Visualizzazione post con etichetta Bundesrat. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bundesrat. Mostra tutti i post

sabato 23 settembre 2017

Chi vincerà domani

No, non vi darò i numeri del lotto e neanche i risultati per la schedina del Totocalcio.
Vi dirò solo chi vincerà e chi perderà domani alle elezioni politiche tedesche, elezioni che - senza ombra di dubbio - interessano comunque tutta Europa... o forse no, visto che ora prima delle elezioni c'è una Große Koalition a guida Merkel e dopo le elezioni ci sarà una Große Koalition a guida Merkel.

Ecco, vi ho rovinato la sorpresa: vi ho detto subito all'inizio chi vincerà.
Va beh, ci sono altre cose interessanti da dire sul voto di domani.

Per prima cosa guardiamo alla situazione attuale nel Bundestag (il corrispettivo tedesco della Camera dei Deputati, per l'altra camera - il Bundesrat, corrispettivo del Senato - non si vota non essendo elettivo).

In questo momento ci sono nel Bundestag (630 seggi) quattro partiti:
- CDU/CSU, 309 seggi (frutto del 41,5% dei voti alle elezioni del 2013);
- SPD, 193 seggi (25,7%);
- Die Linke, 64 seggi (8,6%);
- Grünen, 63 seggi (8,4%);
- più un deputato indipendente.
I partiti non arrivati nel Bundestag hanno raccolto nel complesso il 15,8% dei voti (ergo quasi un sesto dei voti espressi non hanno trovato rappresentanza a causa del sistema elettorale, che descrissi qui).

Intanto piccola osservazione.
La Große Koalition è andata al governo grazie alla bugia della TINA (no, non è una cantante pop, è l'acronimo di "There Is No Alternative"), mentre come vedete ci sarebbero i numeri per almeno due alternative:
- CDU/CSU/Grünen (che già governano insieme, per esempio, nel Baden-Württemberg):
- SPD/Linke/Grünen (che già governano insieme, per esempio, in Turingia).

Ora vediamo cosa dicono gli ultimi sondaggi fatti qui in Germania sul voto di domani (i sondaggi non conteggiano gli astenuti o i voti non validi):
- CDU/CSU: 34-37%;
- SPD: 20-22%;
- AfD: 10-13%;
- FDP: 9-11%;
- Die Linke: 9-11%;
- Grünen: 7-8%;
- Altri: 3,5-5%.

Quindi, secondo i sondaggisti, si ricadrebbe nella vecchia TINA (stavolta vera, non finta come nel 2013) con conseguente Große Koalition.

Sulla Große Koalition, come già detto all'inizio, concordo anch'io. Non solo per la mancanza di alternative (anche se come vedrete dopo io in realtà alternative ne vedo, poi se queste siano migliori o peggiori della Große Koalition o con essa interscambiabili ognuno lo giudichi per sé) ma per convenienza politica (e per pressione delle cosiddette élites che nella Große Koalition vedono il miglior modo di andare avanti in maniera gattopardesca).

Io prevedo invece quanto segue (e vedrete un paio di sorprese):

- CDU/CSU: 35-37% (qui concordo coi sondaggisti, i democratici della Merkel possono vivere di rendita anche se oggi non entusiasmano nessuno);
- SPD: 23-25% (i socialdemocratici sono sì in crisi di identità, ma i sondaggisti vedono la loro crisi più grossa di quel che effettivamente è);
- AfD: 6-8% (i tedeschi si lamentano tanto della Merkel e dell'Europa, urlano e sbraitano ma nell'urna poi sono dei coniglietti: i neonazisti della AfD lasceranno voti sia agli attuali partiti di governo che all'astensionismo... e forse anche ai liberali);
- FDP: 11-13% (i liberali, in quanto unico partito tradizionale che può far finta di avere una veste intonsa non essendo stato presente nell'ultimo Bundestag, possono avere un deciso successo, forse ancora superiore a quello che penso io);
- Die Linke: 10-12% (la sinistra postcomunista in quanto unico partito dotato di una linea politica precisa e riconoscibile - apprezzabile o meno è un altro discorso - otterrà un buon risultato e sfrutterà probabilmente la crisi dei verdi, rubandogli voti);
- Grünen: 5-7% (i verdi hanno perso completamente identità e visibilità, soprattutto ora che la Germania ha stabilito irrevocabilmente l'uscita dal nucleare e che loro, pur di governare, a livello locale hanno dimostrato di essere disponibili ad allearsi con chiunque... ma proprio chiunque, cani e porci compresi).

