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martedì 12 novembre 2024

Inflazione (e interessi composti)

Oggi su X/Twitter un giornalista ha pubblicato un grafico in cui veniva riportata l'inflazione (mensile!) degli ultimi dodici mesi in Argentina.
L'ultimo dato (ottobre 2024) riporta il 2,7%.

Tra i commenti è apparso questo:


Che ovviamente è sbagliato, visto che moltiplica semplicemente l'inflazione per il numero di mesi: 2,7x12=32,4% annuo.

Ma l'inflazione non si calcola così!
L'inflazione annua a partire da quella mensile si calcola allo stesso modo degli interessi composti.

Poniamo che io abbia all'inizio un costo della vita pari a 100.
Dopo un mese, con l'inflazione al 2,7%, avrò un costo della vita pari a 102,7 (100x1,027).
Dopo due mesi però non avrò un costo della vita pari al 105,4, perché il nuovo 2,7% lo devo calcolare su 102,7 non su 100, così dopo due mesi il costo della vita sarà pari al 105,5 (102,7x1,027).
E così mese dopo mese fino ad arrivare, dopo 12 mesi, a un costo della vita pari al 137,7.
Cioè avrò avuto un'inflazione annua del 37,7%.

Se l'inflazione fosse diversa da mese a mese il procedimento sarebbe lo stesso, solo che ogni mese dovrei usare nel calcolo il valore dell'inflazione nel mese in questione, non sempre quello iniziale.

Magari i calcoli possono essere complicati per chi non è abituato a farli a mente, ma il concetto direi che è molto semplice.

Saluti,

Mauro.

martedì 28 febbraio 2023

Combattere le differenze

Giusto sostenere chi non ha reddito.

Giusto che il sostegno consenta una vita decente.

Va bene usare strumenti come il reddito minimo, il reddito di cittadinanza o simili per combattere la povertà e le differenze sociali.
Ma il sostegno non deve essere tale da invogliare a non lavorare.

E il lavoro in nero mentre prendi sussidi va ovviamente combattuto: bisogna renderlo pericoloso o almeno non conveniente. Controlli incrociati: quello che ti permetti deve essere congruente col sostegno che ottieni dallo stato... se no significa che lavori in nero.

Ma soprattutto ogni situazione va valutata in sé. Lo stato deve essere flessibile.

Non puoi trattare allo stesso modo chi vive ad Amburgo o a Milano e chi vive nell'Oberpfalz o in Molise.
(Oh, vale per ogni paese: io uso esempi italiani e tedeschi solo perché Italia e Germania sono, ovviamente, i paesi che conosco meglio).

Devi valutare i costi della vita sul territorio, non solo i costi della vita medi nazionali.

Che poi cercare di ridurre le differenze tra le regioni sia giusto, è vero. Anzi è giustissimo ed è un obbligo dello Stato! È sacrosanto.
Ma non è dando sussidi, redditi minimi, redditi di cittadinanza uguali che combatti il problema.
Il problema lo combatti attaccando le differenze alla base.
Non attaccando i suoi effetti, non dando quattro soldi a chi non ce l'ha fatta (e oltretutto dando gli stessi soldi a chi vive a Milano e a chi vive a Enna... i costi della vita sono ovviamente diversi).
Lo combatti dando la possibilità a questi ultimi di farcela. Dando loro la possibiltà di partire alla pari degli altri.

Perché se non lo fai, sei tu, Stato, a creare il divario tra loro e gli altri.
E allora i sussidi che gli darai dopo diventano solo elemosina.
Ma l'elemosina non crea crescita, non crea ricchezza.
E non abbatte le differenze.
La crescita e la ricchezza le crei - mi ripeto - attaccando i problemi alla base.
Che è poi anche l'unico modo di combattere le differenze.

Saluti,

Mauro.