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giovedì 31 luglio 2025

Morricone, Genova, Sacco e Vanzetti e un ponte

Nel 2020 Ennio Morricone scrisse "Tante Pietre a Ricordare" in memoria delle vittime della tragedia del cosiddetto Ponte Morandi (in realtà ufficialmente Viadotto Polcevera) di Genova del 2018.
Brano che ebbe la sua prima al Teatro Carlo Felice a Genova mentre veniva finito il nuovo ponte.
Qui sotto un video di detta prima (a un certo punto si vede anche il sottoscritto, presente tra il pubblico):


Però, però... in realtà non un brano molto originale.
No, non parlo di plagio, al massimo di "autoplagio", visto che questo brano ricorda in maniera impressionante (quasi imbarazzante, onestamente), "Here's to you" dello stesso Morricone, dalla colonna sonora del film "Sacco e Vanzetti" (e qui il cerchio si chiude anche a Genova, visto che il regista era il genovese Giuliano Montaldo).
Durante il concerto non me ne accorsi, preso com'ero dalla situazione (tragedia del ponte a cui il brano è dedicato e tragedia Covid dentro cui ci trovavamo al momento della prima), ma tornato a casa ci pensai subito.
Eccolo qui:


Ora, io trovo entrambi i brani splendidi, ma non apprezzo comunque la scelta: sembra come se Morricone avesse voluto riciclare qualcosa per togliersi alla svelta l'incombenza.

C'è però anche chi ha un giudizio positivo anche sull'idea della ripetizione (vedendolo come omaggio e paragone con altre vittime innocenti) e non solo musicalmente come me.
Qui l'interessante articolo di Lorenzo Fabre al proposito.

Saluti,

Mauro.

venerdì 8 dicembre 2023

Gli inni del Genoa - Aggiornamento

Non molto tempo fa vi parlai qui degli inni del Genoa.

Ripartiamo dal P.S. di quell'articolo:

Baccini ha anche provato nel 1991 a scrivere un nuovo inno ufficiale del Genoa coinvolgendo anche i giocatori dell'allora rosa (presentandosi come "Francesco Baccini con i ragazzi del Genoa"). Vi risparmio audio e video e meno male che la maggioranza dei genoani ormai lo ha dimenticato.

I problemi del brano erano due:
1) un video che sembrava la versione da poveracci di "We are the world";
2) i giocatori che non sapevano cantare: erano uno strazio per le orecchie.

Bene, ora (anno 2023, 130° dell'era Grifone) Francesco Baccini lo ha reinciso, senza improbabili cori fatti da Eranio, Aguilera & co. 😉

Quindi ora posso proporvelo:


Saluti,

Mauro.

venerdì 8 settembre 2023

Gli inni del Genoa (sì, gli inni, non l'inno)

Oggi voglio rubare il lavoro all'amico Giulio Bonini e parlare di Genoa e musica.

Ieri il nostro Genoa ha compiuto 130 anni (e non li dimostra, contrariamente a certi cosiddetti cugini 😉) e io ho pensato alla storia musicale del Genoa.

Tutti sanno che l'inno ufficiale del Genoa è dal 1972 "Un cantico per il mio Grifone", con testo di Piero Campodonico e musica di Gian Piero Reverberi (sì, proprio quel Reverberi lì, quello dei Rondò Veneziano e arrangiatore di tanti brani di De André).


Però, pur essendo questo l'inno ufficiale, il Genoa è entrato in musica (e nell'arte in generale) tante volte nella sua lunga storia.

In particolare tre brani possono essere considerati inni ufficiosi del Genoa.

Il primo risale addirittura al 1931, ed è opera di Mario Cappello: "Semmo do Zena" ("Siamo del Genoa", in genovese).


Poi, nel 1990, arriva Francesco Baccini che - con la collaborazione di Fabrizio De André - incide "Genova Blues" col famoso verso Genoa, you are red and blue.


Per arrivare poi al presente, al 2023, a "Guasto d'amore" di Bresh.


Saluti,

Mauro.

P.S.:
Baccini ha anche provato nel 1991 a scrivere un nuovo inno ufficiale del Genoa coinvolgendo anche i giocatori dell'allora rosa (presentandosi come Francesco Baccini con i Ragazzi del Genoa). Vi risparmio audio e video e meno male che la maggioranza dei genoani ormai lo ha dimenticato 😉

venerdì 23 giugno 2023

Fisici sorprendenti

E no, non parlo di culturisti o atleti, ma proprio di fisici. Quelli con la laurea o addirittura il dottorato 😉

Vi voglio raccontare di qualche fisico (o fisica) che vi sorprenderà, che dubito sapeste fossero laureati in fisica (almeno la maggioranza di essi).

