Visualizzazione post con etichetta divulgazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta divulgazione. Mostra tutti i post

lunedì 31 gennaio 2022

Io non sopporto i sostenitori della Terra tonda!

Tante persone che presumono di conoscere la scienza (tra cui anche qualche divulgatore) contestano i sostenitori della Terra piatta sostenendo che questa sia tonda!

Dando così ragione ai deficienti adepti della Terra piatta!

Sì, perché prendete per esempio la pizza: è piatta e tonda!
Una Terra tonda potrebbe tranquillamente essere piatta come la pizza!

La Terra è sferica (approssimativamente, per la precisione è un geoide), non tonda, ignoranti!

Io non sopporto chi pretende di parlare di scienza senza avere neanche le basi più minime per farlo!

Saluti,

Mauro.

martedì 1 giugno 2021

Divulgazione in rete

Oggi vorrei consigliarvi qualche risorsa divulgativa di scienza e tecnologia (e anche di storia delle stesse) in italiano in rete. Risorse rigorose, ma alla portata di tutti.
Questo articolo verrà costantemente aggiornato.

Scienza per tutti.

Partiamo? Partiamo!

Per prima cosa qualche canale YouTube veramente interessante.

1) Amedeo Balbi: KepleroTV (fisica e dintorni).
2) Andrea Moccia: GeoPop (geologia e dintorni).
3) Dario Bressanini: Il chimico di quartiere (chimica e dintorni).
4) Matteo: Caffè Bohr (fisica e dintorni).
5) Elia Bombardelli: Less Than 3 Math (matematica e dintorni).
6) Giacomo Moro Mauretto: Entropy for Life (biologia e dintorni).
7) Adrian Fartade: Link4Universe (astronautica, astronomia e non solo).
8) Telmo Pievani: Evoluzione (evoluzione e dintorni) - purtroppo al 21.10.2022 risulta non più esistente.
9) Gabriele Battistoni: Random Physics (fisica e dintorni).
10) Simone Baroni: Pepite di scienza (fisica e dintorni) - aggiunto 29.01.2022.
11) Willy Guasti: ZooSparkle (zoologia e dintorni) - aggiunto 16.02.2022.
12) Lorenzo Magnea (coordinatore): Science for democracy (scienza, politica e società) - aggiunto 10.03.2022.
13) Massimiliano Sassoli de Bianchi (fisica teorica e... altro, l'altro però non è particolarmente interessante) - aggiunto 14.06.2022.
14) Alan Zamboni e Ass. Atelier: Curiuss (arte e scienza) - aggiunto 06.07.2022.
15) Andrea Boscherini (zoologia e natura in generale) - aggiunto 11.08.2022.
16) Luca Nardi (astronomia e dintorni) - aggiunto 30.08.2022.
17) Luca Romano: L'avvocato dell'atomo (energia, in particolare nucleare) - aggiunto 01.09.2022.
18) Lorenzo Rossi: Criptozoo (criptozoologia... ma anche zoologia) - aggiunto 03.09.2022.
19) Gabriella Greison: Greison Anatomy (fisica e dintorni, in particolare al femminile) - aggiunto 21.10.2022.
20) Barbascura X (scienze naturalistiche e varia) - aggiunto 21.10.2022.
21) Alberto Saracco (matematica e dintorni) - aggiunto 14.11.2022.
22) Roberto Natalini, Barbara Nelli, Nicola Parolini e Giuseppe Stecca (coordinatori): MaddMaths! (matematica e dintorni) - aggiunto 14.11.2022.
23) Salvo Romeo (matematica) - aggiunto 24.03.2023.
24) Telmo Pievani (coordinatore): Pikaia (evoluzione e dintorni) - aggiunto 24.03.2023.
25) Gaetano Di Caprio: Invito alla Matematica (matematica) - aggiunto 26.05.2023.
26) Marco Coletti: La Fisica che non ti aspetti (fisica) - aggiunto 18.08.2023.
27) Diana Letizia (direttrice) e Margherita Paiano: Kodami (fauna, etologia) - aggiunto 01.05.2024.
28) Riccardo Giannitrapani: Guerriglia Matematica (matematica e dintorni... e un po' di fisica) - aggiunto 25.05.2024.
29) Gianluigi Filippelli: DropSea (fisica e dintorni) - aggiunto 29.05.2024.
30) Andrea Idini (coordinatore): Meet Science (scienza in genere) - aggiunto 29.05.2024.
31) Alessandro: Chimicazza (chimica e dintorni) - aggiunto 11.07.2024.
32) Matematica tranquilla (matematica e storia della stessa) - aggiunto 28.07.2024.
33) Alessandro Mustazzolu: Microbiologo digitale (microbiologia, biologia e dintorni) - aggiunto 09.09.2024.
34) Sergio Pistoi: RockScience (biologia e dintorni) - aggiunto 17.10.2024.
35) Francesco Cacciante: A Caccia di Scienza (biologia, neuroscienze e altro) - aggiunto 20.10.2024.
36) Luca Perri (astronomia, astrofisica) - aggiunto 02.07.2025.
37) Virginia Benzi: Quantum Girl (fisica, storia della fisica) - aggiunto 03.07.2025.

