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giovedì 6 marzo 2025

Diplomazia, trattati e ricatti

Molti di noi (io stesso per primo, lo confesso) hanno paragonato gli inviti alla pace di certi "pacifisti" a quanto successe nella conferenza di Monaco del 1938, dove Regno Unito e Francia concessero alla Germania di Hitler di prendersi parte della Cecoslovacchia senza coinvolgere la stessa nella conferenza di cui sopra (a cui, oltre ai tre paesi citati, partecipò ufficialmente come arbitro - ma non proprio un arbitro neutrale - l'Italia, ma come detto non la Cecoslovacchia, che venne tenuta fuori dalla porta).
Il paragone ci sta, in realtà, visto che si chiede all'Ucraina di cedere in nome della pace come ai tempi lo si chiese alla Cecoslovacchia.
Solo che allora questo cedimento (che poi fu di Francia e Regno Unito, non della Cecoslovacchia) permise alla Germania di preparare la guerra (quella che oggi conosciamo come seconda guerra mondiale, non proprio una guerriciola), non portò alla pace.
E oggi la guerra in realtà già c'è, ma se l'Ucraina facesse quanto i "pacifisti" chiedono si aprirebbero solo le porta a un attacco russo ai paesi baltici e forse anche alla Polonia (e qui il parallelo passa al 1939 e al patto Molotov-Ribbentrop...).

Ma quanto abbiamo visto alla Casa Bianca (nel 2025, non nel 1938!), tra Trump/Vance e Zelensky ricorda in realtà qualcosa successo quasi vent'anni prima di Monaco.
Ricorda Versailles 1919, dove le potenze vincitrici (con di nuovo Francia e Regno Unito in prima fila) imposero le proprie condizioni alla Germania sconfitta.
Nonostante le apparenze, non ci fu trattativa, ci fu solo imposizione.
Ora io non voglio difendere l'impero tedesco (anche perché non lo merita, al di là degli scopi di questo mio articolo), ma quelle imposizioni senza discussione, senza trattativa, senza valutazione delle possibili conseguenze furono obiettivamente una delle basi (non l'unica, da sole non sarebbero comunque bastate) dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Quello che è successo nello Studio Ovale della Casa Bianca è quasi pari a quanto nel 1919 a Versailles.
Con una sola, ma fondamentale, differenza: a Versailles furono i nemici a imporre le condizioni agli sconfitti, a Washington lo hanno fatto gli amici... e senza che la controparte fosse già sconfitta.

Un novum totale nella storia.
Un novum pericolosissimo, perché di fatto dà la stura alla più totale anarchia nei rapporti internazionali.

Saluti,

Mauro.

giovedì 20 luglio 2023

L'"accogliente" Bibby Stockholm

È giusto parlare della storia della Bibby Stockholm, chiatta senza motore che il Regno Unito vuole utilizzare per "accogliere" fino a 500 profughi nel Dorset, in maniera che questi non possano creare problemi a terra.

Ma è giusto anche raccontarla completa.

È vero che il governo di Londra vuole mettere in pratica questa inumanità e che la cosa è inaccettabile.

Ma va anche ricordato che la stessa chiatta tra il 1994 e il 1998 venne utilizzata per lo stesso scopo ad Amburgo. In teoria allora per accogliere i senzatetto, ma vi vennero portati anche richiedenti asilo. E sempre la stesa chiatta a partire dal 2005 venne utilizzata per alcuni anni dai Paesi Bassi a Rotterdam per "accogliere" chi cercava asilo.

Giustissimo condannare l'UK.
Ma sbagliato non ricordare chi fece altrettanto. E forse sarebbe anche il caso di farsi qualche domanda sull'armatore, la Bibby Line, fondata dal 1807. Forse certe ditte amano affari di stampo, per così dire, neoschiavistico.

Saluti,

Mauro.

martedì 3 maggio 2022

Siamo in guerra?

Negli ultimi giorni sono sempre più frequenti le affermazioni secondo cui siamo già in guerra. Sia come Italia (o Germania, dove vivo), sia come UE o NATO.

Ma cosa significa "essere in guerra"?'
Quando si è tecnicamente in guerra?
Questa è la domanda importante, cosa significa essere in guerra in termini di diritto.
Quello che noi sentiamo e proviamo ha sì un valore morale... ma, appunto, solo morale, nient'altro. E dato che il livello morale è soggettivo, cambia da persona a persona... in questo caso non conta.

