Udo è stato così gentile da rispondere e acconsentire alla pubblicazione qui sopra. Lo ringrazio di cuore.
1) Quando il M5S è nato tu, come giornalista straniero che conosce bene l'Italia, ritenevi possibile che in pochi anni sarebbe arrivato al governo?
R) Dalla
        nascita del primo meet-up nel 2005 all’ingresso in Parlamento
        nel 2013 come
        primo partito italiano sono effettivamente passati pochi anni,
        un po’ paragonabile
        però con la Lega Nord. Ambedue hanno - in tempi diversi -
        intercettato un
        sentimento diffuso di risentimento prima contro Roma, il sud, il
        M5S contro “la
        Casta” nella popolazione. 
      
Una delle ragioni del
        rafforzamento durante l'ultima legislatura è l'inadeguatezza
        della risposta di PD e FI negli
        anni successivi al 2013, a un certo momento il M5S ricomincia a
        crescere, dopo esser calato ai 20%, coll'avvento di Renzi:
        invece dopo il
        fallimento del Renzismo, anche Renzi era un “fenomeno”, col 40
        percento,
        nel 2014. Renzi finisce rapidamente sgonfiato, con il
        Referendum, madornale errore politico. Politica non si fa con i
        se e ma, però: senza quell'errore che gli fu fatale, forse la
        storia anche del M5S sarebbe andata diversamente, Dunque, non
        era affatto detto che
        sarebbero tornati al M5S, i voti. Avrebbero potuto anche restare
        a Renzi.
2) Come mai molti tuoi colleghi qui in Germania (anche se stanno 
diminuendo) continuano a definire il M5S un fenomeno di sinistra?
R) Non credo
        che sia così. Più che di sinistra inizialmente li ritenevano un
        autentico
        movimento di base, che, come ormai si sa bene, non sono mai
        stati, essendo una
        struttura verticistica telecomandata da Casaleggio, ci sono solo
        rudimentali elementi
        democratici all’interno del Movimento. All’inizio però ha goduto
        una buona reputazione,
        come una vera novità, sembrava la base della società che si
        auto-organizza, sembrava,
        appunto. Anche programmaticamente non c’era nulla da eccepire,
        fino alla
        campagna elettorale del 2013 quando cominciarono a vedersi i
        primi segnali della
        vicinanza al leghismo, Beppe Grillo che andava tra gli elettori
        leghisti e gli
        liscava il pelo... però, finché non hanno preso il potere, non si
        è verificato. Dunque,
        all’osservatore esterno poteva mancare qualche elemento per
        capire. Oggi invece
        non esiste più corrispondente o inviato che li ritenga ancora un
        movimento di
        sinistra. Hanno venature di sinistra, pensiamo a RdC, ma sono
        solo venature. Sono
        populisti, veri e puri, con posizioni nella maggior parte di
        destra, anche
        estrema.
3) Ritieni che qualcosa di simile possa capitare anche in Germania? Può 
la diversa legge elettorale agevolare o impedire un fenomeno simile?
R) In politica
        non dovresti escludere mai nulla. Ma attualmente gli spazi per
        un movimento “anti-“
        sistema non sono molto larghi e sono stati presi dalla destra
        dell’AfD, che però
        raccoglie molto meno voti, ca 15%. Sempre tanti, ma dato che non
        trovano altri
        partiti che vogliono allearsi con loro, rendono soltanto più
        complicato la
        formazione di governi, dovendoli escludere sempre. Poi, a
        sinistra, in Germania
        ci sono gia due opposizioni, die Linke e die Grünen, non c’è
        altro spazio, direi.
Saluti,
Mauro (e Udo).  

 
 











