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martedì 17 giugno 2025

Non abbiate paura di usare più caratteri

Chi mi segue avrà notato il titolo del mio ultimo articolo qui sul blog: Non giudicate l'autore/autrice.

Ora, qualcuno potrà accusarmi di essere politicamente corretto: non bastava scrivere solo autore?
Ma è invece proprio perché sono contro il politicamente corretto che ho usato la doppia forma autore/autrice.

Altri avrebbero usato cose come la schwa o l'asterisco, scrivendo (rendendosi abbastanza ridicoli, oltretutto, visto che qui la differenza non riguarda una sola lettera) autə o aut*.
Altri ancora, seguendo la consuetudine, avrebbero scritto solo autore, usando (magari inconsciamente) il maschile sovraesteso o non marcato.
Altri ancora avrebbero proprio usato il maschile consapevolmente, come rifiuto del politicamente corretto.

Ora, io vorrei buttare nella spazzatura sia i primi che i terzi e salvare solo i secondi.
Però mi rendo conto che viviamo in tempi ipersensibili... dove ognuno di noi si crede uno snowflake.
Non volendo cadere nell'ipersensibilità (e rendermi quindi ridicolo con cose come la ə), ma non volendo neanche offendere gli ipersensibili... uso quindi il doppio termine.
Del resto cosa mi (vi) costa digitare un paio di caratteri in più?

Saluti,

Mauro.

domenica 25 maggio 2025

Archeologia personale

Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a rimettere a posto un po' di libri della mia biblioteca personale.
E da uno dei libri che stavo sistemando è caduto fuori un foglietto, strappato da un bloc notes di non grandi dimensioni e scritto su entrambi i lati.

Questo foglietto:



Di cosa si tratta?

Quando vivevo a Colonia organizzavo spesso attività culturali relative all'Italia o a Colonia stessa.
In questo caso a entrambe: questo foglietto rappresenta una prima bozza schematica del tragitto (con anche indicazioni dei mezzi pubblici da usare) di un giro per Colonia intitolato "Tracce italiane a Colonia" che organizzai quasi 15 anni fa.

Non ricordavo di averlo conservato, ma di sicuro - per quanto malconcio - ora non lo butto più via, anzi lo conservo con cura.

Saluti,

Mauro.

sabato 12 aprile 2025

Un racconto (quasi) in diretta: Mauro e la ragazzina

Oggi pomeriggio ero in un bel localino a Pegnitz, non lontano da Auerbach, dove abito.
Ero seduto a un tavolino con una birra e il mio laptop a curare un po' di fatti miei ed ero lì perché è un locale molto piacevole e non avevo voglia di starmene chiuso in casa.
Ma questo non è interessante.
Interessante (poi capirete perché) è che il mio tavolino non era distante dalla porta che portava ai servizi igienici.
A un certo punto una ragazzina (a occhio direi di 9-10 anni, ma anche fossero stati un paio di più non sarebbe cambiato nulla) ha chiesto al bancone la chiave e ha raggiunto la porta di cui sopra.
Ha cercato di aprirla ma, non so per quale motivo, ha incontrato delle difficoltà e ha cominciato a girare la chiave di qua e di là.
Io ero lì a due passi, potevo alzarmi, aprirle la porta e tornare subito al mio tavolino. Ci avrei messo letteralmente tre secondi a fare tutto.
Invece non mi sono alzato, ho chiamato la giovane donna che era al bancone e le ho detto che la ragazzina aveva dei problemi con la porta, così la donna ha lasciato il bancone e fatto quello che avrei potuto fare subito io (e ovviamente la cosa è durata decisamente più a lungo, anche se lei si è mossa subito).

Perché mi sono comportato così?
A causa delle fisime del mondo d'oggi, delle paturnie della società contemporanea ho pensato che io, uomo adulto, vicino a una ragazzina di 9-10 anni sconosciuta, davanti a una porta dei bagni in un angolo non nascosto ma neanche visibilissimo... se qualcuno avesse visto, chissà cosa avrebbe capito, come avrebbe reagito.
20 o 30 anni fa io non mi sarei fatto questi pensieri, non mi sarei fatto tanti problemi ad aiutarla.

Dove sta andando la nostra società?

Saluti,

Mauro.

P.S.: La donna al bancone, quando le ho spiegato, mi ha dato ragione. Ha detto che oggigiorno non si sa mai, meglio evitare problemi.

sabato 16 novembre 2024

Prima o poi doveva succedere

Ha resistito per quasi 20 anni alla mia incapacità di trattare le piante, ma alla fine neanche lui ce l'ha più fatta.

L'agave mi ha lasciato.


Riposa in pace, agave.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 19 giugno 2024

Siamo maggiorenni!

Buon compleanno, Blog!

Oggi sono 18 anni: ci trovammo qui per la prima volta il 19 giugno 2006... durante i mondiali di Germania e ora diventiamo maggiorenni durante gli europei di Germania 😉

Auguri a noi.

Saluti,

Mauro.

venerdì 19 aprile 2024

L'agave eterno

Nel 2011 parlai qui del mio agave, che avevo piantato 5 anni prima...

Oggi, 2024, quell'agave vive ancora.
In pratica, è diventato maggiorenne.

Visto come lo tratto, è più che evidente che si prende gioco di me.

Saluti,

Mauro.

giovedì 16 novembre 2023

Siamo sinceri

Io sono uno stronzo.
Ed è questo che mi fa comunque migliore di voi.
Rifletteteci.

Saluti,

Mauro.

martedì 7 novembre 2023

Si giudica troppo velocemente

C'è un'incomprensione (che poi spesso neanche un'incomprensione è, visto che non c'è stato dialogo al proposito, quindi non ci si è proprio potuti spiegare).
Ma solo una banalità è.

Però comunque si giudica, si tirano conclusioni.

E l'altro neanche sa cosa sta succedendo.
Perché non glielo dici. Perché chiudi subito la porta.
E visto che non ha fatto nulla, neanche sa, neanche può immaginare, cosa tu credi che abbia fatto, visto che sbatti la porta senza spiegazioni.

E si soffre.
Perché comunque ti si ama. Nonostante tutto.

Saluti,

Mauro.

sabato 5 agosto 2023

Troppi temi, troppi stimoli

Ci sarebbero decine di cose su cui scrivere, ma a cosa dare la priorità?

Ditemi voi cosa vorreste leggere, su cosa vorreste che io scriva.

Saluti,

Mauro.

lunedì 10 luglio 2023

Storia personale di Genoa-Fiorentina

Che Genoa-Fiorentina per me non sia (e non possa essere) una partita normale, lo spiegai già qui.
Ma serve un aggiornamento.
Già lo ho fatto in un thread su Twitter, ma che qui raccolgo in testo unico.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato il calendario della Serie A 2023-2024.
Io, onestamente, non ho mai capito l'hype sui calendari dei vari campionati nazionali (in ogni sport, non solo nel calcio): prima o poi devi incontrare tutti, e tutti due volte, una in casa e una in trasferta.
Ergo: non esiste un calendario duro o un calendario morbido. Esiste il calendario. Punto.
L'unico effetto del calendario è al limite quando farai i punti, non quanti ne farai.

Però nel calendario del campionato 2023-2024 c'è una cosa importante.
Importante per me, non tanto per il mio Genoa (a parte l'essere l'esordio in serie A dopo un anno di Purgatorio).

Qui va fatto un inciso.
A parte il mio Genoa ci sono alcune squadre che mi stanno simpatiche (in primis il Torino) e alcune che mi stanno antipatiche (in primis la Lazio). Ma la maggioranza delle squadre mi sta semplicemente indifferente.

Torniamo ora al calendario.
Il Genoa esordirà ospitando la Fiorentina.
E allora, direte voi?

Fino a qualche anno fa (per la precisione fino al 2014) la Fiorentina apparteneva alla terza categoria: mi era indifferente.
Ma, quindi, cosa successe nel 2014? Morì mio papà.
E cosa c'entra lui con la Fiorentina?
Mio papà mi attaccò la malattia Genoa.
Però...
L'unica trasferta che abbiamo mai fatto insieme (derby esclusi, ma questi non sono vere trasferte) è stato un Fiorentina-Genoa.
L'ultima partita che vedemmo insieme al Ferraris fu un Genoa-Fiorentina.
E la prima partita che vidi al Ferraris dopo la sua morte (e vi garantisco che fu cosa casuale, non cercata) fu di nuovo un Genoa-Fiorentina.

Ecco... Genoa-Fiorentina non sarà mai più per me una partita normale.
E ovviamente la Fiorentina non è più nella categoria "indifferenti". E tanto meno in quella "antipatiche".
Non so se si possa parlare di vera simpatia, ma di sicuro ora c'è con la Fiorentina un legame particolare.

E io ora non vedo l'ora (scusate la ripetizione) che arrivi il 19 agosto per godermi questo nuovo Genoa-Fiorentina, anche se stavolta non potrò essere allo stadio.

Saluti,

Mauro.

lunedì 19 giugno 2023

E facciamoci gli auguri!

Oggi questo blog, tra alti e bassi, compie ben 17 anni.
Ancora un anno e diventerà maggiorenne!

Mi faccio gli auguri e ringrazio di cuore tutti i miei lettori, pochi o tanti che siano. Passati, presenti e (si spera) futuri.

Saluti,

Mauro.

venerdì 19 maggio 2023

Orecchio musicale

Io non mi sono mai considerato una persona musicale.
Sì, amo la musica (ma da ascoltatore) e quasi quarant'anni fa studiai un po' di chitarra classica (ma saranno comunque trent'anni che non prendo più in mano la chitarra).
E al di là di ciò, non ho mai ritenuto di avere un vero orecchio musicale (basta sentirmi quando canto: la convenzione di Ginevra la considera tortura).

Oggi ho scoperto questo quiz su YouTube:

E ho voluto mettermi alla prova.

Su quindici domande ne ho sbagliate solo due: la 11 e la 14.
Ma mentre la 11 la ho sbagliata di brutto (ero convinto della mia risposta), sulla 14 sono stato indeciso, ero dubbioso.
Direi niente male per uno che non ha orecchio 😊

Saluti,

Mauro.

domenica 19 febbraio 2023

Dormire

Non sempre è facile.
Anche se hai sonno e non hai problemi di salute.

Saluti,

Mauro.

giovedì 2 febbraio 2023

Io sono io

Io sono io.
E voi siete voi.

Ma so che avete già capito male... non sto intendendo la cosa nel senso del Marchese del Grillo 😉

E invece dovete capire bene!

Quanto ho scritto significa solo che quando dialoghiamo non dobbiamo giudicare l'altro solo in base ai nostri schemi mentali (è difficile, lo so), ma prima di giudicarlo dobbiamo cercare di capire i suoi.
Ognuno ha schemi mentali differenti e per poterli giudicare (e quindi accettare o condannare, perché sì, si possono anche condannare, non vanno per forza accettati per chissà quale malintesa tolleranza) bisogna prima capirli. Senza capire, nessun giudizio è possibile. Né positivo né negativo.

E, prima che insorgiate, vorrei che notaste l'unica parola che ho scritto in grassetto sopra.
Solo.
Con quella sottolineatura voglio rendere chiaro che non dobbiamo per forza abbandonare i nostri schemi mentali, ma che dobbiamo anche impegnarci a capire quelli altrui.
Perché gli schemi mentali sono necessari, inevitabili, ma non ce n'è uno superiore all'altro.
Gli schemi devono esserci, ma devono essere flessibili, non rigidi.

Del resto quelli che definiamo "schemi mentali" sono semplicemente la cultura in cui siamo cresciuti.
E ogni cultura ha lati positivi e negativi.
E se, per liberarci dei lati negativi, buttiamo via tutta la nostra cultura... allora buttiamo via il bambino insieme all'acqua sporca.

Poi, se uno schema mentale (che sia nostro o altrui) è rigido, intollerante, arrogante, razzista o simili... beh, allora sì che c'è qualcosa che non va. E allora va combattuto.
Perché in quel caso c'è solo acqua sporca, nessun bambino.
E soprattutto non c'è nessuna cultura,

Ma, se prima di giudicare chi ha altri schemi mentali, non vi impegnate a capirli (capire non significa accettare e basta, come certa attuale propaganda vuol far credere, capire significa impegnarsi per vedere da dove vengono quegli schemi e perché sono così)... beh, allora siete voi i "talebani".
Non quelli che combattete.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Il sottotitolo di questo blog (sottotitolo esistente dal 2006, non nato oggi) è, non a caso, "Io sono io. O no?".

martedì 17 maggio 2022

Io sono un idiota

Infatti continuo a illudermi che con l'umanità si possa ragionare.

