mercoledì 29 dicembre 2021

La tristezza dei vandali a Natale

No, non mi riferisco alla festa in sé, anche se ovviamente in tempi di pandemia non è più gioiosa come una volta e - altrettanto ovviamente - non per tutti porta serenità, per i più disparati motivi.

Mi riferisco a una cosa più banale.
A Natale nelle città vengono allestite decorazioni e installazioni natalizie, per cercare di rendere più luminoso e più gioioso l'ambiente.
Ma poi molte di queste installazioni vanno protette con transenne per evitare vandalismi o che la gente le usi per far fare i bisogni ai propri cani.

Ma quanto triste è la cosa?
Quanto siamo diventati inumani?
Con che motivazione vandalizzi una decorazione natalizia o la usi come WC canino?

E no, non c'entra credere al Natale o meno.
È solo questione di rispetto.

Visto oggi a Genova:


Un esempio che ha fatto notizia in Germania, a Kassel:


Ma sono solo due dei tanti esempi.

Saluti,

Mauro.

lunedì 27 dicembre 2021

Escher e le sue visioni a Genova

In questi giorni, fino al 20 febbraio 2022, al Palazzo Ducale di Genova c'è un'interessantissima mostra dedicata a Maurits Cornelis Escher.
Decisamente consigliabile.

Non serve che vi dica chi è Maurits Cornelis Escher, vero? O mi volete deludere?

(Le opere le mostro nell'ordine in cui sono state presentate nella mostra, non cronologico o di mio gusto).

Vi ricordate i famosi castelli in aria che ci facevamo da bambini?
Bene, Escher li faceva ancora da grande...

Castello in aria, 1928, Xilografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Ma pochi anni dopo Escher si dedicava anche a una sottile (o subdola) critica religiosa...

Sogno (Mantide Religiosa), 1935, Xilografia, Collezione Privata (IT)

Già nei primi anni '20 Escher fece i suoi primi viaggi in Italia dove poco dopo si stabilì e mise su famiglia. Lasciò l'Italia nel 1936 quando suo figlio tornò a casa da scuola vestito da Balilla e lui capì che l'atmosfera fascista italiana non era più respirabile.
E furono anche i borghi italiani a ispirare le sue scale impossibili.
Guardate questo panorama di Scanno e paragonatelo a suddette scale:

Strada in Scanno (Abruzzi), 1930, Xilografia, Collezione Privata (IT)

Notate alcuna similitudine (più avanti vi farò vedere qualcuna delle scale in questione)?

Ovviamente Escher, da bravo olandese, si fece ispirare anche dai canali e dai campi del proprio paese...

Giorno e Notte, 1938, Xilografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

E poi un'opera che rende alla perfezione il concetto espresso dal titolo, splendida... ripetizione, ripetizione, ripetizione, fino alla liberazione.

Liberazione, 1955, Litografia, Collezione Privata (IT)

E un inquietante occhio che diventa sfera riflettente/deformante...

Occhio, 1946, Mezzatinta, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

...prendendo il posto della vera sfera riflettente precedentemente usata da Escher.

Mano con Sfera riflettente, 1935, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Ma l'astrazione può essere anche concreta unione...

Vincolo d'Unione, 1956, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

E poi il famoso nastro di Möbius, finito ma illimitato, su cui allegramente passeggiano le formichine:

Nastro di Möbius II, 1963, Xilografia colorata, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Chi disegna chi? Quale mano disegna la mano che disegna la mano che disegna la mano...?

Mani che disegnano, 1948, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Ma vogliamo dimenticarci i famosi solidi impossibili?

Stelle, 1948, Xilografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

E le geometrie architettoniche impossibili? Il vero cuore della sua arte? (Non vi ricordano un po' Spello?)

Cascata, 1961, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Relatività, 1953, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Belvedere, 1958, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Ascendente e Discendente, 1960, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

Interessante è la storia dell'opera successiva, la Galleria di Stampe.
Escher voleva creare una proiezione infinita dell'immagine, ma non riusciva a trovare il modo di farlo, né usando solo le sue capacità artistiche, né usando la matematica. Così lasciò uno spazio bianco al centro del disegno, con la propria firma dentro.
Nel 2003, due matematici dell'Università di Leida pubblicarono uno studio in cui si risolveva il problema matematico che aveva bloccato Escher. E con l'aiuto di un software apposito si riempì lo spazio bianco.
Qui trovate tutta la storia con maggiori dettagli (e un link allo studio in questione).

