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martedì 12 dicembre 2023

I misteri del tedesco 31 - Un venerdì libero?

Tutti sappiamo che i nomi dei giorni della settimana hanno dei significati ben precisi, non sono nomi casuali.

Prendiamo l'italiano (e le lingue neolatine in genere, con qualche eventuale piccola eccezione) per esempio: dal lunedì al venerdì vengono dall'antica Roma (e dai suoi dèi... poi diventati pianeti), il sabato dal mondo ebraico e la domenica sì dal latino, quindi da Roma, ma dal latino cristiano:
Lunedì = giorno della Luna;
Martedì = giorno di Marte;
Mercoledì = giorno di Mercurio;
Giovedì = giorno di Giove;
Venerdì = giorno di Venere;
Sabato = dall'ebraico Shabbat;
Domenica = giorno del Signore (Dominus in latino).

E fin qui tutto semplice, magari non tutti conoscevate il significato del nome di ogni singolo giorno, ma tutti avevate comunque più o meno idea da dove a grandi linee vengono.

Ma nelle altre lingue?
Per esempio in tedesco?
In tedesco è un po' più complicato, perché le origini sono più diversificate, non c'è quella unitarietà che (sabato escluso) bene o male c'è nelle lingue neolatine.

In particolare c'è un giorno che mette in difficoltà i tedeschi stessi, che spesso ne danno una interpretazione sbagliata: Freitag (cioè venerdì).

Il suffisso "Tag" è abbastanza chiaro: significa "giorno". Ma da dove viene "Frei"?
Letteralmente "Frei" significa "libero". Quindi "Freitag" sembrerebbe significare "giorno libero" (letteralmente sarebbe "Freier Tag", ma potrebbe essersi contratto nel corso dei secoli, oppure essere in grafia germanica antica).
Ma il venerdì non è una giornata libera nei paesi di lingua tedesca.
Quindi?

Quindi torniamo anche qui agli antichi dèi, però stavolta nordici, non romani.
E così scopriamo che Freitag è "il giorno di Freya".
E chi è Freya? La dea norrena dell'amore e del matrimonio (ok, oggi qualcuno potrebbe vedere le due cose come contradditorie, ma adesso non stiamo a sottilizzare 😉).

E gli altri nomi tedeschi dei giorni?
Montag (lunedì) = giorno della Luna ("Mond");
Dienstag (martedì) = probabilmente, ma non sicuro, giorno di Tīwaz (corrispettivo germanico di Marte), forse anche giorno di Thingsus (dio protettore dell'assemblea);
Mittwoch (mercoledì) = giorno di metà settimana (in tedesco moderno corretto: "Mitte der Woche"), con la settimana considerata iniziare di domenica;
Donnerstag (giovedì) = giorno di Donar (dio del tempo, del clima, un po' il romano Giove) o giorno del tuono ("Donner"), ma l'etimologia di Donar e di Donner è la stessa;
Freitag (Venerdì) = come già visto, giorno di Freya;
Samstag (sabato) = sembra anche questo venire da Shabbat, anche se attraverso un cammino tortuoso fatto di greco, gotico e slavo;
Sonntag (domenica) = giorno del Sole ("Sonne").

Saluti,

Mauro.

Altre puntate:

sabato 15 luglio 2023

L'inglese che ci hanno insegnato male a scuola

Quando andavo a scuola io (ormai quasi preistoria) a lezione di inglese ci hanno sempre raccontato una favola. Quella delle tre "cester".
Ci hanno sempre detto (almeno all'epoca, forse oggi non è più così) che esistevano tre città terminanti con "cester" in cui questo finale (per inciso: derivante dal latino "castrum") andava pronunciato in maniera assolutamente irregolare: Leicester, Gloucester, Worcester. E solo queste tre.

Falso!

C'è anche Bicester... ma anche Godmanchester (che nonostante la h non si pronuncia come Manchester e "chester" è equivalente a "cester" come origine e significato).
E altre, tipo Alcester, Towcester e forse di più.