Se vi chiedessi di citarmi qualche fisico diventato famoso però al di fuori del mondo scientifico, voi tutti mi citereste Angela Merkel. Gli appassionati di musica ci aggiungerebbero Brian May. E poi basta. Ci scommetto.

Questi due sono comunque giustissimi.
Angela Merkel si laureò in fisica e poi fece il dottorato in chimica quantistica, facendo anche ricerca nel settore prima di dedicarsi completamente alla politica dopo la caduta del muro.
Brian May invece dopo la laurea si dedicò alla musica fondando i Queen, ma non perse mai la passione... infatti in età avanzata si rimise sui libri (e sui telescopi) per prendere il dottorato in astrofisica nel 2007.

E adesso partiamo con le sorprese.

La prima viene ancora dalla politica tedesca: Oskar Lafontaine, una delle figure di spicco della sinistra tedesca (prima nella SPD, ora nella Linke), ex ministro, è anche laureato in fisica.
E in Germania lui e Merkel non sono soli: anche l'ex presidente del Land Sachsen-Anhalt, Reiner Haseloff, è un fisico.
Ma purtroppo anche l'AfD ha un fisico tra le sue fila, Gottfried Curio, portavoce del partito per la politica interna.

Ma anche in Italia la fisica ha comunque prestato figure alla politica.
La più recente è stata Maria Chiara Carrozza, titolare del MIUR durante il governo Letta, fisica e attuale presidente del CNR.
Ma andando a ritroso nel tempo troviamo l'ex sindaco di Firenze Mario Primicerio, laureato in fisica ma noto nel mondo scientifico soprattutto per le sue ricerche in matematica applicata.
E ai tempi della contestazione studentesca e poi degli anni di piombo si fece un nome come politico extraparlamentare e saggista Franco Piperno, anche lui laureato in fisica.
Probabilmente però il fisico politico più famoso della storia italiana fu Orso Maria Corbino, senatore e ministro nei primi anni '20 del '900, e persona senza cui non sarebbe mai esistito il gruppo dei ragazzi di Via Panisperna (Fermi, Segrè, Amaldi, Majorana, Rasetti, Pontecorvo).
Comunque il padre di tutti i fisici politici italiani fu Carlo Matteucci, ministro nel governo Rattazzi poco dopo l'unità nazionale, in realtà laureato in matematica ma dedicò la sua attività di ricerca all'elettricità.

Rimanendo in Italia, c'è una sorpresa nel mondo della musica che di sicuro non vi aspettavate: Annalisa (all'anagrafe Annalisa Scarrone). Sì, anche lei è laureata in fisica.
Mentre la letteratura ci offre lo scrittore Paolo Giordano, vincitore del premio Strega, laureato in fisica con tanto di dottorato.

Una fisica mancata fu invece l'attrice croata Sylva Koscina, che aveva cominciato gli studi di fisica a Napoli, ma poi venne rapita dal cinema e non li portò mai a termine.

Magari ci sarà una seconda puntata o magari anche puntate dedicate ad altre lauree scientifiche o tecniche.
Voi segnalate nei commenti se avete altri nomi.

Saluti,

Mauro.

venerdì 19 maggio 2023

Orecchio musicale

Io non mi sono mai considerato una persona musicale.
Sì, amo la musica (ma da ascoltatore) e quasi quarant'anni fa studiai un po' di chitarra classica (ma saranno comunque trent'anni che non prendo più in mano la chitarra).
E al di là di ciò, non ho mai ritenuto di avere un vero orecchio musicale (basta sentirmi quando canto: la convenzione di Ginevra la considera tortura).

Oggi ho scoperto questo quiz su YouTube:

E ho voluto mettermi alla prova.

Su quindici domande ne ho sbagliate solo due: la 11 e la 14.
Ma mentre la 11 la ho sbagliata di brutto (ero convinto della mia risposta), sulla 14 sono stato indeciso, ero dubbioso.
Direi niente male per uno che non ha orecchio 😊

Saluti,

Mauro.

martedì 23 novembre 2021

I tedeschi, la musica e la pace (e la guerra)

I tedeschi amano le canzoni pacifiste.
Ma le amano kitsch e banali (anche musicalmente, non solo come testo).
E quindi ti fanno venire la voglia di fare la guerra pur di non sentirle!

Volete degli esempi?
Ce ne sono in abbondanza.

Il primo che viene in mente è "Ein bißchen Frieden" ("Un po' di pace") di Nicole.

