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giovedì 21 agosto 2025

Una proposta politica: l'obbligo (non vincolo) di mandato

Sì, obbligo, non vincolo. E no, non è la stessa cosa.
Leggete oltre e capirete cosa propongo.

Oggi questo tweet di Veronica De Romanis mi ha dato un'idea. O meglio me la ha chiarita, visto che in maniera informe in realtà già la avevo. Ma, appunto, informe.

Premetto che qui parlerò di una legge che desidero (e che ovviamente trovo giusta, se no non la desidererei), non di leggi esistenti ma non applicate o sbagliate.
Parlerò di una legge che non esiste (ancora), ma che per me dovrebbe esistere.

La mia proposta è quanto segue.
Quando uno si candida per una carica elettiva e viene eletto, deve portare il mandato fino in fondo (e no, il vincolo di mandato non c'entra, è un'altra cosa, qui c'entra solo la durata, per questo obbligo e non vincolo, che non sono sinonimi).
Ti puoi dimettere? Sì, puoi, soprattutto se hai motivi di salute o famigliari per farlo.
Detto così può sembrare una contraddizione, ma...
il portare il mandato "fino in fondo" non significa che non puoi dimetterti, ma che non puoi più candidarti ad altre cariche elettive (o ricoprire incarichi pubblici) fino alla fine ufficiale del mandato per cui eri stato originariamente eletto.
E no, ciò non impedisce che tu venga dal Presidente della Repubblica o, per incarichi di livello inferiore, da quello del Consiglio chiamato ad altri incarichi MENTRE sei ancora in carica. Impedisce solo che tu, di TUA iniziativa, cerchi altri incarichi mentre sei in carica (o dovresti esserlo).

E no, una legge del genere non sarebbe per niente incostituzionale. Forse tecnicamente non semplice, ma perfettamente costituzionale.

E sarebbe una legge nel rispetto della volontà dell'elettore.

Saluti,

Mauro.

lunedì 23 luglio 2018

È il tuo presidente

È il tuo presidente. Della Repubblica o del Consiglio, a seconda dei casi, ma è il tuo presidente.
Che ti piaccia o no. Che tu lo abbia votato o no.
A meno che tu non abbia le prove che sia stata un'elezione illegale (o almeno indizi tali da poterti permettere di affermare la cosa senza rischio di essere denunciato per diffamazione).
Ciò vale per ogni paese che abbia presidenti e libere elezioni.
È il tuo presidente.

Spesso abbiamo visto dichiarazioni del tipo "Non è il mio presidente".
Per esempio, da quando Trump è stato eletto si stanno moltiplicando le dichiarazioni di cittadini statunitensi più o meno prominenti che dichiarano "He's not my/our president!".
Prima era già successo con Bush jr.
E in Francia con Sarkozy.
E in Italia con Berlusconi (con gli italiani che comunque facevano una bella confusione tra Presidente della Repubblica e del Consiglio).
E altrove o in altri momenti storici con altri, anche se non in maniera così rumorosa come con questi quattro.

E invece no.
È il vostro (nostro) presidente.
Lo è perché eletto legalmente. Lo è perché le sue decisioni riguardano tutti voi (noi). Lo è perché all'estero rappresenta tutti voi (noi).
Poi può essere un pessimo presidente (e i quattro di cui sopra, chi più chi meno, lo sono o sono stati) e non piacerti. Tuo diritto (anzi dovere, se è un pessimo presidente).
Puoi (o devi) contestarlo e, se ne hai la possibilità politica, fare opposizione quando fa cazzate o comunque errori.
Puoi (o devi) pretenderne la messa in stato di accusa se va oltre i suoi compiti e/o contro la Costituzione.

Ma fino a che è in carica è il tuo presidente.
Che ti piaccia o no. Che tu lo abbia votato o no.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 28 marzo 2018

A chi deve dare l'incarico Mattarella?

Tutti stanno tirando la giacchetta a Mattarella sulla nomina del presidente del Consiglio.
Da più parti si ricordano ipotetici "doveri" e i risultati del voto.

Bene: qualsiasi cosa dicano Di Maio, Salvini e tutti gli altri... prendetela e buttatela nel cesso.

Mattarella in quanto Presidente della Repubblica nella scelta a chi dare l'incarico è legato a una sola e semplice norma: l'articolo 92 della Costituzione.
Detto articolo recita:

Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Nient'altro. Nulla. Zero.
Mattarella non è legato a nessun risultato elettorale o altra condizione o limitazione.

Mattarella, in realtà, se volesse potrebbe anche risparmiarsi le consultazioni e fare tutto da solo o inventarsi un nuovo rituale, visto che tutto quanto succede tra l'elezione dei presidenti delle due camere e la nomina del Presidente del Consiglio non è governato né dalla Costituzione né da leggi ordinarie, ma è semplice prassi istituzionale (prassi che ha un senso e una motivazione seria, ma che comunque solo prassi rimane).

Paradossalmente anche le dimissioni del governo in carica in caso di nuove elezioni sono solo prassi istituzionale: il governo non ha il dovere di dimettersi, ma solo di richiedere la fiducia al nuovo Parlamento.

L'unica regola (non scritta, quindi neanche questa obbligatoria) che tutti (o quasi) i Presidenti della Repubblica seguono è quella di dare l'incarico alla persona che in quel momento abbia le maggiori possibilità di formare un governo capace di ottenere la fiducia del Parlamento (per la forza del suo gruppo parlamentare, per la capacità di tessere alleanze, per carisma, per qualità diplomatiche o per un misto di due o più di queste caratteristiche o per chissà cos'altro ancora).

Anche l'ipotetico incarico esplorativo è solo prassi istituzionale per cercare di sbloccare situazioni di impasse. Non è regolato da nulla.

Quindi smettete di tirare Mattarella per la giacchetta.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.