Generalmente la stampa quando riporta la cronaca di un reato specifica la nazionalità del colpevole (o presunto tale) solo se straniero, non se italiano (lo stesso capita qui in Germania, logicamente sostituendo "italiano" con "tedesco").
La domanda è: perché si specifica la nazionalità del criminale o presunto tale solo se straniero?
Molti vedono in questo fatto una sorta di razzismo non esplicito, come voler sottintendere "Vedete che se fossimo solo italiani (o tedeschi) le cose andrebbero meglio?".
Io non sono d'accordo.
Il razzismo è purtroppo vivo e presente nella nostra società, ma io non lo vedo in questo atteggiamento della stampa.
In questo atteggiamento vedo qualcosa di molto più semplice: il fornire dati relativi a una notizia.
E perché allora non specificare quando l'autore del reato è italiano (o tedesco)?
Sinceramente mi stupisce che molti se lo chiedano.
La spiegazione è in realtà a mio parere semplice.
Dato che in grande maggioranza le persone presenti sul territorio italiano sono italiane (e in grande maggioranza quelle presenti sul territorio tedesco sono tedesche), si dà giustamente per scontato che quando succede qualcosa (anche in positivo, non solo in negativo) le persone coinvolte siano italiane (o tedesche in Germania), non serve specificarlo.
Mentre quando le persone coinvolte sono straniere, se non lo si specifica manca un'informazione, è come se fossero tutte italiane (o tedesche in Germania).
Ora si può discutere se detta informazione sia essenziale, se aggiunga qualcosa alla notizia. Su questo ci sono pareri discordanti (io personalmente direi che dipende dal contesto dell'avvenimento, ma è solo la mia opinione).
Ma il razzismo - almeno in questo caso - non c'entra nulla (e quando c'è razzismo lo si capisce dal tono dell'articolo, non certo dallo specificare o meno la nazionalità).
Saluti,
Mauro.
Volto di Vergine Sotto le Murette
1 giorno fa
Il brutto con la stampa nostrana non è che omettano la nazionalità con un italiano (o un tedesco) dandola per scontata; ci può stare. Il brutto è che se il criminale è del posto a malapena parlano del crimine, mentre con un criminale straniero citano nome, cognome, sesso, età, fede religiosa, idee politiche, numero di scarpe, quello che aveva mangiato per colazione, e tutta la storia dei suoi antenati fino a quaranta generazioni prima. Ecco dove sta il razzismo: se sono italiani (o tedeschi), zitti tutti, insabbiare, passare la notiziola così tanto nessuno la legge; se sono di fuori, via, sputtanarli fin nei minimi dettagli, andare pure a intervistare i loro parenti e conoscenti per scavare quella minima stronzata che hanno combinato da bambini per aggiungere ulteriore sputtanamento.
RispondiEliminaDisgusto totale. Un criminale è un criminale, a prescindere dalla nazionalità.
Intanto... sul criminale tedesco devi aver frainteso totalmente il mio articolo. Io parlo del criminale tedesco sulla stampa tedesca, non su quella italiana.
RispondiEliminaPer il resto confermi la mia tesi: il razzismo, quando c'è, sta nel corpo dell'articolo, nel testo, non nello specificare la nazionalità.
Mi sono espresso male: ovviamente intendevo parlare di criminali italiani riportati dalle testate italiane e di criminali tedeschi riportati dalle testate tedesche (che sono "nostrane" per chi vive in Germania, ovviamente). Mancava un pezzettino; chiedo scusa per il fraintendimento.
RispondiEliminaNessun problema. Basta chiarirsi.
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