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sabato 9 agosto 2025

Il problema von der Leyen

Da ormai un bel po' di tempo Ursula von der Leyen viene attaccata qualsiasi cosa faccia (ok, anche i suoi predecessori hanno subito lo stesso trattamento, anche se non così violento... il punto in realtà non sono le singole persone, ma il concetto stesso di Europa, di UE, che ai piccoli boss locali ovviamente non piace).

Ma, premesso ciò, qualcosa che non quadra con von der Leyen c'è veramente.
Ma ciò non c'entra con suoi presunti legami con lobbies varie o cose simili.
Magari ci sono anche (io non ho prove né per difenderla né per accusarla), ma siamo onesti: anche ci fossero veramente non sarebbero qui il problema.

E allora, mi chiederete voi?

Allora il problema è Ursula von der Leyen stessa. E la Germania.
Il problema è che la signora è un'incapace. Magari è la persona più onesta del mondo, io questo non lo so, ma è indubbiamente un'incapace. E questo lo so senza dubbio.
Lo dimostrò già come ministro in Germania.
E in Germania ai tempi si cercavano - sia all'interno della CDU/CSU, il suo partito, che della politica tutta - modi di liberarsi di lei.
Era troppo incapace, anche per il suo stesso partito, ma aveva troppi agganci, troppe connessioni, troppo potere.
E quindi come liberarsi di lei?
Come è successo con tanti altri politici, in tutti i paesi: scaricarla a Bruxelles.

Ma... mentre in genere basta scaricare i politici nelle liste europee (quindi far sì che abbiano un seggio nel Parlamento europeo, ma senza cariche di vertice), la cosa non poteva funzionare con la nostra Ursula. Il suo potere all'interno della CDU era troppo forte: o le si trovava un incarico di vertice a Bruxelles o si doveva continuare a sopportarsela al governo in Germania.

Non accusiamo quindi Ursula di chissà quali crimini lobbistici (magari ci sono anche, ma fidatevi: sono il problema minore).
Mai attribuire a malizia ciò che si può spiegare con l'incapacità.

Saluti,

Mauro.

martedì 8 luglio 2025

I misteri del tedesco 37 - Panini e bambini

Stavolta la cosa non riguarda solo il tedesco, ma l'intero mondo linguistico germanico, inglese in primis.

Le parole italiane sono amate, soprattutto perché (in particolare nella gastronomia) fanno figo.
In parte si tratta del famoso (e come tema trattato da molti altri meglio di me) italian sounding. Ma solo in parte.
In parte più grossa si tratta di ignoranza linguistica.

Tutti coloro che sono stati almeno un paio di settimane in Germania hanno scoperto che per i tedeschi zucchini è un singolare, indica il nostro zucchina/o, non certo il nostro plurale zucchine/i.
E lo stesso vale per panini. Per i tedeschi e gli inglesi panini è il nostro panino. Il loro plurale (generato degli inglesi, va detto, i tedeschi hanno solo copiato) è paninis.

Ma poi ci sono anche i bambini. Per i tedeschi e gli inglesi fa figo usare la parola italiana invece che il tedesco Kinder o l'inglese Children.
Peccato solo che non sappiano che bambini in italiano è solo plurale.

Insomma, per chi parla una lingua germanica... l'italiano esiste solo al plurale.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Aggiornamento 26.07.2025.
Qui un esempio (su rivista di divulgazione scientifica) che usa "Spaghetti" come se fosse singolare (la traduzione del testo della prima frase nel sottotitolo è "Ha le dimensioni di uno spaghetto corto ed è a rischio estinzione"... ma traducono spaghetto con "Spaghetti"):


mercoledì 28 maggio 2025

Targhe tedesche 4

Ku fu?
Confessate: ku fu???
Sputate il rospo! Basta omertà!


Saluti,

Mauro.

sabato 10 maggio 2025

La C non c'è più

Il partito del nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz si chiama CDU, cioè Christlich Demokratische Union Deutschlands (Unione Cristiano-Democratica Tedesca), e il suo partito fratello bavarese CSU, cioè Christlich-Soziale Union in Bayern (Unione Cristiano-Sociale Bavarese).

