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martedì 3 giugno 2025

I misteri del tedesco 36 - I guardiani del negozio

Chi vive in Germania o almeno ci si ferma abbastanza a lungo (quindi non per una banale vacanza) prima o poi incontra i Ladenhüter.

Ma chi sono questi Ladenhüter?
Esaminiamo per prima cosa la parola in sé: è una classica parola composta (come ne esistono tante in tedesco).
La prima parte è Laden, che significa negozio, e la seconda è Hüter, che significa guardiano/i (in tedesco quest'ultima parola è invariabile al plurale).
Quindi Ladenhüter significa guardiani del negozio.

Ma chi sono questi guardiani del negozio?
Sono gli uomini della sicurezza che controllano che non ci siano furti?
Oppure impiegati il cui compito è assicurarsi che tutti i processi si svolgano senza intoppi?
No, i nostri guardiani sono degli oggetti, non delle persone.
Allora sono le telecamere di sicurezza che ormai ci seguono dappertutto?
Oppure i sensori che fanno squillare le sirene se esci dal negozio senza aver pagato?
No, neanche questo.

I nostri guardiani del negozio sono sì oggetti, ma soprattutto sono prodotti.
Prodotti che nel negozio in questione vengono venduti.
O meglio offerti in vendita più che venduti.
Infatti sono quei prodotti che fanno parte dell'offerta del negozio, ma che nessuno o quasi compra mai, che rimangono a occupare gli scaffali e di fatto... sorvegliano il negozio, non uscendone mai 😉

Saluti,

Mauro.

mercoledì 19 marzo 2025

Il "piccolo" problema col digitale

Da ormai un paio di lustri, forse anche di più, sembra che la digitalizzazione (spesso confusa con l'informatizzazione, che è sua stretta parente ma non è la stessa cosa, sappiatelo) sia la cura di ogni male, la panacea di ogni economia.

E si dimenticano prodotti e processi.

Signori miei, il digitale non serve a nulla, anzi non è nulla, se non c'è sotto/dietro/intorno qualcosa di concreto su cui impiantarlo.
E questo qualcosa di concreto sono prodotti e processi.

Esempio banale: le auto.
Tutte le case automobilistiche oggi parlano di digitalizzazione... ma se prima le auto non le progetti concretamente, come oggetti materiali, di metallo e plastica, oggetti "hardware" (e per farlo ti servono prodotti e processi, che sono la versione odierna del sangue, sudore e lacrime di churchilliana memoria)... cosa digitalizzi?
Le ruote, il motore sono fondamentali. L'elettronica lo sembra, ma viene dopo. Sono le ruote e il motore che ti muovono l'auto. Senza di loro l'elettronica è solo un soprammobile.

E vale per ogni cosa, non solo per le auto.
Vale anche, per esempio, per la burocrazia: se prima non hai una struttura concreta, basata su processi funzionali, ben pianificati... non conta niente se questa burocrazia sia digitale o cartacea. Funzionerà male comunque.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 5 marzo 2025

L'autogol dei dazi

Diciamolo subito: i dazi nel mondo odierno sono un autogol e affossano l'economia.
Perché il mondo è interconnesso ed economia e soprattutto industria lo sono ancora più del resto.

Ve lo spiego con un esempio astratto, ma voi saprete senza problemi trasferirlo su esempi reali, ne sono sicuro 😉

Il paese X mette dazi su importazioni dal paese Y.
Bene, il prodotto A del paese Y costerà di più alle industrie del paese X. Che però lo usano come componente del proprio prodotto B.
Ma questo renderà anche B più caro e i consumatori del paese X lo compreranno meno, fino a che le industrie di X troveranno il modo di sostituire A.
Ma intanto avranno ridotto le vendite e rischieranno di diventare ricattabili sui prezzi da parte di produttori alternativi di A.

Ma c'è un altro problema, quanto sopra non è tutto.
Per reazione Y mette a sua volta dazi su importazioni da X. E X esporta anche B in Y. B che ora in Y costerà ancora di più perché su di messo peseranno due dazi: quello di X su A e quello di Y su B.
Quindi le industrie di X venderanno meno B ai consumatori di Y, il che le danneggerà ulteriormente.

