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venerdì 25 novembre 2022

Come il giornalismo fa le ricerche...

Mercoledì sera la giornalista Jeanne Perego ha pubblicato un tweet che ha provocato un piccolo putiferio:


Ora, si può essere d'accordo o meno con la terminologia usata da Jeanne Perego.

Io personalmente mi offenderei per il paragone se fossi una pescivendola, non se fossi Meloni, ma questo ora non conta, perché vi voglio parlare di giornalismo, non di altro.

E no, non mi riferisco a quella vergogna dell'Ordine dei Giornalisti che qui ha subito aperto un procedimento contro Perego ma permette a insultatori seriali e istigatori alla violenza (Travaglio, Sallusti e compagnia bella) di fare quel che cavolo vogliono.

Mi riferisco al quotidiano Secolo d'Italia, voce della destra parlamentare (e non solo) italiana da sempre (anche se ora solo online e non più in versione cartacea).

Ovviamente (e fin qui nulla di male) tale quotidiano è subito intervenuto a difesa di Giorgia Meloni, pubblicando un articolo contro Perego.
Ci sta, ognuno difende la propria parte, basta mantenere i toni entro i giusti termini, anche se una delle frasi di apertura dell'articolo non tratta Perego meglio di quanto questa abbia trattato Meloni: con la spocchia della radical chic classista che non si mischia con chi svolge i lavori più umili (ma qui ovviamente l'OdG non aprirà bocca).

Il vero problema giornalistico sono qui però le "ricerche" che il Secolo d'Italia ha fatto per scrivere l'articolo.

Leggete il curriculum di Jeanne Perego, come pubblicato sul Secolo d'Italia.
E leggete questo curriculum pubblicato sul sito della Regione Sicilia.
Corrispondono.
Quindi uno potrebbe dire che, sì, il Secolo d'Italia ha ricercato bene.

Peccato solo che la Jeanne Perego della Regione Sicilia non sia una giornalista, sia francese e venga da Le Havre.

Mentre la Jeanne Perego del tweet incriminato invece è una giornalista, è italiana e viene da Milano.
E oltretutto ha anche un articolo su Wikipedia dedicato a lei, non serve mica fare chissà quali investigazioni da servizi segreti per scoprire qualcosa su di lei!

Ora, di Perego possiamo pensare quello che vogliamo... ma la figuraccia del Secolo d'Italia è epocale! Pura sciatteria (o disinformazione).
Ditemi se questo è giornalismo 🤦‍♂️

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Prima che il Secolo d'Italia cancelli o corregga l'articolo facendo finta di niente, lo ho salvato qui a imperitura memoria.

giovedì 7 giugno 2018

Il discorso di Oettinger

A fine maggio è scoppiato un casino per le dichiarazioni del commissario europeo Oettinger (qui il perché non dovrebbe essere commissario indipendentemente da dette dichiarazioni) sugli elettori italiani e il nuovo governo, rilasciate in un'intervista alla Deutsche Welle.
Per chi sa il tedesco, qui si può vedere e ascoltare l'intervista completa.

Il casino è nato però non direttamente dall'intervista, ma da un tweet del giornalista della Deutsche Welle stessa Bernd Thomas Riegert (tweet ora cancellato) in cui quest'ultimo riassumeva le parole sull'Italia con "The markets will teach the Italians to vote for the right thing" (per chi ha problemi con l'inglese: "I mercati insegneranno all'Italia a votare per ciò che è giusto"), parole forti, ma soprattutto virgolettate come si dovrebbe fare solo con citazioni letterali.
E letterale questa citazione non la è proprio per niente.

Oettinger è famoso per farla (molto) fuori dal vasino quando parla e le sue parole sull'Italia non sono comunque state felici - anzi - ma comunque ben diverse da quanto riportato sopra.

Ma cosa ha detto di preciso Oettinger sull'Italia in quell'intervista?
Riprendo la trascrizione fatta dalla Süddeutsche Zeitung delle parole incriminate.

Oettinger ha detto (qui le virgolette ci stanno in quanto trascrizione letterale):
"Meine Sorge und meine Erwartung ist, dass die nächsten Wochen zeigen, dass die Märkte, dass die Staatsanleihen, dass die wirtschaftliche Entwicklung Italiens so einschneidend sein könnten, dass dies für die Wähler doch ein mögliches Signal ist, nicht Populisten von links und rechts zu wählen."

Che tradotto significa:
"La mia preoccupazione e ciò che mi attendo è che le prossime settimane mostrino che i mercati, che i titoli di stato, che l'evoluzione economica dell'Italia possano essere così drastici da far sì che siano un possibile segnale agli elettori a non votare populisti di sinistra e di destra."

Ha anche aggiunto:
"Schon jetzt ist die Entwicklung bei den Staatsanleihen, bei dem Marktwert der Banken, beim wirtschaftlichen Verlauf Italiens generell deutlich eingetrübt, negativ. Dies hat mit der möglichen Regierungsbildung zu tun. Ich kann nur hoffen, dass dies im Wahlkampf eine Rolle spielt, im Sinne eines Signals, Populisten von links und rechts nicht in die Regierungsverantwortung zu bringen."

Che significa:
"Già adesso l'evoluzione dei titoli di stato, del valore di mercato delle banche, dell'andamento economico dell'Italia è in genere nettamente opaco, negativo. Questo a che fare con la possibile formazione del governo. Io posso solo sperare che questo giochi un ruolo in campagna elettorale, come segnale di non portare populisti di sinistra e di destra a responsabilità di governo."

Parole gravi, indubbiamente, anche se meno di quanto Riegert voleva far credere.
Ma ancora più grave è stato da parte del giornalista spacciare per citazione letterale un suo riassunto (e neanche proprio corretto, oltretutto).
A quanto pare la deontologia professionale dei giornalisti non è in crisi solo in Italia.

Saluti,

Mauro.