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sabato 12 aprile 2025

Un racconto (quasi) in diretta: Mauro e la ragazzina

Oggi pomeriggio ero in un bel localino a Pegnitz, non lontano da Auerbach, dove abito.
Ero seduto a un tavolino con una birra e il mio laptop a curare un po' di fatti miei ed ero lì perché è un locale molto piacevole e non avevo voglia di starmene chiuso in casa.
Ma questo non è interessante.
Interessante (poi capirete perché) è che il mio tavolino non era distante dalla porta che portava ai servizi igienici.
A un certo punto una ragazzina (a occhio direi di 9-10 anni, ma anche fossero stati un paio di più non sarebbe cambiato nulla) ha chiesto al bancone la chiave e ha raggiunto la porta di cui sopra.
Ha cercato di aprirla ma, non so per quale motivo, ha incontrato delle difficoltà e ha cominciato a girare la chiave di qua e di là.
Io ero lì a due passi, potevo alzarmi, aprirle la porta e tornare subito al mio tavolino. Ci avrei messo letteralmente tre secondi a fare tutto.
Invece non mi sono alzato, ho chiamato la giovane donna che era al bancone e le ho detto che la ragazzina aveva dei problemi con la porta, così la donna ha lasciato il bancone e fatto quello che avrei potuto fare subito io (e ovviamente la cosa è durata decisamente più a lungo, anche se lei si è mossa subito).

Perché mi sono comportato così?
A causa delle fisime del mondo d'oggi, delle paturnie della società contemporanea ho pensato che io, uomo adulto, vicino a una ragazzina di 9-10 anni sconosciuta, davanti a una porta dei bagni in un angolo non nascosto ma neanche visibilissimo... se qualcuno avesse visto, chissà cosa avrebbe capito, come avrebbe reagito.
20 o 30 anni fa io non mi sarei fatto questi pensieri, non mi sarei fatto tanti problemi ad aiutarla.

Dove sta andando la nostra società?

Saluti,

Mauro.

P.S.: La donna al bancone, quando le ho spiegato, mi ha dato ragione. Ha detto che oggigiorno non si sa mai, meglio evitare problemi.

martedì 20 giugno 2023

Diritti e paure

Domenica ho pubblicato su Twitter un breve thread su diritti e paure.
Oggi vorrei qui renderlo più leggibile pubblicandolo come testo unico (e migliorandolo grazie a un'osservazione di Tom, che ringrazio).

Io ho sempre sostenuto che i diritti per le coppie omosessuali, o qualsiasi diritto riconosciuto a chiunque non sia il classico eterosessuale cisgender, non costituiscono, non possono materialmente costituire, un pericolo per questi ultimi.
E la cosa è in realtà lapalissiana: si riconoscono diritti a chi non ne ha (o non ne ha sufficienti), ma non si toglie nessun diritto a chi già li ha!
Nessun "nuovo" diritto ne toglie a me, nessun "nuovo" diritto mette in pericolo me, la famiglia "tradizionale" (qualunque cosa significhi quest'ultimo aggettivo) e qualsiasi persona eterosessuale e cisgender.

Quindi di cosa stiamo parlando? Perché tutta questa paura? Perché questo muro da parte di omuncoli come Adinolfi o Pillon?

Accanto all'indottrinamento clericale (questi "nuovi" diritti spingono la società verso un sacrosanto laicismo, cosa che per la Chiesa significa perdita di potere), io vedo anche un'altra spiegazione.

A me omosessuali, transgender e altro non fanno paura per due motivi.

Primo, perché la natura è variopinta e anche tra gli animali si trova di tutto, quindi è naturale che esista di tutto anche tra gli esseri umani. Ciò che non è naturale è ciò che è imposto da qualche autorità autoproclamata (e la Chiesa è un'autorità autoproclamata).

Secondo, perché io sono sicuro di ciò che sono. Sono sicuro di essere eterosessuale e cisgender, quindi non ho nulla da temere da contatti con omosessuali e transgender.
Chi invece, nonostante i proclami, non è sicuro di esserlo, ne ha paura. Si sente in pericolo. Ma non nei suoi diritti. Nella sua immagine di maschio.
Vero, Simone Pillon?

Saluti,

Mauro.

mercoledì 20 ottobre 2021

Il giorno che ho capito gli anni di piombo

Io gli anni di piombo li ho capiti veramente quando erano finiti da tempo. Li ho capiti veramente negli anni '90.
Perché le cose le capisci dentro (e non solo teoricamente, storicamente) quando le incontri.
E io gli anni di piombo li ho incontrati di persona, li ho guardati negli occhi, all'inizio degli anni '90. Anche se avevo vissuto (seppur da bambino e ragazzino) quelli veri, a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80.
Ora vi racconto.

