettere).
E se, per ipotesi, dovesse riguardarvi nonostante non siate clienti, verrete contattati di sicuro al proposito anche da un corrispondente, referente di cui siete clienti. Aspettate questa comunicazione prima di rispondere.

Adesso siete comunque lì con la mail aperta.
Al di là di tutto quanto sopra avete comunque la tentazione di cliccare sul link per saperne di più o perché in qualche modo quella mail vi convince.
Bene: non cliccate, a meno di non aver fatto tutti i controlli di cui sopra e di essere sicuri al 100% (e anzi, forse meglio non farlo neanche se siete sicuri al 100%).
Cosa potete fare in questo caso?
Molto semplice: andate sul sito ufficiale di chi sembra avervi contattato (digitandolo da voi nello spazio apposito del vostro browser e ricontrollandolo bene prima di cliccare invio) e, se avete un profilo cliente con password, troverete lì tutte le informazioni che vi riguardano.
Se non avete un profilo cliente con password, sul sito comunque troverete un indirizzo e-mail, un numero di telefono o un indirizzo postale classico a cui rivolgervi per chiarire le cose e chiedere informazioni.
Usate quelli, non il link nella mail.

Aggiornamento (grazie all'amico Nmarru per l'osservazione):
Oltretutto se passate il puntatore sul link presente nella mail... questo vi mostrerà l'URL (cioè l'indirizzo del sito web) vero senza neanche cliccarci sopra.
Leggete con molta attenzione quell'URL.
Controllatelo e ricontrollatelo, facendo attenzione a tutto. Grafia, punti, caratteri, ecc.

Saluti,

Mauro.

sabato 22 febbraio 2020

Noi non sappiamo se c'è un morto per coronavirus in Italia

Il morto di Schiavonia (Padova) aveva il coronavirus, ma era già ricoverato da prima per altre patologie.
Nonostante quello che sostengono giornali e telegiornali noi NON sappiamo cosa ha causato il decesso.
Senza autopsia, viste le varie patologie, NON possiamo saperlo.
Niente panico.
Preoccuparsi e stare all'erta , ma panico no.
Non seguite i media a caccia di click.
Punto.

Saluti,

Mauro.

Aggiornamento ore 19:00, 22.02.2020
Lo stesso discorso per ora vale per la seconda vittima italiana a Casalpusterlengo (Lodi).

Aggiornamento ore 19:00, 23.02.2020
Lo stesso discorso per ora vale per la terza vittima italiana a Crema (Cremona), che era ricoverata per un tumore.

Aggiornamento ore 02:45, 25.02.2020
Tutte le vittime italiane collegate al coronavirus avevano anche altre patologie.
Non esiste ancora conferma che il coronavirus in sè sia stato letale in Italia.
Ribadisco: se siete intelligenti preoccupatevi, ma non lasciatevi prendere dal panico!

sabato 19 gennaio 2019

La nuova pubblicità della Gillette (che non avete capito)

Non serve che vi mostri il video: ormai ne avrete sentito parlare tutti e lo avrete visto quasi tutti.

Qui vorrei fare due commenti che mi sarei aspettato dalla stampa, ma non li ho trovati né Italia né in Germania (non so in altri paesi).

Il primo è molto semplice, oserei dire ovvio.
La Gillette è un'azienda che per vivere deve vendere. Quindi non ha lanciato nessun messaggio sociale, giusto o sbagliato che sia.
L'unico messaggio che ha lanciato è "Comprate i miei prodotti!". E ha usato le immagini che secondo lei portano a quel risultato. Sia con le pubblicità vecchie sia con quella nuova.

Il secondo invece ha molto a che fare con l'intelligenza (e infatti sia gli ammiratori che i contestatori di detta pubblicità ne hanno dimostrata poca).
Tutte le reazioni vedono le pubblicità vecchie della Gillette e quella nuova in contrapposizione, quasi in contraddizione fra loro.
Perché questo?
La vecchia pubblicità mostrava uomini sicuri di sé, forti caratterialmente (e anche fisicamente), veniva sottinteso che avessero anche idee forti.
La nuova pubblicità mostra uomini tolleranti, che sanno essere teneri e sanno dialogare e ascoltare.
E allora?
Dove cavolo sta la contraddizione?
Non avete mai visto uomini forti e sicuri di sé che sappiano anche ascoltare ed essere teneri?
Se non li avete mai visti significa che vivete su un altro pianeta.
Quindi, per favore, tornate sulla Terra.

Saluti,

Mauro.

domenica 13 maggio 2018

I grandi giornali tedeschi e il M5S al governo

Nei giorni scorsi anche i grandi quotidiani tedeschi hanno presentato il probabile (o meglio presunto) nuovo governo italiano.

