Visualizzazione post con etichetta Costituzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Costituzione. Mostra tutti i post

domenica 29 giugno 2025

Deriva autoritaria

Fino a non molto tempo fa pensavamo che le democrazie occidentali fossero piene di difetti, ma che in quanto democrazie fossero inattaccabili, solide. Migliorabili, sì (anche tanto), ma non attaccabili, non distruggibili.

Ora ci stiamo accorgendo che l'autodefinitasi più grande democrazia dell'Occidente (gli USA) così democrazia non è, visto che può essere attaccata dall'interno e senza neanche fare un colpo di stato vero e proprio (visto che, nonostante le leggende metropolitane, lì un vero sistema di "checks e balances" non esiste, è di fatto lasciato alla correttezza dei singoli).

E ci stiamo purtroppo anche accorgendo che pure nelle democrazie europee, dove i "checks e balances" per fortuna esistono davvero, i vari governi (sulla scia di quello ungherese, obiettivamente pioniere in questo all'interno dell'UE) stanno usando ogni strumento legale e soprattutto ogni zona grigia della legislazione e delle Costituzioni per far sì che il potere legislativo e quello giudiziario vengano sottomessi a quello esecutivo, cioè Parlamento e magistratura sottomessi al Governo.
E dove non li si possa sottomettere, almeno che vengano depotenziati.

O forse invece non ce ne stiamo (a parte quattro gatti) accorgendo? Forse pensiamo che, sì, ci sono periodi migliori e periodi peggiori, ma che in fondo tutto va bene, madama la marchesa?

Io vi avverto: anche in passato molte dittature nacquero in questo modo, non (o almeno non solo) con azioni violente.

Teniamo gli occhi aperti, molto aperti. Perché rischia ormai di essere troppo tardi per evitare la deriva autoritaria... e l'autoritarismo è solo un passo distante dalla dittatura.

Saluti,

Mauro.

domenica 22 giugno 2025

Chi decide la guerra?

Gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iran (anche se Vance, il vicepresidente, dice che non sono in guerra con l'Iran).

Al là di tutte le discussioni sui motivi, sulle ragioni e sul diritto internazionale, una domanda molto presente sul web, in particolare ovviamente quello anglofono, è se il presidente (Trump, in questo caso) abbia i poteri per ordinare un attacco del genere o se questi poteri li abbia solo il Congresso.

A leggere la Costituzione USA, se consideriamo l'attacco come un atto di guerra, direi che questi poteri li abbia proprio il Congresso, come spiegato bene in quest'articolo della Cornell Law School.
Anche se i presidenti, come dice lo stesso articolo, spesso se ne fregano.

Ma come funziona (o dovrebbe funzionare) invece in Italia?

Se leggiamo l'articolo 78 e il nono capoverso dell'articolo 87 della nostra Costituzione esattamente come negli USA (e in qualsiasi paese democratico, che io sappia).

L'articolo 78 infatti recita:

Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.

Mentre il nono capoverso dell'articolo 87 recita:

[Il Presidente della Repubblica] Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

La cosa quindi sembra chiara, esplicita: il Parlamento è sovrano anche nel dichiarare la guerra.

La domanda però è: dato che il Presidente della Repubblica è a capo delle Forze Armate, nel caso lui ordinasse un attacco senza l'autorizzazione del Parlamento... cosa farebbero i militari?
In teoria dovrebbero disobbedire, essendo l'ordine incostituzionale. Ma lo farebbero veramente?
(Comunque, Costituzione o meno, molti politici sono più guerrafondai dei militari... i primi sono i più pericolosi, e questo vale in ogni paese).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

domenica 13 aprile 2025

Avevo ragione io

"Avevo ragione io" è una brutta frase, suona arrogante o per lo meno da saputello.
Però in questo caso è l'unica frase che posso scrivere, dire.

Nel 2013 a Berlino nacque l'AfD (Alternative für Deutschland, in italiano Alternativa per la Germania).
Venne definito il "partito dei professori" perché fondato da alcuni accademici di destra, nazionalisti. Però, questa la vulgata dell'epoca, moderati.
Io dissi subito: attenti, questi sono neonazisti, nonostante le apparenze.
E venni sbertucciato da chi era cascato nel trucco della maschera moderata. Anche qui sul mio blog venni contestato quando scrissi sul tema.

Nel 2014 poi nacque a Dresda PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente), movimento esplicitamente populista di estrema destra basato su visioni razziste e nazionaliste.
E io dissi che PEGIDA era il braccio "di strada" dell'AfD (oppure che l'AfD fosse il braccio politico di PEGIDA).
E di nuovo venni contestato perché le due entità non avevano collegamenti legali, erano burocraticamente separate.

Ma poi, alle elezioni del 2017, ci fu un ulteriore scivolamento a destra del partito, dove gli elementi più estremisti presero totalmente il controllo.

Ma poi i rappresentanti del partito erano sempre in prima linea nelle manifestazioni di PEGIDA.

Ma poi la vicinanza con elementi dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazinaldemocratico di Germania, ispirato esplicitamente all'NSDAP per propria ammissione).

Ma poi arrivò la corrente Die Flügel (L'ala) che dovette essere sciolta per neonazismo.

Ma poi anche la sezione giovanile (Junge Alternative, Alternativa giovane) dovette essere sciolta per provato anticostituzionalismo.

Ma poi molte sezioni regionali vennero messe sotto osservazione dai Servizi per lo stesso motivo e per tre di esse (Sassonia, Turingia e Sassonia-Anhalt) la cosa venne legalmente provata e certificata.

