Ma è invece proprio perché sono contro il politicamente corretto che ho usato la doppia forma autore/autrice.
Però mi rendo conto che viviamo in tempi ipersensibili... dove ognuno di noi si crede uno snowflake.
Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti. Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi. I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri. Buona lettura a tutti.
Oggi, in un gruppo chiuso su Twitter, è venuta fuori una domanda sul genere grammaticale: le città sono femminili o maschili?
C'entra in parte col discorso del politicamente corretto, ma è meglio che non vi dica come è nata la discussione 😉
Ma torniamo alla domanda.
Genova, Milano, Roma, ecc. sono di genere femminile o maschile?
Spontaneamente verrebbe da dire femminile, visto che diciamo "Genova è bella", "Milano è caotica", "Roma è piena di frigoriferi", ecc.
E qui casca l'asino: bella, caotica, piena non si riferiscono direttamente a Genova, Milano, Roma bensì alla sottintesa parola "città" (per esempio "La città di Genova è bella").
In realtà i nomi delle città non hanno genere in sé, il genere è dato dalla parola città, che ovviamente è di genere femminile.
Ora voi mi direte, perché allora regioni e stati hanno un genere (la Lombardia, il Lazio, la Francia, il Belgio)?
Regioni e stati sono in primis espressioni geografiche, non amministrative, non "prendono" il genere dalle parole "regione" o "stato".
Prendiamo per esempio la Lombardia.
Se io parlo dell'espressione geografica dico "la Lombardia" e non è proprio precisamente definita, ci sono parti della Lombardia politica che geograficamente starebbero fuori e viceversa oltre che parti al tempo stesso lombarde e no.
Se passo invece alla Lombardia in senso amministrativo devo dire "la Regione Lombardia", è precisamente definita nei suoi confini ed è la parola "regione" a definire il genere grammaticale, non il nome Lombardia.
E lo stesso vale per gli stati.
Per le città (ma anche per paesi e villaggi, solo che qui il genere diventa maschile) il discorso è diverso: in genere l'entità geografica e quella amministrativa coincidono, le eccezioni sono poche, e quindi dire "Genova" (espressione geografica) o "la città di Genova" (espressione amministrativa) è la stessa identica cosa, per cui prevale il genere di "città" e non ha più senso chiedersi che genere abbiano Genova, Milano, Roma, ecc.
"Città" prevale perché, mentre geograficamente regioni e stati hanno confini fluidi, le città sono (tranne rare eccezioni) ben definite anche gograficamente, non solo amministrativamente.
Saluti,
Mauro.
Negli ultimi tempi si sono accumulate notizie di iniziative (generalmente assurde) riconducibili alla cosiddetta cancel culture e più in generale al politicamente corretto.
Statue ribaltate o imbrattate, musica proibita, libri riscritti, film oscurati e chi più ne ha più ne metta.
Premesso che molte di queste notizie erano travisate (per esempio Oxford che cancella Mozart e il pentagramma musicale... Oxford non ha cancellato nulla, ha semmai integrato aggiungendo qualcosa) e che quelle giuste riportavano comunque iniziative di poche persone, non certo di massa.
Premesso ciò va detto che comunque c'è veramente una deriva pericolosa, una voglia di proibire ciò che ci disturba senza però sforzarsi di capire perché ci disturba (se lo capissimo, magari poi non ci disturberebbe più).
A me ultimamente è venuto da chiedermi (da non credente ma cresciuto in una cultura, in una famiglia cattolica... non sono appunto credente, ma non posso negare che il cattolicesimo faccia parte del mio retroterra culturale) cosa rimarrebbe della Bibbia se l'ipotetica cancel culture venisse applicata anche per essa.
Ve ne rendete conto di quanto poco rimarrebbe? In particolare del Vecchio Testamento?
Immaginate se, per esempio, la storia di Abramo e Isacco finisse sotto processo. Un padre disposto a uccidere un figlio per nulla? Ma siamo matti? Tagliare!
E il Cantico dei Cantici? Pornografia! Tagliare!
Ma anche i Vangeli... per esempio quando Matteo fa dire a Gesù; "non sono venuto a metter pace, ma spada!" Istigazione alla violenza! Tagliare!
E io parlo della Bibbia perché è il libro sacro che conosco meglio, ma non crediatevi che Corano, Talmud, Veda e compagnia bella siano meglio.
Saluti,
Mauro.