Vediamo i due più importanti.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), tendenzialmente centrista, qui presenta il M5S come di sinistra:


Traduco:
In Italia si potrebbe avere una coalizione tra populisti di sinistra e di destra: com'è possibile?

La Süddeutsche Zeitung (SZ), tendenzialmente di sinistra moderata, qui ce lo presenta come di centro:


Traduco:
Italia: Berlusconi libera la strada per la coalizione di centro-destra. Non si metterebbe di traverso a una coalizione tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord, spiega. Il suo passo indietro era una condizione per la coalizione.

Altri giornali meno importanti lo presentano come (più giustamente, ma meno esplicitamente) di destra.

Il problema della stampa tedesca è che per la mentalità teutone un partito deve per forza avere un colore, non può esistere un partito trasversale o non definibile, quindi il M5S deve essere per forza qualcosa e si sceglie a caso quando non si capisce (la stampa tedesca ebbe lo stesso problema ai tempi col Partito Pirata in casa propria).

A questo va aggiunto che per la stampa "istituzionale" tedesca non può esistere un governo di sinistra-sinistra, di centro-centro o di destra-destra.
Un governo può essere solo di sinistra, solo di centro o solo di destra solo se monopartitico. Se bipartitico, i due partiti devono avere per forza colori diversi.
E quindi, visto che la Lega è obiettivamente di destra, il M5S deve per forza essere o di centro o di sinistra. Indipendentemente dai suoi programmi e dalle sue azioni.

E non è casuale che il giornale centrista (FAZ) definisca il M5S di sinistra e il giornale di sinistra moderata (SZ) definisca il M5S di centro.
Nessuno lo vuole dalla propria parte.

Saluti,

Mauro.
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martedì 20 marzo 2018

Considerazioni ciniche sull'auto a guida autonoma

Avrete tutti letto del primo incidente automobilistico mortale coinvolgente un auto a guida autonoma (per chi in questi giorni fosse stato sulla Luna qui il primo articolo che spunta sul sito del Corriere della Sera, ma basta andare su qualsiasi sito di qualsiasi giornale italiano o straniero per trovarne).

Uber, la società che stava conducendo il test in questione, ha subito sospeso tutte le attività su strada riguardanti la guida autonoma e probabilmente ci saranno frenate, se non blocchi, anche da parte di altre società che fanno ricerca e test nel settore.

A leggere molti commentatori questo incidente pone seri dubbi sulla sicurezza e di conseguenza sul futuro delle auto a guida autonoma.

Certo, questo incidente è una tragedia (soprattutto per la vittima e i suoi parenti e amici una tragedia immane, questo è chiaro), ma come al solito da parte della stampa si è partiti con esagerazioni a tutto spiano.

Io non sono un esperto del settore e neanche una persona particolarmente attratta da questa tecnologia, ma due cose (che magari sembreranno ciniche) mi sento di poter tranquillamente dirle.

Primo. Si tratta di un incidente. E ogni tecnologia in fase di sperimentazione è per forza di cose più pericolosa che una volta matura per la serie. A meno di non fare i test solo in ambienti isolati... ma allora non scoprirai mai come questa tecnologia (o qualsiasi altra tecnologia in qualsiasi settore) funziona nella realtà.

Secondo. Mettiamoci bene in testa che gli incidenti (anche mortali) per le strade ci sono sempre stati. C'erano prima che arrivasse l'auto, ci sono ora e ci saranno inevitabilmente anche il giorno che tutte le auto dovessero essere a guida autonoma. La sicurezza di una tecnologia o dell'altra si valuta in base a quanti incidenti si hanno per milione di chilometri percorsi (o per milione di passeggeri trasportati), quindi potrai sapere con certezza se la guida autonoma sia più o meno sicura di quella tradizionale solo quando ci saranno un bel po' di auto autonome per le strade (e non per sperimentazione).

Quello piuttosto che mi chiedo io è: dato che c'era una persona dentro l'auto anche allo scopo di intervenire in caso di emergenza... cosa faceva questa persona? Dormiva?

Saluti,

Mauro.

lunedì 4 settembre 2017

L'asteroide buondì

Avrete avuto tutti notizia dei dibattiti sui social networks (ormai debordati anche sulla stampa, come se non ci fossero sufficienti temi seri di cui occuparsi) riguardo alla nuova pubblicità del Buondì Motta in cui un asteroide (che poi in realtà sarebbe una meteorite... ma vabbé) uccide la mamma o il papà.

Io non capisco.
È una pubblicità. Può essere bella, brutta, intelligente, stupida (e stupida lo è, questo sì, ma la stupidità non è reato) ma pubblicità rimane. Niente di più (e non è niente di offensivo, solo di stupido, come già detto).

