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mercoledì 4 dicembre 2024

Il malore di Bove

Tutti avete letto o sentito del malore del giocatore Edoardo Bove in Fiorentina-Inter di domenica scorsa.

Non voglio qui parlarvene in termini medici (a parte il fare ovviamente gli auguri di una ripresa completa e possibilmente veloce al ragazzo) primo perché non sono un medico e secondo perché anche se lo fossi non ero sul posto quindi parlerei comunque solo per sentito dire (e da quel che ho capito le cose non sono ancora del tutto chiare, nonostante le analisi già effettuate).

Voglio però parlarvene dal lato dello sciacallaggio, visto che stavolta ce ne è stato di tre diversi tipi.

1) Le foto.
Tutti i giornali e i siti di informazione hanno cercato di pubblicare foto (e video) dell'evento. Con i fotografi che cercavano di beccare i "vuoti" nella barriera che i giocatori hanno creato per proteggere la privacy di Bove.
Ora voi mi tirerete fuori il diritto di cronaca. Però ditemi: cosa aggiunge l'immagine di un corpo a terra con i sanitari che cercano di rianimarlo a un testo che racconta gli eventi? Nulla!
Non si tratta di un delitto o di un incidente automobilistico dove le immagini talvolta (ma solo talvolta!) possono aiutare a ricostruire la dinamica dei fatti (ma ciò, ovviamente, serve alle autorità e alle assicurazioni, non al grande pubblico).
È solo voyeurismo.

2) I vaccini.
Sui social networks e anche nei commenti sui siti di informazione si è subito scatenata da una parte dei frequentatori una shitstorm contro i vaccini... Bove era vaccinato!
Come fosse l'unico giocatore a essere vaccinato (e come mai alla stragrande maggioranza degli altri allora non succede nulla?). 🤦‍♂️
Oltretutto casi come quello di Bove sono per fortuna sempre meno frequenti, grazie alle rigide regole della medicina sportiva in Italia (che all'estero, Inghilterra in particolare, dovrebbero copiare).

3) Il "ritardo" nei soccorsi.
Molti hanno polemizzato (e continuano a farlo nonostante le spiegazioni) per il fatto che l'autoambulanza non sia entrata in campo e che questo abbia rallentato i soccorsi. Sfruttando anche il fatto che un paio di giocatori in campo si siano innervositi per lo stesso motivo.
Prima di tutto i giocatori non sono medici, quindi ne sanno quanto noi spettatori di quali interventi servano e dei tempi necessari: la loro reazione non dimostra quindi proprio nulla (e anzi, ha rischiato in questo senso di fare danni, anche se io la comprendo).
Poi i giocatori in campo sono sotto adrenalina come in ogni competizione... adrenalina che non viene certo abbattuta da un evento simile, anzi il contrario!
E soprattutto i protocolli per gli interventi medici in campo non sono fatti a caso e sono oltretutto costantemente valutati e, se necessario, aggiornati.
I sanitari sapevano quello che facevano.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 16 febbraio 2022

Ancora sui brevetti (vaccini edition)

Su Twitter (ma immagino che sugli altri social networks non sia diverso) cominciano ad apparire tweet di questo tenore:


Questi tweet, anche se tecnicamente non del tutto sbagliati, sono altamente fuorvianti per il modo in cui presentano la notizia.
Non dicono cose assolutamente false, ma mirano a far passare un messaggio sbagliato: cioè che gli Stati vogliono solo far regali alle aziende produttrici di vaccini.
Ovviamente non è così e gli autori di questi tweet lo sanno, ma contano sull'ignoranza della massa riguardo al tema "brevetti".

Quindi cerchiamo di chiarire.
Una premessa: tutto quello che leggerete sotto vale per tutti i brevetti, non solo per quelli sui vaccini.

Per prima cosa va detto che un brevetto, quando viene concesso, vale per un anno. Non di più.
Può essere rinnovato più volte (ogni volta solo per un anno, ogni rinnovo dura un anno) fino a un massimo di vent'anni totali. Non di più.
Quindi significa che il brevetto viene concesso una volta e poi può essere rinnovato (o prorogato, usando il linguaggio del tweet di cui sopra) al massimo diciannove volte.

