In singoli casi la distinzione può aver anche senso, ma se guardiamo al fenomeno complessivo no. Proprio non ha senso.
Vediamoli.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
Ovviamente parlo di chi nega il Covid, di chi nega il virus.
Le misure che i singoli stati prendono per combattere o almeno limitare la pandemia sono chiaramente contestabili, è lecito avere idee diverse, fino a che queste non vengono usate per diffamare chi la pensa diversamente.
La cosa è palese, non dovrebbe neanche servire sottolinearla.
Le misure si possono contestare. Possono ovviamente essere considerate giuste o sbagliate, esagerate o insufficienti.
Ognuno ha il diritto di giudicarle (ma la loro legalità o meno deve essere logicamente valutata dalle istituzioni preposte, non dal profano cittadino).
L'esistenza del virus invece non si può contestare.
Ma non è che non si può perché io salgo sul pulpito e dico che non si può.
Non si può perché esistono i numeri.
La "mortalità in eccesso" del 2020 e del 2021 dice tutto! Se non è il virus, allora cos'è? Se tu mi dici che il virus non esiste oppure che è al massimo una normale influenza, allora devi fornirmi una spiegazione - verificabile! - dell'eccesso di mortalità di questi due anni.
O me la fornisci o taci.
Punto.
Non serve essere grandi scienziati per capirlo!
È banale logica!
Anzi, neanche logica... basta un minimo di buon senso per capirlo!
E ovviamente neanche i vaccini sono contestabili, anche se voi beline lo fate!
Guardatevi i numeri, quelli veri, non quelli inventati.
La mortalità tra vaccinati e tra non vaccinati. Le ospedalizzazioni, i ricoveri in TI.
I numeri sono pubblici! Sono disponibili a tutti!
E quando non avete più argomenti e mi tirate fuori il modo in cui il virus è nato (cosa su cui io so poco, ma voi ancora meno, credetemi) e come ha cominciato a diffondersi... bene, quella è la dimostrazione che non avete argomenti e volete cambiare discorso.
Perché il come è nato il virus è interessante da un punto di vista scientifico (e magari anche politico), ma non è importante sanitariamente! Non è importante per combatterlo.
Per combatterlo è importante conoscerlo da un punto di vista medico/chimico ed epidemiologico, cioè sapere come è fatto e come si diffonde. Il come è nato è in questo senso un deviare il discorso da ciò che attualmente è veramente importante.
Per questo io non riesco proprio a capire chi nega.
Quanto scritto sopra sono banali realtà, basta riflettere un attimo per capirle, non serve essere scienziati!
Capisco (ovviamente, da cinico qual sono) i politici, i commercianti e soprattutto gli speculatori che approfittano del negazionismo (fanno i loro interessi, non quelli della comunità), che aizzano certe persone.
Ma non capisco il cittadino che nega. Non lo capisco più. Non merita di essere capito!
Potevo forse capirlo (anche se di certo non approvarlo) all'inizio della pandemia, non ora!
Eppure i negazionisti erano allora (quando un minimo di giustificazione poteva esistere) meno di oggi.
Ve ne rendete conto dell'assurdità della cosa?
E questo purtroppo vale ovunque.
Io, per ovvie ragioni posso parlare con cognizione di causa di Italia e Germania, ma non mi sembra che altrove sia diverso.
Saluti,
Mauro.
E siamo arrivati all'ultimo atto degli Europei di calcio del 2020, anche se giocati nel 2021, perché nel 2020 il calciatore più forte è stato il virus, non Cristiano Ronaldo, Harry Kane, Kylian Mbappé, Sergio Busquets, Jorginho o qualche inaspettato sconosciuto.
E questo ultimo atto se lo giocheranno Italia e Inghilterra.
Che storia hanno le sfide tra Italia e Inghilterra?
Certo, se chiedete a un italiano quali sono gli avversari storici dell'Italia le risposte che avrete saranno (in ordine di citazione) Germania, Francia e Brasile (o Germania, Brasile e Francia). I ragazzini che conoscono solo il calcio degli anni 2000 magari sostituiranno la Francia o il Brasile con la Spagna.
Ma credo che nessuno tirerà fuori l'Inghilterra.
(Per inciso: l'avversario storico vero è la Svizzera: l'Italia la ha incontrata 59 volte nella sua storia, la seconda avversaria più incontrata, la Francia, si ferma a 39 incontri... ovviamente amichevoli comprese, purché riconosciute da FIFA e UEFA).