Passiamo ora a un po' di blog o portali utili e interessanti.

1) Marco Delmastro: Borborigmi di un fisico renitente (fisica e dintorni).
2) Stefano Caserini (coordinatore): Climalteranti (cambiamento climatico).
3) Anna Meldolesi: Lost in Galapagos (biologia e dintorni).
4) Salvo Di Grazia: MedBunker (medicina e dintorni).
5) Pierluigi Totaro (coordinatore): Nucleare e Ragione (energia).
6) Sylvie Coyaud: Ocasapiens (di tutto un po').
7) SISSA MediaLab: Oggiscienza (di tutto un po').
8) Luigi Pizzimenti: Luigi Pizzimenti (esplorazione spaziale).
9) Marco Fulvio Barozzi: Popinga (scienza e letteratura).
10) Aldo Piombino: scienzeedintorni (geologia e dintorni).
11) Agostino Macrì: Sicurezza Alimentare (alimentazione).
12) Pellegrino Conte: Pellegrino Conte (chimica, agronomia e dintorni).
13) Antonio Pascale: Antonio Pascale (ambiente e agricoltura).
14) Stefano Marcellini: Helter Skelter (fisica e dintorni).
15) Gabriella Greison: Greison Anatomy (fisica, donne nella scienza e altro) - aggiunto 13.07.2021.
16) Roberto Burioni (coordinatore): Medical Facts (medicina e dintorni) - aggiunto 29.01.2022.
17) Telmo Pievani (coordinatore): Pikaia (evoluzione e dintorni) - aggiunto 12.03.2022.
18) Roberto Natalini, Barbara Nelli, Nicola Parolini e Giuseppe Stecca (coordinatori): Maddmaths (matematica e dintorni) - aggiunto 24.07.2022.
19) Gianluigi Filippelli: Al caffé del Cappellaio Matto (scienza e... fumetti) - aggiunto 21.10.2022.
20) Gianluigi Filippelli: DropSea (fisica e dintorni) - aggiunto 29.05.2024.
21) Luca Romano (coordinatore): L'avvocato dell'Atomo (energia, in particolare nucleare) - aggiunto 18.06.2024.
22) Alessandro Mustazzolu: Microbias (microbiologia, biologia e dintorni) - aggiunto 09.09.2024.
23) Giuliano Grignaschi (portavoce): Research4life (scienze biomediche e altro) - aggiunto 07.11.2024.
24) Moreno Colaiacovo: my GenomiX (biologia, genetica e dintorni) - aggiunto 09.12.2024.
25) Telmo Pievani (direttore): Lucy sui Mondi (scienza varia) - aggiunto 05.07.2025.
26) FNOMCeO: Dottore, ma è vero che...? (medicina, salute e affini) - aggiunto 17.07.2025.
27) Luca: Matematica ecc. (matematica e dintorni) - aggiunto 06.08.2025.

E chiudiamo con i podcast:

1) Simone Angioni (coordinatore): Scientificast (di tutto un po').
2) Massimo Temporelli: Fucking Genius (fisica e personaggi della scienza) - aggiunto 04.03.2022.
3) MaddMaths: Fantamatematica (storie di matematica e di matematici) - aggiunto 14.11.2022.
4) Telmo Pievani (direttore): Lucy sui Mondi (scienza varia) - aggiunto 05.07.2025.