E questa è la versione semplificata del problema. La realtà sarà più complessa e soprattutto più dura per tutte le parti coinvolte.

Meditate, gente, meditate.

Saluti,

Mauro.

domenica 11 febbraio 2024

E continuiamo a violentare le percentuali

Come al solito Repubblica ci tiene a far vedere al mondo di non saper nulla di matematica.
E lo fa in questo articolo.

Leggete le due frasi sottolineate:


Allora, se il prezzo è quadruplicato (prima frase sottolineata), significa che il prezzo è cresciuto del 300%, non del 400%.
Facciamo come ipotesi che il coltivatore venda a 100.
Prezzo quadruplicato significa che al consumatore il prodotto costa 400.
Ergo, l'aumento percentuale è:

X=(400-100)/100=3, cioè 300%.

Se invece fosse giusto il 400% (seconda frase sottolineata), significherebbe che il prezzo è quintuplicato.
I calcoli sono analoghi a sopra, non serve che ve li rifaccia, vero?

Saluti,

Mauro.

giovedì 19 aprile 2018

La sicurezza totale non esiste e non può esistere

Uno degli argomenti che gli antivaccinisti generalmente portano a difesa delle proprie posizioni è: "Ma la vedete la lista dei possibili effetti collaterali sui bugiardini? È lunghissima!".

Argomento assurdo: proprio tale lista parla a favore dei vaccini (o di altri farmaci).
Vi sembra assurdo? Comprensibile, ma solo perché (purtroppo) non si sa come viene gestita la qualità nell'industria.

Io non lavoro nell'industria farmaceutica, ma mi occupo comunque di qualità nell'industria. Oggi nell'industria automobilistica, in passato anche nella tecnologia medicale e nell'elettrotecnica.
Quindi vi posso raccontare qualcosa al proposito.

La parte centrale del mio lavoro è la cosiddetta FMEA, cioè la valutazione dei possibili problemi di un prodotto o processo con l'analisi di possibili cause ed effetti e la ricerca di misure per evitare o almeno ridurre il verificarsi di detti problemi e di misure sul come scoprirli il prima possibile se alla fine comunque si presentano (detto in maniera grossolana, se siete interessati a maggiori dettagli, chiedete pure).
Se voi vedeste le tabelle che ottengo come risultati di queste analisi e valutazioni vi spaventereste e non comprereste più nessun prodotto, che sia un'automobile, un televisore, un antibiotico, un vaccino, un divano, un martello o chissà cos'altro.

Però è proprio questa dettagliata analisi che è una garanzia per l'utente: tale lunga lista di possibili problemi (alias effetti collaterali nel bugiardino) dimostra che il prodotto in questione è stato analizzato fin nei minimi dettagli, che sono state considerate tutte le possibili misure per ridurre al minimo i rischi e che chi lo produce è consapevole che un rischio residuo esiste sempre e che - anche grazie alle leggi - non vuole e non può nascondercelo.

Però... appunto: rischio residuo.
Le valutazioni e le analisi che vi ho descritto servono a scoprire ed evitare i rischi.
Ma la perfezione non è di questo mondo: quindi la sicurezza totale non esiste, non può esistere.
Lo scopo di un qualsiasi processo di qualità (di qualsiasi tipo) è e sarà sempre quello di minimizzare i rischi, non quello di annullarli (ok, il marketing lo promette... ma infatti noi che lavoriamo sul prodotto concreto coi colleghi del marketing più che collaborare spesso litighiamo).
Il rischio zero non esiste: chi lo promette o dice che può essere raggiunto è solo un ciarlatano.

L'unico prodotto che non comporta assolutamente rischi è il prodotto che non esiste.

Saluti,

Mauro.

martedì 9 gennaio 2018

Una serie TV da dimenticare

Io sono un appassionato di letteratura poliziesca e anche di serie TV poliziesche... e proprio per questa mia passione ormai ho imparato a distinguere tra prodotti di qualità e prodotti da dimenticare.

Parlando di serie TV poliziesche il prodotto assolutamente da dimenticare oggi è Scorpion.
Era dai tempi della signora in giallo che non vedevo nulla di così stupido e inutile tra i prodotti del settore.

Saluti,

Mauro.