Ribadisco: non capisco.
Deve essere il caldo che dà alla testa (di chi dibatte del nulla, come in questo caso).

Che poi, detto tra noi, se c'è proprio qualcosa di cui si potrebbe discutere è l'immagine della bambina: con quel testo stupidissimo sparato a mitraglia viene di fatto mostrata come una minus habens.

Saluti,

Mauro.

lunedì 3 luglio 2017

Se il criminale è italiano o straniero

Generalmente la stampa quando riporta la cronaca di un reato specifica la nazionalità del colpevole (o presunto tale) solo se straniero, non se italiano (lo stesso capita qui in Germania, logicamente sostituendo "italiano" con "tedesco").
La domanda è: perché si specifica la nazionalità del criminale o presunto tale solo se straniero?

Molti vedono in questo fatto una sorta di razzismo non esplicito, come voler sottintendere "Vedete che se fossimo solo italiani (o tedeschi) le cose andrebbero meglio?".

Io non sono d'accordo.
Il razzismo è purtroppo vivo e presente nella nostra società, ma io non lo vedo in questo atteggiamento della stampa.

In questo atteggiamento vedo qualcosa di molto più semplice: il fornire dati relativi a una notizia.
E perché allora non specificare quando l'autore del reato è italiano (o tedesco)?
Sinceramente mi stupisce che molti se lo chiedano.

La spiegazione è in realtà a mio parere semplice.
Dato che in grande maggioranza le persone presenti sul territorio italiano sono italiane (e in grande maggioranza quelle presenti sul territorio tedesco sono tedesche), si dà giustamente per scontato che quando succede qualcosa (anche in positivo, non solo in negativo) le persone coinvolte siano italiane (o tedesche in Germania), non serve specificarlo.
Mentre quando le persone coinvolte sono straniere, se non lo si specifica manca un'informazione, è come se fossero tutte italiane (o tedesche in Germania).

Ora si può discutere se detta informazione sia essenziale, se aggiunga qualcosa alla notizia. Su questo ci sono pareri discordanti (io personalmente direi che dipende dal contesto dell'avvenimento, ma è solo la mia opinione).
Ma il razzismo - almeno in questo caso - non c'entra nulla (e quando c'è razzismo lo si capisce dal tono dell'articolo, non certo dallo specificare o meno la nazionalità).

Saluti,

Mauro.

martedì 23 maggio 2017

Che cos'è un intellettuale?

Stasera su Twitter ho posto (e mi sono posto) una domanda: che cos'è un intellettuale? Soprattutto un intellettuale oggi?

Cosa qualifica come tale? Quali compiti ha, se ne ha? Esserlo oggi merita rispetto o ludibrio?

Boh.
Tutto ciò che io so è che cosiddetti intellettuali (spesso autonominatisi tali) impestano stampa e televisioni.

Saluti,

Mauro.

domenica 14 maggio 2017

La Serracchiani e gli stupri

Tutti avete letto la dichiarazione della Serracchiani su stupri e profughi. Non serve che ve la ricordi.

Serve però che vi ricordi che stampa e politica hanno reagito come cani di Pavlov, non come persone intelligenti (sia coloro che la hanno attaccata, sia coloro che la hanno difesa).

Intanto chiariamo una cosa: quanto detto dalla Serracchiani non c'entra nulla col Diritto.
In tribunale non c'entra nulla da dove venga uno stupratore e quale status giuridico abbia nel paese. Conta il reato in sé e - per valutare eventuali attenuanti o aggravanti - al massimo le circostanze in cui è avvenuto e le motivazioni del gesto. Nulla di più.

Quindi le dichiarazioni della Serracchiani - giuste o sbagliate che siano - riguardano solo l'ambito morale del problema, non quello giuridico.

Cosa voleva dire la Serracchiani?
Che chi cerca accoglienza in Italia (o in qualsiasi altro paese) moralmente ha più ancora dovere di altri di comportarsi bene. Proprio per guadagnarsi questa accoglienza.
Può sembrare un'affermazione dura, ma tutto sommato è decisamente condivisibile.
Moralmente si intende, visto che - come già detto - giuridicamente conta il reato, non chi lo compie.

E allora dove sta il problema?
Il problema sta nel fatto che la Serracchiani (spero per stupidità e non per malafede) ha scelto come esempio un reato che - pur essendo in decrescita e non un'emergenza - viene usato, anzi abusato, dalla stampa e dai partiti per alimentare la paura nella popolazione.
I numeri per fortuna parlano un altro linguaggio... ma, si sa, i numeri in Italia sono poco amati.

