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giovedì 24 aprile 2025

Contro tutti i regimi... pur di non essere contro un regime

Domani è il 25 aprile.
Una delle tre date più importanti della storia dell'Italia unita (le altre due sono il 2 giugno e il 20 settembre).

Meloni e i suoi sodali negli anni passati hanno "celebrato" il 25 aprile schierandosi contro tutti i regimi (almeno a parole).
Ma è una presa di posizione molto ipocrita, anche se apparentemente condivisibile.

Perché?
Perché è vero che ogni dittatura è un male, e quindi da condannare, qualsiasi colore abbia. Su questo siamo tutti d'accordo (almeno tutti quelli di noi che lo intendono seriamente, sinceramente).
Però è anche vero che il 25 aprile riguarda l'Italia e non il mondo.

E in Italia nella storia c'è stato solo un regime, solo una dittatura: quella fascista. Quella dei padri culturali (e talvolta anche biologici) di Meloni, La Russa & co.
E il 25 aprile quel regime, quella dittatura va condannata. Punto.

Per i regimi, per le dittature che vanno condannate ma che non hanno segnato l'Italia c'è sufficiente tempo negli altri 364 giorni dell'anno per parlarne e condannarle.
Ma non il 25 aprile: lì si deve parlare solo del regime che ha voluto rovinare l'Italia, altri regimi non devono avere spazio.
Il 25 aprile si parla di Italia!

Mischiare tutte le dittature e tutti i regimi che con l'Italia nulla hanno avuto a che fare in questo giorno significa solo sminuire, nascondere, negare quello che successe in Italia nel Ventennio e durante la Resistenza.

Saluti,

Mauro.

venerdì 13 dicembre 2024

I veri diritti non attentano ad altri diritti

I diritti non vanno dati per scontati. I diritti vanno difesi giorno per giorno. Tutti i diritti. Ma soprattutto: non ascoltate chi cerca di convincervi che i diritti altrui attentino ai vostri. Un vero diritto non attenta mai ad altri diritti. Per esempio il diritto al matrimonio omosessuale non proibisce il matrimonio eterosessuale. Il diritto al fine vita non obbliga a uccidere i malati terminali che non lo vogliono. Il diritto a farmi una canna non obbliga gli altri a farsela. Eccetera, eccetera. Anche se i fascisti (e ce ne sono comunque più in Vaticano e tra i cattolici in Parlamento e nella politica tutta che tra i fascisti "ufficiali") lo sostengono. Del resto se un "diritto" dovesse seriamente e inconfutabilmente attentare a un altro diritto... allora saremmo davanti a un privilegio spacciato per diritto. Un vero diritto, come scritto sopra, non attenta mai ad altri diritti.

Saluti,
Mauro.

martedì 23 aprile 2024

Il monologo di Scurati

Condividendone i contenuti e odiando la censura, pubblico anch'io l'ormai famoso monologo di Antonio Scurati per il 25 Aprile.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui la versione in tedesco.

---

Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.

Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.

Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?

Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.

martedì 2 maggio 2023

L'ignoranza e il nazismo

Chi mi conosce sa che sono di sinistra e che contro nazismo e fascismo ho reazioni allergiche.

Ma quando li vedo tirati in ballo dove non c'entrano nulla, mi incazzo. Perché l'ignoranza è peggio di nazismo e fascismo, anzi ne è la madre.

Oggi la CGIL e poi Repubblica, nella sua edizione palermitana, hanno pestato una m***a bella grande. E non se ne sono resi conto.


Il simbolo incriminato è la Croce di Ferro.
Un simbolo introdotto dal Regno di Prussia nel 1813.

Il nazismo è arrivato nel 1933 (anche se ha mantenuto il simbolo, come però avevano fatto anche l'Impero Tedesco e la Repubblica di Weimar prima di lui).

D'accordo, con Palermo e la sua storia non c'entra nulla (e questo dovrebbe bastare a renderlo fuori luogo), ma perché tirare fuori il nazismo quando non c'entra?