Insomma, mentre la pronuncia di "chester" in Godmanchester sembra essere veramente un'eccezione... quella generale di "cester" mi sembra un'eccezione mica tanto eccezionale.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Cliccando sui link arrivate a una pagina dove ascoltare la pronuncia corretta del nome.

domenica 20 novembre 2022

Misteri della lingua

Certe volte la lingua è autocontraddittoria.

Vi faccio un esempio con l'italiano, ma se ne possono trovare in ogni lingua (anche se nessuno, a mio parere, bello come questo).

L'Italia è la nostra patria (amata o meno qui non è importante). Ma in realtà la definiamo (e non è linguaggio gergale, ma italiano corretto) generalmente come madrepatria.

Ma madrepatria è una parola autocontraddittoria!
Patria deriva dal latino pater, che significa padre.
Però madre è... madre, non padre.

Insomma... l'Italia è per noi madrepadre!

E poi facciamo tante storie sul gender?

Saluti,

Mauro.

giovedì 7 luglio 2022

E se la Z non fosse una Z?

Da quando è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina ci si chiede cosa significa la Z che appare su molti mezzi militari russi e che ora in Russia (e non solo) viene usata da chi sostiene Putin e l'intervento russo.
Ci si chiede di che parola sia l'iniziale o domande simili.

Un ottimo esempio di queste domande lo si trova in un articolo del Post del 4 giugno scorso.

Ma... e se la Z non fosse per niente una Z?

Mi spiego meglio.

In Russia si usa l'alfabeto cirillico (anche in Ucraina del resto) e nell'alfabeto cirillico non esiste la lettera Z, come vedete in questa tabella:


Come vedete non esiste nessuna Z.
E perché i russi dovrebbero usare una lettera di un alfabeto non loro? La Z si usa nell'alfabeto latino... l'alfabeto del nemico occidentale.
E non venitemi a dire che magari è un messaggio per gli ucraini: anche gli ucraini usano l'alfabeto cirillico.

E quindi?

E quindi... se la Z fosse non una lettera ma un simbolo?
Un simbolo come la svastica nazista, la falce e martello comunista o mille altri simboli politici o nazionali nella storia del mondo?

Saluti,

Mauro.

domenica 19 dicembre 2021

Il latino e il liceo (scientifico)

Ieri sul canale Youtube La Biblioteca di Alessandria ho guardato il video Ha ancora senso studiare il latino al liceo scientifico?

Non ho potuto evitare di lasciare i miei commenti, che qui cerco di esplicitare un po' meglio.
Vi consiglio però vivamente di guardare prima il video di cui sopra, visto che quanto scrivo è direttamente legato ai contenuti del video stesso.

Anch'io, come Gioele (l'autore del video), ho fatto il liceo scientifico, nei lontani anni '80 quando l'impronta classica di tutto il mondo liceale era ancora più forte di oggi, e poi mi sono laureato in materie scientifiche (io in fisica, lui in medicina).

Sostanzialmente sono d'accordo con lui.
Forse io il latino non lo abolirei proprio del tutto, ma lo ridurrei al minimo perché sottrae tempo a materie altrettanto, se non più, fondamentali. Lui ha fatto l'esempio della chimica, ma anche le scienze naturali sono abbastanza bistrattate. E ho purtroppo conosciuto insegnanti che, insegnando nella stessa classe sia italiano che latino, toglievano di fatto ore all'italiano e alla letteratura italiana per aumentare quelle del latino.
Un'ora la settimana per studiarne le basi nel biennio e la letteratura nel triennio la lascerei. Di più no.

E ora qualche commento sparso su quanto Gioele dice nel video.

Il latino come lingua precisa, logica.
No, io non definirei il latino come logico e tanto meno come preciso. Lo definirei come fissato.
Mi spiego. Tutte le lingue hanno una loro precisione, se no non permetterebbero di comunicare, ma una lingua viva si muove e cambia, quindi non ti darà mai un sistema di regole, una "legislazione" definitiva e fissata. Il latino, in quanto lingua morta che non si evolve più, invece te li dà.
Quindi il latino sembra preciso, perché le regole sono fissate e quindi saprai sempre con certezza se hai fatto giusto o sbagliato in base a dette regole (indipendentemente dalla logica della regola stessa). Italiano, inglese, tedesco, ecc. essendo lingue in evoluzione avranno ovviamente sempre una qualche zona grigia, un po' di flessibilità.