E quindi la reazione è come quella dei cani di Pavlov. Automatica, non ragionata.
Se la Serracchiani avesse usato come esempio un altro reato, le reazioni da entrambe le parti sarebbero state molto più moderate.

Saluti,

Mauro.

venerdì 5 maggio 2017

L'ignoranza della stampa e la seconda generazione

Oggi la Gazzetta dello Sport pubblica un articolo su una giovane pugile di cittadinanza tunisina che vive in Italia e che vorrebbe rappresentare l'Italia nel suo sport.
I desideri della ragazza non sono qui però importanti. Importante è la cazzata che scrive la Gazzetta:


Cosa c'è che non va?
Gli immigrati di seconda generazione sono le persone nate in un dato paese da genitori stranieri.
Peccato solo che la ragazza sia nata in Tunisia, non in Italia.
Quindi, anche se in Italia lei è venuta quando aveva solo due anni, non è di seconda generazione. È immigrata vera e propria, di prima generazione. I suoi figli (se ne avrà) saranno di seconda generazione.

Purtroppo quando si parla di cittadinanza e immigrazione la stampa scrive spesso a casaccio senza sapere di cosa parla.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
L'errore è importante, non voglio spezzare il capello in quattro. È importante perché la legge prevede strade diverse per ottenere la cittadinanza se si è nati all'estero o meno.

giovedì 12 gennaio 2017

Analfabetismo e analfabetismo funzionale

Oggigiorno l'analfabetismo funzionale è un problema (e non solo in Italia).

Un problema di cui non si parla è però la confusione che l'informazione fa tra analfabetismo tout court e analfabetismo funzionale.
Due cose diverse tra loro, ma che la stampa comincia a farci credere che siano la stessa cosa.

La differenza però c'è. E non è piccola.

L'analfabetismo tout court significa non saper leggere e scrivere. E, per lo meno in Europa, è quasi scomparso (purtroppo solo quasi).
L'analfabetismo funzionale significa saper leggere e scrivere, ma non saper capire quello che si legge.

E no, non è neanche un problema "cronologico", cioè prima impari a leggere e scrivere e poi a capire.
Potrei presentarvi un sacco di persone che leggono con difficoltà, ma che una volta letto dimostrano di aver capito quanto letto. E altrettante persone che leggono scioltamente ma alla fine non hanno capito un belino di quanto letto (anche laureati...).

Il fatto è che l'analfabetismo tout court riguarda l'istruzione, quello funzionale la cultura.
E per quanto istruzione e cultura abbiano molti punti di contatto, non sono sinonimi, non sono la stessa cosa.

L'istruzione puoi imporla per legge (e i paesi civili infatti lo fanno).
La cultura devi promuoverla, non puoi imporla. Ed è molto più faticoso (per questo quasi nessun paese - civile o non civile che sia - lo fa).

Saluti,

Mauro.

venerdì 23 ottobre 2015

Perché distinguere?

In questi ultimi due giorni la stampa (e non solo) è stata inondata di articoli e commenti sul fatto avvenuto nel bresciano milanese in cui un "cittadino" ha reagito e ucciso un "ladro".
Ora... io purtroppo ho sentito solo ricostruzioni di parte. Lasciamo perdere quali parti politiche si schierino dalla parte del morto e quali dalla parte dello sparatore... il problema è un altro.
Il problema è che non c'è da scegliere: abbiamo semplicemente a che fare con due criminali.
Il morto era entrato in una casa per rubare e non gliene fregava nulla delle possibili conseguenze... lo sparatore - in base alle ricostruzioni, credibili - cercava solo una scusa per sparare a qualcuno.
Ergo: due puri e semplici delinquenti.
Se uno dei due non fosse morto, meriterebbero semplicemente entrambi di marcire in carcere.
Il fatto che uno dei due sia morto non dovrebbe - si spera - risparmiare all'altro il marcire in carcere.

Saluti,

Mauro.

giovedì 8 ottobre 2015

Il problema di Marino a Roma

Non sono addentro ai fatti comunali romani, quindi parlo da spettatore (neanche troppo interessato, per la verità).

Ma la sostanza dietro la campagna di stampa contro il sindaco Marino non sarà semplicemente che Marino non è renziano?

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Sono passate tre ore dal mio articolo.
Sto ascoltando le cronache sulla situazione romana su Radio RAI.
Sulla RAI si dimenticano però due cose:
1) Marino non ama il Giubileo, ma il Giubileo porterà un sacco di soldi al Vaticano...e a Roma comanda il Vaticano, non il Comune o lo Stato;
2) Marino resiste, non cede... ma Marino è nato a Genova e noi liguri, quando sappiamo di avere ragione, non cediamo... neanche se ci viene puntata una pistola alla nuca.