Galleria di Stampe, 1956, Litografia, M.C. Escher Foundation, Baarn (NL)

H.W. Leenstra, Completamento Galleria di Stampe, 2003, Stampa digitale, Collezione Privata (IT)

Concludiamo con un opera ispirata da Escher e da Bernie Sanders... no, non strabuzzate gli occhi. È proprio così!
Una delle cose più famose di Escher sono i suoi studi sulle tassellature (di cui avete visto sopra un accenno in Giorno e Notte e in Liberazione).
E tutti ricorderete il meme di Bernie Sanders imbacuccato e con i guantoni di lana alla cerimonia di insediamento di Biden.
Bene, Francine Champagne ha messo insieme le due cose:

Francine Champagne, Bernie's Mittens, 2021, Stampa digitale, Collezione Privata (IT)

E alla fine anch'io venni risucchiato nell'infinita ripetizione escheriana...


Saluti,

Mauro.

domenica 26 dicembre 2021

Dettagli genovesi 39 - Vino e pandemia

L'enoteca sotto casa...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

giovedì 23 dicembre 2021

Domani si parte

E domani la mia Giulietta - guidata dal suo Romeo - si avventurerà per la prima volta verso l'Italia, attraversando le barbare lande di Austria e Svizzera 😏

Saluti,

Mauro.

martedì 21 dicembre 2021

Insegnanti che ti cambiano la vita

A scuola (elementari, medie, superiori) ci sono insegnanti che lasciano il segno in positivo, altri in negativo, la maggioranza - purtroppo o per fortuna - invece non ne lascia proprio.
Questo lo abbiamo sperimentato tutti.
Non vi sto raccontando nulla di nuovo. Tutti sapete di cosa parlo.

Però poi ci sono anche quelli che hanno lasciato un segno indelebile.
Insegnanti che hanno veramente segnato la tua vita. Che la hanno cambiata.
Non solo insegnanti che hanno lasciato un segno positivo, comunque, questo va detto.

Nel mio caso una detta insegnante esiste. E lo ha lasciato positivo. Altro che positivo!
Un'insegnante che ha segnato la mia vita.
E ancora oggi, 39 anni dopo gli avvenimenti di cui parlo, continuo a ringraziarla. Non posso che considerarla la fortuna della mia vita. O almeno una delle più grandi fortune.

Parlo dell'insegnante di educazione artistica che ebbi alle medie, la professoressa Paola Danovaro.

Ora voi salterete sulla sedia... direte: Mauro tu sei laureato in fisica, hai fatto il liceo scientifico... che cavolo c'entra l'educazione artistica?
C'entra, c'entra... ma soprattutto c'entra l'intelligenza di detta insegnante.

Ai tempi (non so come siano le regole oggi, io finii le medie inferiori nel 1982) dovevi fare la preiscrizione alle superiori già prima dell'esame di terza media.
Ma questa preiscrizione non la facevi direttamente, bensì tramite la tua scuola media.
Cioè, tu sceglievi la scuola superiore che volevi frequentare e consegnavi la preiscrizione alla scuola media che frequentavi. In questa scuola c'era un'insegnante (uso il femminile perché nella mia scuola era un'insegnante, ma in altre scuole poteva essere tranquillamente un insegnante) che gestiva queste preiscrizioni per poi passarle alle scuole superiori in questione.

Nella mia scuola media dell'epoca (per lo meno per la mia sezione) l'insegnante a cui era stato affidato detto compito era, appunto, Paola Danovaro, insegnante di educazione artistica.

E lei ovviamente vide a quale scuola superiore volevo preiscrivermi: l'istituto tecnico "Galileo Galilei", più precisamente alla sezione per perito in telecomunicazioni (l'istituto esiste ancora, anche se ovviamente è cambiato in questi quattro decenni).

Una mattina, durante una lezione di italiano, la Danovaro bussò alla porta della classe e chiese all'insegnante di italiano Maddalena Benazzoli Flick (sì, quel cognome lì non è casuale, lo so che lo avete già sentito, era la moglie del futuro ministro di grazia e giustizia e futuro presidente della corte costituzionale Giovanni Maria Flick) "Maddalena, ti dispiace se ti rubo per un po' Venier?".
La Flick non fece resistenza perché sapeva che la collega si occupava delle preiscrizioni per le superiori e quindi pensò che la richiesta riguardasse ciò.
Pensò giusto... ma non credo proprio che potesse immaginare cosa successe dopo.