Ma un paio di incontri tra Italia e Inghilterra ci sono comunque.
Nella storia Italia e Inghilterra si sono incontrate 27 volte (amichevoli comprese), con 10 vittorie italiane, 9 pareggi e 8 vittorie inglesi, quindi un bilancio tutto sommato abbastanza equilibrato.
A me interessano però solo gli incontri disputati in tornei UEFA/FIFA o in qualificazioni per gli stessi, quindi le cosiddette partite ufficiali, non le amichevoli (per quanto riconosciute da UEFA e FIFA).
Però onestamente va detto che in realtà la storia di Inghilterra-Italia è fatta soprattutto da due amichevoli.
La battaglia di Highbury del 1934, vinta dagli inglesi 3-2, e la "vendetta" del 1973 con vittoria italiana a Wembley per 1-0.
Ma, come detto, non mi interessano le amichevoli.
Torniamo al punto e vediamo cosa è successo quando Italia e Inghilterra si sono incontrate in tornei UEFA o FIFA o nelle qualificazioni agli stessi.
Premessa: il primo incontro non amichevole tra Italia e Inghilterra è solo del 1976.
Prima della seconda guerra mondiale (e per qualche anno anche dopo) l'Inghilterra si rifiutò per snobismo di partecipare ai tornei UEFA/FIFA e poi le casualità dei sorteggi tennero le due squadre lontane fino appunto al 1976.
Ecco la lista degli incontri (sì, ve la ho fatta penare con tutte le chiacchiere di cui sopra, lo so).
17.11.1976, Roma, qualificazioni per i mondiali del 1978, Italia-Inghilterra 2-0.
16.11.1977, Londra, qualificazioni per i mondiali del 1978, Inghilterra-Italia 2-0.
15.06.1980, Torino, campionati europei, fase a gironi, Italia-Inghilterra 1-0.
07.07.1990, Bari, coppa del mondo, finale per il terzo posto, Italia-Inghilterra 2-1.
12.02.1997, Londra, qualificazioni per i mondiali del 1998, Inghilterra-Italia 0-1.
11.10.1997, Roma, qualificazioni per i mondiali del 1998, Italia-Inghilterra 0-0.
24.06.2012, Kiev, campionati europei, quarti di finale, Italia-Inghilterra 0-0 (l'Italia vinse poi ai rigori).
14.06.2014, Manaus, coppa del mondo, fase a gironi, Italia-Inghilterra 2-1.
Insomma, nessun incontro "mitico" tra le due squadre in tornei UEFA/FIFA.
Il "mito" di Italia-Inghilterra è costruito alla fine, come detto sopra, solo da due amichevoli (per noi, gli inglesi ricordano solo quella del 1934, visto che quella del 1973 la hanno persa 😉).
Non esiste una vera e propria rivalità come con le altre nazionali citate prima.
Quello di domenica prossima, 11 luglio 2021, sarà il primo incontro tra le due nazionali con un vero e pesante significato, il primo che metta veramente in palio qualcosa (o che permetta di aspirare a qualcosa, come potrebbe essere una semifinale... ma anche talvolta un ottavo o un quarto di finale se giocato in maniera epica, come non successe da nessuna delle due parti nel 2012), che non sia solo di qualificazione, simbolico come un'amichevole o di consolazione come una finale per il terzo posto.
Saluti,
Mauro.
Oggi l'amico Andrea Borsoi su Twitter mi ha fatto conoscere questo articolo pubblicato dall'edizione italiana dell'Huffington Post.
Articolo da rabbrividire.
Da un punto di vista della metodologia scientifica un obbrobrio.
Sì, lo so, l'Huffington Post non è una rivista scientifica, ma l'articolo riporta le parole di Mario Clerici, docente di patologia generale alla Statale di Milano. E Clerici parla di uno studio che lui avrebbe condotto e pubblicato in preprint insieme a un gruppo di studio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
(Per fortuna che per ora è solo un preprint. Speriamo che tale rimanga).
Lasciamo perdere il titolo sensazionalistico dell'Huffington Post perché sappiamo benissimo che i titolisti generalmente non sanno nulla degli articoli che titolano e il loro compito è solo acchiappare click.
Partiamo con l'incipit dell'articolo.
Abbiamo dimostrato che raggi Uva e Uvb del sole nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2.
Intanto si dà per scontato che tutti sappiano cosa siano i raggi Uva e Uvb, che oltretutto in corretta notazione scientifica andrebbero scritti UVA e UVB.
