lunedì 30 gennaio 2023

Amare è complicato

Amare è complicato sempre.
Ma quando si è lontani di più.
È più difficile capirsi, spiegarsi.
Non puoi spontaneamente piombare dal tuo amore.
Comunicare guardandosi negli occhi è un'altra cosa.
Si può spiegare e capire tutto.
Una videochiamata è un surrogato, ma non è presenza.
È meno facile spiegare e capire.
Ma si fa comunque, con un po' più di fatica, ma ci si riesce.

Amare è complicato. Sempre.
Ma io amo.
E continuerò a farlo.

Sempre.
Con tutte le mie forze.

Saluti,

Mauro.

venerdì 27 gennaio 2023

Meloni, il suo governo e l'opposizione... il surrealismo

Ora, io ho sempre sostenuto che il governo Meloni sarebbe durato al massimo un anno.
E non lo ho mai sostenuto per inimicizia politica (che comunque palesemente c'è, non sono certo tanto ipocrita da negarlo).
Lo ho sempre sostenuto perché un suo "alleato" è Salvini.
E Salvini non sopporta di non poter mettere bocca o addirittura decidere su ogni tema, anche quelli che non lo riguardano assolutamente (parlai già qui del monomistrismo). Lui si crede il governo, non parte di esso.
Ma ovviamente Meloni non può accettarlo (in teoria non potrebbe nessun Presidente del Consiglio... ma Meloni, al di là dei suoi difetti, ha un po' più di palle di Conte... ok, mi direte, non ci vuole molto ad avere più palle di Conte, basta essere un organismo vivente... e avreste ragione).
Quindi?
Quindi la Lega non può che far saltare il governo.
Ma...

Ma se guardo gli sviluppi recenti... sembra che l'opposizione tutta voglia salvare Meloni.

Azione/IV fanno finta di fare opposizione, ma in realtà si comportano da quinta colonna meloniana.
M5S non sa (come sempre) quello che fa, ma pur di tornare nei ministeri sarebbe disposto ad allearsi anche con Hitler o con Stalin o con Andreotti, non solo con Meloni.
PD invece... fa semplicemente (come sempre) di tutto per autodistruggersi.

Con questa opposizione non credo più che Meloni debba preoccuparsi di Salvini.
Il pericolo per il suo governo viene dall'interno di FdI. E no, non parlo di faide interne. Parlo di "capacità" dei ministri palesatasi degna dei passati ministri grillini.
Il governo cadrà per incompetenza.
Ma nel frattempo (come fece il governo gialloverde) farà grossissimi danni senza neanche ottenere chissà quali vantaggi per i propri accoliti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 26 gennaio 2023

Porti sicuri... sicuri di ostacolare

Qualche giorno fa Ancona, ora Carrara.
Il governo Meloni manda le navi delle ONG in crociera.
Presto verrano indicati, se continua così, i porti di Genova e Trieste... ma non perché sono i più grandi e i meglio attrezzati d'Italia (lo sono veramente, ma non precisamente per questo tipo di arrivi), bensì perché tra i porti utilizzabili sono i più lontani dal Canale di Sicilia.
L'obiettivo è solo quello di ostacolare l'attività delle ONG.

Che schifo.

Saluti,

Mauro.

lunedì 23 gennaio 2023

Le accise dovrebbero venire aumentate, non ridotte o abolite

Ragioniamo sul cambiamento climatico.
Cosa che sta a cuore a tutti... fino a che non ci tocca nel portafogli.
Se i prezzi dei carburanti aumentano, usiamo meno l'auto, il riscaldamento e qualsiasi altra cosa richieda combustibili di origine fossile.

Quindi, per quanto riguarda i combustibili, la crescita dei prezzi dovrebbe essere vista come una bella cosa, per lo meno da verdi e ambientalisti, se non da tutti.
Ma gli stessi governi con verdi dentro (vedi la Germania) hanno tagliato le tasse sui combustibili quando i prezzi sono saliti.

Perché l'ambiente è bello... ma i voti di più.
E comunque non è il tuo elettore a inquinare, quello lo fanno solo gli elettori altrui.

Ergo: se vi sta veramente a cuore l'ambiente, pregate che i prezzi dei carburanti vadano alle stelle.
Se no, non lamentatevi del cambiamento climatico.

Saluti,

Mauro.

giovedì 5 gennaio 2023

Meloni e la responsabilità individuale

Nella conferenza stampa di fine anno del 29 dicembre scorso il Presidente (vuole lei il maschile, non prendetevela con me) del Consiglio Giorgia Meloni ha pronunciato, parlando delle misure per il controllo e la limitazione del virus SARS-CoV-2, le seguenti parole:

La mia idea è che si debba lavorare prioritariamente sulla responsabilità dei cittadini piuttosto che sulla coercizione [...]