Per quanto riguarda il latino e la logica, troviamo un'altra assurdità.
Come giustamente dice il video ci sono anche altre materie che usano la logica, tipo la matematica. Anzi, a scuola la matematica è la materia logica per eccellenza.
E qui allora bisogna far notare ai difensori del latino che la matematica, contrariamente al latino, la studi già alle elementari e alle medie.
Quindi, quando arrivi al liceo, al limite è la matematica (che anche se solo a livello di base già conosci) a servirti per il latino, non viceversa.

Rimanendo alla logica... se parliamo della forma mentis che la logica può dare, allora obiettivamente basta studiare bene (ma bene, non come viene fatto spesso!) la logica in filosofia. Non servono le lingue, né quelle morte né quelle vive.

Le lingue servono a due altre cose.
A comunicare (per quanto riguarda quelle vive).
A poter approfondire le fonti, visto che una traduzione - soprattutto in ambito letterario - è sempre un po' un tradimento (e questo vale sia per le lingue vive che per quelle morte).

E per quanto riguarda la comunicazione oggi - che piaccia o meno - la base è l'inglese non il latino, soprattutto in ambito scientifico.
Infatti, altra cosa sostenuta dai difensori del latino, è che questo è in realtà la base linguistica della scienza, vista la terminologia usata in molte scienze.
Sbagliato: terminologia e lingua non sono sinonimi: la terminologia che ti serve puoi anche impararla a memoria senza sapere la lingua da cui deriva.
Non per niente Gioele giustamente dice che lui senza l'inglese non avrebbe potuto laurearsi, visto che la letteratura che gli è servita per la tesi era quasi tutta in inglese. Io addirittura ho scritto la mia tesi direttamente in inglese (la versione ufficiale in italiano depositata presso l'università di Genova è solo la traduzione che feci dell'originale).
Oltretutto molti dimenticano che tra le due guerre (anzi già a inizio '900) tedesco e in misura minore francese (l'inglese ci mise più tempo anche se poi conquistò il mondo) avevano già soppiantato il latino come lingue della scienza, soprattutto in ambito fisico-matematico. Il latino sopravviveva giusto per le cosiddette scienze naturali (botanica e zoologia in particolare).

Qualcuno sostiene che il latino può aiutare a imparare il tedesco.
Qui Gioele non può rispondere (a parte giustamente dire che il tedesco puoi benissimo studiarlo anche senza latino), ma io sì, avendolo studiato.
Vero, il tedesco ha i casi e il genere neutro come il latino, ma a livello grammaticale - anche se può sembrare paradossale - è più legato al greco antico che al latino.

Il problema vero in Italia è che le materie scientifiche non vengono considerate cultura, ma qualcosa di meccanico per poter costruire cose materiali (maledetta eredità di Croce e Gentile).
In realtà il problema c'è anche qui in Germania, ma è moderato dal fatto che qui non c'è mai stato un Benedetto Croce che ha monopolizzato la cultura, o meglio ha monopolizzato la definizione di cultura.

Vorrei concludere con l'appello di Gioele al realismo.
La politica (che decide quali materie studiare e per quante ore nelle varie scuole) è fatta principalmente da persone di estrazione classica (e il ministero dell'istruzione, guarda caso, in maniera particolarmente estrema anche nella sua parte "tecnica" e non solo in quella politica). Il realismo che Gioele vorrebbe non possiamo trovarlo lì.

E ora i bicchieri che lui si aspettava di ricevere in faccia arriveranno anche a me.

Scusate il pippone.

Saluti,

Mauro.

giovedì 20 giugno 2019

I misteri del tedesco 17 - Sorelle, fratelli e malati

Un tweet di qualche tempo fa (24 marzo scorso) dello Spectator Index mi ha dato lo spunto per questo articolo.
Lo Spectator Index si chiedeva come si traducesse l'inglese nurse in altre lingue europee.