Ve lo dico da ateo: guardate il programma di governo (e ancora più quello elettorale pre-voto) e guardate il catechismo della chiesa cattolica e i valori delle chiese protestanti... cioè di chi rappresenta (al di là del comportamento dei singoli e delle istituzioni) l'essere cristiani.

Bene, se li guardate capirete che quella C nel nome dei due partiti (soprattutto per quanto riguarda la CSU) è ormai solo vuota ipocrisia, nei fatti non c'è più.
E questo indipendentemente da come noi singoli cittadini possiamo giudicare la religione cristiana.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 23 aprile 2025

Dettagli dall'Oberpfalz 25 - Datati avvertimenti

Venditori ambulanti non graditi.


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

domenica 20 aprile 2025

Twenty-Twenty

Oggi voglio scrivere di un anglismo che non usa parole inglesi, ma che forse proprio per questo è anche peggio.

Quando parliamo, come esprimiamo il numero che esprime un particolare anno?

Prendiamo per esempio il mio anno di nascita: 1968.
In italiano lo dico millenovecentosessantotto.
Ma in altre lingue per gli anni si usano forme particolari.
In tedesco, per esempio, dico neunzehnhundertachtundsechzig (cioè diciannovecentoesessantotto), e non eintausendneunhundertachtundsechzig, come invece farei per esempio per una somma di denaro o per un numero civico.
In inglese invece dico nineteen-sixtyeight (cioè diciannovesessantotto), e non one thousand nine hundred and sixtyeight.

Sono regole che possono suonare comiche, strambe ma che sono ben conosciute e valide da una mezza eternità.
Quindi regole facili da seguire e chiare a tutti.

Però... dal 2020, dalla pandemia, in Italia e in Germania (soprattutto in Germania, va detto) si è diffusa la mania di scimmiottare l'inglese è così 2020 diventa venti-venti o zwanzig-zwanzig, copiando twenty-twenty.
Il massimo dell'uso di questa forma si è avuto l'anno dopo, nel 2021, con le ritardate Olimpiadi di Tokyo.

Questa cosa mi è tornata vivida l'altro giorno quando, ascoltando la radio BR24, ho sentito zwanzig-fünfundzwanzig (cioè venti-venticinque) per parlare del 2025 (il servizio parlava del 2025 come chiusura del primo quarto del secolo... già l'intelligenza che serve per ideare un servizio del genere lascia a desiderare, comunque).

Ma a voi non fa schifo questa moda?

Saluti,

Mauro.

domenica 13 aprile 2025

Avevo ragione io

"Avevo ragione io" è una brutta frase, suona arrogante o per lo meno da saputello.
Però in questo caso è l'unica frase che posso scrivere, dire.

Nel 2013 a Berlino nacque l'AfD (Alternative für Deutschland, in italiano Alternativa per la Germania).
Venne definito il "partito dei professori" perché fondato da alcuni accademici di destra, nazionalisti. Però, questa la vulgata dell'epoca, moderati.
Io dissi subito: attenti, questi sono neonazisti, nonostante le apparenze.
E venni sbertucciato da chi era cascato nel trucco della maschera moderata. Anche qui sul mio blog venni contestato quando scrissi sul tema.

Nel 2014 poi nacque a Dresda PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente), movimento esplicitamente populista di estrema destra basato su visioni razziste e nazionaliste.
E io dissi che PEGIDA era il braccio "di strada" dell'AfD (oppure che l'AfD fosse il braccio politico di PEGIDA).
E di nuovo venni contestato perché le due entità non avevano collegamenti legali, erano burocraticamente separate.

Ma poi, alle elezioni del 2017, ci fu un ulteriore scivolamento a destra del partito, dove gli elementi più estremisti presero totalmente il controllo.

Ma poi i rappresentanti del partito erano sempre in prima linea nelle manifestazioni di PEGIDA.

Ma poi la vicinanza con elementi dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazinaldemocratico di Germania, ispirato esplicitamente all'NSDAP per propria ammissione).