Ma poi cominciò a crescere la violenza, se non proprio il terrorismo, di destra (qui un splendido articolo al proposito del sito di indagine giornalistica Volksverpetzer, in tedesco, ma potete usare i traduttori in rete) senza mai condanne da parte del partito (vero anche che la stampa mainstream cerca per quanto possibile di evitare di parlare di questa violenza).

E tante altre cose.

E ora?
Molti cadono dal pero "scoprendo" quello che era già chiaro ed esplicito nel 2013/2014.
Altri continuano a mantenere il prosciutto sugli occhi per non vedere (come la CDU/CSU e buona parte della stampa).
E l'AfD continua a crescere (secondo partito nel Bundestag alle elezioni di febbraio) e a spostarsi sempre più a destra.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Qui la versione tedesca.

domenica 1 settembre 2024

Impara a leggere, prima di contestare

Qualche anno fa ho scritto un articolo per spiegare cosa significasse veramente il famoso e frainteso articolo 11 della Costituzione. Ora, io non sono un costituzionalista, ma la Costituzione la ho studiata bene. E ho letto molti costituzionalisti che la spiegano. Sia quelli che la considerano perfetta, sia quelli che vorrebbero cambiarne varie parti. Cosa significa questo? Molto semplice: che tutto quello che ho scritto è opinabile e contestabile, non essendo io un professionista del settore (ovvio, anche loro sono contestabili, ma un pochino meno di me), ma non è comunque scritto a vanvera (e credo che gli amici giuristi possano confermarlo). Il problema è che chi mi contesta (e su Twitter sono stati tanti nel corso di questi anni, visto che ho dovuto autocitarmi molte volte) non legge né tutto il mio articolo né (ed è molto peggio) tutto l'articolo 11 della Costituzione. Si ferma a cinque parole "L'Italia ripudia la guerra". E per lui queste cinque parole sono tutto l'articolo. No, bello mio, non sono tutto l'articolo. Se tu continui a ripetere a pappagallo solo queste parole, non puoi aspettarti che io accetti di dialogare con te (anche perché oltretutto generalmente tu non ascolti). Leggiti tutto l'articolo 11 della Costituzione, ma veramente TUTTO, poi riflettici e poi, se lo ritieni, contesta (argomentando!) il mio articolo. Se ripeti solo "L'Italia ripudia la guerra" come un disco rotto, io se sono di buon umore ti perculo e se di cattivo umore ti blocco.

Il problema è che in genere comunque succede quanto descrissi qui.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Oggi abbiamo raggiunto il limite che uno per contestarmi non ha neanche aperto l'articolo di cui sopra, ma solo il mio profilo blogspot 🤦‍♂️

P.S.2: Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

mercoledì 28 giugno 2023

I miei articoli sugli... articoli della Costituzione

Tutti i testi sul blog in cui ho spiegato (anche se talvolta indirettamente) articoli (o disposizioni transitorie e finali) della Costituzione della Repubblica Italiana:

- Articolo 1 (15.08.2010)
Articolo 54 (12.02.2011)
- Articolo 3 (15.07.2011)
- Articolo 12 (29.07.2012)
- Articolo 3 (30.10.2013)
- Articolo 11 (08.04.2017)
- Articoli 56 e 57 (31.05.2017)
- Articolo 32 (08.06.2017)
- Disposizione XII (13.07.2017)
- Articolo 92 (28.03.2018)
- Articolo 87 (09.05.2018, solo citato, non spiegato)
- Articolo 81 (05.01.2019)
- Articoli 92 e 94 (06.09.2022)
- Articolo 29 (27.06.2023)
- Articolo 11 (01.09.2024)
- Articoli 78 e 87 (22.06.2025)

Saluti,

Mauro.

martedì 27 giugno 2023

Un altro articolo frainteso della Costituzione: il 29

Chi non vuole il riconoscimento del diritto al matrimonio per le coppie omosessuali si rifà spesso alla Costituzione, dove secondo loro l'articolo 29 parla chiaramente di famiglia naturale composta da un uomo e una donna.

Bene, questi costituzionalisti del cavolo l'articolo 29 non lo hanno evidentemente mai letto.

Cosa dice infatti?
Eccone il testo:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Nel caso non vi fidaste della mia citazione, qui il testo dal sito del Senato della Repubblica Italiana.

Cosa ci dice questo testo?
Che per avere il diritto di essere considerati famiglia serve il legame del matrimonio, non bastano - almeno per i padri costituenti - forme alternative di legame.
Ma... non dice nulla su chi ha diritto al matrimonio.
La Costituzione non parla di uomo e donna. Parla solo di famiglia.
Cosa significa questo? Una cosa molto semplice: il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è impedito, non è escluso dalla Costituzione. Proprio per niente.

Cari omofobi, mettetevi il cuore in pace: la Costituzione non è dalla vostra parte.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

martedì 6 settembre 2022

Quando abbiamo eletto un governo?

Mai.

Un giorno sì e l'altro anche spunta il politico o il sapientone che si lamenta del governo non eletto.

Dovrebbero allora lamentarsi di tutti i governi italiani dal 1861 in poi... NESSUNO escluso, neanche quelli che piacciono a loro.
E dovrebbero dire agli elettori dei sistemi con Parlamento (democratici oggi, solo apparentemente democratici e rappresentativi ieri) di stile europeo di lamentarsi nei loro paesi, visto che neanche loro hanno mai potuto eleggere un governo.
(Ho scritto "con Parlamento" e non "parlamentari" perché il sistema francese, per esempio, non è parlamentare come lo intendiamo noi o i tedeschi, ma per costituire il governo usa comunque il nostro stesso sistema: il PdR nomina il PdC e i ministri e poi il Parlamento dà la fiducia).

Per quanto riguarda l'Italia del dopoguerra, basta leggersi gli articoli 92 e 94 della Costituzione.