Ma anche "99 Luftballons" ("99 palloncini") di Nena non scherza.
Anzi questa ha purtroppo avuto successo anche fuori dalla Germania, Italia compresa.

E la lista è lunga.

Vero, ci sono anche artisti che fanno vera musica contro la guerra e per la pace, musica vera sia musicalmente che come testi (basti citare Hannes Wader, in primis la sua interpretazione di "Die Moorsoldaten", cioè "I soldati della torbiera", ma Wader non è certo l'unico, per fortuna, per esempio pensiamo a Reinhard Mey con la sua "Die Waffen nieder", cioè "Giù le armi").

Però Wader, Mey e compagnia non vendono (almeno non quanto Nicole e Nena).
La banalità invece vende.
Il pacifismo kitsch, fatto da chi non ha la minima idea dei temi di cui parla, vende.
Almeno in Germania.

Saluti,

Mauro.

martedì 15 gennaio 2019

Un tempo esistevano i correttori di bozze...

...oggi purtroppo non più, a quanto sembra.

Due segnalazioni odierne su Twitter dell'amico Parise (una volontaria e una involontaria 😉).

Una dal Corriere (via rassegna stampa Google):


L'Hudson a Detroit?
A quando l'Arno a Bari?

E una dall'Huffington Post:


"Toto" degli Africa?
Dovrò tornare nel negozio di dischi dove nel 1982 comprai l'album "Toto IV" e farmi rimborsare, visto che mi fecero credere esistesse una fantomatica "Africa" dei Toto... invece della famosa "Toto" degli Africa.

Saluti,

Mauro.

venerdì 11 gennaio 2019

Vent'anni senza Fabrizio

L'11 gennaio 1999 moriva a Milano quello che forse è stato il più grande cantautore italiano: Fabrizio De André.

Piuttosto che scrivere ricordi fotocopiati, vi lascio il link all'articolo che scrissi poco dopo la morte di Fabrizio per la rivista tedesca Contrasto, lì c'è tutto quello che c'è da dire su di lui:

Omaggio a Fabrizio De André.

Saluti,

Mauro.

sabato 21 luglio 2018

Una breccia nel mattone

Stasera sono andato al concerto di una cover band (i D.O.C. alias Direzione Ostinata e Contraria... e se non capite il riferimento, peste vi colga).
Questo gruppo riprende soprattutto la musica d'autore, ma non solo.
Oggi per esempio sono spuntati anche i Pink Floyd.

E quando il pubblico ha cominciato a fare da coro ho sentito un po' di persone fare un errore che non sentivo più ormai da anni, anzi da decenni, ma che era abbastanza diffuso appena The Wall era uscito... e così stasera di nuovo Another Brick in the Wall per certuni è diventata Another Break in the Wall...

Ma è possibile che dopo quasi quarant'anni non abbiate ancora capito che di fatto state ribaltando il significato della canzone? 😲

Saluti,

Mauro.

mercoledì 27 giugno 2018

Non abbiate paura del buio 2

In onore del commento che Nautilus ha lasciato qui.


Saluti,

Mauro.

martedì 2 gennaio 2018

I misteri del tedesco 8 - Parole, parole, parole

Il tedesco è pieno di parole... non come l'italiano, dove le parole sono appunto solo parole.
In tedesco no, le parole non sono solo parole... anzi sono tutt'altro, ma non parole, visto che in tedesco il termine "parola" si traduce con "Wort".

Però andate, per esempio, a una manifestazione o a un comizio in Germania... sentirete una sfilza di "Parole" (in tedesco maiuscolo in quanto sostantivo).
Embé, direte voi, nelle manifestazioni e nei comizi si parla, si fanno discorsi, si scandiscono slogan... ecco appunto: il sostantivo tedesco singolare "Parole" in italiano lo tradurremmo con "slogan", "motto" (o anche "parola d'ordine"), quindi dimenticatevi discorsi e chiacchiere.
Anche se "Parole" in tedesco deriva dal francese "parole" che significa sia "parola" come in italiano che "motto" come in tedesco.

E se uno provasse a opporsi a questi slogan, a questi motti... se uno provasse a tenere testa, a opporre resistenza?
Beh, allora si rimarrebbe sempre in ambito parolaio, visto che in tedesco "tenere testa" si traduce con "Paroli bieten".
E qui l'origine è più controversa per quanto riguarda l'espressione completa "Paroli bieten", ma "Paroli" da solo ha probabilmente (ma non vi è certezza) la stessa origine di "Parole", visto che il Duden lo definisce di origine latina-francese-italiana.