E no. Non potete pretendere che il lettore medio lo sappia. Non tutti hanno fatto il liceo o scuole tecniche che prevedano lo studio di dette tecnologie.
I raggi UVA e UVB sono i raggi ultravioletti di tipo A e di tipo B, cioè a onde lunghe (A) o medie (B).
Oltretutto va detto che non avete dimostrato nulla: che i raggi ultravioletti di determinata intensità uccidano i virus, o almeno molti virus, è cosa nota.
E sul Sars-Cov-2 erano già stati fatti studi al proposito, infatti i raggi ultravioletti sono già usati per la sanificazione.
Passiamo al punto successivo.
Questo studio - spiega Clerici all’Adnkronos Salute - è essenzialmente il seguito di un precedente lavoro che avevamo fatto l’anno scorso quando avevamo visto che i raggi Uvc che sono una componente dei raggi solari che però non arriva sulla terra, uccidevano il Sars-Cov-2 dopo un’esposizione di pochi secondi.
Anche qui: cosa sono i raggi Uvc (che andrebbero correttamente scritti come UVC)? Sono i raggi ultravioletti a onde corte.
Giustamente Clerici dice che non arrivano sulla Terra... quindi: se fai ricerca di base è interessantissimo, se invece cerchi esplicitamente una soluzione al problema Sars-Cov-2 stai perdendo solo tempo, dato che lo sai già da decenni che non arrivano sulla Terra (e poi, come detto sopra, tutto questo studio è comunque una perdita di tempo).
Andiamo oltre.
Adesso, abbiamo visto che anche gli Uva e Uvb che sono i raggi che arrivano sulla terra, ci abbronzano e ci riscaldano, nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2. Dunque - sottolinea - abbiamo esattamente replicato i dati sugli Uvc però dimostrando questa volta che tutti i raggi solari distruggono il virus. E fra l’altro - aggiunge l’immunologo - il tempo necessario, quando per esempio si è in spiaggia con il sole che viene amplificato dal riverbero sulla sabbia o sull’acqua, è ancora più breve. Quindi in spiaggia - afferma Clerici - bastano veramente 10-20 secondi di Uva e Uvb per uccidere completamente il virus.
E qui viene spontanea una domanda (retorica, ovviamente).
I raggi UV sulla spiaggia ti arrivano sulla pelle.
Siamo sicuri che sia la pelle il vero pericolo? Che sia tramite la pelle che ci ammaliamo di Covid e tramite la pelle che provochiamo il grosso del contagio?
Sarebbe il caso di farsi qualche domanda veramente di base, quasi infantile, prima di procedere con ricerche che, ovviamente, costano anche soldi.
E poi Clerici è un medico: dovrebbe sapere che i raggi UV sono cancerogeni. Mi vuole salvare dal Covid per accopparmi col melanoma?
Sorvolo sulle spiegazioni che dà Clerici dei fallimenti indiano e brasiliano nonostante il clima perché, pur dicendo cose in sé non contestabili, le usa per nascondere l'inconsistenza delle sue tesi: anche se lui avesse ragione sui raggi ultravioletti Brasile e India avrebbero comunque avuto un casino, magari non così grosso come quello poi effettivamente verificatosi, ma sempre casino. Soprattutto questo vale per il Brasile, nonostante Bolsonaro.
Passiamo alla successiva affermazione di Clerici.
Si vede proprio in una visualizzazione - dice l’immunologo - l’effetto dei raggi solari sul virus: se non lo esponi ai raggi solari il virus infetta le cellule, se lo esponi ai raggi solari lo uccidi.
Sì, vero, già detto da molti (e da ben prima che se ne accorgesse Clerici).
Il problema è: sei proprio sicuro di esporre il virus ai raggi solari andando a spaparanzarti sulla spiaggia?
Sicuro sicuro?
L'Huffington Post ha poi un'idea geniale!
Una scoperta che potrebbe avere eccellenti applicazioni nella vita di tutti i giorni per sterilizzare oggetti e ambienti dal virus.
Si fa già, si fa già.
Sveglia!
Poi Clerici scaglia la bomba!
I dati dell’anno scorso erano importanti perché hanno portato allo sviluppo di dispositivi che svolgevano proprio questa funzione ma i raggi Uvc - ricorda lo scienziato - sono pericolosi per la cute umana, quindi non si poteva stare nella stessa stanza dove venivano applicati. I raggi Uvb invece no, sono i raggi che ci toccano normalmente quando usciamo al sole,
No, Clerici, tutti i raggi UV sono pericolosi, non solo i raggi UVC.
