domenica 22 giugno 2025

Chi decide la guerra?

Gli Stati Uniti hanno attaccato l'Iran (anche se Vance, il vicepresidente, dice che non sono in guerra con l'Iran).

Al là di tutte le discussioni sui motivi, sulle ragioni e sul diritto internazionale und domanda molto presente sul web, in particolare ovviamente quello anglofono, è se il presidente (Trump, in questo caso) abbia i poteri per ordinare un attacco del genere o se questi poteri li abbia solo il Congresso.

A leggere la Costituzione USA, se consideriamo l'attacco come un atto di guerra, direi che questi poteri li abbia proprio il Congresso, come spiegato bene in quest'articolo della Cornell Law School.
Anche se i presidenti, come dice lo stesso articolo, spesso se ne fregano.

Ma come funziona (o dovrebbe funzionare) invece in Italia?

Se leggiamo l'articolo 78 e il nono capoverso dell'articolo 87 della nostra Costituzione, esattamente come negli USA (e in qualsiasi paese democratico, che io sappia).

L'articolo 78 infatti recita:

Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferisco al Governo i poteri necessari.

Mentre il nono capoverso dell'articolo 87 recita:

[Il Presidente della Repubblica] Ha il comando delle Forze Armate, presiede il Consiglio supremi di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

La cosa quindi sembra chiara, esplicita: il Parlamento è sovrano anche nel dichiarare la guerra.

La domanda però è: dato che il Presidente della Repubblica è a capo delle Forze Armate, nel caso lui ordinasse un attacco senza l'autorizzazione del Parlamento... cosa farebbero i militari?
In teoria dovrebbero disobbedire, essendo l'ordine incostituzionale. Ma lo farebbero veramente?
(Comunque, Costituzione o meno, molti politici sono più guerrafondai dei militari... i primi sono più pericolosi).

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

martedì 17 giugno 2025

Non abbiate paura di usare più caratteri

Chi mi segue avrà notato il titolo del mio ultimo articolo qui sul blog: Non giudicate l'autore/autrice.

Ora, qualcuno potrà accusarmi di essere politicamente corretto: non bastava scrivere solo autore?
Ma è invece proprio perché sono contro il politicamente corretto che ho usato la doppia forma autore/autrice.

Altri avrebbero usato cose come la schwa o l'asterisco, scrivendo (rendendosi abbastanza ridicoli, oltretutto, visto che qui la differenza non riguarda una sola lettera) autə o aut*.
Altri ancora, seguendo la consuetudine, avrebbero scritto solo autore, usando (magari inconsciamente) il maschile sovraesteso o non marcato.
Altri ancora avrebbero proprio usato il maschile consapevolmente, come rifiuto del politicamente corretto.

Ora, io vorrei buttare nella spazzatura sia i primi che i terzi e salvare solo i secondi.
Però mi rendo conto che viviamo in tempi ipersensibili... dove ognuno di noi si crede uno snowflake.
Non volendo cadere nell'ipersensibilità (e rendermi quindi ridicolo con cose come la ə), ma non volendo neanche offendere gli ipersensibili... uso quindi il doppio termine.
Del resto cosa mi (vi) costa digitare un paio di caratteri in più?

Saluti,

Mauro.

lunedì 16 giugno 2025

Non giudicate l'autore/autrice

Quando leggete qualcosa (qualsiasi cosa: un tweet, un blog, un articolo, un libro, ecc.) cercate di nascondere a voi stessi l'autore/autrice.
Giudicate, valutate quello che leggete, le fonti che porta, la logica del discorso. Non l'autore/autrice.
Anche uno stronzo può scrivere cose giuste e condivisibili e anche una persona seria può scrivere cose sbagliate e condannabili.

Un tweet, un articolo, ecc. non può ovviamente cambiare il giudizio generale sulla persona che lo ha scritto. Ma allo stesso tempo un tweet, un articolo, ecc. non va giudicato in base a chi lo ha scritto.
Va giudicato in base a quel che contiene, in base a quel che dice. E a nient'altro.

Del resto, se ci pensate bene, è proprio questo il senso di cose come la peer review, il doppio cieco e simili.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 giugno 2025

Riflessioni sballate

Leggete questo tweet (è un tweet pubblico, non nascosto, quindi non c'è ragione legale di nascondere il nome dell'autore):


L'autore manipola per portare acqua al proprio mulino.

Infatti usa la parola "expat" - unita alle allusioni su reddito e istruzione - per far capire che gli italiani benestanti e soprattutto istruiti, visto che la parola "expat" si riferisce generalmente ai giovani italiani laureati espatriati negli ultimi anni, siano contro la cittadinanza "facile" (che poi facile comunque non è).

Peccato che l'autore non sappia (voglio augurarmi che la sua sia ignoranza, non malafede) alcune cose.

- Tra gli espatriati giovani ci sono anche molti non istruiti che sono venuti all'estero a fare i camerieri, i pizzaioli o simili. Non tutti gli "expat" sono ingegneri, informatici o scienziati.

- La maggioranza degli elettori italiani all'estero (sia intesi come aventi diritto al voto, sia come votanti effettivi) è ancora costituita dagli emigrati classici (quelli che qui in Germania sono chiamati "Gastarbeiter") e dai loro discedenti, che solo in pochi casi sono riusciti a fare poi grandi studi e ottenere lavori importanti.