Ma questi rinnovi non sono un favore che lo Stato, tramite gli uffici brevetti, fa alle aziende.

All'inizio un'azienda presenta una richiesta di brevetto.
L'ufficio brevetti (in Italia l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, ma ormai i brevetti importanti vengono richiesti all'EPO, l'European Patent Office) esamina la richiesta, sia formalmente che tecnicamente, e decide se il brevetto su quell'invenzione, su quel prodotto, può essere concesso o meno.
E qui detto ufficio ha un ruolo attivo.

Non però sui rinnovi (o proroghe).

Alla scadenza del primo anno (e di ogni anno successivo) il brevetto può essere rinnovato.
Ma sono di fatto le aziende stesse a decidere: loro pagano la tariffa annuale e la validità del brevetto viene prolungata di un anno.
Non è una concessione del singolo Stato o dell'Europa: la cosa è automatica. Non c'è un nuovo esame formale o tecnico dell'invenzione, del prodotto. Quella - come detto - viene fatta solo la prima volta, quando l'azienda (o l'inventore) fa la richiesta per ottenere il brevetto.
Dopo, se il detentore del brevetto paga, il brevetto viene automaticamente rinnovato, se non paga il brevetto decade.
E dopo vent'anni è comunque fine: il brevetto non potrà più essere rinnovato.
Punto.

E ogni rinnovo costa. E soprattutto non è una tariffa fissa: anno dopo anno la tariffa cresce. Per le aziende non è una passeggiata di salute, comunque.

Va anche aggiunto che queste regole - giuste o sbagliate che siano - sono uguali ovunque, non valgono solo per l'Italia.
È inutile che cerchiate di far passare che l'Italia sia al servizio delle aziende, sottintendendo che gli altri paesi siano meno cedevoli.

Comunque sui brevetti ne ho scritto già in abbondanza in passato.
Se volete sapere di più su di essi, vi consiglio di leggere questi miei articoli:

Saluti,

Mauro.

venerdì 11 febbraio 2022

Io non vi voglio male, ma voi volete farvi voler male

Io non vi voglio male... ma se continuate a seguire e a diffondere le pseudoscienze non posso che bastonarvi.

E più credete a oroscopi, omeopatia, vaccini che provocano l'autismo e simili fregnacce più vi bastono.

Libertà di opinione non è libertà di sparare cazzate, come pensate voi.
E soprattutto libertà di opinione non implica il dovere da parte nostra di ascoltarvi e di prendervi sul serio.
Libertà di opinione è libertà di avere idee diverse se ci sono basi logiche e fatti concreti per averle.
E soprattutto è libertà di non ascoltarvi e non darvi spazio se quelle basi logiche e quei fatti concreti non potete offrirli.
Tutto qui.

La scienza non è democratica... ma non perché, come sostenete voi, venga imposta dall'alto. Proprio per nulla.
La scienza non è democratica perché si basa sulle prove, sui fatti, non sulle opinioni. Non conta quanti credano o non credano a una cosa. Conta quali e quante prove ci siano pro o contro.

Se ci pensate bene la cosa, anzi la scienza, come struttura di base, come ragionamento è semplice... ma voi amate complicare tutto, creando teorie antiscientifiche complicate fin dalla base, fin dal ragionamento.
Accettare le vostre idee significherebbe distruggere una delle basi della conoscenza e della scienza: il rasoio di Occam.
Ergo, non siete credibili fin dall'inizio. Anzi, non lo siete proprio a priori.

Saluti,

Mauro.

lunedì 17 gennaio 2022

Come NON fare un'infografica

Oggi pomeriggio il BMG (Bundesgesundheitsministerium, Ministero Federale per la Salute tedesco) ha pubblicato un tweet contenente un'infografica fatta con i piedi.
Si voleva far vedere con detta infografica che i vaccini funzionano.

Il tweet è questo:


Ma vediamo in specifico l'infografica:


Guardiamo i due quadrati su fondo viola: i vaccinati ("Geimpft") sono 60 milioni, i non vaccinati ("Ungeimpft") sono 17 milioni.
Quindi i vaccinati sono circa 3,5 volte e mezzo i non vaccinati... e la dimensione dei quadrati vorrebbe darci l'idea di questa differenza... peccato solo che l'autore abbia fatto un lato di circa 3,5 volte più lungo... il che ci porta a una superficie di più di 12 volte maggiore... infatti (3,5)²=12,25.
Il che diventa disinformazione... perché fa credere che i non vaccinati siano un numero (e quindi un problema) di molto inferiore alla realtà, visto che i quadrati li capiscono tutti mentre i numeri no.

