giovedì 21 agosto 2025
Una proposta politica: l'obbligo (non vincolo) di mandato
mercoledì 20 agosto 2025
Il Taser è pericoloso
Lo scopo è provocare uno shock elettrico che immobilizzi la persona.
Il Taser in teoria viene calibrato in maniera da non provocare danni permanenti né tantomeno la morte.
Ma, appunto, in teoria. E non perché gli addetti alla calibrazione siano stronzi, assassini.
Il problema è che il voltaggio necessario per mettere ko una persona senza fare ulteriori danni è diverso da persona a persona anche per persone perfettamente sane e in buona forma fisica.
Dipende dal peso, da quanto sia grasso e quanto muscoli, da dove i dardi di preciso colpiscono, da quanto conduce l'abbigliamento che ha addosso, ecc. Se poi la persona è sudata o peggio proprio bagnata è anche peggio.
E, a parte questo, se invece la persona non è sana, in particolare se ha problemi cardiaci, le cose peggiorano ulteriormente.
E anche per i modelli che permettono all'utilizzatore di regolare il voltaggio c'è un problema.
L'agente che lo usa, anche se animato dalle migliori intenzioni, si trova generalmente in situazioni in cui deve agire il più alla svelta possibile (o addirittura reagire, il che limita ulteriormente il tempo a disposizione).
E poi come può sapere se la persona bersaglio ha per esempio problemi cardiaci o è molto sudata?
In pratica una roulette russa.
Confronto malposto: la pistola non è più letale, può essere più letale, ovviamante. Ma non necessariamente.
Il confronto è malposto per due ragioni.
La prima è che gli agenti addestrati all'uso della pistola vengono addestrati a mirare a parti del corpo (tipo spalle o gambe) che se colpite mettano "fuori uso" il bersaglio senza ucciderlo o provocare danni gravi. Lo sparo per uccidere è sempre solo l'extrema ratio.
La seconda è che con la pistola, sparando un colpo alla volta, puoi mirare meglio. Col Taser spari due dardi (gli elettrodi di cui sopra) contemporaneamente, per di più con traiettorie non parallele, per un motivo molto semplice: più distanti tra loro sono i due punti di impatto più efficace è l'effetto (si tratta di pura fisica, studio delle correnti elettriche).
Quindi non hai lo stesso controllo sui punti di impatto che hai con la pistola. Col Taser la mira purtroppo ha un significato più relativo.
mercoledì 11 giugno 2025
Riflessioni sballate
venerdì 18 aprile 2025
Trans-sport
Io non sono in grado di giudicare da un punto di vista giuridico la sentenza in quanto, al di là del non essere un giurista, non conosco a sufficienza la legge britannica per valutare.
Da un punto di vista biologico vi rimando a un lungo tweet di chi ne sa molto più di me (il bravissimo Ranieri Bizzarri).
Sì, da un punto di vista sportivo, ripartendo dalle Olimpiadi di Parigi dell'anno scorso.
Ricorderete tutti le polemiche relative alla partecipazione della pugile algerina Imane Khalif.
Ok, il suo "problema" era un altro, lei non è transgender, ma ai tempi come tale venne trattata (e qualcuno sostiene ancora che lo sia, ma vabbé).
Prima di andare avanti: è la mia opinione, non una definizione legale e/o scientifica. Quindi come tale prendetela e, se volete, commentatela.
Io non ho statistiche sottomano ma di sicuro la cosa è in parte dovuta al fatto che la transizione uomo->donna è più frequente della transizione donna->uomo.
Poi magari ci sono anche altre ragioni, non lo so.
Questo significa che un atleta transgender nato uomo e poi transito a donna sarà atleticamente svantaggiato rispetto a un atleta nato uomo e tale rimasto ma avvantaggiato rispetto a un'atleta nata donna e tale rimasta.
Quindi continuando a gareggiare tra gli uomini finirebbe (quasi) sempre ultimo e passando a gareggiare tra le donne finirebbe (quasi) sempre primo.
E nessuna delle due cose, siamo sinceri, apparirebbe molto sportiva.
