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domenica 13 aprile 2025

Avevo ragione io

"Avevo ragione io" è una brutta frase, suona arrogante o per lo meno da saputello.
Però in questo caso è l'unica frase che posso scrivere, dire.

Nel 2013 a Berlino nacque l'AfD (Alternative für Deutschland, in italiano Alternativa per la Germania).
Venne definito il "partito dei professori" perché fondato da alcuni accademici di destra, nazionalisti. Però, questa la vulgata dell'epoca, moderati.
Io dissi subito: attenti, questi sono neonazisti, nonostante le apparenze.
E venni sbertucciato da chi era cascato nel trucco della maschera moderata. Anche qui sul mio blog venni contestato quando scrissi sul tema.

Nel 2014 poi nacque a Dresda PEGIDA (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, in italiano Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'Occidente), movimento esplicitamente populista di estrema destra basato su visioni razziste e nazionaliste.
E io dissi che PEGIDA era il braccio "di strada" dell'AfD (oppure che l'AfD fosse il braccio politico di PEGIDA).
E di nuovo venni contestato perché le due entità non avevano collegamenti legali, erano burocraticamente separate.

Ma poi, alle elezioni del 2017, ci fu un ulteriore scivolamento a destra del partito, dove gli elementi più estremisti presero totalmente il controllo.

Ma poi i rappresentanti del partito erano sempre in prima linea nelle manifestazioni di PEGIDA.

Ma poi la vicinanza con elementi dell'NPD (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazinaldemocratico di Germania, ispirato esplicitamente all'NSDAP per propria ammissione).

Ma poi arrivò la corrente Die Flügel (L'ala) che dovette essere sciolta per neonazismo.

Ma poi anche la sezione giovanile (Junge Alternative, Alternativa giovane) dovette essere sciolta per provato anticostituzionalismo.

Ma poi molte sezioni regionali vennero messe sotto osservazione dai Servizi per lo stesso motivo e per tre di esse (Sassonia, Turingia e Sassonia-Anhalt) la cosa venne legalmente provata e certificata.

Ma poi cominciò a crescere la violenza, se non proprio il terrorismo, di destra (qui un splendido articolo al proposito del sito di indagine giornalistica Volksverpetzer, in tedesco, ma potete usare i traduttori in rete) senza mai condanne da parte del partito (vero anche che la stampa mainstream cerca per quanto possibile di evitare di parlare di questa violenza).

E tante altre cose.

E ora?
Molti cadono dal pero "scoprendo" quello che era già chiaro ed esplicito nel 2013/2014.
Altri continuano a mantenere il prosciutto sugli occhi per non vedere (come la CDU/CSU e buona parte della stampa).
E l'AfD continua a crescere (secondo partito nel Bundestag alle elezioni di febbraio) e a spostarsi sempre più a destra.

Saluti,

Mauro.

P.S.: Qui la versione tedesca.

sabato 2 dicembre 2023

Io mi sto stancando

Io mi sto stancando di leggere ma anche (soprattutto) di scrivere del conflitto israelo-palestinese. Ma non perché non sia importante o non mi interessi o non abbia nulla da dire. È un tema importantissimo. E da dire ne avrei molto. Ma... Ma non è un tema sul quale si possa discutere civilmente, non è un tema dove viene commentato (positivamente o negativamente non importa) ciò che effettivamente scrivi. Non è un tema dove poter distinguere, dove poter parlare di cose concrete. Non è un tema in cui puoi permetterti di riconoscere torti e ragioni, diritti e delitti di entrambe le parti. È un tema dove esiste solo il manicheismo. Se ammetti il diritto di Israele di esistere, automaticamente vieni accusato di voler sterminare i palestinesi. Se ammetti il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato, automaticamente vieni accusato di voler distruggere Israele. No, io non ci sto. Israele ha diritto di esistere. I palestinesi hanno diritto a un loro Stato. E io, nel mio piccolo, lotto per entrambe le cose. Ma a quanto pare ciò non è accettabile. O Israele o Palestina. No. Io non ci sto. Quindi non scriverò più sul conflitto israelo-palestinese (a meno che su singoli episodi indipendenti dal contesto). A me piace ragionare, capire. Il manicheismo lo lascio agli ignoranti, ai violenti. Ai terroristi di entrambe le parti. Io mi tiro fuori. Non gioco più. Saluti,

Mauro.

venerdì 13 ottobre 2023

Hamas o come mettersi dalla parte del torto

Io stavo riflettendo su una cosa.