Saluti,

Mauro.

martedì 26 aprile 2022

Se l'Ucraina è nazista... allora il mondo?

Molti si stanno schierando contro l'Ucraina perché sarebbe un paese nazista a causa del battaglione Azov.

Bene, vediamo un po' i fatti.

Il battaglione Azov è nato da idee di estrema destra? Sì.
Il battaglione Azov è ora inquadrato nelle forze armate ucraine? Sì.
Il battaglione Azov è ancora oggi formato da persone di estrema destra? Probabilmente sì.
Il battaglione Azov è la dimostrazione che l'Ucraina è nazista? No. Proprio per niente.

Vediamo anche i fatti riguardo la Russia.

Il gruppo Wagner è nato da idee di estrema destra? Sì.
Il gruppo Wagner combatte al fianco delle truppe russe? Sì.
Il gruppo Wagner è ancora oggi formato da persone di estrema destra? Sì, senza dubbio.
Il gruppo Wagner è la dimostrazione che la Russia è nazista? No. Ma ci sono ben altre prove che lo dimostrano.
Esistono altri gruppi neonazisti/neofascisti che combattono al fianco delle truppe russe e delle milizie separatiste del Donbass? Sì.

Ora vediamo perché il battaglione Azov e il gruppo Wagner (e le altre milizie russe o filorusse) non sono significativi per definire i relativi paesi nazisti (cioè, la Russia può essere definita neofascista, ma a causa della guida politica, non certo a causa del gruppo Wagner, per quanto criminale questo sia).

Esistono formazioni militari o paramilitari di estrema destra in Europa? Sì.
Esistono formazioni militari o paramilitari di estrema destra nel mondo? Sì.
Esistono formazioni politiche di estrema destra in Europa? Sì.
Esistono formazioni politiche di estrema destra nel mondo? Sì.
Possiamo perciò definire l'Europa o il mondo come nazisti? No.

Ergo: se definiamo l'Ucraina nazista a causa del battaglione Azov... per coerenza allora dovremmo definire il mondo intero come nazista.

Da qui non si scappa, a meno di non essere in malafede.

Saluti,

Mauro.

lunedì 8 novembre 2021

Perché ti dicono di non urlare al lupo?

Ci sono in giro, in rete, persone che usando una logica perversa, ma apparentemente corretta, cercano di farti credere che il problema sia l'antifascismo, non il fascismo.

Vediamo la cosa, cerchiamo di capire.

A leggere i loro testi superficialmente può sembrare un'osservazione sensata quando ti dicono di non tirare in ballo il fascismo ogni volta che succede qualcosa che lo ricordi.
Può sembrare sensato perché ricorda il fatto che urlare al lupo quando il lupo non c'è poi ti rende meno credibile se urli al lupo quando però il lupo veramente arriva.

Ma, appunto, sembra sensato. Sembra.
In realtà non lo è. Per vari motivi.

Per prima cosa perché in realtà si urla al fascismo molto meno di quanto queste persone sostengano (in buona o in mala fede che lo facciano).
E anche per quello i fascisti si stanno infiltrando in ogni tipo di protesta (novax e nogreenpass in primis, ma non solo): perché non li si vede, perché grazie a chi ti dice che urlare al lupo non serve, fa danni... si aprono le porte al lupo.
Perché i lupi sono stati tollerati troppo a lungo, perché si è voluto credere che non fossero lupi o che fossero comunque recuperabili, e quindi non gli è mai stato detto in faccia cosa obiettivamente fossero.
(Detto tra noi: questi sono i veri danni del buonismo, il far credere che anche i fascisti siano recuperabili, che vadano istruiti, non combattuti).

Secondo punto.
È vero che talvolta (ma obiettivamente molto raramente) si urla al fascismo a torto, cioè trattando problemi veri ma che col fascismo nulla hanno a che fare.
Ma io - e se siete onesti vi sfido a portarmi fatti contrari - anche quando si urla al fascismo a torto non ho comunque mai sentito urlare al fascismo per mettere a tacere movimenti democratici. Tranne che dai fascisti stessi.