Per me gli anni di piombo significano soprattutto due nomi: Guido Rossa e Mario Sossi.

Due persone agli antipodi: operaio comunista Rossa, magistrato fascista Sossi. Ma entrambi vittime delle Brigate Rosse. Assassinato il primo, rapito (e probabilmente anche torturato) il secondo.
(Di Rossa ne scrissi già su questo blog).

Rossa lo conosco più che altro dai racconti di mio padre, che era suo collega all'allora Italsider, quindi non è lui il protagonista di questo racconto.

Il protagonista è Sossi.
Io lo incontrai una volta nei primi anni '90 e guardandolo negli occhi ho capito veramente cosa furono gli anni di piombo: sì destra contro sinistra ed entrambe contro lo Stato, ma soprattutto paura.
Umanissima paura.

Sossi era un uomo di destra, un fascista (negli anni 2000 si candidò anche con Forza Nuova, per dire), ma quando lo incontrai era solo un uomo che aveva paura di aprire la porta di casa.
Ero andato da lui per portargli l'invito a una cerimonia presso il Distretto Militare di Genova (sì, prima che facciate calcoli sulle date, il militare lo ho fatto dopo l'università, non prima).
Ma quando suonai alla porta e lui venne ad aprire (con tutte le precauzioni e i chiavistelli del caso) aveva paura. Paura di chiunque suonasse alla porta.
Aveva paura di me, che ero in divisa (tra l'altro la sua divisa, visto che era stato Alpino anche lui) e che ero in quel momento il portavoce del comandante del Distretto Militare, non ero lì di mia iniziativa.

Sossi aveva i suoi scheletri nell'armadio, ma ciò non giustifica ciò che subì dalle BR.

Mai ho visto in vita mia la paura negli occhi di un essere umano come quel giorno.

Quel giorno capii veramente cosa sono stati gli anni di piombo.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 2 ottobre 2019

Io credo che il PD abbia sbagliato

Ora che i renziani se ne sono andati e hanno fondato il loro nuovo partito si potrebbero anche fare esercizi di dietrologia e pensare male, ma la motivazione ufficiale del fatto che il PD abbia accettato di fare un governo con il M5S (e anche del perché Italia Viva rimane nel governo pur essendosene andata dal PD) è che era necessario impedire alle destre (ergo Lega più FdI con forse FI a rimorchio) di conquistare il potere.

A parte il fatto che il M5S è destra checché ne dicano amici e nemici, quindi con questo governo la destra è rimasta al potere. Ed è una destra più pericolosa di quella all'opposizione essendo "liquida" (cioè molto più adattabile agli umori del momento) e di proprietà di un'azienda attiva nel mondo digitale.

A parte il fatto che fare un governo per fermare qualcuno (per "cattivo" e pericoloso che sia o che sembri) e non per proporre qualcosa, dimostra solo che tu hai ben poche idee e programmi da offrire.

A parte tutto ciò... per me - se prendiamo la motivazione ufficiale - ha sbagliato i calcoli.

I sondaggi davano Lega e FdI in crescita... ma quante volte ultimamente i sondaggi hanno fatto un buco nell'acqua (e non solo in Italia)? Pensateci bene: la maggioranza delle volte.
Per di più il comportamento di Salvini non era certo un invito a votarlo (soprattutto il suo quasi strisciare alla fine per convincere il M5S a tornare con lui).
E io aggiungo: anche se i sondaggi fossero stati veramente significativi... Lega e FdI avevano raggiunto il massimo possibile, oltre non potevano andare.

E non venitemi a dire che non c'erano solo i sondaggi ma anche i risultati delle Europee... secondo voi sono veramente indicativi di cosa poi succede alle politiche?
Vi rispondo con due esempi.
1984: Il PCI scavalca la DC e diventa primo partito... ma dura solo per quelle elezioni, alle successive politiche la DC si riprende lo scettro.
2014: Trionfo PD... trionfo e tonfo, infatti alle successive politiche il PD crolla.
E sarebbe successo anche alla Lega dopo le europee del 2019 se solo il PD non se la fosse fatta addosso.

Se proprio la priorità era evitare un governo delle destre, la strada migliore sarebbe stata mostrare coraggio e andare alle urne. La Lega avrebbe preso una sonora sberla (FdI no, ma non sarebbe bastato a salvare la destra nel complesso).
Ma, come insegna Don Abbondio, il coraggio se non ce l'hai non te lo puoi dare. E il PD non ce l'ha.