Quindi probabilissima Große Koalition, anche se forse alternative potrebbero esserci:
- CDU/CSU/FDP (cosa che non dispiacerebbe a parte dei mercati finanziari);
- SPD/Linke/Grünen (se i verdi mi smentiscono e se la SPD toglie l'assurdo veto a livello nazionale contro la Linke, visto che a livello locale lo ha tolto da tempo);
- CDU/CSU/FDP/Grünen (se i democristiani - e soprattutto i liberali - dovessero ritenere i verdi affidabili a livello nazionale).

Domani sera potrete farmi i complimenti o insultarmi :-)

Saluti,

Mauro.

mercoledì 31 maggio 2017

Parlamento a fisarmonica - Il sistema tedesco

In questi giorni si parla tanto di sistema tedesco per quanto riguarda la legge elettorale. Ma mi pare che ben pochi - anche tra chi lo propone - lo conoscano.

Bene, tanto per cominciare: se il sistema tedesco lo volessimo applicare così com'è, non potremmo farlo senza cambiare la Costituzione in due importanti punti.

Esaminiamo prima le necessarie modifiche costituzionali per le due camere e poi in dettaglio come funziona il sistema tedesco.

Senato

L'articolo 57 della Costituzione prevede l'elettività del Senato e ne stabilisce le regole principali:

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.

Il corrispettivo tedesco del Senato è il Bundesrat (Consiglio Federale) che - come descrissi qui - non è elettivo.

E vi ricordo che in Italia c'è stato da poco un referendum che ha bocciato varie modifiche costituzionali, tra cui una delle più importanti era introdurre la non elettività del Senato.

Immaginatevi il casino che scoppierebbe se venisse riproposta, soprattutto a così poco tempo di distanza.

Camera

Qualcuno dirà: "Mauro non andare a cercare il pelo nell'uovo. Quello che si intende è prendere il sistema del Bundestag tedesco e usarlo per le due camere italiane".

Bene, facciamo finta che :-)

Anche qui servirebbe comunque una modifica costituzionale. Come contenuti di portata inferiore a quella di cui sopra, vero, ma la procedura e gli obblighi per poterla fare sono esattamente gli stessi.

L'articolo 56 della Costituzione definisce tra l'altro la composizione della Camera:

[...]
Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
[...]

Quindi la Costituzione stabilisce di preciso quanti deputati debbano esserci... ma il sistema tedesco per il Bundestag (Dieta Federale) prevede un numero variabile di deputati (è una specie di fisarmonica, perché e come lo vedremo dopo).
Ciò significa che almeno questo articolo andrebbe comunque modificato.

Anzi, se questo sistema si volesse applicare a entrambe le camere andrebbero modificati sia l'articolo 56 che il 57, visto che quest'ultimo stabilisce anche con precisione quanti senatori debbano esserci (a parte i possibili cinque senatori a vita, ma questi non c'entrano nulla con la legge elettorale e l'elettività in generale).

Il sistema tedesco (per il Bundestag, ovvio)

Cominciamo col dire che il sistema tedesco non è facile :-)

Intanto non c'è un numero fisso di deputati. Solo un numero minimo: 598. Poi capirete.

Per prima cosa: la Germania è divisa in collegi uninominali, dove ogni partito (se lo vuole) presenta un candidato.
E il candidato che prende più voti viene eletto (maggioritario puro). Senza ballottaggi e senza necessità di maggioranza assoluta.
Con questo sistema vengono eletti 299 deputati (Abgeordnete in tedesco).

Però ogni elettore in Germania riceve due schede, pur votando una camera sola (sì, due schede per una camera).
Nella seconda scheda l'elettore vota per la lista, ergo partito, non per un candidato. E questi voti vengono contati in maniera proporzionale. Proporzionale pura, senza resti, premi di maggioranza o altro.
E come vedrete dopo, sotto un certo punto di vista, questo secondo voto pesa più del primo.