Se sbaglio matrice (cit. Meloni) correggetemi 😉

Ma correggetemi sulla matrice di quel particolare movimento, di quella particolare protesta.
Ma non venitemi a dire che se urlo al fascismo lo faccio solo per mettere a tacere avversari democratici e quindi sono in realtà fascista io.
Questi avversari possono parlare, fare le vittime e dare del fascista a me (quindi non sono vittime, la legge li protegge). Non sono messi a tacere. Ma vorrebbero mettere a tacere me.

Ma è il terzo punto il più importante di tutti.

Quelli che ti dicono che urlare al fascismo sempre (che poi come abbiamo visto sopra sempre non è) rende alla fine tutto non credibile, che l'unico risultato è che nessuno ti ascolta e che poi se il fascismo arriva veramente sei fregato perché hai alla fine insegnato alla gente a fare spallucce... bene, quelli, quando vai a vedere che idee sostengono, che persone o gruppi seguono... ma soprattutto a chi (usando la loro "logica") fanno le pulci e a chi no, quando ti accorgi del loro strabismo... cosa scopri?

Scopri che la loro "logica" ti porterebbe a non parlare mai più di fascismo, ti porterebbe a ignorarne e negarne l'esistenza oggi e sempre.
Perché in realtà il loro scopo è riportare il fascismo in Italia (ma non solo) senza che ci se ne accorga. Vogliono reintrodurre il fascismo facendo finta che non esista.
Facendo finta di essere sensati (usando fallacie logiche a manetta e sfruttando il fatto che la massa non conosce la logica) negano l'esistenza del fascismo per aiutarlo a crescere e a vincere.

Leggeteli bene, quando li incontrate, quelli che dicono "non urlate al fascismo".
Leggeteli bene, anche tra le righe. Capirete di cosa sto parlando.

Potrei anche farvi nomi concreti, su Twitter, su FB o altrove e nominarvi anche blog vari... non lo faccio solo perché a me qui interessa il problema in sé... e il problema è molto più diffuso dei singoli nomi che io potrei farvi.
E poi potrebbero comunque cambiare nome in rete, se sbugiardati.
Io voglio che voi possiate riconoscerli, possiate riconoscere il problema, non voglio darvi ordini, non voglio indottrinarvi, contrariamente a loro.

Tra le altre cose sono anche persone che possono tranquillamente apprezzare (o meglio far finta di) cose scritte da antifascisti sinceri, basta che possano sfruttare questi testi per i loro scopi (è capitato anche con miei testi, purtroppo... anni fa un testo in cui segnalavo i doveri degli immigrati, ovviamente senza negarne i diritti, venne usato di fatto per sostenere che gli immigrati rifiutano i doveri e pretendono solo diritti).

Saluti,

Mauro.

sabato 2 ottobre 2021

Ma come fate ad ammirare Mussolini?

E non parlo di fascismo o antifascismo.
E neanche in generale di destra, centro o sinistra.
Parlo di vincenti e perdenti.
Di persone di successo e di falliti.

Come fate ad ammirare un fallito che ha perso, sia per sé stesso che per il proprio paese, tutto quello che poteva perdere?
Uno che ha fatto solo errori?
Uno che quando poteva scappava?
Uno che mandava sempre avanti gli altri?
Uno che si è fatto (volontariamente) mettere i piedi in testa dallo straniero?

Insomma, voi che fate del machismo e del nazionalismo uno stile di vita, un orgoglio... come fate ad ammirare un fallito, un vigliacco che si è venduto allo straniero?
Non vi rendete conto della vostra incoerenza?

Io proprio non vi capisco.
Per me siete solo un caso da psicoanalisi.