Certo, come detto all'inizio, la scissione dei renziani potrebbe far pensare altro... ma che si creda alla motivazione ufficiale o che si faccia dietrologia... in entrambi i casi andare alle urne subito avrebbe punito la Lega, quindi la scelta di Zingaretti e Renzi di creare un governo col M5S è stata un errore comunque.
Sia uniti che divisi conveniva andare al voto.
A meno che qualcuno non voglia la vittoria della Lega.

Saluti,

Mauro.

domenica 29 luglio 2018

Istinto e razionalità (e autoreti)

Da quanto esiste la Terra? Da più di quattro miliardi di anni.
Da quanto esiste l'uomo? Da circa due milioni e mezzo di anni se ci riferiamo al genere Homo. Al massimo 300000 anni se ci riferiamo alla nostra specie, l'Homo sapiens.
Quindi noi siamo sulla Terra da molto poco tempo, facendo le proporzioni tra l'esistenza della Terra e la vita media di un essere umano è come se esistessimo da meno di un mese.
Ergo... quanto possiamo essere evoluti? Ben poco, per lo meno a livello psicologico.
E infatti i nostri istinti - che oggi cozzano contro la razionalità, ma un tempo erano garanzia di sopravvivenza - sono gli stessi di quelli dei cosiddetti uomini primitivi.
E uno di questi istinti è la paura, la diffidenza per il diverso.
E, dato che le parole sono importanti (come disse Claudio Magris: le parole sono fatti), ribadisco: paura, diffidenza. Non odio, non disprezzo.

Oggi, nel 2018, noi esseri umani abbiamo conquistato la razionalità, ma non abbiamo perso gli istinti primordiali.
Quindi è normale essere diffidenti verso chi ha cultura e aspetto diversi dai nostri. E sì, anche la paura è normale, non solo la diffidenza. Questo è l'istinto.
Però, come detto, oggi accanto all'istinto abbiamo conquistato la razionalità, quindi sappiamo che questa paura, questa diffidenza sono oggi ingiustificate, assurde.
Però continuiamo a fare autoreti bollando chi ha queste paure come razzista nel peggiore dei casi, come ignorante nel migliore. No, non è né razzista né ignorante. È solo una persona in cui gli istinti prevalgono sulla razionalità.
E bollandolo come razzista e/o ignorante lo facciamo diventare quello che non è: un vero razzista. Perché condannandolo e sbeffeggiandolo, invece che aiutandolo a capire, trasformiamo la sua diffidenza, la sua paura verso il diverso (che ribadisco: sono cose naturali, non sono colpe) in disprezzo, in odio verso il diverso. Cioè in razzismo.

Fermiamoci.
E ripensiamo alle nostre strategie. Non partiamo dalla presunzione di essere migliori. Anche questo in fondo è una forma di razzismo.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 27 giugno 2018

Non abbiate paura del buio 2

In onore del commento che Nautilus ha lasciato qui.


Saluti,

Mauro.

sabato 23 giugno 2018

Non abbiate paura del buio

Sembrano tempi bui.

Ma non è il buio il pericolo maggiore. È la troppa luce.
Al buio puoi accendere una lampada.
La troppa luce ti fa illudere di vedere tutto, ma in realtà ti acceca.

Cercate sempre una luce non accecante... ma tra i due estremi imparate a temere di più la luce accecante.
Ottiene lo stesso risultato del buio ma illude.
Il buio non illude quindi lo puoi combattere.

Saluti,

Mauro.

sabato 28 novembre 2015

No, non sei coraggioso

Tra terrorismo, rapine in appartamento/villa, ecc. ecc. ultimamente si sentono sempre più pronunciare due parole: paura e coraggio.

E molti dicono: "Io non ho paura, sono coraggioso".

Prendiamo per buono che chi lo dice veramente non abbia paura (in realtà sospetto che chi lo dice sarebbe il primo a farsela addosso in caso di pericolo, ma non è questo il tema dell'articolo).

Chi lo dice, in buona o mala fede che sia, non sa cosa significhino le parole "paura" e "coraggio".

Perché essere coraggiosi significa saper vincere, saper affrontare le proprie paure.
Chi non ha paura non ha coraggio, non ha neanche bisogno di aver coraggio... perché non deve affrontare o vincere le proprie paure.
Chi non ha paura è o incosciente o insensibile o, nella migliore delle ipotesi, sicuro di sé.
Ma non potrà mai essere coraggioso. Mai.
Coraggioso lo diventerà il giorno che avrà paura e che saprà affrontare questa paura.

Saluti,

Mauro.