Articolo 92
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri

Articolo 94
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Cosa ci dicono di importante questi due articoli?

1) Nessun governo viene eletto. E neanche il solo PdC viene eletto.
2) Qualsiasi governo che ha la fiducia del Parlamento è un governo assolutamente legittimo, comunque sia composto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

giovedì 14 ottobre 2021

Il Covid, i giuristi e la Costituzione

Oggi voglio fare un po' di polemica con gli amici giuristi 😉

Il governo compie azioni per contrastare la pandemia.
Regolamenti, leggi, decreti.
Talvolta sono obiettivamente condivisibili, talvolta altrettanto obiettivamente no.
Ma non è questo il punto.

I giuristi (giustamente!) ogni volta si dedicano a spiegarci cosa è giusto e cosa no.
Nel senso "questa cosa rispetta la legge, la Costituzione e quest'altra no".

Il problema è che, anche quando hanno totalmente ragione nello smontare una norma (qualche volta sbagliano anche loro, chiaro, ma quelli che conosco io sono generalmente affidabili), non mettono fuori gioco la norma incriminata, come i loro lettori spesso credono.

Quindi chi li prende alla lettera e rifiuta di fare le cose che i giuristi hanno teoricamente cassato, si mette nei guai.

Perché quello dei giuristi, anche se corretto, è solo un giudizio professionale. È un'analisi tecnica.
Non è una sentenza della Corte Costituzionale.


Fino a che la Corte Costituzionale (o altra istituzione preposta per le norme di rango inferiore alla legge) non cassa una legge, questa rimane valida.
Punto.
Qualsiasi altro giudizio, anche se corretto nella sostanza e perfetto nella forma, ha solo valore informativo.

Fino a che la Corte Costituzionale (o chi di dovere, vedasi sopra) non le cassa, il non rispettare le leggi o i decreti è sempre e comunque una pessima idea. Anche quando sono palesemente sbagliate.

Sapevatelo!

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Nel caso qualcuno ora mi tiri fuori la disobbedienza civile, questa, in caso di assurdità palesi, è in realtà un'ottima idea, una dimostrazione di patriottismo e serietà, ma solo se chi la opera ha anche il coraggio di accettarne le conseguenze, non se pretende l'impunità.
La disobbedienza civile è una cosa molto più alta e nobile del fregarsene di norme e leggi, per quanto sbagliate.

mercoledì 11 marzo 2020

Cosa succederà ora in Germania?

Oggi qui in Germania la Merkel finalmente si è svegliata e si è espressa sulla situazione relativa al coronavirus.
In aggiunta a ciò i numeri tedeschi salgono velocemente e l'OMS ha finalmente dichiarato ufficialmente la pandemia.

Cosa succederà ora in Germania?

Prima di tutto dobbiamo osservare una cosa: la Germania è uno stato federale.
Quindi il governo centrale ha meno competenze di quelli, per esempio, di Italia o Francia mentre i governi regionali (i governi dei Länder) ne hanno di più di quelli regionali italiani o francesi.

Cosa significa questo?
Per prima cosa che la Germania avrebbe più difficoltà dell'Italia a emettere un decreto come l'ultimo nostro che riguarda tutto il paese. E questo indipendentemente dalla volontà del governo.
Non sarebbe impossibile, certo, ma più difficile.
Secondariamente che, per esempio, il divieto di assembramento e misure analoghe sarebbero competenza dei Länder.
Potrebbe teoricamente succedere che la Baviera, per esempio, decida il lockdown mentre il vicino Baden-Württemberg non prenda nessuna misura.

Può succedere anche praticamente?
Nì.
Nel senso che i Länder in parte per obbligo in parte per uso tendono a coordinarsi tra loro e col governo centrale, ma la decisione finale di cosa fare sul proprio territorio è prerogativa di ogni singolo Land.

Ma cosa può fare il governo centrale?
Beh, la Costituzione (anzi Legge Fondamentale, come è il nome ufficiale) dice che le istituzioni centrali (governo e parlamento federali) sono responsabili per situazioni di emergenza che riguardino più Länder o il paese intero.
In questi casi il governo può imporsi ai Länder.
C'è un inghippo però.
La Costituzione parla esplicitamente di emergenze riguardanti l'ordine pubblico e le catastrofi naturali. Ma non prevede situazioni di emergenza sanitaria. E la sanità è competenza dei Länder.
E quindi?
Quindi alla fine, se necessario, il governo centrale si imporrà, ma non sarà una passeggiata di salute.
Io personalmente sono comunque convinto che i Länder si coordineranno spontaneamente tra loro e col governo centrale.
Puntare i piedi non conviene a nessuno.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Io non sono un giurista, ho cercato di spiegare le cose in termini terra terra.
Un giurista potrà essere di sicuro più preciso ed esaustivo di me.

mercoledì 29 maggio 2019

Una proposta provocatoria

Riprendo una proposta provocatoria che avevo già fatto tempo fa, riguardo il problema dell'astensionismo.
Proposta che, come si addice a questo blog, può essere definita istituzionalmente eretica.

Sul fatto che l'astensionismo sia un problema o, nel migliore dei casi, comunque un fenomeno negativo penso che siamo d'accordo quasi tutti, al di là di colori politici e ideologie.
E questo vale quali che siano le motivazioni (reali o di facciata) che portano all'astensione.

Prendiamo come esempio le elezioni europee di domenica scorsa, per quanto riguarda il voto in Italia.
Tenendo conto dell'astensionismo il successo della Lega e la ripresa del PD verrebbero entrambi ridimensionati.
La Lega infatti si scopre che non ha un terzo degli italiani (inteso come italiani con diritto di voto) dalla sua parte, bensì solo un terzo dei votanti (cioè tra un sesto e un quinto degli italiani).
E il PD si scopre che rispetto al 2018 ha sì guadagnato in percentuale dei votanti, ma in realtà ha perso in percentuale degli italiani (infatti ha preso numericamente meno voti, che sembrano di più grazie all'astensionismo).

