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giovedì 21 agosto 2025

Una proposta politica: l'obbligo (non vincolo) di mandato

Sì, obbligo, non vincolo. E no, non è la stessa cosa.
Leggete oltre e capirete cosa propongo.

Oggi questo tweet di Veronica De Romanis mi ha dato un'idea. O meglio me la ha chiarita, visto che in maniera informe in realtà già la avevo. Ma, appunto, informe.

Premetto che qui parlerò di una legge che desidero (e che ovviamente trovo giusta, se no non la desidererei), non di leggi esistenti ma non applicate o sbagliate.
Parlerò di una legge che non esiste (ancora), ma che per me dovrebbe esistere.

La mia proposta è quanto segue.
Quando uno si candida per una carica elettiva e viene eletto, deve portare il mandato fino in fondo (e no, il vincolo di mandato non c'entra, è un'altra cosa, qui c'entra solo la durata, per questo obbligo e non vincolo, che non sono sinonimi).
Ti puoi dimettere? Sì, puoi, soprattutto se hai motivi di salute o famigliari per farlo.
Detto così può sembrare una contraddizione, ma...
il portare il mandato "fino in fondo" non significa che non puoi dimetterti, ma che non puoi più candidarti ad altre cariche elettive (o ricoprire incarichi pubblici) fino alla fine ufficiale del mandato per cui eri stato originariamente eletto.
E no, ciò non impedisce che tu venga dal Presidente della Repubblica o, per incarichi di livello inferiore, da quello del Consiglio chiamato ad altri incarichi MENTRE sei ancora in carica. Impedisce solo che tu, di TUA iniziativa, cerchi altri incarichi mentre sei in carica (o dovresti esserlo).

E no, una legge del genere non sarebbe per niente incostituzionale. Forse tecnicamente non semplice, ma perfettamente costituzionale.

E sarebbe una legge nel rispetto della volontà dell'elettore.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 29 dicembre 2021

La tristezza dei vandali a Natale

No, non mi riferisco alla festa in sé, anche se ovviamente in tempi di pandemia non è più gioiosa come una volta e - altrettanto ovviamente - non per tutti porta serenità, per i più disparati motivi.

Mi riferisco a una cosa più banale.
A Natale nelle città vengono allestite decorazioni e installazioni natalizie, per cercare di rendere più luminoso e più gioioso l'ambiente.
Ma poi molte di queste installazioni vanno protette con transenne per evitare vandalismi o che la gente le usi per far fare i bisogni ai propri cani.

Ma quanto triste è la cosa?
Quanto siamo diventati inumani?
Con che motivazione vandalizzi una decorazione natalizia o la usi come WC canino?

E no, non c'entra credere al Natale o meno.
È solo questione di rispetto.

Visto oggi a Genova:


Un esempio che ha fatto notizia in Germania, a Kassel:


Ma sono solo due dei tanti esempi.

Saluti,

Mauro.

domenica 1 aprile 2018

Pesci d'aprile mancanti

Non so voi, ma io quest'anno ho l'impressione che girino molti meno pesci d'aprile del solito.

Oggi però è anche Pasqua.

Se i pochi pesci d'aprile sono dovuti al rispetto per la Pasqua, allora vi dico che l'umanità è solo un branco di ipocriti.

Se invece si sta cominciando a capire che è un'usanza ormai solo portatrice di noia (e solo i minus habens ormai ci cascano) e quindi inutile... forse per l'umanità c'è speranza.

Buona Pasqua a tutti,

Mauro.

martedì 23 maggio 2017

Che cos'è un intellettuale?

Stasera su Twitter ho posto (e mi sono posto) una domanda: che cos'è un intellettuale? Soprattutto un intellettuale oggi?

Cosa qualifica come tale? Quali compiti ha, se ne ha? Esserlo oggi merita rispetto o ludibrio?

Boh.
Tutto ciò che io so è che cosiddetti intellettuali (spesso autonominatisi tali) impestano stampa e televisioni.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 13 gennaio 2016

Bicicletta selvaggia 2

Già un paio d'anni fa parlai qui della prepotenza e del non rispetto del codice della strada da parte dei ciclisti.

Però io attacco chiunque non rispetti il codice della strada: ciclisti, automobilisti, pedoni, motociclisti, eccetera.

Ma se attacco automobilisti, pedoni, motociclisti o simili questi mi contestano con dati e fatti (non sempre condivisibili o corretti, ma comunque argomentati).

Se attacco i ciclisti invece ricevo solo insulti, senza argomentazioni con dati o fatti.

Forse i ciclisti dovrebbero riflettere sulla differenza.

Saluti,

Mauro.

lunedì 27 maggio 2013

Simpatia e rispetto

Ieri sul blog ho scritto di Don Gallo.
Dopo averne scritto mi è venuta in mente una considerazione, indipendente in realtà da Don Gallo stesso, ma rafforzata dalle reazioni alla sua morte lette sui vari forum, siti web, ecc.
E questa considerazione è: spesso si confonde la simpatia col rispetto.

Mi spiego meglio: un criminale può essere simpaticissimo e un santo può essere antipaticissimo (e spesso è veramente così in entrambi i casi).
Però la maggioranza della gente usa la simpatia come valore morale.
No, la simpatia è un valore per una serata in compagnia. Non è un valore morale.

Se io voglio solo divertirmi un sabato sera è chiaro che è meglio che chi mi sta intorno mi trovi simpatico piuttosto che degno di rispetto.
Però la vita non si limita ai sabato sera... quindi meglio essere degni di rispetto che simpatici.
Poi, se si riesce a essere entrambe le cose, meglio ancora. Ma tra le due c'è una priorità chiara e definita. Almeno per me.

Cosa c'entra Don Gallo con questo?
Semplicemente che ho letto molti commenti che lo attaccavano moralmente per la sua antipatia. Ora, a me era simpatico, ma posso capire che certi suoi atteggiamenti per altre persone possano risultare antipatici, estremamente antipatici... ma ciò non lo rende meno degno di rispetto.
Il rispetto (o il disprezzo) lo merita per ciò che ha fatto, non per come si è presentato.

E ciò vale per ogni altra persona al mondo, non solo per lui.

Saluti,

Mauro.