Saluti,

Mauro.

lunedì 7 gennaio 2019

L'infinita curiosità

Non è vero che in Italia non si sa fare divulgazione scientifica.
Il problema è che la divulgazione fatta bene, scientificamente seria, purtroppo attira meno delle pseudoscienze, della fuffa.

Un esempio di ottima divulgazione è la mostra "L'infinita curiosità. Un viaggio nell'Universo in compagnia di Tullio Regge".
Questa mostra venne allestita nell'inverno 2017-2018 a Torino all'Accademia delle Scienze e ripetuta nell'inverno 2018-2019 a Genova, al Museo di Storia Naturale "Giacomo Doria".

Purtroppo a Genova ha chiuso ieri, 6 gennaio, e io ho potuto sfruttare l'ultimo giorno di apertura per vedermela con calma.
Mi auguro che prossimamente venga allestita anche in altre città e, nel caso, ve la consiglio vivamente.

Pur parlando di argomenti complessi (onde gravitazionali, fisica quantistica, ecc.) è strutturata in maniera tale che almeno il filo conduttore e le nozioni principali siano comprensibili anche a chi di fisica è digiuno.
Certo che, detto onestamente, almeno un'infarinatura a livello liceale della materia aiuta.
Però è una mostra interessante anche per chi, come me, una laurea in fisica ce l'ha: perché noi fisici (ma vale anche per laureati in altre materie tecnico-scientifiche), anche i migliori di noi, magari conosciamo benissimo lo stato attuale della materia ma non sempre conosciamo lo sviluppo storico che ha portato fino al punto in cui ci troviamo. E questo sviluppo storico è molto importante (oltre che spesso anche affascinante).

Un'osservazione per evitare sorprese: è una mostra molto "torinese". E, visto che il filo conduttore è la figura di Tullio Regge, è giusto che sia così.

Se in futuro dovesse approdare in altre città (o tornare nelle due citate, Torino e Genova), andateci.
Merita. Assolutamente.

Saluti,

Mauro.

martedì 18 settembre 2018

Gli scienziati sui social

Il collega blogger Shevathas in uno dei suoi ultimi articoli pone una questione interessante:

Se abitui la gente a pensare che gli scienziati dicano cavolate e che il parere di zia Maria sia equivalente a quello del luminare negli argomenti sopra riportati, perché se parla Burioni deve stare zitta mentre se parlano Silvio Garattini, Enzo Boschi o Ilaria Capua, invece può parlare e straparlare? Cosa hanno di speciale Burioni e i vaccini?

A parte il fatto che zia Maria purtroppo non tace neanche con Burioni, ma semplicemente in quel caso non viene ascoltata, a mio parere la risposta a questa domanda è abbastanza semplice.

Il fatto è che Burioni, pur continuando a comportarsi da scienziato per quanto riguarda i contenuti, ha capito che sui social networks si usa però un linguaggio (oserei quasi dire una lingua) diverso.
Al di là di tutto l'odio e la volgarità che debordano su Twitter, Facebook & co., anche quando riesci a intavolare un dialogo civile non puoi comunque scrivere come lo faresti su una rivista (anche se divulgativa o proprio non scientifica) o come parleresti a una conferenza, per informale che sia.

Ecco, Burioni questo lo ha capito e si è adeguato.

Gli altri, altrettanto ammirevoli da un punto di vista scientifico, però non si sono resi conto di ciò e usano sui social networks lo stesso stile che userebbero nello scrivere un testo divulgativo, che è sì destinato a tutti, ma che è comunque più vicino allo stile di una conferenza o di una lezione universitaria che a quello di Twitter o Facebook.

A questo poi dobbiamo comunque aggiungere che i vaccini sono un tema particolarmente sensibile in quanto visto come più concreto degli altri e riguardante in primis i bambini, quindi coloro che tutti (almeno a parole) vorremmo proteggere.

Saluti,

Mauro.

sabato 10 ottobre 2015

Quanto pesa la luce?

La solita amica rompiscatole mi ha chiesto quanto pesa la luce.
Così a prima vista sembra una domanda banale... ma col cavolo! (Prometto: prima o poi questa me la paga).