Se poi guardiamo i due quadratini sotto, su fondo bianco, troviamo la stessa storia: il quadrato di destra dovrebbe avere superficie doppia, invece sono uguali (quindi sottostimando graficamente i ricoverati non vaccinati).

Questo è uno dei risultati dello snobbare la matematica (problema, come vedete, non solo italiano): se fate fare le infografiche a chi non capisce un cazzo di geometria... alla fine fate disinformazione pur usando i numeri giusti.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui la versione tedesca.

mercoledì 29 settembre 2021

È la terza dose la vera priorità?

(Ormai il discorso è vecchio, alcune delle cose che leggerete sono forse superate, ma non sono riuscito a completare l'articolo in tempo e ritengo comunque che siano temi interessanti e importanti).

Stavolta sarò scomodo.
(OK, direte, come se fossi mai stato comodo...)

Chi mi conosce e segue sa che io sono estremamente favorevole ai vaccini. E non solo per il Covid19.
Ma - e ora sobbalzerete - non sono favorevole alla terza dose.
Almeno allo stato attuale delle cose.

La mia non è una considerazione medica.
Io non sono un medico. Quindi di questo ne lascio parlare chi ne sa. Io ne so troppo poco.
La mia è una considerazione sociale e politica (e, volendo, un po' epidemiologica... capendone di numeri di epidemiologia un pochino, ma proprio pochino, posso ovviamente parlarne, di immunologia o virologia altrettanto ovviamente no).

La terza dose in teoria serve a mettere al sicuro le categorie a rischio nei paesi ricchi (in realtà delle categorie a rischio non frega niente a nessuno, ma così indirettamente si mette - anzi: si crede di mettere - al sicuro l'economia dei paesi ricchi).
Ma a queste condizioni la terza dose al virus fa un baffo.
Il virus continuerà a girare nei paesi poveri, dove oggi percentuali minime di persone sono vaccinate (a proposito: questi paesi potrebbero perciò essere un paradiso per i novax... quindi: perché questi non si trasferiscono in massa lì?).
Senza una copertura vaccinale mondiale la pandemia non si ferma.
Neanche da noi.
Se facciamo la terza dose magari facciamo uscire il virus dalla porta, ma se permettiamo che continui a girare per il mondo, prima o poi rientrerà dalla finestra.
Anche da noi.

Quindi se singole persone o categorie ben precise (per esempio gli operatori sanitari) hanno assoluto bisogno della terza dose per evitare rischi grossi o poco calcolabili, per evitare di finire male, facciamogliela. Ne hanno assoluto diritto.
Ma la terza dose per tante categorie, generalizzata o addirittura a tappeto, no.
Allo stato attuale delle cose no.
Non fino a che anche il terzo mondo non avrà sufficiente copertura vaccinale.
Le nostre terze dosi servono lì, servono a loro.

Apparentemente sembrano esserci vari problemi pratici, come alcuni commentatori su Twitter hanno fatto presente (vedasi questa discussione, di cui questo testo che state leggendo è uno sviluppo).
Ma sono in realtà falsi problemi. Ostacoli molto più bassi di quello che sembrano. Talvolta, anzi, inesistenti.
Vediamoli.

La logistica.
No, la logistica del terzo mondo non è un problema.
Per due motivi. Primo, la logistica nella maggioranza dei paesi del terzo mondo non è così malmessa come si crede. Secondo, il primo mondo, quando serve, la logistica se la porta con sé, quindi può farlo anche stavolta.

Costi ed eccedenze.
I costi non sono un problema. Ci sono programmi ONU che li coprono e anche se i paesi del primo mondo dovessero farsene carico in proprio, sarebbero costi minimi.
E le eccedenze non c'entrano proprio: qui si parla se dedicare la produzione dei prossimi tempi alla terza dose o alla vaccinazione nel terzo mondo. Le eccedenze in entrambi casi coprirebbero solo una parte minima delle necessità: è la produzione il punto, non le eccedenze.
E quindi per questo non venitemi a dire che i vaccini per la terza dose non sono quelli per il terzo mondo. Non avete capito il punto (che sta nella produzione, non dove si trovano ora le fiale disponibili).