Certo, i raggi UVB e UVA lo sono meno degli UVC, ma lo sono anche loro. E anche se non sei oncologo, da medico dovresti saperlo.
Oltretutto quando esci al sole, a meno di non andare sulla spiaggia con lo scopo esplicito di prendere il sole, sei vestito, sei in movimento (il che provoca aerazione che mitiga l'effetto), magari passi anche all'ombra oppure il cielo è parzialmente coperto.
Qui comincia a essere evidente che Clerici di metodologia scientifica poco o nulla sa.
Con la frase seguente a me sono cascate le braccia...
Insomma se mettessimo delle normali lampade solari negli autobus potremmo risolvere un problema? “Sì. A parte il fatto che ne usciremo tutti più abbronzati e più belli, quello che suggeriscono questi dati è proprio questo”.
Tutti più abbronzati e più belli! Ma ve ne rendete conto?
E poi, come vedrete dopo, no i dati non suggeriscono quanto sostieni.
Infatti, veniamo a come è stato materialmente condotto l'esperimento.
Gli astrofisici hanno collegato una macchinetta che produce i diversi raggi solari in maniera distinta, quindi solo gli Uva o gli Uvb o gli Uvc piuttosto che gli ultravioletti - spiega Clerici - poi abbiamo messo la macchinetta sotto una cappa, abbiamo preso le cellule polmonari e abbiamo buttato sopra il virus.
Credo che voi miei quattro lettori abbiate già capito il punto.
Qui è stato esposto ai raggi UV del tessuto polmonare con virus.
Se vai sulla spiaggia o ti fai una lampada solare esponi il tessuto polmonare ai raggi UV? NO!
I raggi UV uccidono il virus sulle superfici!
Non ti uccidono quello che hai dentro, nei tessuti polmonari, nella trachea, ecc. Lì i raggi UV non ci arrivano! A meno di non avere intensità tali da uccidere anche te insieme al virus.
E non ti rendono neanche meno contagioso: è il tuo respiro a trasportare il contagio, non la tua pelle.
Ah, quasi dimenticavo: cosa significa solo gli Uva o gli Uvb o gli Uvc piuttosto che gli ultravioletti? UVA, UVB e UVC non sono ultravioletti?
E questo sarebbe uno scienziato?
Dov'è il metodo scientifico?
Dov'è la corretta progettazione degli esperimenti?
Saluti,
Mauro.
Vorrei parlare un attimo dei cosiddetti negazionisti.
Ci sono quelli che negano la pericolosità o addirittura l'esistenza del virus. Ecco, con questi, se mi offrissero una spiegazione scientificamente discutibile dell'eccesso di mortalità del 2020/2021, potrei anche parlarci.Da quando è cominciata la pandemia uno dei parametri di cui si parla di più è il numero di riproduzione (spesso citato come tasso di contagio o di riproducibilità): R0 se ci riferiamo a quello di base, Rt se ci riferiamo a quello netto nel tempo.
Siamo però sicuri di aver capito veramente cos'è e quanto è importante (o meno)?
Partiamo dalla definizione.
R0: In epidemiologia indica la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva non controllata (e quindi soprattutto la trasmissibilità iniziale, prima che vengano prese misure per combatterla). Detto altrimenti, il numero di nuovi casi sintomatici prodotti a partire da un singolo caso.
Rt: Concettualmente vale quanto scritto per R0, ma calcolato al tempo t, non all'inizio, quindi tenendo anche conto delle misure prese per combattere l'epidemia ed eventuali variazioni casuali, naturali della stessa.
Il tutto lo trovate spiegato bene qui su Wikipedia.
Ora, il problema è se questo parametro basta come base per le decisioni. Avete sentito/letto tutti le polemiche degli ultimi mesi riguardo all'uso di questo parametro per decidere aperture e chiusure.Tre cose saltano subito all'occhio:
1) L'andamento delle curve è analogo, ma non identico;
2) I picchi - sia positivi che negativi - sono più estremi nel calcolo giorno per giorno;
3) I picchi dell'Rt ricalcolato a posteriori "anticipano" quelli dell'Rt giornaliero.
Se ci riflettete bene sono fatti in realtà prevedibili, logici.