Saluti,

Mauro.

lunedì 10 dicembre 2018

La verità sull'Altare della Patria

No, non è un monumento fascista.
Nonostante che Salvini in una delle sue ultime uscite lo abbia lodato come tale. E nonostante che molti in realtà lo disprezzino in quanto tale.
E non è neanche (come altri credono) un monumento costruito per celebrare la vittoria nella prima guerra mondiale.

No, l'Altare della Patria è precedente. E non celebra (almeno non direttamente) atti guerreschi.

L'Altare della Patria è stato eretto nel 1911 (quindi non solo prima del fascismo, ma anche prima della prima guerra mondiale) per celebrare il cinquantenario dell'unità di Italia (avvenuta appunto nel 1861).

L'errore di chi lo crede un monumento per la vittoria nella prima guerra mondiale è comunque almeno in parte comprensibile.
Nel 1918 1921 venne infatti traslata lì la salma del milite ignoto (in realtà di uno dei tanti militi ignoti), perché nella vulgata politica del tempo la prima guerra mondiale era in realtà l'ultima guerra di indipendenza in quanto "riportò" in patria Trento e Trieste.

L'errore di chi lo crede un monumento di epoca fascista invece dimostra solo ignoranza. Tanta ignoranza.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 14 novembre 2018

Germania: Ombre dal passato

Qui in Germania fino al 14 marzo scorso esisteva il Ministero degli Interni, in tedesco Bundesministerium des Innern, guidato - ovviamente - dal ministro degli Interni, alias Bundesminister des Innern.
E tale ministero era esattamente quello che è il Ministero degli Interni in Italia. A parte alcune competenze che in Germania appartengono ai singoli Länder, ma queste sono nel globale secondarie.

Ora voi mi chiederete: perché fino al 14 marzo? Cosa è successo quel giorno?

Il 14 marzo 2018 si è semplicemente insediato il nuovo governo federale tedesco. Ebbene? E allora? Mica è la prima volta che in Germania si insedia un nuovo governo.
Vero, tutto vero, ma quel giorno il Bundesministerium des Innern ha smesso di esistere ed è nato il Bundesministerium des Innern, für Bau und Heimat.
Che tradotto letteralmente significa Ministero degli Interni, per l'Edilizia e la Patria.
Nuova denominazione fortemente voluta dalla bavarese CSU e dal suo leader (ora dimissionario) Horst Seehofer.

Ora, quell'Heimat ricorda ben altri governi, non proprio democratici... molti di voi avranno (giustamente) pensato al nazifascismo (e i più esperti di storia avranno magari anche associato il discorso Edilizia ad Albert Speer).
Aggiungiamoci che la Baviera ai tempi di Hitler era la regione più fortemente nazista della Germania e che la CSU oggi si sta spostando sempre più a destra, confondendosi quasi in alcuni punti con la AfD e capirete che quel nome, quel nuovo nome del ministero non suona certo promettente...

Saluti,

Mauro.

mercoledì 15 agosto 2018

Chi è colpevole del fascismo

Non chi si candida.

Il colpevole è chi lo vota. E poi fa finta di non averlo votato.

Saluti,

Mauro.

sabato 24 febbraio 2018

No, lui non ha dato la pensione agli italiani

Uno dei mantra dei neofascisti alla carbonara è il fatto che Mussolini abbia dato le pensioni agli italiani.
Talmente ripetuto, talmente urlato che hanno finito per crederci anche coloro che neofascisti non sono.

Bene, sappiate che è una bufala.

Le pensioni sono state introdotte in Italia nel 1898 (ben prima dell'arrivo del fascismo, quindi) con la fondazione della Cassa nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, su base volontaria.
Nel 1919 (quindi sempre prima dell'arrivo del fascismo) l'iscrizione a detta cassa diventa obbligatoria, quindi nascono le pensioni come le conosciamo oggi (a livello di principio, non certo di qualità).
Nel 1933 (quindi ben dopo l'arrivo del fascismo, quindi anche se gli sbraitatori di cui sopra avessero ragione, dovrebbero comunque spiegarci perché Mussolini ha dormito 11 anni prima di fare qualcosa) tale cassa viene trasformata in Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), estendendo le categorie con diritto di pensione.