Nuove varianti.
Più il virus circola, più è possibile che emergano nuove varianti; persino al Forum Ambrosetti se ne sono accorti come scrive Cottarelli all'interno di questo articolo: "Se le cose migliorano da noi e nel resto d'Europa, ma non altrove, il rischio che da qualche altra parte del mondo germoglino nuove varianti non è trascurabile."

Lockdown ed economia.
No, la terza dose non è l'unico modo di evitare nuovi lockdown. Anzi. Ci sono forse modi più efficaci.
Però lo spauracchio dei lockdown è ciò che porta più voti ai partiti nazionalisti e populisti. E la terza dose è l'unico modo di contrastarli, visto che riescono a far passare ogni altra misura come lockdown.
Sappiatelo.

Si possono fare le due cose in parallelo.
Terza dose e vaccini per il terzo mondo.
Questo in teoria è vero. In pratica però solo parole per tenersi i vaccini e scaricarsi di dosso responsabilità.

Numeri.
E questo è il punto più importante.
C'è chi dice che non ci siano abbastanza dosi per tutti.
Luciano 
Capone ha qui smentito tutto (non entro sul discorso brevetti o Big Pharma, che è un discorso importante ma non c'entra nulla col tema che sto trattando qui).

In sostanza: la terza dose non fermerà la pandemia, come molto bene ha scritto Andrea Zitelli qui su Valigia Blu.

Saluti,

Mauro.

lunedì 15 marzo 2021

Considerazioni sul vaccino AstraZeneca

Vorrei fare qualche considerazione personale sui problemi, veri o presunti che siano, del vaccino AstraZeneca.

Per il momento facciamo finta che ci sia almeno in alcuni casi veramente un rapporto di causa-effetto (anche se le autopsie già effettuate sembrano escluderlo).

Intanto vediamo i numeri.
La Bayerischer Rundfunk ha calcolato che si sono contati 6 trombi per milione di vaccini.
La pillola anticoncezionale è provato provochi più di mille trombi per milione di donne che la usano. Eppure viene contestata per motivi religiosi, ma non per la pericolosità.


Poi che potessero esserci dei problemi era stato messo in conto sia dalle aziende che dai governi: era il prezzo da pagare per uno sviluppo e una certificazione così veloci. La domanda da porsi è se 6 casi per milione di vaccini siano un prezzo accettabile o meno.

Ovviamente è giusto, anzi doveroso sia dal punto di vista morale che legale che scientifico, fare accertamenti per verificare se vi è veramente un rapporto di causa-effetto e per verificare se il problema riguarda solo un lotto, solo uno stabilimento o tutta la produzione AstraZeneca.

Ma, mentre si fanno questi accertamenti, è giusto sospendere la somministrazione del vaccino? O la sospensione è solo un segno di isteria? Molti, tra cui il deputato, medico ed esperto di sanità tedesco Karl Lauterbach, ritengono che sia isteria e che avrà pesanti ripercussioni. Primo, la sospensione fa ripiombare nel caos le strategie vaccinali che stavano cominciando a ingranare in tutta Europa. Secondo, mina la fiducia della popolazione nei vaccini in generale e non solo in quello AstraZeneca. E di novax ne abbiamo già più che a sufficienza.
Oltretutto... il caos e i ritardi nei vaccini causati inevitabilmente dalla sospensione di AstraZeneca (gli altri produttori non possono certo aumentare la produzione per sopperire a questo buco) causeranno più morti dell'eventuale difetto del vaccino.
E provocherà diseguaglianze regionali, visto che non è che ogni centro vaccinale riceva lo stesso mix di vaccini dei vari produttori. Ci saranno zone dove si riuscirà a vaccinare come prima, zone dove si rallenterà e zone dove praticamente ci si fermerà. Riflettiamoci.