Quindi, usando criteri oggettivi, siamo in guerra o no?

No, non lo siamo.
Essere in guerra presuppone due fatti.
1) Avere dichiarato guerra (o altre dichiarazioni magari non così esplicite, ma comunque non interpretabili);
2) Avere truppe sul campo, magari non direttamente combattenti, ma comunque vicine e di sostegno a chi combatte.

E nessuno dei due fatti esiste.

Sosteniamo l'Ucraina con armi e fondi?
Sì, vero, ma più o meno direttamente lo facciamo anche con la Russia, che vi piaccia o meno (insomma, teniamo il piede in due scarpe).

Cosa significa questo?
Che a livello di diritto non siamo in guerra, ma stiamo facendo un grande esercizio di ipocrisia (e non vale solo per l'Italia, anzi Germania e Regno Unito stanno facendo esercizi di ipocrisia ben peggiori, soprattutto la Germania).
E purtroppo questo esercizio lo stiamo di fatto facendo a favore della Russia, non dell'Ucraina (e anche qui la Germania lo sta facendo molto più di noi e di chiunque altro).

Saluti,

Mauro.

lunedì 7 febbraio 2022

Contro il bipolarismo

In Italia ormai esiste il mito del bipolarismo: sembra che tutti credano che la democrazia sia avere la scelta tra due partiti (o al limite due coalizioni). Uno di centrosinistra (aka progressista) e uno di centrodestra (aka conservatore).

Bene, chi ve lo dice non parla di democrazia, sappiatelo.
Parla solo di scimmiottare la parte meno democratica del mito USA.

La democrazia è altro.
E oltretutto l'Italia è in Europa, non in Nord America. In Europa sia le esigenze che le tradizioni sono altre (e soprattutto l'Europa sa cosa siano sia la dittatura che la democrazia... gli USA non hanno di fatto mai conosciuto nessuna delle due, ma hanno sempre vissuto in una sorta di anarchia regolamentata).

Per prima cosa rispondiamo alla seguente domanda: Cos'è il bipolarismo?
Il bipolarismo è un sistema politico in cui o grazie alla legge elettorale o ad altri fattori esistono due partiti o schieramenti che si alternano al governo del Paese ed eventuali altre terze parti rimangono permanentemente insignificanti o quasi.

Ora, parlando di democrazie occidentali, dove esiste (se poi ivi funziona anche bene, non è tema di questo articolo) il bipolarismo?
Esatto, come accennato prima solo in un Paese: gli USA. Paese imparagonabile a quelli europei, come storia, come tradizione, come sistema politico, come tutto.

E non venitemi a tirare fuori Regno Unito e Germania!
Nel Regno Unito il bipolarismo è esistito, vero, ma non esiste più: ormai sono sempre governi di coalizione con coalizioni diverse.
In Germania non è mai esistito: sono praticamente sempre stati governi di coalizione e con coalizioni ben diverse tra loro (e i due partiti maggiori, quelli che dovrebbero alternarsi, hanno anche governato insieme!).

Eppure in Italia si vede questo "bipolarismo" come sistema ideale per risolvere tutti i problemi.
Per i partiti italiani il bipolarismo (che poi, sotto sotto, credo nessuno voglia veramente) sembra essere come il Godot di Beckett: colui che risolve tutto, ma non arriva mai.

E comunque, oltre che di fatto irraggiungibile, il bipolarismo sarebbe anche antidemocratico.

Infatti il bipolarismo sarebbe raggiungibile solo con una legge elettorale ad hoc, visto che in un Paese non minuscolo è impossibile che l'elettorato si polarizzi solo su due poli e che questi poli rimangano nella composizione stabili nel tempo. Ci sono troppe esigenze diverse in una popolazione vasta per poterci arrivare.
Non capita in nessun medio o grande Paese europeo.
E, se facciamo una legge elettorale ad hoc, sarebbe - comunque la si formuli - antidemocratica, visto che dovrebbe bene o male imporre due cose a priori: che i due poli siano bene o male fossilizzati nella composizione e che chi non vuole stare in nessuno dei due poli venga condannato a rimanere piccolo.
Se vuoi raggiungere un vero bipolarismo è inevitabile che in un modo o nell'altro tu imponga queste due cose.
Ed è quindi inevitabile che la tua legge sia antidemocratica.