Ma poi arrivò la corrente Die Flügel (L'ala) che dovette essere sciolta per neonazismo.

Ma poi anche la sezione giovanile (Junge Alternative, Alternativa giovane) dovette essere sciolta per provato anticostituzionalismo.

Ma poi molte sezioni regionali vennero messe sotto osservazione dai Servizi per lo stesso motivo e per tre di esse (Sassonia, Turingia e Sassonia-Anhalt) la cosa venne legalmente provata e certificata.

Ma poi cominciò a crescere la violenza, se non proprio il terrorismo, di destra (qui un splendido articolo al proposito del sito di indagine giornalistica Volksverpetzer, in tedesco, ma potete usare i traduttori in rete) senza mai condanne da parte del partito (vero anche che la stampa mainstream cerca per quanto possibile di evitare di parlare di questa violenza).

E tante altre cose.

E ora?
Molti cadono dal pero "scoprendo" quello che era già chiaro ed esplicito nel 2013/2014.
Altri continuano a mantenere il prosciutto sugli occhi per non vedere (come la CDU/CSU e buona parte della stampa).
E l'AfD continua a crescere (secondo partito nel Bundestag alle elezioni di febbraio) e a spostarsi sempre più a destra.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Qui la versione tedesca.

giovedì 27 febbraio 2025

Dettagli dall'Oberpfalz 24 - E dal nulla uno skilift...



Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

Due errori con acqua ed espresso

Quando ordinate un espresso al bar o in altri locali spesso questo viene accompagnato da un bicchierino d'acqua.
Lo avete sperimentato tutti o quasi.

Però spesso con quel bicchierino vengono commessi due errori.
Uno da parte dei clienti e uno da parte dei baristi.

Per prima cosa spieghiamo però il significato, l'utilità di quel bicchierino d'acqua: serve a sciacquarsi la bocca per poi poter gustare il sapore del caffè senza che questo venga "inquinato" da altri sapori che potremmo avere in bocca.

E qui capirete già l'errore che molti clienti fanno (e qui in Germania ovviamente anche più spesso che in Italia): bevono l'acqua dopo aver bevuto il caffè.
Ma così non serve a niente... anzi ti sciacqua via proprio il sapore del caffè, quello che in teoria vorresti preservare, goderti.
L'acqua va bevuta prima, non dopo (o al limite non bevuta proprio, se non vi va, ma comunque mai dopo).

Il secondo errore invece lo commettono i baristi (e per questo è particolarmente grave, perché dimostra che molti baristi non sanno fare il loro lavoro).
Anche questo molto più diffuso qui in Germania (e in nord Europa in generale), ma che purtroppo sta diffondendosi sempre di più anche in Italia.
Cioè il riempire il bicchierino con acqua gasata.
Come abbiamo spiegato prima, l'acqua serve a sciacquarci la bocca per far sì che il caffè arrivi in un ambiente neutro.
Per questo l'acqua deve essere non gasata: il gas rompe questa neutralità (ok, nessun'acqua è veramente insapore, neutra, visto che qualche minerale lo contiene sempre... ma il gas toglie definitivamente la neutralità).
E non è una questione di gusto, non c'entra che vi piaccia di più o di meno quella gasata.

Quindi ricordatevi le due regole:
1) L'acqua si beve prima;
2) L'acqua deve essere non gasata.

Saluti,

Mauro.

giovedì 20 febbraio 2025

domenica 16 febbraio 2025

Discorsi storici dimenticati

Quando pensiamo a discorsi storici generalmente pensiamo a discorsi fatti per stimolare la parte migliore, il coraggio, la forza di chi li ascolta o - in un futuro - li leggerà.
Discorsi magari splendidi ma soprattutto retorici, pomposi (anche perché se no, raramente funzionerebbero).
Se io vi chiedessi quali grandi discorsi vi vengono per primi in mente, probabilmente mi citereste il "Blood, sweat and tears" di Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale o il "I have a dream" di Martin Luther King Jr. negli anni '60 (no, il "Ich bin ein Berliner" di JFK Jr. era uno slogan, non un discorso).