Ecco, onestamente la frase citata sopra mi piace: mi piace la fiducia nel senso di responsabilità dei cittadini, la volontà di farlo sviluppare.

Ma... c'è un grossissimo ma: il cittadino medio (e non solo in Italia) ha dimostrato di non avere nessun senso di responsabilità e di non avere nessuna intenzione di imparare il senso di responsabilità.
E Giorgia Meloni questo lo sa benissimo.

Ergo la frase di cui sopra è pura ipocrisia.
Anzi, peggio: è uno strizzare l'occhio a novax, nomask, notutto.
È dirgli: mi "fido" di voi, fate quel che cavolo vi pare, basta che continuiate a votarmi.

Onestamente: sarebbe bello potersi affidare al senso di responsabilità dei cittadini nei momenti di crisi.
Peccato solo che farlo significherebbe affidarsi a qualcosa che non esiste.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui il video completo della conferenza stampa, se vi interessa:

lunedì 26 dicembre 2022

Dettagli dall'Oberpfalz 16 - Francesco C-3PO


(Vedremo chi capirà il titolo 😉).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

domenica 25 dicembre 2022

Dettagli coloniesi 34 - Comode panchine

Per una pausa durante la passeggiata...

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli coloniesi.
 

venerdì 9 dicembre 2022

Dettagli genovesi 43 - Regine...

Ogni luogo ha le sue regine...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 2 dicembre 2022

Scienza e pseudoscienza

Il 28 novembre del 2021 ho scritto un articolo sulla pseudomedicina in Germania.
Ovviamente comunque il problema non riguarda solo la Germania (anche se ivi è particolarmente forte) e non riguarda solo la medicina (anche se in medicina è particolarmente pericoloso).

Oggi vorrei qui parlare di un problema strettamente legato a quanto trattato nell'articolo citato sopra.

Come si è arrivati al punto che (non solo in Italia, ma in Italia in maniera estrema) scienza e pseudoscienza vengano considerate come differenti opinioni di pari dignità e che quindi ogni fuffa abbia dignità di discussione, costringendo esperti, scienziati o comunque persone preparate a doversi confrontare in pubblico con persone che non hanno la minima idea degli argomenti di cui parlano (o sono direttamente in malafede)?
Proviamo a formulare un'ipotesi (anzi: provo a formulare un'ipotesi, una mia ipotesi).

In Italia purtroppo sappiamo che la scienza e la tecnologia sono vilipese e spesso disprezzate. E comunque al meglio considerate non importanti a livello culturale.
Di questo, come già detto e scritto più volte, sono responsabili Giovanni Gentile e soprattutto Benedetto (mai nome fu più sbagliato) Croce.
Verrebbe quindi spontaneo pensare che la situazione di cui sopra possa essere a loro legata.

E invece no.
Stavolta Gentile e Croce non c'entrano.
Di loro possiamo (e dobbiamo) dire tutto il male possibile, ma il loro sminuire l'importanza di scienza e tecnologia non è mai sfociato nella difesa - o almeno sdoganamento - di pseudoscienze e fuffa varia.
Anzi, loro non le consideravano proprio, perché la loro formazione logica (anche se logica in senso filosofico e non matematico-scientifico) li portava a rifiutarle a priori.
Almeno in questo caso loro sono innocenti.

E allora?
Da dove viene questa situazione (oltretutto non limitata solo all'Italia)?

Intanto stabiliamo uno spartiacque: questi discorsi valgono solo per tempi relativamente recenti, essendo la scienza come la intendiamo oggi una costruzione nata tra '600 e '700.
Distinguere tra scienza e pseudoscienza per ciò che ci fu prima di allora è al massimo speculazione accademica, gioco linguistico. In concreto: non ha senso.

Nel nostro discorso ci aiuterà un ottimo libro di Silvano Fuso (libro che ha comunque altri obiettivi rispetto a quello di questo articolo, ma rimane un'ottima guida): Scienza, pseudoscienza e fake news, pubblicato da edizioni Dedalo, prima edizione 1999, ristampa in mio possesso nella collana Senzatempo della stessa edizioni Dedalo, 2021.
In particolare il terzo e l'ottavo capitolo di detto libro.

Tutto parte, paradossalmente, dal successo del metodo scientifico che, partendo dall'illuminismo, portò al positivismo.
Cioè al tentativo di spiegare tutto in termini non tanto scientifici, quanto deterministici.
Infatti il positivismo è una deformazione del metodo scientifico.
Il secondo, detto in maniera terra terra, pone delle regole per cercare delle risposte. Non pretende di arrivare alle risposte (né tantomeno pretende che ci sia sempre una risposta precisa e univoca), pretende "solo" di spiegare come bisogna lavorare per avere la possibilità di arrivarci, quale metodo e quali strumenti logici vadano usati.
Il primo invece, sempre detto in maniera terra terra, dice che se abbiamo i dati di partenza e conosciamo il metodo scientifico... automaticamente arriviamo alle risposte. E queste sono univoche e precise.