Toglietevi il bipolarismo dalla testa.

Saluti,

Mauro.

giovedì 30 aprile 2020

In Germania si guarisce (nel Regno Unito no)

Una domanda che ho visto fare in molte sedi riguardo alla pandemia da COVID19 è quella riguardo i guariti.
I vari paesi hanno percentuali di guariti rispetto ai casi totali accertati enormemente diverse tra loro. Nella grafica un confronto (in verde i guariti).


 

Il problema qui è molto semplice: ogni paese usa protocolli diversi per definire i guariti.

Un malato acuto e un morto non li puoi nascondere (puoi sempre far finta che le cause siano altre, ma non è questo il tema di questo articolo).
Un guarito invece puoi farlo spuntare dal nulla.

Tobias Wilke, giornalista freelance tedesco, ci spiega per esempio i tanti guariti tedeschi (qui l'articolo).

Il protocollo usato in Germania e preparato dal RKI prevede quanto segue.
Chiunque sia in quarantena casalinga (o altro luogo privato), dopo essere stato testato positivo o dimesso dall'ospedale, è considerato guarito dopo 14 giorni di quarantena e 48 ore senza sintomi da COVID19 acuto.
Senza nuovo test.
Basta un colloquio col medico.

Ma c'è di più.
Guardate l'immagine.


Cosa c'è scritto? Che se un quarantenato (non vale per i dimessi dall'ospedale) dopo 14 giorni venisse di nuovo testato e trovato positivo, non va considerato automaticamente contagioso.
Va giudicato caso per caso dagli enti preposti.

Saluti,

Mauro.

Aggiornamento 01.05.2020:
Avrete tutti notato l'altro numero apparentemente assurdo, per motivi opposti a quello tedesco: lo 0,5% di guariti del Regno Unito.
Come mai i britannici non guariscono?
Ho cercato numeri e protocolli, sia sui siti ufficiali britannici, che su siti di raccolta dati e analisi statistiche: l'impressione è che nel Regno Unito non sia stato preparato nessuno protocollo riguardo ai guariti e quindi essi non vengano contati (o per lo meno non comunicati ad autorità centrali).
Se scoprirò di più, farò un altro aggiornamento. 

venerdì 25 gennaio 2019

La geografia, questa sconosciuta

Oggi al supermercato volevo comprare del salmone.
E ho visto questo:


Traduco la frase "geräuchert nach kanadischem Originalrezept aus Alaska": "affumicato secondo l'originale ricetta canadese dell'Alaska".

Che c'entra l'Alaska col Canada? L'Alaska era in origine russo e gli USA lo hanno comprato dall'impero zarista. Non è mai stato canadese, né quando il Canada era colonia britannica, né col Canada indipendente.

Boh.

Saluti,

Mauro.

lunedì 3 dicembre 2018

Brexit e sovranismo italico

Il video qui sotto riguarda la Brexit. Ma le conseguenze di un'eventuale uscita dell'Italia dall'UE o anche solo dall'Euro sarebbero se non identiche comunque molto simili.


Saluti,

Mauro.

venerdì 16 novembre 2018

Tutti gli a zonzo per...

Quando vado un po' in giro mi piace poi pubblicare qui sul blog qualcosa del mio turismo.
Scelgo tre foto della città dove sono stato e le pubblico con brevi commenti.
Le foto che scelgo non rappresentano quanto di più bello, significativo o famoso c'è in quella città, ma solo cose particolari che mi hanno colpito.