E al di là dei discorsi numerici, una cosa che a me dà ai nervi sono gli astenuti che poi si lamentano di chi governa (chiunque questi sia).
Non hai votato? Significa che non te ne fregava nulla, quindi non hai nessun diritto morale di lamentarti. Punto.
Chi ha votato invece quel diritto lo ha: chi ha votato per chi ha vinto, se questo non mantiene le promesse o non lo fa abbastanza, e chi ha votato per chi ha perso, visto che probabilmente la maggioranza farà cose che non approva.

E allora, vi starete chiedendo, qual è questa proposta di cui sto blaterando?

Premetto che è una proposta ai limiti della costituzionalità, probabilmente oltre: non c'è nessun articolo nella Costituzione che proibisce esplicitamente quanto propongo, ma ce ne sono che lo proibiscono implicitamente.

La proposta è la seguente: assegnare i seggi all'astensione.

Mi spiego meglio, usando come esempio la nostra Camera dei Deputati.
La Camera ha 630 seggi. La maggioranza è di 316.
Mettiamo che alle politiche si verifichi un 30% di astensione. Il 30% di 630 è 189.
Quindi 189 seggi alla Camera dovranno rimanere vuoti, i partiti si divideranno proporzionalmente gli altri 441.
Ma la maggioranza rimarrebbe 316, visto che non si tratterebbe di rimpicciolire la Camera, ma di tener conto della volontà di chi non ha votato.
Ciò significherebbe che per avere la maggioranza servirebbe avere circa il 71,6% dei seggi effettivamente occupati (cioè dei voti depositati nell'urna).
Quindi governare e legiferare sarebbe molto più difficile... e gli ignavi che non hanno votato si accorgerebbero del casino che hanno combinato e capirebbero quanto hanno precedentemente approfittato del voto di chi il proprio dovere di elettore lo ha veramente fatto (almeno si spera).

Saluti,

Mauro.

sabato 5 gennaio 2019

Cos'è l'esercizio provvisorio?

Nell'ultimo paio di settimane si è parlato molto dell'esercizio provvisorio nel caso che il Parlamento non fosse riuscito ad approvare in tempo il DEF (alias legge di bilancio).

Fico ha usato la foglia di fico dell'esercizio provvisorio per mortificare e di fatto annullare il dibattito parlamentare (cioè uno dei pilastri della democrazia e dello stato di diritto).
Mattarella ha firmato subito per evitare l'esercizio provvisorio (sapendo che se rimandava la legge alle camere gli ritornava poi uguale e sarebbe stato comunque costretto a firmarla).

Ma è veramente così drammatico l'esercizio provvisorio?
E, soprattutto, siamo veramente sicuri di sapere in cosa consista questo esercizio provvisorio?

Se chiedete in giro, la risposta che più probabilmente riceverete sarà che durante l'esercizio provvisorio il governo può occuparsi solo delle spese correnti e delle spese previste da leggi di bilancio precedenti già approvate (e magari di spese per eventuali emergenze che capitassero nel frattempo).

Bene, non è proprio così.
E come vedrete in realtà l'esercizio provvisorio non sarebbe neanche così traumatico e drammatico.

Intanto partiamo dalla Costituzione.
L'esercizio provvisorio è regolato dall'articolo 81. La parte dell'articolo relativa all'esercizio provvisorio dice:

L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Quindi vediamo già due punti importanti:
- l'esercizio provvisorio non scatta automaticamente (non può essere concesso se non per legge);
- l'esercizio provvisorio non può andare avanti a tempo indefinito (per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi).

Ma in cosa consiste concretamente questo esercizio provvisorio?
Per saperlo dobbiamo andarci a leggere la legge n. 196 del 2009, e in particolare l'articolo 32 di detta legge.
L'articolo 32 è composto di tre commi e recita:

1. L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
2. Durante l'esercizio provvisorio, la gestione del bilancio è consentita per tanti dodicesimi della spesa prevista da ciascun capitolo quanti sono i mesi dell'esercizio provvisorio, ovvero nei limiti della maggiore spesa necessaria, qualora si tratti di spesa obbligatoria e non suscettibile di impegni o di pagamenti frazionati in dodicesimi.
3. Le limitazioni di cui al comma 2 si intendono riferite sia alle autorizzazioni di impegno sia a quelle di pagamento.

Il primo comma altro non è che un ribadire quanto scritto nella Costituzione, lo abbiamo già analizzato.
Il secondo comma è di fatto il più importante: ci dice che il governo può già applicare quanto previsto dalla legge di bilancio non approvata, ma in maniera proporzionale al periodo di esercizio provvisorio autorizzato (per esempio: se viene autorizzato un periodo di esercizio provvisorio di due mesi, il governo può autorizzare l'utilizzo dei due dodicesimi di quanto previsto dalla legge di bilancio), dalla proporzionalità rimangono escluse spese obbligatorie e spese non frazionabili.
L'ultimo comma ci dice che tale frazionamento vale sia per le spese propriamente dette che per gli impegni di spesa.

Come vedete, l'esercizio provvisorio è una cosa un po' più complicata ma decisamente meno drammatica di quello che generalmente si pensa.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

martedì 29 maggio 2018

Perché Cottarelli e non Gentiloni?

Comunque si giudichino gli eventi degli ultimi giorni sia politicamente che istituzionalmente, su una cosa siamo tutti d'accordo: il governo Cottarelli serve solo a "traghettare" il Paese verso nuove elezioni ad autunno.
Giusto? Sbagliato? Ognuno la pensi come vuole, questo giudizio non è tema di questo articolo.