E questo è ciò che ha fatto danni.
Perché, ovviamente e prevedibilmente, ha provocato la classica (per dirla in termini fisici) reazione uguale e contraria, soprattutto ove la scienza non era in grado di dare risposte precise (qualsiasi fosse il motivo).

Tutti sappiamo che la scienza in realtà non è deterministica. Per lo meno lo sappiamo da quando conosciamo la fisica quantistica (ma i veri scienziati in realtà lo hanno sempre saputo).
A partire da date condizioni di partenza, l'evoluzione di un sistema dipende non solo da queste ma - almeno - anche dalle condizioni al contorno.
Esempio banale. Voglio vedere come si evolve una reazione chimica. Condizioni di partenza fissate e identiche, ma una volta la provo nel chiuso asettico di un laboratorio e una volta all'aperto, senza particolari precauzioni.
È ovvio che nella maggioranza dei casi vedrò evoluzioni simili, ma comunque diverse.
Per un positivista - semplificando - invece, essendo le condizioni di partenza uguali avrei dovuto ottenere la stessa evoluzione indipendentemente dalle condizioni al contorno.

E qui casca l'asino.

Perché non essendo possibile ottenere sempre le stesse identiche risposte (la natura è solo in parte deterministica, e anche quella parte non nel modo in cui lo si intende comunemente) c'è stata una reazione al positivismo (cosa giustificata) che si è estesa poi a tutta la scienza (cosa non giustificata).

Poi il neopositivismo, sviluppatosi nel 20° secolo (dopo che il positivismo era per molti decenni caduto nel dimenticatoio), considerando la scienza come ideale di oggettività ed elevandola a paradigma del sapere riportò a galla le reazioni antiscientifiche di cui sopra (mai completamente sedate, anche se a lungo ridotte).
Ciò portò la scienza a una situazione di isolamento (la famosa torre d'avorio, anche se se spesso sono gli altri a mettere gli scienziati dentro la stessa, non loro a costruirla per sé stessi) evidenziandone i limiti, come espresse con chiarezza Ludwig Wittgenstein nel suo Tractatus logico-philosophicus:

Noi sentiamo che se pure tutte le possibili domande della scienza ricevessero una risposta, i problemi della nostra vita non sarebbero nemmeno sfiorati. Certo, non rimane allora alcuna domanda; e questa è appunto la risposta.

Insomma, il problema è che la scienza (inconsciamente) ha promesso troppo e chi non ottiene le risposte che chiede se ne allontana, cadendo nelle pseudoscienze, che una risposta la danno sempre, anche se sbagliata.
Ed è questa la forza delle pseudoscienze: non essendo legate a nessun metodo, a nessuna coerenza... hanno sempre un risposta. E quando falliscono hanno sempre una spiegazione.
La scienza invece no.

Alla fine è una questione di comunicazione: la scienza deve imparare a presentarsi per quello che è, a dire quello che può effettivamente fare. Non sperare che il profano lo capisca da solo vedendo i risultati che la scienza porta.
Se no rischia di apparire come stregoneria, come scrisse Gramsci nei suoi Quaderni dal carcere (Q11, §39):

In realtà, poiché si aspetta troppo dalla scienza, la si concepisce come una superiore stregoneria, e perciò non si riesce a valutare realisticamente ciò che di concreto la scienza offre.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 30 novembre 2022

I misteri del tedesco 30 - Essere nel Gotha

Quando qualcuno appartiene a una particolare élite, anche senza che questa sia codificata, si usa dire che quel qualcuno sia nel Gotha del suo settore.
Per esempio Warren Buffett appartiene al Gotha della finanza, Claudio Abbado al Gotha della musica, e così via.

Ma perché proprio al Gotha? Da dove viene questa espressione?

Per prima cosa va detto che Gotha è una cittadina tedesca, oggi nel Land della Turingia, in passato capitale del Ducato di Sassonia-Gotha-Altenburg.
Gotha è una città storica che però oggi non è di particolare importanza, non appartiene a nessuna élite (e nessuna élite vi ha sede).
Quindi?
Che c'entra Gotha?

In realtà la storia è semplice e non certo segreta, anche se non troppo conosciuta.