Va osservato che l'ampliamento dei diritti pensionistici è stato un processo continuo, cominciato prima del fascismo, continuato durante lo stesso e decisamente accelerato dopo la seconda guerra mondiale, quindi anche volendogli dare solo il merito dell'ampliamento... beh, è un merito ben piccolo, visto quanto sopra.

Qualcuno - lo so, perché è una cosa che ho già sentito - ora tirerà fuori che sì, va beh... ma lui ha introdotto le pensioni sociali!
Altra bufala.
Le pensioni sociali non sono - udite, udite! - né merito del fascismo, né dell'antifascismo, essendo state introdotte nel 1969 (sì, 26 anni dopo la caduta del fascismo, 24 anni dopo la fine della guerra e 21 anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione) a seguito delle lotte per i diritti civili degli anni '60.

Il riassunto breve di questa storia lo trovate su Wikipedia. Tramite i link ivi presenti potete scoprire di più.

Saluti,

Mauro.

sabato 10 febbraio 2018

Ha fatto anche cose buone

È uno dei ritornelli tirati regolarmente in ballo per giustificare (o addirittura assolvere) il fascismo (in Italia, altrove la tattica viene usata per giustificare nazismo, stalinismo o altre dittature).

La mia prima reazione in questi casi è... e allora?
È logico che una dittatura possa fare anche cose buone: una dittatura fa sempre ciò che le serve per mantenere il potere, e tra le cose che le servono possono benissimo esserci anche cose buone.

Ma la cosa più importante è: se giudichiamo i singoli atti di un governo (anche il governo della peggiore delle dittature) questi atti vanno giudicati in sé stessi. E possono essere senza problemi (sì, anche senza problemi morali) giudicati sia positivi che negativi.
Però... però appunto questo vale per i singoli atti.

Se invece vogliamo giudicare il governo in sé - democratico o dittatoriale che sia - dobbiamo giudicare il complesso di quanto detto governo ha fatto, non i singoli atti isolatamente.

E per governi di stampo fascista, nazista, stalinista o simili tale giudizio complessivo non può che essere di condanna senza appello.
Indipendentemente dal giudizio sui singoli atti.

Saluti,

Mauro.

venerdì 29 dicembre 2017

Dettagli genovesi 25 - Fasci nelle fogne

Direi che un accesso alle fognature sia il posto giusto dove vedere un fascio littorio oggi:


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli genovesi.

venerdì 27 ottobre 2017

Il diario di Anna Frank è un libro

Bella scoperta, direte voi: se non fosse un libro come faremmo a leggerlo oggi?

Giusto.
Ma il mio timore è che tutto questo parlare del libro "Diario di Anna Frank" oggi in Italia a causa di quanto fatto da tifosi fascisti rischi di farlo apparire agli occhi di molti come opera di letteratura.

Forse sarebbe il caso di parlare di più delle origini del diario e di meno del diario stesso.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 27 settembre 2017

Quando un partito è neonazista (o neofascista)?

La domanda è giustificata oggi dall'ascesa della AfD in Germania.

C'è chi lo definisce neonazista (o neofascista) e c'è chi sostiene che i suoi atteggiamenti sono populisti e non neonazisti, come ha fatto Ricolfi sul Messaggero.

Nella sua analisi Ricolfi dice tante cose interessanti, alcune delle quali anche estremamente condivisibili.
Però sul punto in questione Ricolfi sbaglia completamente: AfD è neonazista (e Ricolfi non sembra sapere bene cosa siano populismo e neonazismo).
Perché Ricolfi sbaglia? Probabilmente perché si accontenta di studiare le cose a tavolino, dall'Italia, quindi vede solo le piazzate mediatiche di AfD e non il comportamento quotidiano dello stesso partito.
Ma soprattutto perché Ricolfi si rifà all'AfD del 2013, di quando è stata fondata come partito, e non tiene conto dell'evoluzione del partito in questi quattro anni: evoluzione che lo ha portato sempre più a destra (ed era già di destra molto decisa alla nascita).