Questo perché chi ha ideato il sistema ha deciso due cose:
1) I candidati eletti nei collegi uninominali tramite la cosiddetta Erststimme (primo voto, prima scheda) devono essere al massimo la metà dei deputati totali (da cui il 598 di cui sopra);
2) La rappresentanza finale nel Bundestag dei vari partiti deve rappresentare le percentuali espresse col voto di lista, la cosiddetta Zweitstimme (secondo voto, seconda scheda). Ergo la sostanza finale è un proporzionale puro: dai voti di lista verranno eletti tanti deputati quanti ne servono a rispettare la rappresentanza proporzionale.

Facciamo un esempio per spiegarci.

Mettiamo, per semplicità, che si presentino solo due partiti.
Il partito 1 si becca tutti i deputati eletti con la prima scheda, cioè 299.
Però con la seconda scheda il popolo ha deciso che due terzi dei voti vadano al partito 1 e un terzo al partito 2.
Ma quindi non potrò avere alla fine 598 deputati.
598 deputati significherebbe:
- partito 1: 299 (Erststimme) + 199 (due terzi della Zweitstimme) = 498 seggi;
- partito 2: 100 seggi (un terzo della Zweitstimme).

Ma... per la legge il partito 2 deve avere un terzo dei seggi e 100 su 598 sono di fatto un sesto (16,72%), non un terzo.
E allora?
E allora si bloccano i seggi del partito 1 a 498 e si aggiungono (tramite le liste della Zweitstimme) seggi per il partito 2, fino a che questi non raggiunge un terzo del totale.

Alla fine avremo quindi un Bundestag con 747 deputati, di cui 498 (66,67% alias due terzi) del partito 1 e 249 (33,33% alias un terzo) del partito 2.

Questo chiaramente è un esempio estremo (se ci fossero veramente solo due partiti con ogni probabilità le percentuali della Erststimme e della Zweitstimme sarebbero analoghe), ma serviva a rendere chiara l'idea.
Con più partiti il calcolo è ovviamente più complicato, ma il principio è identico.

A tutto questo va aggiunto che in Germania vige lo sbarramento al 5%, che - riguardando solo la Zweitstimme - ha tre effetti:
1) Se un partito ottiene seggi nell'uninominale, ma non raggiunge il 5% nel proporzionale, manterrà i seggi uninominali, ma non ne avrà altri, indipendemente da come sono distribuiti i secondi voti;
2) I secondi voti dei partiti che non raggiungono il 5% di fatto vanno persi e quindi i partiti che lo superano saranno in realtà tutti un po' sovrarappresentati;
3) Più partiti superano il 5% più è probabile che le percentuali tra primo e secondo voto siano discordanti e quindi più è probabile che aumenti il numero totale di seggi (tradizionalmente i primi voti vanno ai due partiti più forti, CDU/CSU e SPD, solo eccezionalmente gli altri conquistano mandati diretti).

Aggiunta: Lo sbarramento non vale se un partito - che non raggiunge il 5% di voti di lista - conquista comunque tre o più mandati diretti. In quel caso otterrà seggi in proporzione alla percentuale di voti di lista ottenuti. (Me ne ero dimenticato in prima stesura, scusate).

Conclusioni

1) Il sistema tedesco (sia che lo si intenda in toto, sia che si intenda solo il sistema elettorale del Bundestag) per essere applicato in Italia necessita di modifiche costituzionali.
2) Adattare il sistema tedesco ai vincoli previsti dalla Costituzione incasinerebbe solo ulteriormente un sistema già incasinato di suo.
3) Un premio di maggioranza sarebbe la totale smentita del sistema tedesco, visto che questo prevede - fatto salvo lo sbarramento - una rappresentanza puramente proporzionale.
4) Più basso è lo sbarramento, più inutile e destinato a essere ingovernabile è il sistema tedesco (di fatto, anche se originariamente non in maniera voluta, costruito per far governare coalizioni di due partiti... né partiti singoli, né coalizioni di tre o più partiti).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.