E certi paesi diversamente democratici magari imporrebbero anche la transizione a qualche atleta per vincere più medaglie nello sport femminile (posso immaginare cosa farebbe oggi il sistema medico-sportivo della vecchia Germania Est se questa esistesse ancora).
Ecco, la mia opinione è prevedere nelle manifestazioni sportive (per lo meno in quelle di una certa importanza) tre e non due categorie.
Oggi ci sono le competizioni per uomini e quelle per donne.
Domani dovrebbero esserci le competizioni per uomini, quelle per donne e quelle per transgender.
A parte che anche lì i transgender partirebbero avvantaggiati, quindi torniamo al punto di partenza... gli sport paralimpici sono sport per persone con disabilità (che sia dovuta a malattia, genetica, incidente o che so io qui non conta). Gli atleti transgender sono invece persone normodotate, senza nessuna disabilità, quindi avvantaggiati o svantaggiati che siano, con quell'ambiente comunque non c'entrano.
martedì 28 gennaio 2025
Quiz scientifici in rete
Di ogni materia, ma principalmente matematici e scientifici.
In futuro aggiornerò questa lista con altri siti.
martedì 12 novembre 2024
Inflazione (e interessi composti)
L'ultimo dato (ottobre 2024) riporta il 2,7%.
L'inflazione annua a partire da quella mensile si calcola allo stesso modo degli interessi composti.
Dopo un mese, con l'inflazione al 2,7%, avrò un costo della vita pari a 102,7 (100x1,027).
Dopo due mesi però non avrò un costo della vita pari al 105,4, perché il nuovo 2,7% lo devo calcolare su 102,7 non su 100, così dopo due mesi il costo della vita sarà pari al 105,5 (102,7x1,027).
Cioè avrò avuto un'inflazione annua del 37,7%.
giovedì 7 novembre 2024
Sempre sulle percentuali, queste sconosciute
Ma una utente di Twitter/X ha voluto dire chi sceglierebbe per tinteggiare la sua parete e per farlo ha tirato in ballo le percentuali, come potete vedere da questo nostro successivo scambio:
Se parti dal tempo necessario al singolo imbianchino calcoli quanto in meno ci mettono in due (e in questo caso 40% sarebbe giusto).
Il concetto è esattamente lo stesso.
domenica 1 settembre 2024
Impara a leggere, prima di contestare
Qualche anno fa ho scritto un articolo per spiegare cosa significasse veramente il famoso e frainteso articolo 11 della Costituzione. Ora, io non sono un costituzionalista, ma la Costituzione la ho studiata bene. E ho letto molti costituzionalisti che la spiegano. Sia quelli che la considerano perfetta, sia quelli che vorrebbero cambiarne varie parti. Cosa significa questo? Molto semplice: che tutto quello che ho scritto è opinabile e contestabile, non essendo io un professionista del settore (ovvio, anche loro sono contestabili, ma un pochino meno di me), ma non è comunque scritto a vanvera (e credo che gli amici giuristi possano confermarlo). Il problema è che chi mi contesta (e su Twitter sono stati tanti nel corso di questi anni, visto che ho dovuto autocitarmi molte volte) non legge né tutto il mio articolo né (ed è molto peggio) tutto l'articolo 11 della Costituzione. Si ferma a cinque parole "L'Italia ripudia la guerra". E per lui queste cinque parole sono tutto l'articolo. No, bello mio, non sono tutto l'articolo. Se tu continui a ripetere a pappagallo solo queste parole, non puoi aspettarti che io accetti di dialogare con te (anche perché oltretutto generalmente tu non ascolti). Leggiti tutto l'articolo 11 della Costituzione, ma veramente TUTTO, poi riflettici e poi, se lo ritieni, contesta (argomentando!) il mio articolo. Se ripeti solo "L'Italia ripudia la guerra" come un disco rotto, io se sono di buon umore ti perculo e se di cattivo umore ti blocco.
Il problema è che in genere comunque succede quanto descrissi qui.
Saluti,
Mauro.