E un'ultima considerazione per quelli che mettono sempre davanti a tutto l'economia: ve ne rendete conto questa sospensione che danni economici può fare a un'azienda come AstraZeneca? Per un problema probabilmente inesistente o comunque molto piccolo? Ci avete pensato che una sospensione così frettolosa lede l'immagine dell'azienda tutta e non solo del suo vaccino? Che molta gente ora guarderà storto ogni prodotto AstraZeneca?

Sullo stesso tema voglio segnalarvi questo video di Entropy for Life su YouTube.

Saluti,

Mauro.

sabato 16 gennaio 2021

Vaccini e varianti

Sto leggendo (e non solo in Italia) riflessioni sull'eventualità di sospendere le vaccinazioni per il Covid in maniera da poter valutare in laboratorio o anche in vivo, ma su volontari, l'efficacia dei vaccini stessi nei riguardi delle nuove varianti del virus che stanno emergendo.

Detto terra terra: sono riflessioni idiote.

Sospenderle significherebbe semplicemente smettere di proteggere la popolazione anche dal virus originale, varianti o non varianti.

Facciamo un esempio.
Mettiamo che ci siano il virus originale e tre sue mutazioni, alias varianti.
E mettiamo anche che il vaccino protegga solo dall'originale e non dalle varianti.
Bene... se continuiamo a vaccinare, almeno proteggeremo la popolazione da una delle quattro varietà del virus (1 originale + 3 mutazioni/varianti).
Se interrompiamo le vaccinazioni proteggeremo la popolazione da zero delle quattro varietà. Zero.

Cioè, detto in altre parole, se vaccini almeno qualcuno proteggi, se non vaccini non proteggi nessuno.
E oltretutto non è detto (anzi!) che i vaccini non proteggano anche dalle varianti, o almeno da alcune di esse.

Cosa significa tutto ciò?

Semplicemente due cose.
1) La vaccinazione va proseguita senza se e senza ma, con o senza varianti, se no non si protegge nessuno;
2) L'effetto del vaccino sulle varianti va ovviamente studiato, sia in vitro che in vivo, se no non ci capiamo nulla.

È pura logica.

Saluti,

Mauro.

giovedì 26 luglio 2018

Adulti e vaccinati

Un tempo esisteva il modo di dire "essere adulti e vaccinati".
Questo modo di dire era usato per far capire di essere grandi, maturi, di aver già esperienza della vita. L'espressione nasceva dal fatto che tutti i vaccini venivano fatti in età infantile o al massimo adolescenziale e che quindi un adulto che non avesse fatto tutti i vaccini in fondo da quell'età infantile/adolescenziale non era veramente uscito.

Negli ultimi anni questa espressione si sente sempre meno e il mio sospetto è che la cosa succeda non perché la lingua cambia e con essa i modi di dire, bensì perché gli adulti (adulti sulla carta) che possano dire di essere maturi nel senso di cui sopra sono sempre meno.
Infatti si incontra sempre meno gente che abbia vera esperienza della vita (nonostante tutte le "lauree alla scuola della vita" prese su Facebook & co.) e soprattutto sempre meno gente che abbia intelligenza sufficiente per riconoscerlo.
E la copertura vaccinale cala...

Saluti,

Mauro.

giovedì 19 aprile 2018

La sicurezza totale non esiste e non può esistere

Uno degli argomenti che gli antivaccinisti generalmente portano a difesa delle proprie posizioni è: "Ma la vedete la lista dei possibili effetti collaterali sui bugiardini? È lunghissima!".

Argomento assurdo: proprio tale lista parla a favore dei vaccini (o di altri farmaci).
Vi sembra assurdo? Comprensibile, ma solo perché (purtroppo) non si sa come viene gestita la qualità nell'industria.

Io non lavoro nell'industria farmaceutica, ma mi occupo comunque di qualità nell'industria. Oggi nell'industria automobilistica, in passato anche nella tecnologia medicale e nell'elettrotecnica.
Quindi vi posso raccontare qualcosa al proposito.

