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giovedì 11 febbraio 2021

Quello che si scrive, quello che si legge e quello che si interpreta

Io le donne su una cosa non le capisco.
OK, magari non le capisco anche su altre cose, ma sinceramente su questa in particolare.
E in questa non le capisco non per colpa mia, ma perché loro non vogliono farsi capire!
Per questo mi fa particolarmente incazzare.

Se vogliono farti capire A, loro scrivono o dicono B. E si incazzano se tu capisci B. E se gli chiedi di spiegarsi meglio usano C. Sempre per farti capire A. Ma se tu leggi B, capisci B. E se leggi C, capisci C.
A lo capisci se leggi A!
Se vogliono farti capire A... perché non possono dirti A?
Io capisco quello che tu dici o scrivi, non quello che pensi (o meglio... spesso capisco anche quello che pensi, ma di quello non posso comunque averne certezza, di quello che dici e, soprattutto, scrivi invece sì).

Ma peggio ancora è quando sei tu a scrivere o parlare e loro a dover capire.
Tu scrivi A e, ovviamente, intendi A.
Quella A, altrettanto ovviamente, può anche essere sbagliata. Nessuno è perfetto.
Ma perché, se ritengono che quella A sia sbagliata, non possono semplicemente dirti: "No, guarda, sbagli, è B, non A"?
Invece si mettono a interpretare... pensano, ma se ha scritto/detto A forse vuol dire che c'è dietro C o che ha capito D...
No!
Se ho scritto/detto A... c'è solo A. Punto. Sbagliata o giusta che sia A.
Dovete leggere, non interpretare!

Care donne, noi maschietti siamo semplici... e in fondo lo è anche la vita. Magari è dura, stronza, bastarda (anzi, lo è proprio, senza magari)... ma comunque semplice.
Perché dovete sempre complicare tutto?

Saluti,

Mauro.

mercoledì 20 gennaio 2021

Essere un orso

Io sono un orso.

Mi spiego meglio.
Io alle persone a cui voglio bene non ho bisogno di scrivere ogni ora o di sentirle ogni giorno.
E soprattutto non ho bisogno che una telefonata duri ore. Dopo che hai sentito che stanno bene e dopo che hai detto quel che dovevi dire, la telefonata può anche chiudersi dopo cinque minuti.

Io so comunque che mi vogliono bene.
E loro sanno comunque che io voglio loro bene.

Serve di più?

Sinceramente, se io affogo l'affetto in vagonate di parole... lo soffoco. Non lo nutro.

Troppe parole soffocano.
Perché alla fine, qualunque rapporto ci sia tra due persone, si rimane sempre due persone. Nessuno deve perdere la propria individualità. Nessuno deve tradire sé stesso.
E, soprattutto, troppe parole provocano solo fraintendimenti. Qualunque sia il rapporto.

Mai dire con mille parole quello che può essere detto con dieci.
Se ne usi mille alla fine non ti fai capire.
Tante parole possono voler dire tutto e il contrario di tutto.
Poche parole dicono solo quello che vogliono dire.

Io alle persone voglio bene e sono contento quando loro vogliono bene a me... ma maree di parole soffocano solo. Soffocano le persone, i sentimenti, i rapporti.

Io sono un orso.
E per noi orsi poche parole dicono tutto, tante parole non dicono niente.

E, oltretutto, noi orsi non abbiamo ferite da curare.
Noi orsi le abbiamo già curate, anche se qualcuna può aver lasciato cicatrici.
Il fatto che i non orsi vedano una cicatrice, non significa che la ferita sia ancora aperta.
Fosse aperta non ci sarebbe la cicatrice... qualsiasi medico può dirvelo.

Noi orsi siamo di poche parole e abbiamo la pellaccia dura.
Ma vogliamo bene.

Io sono un orso.
E non posso essere altro.

Saluti,

Mauro.

venerdì 28 aprile 2017

E ascolta troppo poco

Che forse è anche peggio.

Saluti,

Mauro.

martedì 25 aprile 2017

La gente parla troppo

E chi non ha nulla da dire purtroppo anche di più.

Saluti,

Mauro.

martedì 28 marzo 2017

Il blocco dello scrittore

Qualche giorno fa su Twitter si parlava del blocco dello scrittore.

Io la vedo così: è semplicemente un mito, non esiste.
Se uno scrittore non riesce a scrivere vuole dire semplicemente che non ha nulla da dire. Non che lo ha ma non ci riesce.

Anzi, è molto più facile che uno scrittore che non ha nulla da dire comunque scriva che il viceversa.

Saluti,

Mauro.