Hamas per l'attacco ha buttato giù con bulldozer la recinzione che fa di Gaza di fatto un lager. Ve ne rendete conto che forza avrebbe avuto questo gesto se Hamas avesse abbattuto la recinzione e poi lasciato uscire solo i civili disarmati?
Se avesse permesso loro di muoversi liberamente oltre confine SENZA però far uscire i gruppi armati? Ve ne rendete conto che forza avrebbe avuto un'immagine simile? Quanto ciò avrebbe messo al muro Netanyahu e l'estrema destra israeliana?

Capite ora perché io continuo a sostenere che Hamas è il miglior alleato dell'estremismo e nazionalismo ebraico e il peggior nemico dei palestinesi stessi?

Saluti,

Mauro.

martedì 6 ottobre 2020

Il decreto di Washington - reprise

Nel 2017 scrissi questo articolo in cui di fatto dicevo che lo scrittore danese Jussi Adler Olsen nel 2006 aveva "previsto" Donald Trump.

Ai tempi, oltre all'originale danese, esisteva solo la traduzione in tedesco.
Quella in italiano purtroppo la aspettiamo ancora, ma fortunatamente dal 2018 è disponibile anche quella inglese: "The Washington Decree", pubblicato da Penguin Random House.

E dato che i paralleli tra quel presidente fittizio e Trump non sono venuti meno, vi invito a procurarvelo e leggerlo.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 23 gennaio 2019

Il giorno in cui le BR hanno perso

24 gennaio 1979, Genova: le Brigate Rosse uccidono l'operaio comunista Guido Rossa.
Quel giorno segna la sconfitta delle BR.
Vero, la sconfitta "militare" richiese ancora altro tempo e, purtroppo, altre vittime. Ma quel giorno l'Italia seppe che le BR avrebbero perso.
Anzi, non solo lo seppe: lo decise.

Le BR si illudevano di avere dalla propria parte sia gli operai delle fabbriche che parte del PCI, o perlomeno della sua base.
Non era così, ma l'impressione all'esterno poteva esserci.
Perché, nonostante Berlinguer si fosse già espresso chiaramente contro il terrorismo, la base era abbastanza silenziosa. E anche nelle fabbriche non sembrava esserci opposizione attiva al terrorismo.
Il tutto per diverse ragioni, più o meno importanti, ma soprattutto perché, pur essendo contro il terrorismo, molti temevano di essere scambiati per fiancheggiatori del padronato o filodemocristiani.

Questo timore quel giorno sparì.
Era stato ucciso un comunista.
Era stato ucciso un operaio.
Quindi ora bisognava "uccidere" il terrorismo.

Saluti,

Mauro.

lunedì 19 febbraio 2018

La Turchia e la democrazia

Nei giorni scorsi si è tenuta a Monaco di Baviera l'annuale Conferenza sulla Sicurezza.

La delegazione turca era alloggiata in un albergo dove erano presenti anche altri politici, tra cui il parlamentare tedesco Cem Özdemir dei Verdi.
Cem Özdemir è un normale politico che come ogni politico può piacere o no, ma ha due caratteristiche che per la delegazione turca costituivano un problema: Özdemir è di genitori turchi emigrati in Germania negli anni '60 ed è sempre stato critico nei confronti della politica di Erdogan (tra l'altro critiche sempre espresse in maniera civile e mai sopra le righe).

Quindi cosa è successo?
La delegazione turca ha chiesto alle autorità tedesche di allontanare il "terrorista" (sì, lo hanno proprio definito così, neanche fiancheggiatore, sostenitore o amico del terrorismo, proprio terrorista tout court) dall'albergo dove alloggiavano entrambi.

