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martedì 18 marzo 2025

Un telegramma dalla Guerra Fredda

Scommetto che nessuno di voi ha mai sentito parlare di George Frost Kennan.
Eppure potrebbe aiutarci a capire qualcosa dell'attuale situazione, pur essendo morto vent'anni fa.
Prima di andare avanti spieghiamo chi fu: funzionario con incarichi diversi del Dipartimento di Stato degli USA, poi ambasciatore in Unione Sovietica e in Jugoslavia.
Quindi non proprio una figura trascurabile nella politica USA del secondo dopoguerra.

Ma, al di là delle cariche ufficiali ricoperte, fu uno dei principali ispiratori della cosiddetta "dottrina Truman", cioè del contenimento dell'URSS.
Soprattutto divenne famoso il suo cosiddetto long telegram (un telegramma di 5000 parole!) che scrisse nel febbraio 1946 da incaricato d'affari presso l'ambasciata USA di Mosca dopo un discorso tenuto da Stalin al Bol'šoj.
Telegramma che contiene quell'aiuto di cui parlavo all'inizio.

Perché questo telegramma può aiutarci?
Il contenuto principale del telegramma è il classico anticomunismo dell'epoca, ma non è questo che ci interessa qui, qualsiasi cosa possiamo pensare del comunismo e dell'URSS.
Quello che ci può aiutare è un'altra cosa.
Sono due passaggi che descrivono perfettamente l'atteggiamento di Putin, 6 anni prima che nascesse e 53 anni prima che prendesse il potere a Mosca.

Il primo dei due passaggi recita: "...at the bottom of the Kremlin's view of world affairs is a traditional and instinctive Russian sense of insecurity".
Il secondo passaggio aggiunge che l'autorità dei precedenti governanti russi era "archaic in form, fragile and artificial in its psychological foundations, unable to stand comparison or contact with political systems of western countries".

Kennan parla di Stalin (e nel secondo passaggio lo mette in linea con gli zar).
Ma questo è anche Putin. 100% Putin. Quasi 80 anni dopo.

Cosa ci dice questo?
Che siamo noi, con le nostre remore, a far forti Putin e la Russia.
È di questo che dobbiamo renderci conto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Se volete leggere tutto il telegramma in originale, lo trovate qui.

domenica 24 settembre 2017

Il ritorno del nazismo nel Bundestag

La AfD dopo le elezioni odierne manderà i suoi rappresentati nel Bundestag, la Camera dei Deputati tedesca.

Che la AfD sia un partito neonazista (anche se logicamente non si autodefinisce tale) è un dato di fatto.
E quindi è un dato di fatto che il nazismo - sotto spoglie democratiche - rientrerà in Parlamento.

Direte voi: "Bella forza! Il nazismo è caduto nel 1945!".
E no, invece!
La AfD in Parlamento è il ritorno del nazismo dal 1961, non dal 1945.

Fate pure tanto d'occhi... ma così è.

Nelle prime tre elezioni democratiche tedesche (1949, 1953 e 1957) infatti il DP (Deutsche Partei), partito di destra che raccoglieva anche vari ex nazisti (e che nel simbolo aveva gli stessi colori della NSDAP hitleriana) ottenne seggi parlamentari e venne anche coinvolto da Adenauer nel governo.
E solo nel 1961 non ottenne più seggi.

Ergo: Nonostante tutto quello che ci stanno raccontando i vari organi di stampa... l'estrema destra in Parlamento in Germania nel dopoguerra c'è già stata*.
La AfD è una novità solo per chi ha la memoria corta.

Saluti,

Mauro.

*Ed evito di citare tutti gli ex nazisti e i neonazisti che hanno trovato accoglienza nei partiti cosiddetti democratici, CSU in particolare.