Va detto chiaramente che un partito può nascere non neonazista ma diventarlo nel tempo, pur mantenendo stesso nome e stesso statuto (salvo poi quest'ultimo rispettarlo solo di facciata).
Ed è questo che è successo all'AfD (e che Ricolfi non dice, non so se perché lo ignora o perché lo vuole ignorare).
Se a me quattro anni fa aveste chiesto cos'era l'AfD io vi avrei risposto che era un partito populista di destra.
Se me lo chiedete oggi vi rispondo che è un partito populista neonazista.

Ed entrambe le risposte sarebbero corrette: quattro anni fa l'AfD veniva votato anche da neonazisti ma non era neonazista, oggi lo è. Senza se e senza ma.

Lo è perché ha tutte le caratteristiche del neonazismo: populismo, razzismo, isolazionismo, nazionalismo, legittimazione della violenza, rifiuto del confronto di idee.
E lo è indipendentemente da nome e statuto.
Rispondendo alla domanda del titolo: un partito è neonazista quando i suoi contenuti e i suoi atti diventano neonazisti, anche se non lo era alla nascita e non lo è nel nome.

L'altro punto che Ricolfi non capisce bene è la differenza tra populismo e neonazismo o estrema destra.
Secondo Ricolfi sono cose diverse.
No, anche qui Ricolfi sbaglia: il neonazismo e l'estrema destra attuale in genere non sono diverse dal populismo, sono un sottoinsieme del populismo.
Esistono partiti che sono populisti ma non neonazisti (e infatti il populismo può anche essere di centro o di sinistra, non solo di destra).
Ma non esistono - non possono esistere - partiti neonazisti che non siano populisti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 13 luglio 2017

Costituzione - Disposizioni transitorie e finali: La disposizione XII

Negli ultimi giorni ha fatto tanto rumore la proposta di legge del deputato PD Emanuele Fiano volta a proibire simboli e gesti di natura fascista.

Logicamente quasi tutti (favorevoli e contrari) hanno tirato in ballo la Costituzione, generalmente a sproposito e senza averla letta (come avevo già dimostrato qui per l'articolo 11 e qui per l'articolo 32), sostenendo che detta simbologia fascista è già ivi trattata e che quindi in sostanza:
1) la legislazione al proposito non esaurisce completamente quanto la Costituzione prevede e quindi va ampliata/precisata (i favorevoli);
2) nella Costituzione c'é già tutto e non serve altro (i contrari, tra cui i neofascisti, quindi coloro che dovrebbero essere i primi nemici della Costituzione).

Ma cosa dice la Costituzione veramente?

Sorpresa: sui simboli fascisti non dice proprio nulla. NULLA!

La XIIma disposizione transitoria e finale recita infatti:
"È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista."

A noi logicamente interessa il primo capoverso, visto che il secondo (oltre a non parlare di simboli) ha esaurito il suo compito il 31 dicembre 1952, cinque anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione (entrata in vigore datata 1° gennaio 1948).

E di cosa parla questo primo capoverso?
Parla del partito fascista, non dei suoi simboli. SOLO del partito in quanto tale.

Cosa significa ció a livello costituzionale e legislativo? Che usare simboli e gesti fascisti non è anticostituzionale e diventa reato solo nel momento in cui diventa veicolo per ricostituire il partito fascista o per commettere/facilitare altri reati previsti dal codice.

Ora si può essere favorevoli o contrari alla proposta Fiano (io qui non mi pronuncio), ma per favore NON TIRATE IN BALLO LA COSTITUZIONE.
Qui la Costituzione non c'entra nulla.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Un'altra osservazione, tanto per far capire quanto è "attenta" la stampa sulle notizie e sulla realtà: la proposta di legge è del 2 ottobre 2015 (quasi due anni fa) ma a leggere i giornali sembra una proposta fatta in tutta fretta dopo la scoperta della spiaggia "fascista" a Chioggia dei giorni scorsi.

