giovedì 31 ottobre 2024
I tre pacifismi
martedì 17 maggio 2022
Io sono un idiota
Insomma, ho sempre creduto in un suo sano egoismo.
Ma la realtà mi smentisce quotidianamente.
Ogni allusione alla pandemia e alla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina (ma anche a tante altre cose) è puramente voluta.
lunedì 6 dicembre 2021
La natura è chimica, bellezza!
Semplicemente perché ogni cosa che esiste, comunque nasca, è semplicemente composta dagli elementi (chimici) presenti nella tavola periodica degli elementi.
I peggiori veleni li ha creati la natura (tanto per fare esempi banali... l'antrace o il curaro li ha creati la natura, non l'uomo... che poi, a pensarci bene, anche fosse stato l'uomo a crearli, siamo onesti: l'uomo è parte della natura, quindi quello che lui crea... è in fondo creato dalla natura).
sabato 1 maggio 2021
Pensa prima a te stesso, così aiuterai gli altri
Oggi durante una telefonata ho fatto una considerazione (considerazione che ho fatto già molte volte, ma più invecchio più ne sono convinto).
Io non ho una gran fiducia nell'umanità (e purtroppo i comportamenti durante la pandemia hanno dimostrato che avevo ragione).lunedì 28 dicembre 2020
Ne siamo usciti peggiori
Qualche tempo fa stavo riflettendo sugli effetti della pandemia.
No, non quelli medici, ma quelli sociali (anche se onestamente e ovviamente le due cose sono legate).
Durante la prima ondata si pensava, si sperava che ne saremmo usciti migliori. Soprattutto si diceva (al di là di quel che si pensasse).
Io non ci ho mai veramente creduto, ma lo speravo.
Però, prima di andare avanti, cerchiamo di capire cosa significa "migliori" in questo contesto.
La maggioranza di voi risponderebbe: più solidali, più attenti agli altri, più disponibili. Tutte cose belle, giuste e auspicabili, vero. E anche necessarie. Ma comunque solo pannicelli caldi, nel contesto in cui ci troviamo.
Il vero "migliori" sarebbe stato uscire dalla prima ondata più razionali, più legati ai fatti e meno alle emozioni, più capaci di valutare non solo sul giorno dopo ma più in là, più capaci di separare il grano dal loglio, più capaci di valutare gli effetti delle nostre azioni (o non azioni).
Senza questo, solidarietà e altruismo sono solo toppe.
E come ne siamo usciti invece alla fine dalla prima ondata?
Male, nonostante le apparenze, nonostante i cori dai balconi, nonostante gli applausi al personale sanitario... appena si sono allentate le chiusure... liberi tutti! Tutto è permesso! Esisto solo io! Libertà, libertà, quaquaraquaquà!
Ne siamo usciti peggiori.
Prima che mi fraintendiate: non sto parlando solo dell'Italia, ma anche dell'Italia.
Quello che sto dicendo vale per tutta Europa (probabilmente per tutto il mondo, ma dell'Europa ne ho le prove, del resto del mondo no).
E la seconda ondata ce lo ha dimostrato.
Ondata che forse potevamo evitare ma di sicuro potevamo rendere molto più moderata.
Ma a parte questo (mi scusino i parenti delle vittime per l'apparente cinismo) la cosa più grave è un'altra, non il non aver evitato la seconda ondata.
La cosa più grave è che con la seconda ondata la razionalità è diminuita, la credenza nelle fake news è aumentata, il pensare egoistico è esploso e il complottismo pure.
Avevamo l'occasione di fare - grazie a una tragedia, purtroppo - un enorme passo avanti nell'evoluzione sociale.
Lo abbiamo fatto indietro.
E sto accusando esplicitamente noi singoli cittadini, non i governi.
I governi di stronzate ne hanno fatte, ma nessun governo (almeno qui in Europa) ha proibito ai cittadini di ragionare, di usare il buon senso.
Anzi, le misure più corrette decise dai governi sono spesso state le più contestate.
La società e le singole persone si sono troppo incattivite, i fossati tra le varie posizioni si sono fatti troppo profondi.
OK.
Lo ho detto.
Mi sono sfogato.
Ora sono pronto alla shitstorm.
Scatenatevi pure.
giovedì 26 settembre 2019
Greta non ci fornisce soluzioni. Non può e non deve farlo.
Eppure è un tema che tocca (anche se molti commentatori, sia pro che contro Greta, se ne dimenticano) due ambiti a me molto cari: scienza e politica.
Non ne ho parlato perché, con o senza Greta, il problema c'è, va affrontato e si conosce da anni. Non lo si è scoperto con l'arrivo di Greta.
Per questo motivo il tema "Greta" è per me semplicemente non interessante, non rilevante.
Il tema "riscaldamento globale" lo è.
Prima di andare avanti però va fatta un'osservazione più generale: tutti parlano della Terra, del pianeta.