Insomma, anche in tedesco solo parole, parole, parole...

Saluti,

Mauro.

domenica 15 gennaio 2017

Per tutte le femministe

Anche gli uomini possono essere vittime... e soprattutto soli.

Saluti,

Mauro.

venerdì 11 novembre 2016

Addio Leonard

First we take Manhattan...

Di certo non la sua canzone più famosa e forse neanche la migliore, ma è quella grazie alla quale lo ho conosciuto veramente (lo conoscevo in realtà già da molto prima, ma fino a questa canzone non lo avevo mai ascoltato sul serio) e che mi ha portato a scoprire, capire e amare tutte le sue altre.

Addio Leonard, salutami David, Glenn, Keith, Prince e gli altri che ti hanno preceduto quest'anno nell'olimpo della musica (tra i quali so che saprai apprezzare molto il nostro Gianmaria, il più giovane di tutti).

Saluti,

Mauro.

domenica 30 ottobre 2016

Lo aspettavo da 25 anni - Commenti assurdi

Come ormai noto, a Bob Dylan è stato conferito il Nobel per la Letteratura 2016.
Come altrettanto noto, almeno a chi segue il mio blog, aspettavo da 25 anni tale notizia.

Dal momento in cui è stata resa nota la notizia ho letto al proposito commenti assurdi. Due in particolare (che commento qui sotto).

Contestazione: "Blowin' in the wind" è banale.
Risposta: "Blowin' in the wind" è figlia della sua epoca, in tale prospettiva va valutata; oltretutto il Nobel è conferito per l'opera globale di un autore, non per un solo testo (leggasi: anche se "Blowin'in the wind" facesse veramente schifo... cosa conta una sola canzone tra le tante che ha scritto?). Purtroppo sembra che per molti Dylan abbia scritto solo e unicamente questa canzone (e io, da dylaniano convinto, vi dico: ne ha scritte tantissime, svariate anche molto migliori della già grande "Blowin' in the wind").

Contestazione: Dylan non ha capacità compositiva, la sua musica non è granché.
Risposta: Qui la risposta è doppia: primo perché il Nobel è per la Letteratura, non per la Musica, quindi contano i testi, non le note (ergo: cari contestatori vi state arrampicando sugli specchi); secondo perché - anche se contassero pure o solo le note - tale contestazione varrebbe solo per il primissimo Dylan, quello degli anni '60, non per il Dylan maturo dei decenni seguenti.

Saluti,

Mauro.

giovedì 13 ottobre 2016

Lo aspettavo da 25 anni

Finalmente Bob Dylan ha ottenuto il Nobel per la Letteratura.
E lo ha meritato alla grande.

Saluti,

Mauro.

giovedì 21 aprile 2016

Se ne è andato anche Prince

Vorrei ricordarlo però con un brano non suo, bensì di George Harrison:



Che schitarrata, ragazzi (a partire dal minuto 03:20 circa).

Saluti,

Mauro.

lunedì 11 gennaio 2016

Per fortuna David Bowie è morto prima

Se avesse sentito l'intervista fatta stasera da RAI Radio 1 all'impresario David Zard (che sostiene di aver portato Bowie in Italia per la prima volta, cosa comunque non vera) si sarebbe suicidato.

Un David Zard chiaramente e totalmente ubriaco ha spacciato la sua incapacità di parlare per conseguenza della commozione per la morte di Bowie.

E il giornalista che faceva finta di crederci era ancora peggio.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 16 giugno 2010

Il mistero di Bocca di Rosa

Secondo alcuni quotidiani e siti (si veda per esempio l'edizione di Genova della Repubblica), ieri è morta Liliana Tassio.
E fin qui nulla strano: che una donna di 88 anni muoia serenamente di vecchiaia non è certo una novità sconvolgente.

Ma chi era Liliana Tassio? Secondo molti era semplicemente Bocca di Rosa. E chi non sa chi è Bocca di Rosa, prima si vergogni e poi si vada a compreare i CD di Fabrizio De André (tanto per parafrasare i Mercanti di Liquore*).
Dori Ghezzi e Paolo Villaggio negano fosse lei... ma sembra ci sia un'intervista di De André stesso del 1996 che lo conferma. Devo cercare quest'intervista. Se la trovo vi dirò di più.

Saluti,

Mauro.

* I Mercanti di Liquore sono un bravissimo gruppo lombardo formatosi sulle canzoni di De André. Un giorno durante un concerto presentarono anche una canzone di Piero Ciampi e il cantante disse, introducendola: "Se non sapete chi è Piero Ciampi, prima vergognatevi e poi compratevi i CD".