P.S.: Oggi abbiamo raggiunto il limite che uno per contestarmi non ha neanche aperto l'articolo di cui sopra, ma solo il mio profilo blogspot 🤦♂️
P.S.2: Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.
mercoledì 10 aprile 2024
Disinformare con notizie (forse) corrette
Sì, si può benissimo farlo.
E ce ne ha dato un bell'esempio oggi il quotidiano La Verità.
E infatti novax e destrorsi come gravissima la hanno presa.
Sbagliando.
Perché?
Vediamolo.
E leggiamo con attenzione le parole sottolineate in giallo: "il 20 per cento degli effetti avversi".
Bene, a leggere i commenti su X/Twitter è evidente che novax e destrorsi nella loro lettura hanno omesso le parole "degli effetti avversi" e quindi si sono fatti il film mentale del 20% dei vaccinati.
Oppure, come è molto più probabile, 1 su 1 milione o ancora di meno?
Cioè 2 casi ogni 10 milioni di vaccinati.
venerdì 11 agosto 2023
Pillole di fisica - Luce e suono nel vuoto
Come quasi sempre, provo ora qui a riproporre detto thread come testo unico, sperando sia più leggibile e chiaro.
La luce si trasmette sì in un mezzo, ma questo mezzo può anche essere il vuoto (che in sé sarebbe un non mezzo), perché è la luce stessa a essere un mezzo! È composta di particelle chiamate fotoni, che quindi possono esistere sia in un mezzo che nel vuoto.
Non esistono particelle di suono. Quello che noi percepiamo come suono sono solo le vibrazioni delle particelle del mezzo in cui il suono stesso si propaga.
Nel vuoto non ci sono particelle, quindi non c'è nulla che possa vibrare.
Quindi... niente suono.
mercoledì 9 agosto 2023
Un ragionamento sugli "extraprofitti"
Un ragionamento, appunto, sui famigerati extraprofitti.
Leggete tutto e poi ditemi dove sbaglio. Se sbaglio.
Profitti che vanno molto oltre i profitti "standard" del settore, per i quali non si può quindi parlare di normale andamento dei mercati.
E secondo certi governi (ma anche certe opposizioni e certi economisti, politicizzati o meno che siano) vanno tassati extra in quanto ingiusti.
Ed è questo il problema: cosa significa ingiusti?
Giustizia/ingiustizia è un concetto morale... in diritto (e la tassazione dovrebbe dipendere dal diritto) vale la legge, non la giustizia.
Non per niente nei tribunali c'è - correttamente - la scritta "La legge è uguale per tutti" e non "La giustizia è uguale per tutti".
Inciso chiuso.
Nel secondo caso, ovviamente, la tassazione non c'entra. Ciò che va applicato è una confisca o un sequestro (al di là delle eventuali responsabilità penali personali delle singole persone).
A noi quindi è il primo caso che interessa: gli "extraprofitti" legali.
La tassazione attuale (giusta o sbagliata, alta o bassa che la si consideri) è già su tutti i profitti, anche su quelli cosiddetti extra. Alti o bassi che siano.
Ci sono qui due "sottocasi" in base alla tassazione.
Ditemi dove sbaglio.
Ma ho poi aggiunto qualcosa oggi in un minithread successivo, che riporto qui sotto.
Ma siamo sicuri che questi ultimi siano sempre e solo vittime?
A me la cosa ricorda però tanto un'altra storia che riguardava le banche (nel mio racconto in particolare una banca, ma in realtà fu un fenomeno che riguardava molte banche e che, come prevedibile, finì nel nulla), cioè il vedere come vittime chi comprò azioni e/o obbligazioni di certe banche.
Leggetevi quanto scrissi qui allora, nel 2019.
1) Un testo di Mario Seminerio (alias Phastidio);
2) Un thread di Carlo Alberto Carnevale-Maffè.
lunedì 10 luglio 2023
Cosa sono i sorfanetti?
In un gruppo chiuso di Twitter ieri Anna ha raccontato che gliene hanno regalata una scatola e Marco mi ha sfidato a parlarne.
Ma cosa sono?
Prima di tutto: pseudomedicina. Fuffa.
E in secondo luogo: tradizione popolare ligure.