Per ora lo ho fatto con le seguenti città:

- Praga
- Brugge
- Potsdam
- Londra
- Brema
- Würzburg
- Bamberg
- Ratisbona (aggiornamento 01.05.2019)
- Sestri Levante (aggiornamento 03.05.2019)
- Salisburgo (aggiornamento 09.09.2019)
- Chiemsee (aggiornamento 17.09.2019... sì, lo so, il Chiemsee non è una città)
- Bayreuth (aggiornamento 20.12.2020)
- Amburgo (aggiornamento 22.12.2020)
- Genova (aggiornamento 08.01.2021)
- Dresda (aggiornamento 31.01.2021)
- Amberg (aggiornamento 01.08.2021)
- Val Trebbia (aggiornamento 04.09.2021...  anche qui, lo so, la Val Trebbia non è una città)
- Parigi (aggiornamento 09.09.2021)
- Monaco di Baviera (aggiornamento 14.12.2021)
- Rothenburg ob der Tauber (aggiornamento 05.04.2022)
- Stella (aggiornamento 28.04.2022)
- Genova 2 (aggiornamento 08.07.2022)
- Scansano (aggiornamento 10.07.2022)
- Colonia (aggiornamento 05.08.2022)
- Auerbach in der Oberpfalz (aggiornamento 08.08.2022)
- Poligono militare di Grafenwöhr (aggiornamento 30.08.2022... sì, lo so, non è ufficialmente una città, ma di fatto lo è)
- Monaco di Baviera 2 (aggiornamento 11.04.2023)
- Kassel (aggiornamento 02.05.2023)
- Beigua (aggiornamento 24.12.2023... sì, lo so, è un monte, non una città... e oltretutto avevo già pubblicato relativamente al Beigua ad aprile, ma l'articolo è sparito)
- Seeon (aggiornamento 09.01.2024)
- Recco (aggiornamento 11.12.2024)
- Solingen (aggiornamento 04.01.2025)

Gli "a zonzo" apocrifi:
- Dresda città nera
- Vedere un ponte

Altre seguiranno in futuro. E questo elenco verrà continuamente aggiornato.

Saluti,

Mauro.

martedì 24 aprile 2018

Siamo arrivati allo Ius Morbi

Dimenticatevi lo Ius Soli, lo Ius Sanguinis o lo Ius Culturae.
Ormai siamo oltre: siamo arrivati allo Ius Morbi.

Avrete letto tutti la storia di Alfie, il bambino di Liverpool a cui le autorità britanniche vogliono, come si usa dire, "staccare la spina".
Io non sono in grado di valutare la cosa da un punto di vista medico, quindi non posso dare né ragione né torto a chi ha preso questa decisione. Non credo però che la decisione sia stata presa con leggerezza e senza considerare ogni minima possibilità.

Quello che è scandaloso, per quanto cinico possa sembrare dirlo, è l'intervento del governo italiano - che con questa storia non c'entra nulla! - per concedere la cittadinanza italiana al piccolo in modo da bloccare le decisioni della magistratura britannica (tra l'altro supportate dalla corte europea consultata).
Leggiamo le motivazioni della concessione della cittadinanza:

in considerazione dell'eccezionale interesse per la comunità nazionale ad assicurare al minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute

Eccezionale interesse per la comunità nazionale? Scusate, è vero che un bambino malato fa tenerezza e suscita compassione, ma dove sta l'eccezionale interesse per la comunità nazionale italiana in un caso di un bambino straniero, che non ha nessun legame con l'Italia e che è nato e vive in un paese non certo non dotato di strutture sanitarie adeguate e di istanze democratiche a cui rivolgersi?

Assicurare ulteriori sviluppi terapeutici? Oppure gli si vuole assicurare solo accanimento terapeutico? Perché se veramente questi sviluppi terapeutici sono possibili, significa che i giudici britannici hanno semplicemente pensato "Questo bambino ci costa, uccidiamolo". Pensate veramente questo?

Preminenti valori umanitari? Scusate, allora i valori umanitari valgono solo per chi vive già in un paese democratico, visto come trattiamo chi arriva - anche legalmente! - dal cosiddetto terzo mondo.

A questo punto mi sento di dare un consiglio a tutti i profughi che vogliono arrivare in Italia: ammalatevi!
Tanto per la cittadinanza in Italia abbiamo scoperto che vale lo Ius Morbi.

Saluti,

Mauro.

sabato 10 marzo 2018

Come funziona un'alleanza di governo

Visto che ho l'impressione che in questo momento alcuni partiti non abbiano idea di come si formi e si porti avanti un'alleanza di governo, vorrei fornire qui qualche indicazione.

Se in un turno elettorale un partito ottiene da solo la maggioranza dei seggi, quanto dirò dopo logicamente non vale nulla: quel partito può fare quel che vuole fino a che rimane nei confini stabiliti dalla Costituzione.