La Danovaro mi portò nella sala insegnanti, mi fece sedere e mi guardò.
Poi mi disse: "Venier, ma sei pazzo, perché non vuoi andare al liceo, coi tuoi voti e le tue capacità? Perché cavolo ti vuoi iscrivere a un istituto tecnico, anche se ottimo?".

Ecco, qui serve una specie di flashback.
Io vengo da una famiglia operaia: papà operaio e mamma casalinga.
Quindi una famiglia dove, al di là del rispetto per la cultura e l'istruzione, bisogna considerare anche il lato pratico, materiale delle scelte.
E proprio per questo avevo scelto la preiscrizione all'istituto tecnico: anche se io volevo andare un giorno all'università (e mio papà mi sosteneva), volevo anche un piano B... cioè poter avere la possibilità, se necessario, di trovare un lavoro subito finite le superiori.
Non è che la mia famiglia potesse permettersi chissà quali spese, quali impegni.

Però quell'insegnante, la Danovaro, praticamente mi mangiò la faccia.
"Uno come te deve andare al liceo!"

E alla fine andai al liceo (scientifico, ovviamente, il Leonardo Da Vinci... piuttosto che andare al classico avrei fatto lo spaccapietre 😉).

E poi andai all'università, dove mi laureai in fisica.

E poi mi sono costruito una carriera nell'industria.

Ma senza la professoressa di educazione artistica Paola Danovaro non so dove sarei arrivato. Probabilmente a molto meno di quello che ho ottenuto.
Di sicuro, se poi avessi deciso di rinunciare all'università, ascoltarla mi avrebbe danneggiato.
Ma io in realtà sapevo già da allora che all'università volevo andarci, e probabilmente il piano B di cui sopra sarebbe stato in questo senso dannoso, perché vista la qualità dell'istituto tecnico in questione avrei avuto troppe offerte per andare subito a lavorare e quindi motivi per rinunciare all'università.

Talvolta ci sono insegnanti che ti cambiano la vita. Letteralmente.
Io un'insegnante che lo ha fatto la ho avuta.
E non la dimenticherò mai.
Le sarò sempre riconoscente.

Saluti,

Mauro.

domenica 19 dicembre 2021

Il latino e il liceo (scientifico)

Ieri sul canale Youtube La Biblioteca di Alessandria ho guardato il video Ha ancora senso studiare il latino al liceo scientifico?

Non ho potuto evitare di lasciare i miei commenti, che qui cerco di esplicitare un po' meglio.
Vi consiglio però vivamente di guardare prima il video di cui sopra, visto che quanto scrivo è direttamente legato ai contenuti del video stesso.

Anch'io, come Gioele (l'autore del video), ho fatto il liceo scientifico, nei lontani anni '80 quando l'impronta classica di tutto il mondo liceale era ancora più forte di oggi, e poi mi sono laureato in materie scientifiche (io in fisica, lui in medicina).

Sostanzialmente sono d'accordo con lui.
Forse io il latino non lo abolirei proprio del tutto, ma lo ridurrei al minimo perché sottrae tempo a materie altrettanto, se non più, fondamentali. Lui ha fatto l'esempio della chimica, ma anche le scienze naturali sono abbastanza bistrattate. E ho purtroppo conosciuto insegnanti che, insegnando nella stessa classe sia italiano che latino, toglievano di fatto ore all'italiano e alla letteratura italiana per aumentare quelle del latino.
Un'ora la settimana per studiarne le basi nel biennio e la letteratura nel triennio la lascerei. Di più no.

E ora qualche commento sparso su quanto Gioele dice nel video.

Il latino come lingua precisa, logica.
No, io non definirei il latino come logico e tanto meno come preciso. Lo definirei come fissato.
Mi spiego. Tutte le lingue hanno una loro precisione, se no non permetterebbero di comunicare, ma una lingua viva si muove e cambia, quindi non ti darà mai un sistema di regole, una "legislazione" definitiva e fissata. Il latino, in quanto lingua morta che non si evolve più, invece te li dà.
Quindi il latino sembra preciso, perché le regole sono fissate e quindi saprai sempre con certezza se hai fatto giusto o sbagliato in base a dette regole (indipendentemente dalla logica della regola stessa). Italiano, inglese, tedesco, ecc. essendo lingue in evoluzione avranno ovviamente sempre una qualche zona grigia, un po' di flessibilità.