- Questi emigrati classici sono sempre stati tendenti a destra. Ai tempi la DC riusciva un po' ad arginare, non certo le sinistre. E lo sono diventati ancora di più dopo la legge Tremaglia, che ha permesso a tutti gli espatriati di poter votare senza dover tornare in Italia.

Riflettete su questi fatti.
Il dato che l'autore del tweet cita deriva da questi, non da ciò che lui sottintende.

Saluti,

Mauro.

martedì 10 giugno 2025

È banale insiemistica!

Non sto a ricordarvi l'assurdo paragone di Schlein tra i voti per il cdx nel 2022 e i voti al referendum ora. E neanche l'altrettanto assurda risposta di FdI che conta tra gli elettori anche i minorenni.
Vorrei però osservare che tutti i commentatori (o almeno tutti quelli che ho avuto modo di leggere), sia che diano ragione che torto a Schlein, sembrano dare per scontato che i votanti al referendum siano un sottoinsieme dei votanti alle elezioni. No, non è così. Non lo sono.
Se lo fossero, significherebbe che tutti coloro che hanno votato al referendum avessero anche votato alle elezioni.
E invece no. C'è chi per i più diversi motivi si era astenuto nel 2022 e ora ha votato.
I due insiemi (votanti al referendum e votanti alle elezioni) sono due insiemi che si intersecano, non uno sottoinsieme dell'altro.
Basta questo a stracciare le parole di Schlein. Non serve nessuna analisi. Né politica, né statistica, né sociale.
È banale insiemistica.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 4 giugno 2025

Calcio eretico 1 - La mano di Dio

Cominciamo oggi una nuova serie, dove parleremo di episodi storici controversi del calcio giocato, cioè di episodi avvenuti sul campo (e magari più avanti la allargheremo ad altri sport).

Per questa prima puntata torniamo al 1986, ai mondiali del Messico (che in realtà avrebbero dovuto essere disputati in Colombia, ma i casini politici del paese costrinsero a spostarli... ma non è questa la controversia di cui parleremo, ovviamente).
In particolare torniamo alla partita dei quarti di finale Argentina-Inghilterra 2-1. Al primo gol della partita, la "mano de Dios", come la giustificò l'autore del gol, Maradona.

Vediamo per prima cosa il filmato.


A parte che Maradona per questo imbroglio è stato lodato come furbo e geniale da mezzo mondo. Se la stessa cosa la avessero fatta Pelé, Cruijff, Baggio o Cristiano Ronaldo sarebbero stati messi al muro.
Ma si sa, i furbi, gli scorretti di natura piacciono... chi in genere è corretto è invece lo scemo del villaggio.
Ma appunto, a parte ciò, il punto è che praticamente tutti nel corso del tempo si sono soffermati sul gesto di Maradona (chi lodandolo, chi - giustamente ma in minoranza - condannandolo) e sulla "cecità" dell'arbitro (cecità voluta, sia chiaro).

Ma... ma il vero protagonista è in realtà Peter Shilton, il portiere di quell'Inghilterra. Non Maradona e neanche Bennaceur (l'arbitro tunisino "cieco").

Shilton è alto 1,83 mentre Maradona 1,65. Il braccio di Shilton è circa 15 cm più lungo di quello di Maradona. Per costituzione fisica e per allenamento specifico del ruolo Shilton è in grado di staccare da terra molto più di Maradona.
Quindi saltando entrambi a braccio teso, Shilton arriva circa mezzo metro (forse anche un po' di più) più in alto di Maradona.
Cosa significa questo? Che, al di là del discorso scorrettezza, Maradona è riuscito a usare "las mano de Dios" solo perché Shilton gli ha permesso di usarla.

Chi sa della situazione storica degli anni precedenti al 1986 sa che l'Argentina quella partita doveva vincerla. Anzi, doveva vincere il mondiale, ma soprattutto la partita contro l'Inghilterra. Un "risarcimento" per la guerra delle Falkland.

Maradona lo sapeva. Bennaceur lo sapeva.

Ma soprattutto lo sapeva Shilton.
E si è regolato di conseguenza.

Saluti,

Mauro.

martedì 3 giugno 2025

I misteri del tedesco 36 - I guardiani del negozio

Chi vive in Germania o almeno ci si ferma abbastanza a lungo (quindi non per una banale vacanza) prima o poi incontra i Ladenhüter.

Ma chi sono questi Ladenhüter?
Esaminiamo per prima cosa la parola in sé: è una classica parola composta (come ne esistono tante in tedesco).
La prima parte è Laden, che significa negozio, e la seconda è Hüter, che significa guardiano/i (in tedesco quest'ultima è invariabile al plurale).
Quindi Ladenhüter significa guardiani del negozio.

Ma chi sono questi guardiani del negozio?
Sono gli uomini della sicurezza che controllano che non ci siano furti?
Oppure impiegati il cui compito è assicurarsi che tutti i processi si svolgano senza intoppi?
No, i nostri guardiani sono degli oggetti, non delle persone.
Allora sono le telecamere di sicurezza che ormai ci seguono dappertutto?
Oppure i sensori che fanno squillare le sirene se esci dal negozio senza aver pagato?
No, neanche questo.

I nostri guardiani del negozio sono sì oggetti, ma soprattutto sono prodotti.
Prodotti che nel negozio in questione vengono venduti.
O meglio offerti in vendita più che venduti.
Infatti sono quei prodotti che fanno parte dell'offerta del negozio, ma che nessuno o quasi compra mai, che rimangono a occupare gli scaffali e di fatto... sorvegliano il negozio, non uscendone mai 😉

Saluti,

Mauro.