Ecco, anche questo è un tema sbagliato, non è il punto corretto da affrontare.
Vedo già che strabuzzate gli occhi: Mauro allora dove vive? Su Marte? Su Venere?
No, vivo qui sulla Terra come voi.
Ma il pianeta non ha bisogno di essere salvato: si salva da solo senza problemi. Come ha sempre fatto.
Guardatevi la storia geologica della Terra: il nostro pallido punto blu (il nostro pale blue dot) ha passato ere molto peggiori di questa eppure è sempre lì a rotolare allegramente o meno attorno al Sole.
Quello che noi stiamo cercando di salvare (o che neghiamo sia in pericolo) è l'umanità o, al limite, la biosfera. Non la Terra, non il pianeta.
Ma torniamo a Greta.
Perché mi sono deciso a parlarne? Mi ha stimolato un articolo sul blog di Cristiana Alicata (chi mi segue da tempo si ricorderà di lei per il mio articolo Indignazione Prêt-à-Porter): W Greta (e una postilla per il resto del mondo).
Soprattutto ho trovato l'ultima frase dell'articolo significativa e importante: "Greta ci sta chiedendo soluzioni, non ce le sta dando".
E ciò mi ha portato a fare qualche riflessione su Twitter che sto ora cercando di ampliare in questo articolo.
Perché è infatti qui, sul discorso relativo alle soluzioni, che molti commentatori, nella frenesia di accodarsi a Greta o nell'opposta frenesia di attaccarla, sbagliano: cercano proposte per le soluzioni nei suoi discorsi.
Guardano il dito, non la Luna.
Io, sono sincero, non so se Greta ha concretamente proposto soluzioni al di là delle belle intenzioni, del grido d'allarme.
Se lo avesse fatto: non ascoltatele. Greta è il dito, non la Luna.
Ascoltate il problema.
E poi cercate le soluzioni. O meglio, cercate chi può effettivamente trovarle e applicarle.
Non è una 16enne a dovercele e potercele dare. Ma neanche un adulto non preparato sul tema può darcele.
Le soluzioni vanno cercate su due altri piani:
1) la scienza deve trovarle e proporle;
2) la politica deve poi decidere se e come finanziarle e attuarle.
Scienziati e politici.
Nessun altro.
Né 16enne, né 30enne, né 80enne.
Gli altri, tutti noi, possono/devono fare pressioni su scienza e politica perché le soluzioni vengano trovate e attuate.
Possono/devono, nel loro piccolo o nel loro grande, semplicemente inquinare il meno possibile (non inquinare è impossibile, a meno di non sterminare completamente l'umanità).
Niente di più e niente di meno.
Saluti,
Mauro.
domenica 1 aprile 2018
Pesci d'aprile mancanti
Oggi però è anche Pasqua.
Se i pochi pesci d'aprile sono dovuti al rispetto per la Pasqua, allora vi dico che l'umanità è solo un branco di ipocriti.
Se invece si sta cominciando a capire che è un'usanza ormai solo portatrice di noia (e solo i minus habens ormai ci cascano) e quindi inutile... forse per l'umanità c'è speranza.
Buona Pasqua a tutti,
Mauro.
martedì 2 settembre 2014
Categorie umane da estirpare
Chi parla troppo, usando mille parole quando cento bastano (soprattutto in ambito lavorativo, ma non solo).
Chi non finisce le frasi (non cominciarle neanche, allora).
Chi parla sottovoce quando non serve (e non serve praticamente mai).
Chi infarcisce i discorsi di “infatti”. Infatti cosa?
Chi chiede sempre conferma: “no?”, “vero?”. Se la conferma è necessaria me la chiedi alla fine, non ogni due parole, chiaro?
Chi ti parla sapendo che puoi sentire ma non capire causa distanza, rumori o simili (e magari quando potevi capire stava zitto).
Chi non si rende conto che non hai voglia di parlare (e dire che ci vuole poco a capirlo: se non ti rispondo vuol dire che devi stare zitto).
Chi ti contesta per poi dire le tue stesse cose.
Chi continua a parlare mentre fa qualcosa, soprattutto se descrive ciò che fa. O mi stai insegnando come si fa, e allora va bene (se sono lì per impararlo), oppure fallo e taci..
Chi cerca il modo più scomodo di fare le cose e poi si lamenta di essere stanco e stressato. Ti meriti di essere stanco e stressato, quindi non lamentarti.
Chi fa confronti insensati, mele con pere (soprattutto confrontando paesi e situazioni imparagonabili).
Chi ha sempre qualcosa da dire su qualsiasi argomento (e magari non sa neanche di che argomento si sta parlando).
Chi conosce segreti e misteri di tutto (no, se sono segreti non li conosci, se li conosci sono cazzate).
E ne dimentico di sicuro altrettante.
Saluti,
Mauro.