Per quanto riguarda il latino e la logica, troviamo un'altra assurdità.
Come giustamente dice il video ci sono anche altre materie che usano la logica, tipo la matematica. Anzi, a scuola la matematica è la materia logica per eccellenza.
E qui allora bisogna far notare ai difensori del latino che la matematica, contrariamente al latino, la studi già alle elementari e alle medie.
Quindi, quando arrivi al liceo, al limite è la matematica (che anche se solo a livello di base già conosci) a servirti per il latino, non viceversa.

Rimanendo alla logica... se parliamo della forma mentis che la logica può dare, allora obiettivamente basta studiare bene (ma bene, non come viene fatto spesso!) la logica in filosofia. Non servono le lingue, né quelle morte né quelle vive.

Le lingue servono a due altre cose.
A comunicare (per quanto riguarda quelle vive).
A poter approfondire le fonti, visto che una traduzione - soprattutto in ambito letterario - è sempre un po' un tradimento (e questo vale sia per le lingue vive che per quelle morte).

E per quanto riguarda la comunicazione oggi - che piaccia o meno - la base è l'inglese non il latino, soprattutto in ambito scientifico.
Infatti, altra cosa sostenuta dai difensori del latino, è che questo è in realtà la base linguistica della scienza, vista la terminologia usata in molte scienze.
Sbagliato: terminologia e lingua non sono sinonimi: la terminologia che ti serve puoi anche impararla a memoria senza sapere la lingua da cui deriva.
Non per niente Gioele giustamente dice che lui senza l'inglese non avrebbe potuto laurearsi, visto che la letteratura che gli è servita per la tesi era quasi tutta in inglese. Io addirittura ho scritto la mia tesi direttamente in inglese (la versione ufficiale in italiano depositata presso l'università di Genova è solo la traduzione che feci dell'originale).
Oltretutto molti dimenticano che tra le due guerre (anzi già a inizio '900) tedesco e in misura minore francese (l'inglese ci mise più tempo anche se poi conquistò il mondo) avevano già soppiantato il latino come lingue della scienza, soprattutto in ambito fisico-matematico. Il latino sopravviveva giusto per le cosiddette scienze naturali (botanica e zoologia in particolare).

Qualcuno sostiene che il latino può aiutare a imparare il tedesco.
Qui Gioele non può rispondere (a parte giustamente dire che il tedesco puoi benissimo studiarlo anche senza latino), ma io sì, avendolo studiato.
Vero, il tedesco ha i casi e il genere neutro come il latino, ma a livello grammaticale - anche se può sembrare paradossale - è più legato al greco antico che al latino.

Il problema vero in Italia è che le materie scientifiche non vengono considerate cultura, ma qualcosa di meccanico per poter costruire cose materiali (maledetta eredità di Croce e Gentile).
In realtà il problema c'è anche qui in Germania, ma è moderato dal fatto che qui non c'è mai stato un Benedetto Croce che ha monopolizzato la cultura, o meglio ha monopolizzato la definizione di cultura.

Vorrei concludere con l'appello di Gioele al realismo.
La politica (che decide quali materie studiare e per quante ore nelle varie scuole) è fatta principalmente da persone di estrazione classica (e il ministero dell'istruzione, guarda caso, in maniera particolarmente estrema anche nella sua parte "tecnica" e non solo in quella politica). Il realismo che Gioele vorrebbe non possiamo trovarlo lì.

E ora i bicchieri che lui si aspettava di ricevere in faccia arriveranno anche a me.

Scusate il pippone.

Saluti,

Mauro.

venerdì 17 dicembre 2021

Di Maio ha ragione (sì, stavolta sì, ma non come pensate voi)

Sì, per una volta ha ragione.

Dopo che l'Economist ha incoronato l'Italia "Paese dell'anno 2021" lui ha pubblicato questo su Twitter (qui comunque il link diretto):


Ha ragione.
Punto.
Lui può andare avanti solo a testa bassa, come deve fare chiunque deve vergognarsi di sé stesso.
Lui deve andare avanti a testa bassa, perché deve vergognarsi di mostrare la faccia, per tutti i danni che il suo M5S ha fatto e continua a fare.
Il peggior partito della storia repubblicana italiana.
Lui non può permettersi di andare avanti a testa alta.

Noi italiani invece possiamo andare avanti a testa alta (ok, non tutti, ma molti di noi sì e - fidatevi - in proporzione maggiore di quanto possano fare in altri paesi che però alzano il ditino e fanno i maestrini).