Avrei potuto togliermi dagli impicci rispondendo che la luce è composta di fotoni, quindi basta cercarsi sulla letteratura scientifica il peso del fotone e il gioco è fatto.

E invece no, avrei imbrogliato (e non risposto in realtà). Per due motivi.

1) Intanto avrei così perpetuato la tipica confusione tra massa e peso (ne riparliamo più sotto);
2) Sulla letteratura si sarebbero trovati due valori per la massa del fotone, quindi qual è quella giusta (anche su questo ritorniamo sotto)?

Intanto cos'è il fotone?
Una particella elementare, cioè non divisibile, non "spaccabile", neanche col più potente degli acceleratori di particelle, in quanto non composta di particelle più piccole.
In teoria questo dovrebbe semplificarci la vita, in quanto non esistono forze interne al fotone di cui tenere conto per studiarne le caratteristiche.
Ma il fotone è un birbone e quindi ci rende comunque la vita difficile.

Torniamo al punto 1) di cui sopra.
Il peso è una forza, mentre la massa è una caratteristica intrinseca dei corpi.
Per esempio il mio peso sarà diverso sulla Terra, sulla Luna o su Giove, mentre la mia massa rimarrà la stessa ovunque (a meno di non perderne dimagrendo...).
Cioè, non è proprio così (almeno non a livello particellare), ma per spiegare la differenza tra peso e massa è un'approssimazione accettabile e sufficientemente precisa.

E veniamo al punto 2).
Come per ogni particella, nelle tabelle per il fotone si troveranno due masse: una di queste per il fotone è nulla e l'altra ha solo un limite massimo (come ci dice qui il Particle Data Group).
La massa nulla è quella a riposo... cioè di fatto il fotone esiste solo in movimento, non fermo.

E allora, mi direte voi, pesiamo in qualche modo un raggio di luce, magari indirettamente.

E in effetti lo si è "pesato".
Come? La luce è sì composta di fotoni ma - come si studia già a scuola, non serve laurearsi in fisica - la luce è anche un'onda elettromagnetica.

Facciamo un confronto con la forza peso (volgarmente detta solo peso).
Il mio peso è in pratica la forza con cui io esercito pressione sul pavimento.
Esiste un analogo per le onde?
Sì. Un'onda esercita una pressione sulle superfici su cui incide: la pressione di radiazione. Questa pressione si può misurare e da questa pressione si può risalire alla forza incidente, cioè al "peso" della luce.

Il problema è che... la risposta non è una vera risposta :-)
Nel caso della luce siamo nell'ambito dei fenomeni relativistici, i quali richiedono un modo di pensare diverso da quello che usiamo nell'esperienza quotidiana... quindi no, purtoppo non possiamo dire quanto pesi la luce.
Almeno non nel senso classico dei termini che stanno dietro alla domanda.

Se qualcuno sapesse esprimere quanto sopra in termini più chiari gliene sarei comunque grato, io non riesco a fare di meglio :-(

Saluti,

Mauro.

martedì 22 settembre 2015

Impariamo a distinguere clima e tempo

Due fatti sono incontestabili, in quanto ci sono i dati a corroborarli:
1) il riscaldamento globale prosegue e quest'estate è stata a livello globale una delle più calde, se non la più calda, della storia;
2) quest'estate nella regione dove vivo io (Colonia, Renania) è stata particolarmente brutta, una delle più piovose e fredde degli ultimi anni, se non decenni.

Fin qua nulla di strano, le due cose non si contraddicono in quanto nel punto 1) parliamo di clima e nel punto 2) di tempo (o al limite di meteo).

Il problema è la differenza tra clima e tempo. O meglio la confusione tra clima e tempo.

Due esempi di cose che mi sono sentito dire di recente:
1) a Colonia c'è stata un'estate molto calda, lo dicono gli scienziati;
2) cosa cavolo dicono i climatologi, qui fa freddo, altro che riscaldamento globale.

Avete già capito quali sono gli errori commessi da chi ha sparato queste due fregnacce (per inciso... la fregnaccia 1 la ha detta un mio amico, la fregnaccia 2 mia mamma):
1) ha preso il clima e lo ha messo al posto del tempo;
2) ha preso il tempo e lo ha messo al posto del clima.

