Ogni lingua ha le sue forme di saluto. Alcune standard, nella sostanza uguali nelle varie lingue, altre molto particolari, caratteristiche.
Tra italiano e tedesco le differenze cominciano però già con quelle standard.
In italiano abbiamo
buon giorno,
buon pomeriggio (ormai in disuso) e
buona sera (
buona notte no, non è un saluto, è un augurio).
In tedesco abbiamo
guten Morgen (traducibile con
buon mattino),
guten Tag (
buon giorno) e
guten Abend (
buona sera). Ma nessun
guten Nachmittag (
buon pomeriggio). E
gute Nacht (
buona notte) è anche in tedesco un augurio, non un vero saluto.
Ma sono tutto sommato differenze piccole, poco significative.
Oltre a questi c'è il classico
Hallo, ripreso dall'inglese.
Ma veniamo ai saluti particolari, quelli veramente interessanti.
I tedeschi hanno adottato il nostro
ciao (in realtà originariamente dialetto veneto, non lingua italiana), ma con una differenza: noi usiamo
ciao sia quando ci incontriamo sia quando ci separiamo, per i tedeschi invece è solo un saluto di commiato.
Assolutamente identico in significato e uso (anche se di origine indipendente) a
ciao è
Tschüss (con le sue varianti, tipo
Tschö), nato nel nord della Germania ma ormai diffuso in tutto il paese.
Sempre dal nord della Germania arriva
Moin.
È un saluto usato a qualsiasi ora, principalmente quando ci si incontra. La cosa interessante di questo saluto è che viene usato nell'area "marittima" della Germania e nel resto dell'area Mare del Nord-Mar Baltico (Paesi Bassi, Danimarca, Polonia costiera) ma, incredibilmente, anche in Svizzera, però non ha preso piede nel resto della Germania, dove viene usato molto sporadicamente.
Passando dal nord al sud della Germania, in particolare Baviera (ma anche Austria) i saluti diventano più legati alla religione essendo terre di "estremismo" cattolico.
E così in Austria, Baviera e nella parte cattolica del Baden-Württemberg ci si saluta con
Grüss Gott (che noi italiani di Germania spesso prendiamo in giro salutando i tedeschi dicendo
cruscotto, che tanto suona praticamente uguale e loro non se ne accorgono).
La cosa interessante è che questo saluto in origine significava
Dio ti/vi saluti, ma nella grafia attuale letteralmente tradotto significa
saluta/salutate Dio.
Diffuso nel centro-sud della Germania e anche in altre parti dell'Europa centrale (in pratica l'area del vecchio impero asburgico) è
servus.
L'origine è esattamente quella di
ciao, ed entrambi hanno radici nel latino.
Servus lo potremmo tranquillamente tradurre con
servo vostro (come
ciao è deformazione dialettale di
schiavo vostro).
Nel Saarland, ai confini con la Francia si usa poi
Salü, deformazione del francese
Salut e con lo stesso identico uso e significato (
Salü si usa anche in Svizzera).
Nella Svizzera tedesca si usa poi
Grüezi che è una contrazione di
Gott Grüez-i, che corrisponde all'austro-bavarese
Grüss Gott di cui abbiamo parlato prima.
Da ultimo ho lasciato il saluto più assurdo, quello che sopporto meno:
Mahlzeit.
Mahlzeit in italiano significa semplicemente
pasto.
In buona parte della Germania (soprattutto nella parte occidentale) e in Austria però intorno a ora di pasto e di cena viene spesso usato come forma di saluto, indipendentemente dal fatto che chi incontri abbia già mangiato, non lo abbia ancora fatto o non abbia proprio intenzione di farlo.
E no, non è un augurio di buon appetito. Se un tedesco vuole veramente augurartelo ti dice
guten Appetit.
Saluti,
Mauro.
Aggiornamento 27.03.2019
L'amica
Terminologia mi fa notare che sembra che a Bolzano (dove, come in tutto l'Alto Adige, si usano le forme di saluto tedesche tipiche dell'Austria e dell'ex impero asburgico) si usi in italiano informale
Cruscòtt per
Grüß Gott, quindi in pratica la stessa forma usata ironicamente dagli italiani di Germania.