Tema di questo articolo è la domanda che ho visto fare in giro: perché Cottarelli e non Gentiloni?

Ora, fino alla cerimonia della campanella il governo in carica (affari correnti o no che siano) è il governo Gentiloni.
Il fatto che Gentiloni e i suoi ministri abbiano già cominciato il trasloco è ininfluente: l'Italia in questo momento ha un governo in carica e questo governo è il governo Gentiloni.
A livello costituzionale ma anche istituzionale in senso lato niente impedisce al governo Gentiloni di fare da traghetto.

E allora perché chiamare Cottarelli (o chiunque altro)?

A mio parere la motivazione è molto semplice.
Dopo l'incarico a Conte si è chiaramente operato uno stacco, una cesura. Dopo quell'incarico il governo Gentiloni è stato visto idealmente come dimesso dall'opinione pubblica e probabilmente sarebbe stato visto tale anche dal Parlamento. Anche perché sorretto da una ben precisa parte politica, diversa da quella del presidente incaricato.
Quindi riproporlo sarebbe stato visto sia dai nemici che dagli amici come una scelta politica, non una scelta di transizione (ed è lo stesso motivo per cui era in questo caso ancora più impraticabile chiedere a Conte di fare solo da traghettatore).
Serviva quindi una persona veramente esterna non alle istituzioni, ma all'attuale scenario politico.

Ora, chiarito perché Gentiloni no, resta da chiarire: perché proprio Cottarelli e non un altro?

Qui la motivazione credo sia un po' più complicata (e forse meno digeribile da parte di molti, trasversalmente agli schieramenti).
A mio modesto parere il fatto è che il governo-traghetto in base a come si svilupperanno i tempi per arrivare alle elezioni potrebbe essere comunque costretto a occuparsi della legge di bilancio, quindi serve qualcuno che sappia far di conto. Come Cottarelli appunto.
Teniamo poi anche conto che Cottarelli è stato apprezzato nella sua attività di controllore della spesa da quasi tutti, M5S compreso.

Scelta giusta? Sbagliata?
Motivazioni giustificate? Non giustificate?
Come detto, ognuno può pensarla come vuole, ma le motivazioni di questa scelta a mio parere queste sono.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 aprile 2018

La legge Severino e le consultazioni

Durante il primo giro di consultazioni per formare il nuovo governo (a parte che, come scrissi qui, un nuovo governo non è comunque necessario per legge, importante è solo che il governo, vecchio o nuovo che sia, abbia la fiducia del Parlamento) molti si sono scandalizzati per il fatto che Berlusconi sia andato al Quirinale nonostante la legge Severino.

Ora queste anime belle dimenticano due cose:

1) le consultazioni sono una prassi istituzionale, non sono regolate da leggi, da nessuna legge e quindi neanche dalla legge Severino (basta leggersi lo stesso mio articolo citato sopra);
2) la legge Severino (qui potete leggerla nella sua interezza) per quanto riguarda ciò di cui parliamo in questo caso parla solo di incarichi elettivi (ma nel senso di elettivi pubblici, istituzionali, non privati), e Berlusconi è andato al Quirinale come leader di Forza Italia, non come eletto a qualche cosa.

Ergo: Berlusconi si è comportato in maniera totalmente inelegante e tutto sommato irrispettosa, su questo sono il primo a censurarlo, ma non ha tenuto assolutamente nessun comportamento illegale o, peggio, incostituzionale, e quindi in questo mi trovo costretto a difenderlo.

Il problema è che le leggi vengono spesso citate, ma molto meno spesso lette.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 28 marzo 2018

A chi deve dare l'incarico Mattarella?

Tutti stanno tirando la giacchetta a Mattarella sulla nomina del presidente del Consiglio.
Da più parti si ricordano ipotetici "doveri" e i risultati del voto.

Bene: qualsiasi cosa dicano Di Maio, Salvini e tutti gli altri... prendetela e buttatela nel cesso.

Mattarella in quanto Presidente della Repubblica nella scelta a chi dare l'incarico è legato a una sola e semplice norma: l'articolo 92 della Costituzione.
Detto articolo recita:

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Nient'altro. Nulla. Zero.
Mattarella non è legato a nessun risultato elettorale o altra condizione o limitazione.

Mattarella, in realtà, se volesse potrebbe anche risparmiarsi le consultazioni e fare tutto da solo o inventarsi un nuovo rituale, visto che tutto quanto succede tra l'elezione dei presidenti delle due camere e la nomina del Presidente del Consiglio non è governato né dalla Costituzione né da leggi ordinarie, ma è semplice prassi istituzionale (prassi che ha un senso e una motivazione seria, ma che comunque solo prassi rimane).

Paradossalmente anche le dimissioni del governo in carica in caso di nuove elezioni sono solo prassi istituzionale: il governo non ha il dovere di dimettersi, ma solo di richiedere la fiducia al nuovo Parlamento.

L'unica regola (non scritta, quindi neanche questa obbligatoria) che tutti (o quasi) i Presidenti della Repubblica seguono è quella di dare l'incarico alla persona che in quel momento abbia le maggiori possibilità di formare un governo capace di ottenere la fiducia del Parlamento (per la forza del suo gruppo parlamentare, per la capacità di tessere alleanze, per carisma, per qualità diplomatiche o per un misto di due o più di queste caratteristiche o per chissà cos'altro ancora).

Anche l'ipotetico incarico esplorativo è solo prassi istituzionale per cercare di sbloccare situazioni di impasse. Non è regolato da nulla.