Cerchiamo di definire cosa sono clima e tempo.

Clima: evoluzione dei parametri meteorologici (temperatura, piovosità, ecc.) sul lungo periodo, quando si ragiona a livello globale (e non locale) si può parlare di clima anche sul medio-breve periodo;
Tempo (o volendo meteo): valori dei parametri meteorologici a livello locale e loro evoluzione nel medio-breve periodo (sempre a livello locale).

La distinzione, a parte rare eccezioni, è come vedete abbastanza chiara e semplice da fare.
Perché allora si fa confusione?
Le ragioni sono varie e si sommano tra loro:
a) sulla nostra pelle noi sperimentiamo il tempo e non il clima, quindi il secondo diventa un'entità astratta (se qui oggi fa freddo io ho freddo, non sento se a livello globale è la giornata più calda dell'anno, del decennio o più);
b) i meteorologi che ci propongono le previsioni del tempo in TV o sui giornali generalmente usano le parole clima e tempo in maniera corretta però non spiegano perché in un determinato caso usano l'una o l'altra (e quindi chi ascolta/legge le prende per sinonimi);
c) meteorologi e climatologi hanno cose in comune ma sono figure diverse... però chi conosce le differenze? Nell'immaginario comune sono la stessa figura (e a questa figura il profano attribuisce le caratteristiche esclusive del meteorologo);
d) la classica idiosincrasia dell'informazione nei confronti delle tematiche scientifiche (quando mai un giornalista che scrive o parla di clima si premura di informarsi su quanto sopra o di spiegare bene la cosa?);
e) il dare molte cose per scontate da parte degli scienziati (non solo climatologi e meteorologi hanno chiare le differenze tra clima e tempo, ma chiunque abbia un'istruzione scientifica di discreto livello... però si dà - erroneamente! - per scontato che anche i profani le abbiano chiare, quindi non si spiegano).

Però... il clima non è il tempo, benedetta gente. Imparatelo!

Saluti,

Mauro.

mercoledì 8 aprile 2015

La scienza dietro la Moka

Già da un paio di anni avevo in testa di spiegare come funziona, da un punto di vista scientifico, la classica Moka che tutti noi italiani abbiamo (o almeno abbiamo avuto) a casa.

Bene, a forza di pensarci ma non decidermi... sono stato fregato dal grande Dario Bressanini, che ha spiegato qui tutto quello che c'era da spiegare.

E meno male che mi ha fregato, visto che ha spiegato le cose in maniera molto più completa di quanto avrei saputo fare io ;-)

Saluti,

Mauro.

sabato 28 giugno 2014

In caduta libera (dedicato a Daniele)

Questo articolo è affettuosamente dedicato all'amico e collega Daniele :)

Chi ha letto il mio recente articolo sulla simulazione dell'assenza di peso avrà anche notato un piccolo battibecco nei commenti sulla caduta libera.
Credo che sia io che lui siamo stati abbastanza chiari nelle nostre esternazioni, quindi se siete curiosi andate a leggere lì. Non sto a ripetere le cose qui.

Però il tema caduta libera è interessante e sono pronto a scommettere che molti saranno sorpresi di scoprire che in caduta libera... non necessariamente si cade!

Giochi di parole a parte, la caduta libera è uno di quei temi che sembrano semplici, che anche il profano più profano sembra capire senza eccessivi problemi, ma che poi - scavando - viene fuori che sì, particolarmente difficile non è, ma nonostante ciò è generalmente frainteso o compreso solo parzialmente.

Se io chiedo a una qualsiasi persona che non ha particolari conoscenze scientifiche cos'è la caduta libera... la risposta più frequente è che la caduta è libera quando qualcosa o qualcuno cade senza essere legato a nessun vincolo (tipo corde, paracadute o che so io).
E se chiedo a quella stessa persona in che direzione può avvenire tale caduta, questa mi guarda come fossi scemo e mi dice naturalmente verso il basso, magari aggiungendo non necessariamente perfettamente in verticale, ma comunque verso il basso.
Niente cade verso l'alto e niente fluttua in aria (a meno di interventi esterni, ma allora non è più libero, perdindirindina!).