Ma ci sono anche discorsi che hanno fatto la storia, anzi almeno in parte la hanno cambiata (talvolta in bene, talvolta purtroppo no), senza però diventare famosi in sé, senza che oggi l'opinione pubblica (storici esclusi) li ricordi.

Oggi ve ne voglio ricordare tre.
Il primo ebbe effetti positivi.
Il secondo negativi.
Il terzo dipende dal lato politico da cui lo guardiamo (ma in realtà fu anch'esso positivo) 😉

Il primo venne pronunciato il 9 settembre 1948 dall'allora sindaco di Berlino Ernst Reuter davanti al Reichstag durante il blocco sovietico di Berlino Ovest in cui si appellò alle democrazie occidentali per mantenere viva la speranza di una Berlino libera.
Questo discorso è importante in particolare per noi italiani (anche se in Italia nessuno lo ricorda) perché è la prima occasione in cui un politico non italiano citò l'Italia al fianco di quelle che allora erano considerate le grandi democrazie occidentali (USA, Regno Unito e Francia), che erano oltretutto le potenze vincitrici della guerra.
Per la precisione nella frase: "Ihr Völker der Welt, ihr Völker in Amerika, in England, in Frankreich, in Italien! Schaut auf diese Stadt und erkennt, daß ihr diese Stadt und dieses Volk nicht preisgeben dürft und nicht preisgeben könnt!" ("Voi popoli del mondo, voi popoli in America, in Inghilterra, in Francia, in Italia! Guardate a questa città e riconoscete che voi non dovete, non potete abbandonare questa città e questo popolo!").
Qui il testo completo (in tedesco) del discorso.

Il secondo discorso che vorrei ricordarvi è un discorso molto meno bello nei contenuti, anche se ebbe effetti dirompenti negli Stati Uniti, effetti che fecero danni ancora per molto tempo dopo che gli effetti legali dello stesso vennero eliminati.
Lo pronunciò il senatore Joseph McCarthy il 9 febbraio 1950 a Wheeling, davanti a un club di donne repubblicane... un discorso che, visto il luogo e il pubblico, non avrebbe dovuto diventare storico ma che, grazie all'amplificazione che ne fece la stampa, diede il via a una caccia alle streghe contro i comunisti (che per McCarthy erano tutti quelli che non fossero veri conservatori) che oggi ricordiamo col nome di maccartismo.
Qui il testo completo (in inglese) del discorso.

Il terzo discorso invece viene dall'estremo oriente, dalla Cina per la precisione, e lo pronunciò Deng Xiaoping il 18 marzo 1978 all'apertura della Conferenza Nazionale delle Scienze.
Questo discorso costituì una cesura nella storia moderna della Cina, in quanto la fece passare da paese enorme ma povero a paese lanciato verso un futuro tecnologico e scientifico che avrebbe terremotato anni dopo l'economia mondiale.
È un discorso molto bello e pregnante e la sua frase conclusiva, per quanto retorica, dice tutto e di più: "May science flourish and grow! May this conference be a complete success!" ("Possa la scienza fiorire e crescere! Possa questa conferenza essere un successo totale!".
Qui il testo completo (in traduzione inglese) del discorso.

Saluti,

Mauro.

sabato 4 gennaio 2025

A zonzo per Solingen

A Solingen le forbici sono grandi...


I castelli hanno facce...


E il caffé si fa nella Dröppelmina...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Tutti gli A zonzo per...

domenica 15 dicembre 2024

Chiudere il nucleare significa tornare al carbone

Vorrei ricordare che l'uscita dal nucleare ha sempre significato una ripresa del fossile, in primis del carbone, non delle rinnovabili. Successe in Italia. Sta succedendo in Germania. Successe in Svezia (che proprio perciò fece poi marcia indietro). E non solo in questi paesi. Quello che pochi capiscono è che, al di là del giudizio personale o scientifico sulle singole fonti di energia, se rinunci totalmente a una fonte devi avere un piano (tecnico, non ideologico) per sostituirla. Se la decisione è solo ideologica... non hai un piano. Quindi carbone. Perché il carbone è la fonte al tempo stesso più economica e flessibile, velocemente attivabile. Devi solo avere le scorte di combustibile, poi ti basta un forno da quattro soldi. Forno che puoi accendere e spegnere a piacimento. E puoi farlo in pochi minuti.