Come ha reagito la Germania?
Ha concesso a Özdemir una scorta di polizia per la durata della conferenza senza allontanarlo dall'albergo.

Tanto per chiarire su Turchia e democrazia.

Saluti,

Mauro.

domenica 4 febbraio 2018

No, non è un folle

Non serve che vi parli per esteso di quanto successo ieri a Macerata.
Tutti ne hanno scritto e tutti ne avete letto.

Qui voglio solo ribadire un'ovvietà, un'ovvietà che purtroppo molti (anche dalla parte avversa a Traini) stanno negando o per lo meno tacendo.
Traini non è un pazzo. O almeno non è per prima cosa un pazzo.

Per prima cosa è un terrorista.

Come lo fu Breivik (vedasi qui) nel 2011.
Non solo quelli che vengono da altre culture possono essere terroristi. Lo possono essere (e spesso lo sono) anche i "nostri".

Perché un terrorista è una persona che compie reati politicamente motivati. E quelli di Traini e Breivik lo sono.

E noi italiani questo, vista la nostra storia degli anni '70 e '80 del secolo scorso, dovremmo saperlo bene, anzi benissimo. E dovremmo saperlo riconoscere. Al di là delle posizioni politiche di ciascuno di noi.

Saluti,

Mauro.

sabato 24 giugno 2017

Perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia? - 2

Ad agosto 2016 spiegai qui perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia.
Logicamente venni contestato, anche (soprattutto) da chi aveva letto sì, ma capito no (o meglio, aveva capito quello che voleva capire, e così ritorniamo qui).

Bene, sostanzialmente ieri il Guardian (aggiungendo analisi e fonti) mi ha dato ragione: Why has Italy been spared mass terror attacks in recent years?

È antipatico e arrogante dire "Io l'avevo detto". Però stavolta è anche giusto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Il Guardian, non la Bild, il Daily Mail o il Fatto Quotidiano. Per fortuna.

venerdì 17 febbraio 2017

Dettagli dall'Oberpfalz 3 - Brigate Rosse ad Auerbach


Ma a quanto pare avevano finito l'inchiostro rosso.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Qui tutti i dettagli dall'Oberpfalz.

mercoledì 1 febbraio 2017

Il decreto di Washington

Trump negli Stati Uniti è partito col botto.
Muri, blocchi per interi paesi, ecc.
Coerente con la sua campagna elettorale.

Ma anche legittimo, legale?
Probabilmente sì: ricordatevi che Trump è sottomesso solo alle leggi degli Stati Uniti e ai trattati internazionali che gli Stati Uniti hanno già ratificato.
Di tutto il resto (fino a che il Congresso glielo concede) può fregarsene (indipendentemente da come noi possiamo valutare la cosa eticamente e moralmente).

Ma quanto sta succedendo a Washington a me ha ricordato qualcosa.

Per la precisione un romanzo letto un paio di anni fa. Un romanzo di un autore danese, Jussi Adler-Olsen, di cui avevo già parlato qui per un romanzo che continuo a considerare un capolavoro.
Il romanzo a cui però mi riferisco oggi è un romanzo più recente. Tutto sommato - a mio personale parere - di valore letterario inferiore a quello di cui parlai allora, ma molto interessante e - dopo gli ultimi avvenimenti negli USA - inquietante.
Il romanzo in questione (guarda caso mai pubblicato in Italia, come anche quello di cui già parlai, mentre i gialli di Adler-Olsen, non memorabili, sono disponibili in versione italiana) si intitola in originale danese "Washington Dekretet", nella versione tedesca da me letta invece "Das Washington Dekret".
La traduzione letterale in italiano sarebbe, appunto, "Il decreto di Washington".

Il romanzo (del 2006, quindi scritto ancora in era George W. Bush) parla di un neo eletto presidente USA che a forza di decreti (o meglio executive orders) rende gli USA sempre più autoritari e liberticidi.
Le somiglianze tra l'inizio di quel presidente fittizio (che poi si scoprirà essere manipolato da uno strettissimo collaboratore) e l'inizio di Trump sono incredibili.
Speriamo ciò riguardi solo gli inizi e non il prosieguo.