Quando ero bambino erano presenti negli armadietti delle medicine di ogni casa genovese o ligure. Oggi (per fortuna) non sono più così diffusi.
Ma in pratica, nel dettaglio, pseudomedicina o meno, che roba è?
Oggi voglio provare a spiegarvelo.
Tecnicamente sono dei bastoncini (o candelotti) di zolfo che vengono usati per curare il torcicollo e dolori simili.
L'utilizzo è molto semplice: si sfregano o si fanno rotolare sulla parte dolorante.
Dopo un po' lo zolfo emette un crepitio e poi spesso si spacca (la tradizione popolare dice che una volta spezzato il candelotto perda efficacia quindi le sue parti non vadano più riutilizzate).
Come detto sono pseudomedicina. Non ne è mai stata dimostrata l'efficacia al di là un possibile classico effetto placebo.
Ma secondo i cultori delle medicine cosiddette alternative, da dove verrebbe la loro efficacia?
La cosa bella è che non sono neanche d'accordo tra loro!
Ci sono diverse correnti di pensiero:
1) lo strofinamento stesso è salutare (ma nessuno spiega come/perché);
2) assorbirebbero l'elettricità statica prodotta presente in caso di dolori/lesioni muscolari;
3) la differenza di potenziale elettrico tra zolfo e fasci nervosi influirebbe sulla trasmissione del segnale nervoso;
4) assorbirebbe l'umidità (continua a essere credenza diffusa che i dolori muscolari/reumatici siano causati dall'umidità);
5) lo strofinamento produce calore, che allevia il dolore.
Esaminiamo queste ipotesi in maniera scientifica.
1) Se lo strofinamento in sè provoca beneficio, allora il materiale sarebbe secondario: perché proprio lo zolfo e solo lo zolfo?
2) Anche volendo credere che vi sia elettricità statica, questa non si assorbe. Al limite si elimina o devia (stile parafulmine).
3) Differenza di potenziale tra zolfo e fasci nervosi? OK, i nervi sono conduttori, ma qui siamo al ridicolo.
4) Lo zolfo è idrofobo. Come fa ad assorbire l'umidità?
5) Vedi 1). Allora andrebbe bene quasi ogni materiale.
Le tradizioni antiche sono una ricchezza culturale... ma non quando sono pseudomedicine che ci possono distogliere da cure serie o direttamente danneggiarci!
In questo caso i danni sono limitati (al limite uno si tiene il dolore un po' più a lungo del necessario), ma non sempre è così.
Usate la testa.
Non ascoltate i ciarlatani.
Comunque leggetevi questo articolo della Stampa del 2020!
Saluti,
Mauro.
Storia personale di Genoa-Fiorentina
Importante per me, non tanto per il mio Genoa (a parte l'essere l'esordio in serie A dopo un anno di Purgatorio).
A parte il mio Genoa ci sono alcune squadre che mi stanno simpatiche (in primis il Torino) e alcune che mi stanno antipatiche (in primis la Lazio). Ma la maggioranza delle squadre mi sta semplicemente indifferente.
E allora, direte voi?
Però...
L'ultima partita che vedemmo insieme al Ferraris fu un Genoa-Fiorentina.
E la prima partita che vidi al Ferraris dopo la sua morte (e vi garantisco che fu cosa casuale, non cercata) fu di nuovo un Genoa-Fiorentina.
domenica 2 luglio 2023
Incidenti (spesso omicidi) sul lavoro
271 direttamente sul lavoro e 87 in itinere (gli infortuni - mortali o no che siano - nel tragitto casa-lavoro sono per legge - salvo eccezioni - considerati infortuni sul lavoro).
Questi ultimi 87 sono nella maggioranza dei casi veri e propri incidenti.
Ma gli altri 271 (in 5 mesi, da gennaio a maggio, cioè 151 giorni: quasi due decessi al giorno!) sono spesso veri o propri omicidi. Magari "solo" colposi, ma comunque omicidi.
Perché le notizie sui giornali o in TV sono molto più brevi, quasi date con fastidio, quando si tratta di morti sul lavoro?