P.S. 2:
Non venitemi a rompere le palle col discorso che sono disposizioni TRANSITORIE e finali: dato che i padri costituenti non hanno stabilito date di scadenza (se non per singoli punti esplicitamente evidenziati, come il secondo capoverso di cui sopra), dette disposizioni, fino a che non vengono abolite, hanno lo stesso identico valore di tutti gli altri articoli.

P.S. 3:
Qui tutti i miei articoli sugli... articoli della Costituzione.

sabato 6 maggio 2017

E se la Le Pen vincesse?

No, tranquilli, non succederà.

Ma se per un caso incredibile dovesse succedere... durerebbe poco. I francesi sono troppo anarchici (sia nei lati positivi della cosa che in quelli negativi) per sopportarla a lungo.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
È vero: i francesi hanno già sopportato (anzi: eletto) a lungo un fascista più fascista della Le Pen, cioè De Gaulle... ma erano altri tempi e oltretutto De Gaulle era sostenuto dagli anglosassoni (cosa che oggi sarebbe non così vantaggiosa, ma ai tempi lo era, eccome se lo era) e in più si dichiarava centrista, cosa che la Le Pen non fa.

martedì 25 aprile 2017

25 Aprile

Oggi è la festa della Liberazione, la più importante festività civile italiana.

Mai però in vita mia ho visto e sentito tante polemiche come quest'anno (e sono nato nel 1968, quindi di 25 aprile un po' ne ho già visti).
Un tempo (neanche poi tanto lontano, anzi vicinissimo) solo quattro gatti neofascisti (che tra l'altro neanche nulla sapevano del fascismo vero) contestavano e polemizzavano contro il 25 aprile.
Oggi invece tutti contestano tutto e polemizzano su tutto senza neanche sapere cosa contestano e perché polemizzano.

Il problema però non è fascismo contro antifascismo o destra contro sinistra. E non è neanche l'ignoranza storica e civile.
Il problema è che ormai non esiste più un Paese Italia.
Dalla fine della cosiddetta "prima repubblica" esistono solo tante piccole sette, parrocchie, lobbies, società... chiamatele come cavolo volete... e ciascuna di esse cerca di tirare la celebrazione nel proprio giardinetto.
Ma non esiste più quel sentimento di comunanza che prima esisteva, pur con tutti i suoi difetti e mancanze.

L'Italia non esiste più.

Saluti,

Mauro.

domenica 20 marzo 2016

Berlusconi e la demenza senile

Berlusconi accusa il M5S di essere infiltrato dalla magistratura comunista.

Peccato che il M5S sia un partito aziendale-fascistoide, proprio come Forza Italia. E allora perchè Berlusconi non accusa FI di essere infiltrata dalla magistratura comunista?

Ormai Berlusconi è evidentemente guidato solo dalla demenza senile.

Saluti,

Mauro.

martedì 26 maggio 2015

La Resistenza che non c'è stata

Qualche giorno fa, chiacchierando su whatsapp con una cara amica, è venuta fuori la domanda sul perché durante la seconda guerra mondiale non ci sia stata resistenza contro il nazismo in Germania (due attentati compiuti da gruppi piccoli e isolati infatti non sono una resistenza, tenendo anche conto che uno dei due gruppi di attentatori poi in realtà voleva solo un cambio ai vertici del partito), come invece c'è stata in Italia, in Francia e in altri paesi.

Ora gli storici dovrebbero poter dare risposte migliori delle mie, e molti lo hanno fatto (o per lo meno ci hanno provato).
Però io qui voglio dare la mia risposta, opinabilissima, e non fare copia-incolla da varie fonti, per quanto autorevoli o ben scritte.