E se ci limitiamo alla nostra esperienza quotidiana di persone coi piedi (fisicamente) per terra in fondo non potrei neanche dargli torto.
Però, però la caduta libera non è proprio questo. È anche questo (volendo trascurare gli attriti dell'aria), ma è di più. Molto di più.

Cos'è, dal punto di vista della fisica, la caduta libera?
La caduta libera è quel tipo di moto (sì, nel linguaggio comune si dice movimento, in fisica si dice però moto) in cui il corpo che si muove è soggetto solo e unicamente alla forza peso (alias forza di gravità).
Quindi, se vogliamo essere pignoli pignoli, la vera caduta libera può avvenire solo nel vuoto assoluto, in quanto unico luogo ove non esistono attriti (e conseguenti forze) dovuti ad aria o altro.
Però, ovunque questi attriti possono essere considerati trascurabili rispetto all'entità della forza peso (come nell'atmosfera già a pochi chilometri di altezza, ma più in alto vai meglio è) si può parlare di caduta libera.

Premesso ciò, quindi, in che direzione può avvenire la caduta libera?
Semplicemente in tutte le direzioni, dipende dalle condizioni di partenza.

Prendiamo l'esempio del volo in assenza di peso, trattato nell'articolo del 25 giugno da cui siamo partiti.

Che la discesa (fino alla riaccensione dei motori) sia una caduta libera, credo sia evidente a tutti. L'unica cosa da dire (anzi già più volte detta) è che c'è una piccola approssimazione dovuta al trascurare gli attriti dell'aria, ma è veramente minima. Detto ciò, penso la cosa sia chiara.

Però il pilota spegne i motori mentre l'aereo è ancora in salita. E allora, direte voi, l'aereo mica cade subito!
Se con cadere intendiamo quanto inteso dal senso comune, è vero, l'aereo non cade subito. Ma la caduta libera non è il cadere. La caduta libera è l'essere soggetti solo alla forza peso. E l'aereo a motori spenti è appunto (trascurando gli attriti) soggetto solo a essa, quindi nel senso di "caduta libera" cade anche nell'ultimo tratto in salita, prima di invertire il moto.
La differenza rispetto al tratto in discesa è che la forza peso e la forza apparente (per la forza apparente vedasi quanto scritto il 25 giugno) qui spingono nella stessa direzione, nel tratto in discesa in direzioni opposte.

Ma c'è una cosa ancora più bella da raccontare sulla caduta libera.
Avete presenti tutti i satelliti che sono in orbita? Quelli militari, quelli meteorologici, la stessa stazione internazionale orbitante?
Bene. Sono tutti in caduta libera!
Ma come, sento dire, allora ci stanno cadendo sulla testa?
No, uscite pure dal bunker, non ci cadono e non ci cadranno sulla testa.

Perché i satelliti sono in caduta libera?
I satelliti vengono messi in orbita sfruttando la forza esercitata da motori (il tipo di motore è qui ininfluente e non interessante), di certo non arrivano in orbita grazie alla forza peso, anzi :)
Però una volta raggiunta la posizione, l'orbita prevista i satelliti vengono, per così dire, abbandonati a sé stessi: in orbita ci rimangono senza intervento di nessun motore, di nessuna forza esterna, solo grazie alla forza peso.
Il trucco è semplice: la forza peso spingerebbe il satellite a schiantarsi sulla terra (o a disintegrarsi arrivando negli strati più densi dell'atmosfera), però il satellite arriva in orbita con una certa velocità (non casuale, ma accuratamente calcolata) e, dato che il moto naturale di ogni corpo messo in movimento è (sempre trascurando gli attriti con l'aria) il cosiddetto moto rettilineo uniforme, il satellite tenderebbe a muoversi in direzione tangente alla terra (la famosa forza centrifuga, forza apparente di cui indirettamente scrissi già qui, in particolare nei commenti)... le due forze si compensano tra loro e quindi il satellite si mette a orbitare intorno alla Terra.
Ma l'unica forza reale a cui è soggetto è la forza peso... quindi il satellite è in caduta libera :)

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Se sono stato noioso o poco comprensibile... prendetevela con Daniele ;)

mercoledì 25 giugno 2014

Cadere in assenza di gravità

La solita amica non fisica ma appassionata di fisica mi ha chiesto come si fa a creare l'assenza di gravità in un aereo facendolo precipitare.