Nei link a questa presentazione dell'Osservatorio trovate tutti i report, grafici e altro materiale.
martedì 20 giugno 2023
Diritti e paure
E la cosa è in realtà lapalissiana: si riconoscono diritti a chi non ne ha (o non ne ha sufficienti), ma non si toglie nessun diritto a chi già li ha!
Chi invece, nonostante i proclami, non è sicuro di esserlo, ne ha paura. Si sente in pericolo. Ma non nei suoi diritti. Nella sua immagine di maschio.
Vero, Simone Pillon?
domenica 14 maggio 2023
La guerra e la diplomazia
Ieri su Twitter ho pubblicato un thread sulla diplomazia relativamente al conflitto in Ucraina.
Qui lo ripubblico come testo unico, correggendo gli errori di battitura e cercando di renderlo più leggibile.
Il mio è un ragionamento su quanto sta succedendo dietro le quinte relativamente al conflitto.
Lasciamo per un attimo da parte torti e ragioni e chi e perché si schiera da una parte o dall'altra e riflettiamo solo sulla richiesta di negoziati, di diplomazia al posto delle armi.
Ecco, chi fa questa richiesta non ha studiato la storia.
E no, non è che la storia insegna che la diplomazia non serva o che non debba intervenire.
Proprio per niente. Anzi esattamente l'opposto. La storia insegna che la diplomazia deve intervenire e che non deve aspettare che i combattimenti si fermino per farlo.
La storia (almeno dalla fine dell'epoca napoleonica) insegna che la diplomazia è sempre in moto.
Anche nelle fasi peggiori delle varie guerre le diplomazie hanno continuato a lavorare, a parlarsi, anche se spesso non direttamente, bensì per interposta persona.
Persino durante la seconda guerra mondiale! Persino durante le sue ultime settimane!
Pensate che persino Göring a Reich ormai quasi caduto provò la via della diplomazia. E i diplomatici alleati ascoltarono, non si tapparono le orecchie, anche se poi la cosa non portò a niente.
Che poi il lavoro della diplomazia porti frutti o meno, porti pace e giustizia o meno, beh, questo è ovviamente un altro punto.
La diplomazia può fallire.
La diplomazia può arrivare a risultati discutibili.
E anche quando ha successo non può accontentare tutti.
Ma non sta mai ferma, neanche durante le fasi peggiori dei peggiori conflitti.
È chiaro che in situazioni come quella ucraina i contendenti non possano parlarsi direttamente, neanche dietro le quinte.
Ma si sta lavorando per interposta persona.
Credete proprio che la NATO oltre che armi non mandi in giro anche diplomatici?
E poi lo vedete anche voi: persone come Guterres, Xi o Bergoglio - tra le altre - stanno lavorando (e no, non venitemi a dire cose come "ma stanno dalla parte sbagliata" o "ma fanno i loro interessi" o simili... sarà anche vero, ma stanno comunque cercando di fermare o almeno limitare il conflitto, anche se magari lo fanno male).
Insomma, chi chiede che intervenga la diplomazia... sta chiedendo quello che già sta succedendo. Fin dal primo giorno.
E che succede sempre, in ogni conflitto, almeno da dopo Napoleone.
Per questo dovrebbe (ri)studiare la storia.
Saluti,
Mauro.
venerdì 25 novembre 2022
Come il giornalismo fa le ricerche...
Mercoledì sera la giornalista Jeanne Perego ha pubblicato un tweet che ha provocato un piccolo putiferio:
Ora, si può essere d'accordo o meno con la terminologia usata da Jeanne Perego.
Io personalmente mi offenderei per il paragone se fossi una pescivendola, non se fossi Meloni, ma questo ora non conta, perché vi voglio parlare di giornalismo, non di altro.
E no, non mi riferisco a quella vergogna dell'Ordine dei Giornalisti che qui ha subito aperto un procedimento contro Perego ma permette a insultatori seriali e istigatori alla violenza (Travaglio, Sallusti e compagnia bella) di fare quel che cavolo vogliono.
Mi riferisco al quotidiano Secolo d'Italia, voce della destra parlamentare (e non solo) italiana da sempre (anche se ora solo online e non più in versione cartacea).
