Non serve più che vi dica quanto in Italia le scienze naturali e la matematica siano disprezzate (sia sempre ringraziato Maledetto Croce).
Quando si tratta di numeri, formule, dati e simili quasi tutti sono allergici. Anche (forse soprattutto) i giornalisti.
Leggete questo
articolo del Post di oggi.
In particolare questo estratto:
Notate nulla di strano?
Se non lo notate ve lo dico io. Leggete questa frase:
Circa il 13% degli abitanti era a rischio povertà nel 2013, mentre nel 2016 la percentuale è passata a più del 23%, con una crescita di più del 10%.
Vi quadra? Se vi quadra, dovete tornare a studiare matematica.
L'aumento vero è di circa 10 punti percentuali (per la precisione 10,3), che in questo caso equivalgono a un aumento di circa il 78% (prendendo i valori corretti di 23,5% e 13,2%, se prendessimo i valori arrotondati di 23% e 13% l'aumento sarebbe di circa il 77%).
Perché?
In realtà è semplice. Per semplicità consideriamo i valori arrotondati di 23% e 13% (con i valori precisi il procedimento è identico, solo calcoli un pochino più lunghi se svolti a mano).
10% è la differenza "assoluta" tra 23% e 13%, non è la differenza "percentuale" tra i due valori.
Se io, invece di 23% e 13%, vi avessi detto solo 23 e 13 voi avreste (giustamente) detto che tra i due valori c'è una differenza di 10 unità, non del 10%.
Quindi quel 10% rappresenta l'aumento in valore assoluto (potremmo qui quasi considerare il "%" come un'unità di misura).
Per calcolare l'aumento in percentuale devo fare un altro ragionamento.
Prendiamo solo 23 e 13 (e non 23% e 13%). Se io vi chiedo quant'è l'aumento percentuale passando da 13 a 23 voi cosa fareste?
Voi fareste il seguente calcolo (con dP indico l'aumento in percentuale):
dP=[(23-13)/13]x100=76,92%
Che è il modo corretto di calcolare un aumento (o una diminuzione) in percentuale.
E per 23% e 13% invece di 23 e 13 vale assolutamente la stessa cosa.
Usando i valori precisi:
dP=[(23,5-13,2)/13,2]x100=78,03%
Saluti,