Quindi smettete di tirare Mattarella per la giacchetta.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

sabato 24 febbraio 2018

No, lui non ha dato la pensione agli italiani

Uno dei mantra dei neofascisti alla carbonara è il fatto che Mussolini abbia dato le pensioni agli italiani.
Talmente ripetuto, talmente urlato che hanno finito per crederci anche coloro che neofascisti non sono.

Bene, sappiate che è una bufala.

Le pensioni sono state introdotte in Italia nel 1898 (ben prima dell'arrivo del fascismo, quindi) con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, su base volontaria.
Nel 1919 (quindi sempre prima dell'arrivo del fascismo) l'iscrizione a detta cassa diventa obbligatoria, quindi nascono le pensioni come le conosciamo oggi (a livello di principio, non certo di qualità).
Nel 1933 (quindi ben dopo l'arrivo del fascismo, quindi anche se gli sbraitatori di cui sopra avessero ragione, dovrebbero comunque spiegarci perché Mussolini ha dormito 11 anni prima di fare qualcosa) tale cassa viene trasformata in Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), estendendo le categorie con diritto di pensione.

Va osservato che l'ampliamento dei diritti pensionistici è stato un processo continuo, cominciato prima del fascismo, continuato durante lo stesso e decisamente accelerato dopo la seconda guerra mondiale, quindi anche volendogli dare solo il merito dell'ampliamento... beh, è un merito ben piccolo, visto quanto sopra.

Qualcuno - lo so, perché è una cosa che ho già sentito - ora tirerà fuori che sì, va beh... ma lui ha introdotto le pensioni sociali!
Altra bufala.
Le pensioni sociali non sono - udite, udite! - né merito del fascismo, né dell'antifascismo, essendo state introdotte nel 1969 (sì, 26 anni dopo la caduta del fascismo, 24 anni dopo la fine della guerra e 21 anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione) a seguito delle lotte per i diritti civili degli anni '60.

Il riassunto breve di questa storia lo trovate su Wikipedia. Tramite i link ivi presenti potete scoprire di più.

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 novembre 2017

Il problema della legge elettorale

Negli ultimi tempi abbiamo tutti seguito - volenti o nolenti - il dibattito sulla legge elettorale.
È una buona legge? Non è una buona legge?
Siamo sinceri: che sia o non sia una buona legge è un problema secondario.
E paradossalmente anche la sua costituzionalità o incostituzionalità è in fondo un problema secondario.

Il problema vero è che serva fare una legge elettorale.
Vedo che schizzate come molle: come è possibile votare senza legge elettorale? Mauro è impazzito!

E invece no, non sono impazzito.
L'Italia ha avuto una legge elettorale funzionante dalla nascita della Repubblica fino al 1993. Una legge che veniva regolarmente aggiornata in alcuni dettagli, ma mai cambiata.
Ed era una buona legge.

Nel 1993 venne fatta una completa riforma e introdotta la legge Mattarella, volgarmente (e stupidamente) nota come Mattarellum.
E anche questa era una buona legge.

Da allora però ogni governo ha voluto cambiare la legge... con la scusa della governabilità, ma in realtà per autogarantirsi.
E non c'è più stata nessuna buona legge.
E oltretutto nessun governo è più riuscito a garantirsi.

Il problema della legge elettorale, anche dell'ultima, non é la qualità della stessa.
È che detta legge "serva".
Il prossimo governo la cambierà di nuovo (o almeno cercherà di farlo), ergo detta legge è caduca. Quindi a che serve?

Del resto in ogni paese occidentale (Italia compresa fino al 1993) le leggi elettorali vengono regolarmente aggiornate, ma non cambiate, non rifatte, non stravolte.
Buone o cattive che siano.
E funzionano.
Come funzionavano in Italia fino alla legge Mattarella.

Rifletteteci.

Saluti,

Mauro.

giovedì 13 luglio 2017

Costituzione - Disposizioni transitorie e finali: La disposizione XII

Negli ultimi giorni ha fatto tanto rumore la proposta di legge del deputato PD Emanuele Fiano volta a proibire simboli e gesti di natura fascista.

Logicamente quasi tutti (favorevoli e contrari) hanno tirato in ballo la Costituzione, generalmente a sproposito e senza averla letta (come avevo già dimostrato qui per l'articolo 11 e qui per l'articolo 32), sostenendo che detta simbologia fascista è già ivi trattata e che quindi in sostanza:
1) la legislazione al proposito non esaurisce completamente quanto la Costituzione prevede e quindi va ampliata/precisata (i favorevoli);
2) nella Costituzione c'é già tutto e non serve altro (i contrari, tra cui i neofascisti, quindi coloro che dovrebbero essere i primi nemici della Costituzione).

Ma cosa dice la Costituzione veramente?

Sorpresa: sui simboli fascisti non dice proprio nulla. NULLA!

La XIIma disposizione transitoria e finale recita infatti:
"È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista."

A noi logicamente interessa il primo capoverso, visto che il secondo (oltre a non parlare di simboli) ha esaurito il suo compito il 31 dicembre 1952, cinque anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione (entrata in vigore datata 1° gennaio 1948).

E di cosa parla questo primo capoverso?
Parla del partito fascista, non dei suoi simboli. SOLO del partito in quanto tale.

Cosa significa ció a livello costituzionale e legislativo? Che usare simboli e gesti fascisti non è anticostituzionale e diventa reato solo nel momento in cui diventa veicolo per ricostituire il partito fascista o per commettere/facilitare altri reati previsti dal codice.