Ovviamente (e fin qui nulla di male) tale quotidiano è subito intervenuto a difesa di Giorgia Meloni, pubblicando un articolo contro Perego.
Ci sta, ognuno difende la propria parte, basta mantenere i toni entro i giusti termini, anche se una delle frasi di apertura dell'articolo non tratta Perego meglio di quanto questa abbia trattato Meloni: con la spocchia della radical chic classista che non si mischia con chi svolge i lavori più umili (ma qui ovviamente l'OdG non aprirà bocca).
Il vero problema giornalistico sono qui però le "ricerche" che il Secolo d'Italia ha fatto per scrivere l'articolo.
Leggete il curriculum di Jeanne Perego, come pubblicato sul Secolo d'Italia.
E leggete questo curriculum pubblicato sul sito della Regione Sicilia.
Corrispondono.
Quindi uno potrebbe dire che, sì, il Secolo d'Italia ha ricercato bene.
Peccato solo che la Jeanne Perego della Regione Sicilia non sia una giornalista, sia francese e venga da Le Havre.
Mentre la Jeanne Perego del tweet incriminato invece è una giornalista, è italiana e viene da Milano.
E oltretutto ha anche un articolo su Wikipedia dedicato a lei, non serve mica fare chissà quali investigazioni da servizi segreti per scoprire qualcosa su di lei!
Ora, di Perego possiamo pensare quello che vogliamo... ma la figuraccia del Secolo d'Italia è epocale! Pura sciatteria (o disinformazione).
Ditemi se questo è giornalismo 🤦♂️
Saluti,
Mauro.
P.S.:
Prima che il Secolo d'Italia cancelli o corregga l'articolo facendo finta di niente, lo ho salvato qui a imperitura memoria.rtal/PIR_PORTALE/PIR_Doc/PIR_Cons/PIR_2017/CV_PeregoJ_20170612.pdf
martedì 25 ottobre 2022
Il sesso delle città
Oggi, in un gruppo chiuso su Twitter, è venuta fuori una domanda sul genere grammaticale: le città sono femminili o maschili?
C'entra in parte col discorso del politicamente corretto, ma è meglio che non vi dica come è nata la discussione 😉
Ma torniamo alla domanda.
Genova, Milano, Roma, ecc. sono di genere femminile o maschile?
Spontaneamente verrebbe da dire femminile, visto che diciamo "Genova è bella", "Milano è caotica", "Roma è piena di frigoriferi", ecc.
E qui casca l'asino: bella, caotica, piena non si riferiscono direttamente a Genova, Milano, Roma bensì alla sottintesa parola "città" (per esempio "La città di Genova è bella").
In realtà i nomi delle città non hanno genere in sé, il genere è dato dalla parola città, che ovviamente è di genere femminile.
Ora voi mi direte, perché allora regioni e stati hanno un genere (la Lombardia, il Lazio, la Francia, il Belgio)?
Regioni e stati sono in primis espressioni geografiche, non amministrative, non "prendono" il genere dalle parole "regione" o "stato".
Prendiamo per esempio la Lombardia.
Se io parlo dell'espressione geografica dico "la Lombardia" e non è proprio precisamente definita, ci sono parti della Lombardia politica che geograficamente starebbero fuori e viceversa oltre che parti al tempo stesso lombarde e no.
Se passo invece alla Lombardia in senso amministrativo devo dire "la Regione Lombardia", è precisamente definita nei suoi confini ed è la parola "regione" a definire il genere grammaticale, non il nome Lombardia.
E lo stesso vale per gli stati.
Per le città (ma anche per paesi e villaggi, solo che qui il genere diventa maschile) il discorso è diverso: in genere l'entità geografica e quella amministrativa coincidono, le eccezioni sono poche, e quindi dire "Genova" (espressione geografica) o "la città di Genova" (espressione amministrativa) è la stessa identica cosa, per cui prevale il genere di "città" e non ha più senso chiedersi che genere abbiano Genova, Milano, Roma, ecc.