Nel 1763 Johann Christian Dieterich ebbe l'idea di pubblicare un almanacco genealogico delle famiglie regnanti e delle principali famiglie nobili europee.
Titolò questo almanacco Gothaer Hofkalender (in italiano noto come Almanacco di Gotha) perché Dieterich viveva a Gotha e lì pubblicò il suo almanacco (che agli inizi oltre che le informazioni genealogiche conteneva anche i classici calendari oltre a quelli astronomici e altre notizie).
Questo almanacco ebbe subito successo (tanto che subito l'anno dopo ne uscì anche un'edizione francese) e divenne sinonimo dell'élite, tanto che in breve tempo si cominciò a chiamarlo informalmente semplicemente der Gotha (il Gotha) senza bisogno di specificare altro. Tanto si capiva cosa si intendeva.
Questo almanacco viene pubblicato ancora oggi, con cambi di editore e anche di denominazione (oggi è noto come Gothaisches Genealogisches Handbuch, cioè Manuale genealogico di Gotha) e da quest'anno mi risulta che ne esista una versione italiana (oltre a quelle francese e inglese, ma forse ce ne sono anche altre).

Essendo diventato questo almanacco il paradigma dell'essere nobile (se non sei lì dentro, non lo sei) nel corso del tempo è divenuto in sé stesso sinonimo di élite in qualsiasi campo.

Quindi si è operata la traslazione di significato: Gotha = Élite!

Ma Gotha nel senso dell'almanacco, quindi, non della città, anche perché oltretutto da un bel po' non viene più edito a Gotha, ma altrove... oggigiorno credo a Marburg, ma non sono sicuro.

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco - Lista completa

venerdì 25 novembre 2022

Come il giornalismo fa le ricerche...

Mercoledì sera la giornalista Jeanne Perego ha pubblicato un tweet che ha provocato un piccolo putiferio:


Ora, si può essere d'accordo o meno con la terminologia usata da Jeanne Perego.

Io personalmente mi offenderei per il paragone se fossi una pescivendola, non se fossi Meloni, ma questo ora non conta, perché vi voglio parlare di giornalismo, non di altro.

E no, non mi riferisco a quella vergogna dell'Ordine dei Giornalisti che qui ha subito aperto un procedimento contro Perego ma permette a insultatori seriali e istigatori alla violenza (Travaglio, Sallusti e compagnia bella) di fare quel che cavolo vogliono.

Mi riferisco al quotidiano Secolo d'Italia, voce della destra parlamentare (e non solo) italiana da sempre (anche se ora solo online e non più in versione cartacea).

Ovviamente (e fin qui nulla di male) tale quotidiano è subito intervenuto a difesa di Giorgia Meloni, pubblicando un articolo contro Perego.
Ci sta, ognuno difende la propria parte, basta mantenere i toni entro i giusti termini, anche se una delle frasi di apertura dell'articolo non tratta Perego meglio di quanto questa abbia trattato Meloni: con la spocchia della radical chic classista che non si mischia con chi svolge i lavori più umili (ma qui ovviamente l'OdG non aprirà bocca).

Il vero problema giornalistico sono qui però le "ricerche" che il Secolo d'Italia ha fatto per scrivere l'articolo.

Leggete il curriculum di Jeanne Perego, come pubblicato sul Secolo d'Italia.
E leggete questo curriculum pubblicato sul sito della Regione Sicilia.
Corrispondono.
Quindi uno potrebbe dire che, sì, il Secolo d'Italia ha ricercato bene.

Peccato solo che la Jeanne Perego della Regione Sicilia non sia una giornalista, sia francese e venga da Le Havre.

Mentre la Jeanne Perego del tweet incriminato invece è una giornalista, è italiana e viene da Milano.
E oltretutto ha anche un articolo su Wikipedia dedicato a lei, non serve mica fare chissà quali investigazioni da servizi segreti per scoprire qualcosa su di lei!

Ora, di Perego possiamo pensare quello che vogliamo... ma la figuraccia del Secolo d'Italia è epocale! Pura sciatteria (o disinformazione).
Ditemi se questo è giornalismo 🤦‍♂️

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Prima che il Secolo d'Italia cancelli o corregga l'articolo facendo finta di niente, lo ho salvato qui a imperitura memoria.

mercoledì 23 novembre 2022

Negazionisti e scienza

Nel mondo da quando è arrivata la pandemia si sono moltiplicate le manifestazioni dei negazionisti.
Negazionisti in realtà da dividere in due categorie, anche se manifestano insieme:
1) Una minoranza nega l'esistenza stessa del Covid19;
2) La maggioranza nega la legittimità delle misure anticovid.

Quelli al punto 1 possiamo dimenticarli. Non sono recuperabili e sono relativamente poco pericolosi, sono paragonabili, per esempio, ai terrapiattisti.

Per quelli al punto 2 il discorso è diverso visto che (come per esempio visto a Berlino durante l'assalto al Bundestag) sono loro stessi un pericolo per la democrazia.
Non per niente la maggioranza di queste persone sono parte di ideologie di estrema destra, qui in Germania in particolare i Reichsbürger, gente che crede che in realtà la Repubblica Federale di Germania non esista e l'entità legale sia ancora il Reich di Bismarck (Bismarck, neanche Hitler, rendetevene conto).