Partiamo dal presupposto che in un'alleanza di governo ci sia un partito di maggioranza relativa e uno o più partiti con meno seggi del primo (due partiti con lo stesso numero o quasi di seggi si alleano solo in casi eccezionali, tipo guerra).

Come funziona un'alleanza in questo caso?

Intanto, prima di tutto, tutti i partiti (in teoria tutti tutti, in pratica tutti quelli che hanno una vaga possibilità di poter entrare nel governo) si parlano tra loro per verificare (prima ancora di ragionare su possibili accordi) vicinanze e lontananze.

Nel momento in cui poi cominciano concrete trattative per la formazione di un governo cosa succede?
Il partito di maggioranza relativa indica la linea guida del governo (più o meno dettagliata a seconda di quanto forte è la sua maggioranza relativa) e quindi si tratta sui singoli punti, in maniera da arrivare come compromesso a un minimo comun denominatore che permetta di lavorare insieme.
Sui punti che non sono importanti (se ce ne fossero) per l'elettorato del partito di maggioranza relativa si accettano le posizioni dei partner minori.

Questo è ciò che io desidero da un'alleanza di governo?
Questa è la definizione ideale di alleanza di governo?

Né l'uno né l'altro.
Questo è semplicemente quello che è sempre successo nelle varie alleanze di governo in giro per l'Europa.
Il pentapartito e le varie alleanze successive in Italia.
La Große Koalition e le varie alleanze precedenti in Germania.
L'alleanza conservatori-liberali nel Regno Unito.
Le varie alleanze di ogni colore in Francia, Spagna e altri paesi.

Queste alleanze hanno sempre funzionato se veniva assicurato a priori quanto sopra, non hanno mai funzionato quando sono state messe su senza prima assicurare quanto sopra.

Prima che mi contestiate: con funzionare intendo reggere come alleanza senza crisi e senza essere deboli di fronte agli attacchi delle opposizioni... il fatto che poi dette alleanze abbiano effettivamente fatto il bene dei rispettivi paesi o meno è altra cosa.

Saluti,

Mauro.

lunedì 1 gennaio 2018

Misteri russi

Dal 2010 tengo statistiche del mio blog, così più per divertimento che per altro (anche se sono, devo dire, talvolta estremamente interessanti e anche utili per me).

Ora, i paesi da cui ricevo più visite sono - logicamente - Italia e Germania, in quanto il mio blog è in italiano e lo scrivo dalla Germania (e - cosa da non sottovalutare - sono i paesi dove ho più conoscenze e contatti). Dopo Italia e Germania logicamente ricevo un certo numero di visite da paesi con molti italiani (Francia, Svizzera, USA, Regno Unito, ecc.) o paesi dove ho conoscenze personali (Benelux, Svezia, Repubblica Ceca, ecc. - oltre che paesi già compresi nella categoria precedente).
Voi direte: ma è lapalissiano!
Giusto. Visto che il mio è un blog generico e non specialistico è logico che le visite seguano il copione di cui sopra.

Però nel 2017 si è verificato un fenomeno particolare: un'esplosione del numero di visite dalla Russia. Improvvisa.
In Russia non ho conoscenze e non è che la colonia italiana o la conoscenza dell'italiano lì siano particolarmente notevoli, eppure...


E la cosa diventa ancora più strana se pensiamo che da tutti i paesi ricevo commenti o almeno feedback indiretti (tipo citazioni, messaggi personali, commenti sui social o altro) mentre dalla Russia niente, zero.
Solo visite. Visite mute.

Saluti,

Mauro.

Aggiornamento 09.01.2018:
In questi primi nove giorni del 2018 dalla Russia ho ricevuto più visite che da Germania, USA o Francia. Solo dall'Italia ne ho avute di più.

mercoledì 28 giugno 2017

Processi per direttissima - Hillsborough Stadium

Qualche giorno fa vi avevo raccontato del processo "per direttissima" per la strage della Love Parade di Duisburg del 2010.

Ci sono paesi comunque che se la prendono ancora più comoda della Germania. Per la precisione il Regno Unito.