Ora si può essere favorevoli o contrari alla proposta Fiano (io qui non mi pronuncio), ma per favore NON TIRATE IN BALLO LA COSTITUZIONE.
Qui la Costituzione non c'entra nulla.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Un'altra osservazione, tanto per far capire quanto è "attenta" la stampa sulle notizie e sulla realtà: la proposta di legge è del 2 ottobre 2015 (quasi due anni fa) ma a leggere i giornali sembra una proposta fatta in tutta fretta dopo la scoperta della spiaggia "fascista" a Chioggia dei giorni scorsi.

P.S. 2:
Non venitemi a rompere le palle col discorso che sono disposizioni TRANSITORIE e finali: dato che i padri costituenti non hanno stabilito date di scadenza (se non per singoli punti esplicitamente evidenziati, come il secondo capoverso di cui sopra), dette disposizioni, fino a che non vengono abolite, hanno lo stesso identico valore di tutti gli altri articoli.

P.S. 3:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

giovedì 8 giugno 2017

Il (ora) famoso e frainteso articolo 32 della Costituzione

Tempo fa vi avevo parlato di come come costituzionalisti da strapazzo fraintendano e stravolgano l'articolo 11 della Costituzione.

Da quando è scoppiato il casino coi vaccini c'è un altro articolo diffusamente strapazzato, stravolto e frainteso: l'articolo 32.

I grandi "patrioti" difensori della libertà e della Costituzione (che non hanno mai letto, anche perché non so se sappiano leggere) ne citano sempre due bellissime frasi:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo"

e

"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario".

E cari miei questa è, come già raccontato per l'articolo 11, lettura selettiva, non è la Costituzione.
L'articolo 32 della Costituzione recita:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."

Notate le parole in grassetto?
Notate come i bellimbusti di cui sopra non solo tagliuzzano l'articolo ma addirittura le singole frasi?

Bene, quelle parole in grassetto significano due cose:

1) Che il diritto alla salute della collettività prevale su quello del singolo, ergo se metto in pericolo la salute degli altri, lo Stato non tutela più il mio diritto a scegliere se e come curarmi, ma tutela la collettività;

2) Che io non posso essere obbligato a nulla solo fino a che a rischio è solo la mia salute, se appunto invece metto a rischio la salute altrui (per esempio annullando l'immunità di gregge non vaccinandomi) lo Stato può obbligarmi a un trattamento sanitario, eccome se può (per fortuna)!

Detto ciò si capisce che il decreto sui vaccini (come scrissi qui) è totalmente insufficiente, nonostante la contestazione di tutte le oche starnazzanti "libertà, libertà, qua qua qua", ma perfettamente legittimo. Anzi necessario.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

mercoledì 31 maggio 2017

Parlamento a fisarmonica - Il sistema tedesco

In questi giorni si parla tanto di sistema tedesco per quanto riguarda la legge elettorale. Ma mi pare che ben pochi - anche tra chi lo propone - lo conoscano.

Bene, tanto per cominciare: se il sistema tedesco lo volessimo applicare così com'è, non potremmo farlo senza cambiare la Costituzione in due importanti punti.

Esaminiamo prima le necessarie modifiche costituzionali per le due camere e poi in dettaglio come funziona il sistema tedesco.

Senato

L'articolo 57 della Costituzione prevede l'elettività del Senato e ne stabilisce le regole principali:

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.

Il corrispettivo tedesco del Senato è il Bundesrat (Consiglio Federale) che - come descrissi qui - non è elettivo.

E vi ricordo che in Italia c'è stato da poco un referendum che ha bocciato varie modifiche costituzionali, tra cui una delle più importanti era introdurre la non elettività del Senato.

Immaginatevi il casino che scoppierebbe se venisse riproposta, soprattutto a così poco tempo di distanza.

Camera

Qualcuno dirà: "Mauro non andare a cercare il pelo nell'uovo. Quello che si intende è prendere il sistema del Bundestag tedesco e usarlo per le due camere italiane".

Bene, facciamo finta che :-)

Anche qui servirebbe comunque una modifica costituzionale. Come contenuti di portata inferiore a quella di cui sopra, vero, ma la procedura e gli obblighi per poterla fare sono esattamente gli stessi.

L'articolo 56 della Costituzione definisce tra l'altro la composizione della Camera:

[...]
Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
[...]

Quindi la Costituzione stabilisce di preciso quanti deputati debbano esserci... ma il sistema tedesco per il Bundestag (Dieta Federale) prevede un numero variabile di deputati (è una specie di fisarmonica, perché e come lo vedremo dopo).
Ciò significa che almeno questo articolo andrebbe comunque modificato.

Anzi, se questo sistema si volesse applicare a entrambe le camere andrebbero modificati sia l'articolo 56 che il 57, visto che quest'ultimo stabilisce anche con precisione quanti senatori debbano esserci (a parte i possibili cinque senatori a vita, ma questi non c'entrano nulla con la legge elettorale e l'elettività in generale).

Il sistema tedesco (per il Bundestag, ovvio)

Cominciamo col dire che il sistema tedesco non è facile :-)

Intanto non c'è un numero fisso di deputati. Solo un numero minimo: 598. Poi capirete.

Per prima cosa: la Germania è divisa in collegi uninominali, dove ogni partito (se lo vuole) presenta un candidato.
E il candidato che prende più voti viene eletto (maggioritario puro). Senza ballottaggi e senza necessità di maggioranza assoluta.
Con questo sistema vengono eletti 299 deputati (Abgeordnete in tedesco).

Però ogni elettore in Germania riceve due schede, pur votando una camera sola (sì, due schede per una camera).
Nella seconda scheda l'elettore vota per la lista, ergo partito, non per un candidato. E questi voti vengono contati in maniera proporzionale. Proporzionale pura, senza resti, premi di maggioranza o altro.
E come vedrete dopo, sotto un certo punto di vista, questo secondo voto pesa più del primo.