1) I dati su cui Rt viene calcolato giorno per giorno sono incompleti, sono meno numerosi di quelli a disposizione a posteriori, ma se sono distribuiti in maniera abbastanza omogenea sul territorio è normale che si abbiano andamenti analoghi come tendenze;
2) Se calcoliamo una curva con pochi dati a disposizione e poi la ricalcoliamo con più dati a disposizione (e vale per ogni situazione, non solo per Rt) è logico che eventuali outliers sia positivi che negativi nella prima curva peseranno di più, nella seconda invece verranno moderati dalla "massa" di dati;
3) Il calcolo dell'Rt quotidiano lo riferiamo - a seconda dei metodi - a oggi o a ieri, ma i dati non raramente sono di un paio di giorni prima, quando però ricalcoliamo Rt a posteriori cerchiamo per quanto possibile di riferire i dati al giorno preciso a cui si riferiscono... e quindi molti verranno spostati all'indietro nel tempo, e la curva con loro.
Saluti,
Mauro.
Vorrei fare qualche considerazione personale sui problemi, veri o presunti che siano, del vaccino AstraZeneca.
Per il momento facciamo finta che ci sia almeno in alcuni casi veramente un rapporto di causa-effetto (anche se le autopsie già effettuate sembrano escluderlo).
Come in tutti i paesi, anche qui in Germania le associazioni di categoria del commercio e del turismo si sono sempre lamentate delle chiusure causa Covid, però devo dire che l'offensiva lanciata da queste negli ultimi giorni non ha precedenti.
Ora, è chiaro che il commercio e il turismo sono i settori che stanno soffrendo di più, però è anche vero che, almeno qui in Germania, i cosiddetti ristori sono corposi (anche se tanti si lamentano che arrivano con enormi ritardi - sia l'accettazione della tua richiesta di ristoro che il ristoro stesso).
Ma non è dei ristori che vi voglio parlare.
Quello di cui vi voglio parlare sono le pecche di logica nei ragionamenti dei rappresentanti di queste associazioni, pecche che al comune cittadino magari sfuggono e lo ingannano, portandolo a dar ragione a chi pecca in logica.
Prendiamo per esempio la presidente dell'associazione degli albergatori e ristoratori bavaresi (DEHOGA Bayern), Angela Inselkammer.
Oggi in radio ho sentito una sua dichiarazione in cui diceva che si può riaprire, anche se non completamente, perché le aperture dei negozi di prima necessità (alimentari, farmacie, ecc.) hanno dimostrato che queste non provocano focolai.
Ma belin, sei scema?
Nei negozi di prima necessità ci vai, appunto, per necessità. Non ti ci fermi come in un ristorante o in una birreria, non ci giri a lungo per vedere le novità come in una libreria o in un negozio d'abbigliamento.
Neanche prima della pandemia lo facevi!
Come fai a non notare la differenza?
Poi sempre in radio ho sentito un albergatore-ristoratore di Norimberga, Bernhard Steichele (dell'Hotel Ristorante "Das Steichele", che posso solo consigliare per quando la pandemia sarà finita, per inciso), che ha detto una cosa apparentemente logica, ma comunque ingannevole...
Lui ha detto che il problema più grosso è il lockdown "a fette", con continui prolungamenti. Preferirebbe piuttosto un lockdown lungo ma certo, in maniera da poter programmare.
Da un lato ha ovviamente ragione, il non poter programmare è un ulteriore fattore di incertezza.
Ma dall'altro lato se il governo facesse una cosa del genere (oltre a vedersi inasprire le prevedibili proteste dei negazionisti e non solo), significherebbe che il governo già sa con buona certezza come andranno i numeri (anche delle nuove varianti, anche di quelle non ancora scoperte) tra due, quattro o otto settimane.
Non credo che neanche il migliore dei governi usando i migliori scienziati come consulenti possa saperlo.
Non riesco a immaginarmi Angela Merkel o i suoi colleghi degli altri paesi con la sfera di cristallo di Amelia, la strega che ammalia.
I governi devono sì cercare di guidare i numeri, ma purtroppo devono reagire di volta in volta ai loro cambiamenti, sia in meglio che in peggio. Senza isterie, ma senza ignorarli.
Saluti,
Mauro.
Sfruttiamo il Covid19 per fare un ripassino di matematica.
I servizi segreti hanno dichiarato che il numero reale dei contagi è il 50% in più di quello ufficiale (perché si ascoltino loro e non tutti gli altri che lo hanno detto prima è un mistero, ma non è importante per questo articolo).
Cosa significa questo?
Che per ogni 100 contagiati ufficiali, ce ne sono 150 reali.
E fin qua penso che il concetto sia facile e comprensibile per tutti.
