Da quanto esiste la Terra? Da più di quattro miliardi di anni.
Da quanto esiste l'uomo? Da circa due milioni e mezzo di anni se ci riferiamo al genere
Homo. Al massimo 300000 anni se ci riferiamo alla nostra specie, l'
Homo sapiens.
Quindi noi siamo sulla Terra da molto poco tempo, facendo le proporzioni tra l'esistenza della Terra e la vita media di un essere umano è come se esistessimo da meno di un mese.
Ergo... quanto possiamo essere evoluti? Ben poco, per lo meno a livello psicologico.
E infatti i nostri istinti - che oggi cozzano contro la razionalità, ma un tempo erano garanzia di sopravvivenza - sono gli stessi di quelli dei cosiddetti uomini primitivi.
E uno di questi istinti è la paura, la diffidenza per il diverso.
E, dato che le parole sono importanti (come disse Claudio Magris:
le parole sono fatti), ribadisco: paura, diffidenza. Non odio, non disprezzo.
Oggi, nel 2018, noi esseri umani abbiamo conquistato la razionalità, ma non abbiamo perso gli istinti primordiali.
Quindi è normale essere diffidenti verso chi ha cultura e aspetto diversi dai nostri. E sì, anche la paura è normale, non solo la diffidenza. Questo è l'istinto.
Però, come detto, oggi accanto all'istinto abbiamo conquistato la razionalità, quindi sappiamo che questa paura, questa diffidenza sono oggi ingiustificate, assurde.
Però continuiamo a fare autoreti bollando chi ha queste paure come razzista nel peggiore dei casi, come ignorante nel migliore. No, non è né razzista né ignorante. È solo una persona in cui gli istinti prevalgono sulla razionalità.
E bollandolo come razzista e/o ignorante lo facciamo diventare quello che non è: un vero razzista. Perché condannandolo e sbeffeggiandolo, invece che aiutandolo a capire, trasformiamo la sua diffidenza, la sua paura verso il diverso (che ribadisco: sono cose naturali, non sono colpe) in disprezzo, in odio verso il diverso. Cioè in razzismo.
Fermiamoci.
E ripensiamo alle nostre strategie. Non partiamo dalla presunzione di essere migliori. Anche questo in fondo è una forma di razzismo.
Saluti,
Mauro.