La parte centrale del mio lavoro è la cosiddetta FMEA, cioè la valutazione dei possibili problemi di un prodotto o processo con l'analisi di possibili cause ed effetti e la ricerca di misure per evitare o almeno ridurre il verificarsi di detti problemi e di misure sul come scoprirli il prima possibile se alla fine comunque si presentano (detto in maniera grossolana, se siete interessati a maggiori dettagli, chiedete pure).
Se voi vedeste le tabelle che ottengo come risultati di queste analisi e valutazioni vi spaventereste e non comprereste più nessun prodotto, che sia un'automobile, un televisore, un antibiotico, un vaccino, un divano, un martello o chissà cos'altro.

Però è proprio questa dettagliata analisi che è una garanzia per l'utente: tale lunga lista di possibili problemi (alias effetti collaterali nel bugiardino) dimostra che il prodotto in questione è stato analizzato fin nei minimi dettagli, che sono state considerate tutte le possibili misure per ridurre al minimo i rischi e che chi lo produce è consapevole che un rischio residuo esiste sempre e che - anche grazie alle leggi - non vuole e non può nascondercelo.

Però... appunto: rischio residuo.
Le valutazioni e le analisi che vi ho descritto servono a scoprire ed evitare i rischi.
Ma la perfezione non è di questo mondo: quindi la sicurezza totale non esiste, non può esistere.
Lo scopo di un qualsiasi processo di qualità (di qualsiasi tipo) è e sarà sempre quello di minimizzare i rischi, non quello di annullarli (ok, il marketing lo promette... ma infatti noi che lavoriamo sul prodotto concreto coi colleghi del marketing più che collaborare spesso litighiamo).
Il rischio zero non esiste: chi lo promette o dice che può essere raggiunto è solo un ciarlatano.

L'unico prodotto che non comporta assolutamente rischi è il prodotto che non esiste.

Saluti,

Mauro.

martedì 13 febbraio 2018

Un libro necessariamente inutile

O inutilmente necessario, fate voi.

Quando sono sceso in Italia per Natale ho comprato tra gli altri l'ultimo libro di Roberto Burioni, "La congiura dei somari".
Nei giorni scorsi lo ho letto.

Scrittura semplice e scorrevole, testo e contenuti comprensibili anche a chi ha solo la terza media (al netto dell'analfabetismo funzionale dilagante), scelta dei temi e degli esempi attuale e funzionale allo scopo del libro, informazioni contenute scientificamente e fattualmente corrette.
Insomma giudizio estremamente positivo.

Eppure tale libro lascia l'amaro in bocca.
Lascia l'amaro in bocca per il semplice fatto che sia stato necessario scriverlo.

In un paese dove istruzione e informazione funzionassero, questo libro di Burioni sarebbe assolutamente inutile, in quanto molte delle informazioni in esso contenute sarebbero patrimonio comune del cittadino medio (e anche meno che medio) e le altre facilmente recuperabili a partire dalle prime per chi ne avesse voglia.

Bel libro, ma è triste un paese che ha bisogno di questi libri.

Saluti,

Mauro.

lunedì 13 novembre 2017

Mi pare il minimo

L’infermiera di Treviso che fingeva di vaccinare i bambini è stata licenziata.

Altro che licenziarla.

Non fatemi dire cosa le farei io, se no mi becco una denuncia per istigazione a delinquere.

Saluti,

Mauro.

martedì 18 luglio 2017

E fortuna che erano no-Wachs (o era no-Vax?)

E fortuna che erano no-Wachs: Piazza De Ferrari quattro giorni transennata per la cera dei no-vax.

Wachs in tedesco significa cera. E si pronuncia vax.

Saluti,

Mauro.

giovedì 8 giugno 2017

Il (ora) famoso e frainteso articolo 32 della Costituzione

Tempo fa vi avevo parlato di come come costituzionalisti da strapazzo fraintendano e stravolgano l'articolo 11 della Costituzione.

Da quando è scoppiato il casino coi vaccini c'è un altro articolo diffusamente strapazzato, stravolto e frainteso: l'articolo 32.

I grandi "patrioti" difensori della libertà e della Costituzione (che non hanno mai letto, anche perché non so se sappiano leggere) ne citano sempre due bellissime frasi:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo"

e

"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario".

E cari miei questa è, come già raccontato per l'articolo 11, lettura selettiva, non è la Costituzione.
L'articolo 32 della Costituzione recita:

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."

Notate le parole in grassetto?
Notate come i bellimbusti di cui sopra non solo tagliuzzano l'articolo ma addirittura le singole frasi?