"Città" prevale perché, mentre geograficamente regioni e stati hanno confini fluidi, le città sono (tranne rare eccezioni) ben definite anche gograficamente, non solo amministrativamente.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 2 marzo 2022
Pensieri sui problemi delle transizioni e delle rinnovabili
Tra i temi fondamentali del dibattito attuale causato dal cambiamento climatico ci sono - oltre ovviamente alle fonti rinnovabili (fonti, non energie!) - le due transizioni: energetica e digitale.
Qui voglio proporvi qualche mio pensiero sparso al proposito.
Non sarà un articolo unitario come normalmente cerco di scrivere qui sul blog, ma piuttosto una serie di spunti, in parte slegati tra loro, che spero possano stimolare la discussione o almeno darvi da pensare.
E, prima di fraintenderci: questo non è un articolo scientifico. Sono miei pensieri, nati da un dialogo su Twitter con Mirella Castigli.
Buona lettura.
Transizione energetica
1) Si parla spesso di fotovoltaico sui tetti. Ingenuità. Basterebbe solo per una minima frazione delle necessità. E oltretutto non su tutti i tetti si possono mettere pannelli. È qualcosa, in fondo, per sentirsi ecologici, non per esserlo veramente.
2) L'idrogeno è senza se e senza ma parte del futuro energetico, non è il futuro tout court, ma è parte importante di esso. Ma non va dimenticato che l'idrogeno non si trova libero in natura, va prodotto (mediante separazione dell'acqua, per esempio).
3) Uno dei più grandi problemi di eolico e fotovoltaico è e sarà lo stoccaggio. Certo il miglioramento tecnologico degli accumulatori e di altri strumenti migliorerà molto la situazione, ma a livello di rinnovabili il più efficiente metodo di stoccaggio rimarranno sempre i bacini idrici.
4) Collegato al problema stoccaggio c'è anche il problema del trasporto dell'energia. Si parla di cavi sottomarini. Giusto, ottima scelta e tecnologicamente provata... ma come porti i cavi sottomarini, per esempio in Baviera o Alto Adige? Ti serviranno sempre gli elettrodotti... e gli elettrodotti scatenano i NIMBY (lo vedo qui in Baviera, dove c'è una forte protesta contro l'elettrodotto che dovrebbe portare qui l'energia prodotta con l'eolico nel nord per sostituire il nucleare che sta chiudendo).
5) Eolico offshore... in mari come il Mare del Nord è una vera risorsa. Ma nel Mediterraneo? Non basta vedere se c'è vento o meno. Nel Mediterraneo i fondali sono velocemente profondi e molto spesso sono pura roccia. Un'impresa tecnologica non da poco piantarci le torri eoliche. E un'impresa distruttiva dei fondali, soprattutto.
Transizione digitale - Net Zero
6) Non bisogna dimenticare le questioni sociali legate alla questione climatica: non solo clima, ma migrazioni "ecologiche". In futuro saranno sempre più le migrazioni dovute al cambiamento climatico e meno (anche se oggi suona strano) quelle dovute alla povertà in senso classico.
7) Uno dei punti di cui si parla tanto è la Carbon Capture and Storage (CCS). Obiettivamente è utile, utilissima, va sviluppata con tutte le forze... ma non è risolutiva. Ha i suoi limiti (quantitativi più che qualitativi). A mio parere la priorità va comunque sempre posta sulle emissioni.
8) La conservazione e l'infrastrutturazione sono in realtà le sfide maggiori nella transizione (sia digitale che energetica). Paradossalmente la produzione è al momento il problema minore, essendo più quantitativo che qualitativo. Stoccaggio e trasporto invece...
9) High Performance Computing... bellissima cosa (e da fisico mi fa brillare gli occhi 😉), ma è da prendere con le molle: è energivora e quindi potenzialmente dannosa. Pensiamo per esempio all'hype sulla blockchain (il cui uso principale oggi riguarda le valute virtuali): è assolutamente energivora. Se non si trova il modo di rendere i supercomputer meno energivori... risolviamo un problema creandone due dall'altra parte.