Ma oggi non vi voglio parlare di destra e sinistra.

È vero che la destra è (in parte per convinzione e in parte per calcolo politico) la più convinta e decisa a negare, ma la galassia dei negazionisti è variopinta, trasversale (come raccontai qui).

Quello di cui voglio parlare è il rifiuto della scienza.

Ciò che accomuna tutti i negazionisti, di qualunque colore siano, è il rifiuto della scienza. Talvolta proprio l'odio verso la scienza.
E ciò li accomuna a tutti gli altri complottisti e negazionisti di ogni tipo.
Purtroppo siamo arrivati a un punto in cui uno scienziato è automaticamente uno schiavo dei poteri forti, quindi una persona da combattere.

Certo ci sono scienziati che fanno male il loro lavoro, lo so benissimo.
Ma... ragionate un attimo (ragionare è il punto!).
Se la scienza e gli scienziati fossero veramente legati ai poteri forti, come mai ci sono o sono stati in giro per il mondo (anche in paesi importanti come la nostra Italia e i grandi USA) tanti governi nemici della scienza?

Forse perché la scienza è scomoda, visto che cerca la verità?
Rifletteteci, voi che la diffamate e la rifiutate in nome della "verità" dei guru e dei negazionisti.
Riflettete e ragionate.

E fatelo anche per la vostra salute, per il vostro bene, per salvare la vostra pelle.
La scienza vi salva la pelle.
Sappiatelo.

Saluti,

Mauro.

martedì 22 novembre 2022

I misteri del tedesco 29 - Un povero cavaliere

In Germania esiste un piatto chiamato Arme Ritter (con varianti regionali anche come nome) che tradotto letteralmente significa Povero cavaliere.

A livello culinario non è interessante parlarne, ma non perché non sia gustoso, bensì perché è ben conosciuto in tutto il mondo.
Come ricetta risale infatti agli antichi romani e oggi è noto in tutto il mondo, in particolare nei paesi di lingua anglosassone, come French Toast e in molte parti d'Italia è noto come Pane perso.

Ma da dove viene il nome tedesco?
Perché Povero cavaliere?
"Povero" ci sta, essendo un piatto semplice, povero appunto. Ma da dove viene il cavaliere?
Il nome è già presente nel 14° secolo, nel Buoch von guoter Spise, in tedesco moderno Buch von guter Speise (Libro del buon cibo in italiano), citato dai Fratelli Grimm nel loro dizionario della lingua tedesca.

In realtà l'origine della definizione è ignota, ma ci sono interessanti storie e leggende al proposito.

Una delle storie racconta che il classico Arme Ritter fosse un piatto di cui i nobili decaduti dovevano accontentarsi durante la guerra dei 30 anni.
Cosa improbabile comunque: la guerra dei 30 anni cominciò nel 1618, mentre il nome è noto dal 14° secolo, come già detto.

Un'altra leggenda (decisamente più vaga, ma al tempo stesso più plausibile) dice che un tempo i semplici cavalieri (non nobili) poveri non avevano carne da mangiare e dovevano accontentarsi di pezzi di pane vecchio gettati in padella.
Di quest'ultima spiegazione esistono diverse versioni, ma tutte legate dal fatto che si trattasse di cavalieri impoveriti a causa di guerre o altre tragedie.

Oggi nessuno si chiede più il perché del nome.
Si mangiano il povero cavaliere e basta.

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco - Lista completa

domenica 20 novembre 2022

Misteri della lingua

Certe volte la lingua è autocontraddittoria.

Vi faccio un esempio con l'italiano, ma se ne possono trovare in ogni lingua (anche se nessuno, a mio parere, bello come questo).

L'Italia è la nostra patria (amata o meno qui non è importante). Ma in realtà la definiamo (e non è linguaggio gergale, ma italiano corretto) generalmente come madrepatria.

Ma madrepatria è una parola autocontraddittoria!
Patria deriva dal latino pater, che significa padre.
Però madre è... madre, non padre.

Insomma... l'Italia è per noi madrepadre!

E poi facciamo tante storie sul gender?

Saluti,

Mauro.

martedì 15 novembre 2022

L'albergo di Hilbert (dove non serve prenotare)

Vorreste poter andare in un albergo che è al completo, con tutte le camere occupate, e comunque sapere di poter trovare posto, anche senza aver prenotato o esservi comunque annunciati?

Probabilmente mi risponderete che sì, sarebbe bello, ma che purtroppo è logicamente impossibile.

E invece no! Tale albergo esiste.
Basta che andiate al Grand Hotel di Hilbert!

È un albergo aperto dal grande matematico tedesco David Hilbert (concittadino di Kant, essendo nato a Königsberg, oggi Kaliningrad, che tra le altre cose è anche la città del problema dei sette ponti di Eulero).