Se qualcuno volesse leggere il romanzo, come detto non esiste la versione italiana.
Quella tedesca che ho letto io è stata pubblicata da dtv nel 2013. L'originale danese è stato pubblicato da Aschehoug Dansk Forlag nel 2006.
Purtroppo a quanto mi risulta non è stato tradotto neanche in inglese. Ma forse sapevano che avrebbe potuto essere profetico e si sono spaventati.

Saluti,

Mauro.

giovedì 22 dicembre 2016

Credere al terrorismo

Il terrorismo è una cosa. Il credere che tutto sia terrorismo è ben altra cosa.

E la seconda conviene sia ai terroristi sia, soprattutto, a chi si propone come barriera al terrorismo (tipo AfD in Germania, Front National in Francia o Lega Nord in Italia).

Saluti,

Mauro.

domenica 14 agosto 2016

Perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia?

Al proposito ultimamente si sono sentite le teorie più assurde, tipo che la mafia ci difende o che il governo si è accordato con l'Isis o cose ancora più fantasiose.

La realtà è molto più semplice (e per l'Italia rassicurante): il nostro paese ha attraversato almeno due decenni di terrorismo vero, pesante (e, cosa importante, di diverse origini).
Questa esperienza ha insegnato molto alle nostre forze dell'ordine e ai nostri servizi segreti (anche se questi ultimi poi tanto segreti non sono, se vogliamo essere sinceri).
E quanto imparato da questa esperienza serve a prevenire: il terrorismo islamico (e non solo islamico) in Italia è presente quanto altrove. Ma viene scoperto e bloccato prima che colpisca. Contrariamente ad altrove.

Saluti,

Mauro.

P.S. (2017):
Quasi un anno dopo il Guardian mi ha dato ragione.

lunedì 25 luglio 2016

Attentati e Oktoberfest

Sembra che il sindaco di Monaco di Baviera, a seguito della sparatoria all'Olympia Einkaufszentrum, abbia deciso di proibire l'ingresso con zaini all'Oktoberfest.
Meglio prevenire il terrorismo, soprattutto se islamista.

Peccato solo che:
1) la sparatoria in questione non c'entri nulla col terrorismo;
2) proibire gli zaini non basti (senza adeguata prevenzione);
3) l'unico attentato della storia all'Oktoberfest, nel 1980, fu una storia tutta tedesca, anzi neonazista*.

Saluti,

Mauro.

*Per inciso: rimane a tutt'oggi (come numero di vittime) il più grave atto criminale della storia tedesca del dopoguerra.

venerdì 22 luglio 2016

Sparatoria di Monaco di Baviera

Qualcuno dei miei lettori si aspetterà da me un commento sulla sparatoria di Monaco di Baviera, visto che vivo in Germania.

Per ora no, solo quando saprò cosa c'è dietro la sparatoria. La Polizia per ora non conferma né terrorismo (di qualsiasi matrice) né altre ipotesi.

Saluti,

Mauro.

domenica 10 luglio 2016

Una data tragica

Oggi è il10 luglio.
Vorrei raccontarvi cosa accadde il 10 luglio in passato in Italia.

10 luglio 1941: Formazione del CSIR, il Corpo di Spedizione Italiano in Russia.
10 luglio 1976: Incidente alla ICMESA, meglio noto come incidente di Seveso (anche se la ICMESA era a Meda).
10 luglio 1976: Omicidio del giudice Vittorio Occorsio da parte di terroristi di destra.

No, proprio non è stata una giornata degna di ricordo (anzi, di ricordo sì, ma di rispetto no).

Saluti,

Mauro.

sabato 28 novembre 2015

No, non sei coraggioso

Tra terrorismo, rapine in appartamento/villa, ecc. ecc. ultimamente si sentono sempre più pronunciare due parole: paura e coraggio.

E molti dicono: "Io non ho paura, sono coraggioso".

Prendiamo per buono che chi lo dice veramente non abbia paura (in realtà sospetto che chi lo dice sarebbe il primo a farsela addosso in caso di pericolo, ma non è questo il tema dell'articolo).