Saluti,

Mauro.

martedì 14 dicembre 2021

A zonzo per Monaco di Baviera

Un fiore per una dama...


Vetro e mattoni...


Teschi che escono dal nulla...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Tutti gli a zonzo per.

sabato 11 dicembre 2021

Un malinteso linguistico e calcistico (misteri del tedesco special)

Nella Bundesliga, cioè la serie A tedesca (per chi dice "Bundes" seguendo l'ignoranza della Gazzetta dello Sport, consiglio questo mio vecchio articolo), c'è una squadra storica della vecchia Berlino Est: l'Union Berlino (nome preciso: 1. FC Union Berlin).

Oggi questa squadra, molto amata, ci interessa però per il suo stadio, non per il suo calcio o la sua storia.

Il suo stadio si chiama An der alten Försterei.

Se volessimo tradurlo in italiano, come dovremmo chiamarlo?
Sento e leggo spesso Alla vecchia Foresteria.
A prima vista potrebbe sembrare giusto, o almeno logico, visto che Försterei deriva da Forst che in italiano si traduce con foresta.

E invece è sbagliato.
Cosa significa infatti foresteria in italiano moderno? Significa di fatto alloggio per gli ospiti o, nelle grandi tenute, per il personale.
E in tedesco si traduce con Gästehaus, cioè casa, alloggio per gli ospiti.

Cos'è allora una Försterei? Una Försterei è una sede, una stazione del servizio forestale (non la guardia forestale in senso militare, bensì i servizi giardini e foreste delle amministrazioni comunali o regionali).
Quindi la traduzione corretta sarebbe: Alla vecchia stazione (sede) forestale.

Saluti,

Mauro.

Altri misteri:
I misteri del tedesco  – Lista completa

giovedì 9 dicembre 2021

Il presepe, Cristo e i rifugiati

Quando si parla senza sapere.
E quando i cattolici non conoscono il Vangelo.

Tanti, soprattutto cattolici, parlano di Cristo come di un povero rifugiato parlando del presepe, della nascita in una stalla a Betlemme..

A Betlemme Cristo nacque in una stalla (sì, grotta non può essere: il Vangelo parla di mangiatoia e io le mangiatoie le conosco nelle stalle, non nelle grotte, a meno che queste non vengano usate anche come stalle) non perché Giuseppe e Maria fossero in fuga o fossero poveri.
Erano a Betlemme per il censimento (non stavano fuggendo da nulla) ed erano in un alloggio di fortuna perché tutti gli alberghi erano pieni (non perché non potessero permetterseli).

Cristo, Giuseppe e Maria possono essere considerati rifugiati durante la fuga in Egitto per sfuggire a Erode. Anzi, lì lo sono veramente, senza se e senza ma (anche se nessun Vangelo ci racconta in realtà come vivessero in Egitto, se ben accolti, sbattuti in qualche campo di accoglienza o nascosti clandestinamente... onestamente, la terza è l'ipotesi che ritengo più probabile, ma è solo un'ipotesi mia).
Non certo quando si trovavano a Betlemme.

E il Vangelo lo dice chiaro.
Ma forse i cattolici preferiscono non leggerlo.

Sono poche righe, ma chiare: Luca, 2, 1-7.

Ma guarda un po' se un non credente deve insegnare il Vangelo ai cattolici 🤦🏿‍♂️

Saluti,

Mauro.

mercoledì 8 dicembre 2021

I misteri del tedesco 27 - Il calcolo contorto dell'ora

Nel tedesco ufficiale l'ora è indicata esattamente come in Italia.
Cioè se io in italiano dico, per esempio, "tre e venti" o "quattro meno dieci", in tedesco dico "Zwanzig nach Drei" o "Zehn vor Vier", che di fatto è lo stesso (letteralmente la traduzione sarebbe "venti dopo le tre" o "dieci prima delle quattro", come vedete la logica è comunque assolutamente la stessa, anche se la formulazione è diversa).

Ma nel sud della Germania anche le ore sono strane (come tante altre cose, del resto).

Per esempio, sono le "cinque e tre quarti".
Chi parla tedesco direbbe "drei Viertel nach Fünf" (o "ein Viertel vor Sechs", cioè "sei meno un quarto"). Tutto coerente.

Ma qui nel sud della Germania cosa senti dire è "drei Viertel Sechs", cioè "tre quarti di sei".
Cosa significa? Significa che hai già, ovviamente, superato le cinque, ma le sei le hai raggiunte solo per tre quarti, non ancora del tutto.