Saluti,

Mauro.

domenica 24 novembre 2024

Matematica, sconosciuta in Baviera

Stasera stavo ascoltando un programma di informazione su BR24, il canale di informazione della radio pubblica bavarese, in cui si parlava dell'invecchiamento della popolazione.

A un certo punto la conduttrice ha citato una statistica che diceva che in Germania nell'anno X (non ho capito bene l'anno, comunque per il prosieguo dell'articolo non è importante) c'erano 14 milioni di minorenni e 19 milioni di pensionati, quindi i pensionati erano quasi un terzo in più dei minorenni.

NO!!!

Perché continuate a confondere il punto di partenza con quello di arrivo nei calcoli?

Se i pensionati sono 19 milioni, sono 5 milioni in più rispetto ai minorenni... ma 5 milioni è PIÙ di un terzo di 14 milioni, non QUASI un terzo.
Quasi un terzo (anzi, ben meno di un terzo) lo è di 19 milioni, quindi i minorenni sono quasi un terzo in meno dei pensionati, ma i pensionati sono oltre un terzo in più dei minorenni.

Perché, come dissi già in un altro articolo, i valori assoluti non dipendono da dove si parte, ma le frazioni (o le percentuali), cioè i valori relativi, sì.

Saluti,

Mauro.

Fisica e chimica da bere

Landshut, Baviera, Germania.

Alla salute! Zum Wohl!

Saluti,

Mauro.

P.S.:
E non mettetevi al volante dopo aver bevuto!

venerdì 22 novembre 2024

Dettagli dall'Oberpfalz 21 - Kepler è passato di qui

E ci è anche morto (anche se in un'altra casa)...