Per prima cosa una pignolesca puntualizzazione: lei ha messo tra virgolette la parola "precipitare", ma avrebbe fatto meglio a mettere tra virgolette la parola "creare" ;-)

Allora vediamo come viene messa in pratica la cosa, prima di spiegare la fisica che ci sta dietro.

Un aereo costruito o modificato appositamente (delle dimensioni comunque di un aereo passeggeri o cargo, un jet militare non sarebbe utilizzabile in quanto nell'abitacolo mancherebbe lo spazio per sperimentare l'assenza di gravità) sale con la massima accelerazione possibile con un angolo di 45° rispetto al terreno.
Prima di andare avanti: l'inclinazione di 45° è un compromesso ideale tra gli obiettivi (cioè l'annullamento della gravità, per cui l'ideale sarebbe il volo verticale) e la fattibilità tecnica della cosa (decollo, stabilità di volo, ripresa del controllo dell'aereo, ecc., per cui l'ideale sarebbe il volo quasi orizzontale).
A un certo punto il pilota spegne i motori. L'aereo per un breve tratto continua a salire ma rallentando e disegnando una parabola (provate a lanciare per aria una palla da tennis con la stessa inclinazione: non raggiungerete le stesse velocità e altezze, ma otterrete la stessa identica traiettoria).
Raggiunto il culmine della parabola il moto si inverte e l'aereo comincerà a cadere. In caduta libera (collegamento alla wiki inglese, in quanto quella italiana è inadeguata). Soggetto - trascurando gli attriti con l'aria - solo alla forza di gravità.
E in questa parte del volo i passeggeri (pilota escluso, in quanto ben legato al posto di pilotaggio :-) ) sperimenteranno la famosa assenza di peso (e non di gravità, come comunemente si dice, anche se ai fini pratici possono essere considerati sinonimi).
Il pilota poi riaccende i motori prima di schiantarsi al suolo, naturalmente :-)

Però... quale è la spiegazione fisica?
Qui entrano in gioco le forze apparenti.

Partiamo da un esempio semplice semplice che sperimentiamo quotidianamente: una macchina che accelera. Nel momento in cui si pigia sul pedale dell'acceleratore si viene "spinti" all'indietro. È un fenomeno che abbiamo sperimentato tutti (o quasi).
Però c'è solo una forza reale: quella prodotta dal motore, che spinge in avanti la macchina. E allora quale forza spinge noi indietro, premendoci contro lo schienale del sedile?
In realtà nessuna forza reale: è l'auto che accelera, noi siamo solidali all'auto a causa del sedile (e se rispettiamo il codice della strada delle cinture di sicurezza), se non ci fosse il sedile noi non accelereremmo insieme all'auto, rimerremmo fermi rispetto alla strada (o quasi, tenendo conto che in gioco ci sono anche altre forze, tipo anche qui la gravità, e non solo quella dovuta all'accelerazione, quindi l'esempio della macchina è più facilmente visualizzabile ma alla fine matematicamente più complesso di quello della caduta libera).
E così sperimentiamo una forza - apparente - che ci fa premere contro lo schienale del sedile.

Ecco, nella fase di caduta libera dell'aereo di cui sopra capita esattamente lo stesso.
Solo che l'accelerazione è l'accelerazione di gravità (trascurando l'attrito dell'aria, come già detto) e che per i passeggeri non ci sono sedili e cinture di sicurezza.
Quindi questa forza apparente che si oppone alla forza di gravità sembra annullarla, quindi ci si ritrova... senza peso.

Ultima cosa: perché ho detto che tra virgolette andava la parola "creare" e non la parola "precipitare"?
L'aereo precipita veramente: i motori sono spenti.
L'assenza di gravità invece viene simulata, non creata. La forza di gravità è sempre lì, anzi è proprio grazie ad essa che l'aereo precipita.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Una trattazione fisica dettagliata è chiaramente un po' più complessa. Io ho cercato di unire semplicità e correttezza per essere comprensibile dal maggior numero di persone possibile. Se non ci sono riuscito me ne scuso.