10) Poli di eccellenza. In realtà in Italia già li abbiamo (IIT, PoliMi, Pisa, per esempio) ma non li consideriamo. E non solo dal punto di vista dei finanziamenti. C'è poca considerazione politica, ma soprattutto (purtroppo) poca considerazione sociale nei loro confronti. Senza considerazione sociale chiudiamo la scienza in una torre d'avorio... ma la chiudiamo noi dall'esterno, non è la scienza a chiudersi. E inoltre in Italia non riusciamo a fare rete.
11) E-Mobility. Ci lavoro. È obiettivamente il futuro, ma ha senso solo cambiando alla svelta il modo di produrre energia (e per farlo non basta impiantare un paio di pale eoliche e montare un paio di pannelli solari). Se no è solo un modo per spostare il problema da un punto di vista geografico, non per risolverlo.
Fonti rinnovabili
12) Il mondo sta sottovalutando alla grande il geotermico. E col mondo anche l'Italia... eppure ne abbiamo tanto e siamo stati pionieri (mai sentito parlare di Larderello?).
13) Per quanto riguarda l'eolico non si deve dimenticare che abbisogna di tanto, tanto cemento (e anche asfalto per quello onshore: servono le strade per raggiungere le pale per la manutenzione e altro).
14) Il solare ha anche un problema di cui si parla molto poco (quasi nulla, in realtà): i pannelli non sono eterni e a fine vita parte di essi vanno trattati come rifiuti speciali. Non puoi buttarli nel bidone dell'indifferenziato.
15) Alla fine il sistema più semplice ed efficace (sia per la produzione che per lo stoccaggio dell'energia) rimane l'idroelettrico... ma costruire i bacini significa danneggiare (o comunque modificare) i biotopi locali.
16) Il nucleare spesso viene visto male anche da chi lo considera pulito e non pericoloso. A causa dei costi. Pochi però sanno che una parte non indifferente dei costi è di tipo assicurativo. E non per il rischio di incidenti tipo Chernobil o Fukushima, bensì per il rischio terrorismo (e sono costi nati con le proteste e gli attacchi degli ambientalisti alle centrali e ai trasporti delle scorie... non certo col terrorismo islamico, sovranista o simili).
17) Insomma, bisogna rendersi conto che una fonte di energia veramente verde alla fine non esiste. Esistono solo fonti di energia più o meno grigie.
Saluti,
Mauro.
mercoledì 16 febbraio 2022
Ancora sui brevetti (vaccini edition)
Non dicono cose assolutamente false, ma mirano a far passare un messaggio sbagliato: cioè che gli Stati vogliono solo far regali alle aziende produttrici di vaccini.
Ovviamente non è così e gli autori di questi tweet lo sanno, ma contano sull'ignoranza della massa riguardo al tema "brevetti".
Una premessa: tutto quello che leggerete sotto vale per tutti i brevetti, non solo per quelli sui vaccini.
Può essere rinnovato più volte (ogni volta solo per un anno, ogni rinnovo dura un anno) fino a un massimo di vent'anni totali. Non di più.
Quindi significa che il brevetto viene concesso una volta e poi può essere rinnovato (o prorogato, usando il linguaggio del tweet di cui sopra) al massimo diciannove volte.
L'ufficio brevetti (in Italia l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, ma ormai i brevetti importanti vengono richiesti all'EPO, l'European Patent Office) esamina la richiesta, sia formalmente che tecnicamente, e decide se il brevetto su quell'invenzione, su quel prodotto, può essere concesso o meno.
E qui detto ufficio ha un ruolo attivo.
Non è una concessione del singolo Stato o dell'Europa: la cosa è automatica. Non c'è un nuovo esame formale o tecnico dell'invenzione, del prodotto. Quella - come detto - viene fatta solo la prima volta, quando l'azienda (o l'inventore) fa la richiesta per ottenere il brevetto.
Dopo, se il detentore del brevetto paga, il brevetto viene automaticamente rinnovato, se non paga il brevetto decade.
E dopo vent'anni è comunque fine: il brevetto non potrà più essere rinnovato.
Punto.
È inutile che cerchiate di far passare che l'Italia sia al servizio delle aziende, sottintendendo che gli altri paesi siano meno cedevoli.
Se volete sapere di più su di essi, vi consiglio di leggere questi miei articoli: