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venerdì 31 gennaio 2025

Salvini, non mi interessa se il medicinale è prescritto dal medico

Salvini ha fatto un'altra delle sue sparate senza senso, anzi pericolose.

Tra le tante proteste sul "nuovo" codice della strada (in realtà tanto nuovo non è, più che altro sono state inasprite le sanzioni) c'era quella di chi prende medicinali consentiti e prescritti dal medico e che con i nuovi test rischia di vedersi sospesa la patente o comunque di beccarsi belle multe.

E Salvini subito a precisare che chi prende medicinali prescritti dal medico non deve temere nulla.

E no!
Qui sia la protesta che l'assicurazione di Salvini sono assurde, anzi pericolose.

Se uno prende sostanze consentite (o addirittura prescritte dal medico) o proibite riguarda un altro ambito della legge: il codice della strada ha a che fare con la sicurezza del traffico.

E molti medicinali perfettamente legali alterano comunque la tua percezione, la tua capacità di attenzione.
Quindi se tu prendi un medicinale che ha questi effetti, anche se prescritto dal medico, e poi ti metti al volante rischi di essere pericoloso quanto uno sotto l'effetto di alcool o droghe... quindi è giusto che tu in quelle condizioni non abbia il permesso di guidare e che se lo fai comunque venga sanzionato.

Punto.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 4 dicembre 2024

Il malore di Bove

Tutti avete letto o sentito del malore del giocatore Edoardo Bove in Fiorentina-Inter di domenica scorsa.

Non voglio qui parlarvene in termini medici (a parte il fare ovviamente gli auguri di una ripresa completa e possibilmente veloce al ragazzo) primo perché non sono un medico e secondo perché anche se lo fossi non ero sul posto quindi parlerei comunque solo per sentito dire (e da quel che ho capito le cose non sono ancora del tutto chiare, nonostante le analisi già effettuate).

Voglio però parlarvene dal lato dello sciacallaggio, visto che stavolta ce ne è stato di tre diversi tipi.

1) Le foto.
Tutti i giornali e i siti di informazione hanno cercato di pubblicare foto (e video) dell'evento. Con i fotografi che cercavano di beccare i "vuoti" nella barriera che i giocatori hanno creato per proteggere la privacy di Bove.
Ora voi mi tirerete fuori il diritto di cronaca. Però ditemi: cosa aggiunge l'immagine di un corpo a terra con i sanitari che cercano di rianimarlo a un testo che racconta gli eventi? Nulla!
Non si tratta di un delitto o di un incidente automobilistico dove le immagini talvolta (ma solo talvolta!) possono aiutare a ricostruire la dinamica dei fatti (ma ciò, ovviamente, serve alle autorità e alle assicurazioni, non al grande pubblico).
È solo voyeurismo.

2) I vaccini.
Sui social networks e anche nei commenti sui siti di informazione si è subito scatenata da una parte dei frequentatori una shitstorm contro i vaccini... Bove era vaccinato!
Come fosse l'unico giocatore a essere vaccinato (e come mai alla stragrande maggioranza degli altri allora non succede nulla?). 🤦‍♂️
Oltretutto casi come quello di Bove sono per fortuna sempre meno frequenti, grazie alle rigide regole della medicina sportiva in Italia (che all'estero, Inghilterra in particolare, dovrebbero copiare).

3) Il "ritardo" nei soccorsi.
Molti hanno polemizzato (e continuano a farlo nonostante le spiegazioni) per il fatto che l'autoambulanza non sia entrata in campo e che questo abbia rallentato i soccorsi. Sfruttando anche il fatto che un paio di giocatori in campo si siano innervositi per lo stesso motivo.
Prima di tutto i giocatori non sono medici, quindi ne sanno quanto noi spettatori di quali interventi servano e dei tempi necessari: la loro reazione non dimostra quindi proprio nulla (e anzi, ha rischiato in questo senso di fare danni, anche se io la comprendo).
Poi i giocatori in campo sono sotto adrenalina come in ogni competizione... adrenalina che non viene certo abbattuta da un evento simile, anzi il contrario!
E soprattutto i protocolli per gli interventi medici in campo non sono fatti a caso e sono oltretutto costantemente valutati e, se necessario, aggiornati.
I sanitari sapevano quello che facevano.

Saluti,

Mauro.

lunedì 10 luglio 2023

Cosa sono i sorfanetti?

In un gruppo chiuso di Twitter ieri Anna ha raccontato che gliene hanno regalata una scatola e Marco mi ha sfidato a parlarne.

Ma cosa sono?
Prima di tutto: pseudomedicina. Fuffa.
E in secondo luogo: tradizione popolare ligure.

Quando ero bambino erano presenti negli armadietti delle medicine di ogni casa genovese o ligure. Oggi (per fortuna) non sono più così diffusi.

Ma in pratica, nel dettaglio, pseudomedicina o meno, che roba è?
Oggi voglio provare a spiegarvelo.

Tecnicamente sono dei bastoncini (o candelotti) di zolfo che vengono usati per curare il torcicollo e dolori simili.


L'utilizzo è molto semplice: si sfregano o si fanno rotolare sulla parte dolorante.
Dopo un po' lo zolfo emette un crepitio e poi spesso si spacca (la tradizione popolare dice che una volta spezzato il candelotto perda efficacia quindi le sue parti non vadano più riutilizzate).

Come detto sono pseudomedicina. Non ne è mai stata dimostrata l'efficacia al di là un possibile classico effetto placebo.

Ma secondo i cultori delle medicine cosiddette alternative, da dove verrebbe la loro efficacia?
La cosa bella è che non sono neanche d'accordo tra loro!
Ci sono diverse correnti di pensiero:
1) lo strofinamento stesso è salutare (ma nessuno spiega come/perché);
2) assorbirebbero l'elettricità statica prodotta presente in caso di dolori/lesioni muscolari;
3) la differenza di potenziale elettrico tra zolfo e fasci nervosi influirebbe sulla trasmissione del segnale nervoso;
4) assorbirebbe l'umidità (continua a essere credenza diffusa che i dolori muscolari/reumatici siano causati dall'umidità);
5) lo strofinamento produce calore, che allevia il dolore.

Esaminiamo queste ipotesi in maniera scientifica.
1) Se lo strofinamento in sè provoca beneficio, allora il materiale sarebbe secondario: perché proprio lo zolfo e solo lo zolfo?
2) Anche volendo credere che vi sia elettricità statica, questa non si assorbe. Al limite si elimina o devia (stile parafulmine).
3) Differenza di potenziale tra zolfo e fasci nervosi? OK, i nervi sono conduttori, ma qui siamo al ridicolo.
4) Lo zolfo è idrofobo. Come fa ad assorbire l'umidità?
5) Vedi 1). Allora andrebbe bene quasi ogni materiale.

Le tradizioni antiche sono una ricchezza culturale... ma non quando sono pseudomedicine che ci possono distogliere da cure serie o direttamente danneggiarci!
In questo caso i danni sono limitati (al limite uno si tiene il dolore un po' più a lungo del necessario), ma non sempre è così.
Usate la testa.
Non ascoltate i ciarlatani.

Comunque leggetevi questo articolo della Stampa del 2020!

Saluti,

Mauro.

venerdì 2 dicembre 2022

Scienza e pseudoscienza

Il 28 novembre del 2021 ho scritto un articolo sulla pseudomedicina in Germania.
Ovviamente comunque il problema non riguarda solo la Germania (anche se ivi è particolarmente forte) e non riguarda solo la medicina (anche se in medicina è particolarmente pericoloso).

Oggi vorrei qui parlare di un problema strettamente legato a quanto trattato nell'articolo citato sopra.

Come si è arrivati al punto che (non solo in Italia, ma in Italia in maniera estrema) scienza e pseudoscienza vengano considerate come differenti opinioni di pari dignità e che quindi ogni fuffa abbia dignità di discussione, costringendo esperti, scienziati o comunque persone preparate a doversi confrontare in pubblico con persone che non hanno la minima idea degli argomenti di cui parlano (o sono direttamente in malafede)?
Proviamo a formulare un'ipotesi (anzi: provo a formulare un'ipotesi, una mia ipotesi).

In Italia purtroppo sappiamo che la scienza e la tecnologia sono vilipese e spesso disprezzate. E comunque al meglio considerate non importanti a livello culturale.
Di questo, come già detto e scritto più volte, sono responsabili Giovanni Gentile e soprattutto Benedetto (mai nome fu più sbagliato) Croce.
Verrebbe quindi spontaneo pensare che la situazione di cui sopra possa essere a loro legata.

E invece no.
Stavolta Gentile e Croce non c'entrano.
Di loro possiamo (e dobbiamo) dire tutto il male possibile, ma il loro sminuire l'importanza di scienza e tecnologia non è mai sfociato nella difesa - o almeno sdoganamento - di pseudoscienze e fuffa varia.
Anzi, loro non le consideravano proprio, perché la loro formazione logica (anche se logica in senso filosofico e non matematico-scientifico) li portava a rifiutarle a priori.
Almeno in questo caso loro sono innocenti.

E allora?
Da dove viene questa situazione (oltretutto non limitata solo all'Italia)?

Intanto stabiliamo uno spartiacque: questi discorsi valgono solo per tempi relativamente recenti, essendo la scienza come la intendiamo oggi una costruzione nata tra '600 e '700.
Distinguere tra scienza e pseudoscienza per ciò che ci fu prima di allora è al massimo speculazione accademica, gioco linguistico. In concreto: non ha senso.

Nel nostro discorso ci aiuterà un ottimo libro di Silvano Fuso (libro che ha comunque altri obiettivi rispetto a quello di questo articolo, ma rimane un'ottima guida): Scienza, pseudoscienza e fake news, pubblicato da edizioni Dedalo, prima edizione 1999, ristampa in mio possesso nella collana Senzatempo della stessa edizioni Dedalo, 2021.
In particolare il terzo e l'ottavo capitolo di detto libro.

Tutto parte, paradossalmente, dal successo del metodo scientifico che, partendo dall'illuminismo, portò al positivismo.
Cioè al tentativo di spiegare tutto in termini non tanto scientifici, quanto deterministici.
Infatti il positivismo è una deformazione del metodo scientifico.
Il secondo, detto in maniera terra terra, pone delle regole per cercare delle risposte. Non pretende di arrivare alle risposte (né tantomeno pretende che ci sia sempre una risposta precisa e univoca), pretende "solo" di spiegare come bisogna lavorare per avere la possibilità di arrivarci, quale metodo e quali strumenti logici vadano usati.
Il primo invece, sempre detto in maniera terra terra, dice che se abbiamo i dati di partenza e conosciamo il metodo scientifico... automaticamente arriviamo alle risposte. E queste sono univoche e precise.

E questo è ciò che ha fatto danni.
Perché, ovviamente e prevedibilmente, ha provocato la classica (per dirla in termini fisici) reazione uguale e contraria, soprattutto ove la scienza non era in grado di dare risposte precise (qualsiasi fosse il motivo).

Tutti sappiamo che la scienza in realtà non è deterministica. Per lo meno lo sappiamo da quando conosciamo la fisica quantistica (ma i veri scienziati in realtà lo hanno sempre saputo).
A partire da date condizioni di partenza, l'evoluzione di un sistema dipende non solo da queste ma - almeno - anche dalle condizioni al contorno.
Esempio banale. Voglio vedere come si evolve una reazione chimica. Condizioni di partenza fissate e identiche, ma una volta la provo nel chiuso asettico di un laboratorio e una volta all'aperto, senza particolari precauzioni.
È ovvio che nella maggioranza dei casi vedrò evoluzioni simili, ma comunque diverse.
Per un positivista - semplificando - invece, essendo le condizioni di partenza uguali avrei dovuto ottenere la stessa evoluzione indipendentemente dalle condizioni al contorno.

E qui casca l'asino.

Perché non essendo possibile ottenere sempre le stesse identiche risposte (la natura è solo in parte deterministica, e anche quella parte non nel modo in cui lo si intende comunemente) c'è stata una reazione al positivismo (cosa giustificata) che si è estesa poi a tutta la scienza (cosa non giustificata).

Poi il neopositivismo, sviluppatosi nel 20° secolo (dopo che il positivismo era per molti decenni caduto nel dimenticatoio), considerando la scienza come ideale di oggettività ed elevandola a paradigma del sapere riportò a galla le reazioni antiscientifiche di cui sopra (mai completamente sedate, anche se a lungo ridotte).
Ciò portò la scienza a una situazione di isolamento (la famosa torre d'avorio, anche se se spesso sono gli altri a mettere gli scienziati dentro la stessa, non loro a costruirla per sé stessi) evidenziandone i limiti, come espresse con chiarezza Ludwig Wittgenstein nel suo Tractatus logico-philosophicus:

Noi sentiamo che se pure tutte le possibili domande della scienza ricevessero una risposta, i problemi della nostra vita non sarebbero nemmeno sfiorati. Certo, non rimane allora alcuna domanda; e questa è appunto la risposta.

Insomma, il problema è che la scienza (inconsciamente) ha promesso troppo e chi non ottiene le risposte che chiede se ne allontana, cadendo nelle pseudoscienze, che una risposta la danno sempre, anche se sbagliata.
Ed è questa la forza delle pseudoscienze: non essendo legate a nessun metodo, a nessuna coerenza... hanno sempre un risposta. E quando falliscono hanno sempre una spiegazione.
La scienza invece no.

Alla fine è una questione di comunicazione: la scienza deve imparare a presentarsi per quello che è, a dire quello che può effettivamente fare. Non sperare che il profano lo capisca da solo vedendo i risultati che la scienza porta.
Se no rischia di apparire come stregoneria, come scrisse Gramsci nei suoi Quaderni dal carcere (Q11, §39):

In realtà, poiché si aspetta troppo dalla scienza, la si concepisce come una superiore stregoneria, e perciò non si riesce a valutare realisticamente ciò che di concreto la scienza offre.

Saluti,

Mauro.

martedì 8 novembre 2022

Le pseudomedicine e la Germania - Seconda parte

Nel novembre del 2021, come forse ricorderete, avevo scritto un articolo per dire che non c'era nulla di strano nel fatto che in Germania durante la pandemia fossero così presenti no-vax e pseudomedicine, raccontando come molte di queste ultime siano proprio nate qui, in Germania.

Oggi voglio proseguire il racconto, raccontandovi di altre pseudomedicine di origine tedesca o germanica.

Partiamo coi sali di Schüßler (Schüßler-Salze).
I sali di Schüßler sono un'"invenzione" del medico Wilhelm Heinrich Schüßler che nel 1873 pubblicò sulla Allgemeine Homöopatische Zeitung (in italiano Rivista generale di omeopatia) un articolo di 16 pagine in cui gettava le basi della sua teoria, la Biochemische Heilweise (Modalità di cura biochimica).
Sì, avete letto bene: pubblicò su una rivista di omeopatia.
Ma che c'entrano allora i sali? L'omeopatia usa zuccheri...
Ehi, i medici alternativi mica sono schizzinosi e con la puzza al naso come gli accademici seri!
Battute a parte, la ragione è in realtà molto chiara.
Seconod Schüßler le malattie nascono da scompensi nel contenuto di minerali delle cellule del corpo e posso essere curate tramite la somministrazione omeopatica di minerali.
Schüßler negava però la parentela con l'omeopatia sostenendo che lui non si basava sulla teoria dei simili di Hahnemann, bensì sui processi fisiologici-chimici dell'organismo umano (ma tanto i contenuti salini, minerali delle sue pastiglie in quantità omeopatica rimanevano).

Ma andiamo oltre e passiamo alla medicina olistica (Ganzheitliche Medizin).
Questo tipo di medicina (che qualcuno potrebbe anche vedere come un'"espansione" della Heilkunde di cui parlai nell'articolo dell'anno scorso) è in realtà una "teoria di Gaia" applicata alla salute, mettendo insieme concetti di filosofia naturale, religiosi, mistici, esoterici, teoretici, sistematici, politici, ecologici o psicosociali.
Questo di tipo di medicina nasce dalla ricerca filosofica sul senso del tutto e sostiene di rifarsi al motto aristotelico "Il tutto è più della somma delle sue parti". Peccato solo che questo motto, per lo meno in questa forma risalga al 1890, creato dal filosofo austriaco Christoph von Ehrenfels.
È difficile descrivere i contenuti di questa medicina, essendo in realtà un caotico pout pourri di cose in buona parte senza senso.
Il primo a creare una "teoria" completa per questa "medicina" fu il neurologo e teorico della Gestalt Kurt Goldstein durante i primi anni del nazismo.
La medicina olistica comunque mette la percezione e l'esperienza personale al centro, non seguendo il metodo scientifico e con ciò ha influenzato poi il movimento della New Age.

Ma tra le pseudomedicine con radici tedesche ce n'è anche una molto più antica, risalente a Paracelso: la Spagirica (Spagyrik in tedesco).
Era la base della farmaceutica alchemica appunto di Paracelso.
E non serve fare grandi analisi al proposito, basta analizzarne il nome: è l'unione delle parole greche spao (tirare fuori, separare) e ageiro (unire, mettere insieme).
Cioè l'unione di due azioni incompatibili tra loro.

E per oggi chiudiamo con la neuralterapia (Neuraltherapie).
Terapia ideata negli anni '20 del '900 dai medici tedeschi Ferdinand e Walter Huneke.
Questa terapia è usata per il trattatamento del dolore e altre patologie.
Consiste nell'iniettare anestetici locali sottopelle, nei muscoli, nervi, articolazioni, altri organi o "centri nevralgici" (tipo cicatrici) in modo da eliminare centri di irritazione o di riattivare "circuiti di regolazione disturbati".
Tale terapia (senza base scientifica e mai risultata efficace quando sottoposta a studi scientifici) si basa sul concetto che esistano dei campi disturbanti che, emettendo impulsi nervosi anomali, causano disturbi cronici.
Un'indagine del 2007 mostrò che in Germania era tra i medici di famiglia la forma di medicina alternativa più praticata o consigliata.
Va detto che questa terapia, essendo invasiva, ha anche effetti collaterali diretti (per molte medicine alternative gli effetti collaterali sono indiretti, essendo spesso causati dal ritardo o dalla negazione delle terapie mediche serie, non da effetti diretti della terapia "alternativa"), risultando quindi la medicina alternativa probabilmente più pericolosa di tutte.

Ma non finisce qui.
Il mondo tedesco ci riserverà altre chicche. Stay tuned!

Saluti,

Mauro.

lunedì 3 gennaio 2022

Omicron e Delta: un po' di matematica

Con l'arrivo della variante Omicron ho pensato di fare fare di nuovo un po' di matematica sul virus, matematica che ho espresso in questo thread e che qui cerco di esprimere in testo unico, con maggior chiarezza (spero).

Sia chiaro: io qui faccio matematica. Per le questioni mediche e biologiche relative al virus rivolgetevi a chi è competente nel settore (virologo, immunologo, biologo), noi fisici e matematici non lo siamo (al massimo possiamo occuparci di epidemiologia).
E in questo thread si parlerà solo di matematica (anche se, ovviamente, applicata all'epidemiologia). Per come funzionano, cosa sono e come agiscono Omicron e Delta... vedasi sopra.

Al momento tutti gli studi (ovviamente ancora da verificare, essendo tutti freschi, recenti) sembrano confermare che la variante Omicron sia più contagiosa ma meno grave, meno letale della variante Delta.
Cosa significa questo?
Che a parità di condizioni Omicron infetterà più gente di Delta, ma tra coloro che verranno infettati una percentuale minore finirà in UTI o morirà.

È una buona notizia o una cattiva notizia?
Dipende da vari fattori.
Una risposta ce la può dare la matematica.

Facciamo un esempio con numeri fittizi (non reali), ma semplici.
Questo per rendere più semplice il concetto, visto che è il concetto quello che conta, quello che voglio far capire.
Una volta capito il concetto, potrete poi fare i conti con i numeri corretti, reali (senza dimenticare però che sono provvisori, visto che la situazione è in continua evoluzione).

Poniamo le seguenti ipotesi (ribadisco: numeri fittizi, mi interessa il concetto).
a) Omicron infetta - nelle condizioni attuali - 100 persone ogni 100000 abitanti, Delta ne infetta "solo" 50;
b) Ogni 100000 infettati da Omicron, 50 hanno un decorso grave della malattia (UTI o decesso), mentre con Delta in 100 hanno decorso grave.

Cosa significa questo? Date queste premesse che conclusioni possiamo trarre?
Che in un paese come l'Italia, circa 60 milioni di abitanti, si avrà la seguente situazione.
Ipotizzando solo Omicron: 60000 infettati (si usa la proporzione 60000000:x=100000:100), dei quali 30 con decorso grave, cioè UTI o decesso (proporzione 100000:50=60000:x).
Per Delta invece 30000 infettati (nella prima proporzione di cui sopra si sostituisce 100 con 50), di cui 30 con decorso grave (nella seconda proporzione di cui sopra si sostituisce 50 con 100).
Questo è il caso di "equilibrio".
Ho ipotizzato Omicron doppiamente contagioso, ma grave/letale la metà.

Nella realtà ovviamente non è così semplice, possono esserci (anzi ci sono) valori relativi di contagiosità e letalità diversi tra Omicron e Delta. La situazione di "equilibrio" di cui sopra è un caso limite (non impossibile nella realtà, ma estremamente improbabile). Bisognerà quindi rifare i conti con i valori reali, magari anche variabili nel tempo.
Ma le proporzioni da usare sono le stesse di cui sopra (sostituendo 100 e 50 con i valori corretti), la matematica è esattamente la stessa.
E, come vedete, matematicamente il concetto è semplice.

Ma tutto questo cosa ci dice?

Ci dice due cose.

1) Non basta dire "più contagioso" ma "meno letale", bisogna vedere quanto più contagioso e quanto meno letale per vedere se la notizia è buona o cattiva. Io vi ho fatto l'esempio di "equilibrio". Voi potete provare a giocare con altri numeri e vedere cosa succede (unica regola: usare sempre valori di contagiosità superiori per Omicron e valori di letalità superiori per Delta).

2) Il mio esempio parte dall'assunto che Omicron e Delta si diffondano a parità di condizioni esterne (o al contorno, come si dovrebbe dire in matematica), ma in realtà ci sono da fare alcune osservazioni.
2a) La situazione di partenza è diversa: all'arrivo di Delta i vaccinati erano pochi (in alcuni paesi zero) mentre all'arrivo di Omicron la maggioranza della popolazione (almeno nell'emisfero boreale) era vaccinata. Però gli studi e le osservazioni sul campo sembrano dire che, mentre i vaccini proteggono da Delta, Omicron li "buchi". Le due cose si compensano tra loro? Nessuno per ora lo sa.
2b) Ora che è arrivato o sta arrivando Omicron molto dipenderà da come lo affrontiamo. Se riusciamo a limitarne la diffusione allora con la letalità calerà anche la mortalità (definizioni: letalità = decessi per numero di infetti, mortalità = decessi per numero di abitanti). Ma se non riusciamo a limitarne la diffusione, allora il numero di infettati crescerà velocemente, in quanto il contagio cresce esponenzialmente, limitare il contagio significa rendere più piccolo l'esponente (sopra non ho tenuto conto dell'esponenzialità perché, per semplificare, ho voluto fare un esempio a "contagio completo"). Ma in questo caso la letalità rimarrà uguale (e inferiore a quella di Delta), ma la mortalità crescerà... e in base a quante persone lasceremo infettare potremmo anche ritrovarci con molti più ricoveri in UTI e molti più decessi che con la più letale Delta.

Quindi, come vedete, che Omicron sia più contagioso ma meno letale, meno portatore di casi gravi in sé non è né una buona notizia né una cattiva notizia.
Dipende da quanto lo lasciamo libero di diffondersi.

Ribadisco quanto detto all'inizio: le mie sono considerazioni matematiche, per ogni spiegazione di carattere medico e biologico rivolgetevi agli esperti del settore, non a me.
Grazie.

Saluti,

Mauro.

domenica 28 novembre 2021

Le pseudomedicine e la Germania

Negli ultimi tempi, parlando dell'atteggiamento dei vari paesi nei confronti dei vaccini, mi sono imbattuto spesso nello stupore italiano verso la forza e l'estensione del movimento novax nei paesi di lingua tedesca. Tutti a dire "Ma come? Paesi di così grande tradizione scientifica!".

Onestamente: a me invece avrebbe stupito il contrario.

No, non saltate sulla sedia (o poltrona che sia). È proprio così.
I paesi di lingua tedesca, in particolare la Germania stessa, hanno sì una grande tradizione scientifica... ma hanno anche una grande tradizione pseudo-scientifica, soprattutto in campo medico.
Molte delle cosiddette medicine alternative (che poi, come spiegai qui, in realtà le medicine alternative non esistono) sono nate qui in Germania. In pratica tutte quelle più famose non di origine orientale.

Vediamo un po' la storia della Germania e della sua fuffa medica.

La prima cosa di cui si deve parlare in una storia del genere non è quella che credete voi. Non è l'omeopatia. Quella sarà il nostro secondo punto.

Il primo punto è la Heilkunde.
Letteralmente Heilkunde sarebbe un sinonimo di Medizin, cioè medicina, ma in realtà questa Heilkunde è un coacervo di medicine "alternative" - meglio detto: pseudomedicine - e infatti chi la pratica non è un medico (o uno psicologo, visto che questa "disciplina" mette tutto insieme, medicina e psicologia) accademicamente riconosciuto, ma un cosiddetto Heilpraktiker (che tradotto letteralmente sarebbe un praticante la salute, in sostanza una specie di guaritore, anche se in italiano normalmente si userebbe la dizione naturopata, anche se questa definizione in realtà indica solo una parte di ciò che l'Heilpraktiker è).
Dentro la Heilkunde si possono trovare omeopatia, ayurveda, medicina tradizionale cinese, medicina tradizionale europea (quest'ultima oggi conosciuta soprattutto in Austria) e chi più ne ha più ne metta.
Quando si parla di pseudomedicina e Germania bisogna sempre partire da qui non perché sia la più antica o la più famosa, bensì perché è una specie di cappello che copre tutto.
E anche per la sua storia.
La Heilkunde come definita oggi è nata circa un secolo fa e uno dei suoi più grandi estimatori fu un certo Adolf Hitler, che le diede dignità ufficiale regolandone la pratica con una legge del 1939.
Legge che è tuttora in vigore.
Non serve aggiungere altro.
Se volete saperne di più potete leggere questo articolo di Edzard Ernst (medico e docente, ma soprattutto qualificato con titoli in medicine "complementari" e "alternative", che contrasta usando il metodo scientifico).

E ora veniamo all'omeopatia.
La pseudomedicina che tutti (o comunque molti) associano spontaneamente alla Germania e al mondo tedesco in generale.
L'omeopatia (indubbiamente la pseudomedicina più diffusa in Europa, se non nel mondo) venne infatti creata all'inizio del 19° secolo dal medico tedesco, per la precisione sassone, Samuel Hahnemann.
Hahnemann era veramente laureato in medicina, per quanto una medicina ben diversa da quella attuale, con molte meno conoscenze. In questo senso non era il classico ciarlatano che senza studi pretende di curare questa o quella malattia (o addirittura tutte le malattie).
Però (e questa è la cosa veramente interessante nella sua biografia) si rese conto che le tecniche terapeutiche dell'epoca erano (eufemismo) poco efficaci e quindi lasciò la professione medica.
Lasciò la professione medica prima di creare l'omeopatia. Fino a quel momento aveva seguito la medicina cosiddetta accademica (dell'epoca, ovviamente).
Ma la cosa importante da capire non è come l'omeopatia sia nata, bensì come faccia a essere ancora così amata in Germania anche dagli stessi medici, nonostante tutte le prove sulla sua inefficacia (anzi è provata la sua pericolosità, visto che ritarda o addirittura impedisce cure vere).
E qui ci torna in aiuto di nuovo Edzard Ernst con un suo altro articolo.
In sostanza anche qui vale, come per le mafie e altro, follow the money.
(Non serve che vi spieghi i presunti principi dell'omeopatia, vero? Dovrebbero - purtroppo - essere ben noti...).
La sostanza è che, nonostante tante spiegazioni che si inventano motivazioni scientifiche e psicologiche, c'è un solo vero motivo per molti medici (non tutti, va comunque onestamente ammesso): l'omeopatia fa guadagnare bene.
Vi consiglio anche questo video di Mai Thi Nguyen-Kim, dove viene benissimo descritta la situazione legislativa tedesca riguardo l'omeopatia (e il fatto che le regole per i "medicinali" omeopatici siano molto più lassiste che per i farmaci veri; purtroppo è in tedesco, ma potete attivare i sottotitoli in altre lingue).

Ma l'omeopatia non è il peggio che offre la Germania.
C'è anche la Nuova Medicina Germanica.
Che forse in Italia è meglio conosciuta come Medicina Hameriana, essendo una creazione del medico tedesco Ryke Geerd Hamer (sì, se il nome Hamer a voi italiani dice qualcosa anche per la cronaca nera non è un caso: Ryke Geerd Hamer è il padre di Dirk Hamer, il ragazzo ucciso in Corsica da un colpo d'arma da fuoco a quanto pare sparato da Vittorio Emanuele di Savoia).
Premettiamo che a Hamer già nel 1986 venne ritirato il riconoscimento professionale (Approbation in tedesco), quindi - pur essendosi laureato in medicina - da tale data non poteva più essere considerato medico.
Ma al di là delle storie sulla sua persona e sulla sua famiglia (un figlio, come detto, ucciso a quanto pare da un Savoia e una figlia candidata a Miss Universo negli anni '70) in cosa consiste la "medicina" che lui ha creato?
Consiste in cinque "leggi biologiche" da lui inventate.
Queste leggi le trovate elencate su Wikipedia, non serve che ve le elenchi qui.
Vi basti sapere che in tutta la pseudomedicina hameriana non c'è nulla di scientifico e neanche nulla che si possa anche solo spiegare con l'effetto placebo. In compenso trattare pazienti con la NMG può anche configurare reato (tipo, faccio l'esempio più palese, viene negata ai pazienti la terapia del dolore).
Infatti Hamer è stato processato e spesso condannato in diversi paesi (anche per reati legati all'antisemitismo, non solo riguardo alla sua attività "medica").

E ora passiamo a Rudolf Steiner, neanche medico, bensí esoterista e teosofo. Però...
Steiner è famoso soprattutto per la pedagogia Waldorf (sì, quella delle scuole Waldorf, molto diffuse in Germania), basata su principi antroposofici senza nessuna base scientifica e in realtà dannosi, ma in Germania considerati come un modo di far sviluppare al bambino le proprie capacità in libertà.
In base agli stessi principi Steiner sviluppò la cosiddetta medicina antroposofica, che rifiuta il metodo sperimentale e si basa su principi metafisici.
Tale medicina è ovviamente diffusa anche nelle scuole Waldorf che, guarda caso, sono da sempre covi di novax e gruppi simili.
Non per niente durante le proteste novax/nopass qui in Germania erano ben presenti coloro che sono usciti dalle scuole Waldorf (ma anche dalle scuole Montessori, va onestamente detto).
Guarda caso, anche Steiner aveva idee razziste e considerava la razza ariana superiore.
Piccola curiosità: anche l'agricoltura biodinamica venne elaborata da Steiner a partire dagli stessi principi di cui sopra.

Un'ulteriore "medicina" diffusa in Germania è la Kneipp-Medizin, creata nell'800 dal sacerdote Sebastian Kneipp, che mette insieme idroterapia, fitoterapia e altre cose in una specie di potpourri.
Questa forma terapeutica si distingue da tutte le precedenti perché, pur essendo nata senza alcuna base scientifica, i suoi adepti non rifiutano la medicina "accademica", bensì vedono le terapie Kneipp come completamento della stessa, come aggiunta.
E anche se il complesso della terapia è un miscuglio di cose fatto a casaccio, singole parti di essa possono effettivamente essere utili per determinati disturbi.

Io qui vi ho elencato le pseudomedicine più diffuse e famose, ma in realtà ce ne sarebbero anche altre, ci sarebbe ancora tanto da scrivere (magari un giorno farò una seconda puntata).

La domanda che rimane è: perché la Germania, paese scientificamente sviluppato, è patria di tanta pseudoscienza?
La risposta va trovata a cavallo tra '700 e '800, tra positivismo e romanticismo.
Dopo l'illuminismo si sviluppò in certi ambienti una fede cieca nella scienza (ai tempi obiettivamente ancora più ingiustificata di oggi) che portò alla nascita del positivismo.
Dato che uno dei punti base del positivismo era il determinismo (magari non assoluto, ma comunque determinismo) e ovviamente non tutta la realtà può essere spiegata in maniera deterministica si sviluppò anche una reazione al positivismo (e indirettamente all'illuminismo) che portò alla nascita del romanticismo.
Romanticismo che noi conosciamo come corrente artistica, ma che nel mondo di lingua tedesca non si limitò al mondo dell'arte (basti pensare alla teoria dei colori di Goethe).
E da questa radice nacquero direttamente (vedi Steiner) o indirettamente (vedi Kneipp) le pseudomedicine di cui abbiamo parlato in questo articolo (e altre pseudoscienze in altri ambiti).

Saluti,

Mauro.

mercoledì 24 novembre 2021

La medicina e la scienza alternative non esistono

Una terapia/medicina/vaccino/ecc. non è mai né ufficiale né alternativa.
(Ma vale in ogni scienza, non solo in medicina).

Esistono due situazioni.

1) La terapia/medicina/vaccino/ecc. funziona. È provato scientificamente che funziona. E quindi, indipendentemente da come sia nata e da chi la abbia pensata, è medicina e basta. Senza ulteriori definizioni.

2) La terapia/medicina/vaccino/ecc. non funziona. È provato scientificamente che non funziona. E quindi, indipendentemente da come sia nata e da chi la abbia pensata, non è medicina e basta. Punto. Non servono definizioni. Non è medicina. E basta.

Ora voi mi chiederete: e tutti i casi in cui non è ancora provato né che funzioni né che non funzioni?
Bene, quei casi sono semplicemente... scienza. Cioè significa che sono casi che si stanno ancora studiando, che sono in fase di ricerca.
E quindi non c'è ancora una risposta. Ma quando ci sarà, cadrà o nella categoria 1 o nella categoria 2 di cui sopra.

Ma visto che la scienza (tutta, non solo la medicina) non offre (non può e non vuole farlo) risposte assolute, definitive, la scienza è sempre in divenire... questo apparente limbo verrà sempre sfruttato da chi alla scienza non crede (oppure ci crede ma per convenienze politiche e/o economiche comunque la osteggia).
Noi scienziati e persone di buon senso in generale dobbiamo, purtroppo, farcene una ragione.
Dobbiamo combattere la disinformazione e l'ignoranza scientifiche, ovviamente... ma cercando di non demonizzare l'avversario (a meno che non ci siano prove schiaccianti sulla sua malafede).
La polarizzazione è ciò che cercano. Perché a quel punto si dà "dignità" a tutto, tutto diventa opinione.
Cascarci significa essere sconfitti in partenza.

Saluti,

Mauro.

lunedì 25 ottobre 2021

La balla novax sugli studi di lunga durata

La più usata delle scuse che vengono usate dai non vaccinati (l'ultimo tra coloro che possono purtroppo avere influenza sulla massa ad averla usata è il nazionale tedesco Joshua Kimmich, gran calciatore obiettivamente, ma altrettanto obiettivamente non certo un esperto di virologia e immunologia) per non mostrarsi novax è che mancano ancora studi di lunga durata sugli effetti dei vaccini.
Oggi voglio provare a dimostrare l'assurdità di tale affermazione.
OK, voi persone che sapete anche solo un minimo di scienza (anche se non necessariamente di medicina) avrete già capito, quindi a voi chiedo solo di diffondere, in realtà questo mio testo è dedicato, è destinato agli altri. Con voi sfondo solo una porta aperta.

Allora, detto terra terra, se aspetti i risultati degli studi di lunga durata per farti un vaccino (ma vale non solo per i vaccini, vale per ogni medicina, sia preventiva che terapeutica), significa che te lo farai quando non servirà più a nulla
Perché significa che te lo farai o quando sarai già morto (o comunque quando sarà troppo tardi) o quando il virus, il batterio o quel che sia non sarà più un problema serio (grazie a coloro che, contrariamente a te, si sono vaccinati).
Perché dico questo?

La risposta sta nel capire cos'è uno studio di lunga durata.

In termini medici uno studio di lunga durata è uno studio che dura anni e che prende in considerazione ogni minima cosa che può succedere nel corso degli stessi anni.
Ergo, capite già che uno studio di lunga durata puoi farlo solo quando il vaccino o qualsiasi altro medicinale è già normalmente in uso, quando non è più sperimentale.
Perché uno studio sperimentale lo puoi fare solo su quantità limitate (per quanto estese) di pazienti, uno studio sperimentale implica limitatezza, implica non diffusione globale.
Ma proprio per questo la fase sperimentale non può durare anni: se dura anni o il problema si è già risolto da solo prima della commercializzazione oppure ha fatto già tanti di quei danni che la commercializzazione diventa di fatto inutile.

Lo studio di lunga durata può essere solo lo studio degli effetti una volta che il vaccino o farmaco è commercializzato!
Non esiste altra lunga durata in medicina.
Non esiste che si definisca "sperimentale" un vaccino/farmaco che non ha ancora prodotto gli "studi di lunga durata" di cui sopra... perché allora tutto al mondo sarà sempre sperimentale.

Sotto un certo punto di vista in fondo è anche vero, visto che la scienza (medicina compresa) è in continua evoluzione e in questo senso effettivamente sperimentale.
Ma se si prende questo punto troppo alla lettera non si metterà mai in pratica nulla, non si arriverà mai a nessun progresso, visto che ogni nuova scoperta o invenzione o applicazione potrà quindi sempre e solo essere provvisoria e non praticabile in larga scala perché "sperimentale".

Tanto per chiarire: il tuo smartphone è, secondo questo ragionamento, sperimentale, visto che il suo produttore non lo ha testato per anni e anni e per di più la tecnologia che lo fa funzionare è in continua evoluzione.
Però di lui ti fidi, mentre del vaccino no (quando il contrario sarebbe in realtà più logico, visto che in realtà del vaccino ne sai di più che dello smartphone, anche se ti sei convinto dell'opposto... fidati, da fisico ti garantisco che per te è più facile capire il funzionamento, almeno a grandi linee, di un virus che di un microprocessore... il tuo problema è la tua non volontà di capire nessuno dei due ma di volerne comunque parlare).

Per di più, se ci mettiamo a parlare dei vaccini, gli studi (e gli effetti) di lunga durata, a lungo termine, sono una cosa ancora diversa.
Nel momento in cui ci viene iniettato un vaccino ci possono essere effetti avversi, questo nessuno lo nega.
Ma questi effetti avversi si verificano per forza di cose entro qualche settimana al massimo, non esistono effetti che si verificano dopo mesi o anni!
Perché questo? Perché il vaccino logicamente provoca effetti nel nostro organismo anche se nella maggioranza dei casi per fortuna non ce ne accorgiamo (se non ne provocasse sarebbe un vaccino inutile) ma le sue componenti sono espulse dal corpo dopo appunto al massimo poche settimane. Rimane la memoria negli anticorpi, nelle cellule T, ma le componenti del vaccino spariscono.
Ergo, un effetto che ti arriva dopo sei mesi o, peggio, dopo anni non può essere collegato al vaccino.

Ora tu mi farai una domanda assolutamente giustificata: perché allora anche gli scienziati parlano di effetti a lungo termine?
Ammetto che la formulazione non è proprio felice, ma in questo caso si intendono effetti il cui collegamento col vaccino è stato scoperto mesi o anni dopo, ma avvenuti temporalmente poco dopo la vaccinazione.
Il perché il collegamento sia stato scoperto molto dopo può essere dovuto a tante cause diverse, tipo effetto estremamente raro e quindi non subito studiato oppure effetto che poteva essere stato causato anche da altro oppure semplicemente effetto poco comprensibile con le conoscenze del momento. O altro ancora.

Ma questo discorso lo ha spiegato benissimo, molto meglio di quanto possa fare io, l'immunologo Carsten Watzl in questo thread su Twitter, purtroppo in tedesco.
Ma magari sapete usare Google Translate 😉

Saluti,

Mauro.

domenica 5 settembre 2021

L'incidenza e la scuola

Sì, parliamo di nuovo di Covid.

In Italia, in Germania e altrove si è deciso di non considerare più l'incidenza (cioè quanti nuovi casi ogni 100000 abitanti si verificano in un determinato lasso di tempo, generalmente in una settimana) come indice per decidere che misure prendere o allentare, bensì le ospedalizzazioni (cioè quanti nuovi ricoverati nei reparti Covid, in particolare UTI, vi sono nello stesso arco di tempo di cui sopra).

Cambiamento molto apprezzato dalla "società" (in particolare dall'economia) e contestato dalla scienza e dalla medicina.

Ma, al di là di chi approva e chi no, perché questo cambio e perché ora?
La politica ha semplicemente dichiarato che l'incidenza non è più un parametro veramente indicativo, soprattutto a causa del fatto che ora abbiamo i vaccini.

Onestamente: spiegazione di facciata (alias arrampicata sugli specchi: vero che i vaccini hanno cambiato il gioco, ma fino a che non si raggiunge l'immunità di gregge l'incidenza rimane un parametro importante).
Però... indicativo/significativo non significa usato correttamente.

Se la politica avesse detto che l'incidenza non è significativa perché dipende in realtà dalla scelta (politica, anche se dovrebbe essere medica) di quanti tamponi fare e dove, quando e su chi farli... cioè che l'incidenza può essere manipolata senza tecnicamente mentire e barare, allora io per primo sarei d'accordo sul non considerarla o sul ridurne il peso tra i parametri usati.
Ma dirlo (cioè dire la verità) significherebbe ammettere che le convenienze politiche (generalmente dirette da quelle economiche, cioè da chi vorrebbe evitare ogni misura limitativa) comandano, non le indicazioni della medicina, della scienza.
Quindi non si può dire.
E si usano i vaccini come foglia di fico (prima che ci fraintendiamo: i vaccini sono una cosa necessaria e bellissima, ma usarli come scusa per non considerare l'incidenza è sbagliato).

Quindi perché?
Guardiamo al momento: stanno per riaprire le scuole o sono appena ripartite dopo la pausa estiva. E ci sono enormi pressioni per farle riaprire tutte nonostante che quasi dappertutto non siano state messe in sicurezza (leggetevi la prima considerazione qui per capire di cosa parlo).
Non essendo state messe in sicurezza (consiglio di aprire le finestre a intervalli regolari a parte) le scuole rischiano di diventare dei focolai.
Focolai significa aumento dell'incidenza.
Ma i bambini e i ragazzi allo stato attuale delle conoscenze (la variante delta potrebbe cambiare le cose, non dimentichiamolo) si ammalano meno, pur infettandosi.
E questo significa non aumento delle ospedalizzazioni, almeno non aumento drammatico.

Ora capite perché l'incidenza diventa non significativa proprio ora?
(Con grande gioia delle varie conf).

E no, non parlo solo dell'Italia.
La stessa cosa è stata messa in evidenza da Sascha Lobo per la Germania in un suo editoriale sullo Spiegel.
Cito un passaggio di questo editoriale:

Kinder stecken sich zwar etwa so schnell an wie Erwachsene, müssen aber deutlich seltener ins Krankenhaus. Das heißt, selbst wenn eine unfassbare Zahl von Kindern sich anstecken sollte, müssen nicht zwingend Maßnahmen eingeleitet werden. Smells like Kinderdurchseuchung durch die Hintertür.

Traduco:

I bambini si infettano sì più o meno con la stessa frequenza degli adulti, devono però essere ricoverati molto meno spesso. Cioè, anche se un incredibile numero di bambini dovesse infettarsi, non dovrebbero necessariamente essere prese misure. Puzza di infezione endemica infantile attraverso la porta di servizio.

Saluti,

Mauro.

sabato 28 agosto 2021

Considerazioni politiche e polemiche sulla "lotta" al Covid

Vorrei qui estendere e riordinare alcune considerazioni personali sparse che ho fatto ieri, 27 agosto, su politica e Covid su un gruppo privato di Twitter.
Non parlerò di Covid in termini scientifici (a livello medico lo lascio fare a chi ne sa, io posso solo ascoltare e imparare, e a livello statistico-matematico ne ho già parlato più volte e probabilmente ne riparlerò in futuro).
In questo articolo si parlerà di politica e Covid.
E la componente polemica sarà molto grande... quindi, se volete commentare, fate un bel respiro profondo e rileggete l'eventuale commento prima di premere invio.

Considerazione 1: Perché tanta insistenza con le scuole aperte, anche se queste non sono in sicurezza?

Premetto che non sono per le scuole chiuse a priori. Io stesso riconosco i rischi della DAD (ne scrissi già qui a marzo 2020).
Il problema è che non è stato fatto nulla (e non solo in Italia) per mettere in sicurezza le scuole e soprattutto quali sono le vere motivazioni per le riaperture a dispetto di tutto.
Molte aziende (che siano industrie, attività commerciali o altro) col sostegno delle varie conf sono sia contro le chiusure (a loro interessa il guadagno immediato, non sanno ragionare a medio-lungo termine) che contro l'home office (hanno ancora la mentalità da catena di montaggio pure per il lavoro non di produzione e temono di perdere controllo e quindi potere sui dipendenti).
Ma per riaprire i negozi e riportare i lavoratori in ufficio serve che il meno scolari possibile (soprattutto i più piccoli) stiano a casa.
Da qui la decisione a tavolino (perché quello è: una decisione politica a tavolino contro ogni evidenza scientifica) che le scuole sono sicure e che i contagi possono - al massimo! - avvenire solo nel tragitto casa-scuola-casa.
Decisione presa appunto su insistenza delle varie conf, che hanno molta, ma veramente molta influenza sui governi. Di ogni colore e paese.

Considerazione 2: Perché tanto (apparente) attivismo ma poca o nulla programmazione?

Il problema sono le elezioni. I politici vivono per le elezioni, programmano in base alla prossima scadenza elettorale (e a quel che dicono i sondaggi in vista della stessa). E ciò significa che più vicina è questa, più brevi sono le legislature o gli altri tipi di mandato, più diventa importante lavorare con l'ottica a quella e non ai risultati concreti (che richiedono tempo, quindi per il bene dei paesi richiederebbero che si evitasse di guardare alle prossime elezioni... mentre invece si è fatto proprio l'opposto accorciando addirittura la prospettiva tramite la politicizzazione e "nazionalizzazione" delle elezioni locali).
E le elezioni le vince non chi fa quel che è giusto e necessario fare, ma chi accontenta le masse.
Il problema grosso qui è però che per molti politici (e giornalisti...) la "massa" non è la popolazione, ma quella parte di popolazione che si fa sentire (che sia nelle piazze come i novax o mediaticamente come le conf di cui sopra è lo stesso).

Considerazione 3: Perché così poca considerazione per le tematiche del Long Covid?

Il Long Covid è come i progetti infrastrutturali o le riforme a lungo termine: i meriti pubblici (e quindi i dividendi politici) se li prenderanno coloro che saranno in carica quando il Long Covid avrà cure, quando le infrastrutture saranno finite e aperte, quando le riforme daranno frutti concreti.
Meriti (e dividendi politici) non se li prendono coloro che se ne occupano concretamente oggi e fanno partire gli studi per il Long Covid, i progetti per le infrastrutture, le leggi per le riforme.
Quindi chi glielo fa fare a questi ultimi a occuparsi di ciò che darà frutti dopo di loro, quando al loro posto ci sarà con ogni probabilità qualcun altro?

Considerazione 4: Perché i politici locali impediscono più di quelli nazionali una seria lotta al virus?

I politici locali in frangenti come quello attuale sono peggio di quelli nazionali, al di là della loro indole personale, in quanto soggetti in maniera più diretta, più esplicita alle pressioni delle varie categorie. E le pressioni nella maggioranza dei casi vengono dall'economia locale: più è "piccolo" il locale, più diretta è la pressione sull'amministratore.
Non si può pretendere che il sindaco del paesino di 1000 abitanti applichi con durezza e intransigenza regole per limitare il virus e non si può pretendere che il negoziante all'angolo pensi oltre gli incassi a breve termine del suo negozio, accetti sacrifici. Loro non possono pensare a lungo termine o riflettere sui grandi numeri.
Devono essere i governi centrali a imporre le regole e a fornire strumenti e risorse, devono essere i vertici nazionali delle associazioni di categoria a guidare i propri associati, a impedirgli di fare cazzate. Le decisioni in tempi di emergenza (come è la pandemia) devono essere prese centralizzate.
Già il livello Land/regione è troppo "locale" per molti interventi.
Però i vertici delle associazioni di categoria pensano a loro volta in piccolo, al guadagno immediato (più proprio che dei piccoli negozianti locali, comunque). E i governi ascoltano loro non scienziati ed esperti. Questi ultimi non portano voti, le conf sì.

Considerazione 5: Perché non si riconosce il legame tra pandemia e cambiamento climatico?

È vero, magari la catena di contagio che ha portato al Covid-19 non è legata al cambiamento climatico, almeno non direttamente, ma non possiamo trattare il problema pandemie e il problema cambiamento climatico separatamente.
Uno degli effetti del cambiamento climatico è lo scioglimento del permafrost e questo scioglimento porterà alla liberazione di virus e altri microorganismi ibernati da secoli o millenni. Virus e altro che non sono mai entrati prima in contatto con l'uomo e con gli animali odierni e contro cui questi quindi non hanno protezioni naturali. Di questo tema ne parlai già qui nell'aprile 2020.
E lo sfruttamento commerciale esasperato delle foreste pluviali è a sua volta legato a quanto sopra: prima in quanto la riduzione della superficie forestale pluviale accelera il cambiamento climatico e poi in quanto tale riduzione e l'avanzamento della "civiltà" in quei territori porterà sempre più uomini e animali domestici a contatto con virus e altro a noi sconosciuti, finora confinati ad angoli inaccessibili della foresta.
Ma riconoscere questi legami costringerebbe i governi e le organizzazioni sovranazionali a fare veramente qualcosa contro il cambiamento climatico... pestando i piedi ai potentati economici.

E potrei continuare. Da dire ce ne sarebbe. Tanto.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 25 agosto 2021

Una lezione di matematica (immunologica)

Allora, oggi vorrei approfittare delle discussioni sul vaccino per il Covid19 per tenere una lezioncina di matematica.

Due premesse sono indispensabili.

1) La cosiddetta immunità di gregge (di cui si parla tanto e che i vaccini dovrebbero aiutarci a raggiungere) si ottiene quando una determinata percentuale della popolazione totale viene immunizzata mediante vaccinazione (in questa lezioncina trascureremo l'immunità ottenuta tramite malattia e successiva guarigione o quella naturale).

2) Nessun vaccino garantisce l'immunizzazione del 100% dei vaccinati (come nessun farmaco garantisce la guarigione dalla malattia per cui è usato al 100% dei suoi utilizzatori). Molti vaccini si avvicinano a questo 100%, ma nessuno lo raggiunge. Nella scienza (tutta, non solo in medicina) l'assoluto, il 100%, non esiste.

Partendo da queste premesse facciamo un po' di matematica partendo dai numeri che gli esperti del settore ci forniscono sul Covid (io vi parlo solo di numeri, di virus lascio parlare chi li ha studiati... ma studiati veramente, non su Google o dal verduraio sotto casa).

Per raggiungere l'immunità di gregge gli esperti parlano di necessità di vaccinare o immunizzare (capirete poi perché uso entrambi i termini anche se non sono sinonimi) il 90% della popolazione.
Non tutti concordano con questa percentuale, ma è quella citata dalla maggioranza degli esperti, quindi per la mia lezioncina userò questo 90%.
I vaccini poi hanno efficacia diversa tra loro, ma in questo nostro excursus usiamo quella del vaccino più diffuso, il Pfizer-BioNTech. Secondo gli studi pubblicati questo vaccino ha un'efficacia del 95%, cioè ogni 100 vaccinati, 95 risultano immunizzati.

Qui serve una terza premessa.
Io ho preso i numeri di cui sopra dalla letteratura scientifica, ma anche se questi numeri fossero errati per questo articolo non è importante: a me interessa farvi vedere come calcolare le percentuali relative a vaccinazioni e immunizzazioni. E il metodo di calcolo è indipendente dai numeri usati (ovviamente non sono da essi indipendenti i risultati del calcolo 😉).

Come visto nella seconda premessa vaccinato e immunizzato non sono sinonimi.
Quindi, se basta il 90% di vaccinati sulla popolazione totale per raggiungere l'immunità di gregge, significa che è sufficiente (e necessario) che il 95% di questo 90% sia immunizzato per ottenerla (ricordate il 95% di efficacia?).
Come calcoliamo il 95% di 90%?

Il calcolo da fare è il seguente (che è poi il modo di calcolare ogni quantità da una percentuale: si moltiplica la quantità assoluta - che in questo caso è a sua volta una percentuale, cioè il nostro 90 - per la percentuale che ci interessa e si divide per 100):

(95x90)/100.

Svolgendo i conti si ottiene 85,5.
Cioè: se basta vaccinare il 90% della popolazione per raggiungere l'immunità di gregge, significa che serve immunizzare l'85,5% della popolazione.

Se però, come ahimè spesso si dà per scontato, si parla di 90% di vaccinati ma si intende 90% di immunizzati (utilizzando perciò le due parole come sinonimi, quindi ora capite la puntualizzazione che ho fatto quasi all'inizio), il discorso cambia.
Servono in questo caso più vaccinati, visto che il nostro 90% è già il 95% dei vaccinati.
Che calcolo serve allora fare in questo caso per sapere che percentuale della popolazione totale va vaccinata per ottenere il 90% di immunizzati e quindi l'immunità di gregge?
In questo caso serve una proporzione: se 90(%) è il 95% dei vaccinati allora 90 sta a 95 come x (la quantità da trovare) sta a 100 (cioè la quantità totale). Cioè:

(90:95)=(x:100) o, in scrittura alternativa, (90/x)=(95/100).

Svolgendo i calcoli si ottiene x=94,7 (arrotondando alla prima cifra decimale).
Cioè, se per raggiungere l'immunità di gregge serve il 90% di immunizzati, bisogna vaccinare quasi il 95% della popolazione.

Buona matematica a tutti.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 2 giugno 2021

E questo sarebbe uno scienziato?

Oggi l'amico Andrea Borsoi su Twitter mi ha fatto conoscere questo articolo pubblicato dall'edizione italiana dell'Huffington Post.

Articolo da rabbrividire.
Da un punto di vista della metodologia scientifica un obbrobrio.
Sì, lo so, l'Huffington Post non è una rivista scientifica, ma l'articolo riporta le parole di Mario Clerici, docente di patologia generale alla Statale di Milano. E Clerici parla di uno studio che lui avrebbe condotto e pubblicato in preprint insieme a un gruppo di studio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
(Per fortuna che per ora è solo un preprint. Speriamo che tale rimanga).

Lasciamo perdere il titolo sensazionalistico dell'Huffington Post perché sappiamo benissimo che i titolisti generalmente non sanno nulla degli articoli che titolano e il loro compito è solo acchiappare click.

Partiamo con l'incipit dell'articolo.

Abbiamo dimostrato che raggi Uva e Uvb del sole nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2.

Intanto si dà per scontato che tutti sappiano cosa siano i raggi Uva e Uvb, che oltretutto in corretta notazione scientifica andrebbero scritti UVA e UVB.
E no. Non potete pretendere che il lettore medio lo sappia. Non tutti hanno fatto il liceo o scuole tecniche che prevedano lo studio di dette tecnologie.
I raggi UVA e UVB sono i raggi ultravioletti di tipo A e di tipo B, cioè a onde lunghe (A) o medie (B).

Oltretutto va detto che non avete dimostrato nulla: che i raggi ultravioletti di determinata intensità uccidano i virus, o almeno molti virus, è cosa nota.
E sul Sars-Cov-2 erano già stati fatti studi al proposito, infatti i raggi ultravioletti sono già usati per la sanificazione.

Passiamo al punto successivo.

Questo studio - spiega Clerici all’Adnkronos Salute - è essenzialmente il seguito di un precedente lavoro che avevamo fatto l’anno scorso quando avevamo visto che i raggi Uvc che sono una componente dei raggi solari che però non arriva sulla terra, uccidevano il Sars-Cov-2 dopo un’esposizione di pochi secondi.

Anche qui: cosa sono i raggi Uvc (che andrebbero correttamente scritti come UVC)? Sono i raggi ultravioletti a onde corte.
Giustamente Clerici dice che non arrivano sulla Terra... quindi: se fai ricerca di base è interessantissimo, se invece cerchi esplicitamente una soluzione al problema 
Sars-Cov-2 stai perdendo solo tempo, dato che lo sai già da decenni che non arrivano sulla Terra (e poi, come detto sopra, tutto questo studio è comunque una perdita di tempo).

Andiamo oltre.

Adesso, abbiamo visto che anche gli Uva e Uvb che sono i raggi che arrivano sulla terra, ci abbronzano e ci riscaldano, nel giro di poche decine di secondi uccidono completamente il Sars-Cov-2. Dunque - sottolinea - abbiamo esattamente replicato i dati sugli Uvc però dimostrando questa volta che tutti i raggi solari distruggono il virus. E fra l’altro - aggiunge l’immunologo - il tempo necessario, quando per esempio si è in spiaggia con il sole che viene amplificato dal riverbero sulla sabbia o sull’acqua, è ancora più breve. Quindi in spiaggia - afferma Clerici - bastano veramente 10-20 secondi di Uva e Uvb per uccidere completamente il virus.

E qui viene spontanea una domanda (retorica, ovviamente).
I raggi UV sulla spiaggia ti arrivano sulla pelle.
Siamo sicuri che sia la pelle il vero pericolo? Che sia tramite la pelle che ci ammaliamo di Covid e tramite la pelle che provochiamo il grosso del contagio?
Sarebbe il caso di farsi qualche domanda veramente di base, quasi infantile, prima di procedere con ricerche che, ovviamente, costano anche soldi.
E poi Clerici è un medico: dovrebbe sapere che i raggi UV sono cancerogeni. Mi vuole salvare dal Covid per accopparmi col melanoma?

Sorvolo sulle spiegazioni che dà Clerici dei fallimenti indiano e brasiliano nonostante il clima perché, pur dicendo cose in sé non contestabili, le usa per nascondere l'inconsistenza delle sue tesi: anche se lui avesse ragione sui raggi ultravioletti Brasile e India avrebbero comunque avuto un casino, magari non così grosso come quello poi effettivamente verificatosi, ma sempre casino. Soprattutto questo vale per il Brasile, nonostante Bolsonaro.

Passiamo alla successiva affermazione di Clerici.

Si vede proprio in una visualizzazione - dice l’immunologo - l’effetto dei raggi solari sul virus: se non lo esponi ai raggi solari il virus infetta le cellule, se lo esponi ai raggi solari lo uccidi.

Sì, vero, già detto da molti (e da ben prima che se ne accorgesse Clerici).
Il problema è: sei proprio sicuro di esporre il virus ai raggi solari andando a spaparanzarti sulla spiaggia?
Sicuro sicuro?

L'Huffington Post ha poi un'idea geniale!

Una scoperta che potrebbe avere eccellenti applicazioni nella vita di tutti i giorni per sterilizzare oggetti e ambienti dal virus.

Si fa già, si fa già.
Sveglia!

Poi Clerici scaglia la bomba!

I dati dell’anno scorso erano importanti perché hanno portato allo sviluppo di dispositivi che svolgevano proprio questa funzione ma i raggi Uvc - ricorda lo scienziato - sono pericolosi per la cute umana, quindi non si poteva stare nella stessa stanza dove venivano applicati. I raggi Uvb invece no, sono i raggi che ci toccano normalmente quando usciamo al sole,

No, Clerici, tutti i raggi UV sono pericolosi, non solo i raggi UVC.
Certo, i raggi UVB e UVA lo sono meno degli UVC, ma lo sono anche loro. E anche se non sei oncologo, da medico dovresti saperlo.
Oltretutto quando esci al sole, a meno di non andare sulla spiaggia con lo scopo esplicito di prendere il sole, sei vestito, sei in movimento (il che provoca aerazione che mitiga l'effetto), magari passi anche all'ombra oppure il cielo è parzialmente coperto.
Qui comincia a essere evidente che Clerici di metodologia scientifica poco o nulla sa.

Con la frase seguente a me sono cascate le braccia...

Insomma se mettessimo delle normali lampade solari negli autobus potremmo risolvere un problema? “Sì. A parte il fatto che ne usciremo tutti più abbronzati e più belli, quello che suggeriscono questi dati è proprio questo”.

Tutti più abbronzati e più belli! Ma ve ne rendete conto?
E poi, come vedrete dopo, no i dati non suggeriscono quanto sostieni.

Infatti, veniamo a come è stato materialmente condotto l'esperimento.

Gli astrofisici hanno collegato una macchinetta che produce i diversi raggi solari in maniera distinta, quindi solo gli Uva o gli Uvb o gli Uvc piuttosto che gli ultravioletti - spiega Clerici - poi abbiamo messo la macchinetta sotto una cappa, abbiamo preso le cellule polmonari e abbiamo buttato sopra il virus.

Credo che voi miei quattro lettori abbiate già capito il punto.
Qui è stato esposto ai raggi UV del tessuto polmonare con virus.
Se vai sulla spiaggia o ti fai una lampada solare esponi il tessuto polmonare ai raggi UV? NO!
I raggi UV uccidono il virus sulle superfici!
Non ti uccidono quello che hai dentro, nei tessuti polmonari, nella trachea, ecc. Lì i raggi UV non ci arrivano! A meno di non avere intensità tali da uccidere anche te insieme al virus.
E non ti rendono neanche meno contagioso: è il tuo respiro a trasportare il contagio, non la tua pelle.
Ah, quasi dimenticavo: cosa significa 
solo gli Uva o gli Uvb o gli Uvc piuttosto che gli ultravioletti? UVA, UVB e UVC non sono ultravioletti?

E questo sarebbe uno scienziato?
Dov'è il metodo scientifico?
Dov'è la corretta progettazione degli esperimenti?

Saluti,

Mauro.

martedì 1 giugno 2021

Divulgazione in rete

Oggi vorrei consigliarvi qualche risorsa divulgativa di scienza e tecnologia (e anche di storia delle stesse) in italiano in rete. Risorse rigorose, ma alla portata di tutti.
Questo articolo verrà costantemente aggiornato.

Scienza per tutti.

Partiamo? Partiamo!

Per prima cosa qualche canale YouTube veramente interessante.

1) Amedeo Balbi: KepleroTV (fisica e dintorni).
2) Andrea Moccia: GeoPop (geologia e dintorni).
3) Dario Bressanini: Il chimico di quartiere (chimica e dintorni).
4) Matteo: Caffè Bohr (fisica e dintorni).
5) Elia Bombardelli: Less Than 3 Math (matematica e dintorni).
6) Giacomo Moro Mauretto: Entropy for Life (biologia e dintorni).
7) Adrian Fartade: Link4Universe (astronautica, astronomia e non solo).
8) Telmo Pievani: Evoluzione (evoluzione e dintorni) - purtroppo al 21.10.2022 risulta non più esistente.
9) Gabriele Battistoni: Random Physics (fisica e dintorni).
10) Simone Baroni: Pepite di scienza (fisica e dintorni) - aggiunto 29.01.2022.
11) Willy Guasti: ZooSparkle (zoologia e dintorni) - aggiunto 16.02.2022.
12) Lorenzo Magnea (coordinatore): Science for democracy (scienza, politica e società) - aggiunto 10.03.2022.
13) Massimiliano Sassoli de Bianchi (fisica teorica e... altro, l'altro però non è particolarmente interessante) - aggiunto 14.06.2022.
14) Alan Zamboni e Ass. Atelier: Curiuss (arte e scienza) - aggiunto 06.07.2022.
15) Andrea Boscherini (zoologia e natura in generale) - aggiunto 11.08.2022.
16) Luca Nardi (astronomia e dintorni) - aggiunto 30.08.2022.
17) Luca Romano: L'avvocato dell'atomo (energia, in particolare nucleare) - aggiunto 01.09.2022.
18) Lorenzo Rossi: Criptozoo (criptozoologia... ma anche zoologia) - aggiunto 03.09.2022.
19) Gabriella Greison: Greison Anatomy (fisica e dintorni, in particolare al femminile) - aggiunto 21.10.2022.
20) Barbascura X (scienze naturalistiche e varia) - aggiunto 21.10.2022.
21) Alberto Saracco (matematica e dintorni) - aggiunto 14.11.2022.
22) Roberto Natalini, Barbara Nelli, Nicola Parolini e Giuseppe Stecca (coordinatori): MaddMaths! (matematica e dintorni) - aggiunto 14.11.2022.
23) Salvo Romeo (matematica) - aggiunto 24.03.2023.
24) Telmo Pievani (coordinatore): Pikaia (evoluzione e dintorni) - aggiunto 24.03.2023.
25) Gaetano Di Caprio: Invito alla Matematica (matematica) - aggiunto 26.05.2023.
26) Marco Coletti: La Fisica che non ti aspetti (fisica) - aggiunto 18.08.2023.
27) Diana Letizia (direttrice) e Margherita Paiano: Kodami (fauna, etologia) - aggiunto 01.05.2024.
28) Riccardo Giannitrapani: Guerriglia Matematica (matematica e dintorni... e un po' di fisica) - aggiunto 25.05.2024.
29) Gianluigi Filippelli: DropSea (fisica e dintorni) - aggiunto 29.05.2024.
30) Andrea Idini (coordinatore): Meet Science (scienza in genere) - aggiunto 29.05.2024.
31) Alessandro: Chimicazza (chimica e dintorni) - aggiunto 11.07.2024.
32) Matematica tranquilla (matematica e storia della stessa) - aggiunto 28.07.2024.
33) Alessandro Mustazzolu: Microbiologo digitale (microbiologia, biologia e dintorni) - aggiunto 09.09.2024.
34) Sergio Pistoi: RockScience (biologia e dintorni) - aggiunto 17.10.2024.
35) Francesco Cacciante: A Caccia di Scienza (biologia, neuroscienze e altro) - aggiunto 20.10.2024.
36) Luca Perri (astronomia, astrofisica) - aggiunto 02.07.2025.
37) Virginia Benzi: Quantum Girl (fisica, storia della fisica) - aggiunto 03.07.2025.

Passiamo ora a un po' di blog o portali utili e interessanti.

1) Marco Delmastro: Borborigmi di un fisico renitente (fisica e dintorni).
2) Stefano Caserini (coordinatore): Climalteranti (cambiamento climatico).
3) Anna Meldolesi: Lost in Galapagos (biologia e dintorni).
4) Salvo Di Grazia: MedBunker (medicina e dintorni).
5) Pierluigi Totaro (coordinatore): Nucleare e Ragione (energia).
6) Sylvie Coyaud: Ocasapiens (di tutto un po').
7) SISSA MediaLab: Oggiscienza (di tutto un po').
8) Luigi Pizzimenti: Luigi Pizzimenti (esplorazione spaziale).
9) Marco Fulvio Barozzi: Popinga (scienza e letteratura).
10) Aldo Piombino: scienzeedintorni (geologia e dintorni).
11) Agostino Macrì: Sicurezza Alimentare (alimentazione).
12) Pellegrino Conte: Pellegrino Conte (chimica, agronomia e dintorni).
13) Antonio Pascale: Antonio Pascale (ambiente e agricoltura).
14) Stefano Marcellini: Helter Skelter (fisica e dintorni).
15) Gabriella Greison: Greison Anatomy (fisica, donne nella scienza e altro) - aggiunto 13.07.2021.
16) Roberto Burioni (coordinatore): Medical Facts (medicina e dintorni) - aggiunto 29.01.2022.
17) Telmo Pievani (coordinatore): Pikaia (evoluzione e dintorni) - aggiunto 12.03.2022.
18) Roberto Natalini, Barbara Nelli, Nicola Parolini e Giuseppe Stecca (coordinatori): Maddmaths (matematica e dintorni) - aggiunto 24.07.2022.
19) Gianluigi Filippelli: Al caffé del Cappellaio Matto (scienza e... fumetti) - aggiunto 21.10.2022.
20) Gianluigi Filippelli: DropSea (fisica e dintorni) - aggiunto 29.05.2024.
21) Luca Romano (coordinatore): L'avvocato dell'Atomo (energia, in particolare nucleare) - aggiunto 18.06.2024.
22) Alessandro Mustazzolu: Microbias (microbiologia, biologia e dintorni) - aggiunto 09.09.2024.
23) Giuliano Grignaschi (portavoce): Research4life (scienze biomediche e altro) - aggiunto 07.11.2024.
24) Moreno Colaiacovo: my GenomiX (biologia, genetica e dintorni) - aggiunto 09.12.2024.
25) Telmo Pievani (direttore): Lucy sui Mondi (scienza varia) - aggiunto 05.07.2025.
26) FNOMCeO: Dottore, ma è vero che...? (medicina, salute e affini) - aggiunto 17.07.2025.
27) Luca: Matematica ecc. (matematica e dintorni) - aggiunto 06.08.2025.

E chiudiamo con i podcast:

1) Simone Angioni (coordinatore): Scientificast (di tutto un po').
2) Massimo Temporelli: Fucking Genius (fisica e personaggi della scienza) - aggiunto 04.03.2022.
3) MaddMaths: Fantamatematica (storie di matematica e di matematici) - aggiunto 14.11.2022.
4) Telmo Pievani (direttore): Lucy sui Mondi (scienza varia) - aggiunto 05.07.2025.

Saluti,

Mauro.

lunedì 15 marzo 2021

Considerazioni sul vaccino AstraZeneca

Vorrei fare qualche considerazione personale sui problemi, veri o presunti che siano, del vaccino AstraZeneca.

Per il momento facciamo finta che ci sia almeno in alcuni casi veramente un rapporto di causa-effetto (anche se le autopsie già effettuate sembrano escluderlo).

Intanto vediamo i numeri.
La Bayerischer Rundfunk ha calcolato che si sono contati 6 trombi per milione di vaccini.
La pillola anticoncezionale è provato provochi più di mille trombi per milione di donne che la usano. Eppure viene contestata per motivi religiosi, ma non per la pericolosità.


Poi che potessero esserci dei problemi era stato messo in conto sia dalle aziende che dai governi: era il prezzo da pagare per uno sviluppo e una certificazione così veloci. La domanda da porsi è se 6 casi per milione di vaccini siano un prezzo accettabile o meno.

Ovviamente è giusto, anzi doveroso sia dal punto di vista morale che legale che scientifico, fare accertamenti per verificare se vi è veramente un rapporto di causa-effetto e per verificare se il problema riguarda solo un lotto, solo uno stabilimento o tutta la produzione AstraZeneca.

Ma, mentre si fanno questi accertamenti, è giusto sospendere la somministrazione del vaccino? O la sospensione è solo un segno di isteria? Molti, tra cui il deputato, medico ed esperto di sanità tedesco Karl Lauterbach, ritengono che sia isteria e che avrà pesanti ripercussioni. Primo, la sospensione fa ripiombare nel caos le strategie vaccinali che stavano cominciando a ingranare in tutta Europa. Secondo, mina la fiducia della popolazione nei vaccini in generale e non solo in quello AstraZeneca. E di novax ne abbiamo già più che a sufficienza.
Oltretutto... il caos e i ritardi nei vaccini causati inevitabilmente dalla sospensione di AstraZeneca (gli altri produttori non possono certo aumentare la produzione per sopperire a questo buco) causeranno più morti dell'eventuale difetto del vaccino.
E provocherà diseguaglianze regionali, visto che non è che ogni centro vaccinale riceva lo stesso mix di vaccini dei vari produttori. Ci saranno zone dove si riuscirà a vaccinare come prima, zone dove si rallenterà e zone dove praticamente ci si fermerà. Riflettiamoci.

E un'ultima considerazione per quelli che mettono sempre davanti a tutto l'economia: ve ne rendete conto questa sospensione che danni economici può fare a un'azienda come AstraZeneca? Per un problema probabilmente inesistente o comunque molto piccolo? Ci avete pensato che una sospensione così frettolosa lede l'immagine dell'azienda tutta e non solo del suo vaccino? Che molta gente ora guarderà storto ogni prodotto AstraZeneca?

Sullo stesso tema voglio segnalarvi questo video di Entropy for Life su YouTube.

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 luglio 2020

La fallacia logica di chi minimizza

Uno degli argomenti preferiti da chi difende le aperture, i paesi che chiudono poco o nulla e etichetta come catastrofisti coloro che avvertono dei rischi di una seconda ondata è la mortalità: i morti per milione di abitanti nei vari paesi.

Infatti loro fanno notare che paesi come USA (dove il lockdown è durato poco e le riaperture sono state selvagge) e Svezia (dove di fatto non c'è stato lockdown) hanno a oggi una mortalità inferiore a Italia e Spagna (paesi che hanno avuto un lockdown serio).

Bene, se guardiamo i numeri senza ragionare hanno ragione:
USA: 409 decessi per milione di abitanti;
Svezia: 545;
Italia: 578;
Spagna: 607.

Ma è una fallacia logica (da parte di qualcuno probabilmente c'è anche malafede, non tutti sono semplicemente caduti nella trappola logica).

Vediamo perché (intanto premetto che sarebbe in questo caso più intelligente citare la quantità di malati, non di morti, poi ne capirete il motivo).

Partiamo dalla questione cronologica.
L'outbreak negli USA e in Svezia è arrivato molto dopo che in Italia e Spagna.
Quindi i numeri attuali di USA e Svezia andrebbero confrontati con i numeri che Italia e Spagna avevano alla stessa distanza temporale dall'outbreak di quanto sono oggi USA e Svezia, non con i numeri italiani e spagnoli attuali.
E se lo si fa si vede che la Svezia è messa peggio e gli USA sono più o meno allo stesso livello.

Ma c'è un esempio ancora più evidente: prendete lo UK.
Ha avuto l'outbreak sì dopo Italia e Spagna, ma prima di USA e Svezia. E all'inizio si è comportato come la Svezia e ora come gli USA.
Bene:
UK: 657 decessi per milione di abitanti.
Confrontate con i numeri sopra e fate gli auguri a USA e Svezia.

Però c'è anche un'altra confutazione della fallacia logica di cui sopra.
Una confutazione meno quantificabile ma forse anche più forte di quella cronologica spiegata sopra: ora, almeno in parte, sappiamo curare.

Cerchiamo di capire.
È vero che non c'è ancora una cura universalmente riconosciuta per Covid19, però all'inizio in Italia e Spagna c'era a disposizione (si fa per dire, vista la scarsa trasparenza) solo l'esperienza cinese.
I medici brancolavano nel buio o quasi. È anche probabile che in alcuni casi i pazienti siano morti per terapie sbagliate: i medici andavano a tentativi.
Ora questo non succede più: il mondo (USA e Svezia compresi) ha a disposizione l'esperienza non solo solo italo-spagnola, ma europea tutta (anche se l'UK non sembra averla capita, ma questo è un altro discorso).
I medici non hanno ancora a disposizione una cura standard, ma non brancolano più nel buio. Hanno molte più possibilità di prendere la decisione giusta nei tempi giusti.
E questo abbassa (talvolta abbatte) la mortalità.

Ma questa esperienza evita il morire, non l'ammalarsi.
L'ammalarsi lo evitano le misure di prevenzione che certi paesi (sempre più numerosi, purtroppo) rifiutano di adottare.
Ed è proprio per questo che per giudicare USA e Svezia (ma non solo) è più significativo il numero di casi per milione di abitanti (più significativo ancora sarebbe il numero di ospedalizzati, ma è un dato non facile da avere per ogni paese) che quello di decessi, per quanto cinica la cosa possa sembrare.

E questo numero parla chiaro:
USA: 9647 casi per milione di abitanti;
Svezia: 7359;
Spagna: 6419;
UK: 4236;
Italia: 4009.

(N.B.: qualche giorno fa l'UK ha cancellato circa 30000 casi dal computo totale senza dare motivazioni, questo ha abbattuto il numero di casi per milione di abitanti ivi).

Spero di essere stato chiaro.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 8 luglio 2020

Il circo dei preprint (sul coronavirus)

È comprensibile che gli scienziati vogliano condividere le proprie ricerche il più presto possibile coi colleghi, ma quando questi preprint diventano di dominio pubblico prima di passare per la peer review può essere un problema.

Molti di voi ricorderanno uno studio condotto su pazienti Covid19 in Italia e Spagna a giugno e che in qualche modo associava la gravità dell'infezione al gruppo sanguigno. Studio criticato (e almeno in parte smontato) da più parti.

Ma non è direttamente di questo studio che vi voglio parlare, bensì di uno studio tedesco che su questo si è basato per andare oltre. Studio pubblicato in preprint su bioRxiv il 3 luglio scorso. Intanto chi sono gli autori di questo studio? Svante Pääbo, considerato uno dei più autorevoli paloegenetisti al mondo. Sì, paleogenetista, non biologo, infettivologo o virologo. E Hugo Zeberg, che si occupa di neurologia e antropologia.
Cosa hanno "scoperto" questi due ricercatori, rileggendo i dati dello studio citato all'inizio?
Che i geni associati alla maggiore severità dell'infezione sono i geni che ci accomunano ai Neanderthal. Altrimenti detto: chi di noi ha più geni ereditati dai nostri cugini Neanderthal (che ci sia stato incrocio tra Sapiens e Neanderthal è ormai fatto accertato senza ombra di dubbio da tempo) più sarebbe a rischio di contrarre l'infenzione in forma grave.
Lo studio è già stato smontato, ma in certi ambienti sta ricevendo discreto ascolto e successo.
Un ottimo riassunto di tutti i "bachi" di questo "studio" lo trovate in questo articolo della Süddeutsche Zeitung. Il punto principale è che la serie di geni da cui si è dedotto il collegamento in Europa (da dove vengono i dati) è presente nell'8% della popolazione, mentre nel SE asiatico nel 30% e in Bangladesh addirittura nel 60%. In Bangladesh dovrebbe essere una strage peggiore che in qualsiasi altro posto. Oltretutto un altro scienziato ha fatto notare che questo studio dei paleogenetisti può sì essere importante... ma non certo per capire chi è più a rischio di grave infezione, bensì per capire perché alcuni geni Neanderthal si sono trasmessi e altri sono spariti.
La morale è: è utile condividere gli studi in preprint, ma chi li legge (soprattutto se non esperto del settore) deve prenderli non solo con le pinze... ma anche con guanti, mascherine e disinfettante!

Saluti,

Mauro.