Hilbert si immagina un albergo con infinite stanze, tutte occupate.
Arriva un viandante e chiede una camera.
Tutte le camere sono piene, come già detto, ma alla reception trovano una soluzione.
Fanno spostare tutti i clienti già presenti nella stanza successiva alla loro... essendoci infinite stanze, ci sarà sempre una stanza successiva in cui spostarsi.
A questo punto avremo infinite stanze totali, ma infinite meno una stanze occupate: la prima stanza ora è vuota.
Il viandante si accomoda lì e tutti dormono sereni nell'albergo di Hilbert.

La sera del giorno dopo però si verifica un problema serio.
Stavolta arrivano infiniti viandanti, tutti stanchi e tutti bisognosi di una stanza.
E come si fa?
Voi potreste dirmi che basta ripetere il procedimento di prima infinite volte... ma poi i clienti già presenti si rompono i coglioni di spostarsi infinite volte e minacciano di andarsene. Come risolvere il problema facendo spostare tutti una sola volta?
Beh è più semplice di quel che sembra: si fa spostare ogni cliente già presente nella stanza col numero doppio di quella che già occupava: dalla 1 alla 2, dalla 2 alla 4, dalla 3 alla 6, dalla 4 alla 8 e così via.
Essendoci infinite stanze ci saranno sempre abbastanza stanze disponibili.
Alla fine degli spostamenti tutte le (infinite) stanze pari saranno occupate e le (infinite) stanze dispari vuote. Gli infiniti viandanti arrivati si accomoderanno quindi nelle infinite stanze vuote rimaste e riposano sereni.

E no, non cercate quest'albergo su Booking o Tripadvisor... non lo troverete, purtroppo, essendo un paradosso matematico.
Per essere sicuri di trovare una stanza libera in vacanza dovrete sempre purtroppo prenotare in anticipo o andare in bassa stagione.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Il paradosso può essere esteso a infiniti alberghi o all'arrivo in albergo di infiniti pullman con ognuno infiniti passeggeri.
La spiegazione sembrerà un po' più contorta ai profani, ma il concetto di base rimane sempre quello esposto sopra.

martedì 8 novembre 2022

Le pseudomedicine e la Germania - Seconda parte

Nel novembre del 2021, come forse ricorderete, avevo scritto un articolo per dire che non c'era nulla di strano nel fatto che in Germania durante la pandemia fossero così presenti no-vax e pseudomedicine, raccontando come molte di queste ultime siano proprio nate qui, in Germania.

Oggi voglio proseguire il racconto, raccontandovi di altre pseudomedicine di origine tedesca o germanica.

Partiamo coi sali di Schüßler (Schüßler-Salze).
I sali di Schüßler sono un'"invenzione" del medico Wilhelm Heinrich Schüßler che nel 1873 pubblicò sulla Allgemeine Homöopatische Zeitung (in italiano Rivista generale di omeopatia) un articolo di 16 pagine in cui gettava le basi della sua teoria, la Biochemische Heilweise (Modalità di cura biochimica).
Sì, avete letto bene: pubblicò su una rivista di omeopatia.
Ma che c'entrano allora i sali? L'omeopatia usa zuccheri...
Ehi, i medici alternativi mica sono schizzinosi e con la puzza al naso come gli accademici seri!
Battute a parte, la ragione è in realtà molto chiara.
Seconod Schüßler le malattie nascono da scompensi nel contenuto di minerali delle cellule del corpo e posso essere curate tramite la somministrazione omeopatica di minerali.
Schüßler negava però la parentela con l'omeopatia sostenendo che lui non si basava sulla teoria dei simili di Hahnemann, bensì sui processi fisiologici-chimici dell'organismo umano (ma tanto i contenuti salini, minerali delle sue pastiglie in quantità omeopatica rimanevano).

Ma andiamo oltre e passiamo alla medicina olistica (Ganzheitliche Medizin).
Questo tipo di medicina (che qualcuno potrebbe anche vedere come un'"espansione" della Heilkunde di cui parlai nell'articolo dell'anno scorso) è in realtà una "teoria di Gaia" applicata alla salute, mettendo insieme concetti di filosofia naturale, religiosi, mistici, esoterici, teoretici, sistematici, politici, ecologici o psicosociali.
Questo di tipo di medicina nasce dalla ricerca filosofica sul senso del tutto e sostiene di rifarsi al motto aristotelico "Il tutto è più della somma delle sue parti". Peccato solo che questo motto, per lo meno in questa forma risalga al 1890, creato dal filosofo austriaco Christoph von Ehrenfels.
È difficile descrivere i contenuti di questa medicina, essendo in realtà un caotico pout pourri di cose in buona parte senza senso.
Il primo a creare una "teoria" completa per questa "medicina" fu il neurologo e teorico della Gestalt Kurt Goldstein durante i primi anni del nazismo.
La medicina olistica comunque mette la percezione e l'esperienza personale al centro, non seguendo il metodo scientifico e con ciò ha influenzato poi il movimento della New Age.

