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sabato 25 maggio 2019

Da dove viene l'Europa?

Soprattutto ora, con le nuove elezioni europee in corso, ci si chiede dove va e/o dove dovrebbe andare l'Europa.
Ma sarebbe in realtà più interessante e importante chiedersi da dove viene l'Europa.

Io purtroppo sospetto che sia tra chi vuole un'Europa chiusa sia tra chi la vuole aperta pochi sappiano l'origine della parola Europa (pur essendo questa facilmente ricercabile sia in rete che sulle enciclopedie tradizionali).

La parola Europa nasce nella mitologia greca, molto prima dell'era cristiana.
Europa (in greco antico Εὐρώπη, Európē) era principessa di Tiro... e dove stava Tiro? In Fenicia, l'attuale Libano (Libano, sì, quindi Medio Oriente, Asia).
Europa venne poi rapita da Zeus e portata a Creta, dove dalla sua discendenza nacque la civiltà minoica, radice della civiltà e della cultura europea.

Quindi l'Europa viene da radici fenicio-minoiche, che attraverso le civiltà greca e romana hanno portato a quello che siamo oggi.
Le radici cristiane tanto care ai sovranisti non sono radici, al massimo rami. Rami importanti, grandi - su questo non si discute - ma pur sempre rami.

Saluti,

Mauro.

domenica 17 giugno 2018

I virgolettati

Negli ultimi tempi ci sono state varie polemiche perché sono state riportate in vari articoli citazioni non corrette, però comunque riportate come virgolettate, quindi ufficialmente come letterali (io stesso ne ho parlato qui riguardo a un'intervista a Günther Oettinger).

Cosa significa riportare qualcosa tra virgolette?
Significa che quel qualcosa - bello o brutto che sia - è ciò che letteralmente ha detto o scritto la persona citata. Non un riassunto (per quanto fedele), solo quanto ha letteralmente detto. Niente di più, niente di meno.
Un riassunto è assolutamente accettabile e - si spera - generalmente corretto, ma solo se non virgolettato ed esplicitamente definito come tale.

E fin qua, spero, siamo tutti d'accordo.

Ma ciò non basta. Anche una citazione letterale può essere comunque sbagliata.
Ora mi direte: ma se hai appena detto che le citazioni devono essere letterali... non puoi ora dirci che essere letterali non basta!
E invece sì, ve lo dico. Le citazioni devono sì essere letterali, ma devono anche essere complete.

Mi spiego meglio con un esempio.
Mettiamo che io dichiari: "Se fosse dimostrato che la categoria X è dannosa per il paese, allora cacciamo la categoria X" (lo so, la grammatica non è perfetta, ma avete mai sentito grammatica perfetta nei comizi, anche in quelli della vostra parte?).
Un giornale di una determinata parte politica prenderebbe le parole "cacciamo la categoria X" e le userebbe come espressione del mio pensiero.
La citazione sarebbe letterale, nessuno potrebbe protestare al proposito, ma sarebbe comunque sbagliata, fuorviante... perché mancherebbero parti essenziali (spero che non serva che vi dica quali).

Cosa ci insegna ciò?
Ci insegna che una citazione deve essere letterale, sì, ma che senza un collegamento alla fonte originaria, alla fonte che ci permetta di risalire al contesto... anche la letteralità non dice in fondo nulla.

Saluti,

Mauro.

domenica 11 febbraio 2018

I misteri del tedesco 9 - Avere il maiale

Qualche giorno fa, parlando di una puntata dell'Eredità vi avevo introdotto l'espressione tedesca Schwein haben, che significa avere fortuna, ma tradotta letteralmente sarebbe avere maiale.

Ma cosa c'entra il maiale con la fortuna?
Come animale infatti non è mica particolarmente fortunato, visto che finisce diviso tra prosciutti, salsicce e mortadelle :-)

In realtà l'origine non è chiara, anche qui in Germania non ci sono certezze.
Girano quattro teorie, non tutte ugualmente credibili, ma nessuna definitivamente da escludere.

1)
C'è chi dice che arrivi dai giochi di carte, dove un tempo l'asso (Ass in tedesco), la carta di maggior valore, veniva anche chiamato Sau, cioè scrofa. E chi aveva la carta più alta aveva fortuna (16° secolo). In Germania meridionale la parola Sau in tal senso viene usata ancora oggi.

2)
Un'altra teoria riporta ad alluvioni nella cittadina di Hannoversche Münden, dove chi riusciva a salvare il proprio maiale dai flutti aveva dopo l'alluvione una vita migliore di chi aveva perso tutto (immagini al proposito si trovano negli affreschi in municipio).

3)
Terza ipotesi (sempre dal 16° secolo) riporta a tempi difficili in cui la gente ricordava i tempi migliori ricordando di avere avuto un maiale e quindi prosciutto e altri alimentari (detto tra noi, a me questa pare tanto generica da essere tirata per i capelli).

4)
Sembra che nelle feste medievali a chi perdeva nelle gare di tiro venisse dato come premio di consolazione un maiale.
Questa ipotesi viene raccontata, ma probabilmente si tratta di una leggenda metropolitana in quanto nessun documento, neanche apocrifo, del passato riporta detta tradizione. Del resto un maiale era ai tempi un animale di troppo valore per essere concesso come premio di consolazione.

Insomma, le uniche ipotesi in qualche modo credibili sono le prime due, anche se pure per esse non vi sono prove documentali adeguate.
Boh.

Saluti,

Mauro.

venerdì 27 ottobre 2017

Il diario di Anna Frank è un libro

Bella scoperta, direte voi: se non fosse un libro come faremmo a leggerlo oggi?

Giusto.
Ma il mio timore è che tutto questo parlare del libro "Diario di Anna Frank" oggi in Italia a causa di quanto fatto da tifosi fascisti rischi di farlo apparire agli occhi di molti come opera di letteratura.

Forse sarebbe il caso di parlare di più delle origini del diario e di meno del diario stesso.

Saluti,

Mauro.