Il 15 aprile 1989 allo stadio di Hillsborough a Sheffield, prima della semifinale della coppa d'Inghilterra, ci fu un incidente (non tumulti tra le due tifoserie, quindi niente a che vedere con gli hooligans) che provocò una strage: 96 morti.
Fu chiaro fin da quasi subito che qualcosa non aveva funzionato nell'organizzazione e nelle misure di sicurezza.

Negli anni si sono susseguite le indagini e... finalmente oggi, 28 giugno 2017, David Duckenfield - ai tempi responsabile della polizia a Hillsborough - e altre cinque persone sono state incriminate per omicidio colposo.
Ad agosto comincerà il processo penale.
Solo 28 anni e 4 mesi dopo.
Per direttissima, insomma.

Saluti,

Mauro.

sabato 6 maggio 2017

E se la Le Pen vincesse?

No, tranquilli, non succederà.

Ma se per un caso incredibile dovesse succedere... durerebbe poco. I francesi sono troppo anarchici (sia nei lati positivi della cosa che in quelli negativi) per sopportarla a lungo.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
È vero: i francesi hanno già sopportato (anzi: eletto) a lungo un fascista più fascista della Le Pen, cioè De Gaulle... ma erano altri tempi e oltretutto De Gaulle era sostenuto dagli anglosassoni (cosa che oggi sarebbe non così vantaggiosa, ma ai tempi lo era, eccome se lo era) e in più si dichiarava centrista, cosa che la Le Pen non fa.

venerdì 7 aprile 2017

La Scozia e la Brexit

Nei giorni scorsi ho sentito qualcuno dire che gli scozzesi sono incoerenti e opportunisti, perché poco tempo fa hanno votato contro la separazione dal resto del Regno Unito e ora vogliono rivotare per separarsi.

Quanta ignoranza.

La Scozia e gli scozzesi si stanno comportando in maniera assolutamente coerente, ragazzi miei.

Perché?
Perché la priorità della Scozia è l'Europa, non il Regno Unito.
In parte per convinzione, in parte per convenienza, ma è così. E lo è praticamente sempre stato.

Quando c'è stato il referendum per l'indipendenza della Scozia, il Regno Unito era nella UE. Quindi uscire dal Regno Unito significava automaticamente uscire anche dall'Unione Europea.
E la strada per fare richiesta per entrarci (o meglio rientrarci) sarebbe stata lunga (anche per la presenza del rimanente Regno Unito al tavolo delle trattative).

Ora però la situazione è diversa: il Regno Unito è uscito dalla UE (formalmente non ancora, il processo durerà circa due anni, ma è irreversibile), con gli scozzesi che però hanno votato in maggioranza per rimanere nella UE.
Rimanere nel Regno Unito significa quindi essere fuori dall'Europa e dover aspettare anni e anni perché il Regno Unito chieda di rientrare (sempre che mai lo faccia).
Una Scozia indipendente invece potrebbe far richiesta di entrare nella UE subito e di sicuro riceverebbe da Bruxelles una corsia privilegiata rispetto ad altri candidati.

In tutta questa storia quindi direi che la Scozia sta tenendo il comportamento più coerente e lineare di tutti.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 2 novembre 2016

La UE, la Turchia ed Erdogan

A parte il fatto che la Turchia geograficamente è in Asia e non in Europa (la piccola parte della Tracia turca che sta in Europa è appunto non solo piccola parte della Turchia ma anche piccola parte della Tracia stessa, che è principalmente in Bulgaria, non in Turchia... e la stessa Istanbul non è tutta su suolo europeo)... a parte ciò appunto, prima dell'arrivo di Erdogan trovavo che altri stati ponevano problemi molto maggiori della Turchia, per quanto europei in tutto e per tutto... leggasi Polonia.

Ecco, su Polonia & co. (soprattutto il co. Regno Unito) la storia mi ha, dieci anni dopo, dato completamente ragione.

Ma non avevo previsto l'arrivo di un Erdogan in Turchia.
E sulla Turchia la storia recente mi ha (almeno per ora) dato decisamente torto.
Anche se a gennaio di quest'anno avevo comunque riconosciuto che la Turchia è un problema, per quanto ben dopo l'arrivo di Erdogan (e ciò non depone a favore della mia lungimiranza e della mia comprensione delle evoluzioni politiche, anzi...).
Problema sia per l'Europa che per l'Asia, come ora è chiaro.