Prima di andare avanti bisogna premettere una cosa: dissenso ce n'era anche in Germania, sia prima che durante la guerra, come anche nell'Italia fascista... ma dissenso politico, non resistenza armata.

N.B.: Di seguito scriverò sempre solo resistenza, ma è ovunque sottinteso resistenza armata.

Chiaramente un fatto del genere ha un insieme di spiegazioni, non può essere spiegato con una sola causa.

Tra le cause note e di cui si può leggere quasi ovunque, si possono citare le seguenti:
- i tedeschi e la Germania stavano meglio che sotto Weimar o sotto l'ultimo Kaiser (dicono nulla i trattati di Versailles?);
- gli anni venti in Germania erano stati anni di violenza e tumulti e la "tranquillità" portata da Hitler per molti era un paradiso;
- la vecchia Prussia (parte dominante della Germania ancora ai tempi di Hitler) era - anche nel popolino - semplicemente "addestrata" a rispettare l'autorità, qualunque essa fosse;
- in Baviera (roccaforte nazista) in forme diverse valeva un po' la stessa cosa;
- la propaganda nazista era riuscita a radicare la dittatura decisamente di più di quanto non sia riuscita quella di altri paesi fascisti.

Alcune di queste ragioni hanno più peso, altre meno, ma sono tutte note.

Però io aggiungerei un'altra ragione, generalmente molto sottovalutata se non addirittura taciuta.

Quando e dove hanno fatto la Resistenza l'Italia e la Francia citate all'inizio? E soprattutto contro chi?

In Italia la Resistenza è nata nel 1943 nella parte del paese occupata dai tedeschi... gli italiani si sono mossi contro i tedeschi, ossia degli stranieri. Fino al 1943, senza tedeschi in casa, gli italiani - anche i dissidenti - non hanno creato una Resistenza.
In Francia la Resistenza è nata, logicamente visto che prima non c'era fascismo, dopo l'occupazione e si è sviluppata soprattutto al nord, nel territorio direttamente occupato dai nazisti, contro lo straniero tedesco. Nel sud, nella Francia di Vichy, la resistenza è stato un fenomeno decisamente minore... almeno fino a che il governo fantoccio si teneva su con proprie forze e senza sostegno di truppe tedesche.
E lo stesso vale per gli altri paesi dove c'è stata resistenza.

Prima di giungere alle conclusioni, per evitare fraintendimenti, guardiamo cosa è successo nell'altra grande dittatura del '900: l'Unione Sovietica.
C'è mai stata resistenza? Durante l'avanzata nazista contro i nazisti, sì... ma prima e dopo, contro lo stalinismo, c'è stata resistenza? No, dissenso sì - vedasi sopra per Italia e Germania - ma resistenza no. Del resto lo stalinismo era "produzione propria", non veniva dall'estero.

E ora passiamo alla Germania.
È mai stata occupata? Sì, verso la fine della guerra... ma non da dittature (OK, l'URSS la era, ma in quel momento era una situazione particolare), bensì da chi ha abbattuto la dittatura.
E oltretutto la popolazione tedesca in quegli ultimi due anni di guerra era troppo stremata da fame e bombardamenti per resistere a chichessia.
Però prima, a partire dal 1939, nessuna resistenza neanche durante la guerra... il nazismo era "produzione propria", non era un occupante.

Cosa voglio dire con tutto ciò?
Che una resistenza la si sviluppa contro chi viene da fuori, chiunque esso sia, non contro i mali politici autoprodotti.
Contro questi si sviluppa dissenso politico o resistenza civile, proteste non violente di massa, magari singoli o gruppetti possono operare singoli attentati o anche peggio... ma - almeno nei paesi europei - una vera resistenza diffusa e organizzata non ci sarà di fronte a una dittatura autoprodotta.

Una rivoluzione sì, potrebbe esserci, ma sarebbe un'altra cosa (e le rivoluzioni spesso si fanno anche contro le democrazie, non solo contro le dittature... anche se in questo caso vengono chiamate colpi di stato).

Saluti,

Mauro.