Chi lo dice, in buona o mala fede che sia, non sa cosa significhino le parole "paura" e "coraggio".

Perché essere coraggiosi significa saper vincere, saper affrontare le proprie paure.
Chi non ha paura non ha coraggio, non ha neanche bisogno di aver coraggio... perché non deve affrontare o vincere le proprie paure.
Chi non ha paura è o incosciente o insensibile o, nella migliore delle ipotesi, sicuro di sé.
Ma non potrà mai essere coraggioso. Mai.
Coraggioso lo diventerà il giorno che avrà paura e che saprà affrontare questa paura.

Saluti,

Mauro.

lunedì 23 novembre 2015

Cose che non voglio sentire sui fatti di Parigi

I fatti di Parigi di dieci giorni fa sono stati drammatici e tragici, su questo non ci piove.

Ma ci sono cose che al proposito non voglio e non posso sentire, cose che non potete dirmi, in quanto inaccettabili per chiunque abbia almeno un paio di neuroni funzionanti.


1) Non ditemi che la religione non c'entra. Senza la religione i capoccia non avrebbero mai trovato i manovali per portare a termine gli attentati. Quindi la religione c'entra, eccome se c'entra.

2) Non ditemi che noi occidentali ce la siamo cercata con il nostro comportamento in Medio Oriente: lo so che i nostri governi non sono santi, ma ciò non giustifica sparare a chi si gode un concerto o una cena al ristorante, al massimo giustificherebbe attentati a installazioni militari o a centri amministrativi/governativi.

3) Non ditemi che altrove muoiono più persone: i morti contano, non si contano. Chi conta il numero di morti è in malafede. I morti contano in quanto vittime, non per il loro numero.

4) Non ditemi che i morti di Parigi valgono per noi europei più di quelli di Beirut. Ogni morto ha lo stesso valore, ma è normale che ciò che geograficamente e culturalmente ci è più vicino, più ci colpisce. Se io fossi giordano mi colpirebbe di più l'attentato a Beirut. Essendo italiano mi colpisce di più quello a Parigi.

5) Non parlatemi dell'attentato in Kenya: è avvenuto ad aprile e se ne è parlato in abbondanza. Non è un attentato contemporaneo a quelli di Parigi e non è passato sotto silenzio come si vuol far credere.

6) Non ditemi che Parigi cambierà la nostra vita. Non la cambiò neanche il famoso 11 settembre...sono solo balle, l'unica cosa cambiata sono stati i controlli agli aeroporti (e anche questi più che altro di facciata, come dimostrai qui). La nostra vita la cambia (forse) la crisi economica, non gli attentati.

7) Non ditemi che si tratta di un complotto o di un inside job... se ci credete ciò parla contro la vostra intelligenza, non contro i fatti a cui non credete.

8) Non ditemi che colorare con i colori francesi le vostre immagini di profilo su Facebook o altrove sia un segno di solidarietà (o di egocentrismo come qualcuno ha sostenuto). No, è solo conformismo, come - in una situazione completamente diversa - descrissi qui.

Saluti,

Mauro.

lunedì 16 novembre 2015

I fatti di Parigi

Perché non ne ho ancora scritto?
Perché, per quanto pochi mi leggano, avrei scatenato comunque un casino.
Ma ne parlerò in settimana.

Per ora solo un invito: mandate a fanculo (e se potete mandateli anche all'altro mondo) i complottisti.

Saluti,

Mauro.

domenica 11 gennaio 2015

Anch'io sono Charlie / Je suis aussi Charlie 2

I complottisti cominciano a fare sciacallaggio.

Secondo detti complottisti, dietro l'attentato a Charlie Hebdo ci sarebbe la CIA. E il fatto che i servizi segreti francesi conoscessero gli attentatori ma non li abbiano eliminati (o almeno messi in grado di non nuocere) a priori vuol dire qualcosa...

No, cari miei, la cosa non vuol dire proprio niente. Almeno non vuol dire quello che voi volete intendere.

Al massimo vuol dire che i vari servizi segreti sono pieni di incompetenti. Niente di più e niente di meno.

Saluti,

Mauro.