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

giovedì 31 ottobre 2024

I tre pacifismi

In teoria il pacifismo dovrebbe essere per la pace, contro ogni guerra, ma in primis contro ogni aggressione. Su ciò siamo tutti d'accordo, credo e spero. Ma allora perché il pacifismo odierno (ma non solo odierno, anche se oggi più che mai) di fatto è contro chi si difende? Lo vediamo nella maniera più lampante possibile nell'aggressione russa all'Ucraina. I pacifisti chiedono di non mandare armi all'Ucraina, di usare la diplomazia e le trattative (oltretutto non capendo come funziona la diplomazia, come scrissi qui). Perché non si rendono conto che così aiutano la Russia? Che se vuoi fermare la guerra devi fermare la Russia, non l'Ucraina? Sono scemi? Sono collusi? Sono manipolati? Beh, in parte sì, ma in realtà per capire veramente bisogna andare un po' più a fondo, non etichettare e basta. Io voglio qui provare a fare una breve (e non scientifica, almeno non in senso rigoroso) analisi basandomi su due paesi. 1) L'Italia, dove sono nato e cresciuto. 2) La Germania, dove vivo da quasi trent'anni. Ma credo possa essere allargata al resto dell'Europa occidentale. Prima di andare avanti però una piccola premessa: in questo thread non voglio giudicare la politica dei singoli governi e dei vari blocchi, quindi non commentatemi con "sì, però questo governo ha fatto questo e quell'altro quello, ecc. ecc.". Sarà anche vero (anzi spesso lo è), ma qui, in questo articolo, non conta. Osservando i movimenti pacifisti dei due paesi citati dagli anni '70/'80 a oggi (per prima di allora dovrei basarmi su studi, non sulle mie osservazioni, essendo io nato nel 1968) si notano due categorie principali, che di fatto si sono divise il movimento pacifista. La prima categoria è quella che definirei dei "gandhiani", cioè coloro che rifiutano ogni forma di violenza, anche la più innocua e anche quella necessaria a difendere sé stessi. Quelli che dicono che Gandhi ha liberato l'India (un paese enorme!) senza alzare un dito. E che quindi ogni paese può farlo. Fraintendendo così sia la storia dell'India sia l'insegnamento di Gandhi. Questi sono innocenti, ingenui e idealisti, quindi sotto un certo punto di vista ammirevoli e degni di rispetto, ma comunque pericolosi. Perché se tutti fossimo come loro, basterebbero quattro gatti violenti e antidemocratici per conquistare il mondo intero e renderci tutti schiavi. La seconda categoria sono quelli che confondono pacifismo con antiamericanismo (e antioccidentalismo in generale). Anche questi in maggioranza (non tutti, ovviamente) in buona fede. Perché? Perché loro conoscevano le atomiche, le armi statunitensi, non quelle sovietiche. Le conoscevano per colpa di Hiroshima e Nagasaki e anche perché vedevano i missili USA installati in Europa (quelli sovietici non li potevano vedere, ne sapevano solo dalla stampa, che era... occidentale). Quindi la loro posizione era comprensibile, anche se sbagliata. Di questo pacifismo ne scrissi (in maniera comunque più polemica e meno equilibrata di quanto farei oggi) già nel 2006 in questo articolo. Questi due tipi di pacifismo avevano una giustificazione (sbagliata ma onestamente comprensibile) alcuni decenni fa, ma non più oggi. Però l'umanità è lenta, è pachidermica e prima che ci se ne renda conto ci vorranno ancora alcuni decenni. E ovviamente sono due tipi di pacifismo facilmente manipolabili da chi ne vuol trarre politicamente vantaggio (non serve che vi dica a chi alludo, vero?). Ma esiste un altro pacifismo, quello che io considero il vero pacifismo. Quello che aborre sì la guerra ma che sa due cose. 1) Che la non violenza fine a sé stessa aiuta solo i violenti; 2) Che la pace può esserci solo se viene garantita la giustizia. Esistono pacifisti del genere? Sì, ne esistono, anche se sono in minoranza e vengono sommersi dalle urla delle due categorie precedenti. Che questo terzo pacifismo può e deve esistere ce lo insegna un vero grande pacifista: Alexander Langer. Lo dimostrò durante le guerre jugoslave degli anni '90, ma quanto disse vale per ogni guerra (all'interno di questo mio articolo il link al suo discorso completo). Saluti, Mauro.

domenica 6 ottobre 2024

I misteri del tedesco 32 - Il Barista

Tutti noi conosciamo il bar.
Noi italiani, intendo.
Almeno spero.

Non sempre all'estero esistono locali che corrispondano al nostro concetto di bar.
Ma soprattutto, almeno qui in Germania, c'è una differenza lessicale per quanto riguarda chi nei bar, o in locali analoghi, ci lavora.

Chi è un barista in Italia?
Chiunque lavori dietro il bancone di un bar, indipendentemente dal livello del bar e dalle competenze del barista in questione.
Se vogliamo parlare di qualcosa di più nobile (o presunto tale) usiamo la parola inglese barman, ma con questa indichiamo di fatto solo chi è esperto in cocktails, long drinks e simili.

In Germania però...
In Germania il barman è bene o male lo stesso che è in Italia.
Ma il barista no!
Per i tedeschi la parola barista indica qualcosa di iperspecializzato, di nobile... ma che si occupa solo di caffetteria.
Il barista è colui che si inventa, o almeno sa fare, i più astrusi caffé, cappuccini, latti e compagnia bella. Tutte quelle cose che in un bar serio non esisterebbero mai, ma che fanno tanto figo.
In pratica per i tedeschi il barista è il barman della caffetteria.
Cioè colui che violenta la caffetteria facendo o cose inbevibili o cose che sono banali, ma dandogli nomi assurdi.

E lo chiamano barista. In italiano.
Perché la parola italiana lo rende qualcosa di speciale (anche se non sanno cosa significhi).

Saluti,

Mauro.

giovedì 26 settembre 2024

Dettagli coloniesi 37 - Verande di birreria


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli coloniesi.

mercoledì 25 settembre 2024