Ma tra le pseudomedicine con radici tedesche ce n'è anche una molto più antica, risalente a Paracelso: la Spagirica (Spagyrik in tedesco).
Era la base della farmaceutica alchemica appunto di Paracelso.
E non serve fare grandi analisi al proposito, basta analizzarne il nome: è l'unione delle parole greche spao (tirare fuori, separare) e ageiro (unire, mettere insieme).
Cioè l'unione di due azioni incompatibili tra loro.

E per oggi chiudiamo con la neuralterapia (Neuraltherapie).
Terapia ideata negli anni '20 del '900 dai medici tedeschi Ferdinand e Walter Huneke.
Questa terapia è usata per il trattatamento del dolore e altre patologie.
Consiste nell'iniettare anestetici locali sottopelle, nei muscoli, nervi, articolazioni, altri organi o "centri nevralgici" (tipo cicatrici) in modo da eliminare centri di irritazione o di riattivare "circuiti di regolazione disturbati".
Tale terapia (senza base scientifica e mai risultata efficace quando sottoposta a studi scientifici) si basa sul concetto che esistano dei campi disturbanti che, emettendo impulsi nervosi anomali, causano disturbi cronici.
Un'indagine del 2007 mostrò che in Germania era tra i medici di famiglia la forma di medicina alternativa più praticata o consigliata.
Va detto che questa terapia, essendo invasiva, ha anche effetti collaterali diretti (per molte medicine alternative gli effetti collaterali sono indiretti, essendo spesso causati dal ritardo o dalla negazione delle terapie mediche serie, non da effetti diretti della terapia "alternativa"), risultando quindi la medicina alternativa probabilmente più pericolosa di tutte.

Ma non finisce qui.
Il mondo tedesco ci riserverà altre chicche. Stay tuned!

Saluti,

Mauro.

domenica 6 novembre 2022

I misteri del tedesco 28 - Un vecchio svedese

Ragazzo mio, tu sei un vecchio svedese!
E se sei un mio amico, un mio compagno (nel senso complice di appartenente alla mia compagnia) lo sei anche se non sei né vecchio né svedese.

Ovviamente, quanto ho scritto sopra per un italiano non ha senso.
Ma se lo avessi scritto in tedesco... un senso lo avrebbe eccome, visto che alter Schwede (cioè vecchio svedese) nel linguaggio colloquiale tedesco indica proprio quello (talvolta usato anche ironicamente, dipende dal contesto).

Ma da dove nasce questa espressione?

Sembra che l'espressione nasca alla fine della guerra dei 30 anni, quando il principe elettore del Brandeburgo assoldò soldati svedesi esperti e navigati come addestratori per il proprio esercito. Date le loro qualità e anche l'età vennero in genere assoldati come sottufficiali, non semplici soldati, e nel gergo delle truppe del tempo divennero in breve i vecchi svedesi.

E col tempo, come con altre espressioni, il significato cambiò fino a diventare quello che è oggi.

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:
I misteri del tedesco - Lista completa

sabato 5 novembre 2022

Sporche città... e cittadini luridi

Si leggono spesso lamentele contro le autorità per le città sporche. Noi ovviamente lo sentiamo soprattuto in Italia (e in particolare a Roma), ma è una lamentela comune in tutto il mondo, credetemi.

Ma siamo sicuri che le autorità siano le principali colpevoli?

Chiaro, ci sono amministrazioni che lavorano meglio e altre che lavorano peggio (per vari motivi: incompetenza, corruzione, mancanza di risorse, eccetera eccetera). Ma...
Vorrei raccontarvi di un esperimento fatto a Straubing in Baviera. Qui il video:


In cosa è consistito l'esperimento? In un'isola ecologica dove i contenitori per la spazzatura (sia differenziata che no) venivano svuotati ogni giorno, ma dove però c'era sempre qualcosa di illegale intorno a essi, si è deciso di non svuotarli per 11 giorni e vedere i risultati.
Non solo per vedere se la gente se ne approfittava, ma anche per far capire a tutti cosa significa non comportarsi correttamente coi rifiuti.
Risultato? Rifiuti buttati a caso nei vari contenitori (in particolare rifiuti indifferenziati dentro i contenitori per gli abiti usati, ma si è vista ogni combinazione).
Asfalto intorno ai contenitori pieno di ogni tipo di rifiuti (anche rifiuti che non potrebbero essere buttati in nessun contenitore e andrebbero portati a centri di raccolta specializzati). Rifiuti nascosti in ogni angolo pur di non far la fatica di buttarli nel contenitore giusto. E i cittadini che si comportavano correttamente, ovviamente schifati e incavolati (la maggioranza di questi comunque ha capito il senso dell'esperimento e si è arrabbiata con i concittadini, non con le autorità).

