giovedì 9 maggio 2019

Contro il rimborso ai "truffati"

Ora vi racconto una storia. Una storia personale. Vera.

Quasi 15 anni fa mio papà ha investito qualche soldino in azioni CaRiGe (credo ca. 3000€, non ricordo bene, comunque la cifra precisa non è importante).
CaRiGe. Per voi oggi significa Banca CaRiGe. Per noi vecchi genovesi significa Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

Poi papà si è ammalato e non se ne è più curato. Aveva altri problemi.
Quando è mancato quelle azioni sono andate, come legge prescrive, metà a mia mamma e metà a me (cioè metà al coniuge e metà ai figli, ma io sono figlio unico).
Ora entrambi possediamo meno di 0,01€ di azioni della CaRiGe.

E no, non ne abbiamo vendute: le abbiamo tenute tutte. La quantità di azioni che io e mamma possediamo è in totale la stessa di quando papà le comprò.
Oggi con 3000€ rischio di comprarmi tutta CaRiGe, immobili esclusi.
Però non chiederò nessun rimborso truffati, visto che la prima truffa è il rimborso stesso: noi abbiamo investito male. Nessuno ci ha costretto a farlo.
E dico "noi" coscientemente: io, ai tempi, se fossi stato a Genova e non in Germania avrei accondisceso al suo investimento. Anzi ci avrei aggiunto di mio.

E quello che sta dopo il primo dei due punti nel passaggio sopra scritto vale per almeno i tre quarti (e mi tengo basso) dei cosiddetti "truffati" (e vale per tutte le banche nei casini, non solo per CaRiGe).
Non sono truffati (o "risparmiatori", come i grillini vogliono farli passare). Nella maggioranza sono semplicemente investitori coscienti dei rischi che correvano e che hanno avuto sfortuna. O che hanno calcolato male per scarse conoscenze (ergo ignoranti).

Quindi il rimborso generalizzato è una truffa verso tutti quelli che non hanno investito in dette banche.
Qualche truffato c'è stato veramente. E questi meritano sì il rimborso. Ma sono una minoranza.
La maggioranza ha investito conoscendo i rischi. Magari non conoscendo nei dettagli ogni signolo rischio, ma comunque sapendo che non era un investitmento sicuro al 100%. Che nessun investimento può essere sicuro al 100%.

E no, l'essere truffato o no non dipende dal tuo essere ricco o povero (il M5S vorrebbe far passare tutti i poveri come truffati).
Dipende dalle informazioni che ti sono state messe a disposizione al momento dell'investimento: possono quindi benissimo esserci ricchi truffati e poveri non truffati (anche se obiettivamente è più facile che il povero, non esperto di questioni finanziarie, venga truffato).

Saluti,

Mauro.

2 commenti:

  1. Una cosa che dovrebbero insegnare è che in un qualsiasi investimento la "vincita massima teorica" o la "redditività" cresce a crescere del rischio di trovarsi in mano un pugno di mosche.

    Investimenti con una resa del 0,1% annuo sono decisamente sicuri, investimenti con una resa del 10% invece sono ad alto rischio.

    Purtroppo in italia c'è molta ignoranza finanziaria, e molti convinti ancora che basti seppellire gli zecchini nel campo magico per aver alberi di zecchini.

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    1. Vero.
      Però, come appunto tu scrivi, l'investitore è molto più spesso un ignorante che un truffato.
      E la legge (giustamente) non prevede l'ignoranza neanche come ttenuante, figuriamoci quindi vederla come diritto di considerarsi vittima.
      Decreto che se diventa legge la Corte Costituzionale farà a pezzi nel tempo di bersi un caffé.

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