Questo perché chi ha ideato il sistema ha deciso due cose:
1) I candidati eletti nei collegi uninominali tramite la cosiddetta Erststimme (primo voto, prima scheda) devono essere al massimo la metà dei deputati totali (da cui il 598 di cui sopra);
2) La rappresentanza finale nel Bundestag dei vari partiti deve rappresentare le percentuali espresse col voto di lista, la cosiddetta Zweitstimme (secondo voto, seconda scheda). Ergo la sostanza finale è un proporzionale puro: dai voti di lista verranno eletti tanti deputati quanti ne servono a rispettare la rappresentanza proporzionale.

Facciamo un esempio per spiegarci.

Mettiamo, per semplicità, che si presentino solo due partiti.
Il partito 1 si becca tutti i deputati eletti con la prima scheda, cioè 299.
Però con la seconda scheda il popolo ha deciso che due terzi dei voti vadano al partito 1 e un terzo al partito 2.
Ma quindi non potrò avere alla fine 598 deputati.
598 deputati significherebbe:
- partito 1: 299 (Erststimme) + 199 (due terzi della Zweitstimme) = 498 seggi;
- partito 2: 100 seggi (un terzo della Zweitstimme).

Ma... per la legge il partito 2 deve avere un terzo dei seggi e 100 su 598 sono di fatto un sesto (16,72%), non un terzo.
E allora?
E allora si bloccano i seggi del partito 1 a 498 e si aggiungono (tramite le liste della Zweitstimme) seggi per il partito 2, fino a che questi non raggiunge un terzo del totale.

Alla fine avremo quindi un Bundestag con 747 deputati, di cui 498 (66,67% alias due terzi) del partito 1 e 249 (33,33% alias un terzo) del partito 2.

Questo chiaramente è un esempio estremo (se ci fossero veramente solo due partiti con ogni probabilità le percentuali della Erststimme e della Zweitstimme sarebbero analoghe), ma serviva a rendere chiara l'idea.
Con più partiti il calcolo è ovviamente più complicato, ma il principio è identico.

A tutto questo va aggiunto che in Germania vige lo sbarramento al 5%, che - riguardando solo la Zweitstimme - ha tre effetti:
1) Se un partito ottiene seggi nell'uninominale, ma non raggiunge il 5% nel proporzionale, manterrà i seggi uninominali, ma non ne avrà altri, indipendemente da come sono distribuiti i secondi voti;
2) I secondi voti dei partiti che non raggiungono il 5% di fatto vanno persi e quindi i partiti che lo superano saranno in realtà tutti un po' sovrarappresentati;
3) Più partiti superano il 5% più è probabile che le percentuali tra primo e secondo voto siano discordanti e quindi più è probabile che aumenti il numero totale di seggi (tradizionalmente i primi voti vanno ai due partiti più forti, CDU/CSU e SPD, solo eccezionalmente gli altri conquistano mandati diretti).

Aggiunta: Lo sbarramento non vale se un partito - che non raggiunge il 5% di voti di lista - conquista comunque tre o più mandati diretti. In quel caso otterrà seggi in proporzione alla percentuale di voti di lista ottenuti. (Me ne ero dimenticato in prima stesura, scusate).

Conclusioni

1) Il sistema tedesco (sia che lo si intenda in toto, sia che si intenda solo il sistema elettorale del Bundestag) per essere applicato in Italia necessita di modifiche costituzionali.
2) Adattare il sistema tedesco ai vincoli previsti dalla Costituzione incasinerebbe solo ulteriormente un sistema già incasinato di suo.
3) Un premio di maggioranza sarebbe la totale smentita del sistema tedesco, visto che questo prevede - fatto salvo lo sbarramento - una rappresentanza puramente proporzionale.
4) Più basso è lo sbarramento, più inutile e destinato a essere ingovernabile è il sistema tedesco (di fatto, anche se originariamente non in maniera voluta, costruito per far governare coalizioni di due partiti... né partiti singoli, né coalizioni di tre o più partiti).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

domenica 21 maggio 2017

Il decreto sbagliato sul giusto obbligo di vaccinazione

Il governo ha approvato il decreto proposto dalla ministra Lorenzin (ministro della Salute) per l'obbligatorietà della vaccinazione per potersi iscrivere alle scuole dell'infanzia (comunemente ancora note come asili).

Lorenzin originariamente voleva estendere detto obbligo (giustamente) anche alla scuola primaria (precedentemente nota come scuola elementare), ma l'opposizione della sua collega incompetente Fedeli (abusiva ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca pur non possedendo nessuna istruzione) ha evitato ciò.

Ora, io non so perché Fedeli si è opposta all'obbligo (o meglio lo sospetto, ma preferisco evitare querele quindi taccio... dico solo che molto probabilmente c'è di mezzo anche il Codacons)... ma una cosa la so: senza obbligo di vaccinazione per l'accesso alla scuola primaria il decreto è inutile.

Perché?
Perché alle scuole dell'infanzia non è obbligatorio iscriversi e infatti, vaccini o non vaccini, molti genitori non iscrivono i propri figli a dette scuole.
Le scuole primarie invece sono obbligatorie, tutti devono frequentarle... ergo, senza obbligo, l'immunità di gregge (che è la vera utilità dei vaccini, al di là della protezione personale) va a farsi friggere.

Quindi la ministra (abusiva) Fedeli ha semplicemente deciso che in Italia devono avere via libera malattie facilmente debellabili grazie ai vaccini. E non è neanche ministra della Salute, quindi in teoria neanche dovrebbe avere voce in capitolo (anche tenendo conto che la vera ministra della Salute sa fare il suo lavoro, simpatica o antipatica che sia).

Saluti,

Mauro.