Visualizzazione post con etichetta Pavlov. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pavlov. Mostra tutti i post

sabato 16 settembre 2017

Il balletto dei followers

Già tempo fa scrissi di comportamenti assurdi (se non idioti) dei frequentatori dei social networks.

Quanto osservai allora non è ovviamente tutto.
Ci sono anche altri comportamenti assurdi, tra cui quello che io chiamo il balletto dei followers.

In cosa consiste? Guardate il numero di coloro che vi seguono su Twitter, Facebook e compagnia cantante: questo numero andrà su e giù come fosse sull'altalena.
Perché?
Perché la gente non pensa, si comporta in maniera compulsiva e/o pavloviana.

Mi spiego meglio.
Scrivo un intervento che a te piace, interessa e subito fai follow alla Pavlov e decidi di seguirmi. Però prima non ti informi su cosa scrivo in generale, su quali temi e in quali modi. Io sono semplicemente quell'intervento e nient'altro.
Dopo un po' scrivo un intervento che non ti piace, non ti interessa e subito, da bravo pavloviano, decidi di non seguirmi più. Anche qui senza informarti (e senza ricordare l'intervento per cui avevi deciso di seguirmi). Io sono di nuovo solo quest'intervento e nient'altro (neanche l'intervento di prima).
E così il numero dei followers oscilla di giorno in giorno, se non di ora in ora, in una specie di balletto sismico (registrassi regolarmente il numero di coloro che mi seguono e lo riportassi su un grafico temporale sembrerebbe l'andamento di un sismografo).

Saluti,

Mauro.

domenica 14 maggio 2017

La Serracchiani e gli stupri

Tutti avete letto la dichiarazione della Serracchiani su stupri e profughi. Non serve che ve la ricordi.

Serve però che vi ricordi che stampa e politica hanno reagito come cani di Pavlov, non come persone intelligenti (sia coloro che la hanno attaccata, sia coloro che la hanno difesa).

Intanto chiariamo una cosa: quanto detto dalla Serracchiani non c'entra nulla col Diritto.
In tribunale non c'entra nulla da dove venga uno stupratore e quale status giuridico abbia nel paese. Conta il reato in sé e - per valutare eventuali attenuanti o aggravanti - al massimo le circostanze in cui è avvenuto e le motivazioni del gesto. Nulla di più.

Quindi le dichiarazioni della Serracchiani - giuste o sbagliate che siano - riguardano solo l'ambito morale del problema, non quello giuridico.

Cosa voleva dire la Serracchiani?
Che chi cerca accoglienza in Italia (o in qualsiasi altro paese) moralmente ha più ancora dovere di altri di comportarsi bene. Proprio per guadagnarsi questa accoglienza.
Può sembrare un'affermazione dura, ma tutto sommato è decisamente condivisibile.
Moralmente si intende, visto che - come già detto - giuridicamente conta il reato, non chi lo compie.

E allora dove sta il problema?
Il problema sta nel fatto che la Serracchiani (spero per stupidità e non per malafede) ha scelto come esempio un reato che - pur essendo in decrescita e non un'emergenza - viene usato, anzi abusato, dalla stampa e dai partiti per alimentare la paura nella popolazione.
I numeri per fortuna parlano un altro linguaggio... ma, si sa, i numeri in Italia sono poco amati.

E quindi la reazione è come quella dei cani di Pavlov. Automatica, non ragionata.
Se la Serracchiani avesse usato come esempio un altro reato, le reazioni da entrambe le parti sarebbero state molto più moderate.

Saluti,

Mauro.