Ma dopo la dichiarazione dei servizi mi è capitato di leggere tweet (e immagino che sugli altri social network non sia stato diverso) che dicevano che quindi i dati ufficiali erano sottostimati del 50%.
No!
Sbagliato!
Sono sottostimati del 33%!
Vedo che qualcuno comincia a storcere il naso... o è 33% o è 50%.
Non proprio. Seguitemi.
Ripartiamo dall'affermazione dei servizi.
Ho 100 casi ufficiali.
Il 50% di 100 è 50, quindi i casi totali sono 100+50=150.
Tutto semplice. Come avevamo comunque già visto prima.
Ma qui non ho calcolato la sottostima.
Ho calcolato il dato reale (dando per buona l'affermazione dei servizi) a partire da quello ufficiale (alias stimato).
Ma per calcolare la sottostima la strada da seguire è il calcolo inverso.
Io sottostimo il dato reale... quindi è dal dato reale che devo partire!
Quindi dai 150 casi reali.
Ora, se i casi ufficiali sono 100, significa che sottostimo il dato reale di 50 casi (50 casi, non 50%!).
Quindi parto da 150 e sottostimo di 50.
Ma 50 è il 33% di 150... quindi se sottostimo di 50 casi, sottostimo del 33%, non del 50%.
Se sottostimassi del 50%... avrei 75 casi in meno, visto che il 50% di 150 è 75 (e avrei quindi 75 casi ufficiali, non 100, visto che 150-75=75).
I numeri assoluti sono, ovviamente, uguali da qualunque parte si guardi la cosa.
Sono i numeri relativi, cioè le percentuali, a cambiare.
Perché... le cose relative dipendono ovviamente dal punto di partenza, quelle assolute altrettanto ovviamente no 😉
È semplice matematica.
Saluti,
Mauro.
Qualche tempo fa stavo riflettendo sugli effetti della pandemia.
No, non quelli medici, ma quelli sociali (anche se onestamente e ovviamente le due cose sono legate).
Durante la prima ondata si pensava, si sperava che ne saremmo usciti migliori. Soprattutto si diceva (al di là di quel che si pensasse).
Io non ci ho mai veramente creduto, ma lo speravo.
Però, prima di andare avanti, cerchiamo di capire cosa significa "migliori" in questo contesto.
La maggioranza di voi risponderebbe: più solidali, più attenti agli altri, più disponibili. Tutte cose belle, giuste e auspicabili, vero. E anche necessarie. Ma comunque solo pannicelli caldi, nel contesto in cui ci troviamo.
Il vero "migliori" sarebbe stato uscire dalla prima ondata più razionali, più legati ai fatti e meno alle emozioni, più capaci di valutare non solo sul giorno dopo ma più in là, più capaci di separare il grano dal loglio, più capaci di valutare gli effetti delle nostre azioni (o non azioni).
Senza questo, solidarietà e altruismo sono solo toppe.
E come ne siamo usciti invece alla fine dalla prima ondata?
Male, nonostante le apparenze, nonostante i cori dai balconi, nonostante gli applausi al personale sanitario... appena si sono allentate le chiusure... liberi tutti! Tutto è permesso! Esisto solo io! Libertà, libertà, quaquaraquaquà!
Ne siamo usciti peggiori.
Prima che mi fraintendiate: non sto parlando solo dell'Italia, ma anche dell'Italia.
Quello che sto dicendo vale per tutta Europa (probabilmente per tutto il mondo, ma dell'Europa ne ho le prove, del resto del mondo no).
E la seconda ondata ce lo ha dimostrato.
Ondata che forse potevamo evitare ma di sicuro potevamo rendere molto più moderata.
Ma a parte questo (mi scusino i parenti delle vittime per l'apparente cinismo) la cosa più grave è un'altra, non il non aver evitato la seconda ondata.
La cosa più grave è che con la seconda ondata la razionalità è diminuita, la credenza nelle fake news è aumentata, il pensare egoistico è esploso e il complottismo pure.
Avevamo l'occasione di fare - grazie a una tragedia, purtroppo - un enorme passo avanti nell'evoluzione sociale.
Lo abbiamo fatto indietro.
E sto accusando esplicitamente noi singoli cittadini, non i governi.
I governi di stronzate ne hanno fatte, ma nessun governo (almeno qui in Europa) ha proibito ai cittadini di ragionare, di usare il buon senso.
Anzi, le misure più corrette decise dai governi sono spesso state le più contestate.
OK.
Lo ho detto.
Mi sono sfogato.
Ora sono pronto alla shitstorm.
Scatenatevi pure.