Bene, quelle parole in grassetto significano due cose:

1) Che il diritto alla salute della collettività prevale su quello del singolo, ergo se metto in pericolo la salute degli altri, lo Stato non tutela più il mio diritto a scegliere se e come curarmi, ma tutela la collettività;

2) Che io non posso essere obbligato a nulla solo fino a che a rischio è solo la mia salute, se appunto invece metto a rischio la salute altrui (per esempio annullando l'immunità di gregge non vaccinandomi) lo Stato può obbligarmi a un trattamento sanitario, eccome se può (per fortuna)!

Detto ciò si capisce che il decreto sui vaccini (come scrissi qui) è totalmente insufficiente, nonostante la contestazione di tutte le oche starnazzanti "libertà, libertà, qua qua qua", ma perfettamente legittimo. Anzi necessario.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

domenica 21 maggio 2017

Il decreto sbagliato sul giusto obbligo di vaccinazione

Il governo ha approvato il decreto proposto dalla ministra Lorenzin (ministro della Salute) per l'obbligatorietà della vaccinazione per potersi iscrivere alle scuole dell'infanzia (comunemente ancora note come asili).

Lorenzin originariamente voleva estendere detto obbligo (giustamente) anche alla scuola primaria (precedentemente nota come scuola elementare), ma l'opposizione della sua collega incompetente Fedeli (abusiva ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca pur non possedendo nessuna istruzione) ha evitato ciò.

Ora, io non so perché Fedeli si è opposta all'obbligo (o meglio lo sospetto, ma preferisco evitare querele quindi taccio... dico solo che molto probabilmente c'è di mezzo anche il Codacons)... ma una cosa la so: senza obbligo di vaccinazione per l'accesso alla scuola primaria il decreto è inutile.

Perché?
Perché alle scuole dell'infanzia non è obbligatorio iscriversi e infatti, vaccini o non vaccini, molti genitori non iscrivono i propri figli a dette scuole.
Le scuole primarie invece sono obbligatorie, tutti devono frequentarle... ergo, senza obbligo, l'immunità di gregge (che è la vera utilità dei vaccini, al di là della protezione personale) va a farsi friggere.

Quindi la ministra (abusiva) Fedeli ha semplicemente deciso che in Italia devono avere via libera malattie facilmente debellabili grazie ai vaccini. E non è neanche ministra della Salute, quindi in teoria neanche dovrebbe avere voce in capitolo (anche tenendo conto che la vera ministra della Salute sa fare il suo lavoro, simpatica o antipatica che sia).

Saluti,

Mauro.

venerdì 12 maggio 2017

I vaccini, i grillini e la legge

Di Battista sostiene che il M5S è contro l'obbligatorietà dei vaccini, ma che lotta per la loro gratuità.

Bene, io sono nato nel 1968... e i vaccini li ho sempre avuti gratuiti (cioè pagati dallo Stato grazie alle tasse di tutti... cosa che poi sarebbe quanto propone Di Battista).

E qualcuno mi viene ancora a dire che questi sono una proposta politica credibile? Gente che propone come novità ciò che è legge da più di quarant'anni?

Saluti,

Mauro.

martedì 25 marzo 2014

I vaccini non causano l'autismo

Che i vaccini non causino l'autismo è ormai un fatto assodato - nonostante complottisti e attivisti anti-scienza continuino a impestare la rete con l'accusa che lo facciano.
Non vi racconterò io perché è una bufala: Salvo Di Grazia (medico blogger, il suo MedBunker è un riferimento obbligato per chi voglia informazione corretta sulle leggende metropolitane o bufale in medicina) ha già detto tutto (per di più sul Fatto Quotidiano, che generalmente tende in questi casi a stare dalla parte dei bufalari, non della scienza).

Però, per un attimo, fingiamo che la bufala sia realtà. Fingiamo che i vaccini possano veramente provocare l'autismo.
È questo un motivo sufficiente per proibire o almeno sconsigliare i vaccini? No, assolutamente no.
Il perché ce lo spiega Leonardo in parole chiare e comprensibili anche ai più ottusi bufalari o complottisti.
Leggete e riflettete.

Saluti,

Mauro.