Intanto nurse da dove viene?
Attraverso diversi passaggi dal latino nutrix, che non serve che vi traduca, vero?

Nelle lingue neolatine si usa infermiera, derivante, come il corrispettivo maschile, da infermo (infirmière in francese, enfermera in spagnolo, enfermeira in portoghese).

Ma noi qui siamo interessati al tedesco.
E come si dice in tedesco?
In tedesco si dice Krankenschwester, che tradotto letteralmente significa sorella dei malati.
Può sembrare una definizione strana, ma in realtà l'origine è chiara e viene dai tempi in cui a occuparsi dei malati erano le religiose e i religiosi nei lazzaretti e... suora=sorella.
Fin qui tutto logico, anche se può sembrare anacronistico oggi il riferimento all'origine religiosa della professione (assente nelle altre lingue citate sopra).
La cosa strana viene quando passiamo al termine maschile per detta professione.

Nelle altre lingue tutto normale, si cambia genere (in inglese neanche quello) e via: (male) nurse, infermiere, infirmier, enfermero, enfermeiro.
Quindi uno potrebbe pensare (e quando col tedesco ero ancora un principiante lo pensai anch'io e feci una gaffe) che si faccia lo stesso in tedesco e si dica Krankenbruder (fratello dei malati... anche qui avrebbe origine religiosa: frate=fratello).

Sbagliato.
In tedesco infermiere si dice Krankenpfleger.
Pfleger da solo indica chiunque si prenda cura di malati, invalidi, anziani non necessariamente a livello infermieristico, Krankenpfleger come parola composta invece indica esattamente il nostro infermiere.

La cosa strana e che è difficile da spiegare è come Krankenbruder non si sia mai affermato, pur essendoci una lunga tradizione di frati e religiosi di sesso maschile nella cura dei malati e come altrettanto non si sia affermata nei tempi recenti Krankenpflegerin (Pflegerin è il femminile di Pfleger) per infermiera, pur essendo le suore sempre meno nella professione (anzi nella maggioranza degli ospedali sono oggi proprio assenti).

Nelle altre lingue germaniche (olandese, svedese, danese, norvegese) l'etimologia e l'ortografia sono parallele a quelle tedesche, ma non vi è questa asimmetria maschile-femminile, che rimane quindi esclusiva tipica (almeno in Europa occidentale) del tedesco.

Saluti,

Mauro.

domenica 26 gennaio 2014

Porcellus Italicus

Sì, Porcellus Italicus è scritto con le s e non le m in fondo... visto che qui si tratta di nominativo e non di accusativo (e il latino ha sue regole ben precise, anche se l'informazione e i politici credono che tutto in latino finisca con le m, indipendetemente da generi e casi).

E sì, Porcellus Italicus è anche scritto senza congiunzione "e" in mezzo, visto che se il costrutto di Calderoli era una legge incostituzionale, a maggior ragione la sarà quello di Renzusconi, visto che ne riprende tutti i lati bocciati dalla Corte Costituzionale.

Io qui non voglio entrare nel giudizio politico delle varie proposte (a me non piacciono proprio per niente, e la nuova proposta meno ancora della vecchia legge, ma quanto sto scrivendo varrebbe anche se le considerassi ottime leggi di mio gusto).

Forse sono scemo io, quindi per favore illuminatemi: la Corte Costituzionale ha sostanzialmente cassato il Porcellum (qui la m ci va, visto che la parola è usata come complemento oggetto e non come soggetto, quindi accusativo e non nominativo) per due motivi.
1) Liste bloccate;
2) Premio di maggioranza.

E la proposta di Renzusconi (oltre allo svilimento del Senato) si basa su due punti:
1) Liste bloccate;
2) Premio di maggioranza.

Delle due l'una, o Berlusconi senior brianzolo e Berlusconi junior fiorentino hanno perso anche quella piccolissima briciola di decenza che ancora possedevano oppure sono due emeriti analfabeti e non hanno capito nulla di quello che ha scritto la Consulta.

Io temo valgano entrambe le cose.

Saluti,

Mauro.