Quando si parla di fonti di energia i conflitti sono all'ordine del giorno.
Gli ambientalisti sostengono una cosa.
I politici ne sostengono una seconda.
Le aziende produttrici di energia ne sostengono una terza.
Le aziende consumatrici di energia ne sostengono una quarta.
Gli scienziati ne sostengono una quinta.
E probabilmente dimentico qualcuno.
Però su una cosa tutti questi soggetti sono d'accordo: che il carbone sia la fonte di energia più sporca e merdosa che esista.
Quindi, se la logica non è un'opinione, si potrebbe pensare che la pianificazione per l'abbandono del carbone sia magari lenta ma inevitabile e condivisa.
Sicuri? Proprio sicuri?
Guardate questo grafico, tratto da
Internazionale del 29 novembre 2013:
Guardate bene le curve... la lotta contro il nucleare (degli ambientalisti, ma sostenuta - almeno in passato - finanziariamente anche se senza pubblicità dalle compagnie petrolifere... alleanza da non sottovalutare) ha visto i suoi effetti (successi) concreti a cavallo tra la fine del secondo millennio e l'inizio del terzo.
La curva verde (alias nucleare) vede appunto una stagnazione (e alla fine pure decrescita) in tale periodo.
Gli ingenui e gli ottimisti potrebbero pensare che il nucleare sia stato sostituito dalle cosiddette rinnovabili o almeno dal gas, la più pulita delle fonti classiche.
Però... c'è sempre un però... guardate le altre curve. Quale ha subito un'impennata durante la stagnazione (o addirittura decrescita) del nucleare?
La curva rossa... cioè il carbone... la più sporca di tutte le fonti di energia.
Due "piccoli" commenti:
1) Il carbone è (anche se moderatamente) radioattivo... e per di più, viste le polveri prodotte (che sono assenti nelle centrali nucleari), si registra un livello di radioattività superiore attorno a una centrale a carbone piuttosto che attorno a una centrale nucleare;
2) Internazionale è una rivista tradizionalmente vicina alla sinistra ambientalista... quindi non chiudete la questione con un "propaganda della lobby nucleare"... non farebbe onore alla vostra intelligenza.
Ogni altra considerazione credo sia superflua, visto che i dati dicono chiaramente che la lotta per l'ambiente danneggia l'ambiente.
Resta solo da capire se tale risultato sia dovuto a ignoranza o a malafede.
Saluti,
Mauro.