Non ho mai creduto veramente alla bontà dell'essere umano, ma ho sempre sperato che sapesse ragionare, che non fosse così scemo da andare contro sé stesso.
Insomma, ho sempre creduto in un suo sano egoismo.

Ma la realtà mi smentisce quotidianamente.
Ogni allusione alla pandemia e alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina (ma anche a tante altre cose) è puramente voluta.

L'essere umano ha un egoismo malato: è disponibile a farsi del male da solo purché anche gli altri si facciano male. E se il bene proprio diventa anche il bene altrui... allora diventa masochista. Basta che gli altri soffrano, se ne frega di subire danni in proprio.

Saluti,

Mauro.

lunedì 31 gennaio 2022

Dettagli genovesi 42 - Grotte marine in città

A Boccadasse...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 28 gennaio 2022

Dettagli genovesi 41 - Sottomarini in città

 


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

giovedì 27 gennaio 2022

Dettagli coloniesi 33 - Gelati sui tetti

 


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli coloniesi.

martedì 21 dicembre 2021

Insegnanti che ti cambiano la vita

A scuola (elementari, medie, superiori) ci sono insegnanti che lasciano il segno in positivo, altri in negativo, la maggioranza - purtroppo o per fortuna - invece non ne lascia proprio.
Questo lo abbiamo sperimentato tutti.
Non vi sto raccontando nulla di nuovo. Tutti sapete di cosa parlo.

Però poi ci sono anche quelli che hanno lasciato un segno indelebile.
Insegnanti che hanno veramente segnato la tua vita. Che la hanno cambiata.
Non solo insegnanti che hanno lasciato un segno positivo, comunque, questo va detto.

Nel mio caso una detta insegnante esiste. E lo ha lasciato positivo. Altro che positivo!
Un'insegnante che ha segnato la mia vita.
E ancora oggi, 39 anni dopo gli avvenimenti di cui parlo, continuo a ringraziarla. Non posso che considerarla la fortuna della mia vita. O almeno una delle più grandi fortune.

Parlo dell'insegnante di educazione artistica che ebbi alle medie, la professoressa Paola Danovaro.

Ora voi salterete sulla sedia... direte: Mauro tu sei laureato in fisica, hai fatto il liceo scientifico... che cavolo c'entra l'educazione artistica?
C'entra, c'entra... ma soprattutto c'entra l'intelligenza di detta insegnante.

Ai tempi (non so come siano le regole oggi, io finii le medie inferiori nel 1982) dovevi fare la preiscrizione alle superiori già prima dell'esame di terza media.
Ma questa preiscrizione non la facevi direttamente, bensì tramite la tua scuola media.
Cioè, tu sceglievi la scuola superiore che volevi frequentare e consegnavi la preiscrizione alla scuola media che frequentavi. In questa scuola c'era un'insegnante (uso il femminile perché nella mia scuola era un'insegnante, ma in altre scuole poteva essere tranquillamente un insegnante) che gestiva queste preiscrizioni per poi passarle alle scuole superiori in questione.

Nella mia scuola media dell'epoca (per lo meno per la mia sezione) l'insegnante a cui era stato affidato detto compito era, appunto, Paola Danovaro, insegnante di educazione artistica.

E lei ovviamente vide a quale scuola superiore volevo preiscrivermi: l'istituto tecnico "Galileo Galilei", più precisamente alla sezione per perito in telecomunicazioni (l'istituto esiste ancora, anche se ovviamente è cambiato in questi quattro decenni).

Una mattina, durante una lezione di italiano, la Danovaro bussò alla porta della classe e chiese all'insegnante di italiano Maddalena Benazzoli Flick (sì, quel cognome lì non è casuale, lo so che lo avete già sentito, era la moglie del futuro ministro di grazia e giustizia e futuro presidente della corte costituzionale Giovanni Maria Flick) "Maddalena, ti dispiace se ti rubo per un po' Venier?".
La Flick non fece resistenza perché sapeva che la collega si occupava delle preiscrizioni per le superiori e quindi pensò che la richiesta riguardasse ciò.
Pensò giusto... ma non credo proprio che potesse immaginare cosa successe dopo.

La Danovaro mi portò nella sala insegnanti, mi fece sedere e mi guardò.
Poi mi disse: "Venier, ma sei pazzo, perché non vuoi andare al liceo, coi tuoi voti e le tue capacità? Perché cavolo ti vuoi iscrivere a un istituto tecnico, anche se ottimo?".

Ecco, qui serve una specie di flashback.
Io vengo da una famiglia operaia: papà operaio e mamma casalinga.
Quindi una famiglia dove, al di là del rispetto per la cultura e l'istruzione, bisogna considerare anche il lato pratico, materiale delle scelte.
E proprio per questo avevo scelto la preiscrizione all'istituto tecnico: anche se io volevo andare un giorno all'università (e mio papà mi sosteneva), volevo anche un piano B... cioè poter avere la possibilità, se necessario, di trovare un lavoro subito finite le superiori.
Non è che la mia famiglia potesse permettersi chissà quali spese, quali impegni.

Però quell'insegnante, la Danovaro, praticamente mi mangiò la faccia.
"Uno come te deve andare al liceo!"

E alla fine andai al liceo (scientifico, ovviamente, il Leonardo Da Vinci... piuttosto che andare al classico avrei fatto lo spaccapietre 😉).

E poi andai all'università, dove mi laureai in fisica.

E poi mi sono costruito una carriera nell'industria.

Ma senza la professoressa di educazione artistica Paola Danovaro non so dove sarei arrivato. Probabilmente a molto meno di quello che ho ottenuto.
Di sicuro, se poi avessi deciso di rinunciare all'università, ascoltarla mi avrebbe danneggiato.
Ma io in realtà sapevo già da allora che all'università volevo andarci, e probabilmente il piano B di cui sopra sarebbe stato in questo senso dannoso, perché vista la qualità dell'istituto tecnico in questione avrei avuto troppe offerte per andare subito a lavorare e quindi motivi per rinunciare all'università.

Talvolta ci sono insegnanti che ti cambiano la vita. Letteralmente.
Io un'insegnante che lo ha fatto la ho avuta.
E non la dimenticherò mai.
Le sarò sempre riconoscente.

Saluti,

Mauro.

martedì 23 novembre 2021

La Germania e il personale qualificato

Le aziende tedesche si lamentano della mancanza di personale qualificato.
Le aziende straniere attive in Germania apprezzano la presenza di personale qualificato.
Contraddizione?
No, solo che le aziende tedesche vorrebbero pagare il personale qualificato come quello non qualificato, mentre quelle straniere sanno che il personale qualificato va pagato adeguatamente (sui costi accessori del lavoro hanno però meno comprensione).

D'altro canto è però vero che molte aziende straniere programmano per il prossimo futuro meno investimenti in Germania.
Ma non c'entra la mancanza di personale qualificato (che, come detto, non esiste).
C'entra la politica. E il suo ritardo nel modernizzare le infrastrutture, in particolare quelle digitali.
La FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung, uno dei due più importanti giornali tedeschi) lo ha descritto bene qui.

È significativo un passaggio all'inizio dell'articolo:

Vor allem vier Dinge bemängeln Investoren dabei: Rückstände in der Digitalisierung, steigende Kosten, Mängel in der logistischen Infrastruktur und die stagnierende Produktivität. Als positiv werden vor allem stabile Rahmenbedingungen und die Verfügbarkeit von Fachkräften beurteilt.

Traduco:

Soprattutto quattro cose lamentano gli investitori: ritardi nella digitalizzazione, costi crescenti, carenze nelle infrastrutture logistiche e produttività stagnante. Vengono giudicate positivamente soprattutto le condizioni generali stabili e la disponibilità di personale qualificato.

Ma leggetevi tutto l'articolo (usando magari Google Translate se non sapete il tedesco). È estremamente interessante e neanche troppo lungo.

Saluti,

Mauro.