Saluti,

Mauro.

domenica 26 giugno 2016

Un'osservazione giusta e non banale

E che nessun giornalista ha fatto, mentre il mio amico Layos sì:

Qualcuno che rappresenti l'Euro.

Saluti,

Mauro.

sabato 25 giugno 2016

Reazioni premature: il Regno Unito è ancora dentro

Giovedì c'è stato nel Regno Unito il referendum il referendum per l'uscita dall'Unione Europea (ne parlai qui e qui).
E il sì all'uscita ha vinto.

E a partire da ieri reazioni da ogni parte (a partire dalle reazioni isteriche delle borse e dei mercati valutari... che sembrano delle vecchie zitelle alla vista di un topo).

Bene: reazioni assolutamente premature.
Il Regno Unito - che piaccia o no - è ancora dentro la UE. E può anche darsi che dentro ci rimanga.
Il referendum era solo consultivo. La decisione spetta solo al Parlamento del Regno Unito... e visto che la vittoria del sì è stata chiara ma tutt'altro che plebiscitaria non è scontato che detto Parlamento segua il risultato del referendum.

Saluti,

Mauro.

martedì 21 giugno 2016

La perfida Albione contro l'Europa - Mi ero sbagliato

Ebbene sì, mi ero sbagliato.

Nel gennaio 2013 scrissi qui che ero convinto che il referendum britannico per uscire o meno dall'Unione Europea non si sarebbe tenuto o al massimo si sarebbe tenuto molto in sordina.
Non credevo che Cameron avrebbe mantenuto la promessa/minaccia.

Invece il referendum si tiene (dopodomani, il 23 giugno 2016, cioè un anno prima di quanto detto ai tempi da Cameron stesso) e si tiene con un gran cancan.

Però a dimostrare che le mie premesse erano corrette (anche se le conclusioni no) vi è la campagna che sta facendo Cameron per indurre a votare per far rimanere il Regno Unito nell'UE.
Visti i suoi discorsi di allora uno si sarebbe aspettato che facesse campagna per l'uscita o che almeno si sarebbe finto "super partes".

Ergo... Cameron non voleva il referendum e ora che è stato costretto a organizzarlo sul serio cerca di mettere una toppa al buco.
Vediamo se la toppa sarà abbastanza grande per coprirlo.

Saluti,

Mauro.

venerdì 8 aprile 2016

Una domanda sul caso Regeni

C'è una domanda che mi ronza nel cervello sul caso Regeni.
No, non sto parlando di giustizia (e in un mondo serio l'Egitto avrebbe al proposito più di qualcosa da spiegare), bensì di diritto (che non è la giustizia, ma senza di esso non vedo come si possa avere giustizia).

Regeni era cittadino italiano.
Regeni è stato ucciso in Egitto.
Quindi, comunque siano andate le cose, che Italia ed Egitto abbiano giurisdizione sul caso (anche se su diversi piani) è palese.
Io non sono un giurista, ma quel poco che ne so mi basta per affermare che sia Italia che Egitto possono (e devono) dire la loro.

Però c'è un terzo paese che viene taciuto (e che tace).
Regeni era residente nel Regno Unito.
Regeni era in Egitto per conto di un'istituzione del Regno Unito (l'Università di Cambridge).
Eppure, a parte le condoglianze e condanne di rito, non mi pare che il Regno Unito abbia mosso un dito.

Se non a livello giuridico, non dovrebbe almeno essere coinvolto a livello politico-diplomatico?

Saluti,

Mauro.

domenica 21 febbraio 2016

Il presunto assalto al welfare del Regno Unito

Cameron (ma non certo solo lui) sostiene che non è accettabile che tanti stranieri - compresi cittadini di altri paesi dell'Unione Europea - vadano nel Regno Unito solo per sfruttarne il sistema sociale, il cosiddetto welfare.

Ma il welfare del Regno Unito è stato smantellato già dalla Thatcher (cioè almeno 25 anni fa se non di più). E non solo per gli stranieri, ma anche per i britannici stessi.

Quindi chi vuole prendere in giro Cameron?
E perché Merkel, Holland, Renzi e compagnia cantante non glielo fanno notare?

Saluti,

Mauro.