Cosa ci dice questo esperimento? Che le autorità avranno sì colpe, che le amministrazioni potrebbero (e dovrebbero) fare di più... ma che il primo responsabile è il cittadino. Se le autorità non controllano (e reprimono) e non raccolgono subito, il cittadino si sente autorizzato a tutto.
Senza rendersi conto che così fa male a sé stesso e ai suoi concittadini, non tanto a sindaci o assessori.
Se tu sai che devi buttare la carta nel contenitore A, perché la butti nel contenitore B che magari è per l'umido, per esempio? Cosa ti costa buttarla nel contenitore giusto?

A fare le cose giuste al cittadino non costerebbe in realtà nessuna fatica. È solo menefreghismo e arroganza.
Oltretutto rispettare le regole aiuterebbe anche le amministrazioni a recuperare risorse per risolvere i problemi di cui i cittadini sono veramente vittime e non colpevoli.

Saluti,

Mauro.

martedì 25 ottobre 2022

Il sesso delle città

Oggi, in un gruppo chiuso su Twitter, è venuta fuori una domanda sul genere grammaticale: le città sono femminili o maschili?
C'entra in parte col discorso del politicamente corretto, ma è meglio che non vi dica come è nata la discussione 😉

Ma torniamo alla domanda.
Genova, Milano, Roma, ecc. sono di genere femminile o maschile?

Spontaneamente verrebbe da dire femminile, visto che diciamo "Genova è bella", "Milano è caotica", "Roma è piena di frigoriferi", ecc.
E qui casca l'asino: bella, caotica, piena non si riferiscono direttamente a Genova, Milano, Roma bensì alla sottintesa parola "città" (per esempio "La città di Genova è bella").

In realtà i nomi delle città non hanno genere in sé, il genere è dato dalla parola città, che ovviamente è di genere femminile.

Ora voi mi direte, perché allora regioni e stati hanno un genere (la Lombardia, il Lazio, la Francia, il Belgio)?
Regioni e stati sono in primis espressioni geografiche, non amministrative, non "prendono" il genere dalle parole "regione" o "stato".

Prendiamo per esempio la Lombardia.
Se io parlo dell'espressione geografica dico "la Lombardia" e non è proprio precisamente definita, ci sono parti della Lombardia politica che geograficamente starebbero fuori e viceversa oltre che parti al tempo stesso lombarde e no.
Se passo invece alla Lombardia in senso amministrativo devo dire "la Regione Lombardia", è precisamente definita nei suoi confini ed è la parola "regione" a definire il genere grammaticale, non il nome Lombardia.
E lo stesso vale per gli stati.

Per le città (ma anche per paesi e villaggi, solo che qui il genere diventa maschile) il discorso è diverso: in genere l'entità geografica e quella amministrativa coincidono, le eccezioni sono poche, e quindi dire "Genova" (espressione geografica) o "la città di Genova" (espressione amministrativa) è la stessa identica cosa, per cui prevale il genere di "città" e non ha più senso chiedersi che genere abbiano Genova, Milano, Roma, ecc.
"Città" prevale perché, mentre geograficamente regioni e stati hanno confini fluidi, le città sono (tranne rare eccezioni) ben definite anche gograficamente, non solo amministrativamente.

Saluti,

Mauro.

martedì 6 settembre 2022

Quando abbiamo eletto un governo?

Mai.

Un giorno sì e l'altro anche spunta il politico o il sapientone che si lamenta del governo non eletto.

Dovrebbero allora lamentarsi di tutti i governi italiani dal 1861 in poi... NESSUNO escluso, neanche quelli che piacciono a loro.
E dovrebbero dire agli elettori dei sistemi con Parlamento (democratici oggi, solo apparentemente democratici e rappresentativi ieri) di stile europeo di lamentarsi nei loro paesi, visto che neanche loro hanno mai potuto eleggere un governo.
(Ho scritto "con Parlamento" e non "parlamentari" perché il sistema francese, per esempio, non è parlamentare come lo intendiamo noi o i tedeschi, ma per costituire il governo usa comunque il nostro stesso sistema: il PdR nomina il PdC e i ministri e poi il Parlamento dà la fiducia).

Per quanto riguarda l'Italia del dopoguerra, basta leggersi gli articoli 92 e 94 della Costituzione.

Articolo 92
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri

Articolo 94
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Cosa ci dicono di importante questi due articoli?

1) Nessun governo viene eletto. E neanche il solo PdC viene eletto.
2) Qualsiasi governo che ha la fiducia del Parlamento è un governo assolutamente legittimo, comunque sia composto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.