Ma la cosa più malata è quando devi esprimere ore "casuali", dove non puoi usare i quarti.
Mettiamo che siano le cinque e quarantasette (5:47).
Un bavarese ti dirà tranquillamente "zwei nach drei Viertel Sechs", cioè "due [minuti] dopo i tre quarti di sei".

Cosa degna del francese "quatre-vingt" (cioè "quattro-venti") per dire "ottanta". Anzi peggio. 🤦‍♂️

La cosa è (per fortuna) sempre meno diffusa, ma ben lontana dall'essere scomparsa (purtroppo).

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco  - Lista completa

lunedì 6 dicembre 2021

Città, cittadini e rifiuti

Non solo in Italia si continuano a vedere pubblicate immagini di questa e quella città con strade piene di spazzatura (il genovese rumenta rende però meglio!).
E accompagnate da accuse alle varie amministrazioni cittadine o aziende preposte (pubbliche, partecipate o private che siano).
Ma siamo sicuri che le amministrazioni e le aziende siano i principali colpevoli?

Io no.
Proprio per niente.
Ovviamente amministrazioni e aziende non sono del tutto innocenti...ma forse non sono neanche i principali colpevoli, anzi.

Vi faccio un esempio dalla mia città di origine: Genova.
(Ma potrei parlare anche della tedesca Colonia, dove ho vissuto per quasi quindici anni).
Sui greti del Bisagno e del Polcevera (i due corsi d'acqua principali della città, anche se di acqua - soprattutto nel primo - non se ne vede spesso) si vedono frigoriferi (sì, Roma non ha l'esclusiva), televisori, mobili, ecc.

Ma qualcuno lì ce li deve portare.
E non è certo l'amministrazione comunale o l'azienda di raccolta rifiuti!
Queste al massimo possono essere responsabili di una differenziata fatta da cani (tra l'altro ricordo quando vivevo a Stoccarda: i cittadini differenziavano e poi l'azienda di raccolta rifiuti ributtava tutto insieme in discarica) o della scarsa pulizia dei marciapiedi, ma non del fatto che un cittadino butti TV o frigorifero nel letto di un corso d'acqua!

Tra l'altro a Genova (e in quasi tutte le città che conosco, sia in Italia che all'estero) per i rifiuti ingombranti funziona così: tu chiami l'azienda o l'ufficio preposto e gli dici cosa devi buttare via.
Loro ti danno una data per il ritiro e ti chiedono se devono salire a casa tua per prendere detti rifiuti o se tu glieli fai trovare presso i cassonetti in strada.
Nel primo caso paghi, nel secondo no.

Ma quindi, stronzo di un cittadino che non sei altro... portarli presso i cassonetti in strada o buttarli a caso senza chiamare nessuno che differenza ti fa? Te li devi sempre camallare sulle spalle per portarli fuori casa. E anche nel primo caso non ti costa nulla (nella maggioranza delle città, per lo meno).

Quindi, caro "cittadino", la verità è che tu sei semplicemente stronzo.

Saluti,

Mauro.

La natura è chimica, bellezza!

Io non sopporto più chi contrappone chimico a naturale (in realtà non lo ho mai sopportato, ma invecchiando la capacità di sopportazione diminuisce sempre di più).

Naturale è chimico!
La natura è chimica!
Ogni cosa che esiste, che nasca spontaneamente o che venga creata in laboratorio, è chimica!
Semplicemente perché ogni cosa che esiste, comunque nasca, è semplicemente composta dagli elementi (chimici) presenti nella tavola periodica degli elementi.

Qualsiasi cosa al mondo è chimica!
Anche le cose nate ben prima che nascesse l'umanità!

Semplicemente tutto!

Ribadisco: la natura è chimica!

E se non lo capite e non lo accettate siete semplicemente dei totali ignoranti (a meno che non sia peggio, cioè che siate in malafede).

E poi, sappiatelo, naturale (al di là del discorso sulla chimica) non è sinonimo di salutare.
I peggiori veleni li ha creati la natura (tanto per fare esempi banali... l'antrace o il curaro li ha creati la natura, non l'uomo... che poi, a pensarci bene, anche fosse stato l'uomo a  crearli, siamo onesti: l'uomo è parte della natura, quindi quello che lui crea... è in fondo creato dalla natura).

Saluti,

Mauro.