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mercoledì 22 novembre 2023

I parrucchieri e il potere

Che tu sia democratico, dittatore, progressista, conservatore, populista o qualsiasi altra cosa... è evidente negli ultimi decenni che la condizione principale, se non addirittura essenziale, per far carriera in politica o addirittura arrivare al potere assoluto... non sono le conoscenze, non è l'abilità politica, non è la spregiudicatezza, non è la violenza, non sono i programmi. Non è nulla di tutto ciò.

La condizione principale è... avere un parrucchiere di merda!

Vediamo qualche esempio.

Kim Jong-Un

Boris Johnson

Donald Trump

Javier Milei

Angela Merkel

Matteo Salvini

Theresa May

Gianni De Michelis

Beppe Grillo

Ignazio La Russa

Paolo Gentiloni

Geert Wilders (aggiornamento 23.11.2023, grazie a Luca Sironi)

Elly Schlein (aggiornamento 13.07.2024)


Adolfo Urso (aggiornamento 05.09.2024)


Saluti,

Mauro.

mercoledì 9 marzo 2022

Germania e Russia: una storia che viene da lontano

Per capire la posizione della Germania nei confronti della Russia in questo momento di grave crisi bisogna comunque anche guardare la storia.
Proviamo a farlo, anche se semplificando e riassumendo (eufemismi, lo ammetto) visto che chiudere in un articolo 150 anni storia di un paese così complesso è in realtà impossibile.
Spero però che questo articolo vi sia di spunto per cercare libri o siti per approfondire.

La Germania in realtà ha sempre avuto il suo baricentro politico ed economico spostato a est. In maniera più o meno forte, più o meno evidente è sempre stato così, anche ai tempi delle due Germanie (e per entrambe, nonostante le apparenze).

Perché questo?

Perché la Germania è stata creata dalla Prussia. E la Prussia era un paese dell'est.
La Prussia ha di fatto costituito il cuore e la parte più forte della Germania fino alla caduta di Hitler (anche se lui non era prussiano, bensì austriaco col cuore in Baviera).
E mentalmente questo "nucleo" prussiano è rimasto anche dopo.
Nei confronti dell'est la Germania ragiona di fatto ancora oggi come la vecchia Prussia.

Passiamo al dopoguerra, che è ciò che oggi ci interessa di più per capire i rapporti tedeschi con l'est.

Fino agli anni '60 questa spinta verso est era di fatto rivendicativa. Si continuava a pensare ai territori persi, a chi fu costretto a scappare dai Sudeti e dalla Slesia.
Atteggiamento mai aperto, esplicito, comunque, a causa della presenza delle potenze occupanti, che mai lo avrebbero permesso.
(Nota: ancora oggi le associazioni dei profughi dei Sudeti e della Slesia sono molto forti e molto politicizzate. Molto più forti e politicizzate, per esempio, delle associazioni dei profughi giuliano-dalmati in Italia).

Negli anni '60 ci fu la prima cesura: Willy Brandt lanciò la Ostpolitik, ma non in termini rivendicativi bensì di riconciliazione. La foto di Brandt inginocchiato a Varsavia è una delle più iconiche della storia, la conosciamo tutti.
E questa politica con alti e bassi e aggiustamenti vari venne poi portata avanti anche da Helmut Schmidt ed Helmut Kohl (parlo solo della politica verso l'Europa dell'est, non della politica in generale: sia Schmidt che Kohl in generale fecero una politica molto diversa da Brandt).
Col secondo che, dopo l'avvento di Gorbaciov e soprattutto dopo la caduta del muro, intensificò il rapporto economico con l'est facendo però l'errore di "scavalcare" Polonia, Cecoslovacchia, ecc. per guardare direttamente all'URSS e poi alla Russia.

E su questo errore di Kohl si compì, grazie a Gerhard Schröder (successore di Kohl alla Cancelleria), la seconda cesura: la Germania si legò mani e piedi alla Russia (Schröder e i suoi accoliti avevano anche interessi personali nella cosa).
La differenza?
Con Kohl di fatto la Germania era il senior partner, con Schröder il senior partner divenne la Russia.
Angela Merkel continuò poi la politica di Schröder, cambiando lo stile ma non la sostanza. Del resto la sua storia parla per lei: prima della caduta del Muro era ben inserita nelle strutture della vecchia DDR e non partecipò mai alle manifestazioni per la democrazia e per la riunificazione.

Ora è arrivato Olaf Scholz che, per necessità o per volontà, vuole spostare il baricentro.
Ma la Germania ha troppi impegni e legami con la Russia per potersi liberare facilmente da questa situazione (di fatto la Germania è sotto ricatto da parte russa) e quindi Scholz se vuole durare e avere successo deve andare coi piedi di piombo.
O fare l'esatto opposto: dare un taglio netto e totale immediatamente. Cosa che non rientra nelle corde della politica (ma neanche della società) tedesca. Ci vuole troppo coraggio e la disponibilità a fare sacrifici.

Saluti,

Mauro.

martedì 16 febbraio 2021

Le (non) logiche del commercio

Come in tutti i paesi, anche qui in Germania le associazioni di categoria del commercio e del turismo si sono sempre lamentate delle chiusure causa Covid, però devo dire che l'offensiva lanciata da queste negli ultimi giorni non ha precedenti.
Ora, è chiaro che il commercio e il turismo sono i settori che stanno soffrendo di più, però è anche vero che, almeno qui in Germania, i cosiddetti ristori sono corposi (anche se tanti si lamentano che arrivano con enormi ritardi - sia l'accettazione della tua richiesta di ristoro che il ristoro stesso).

Ma non è dei ristori che vi voglio parlare.

Quello di cui vi voglio parlare sono le pecche di logica nei ragionamenti dei rappresentanti di queste associazioni, pecche che al comune cittadino magari sfuggono e lo ingannano, portandolo a dar ragione a chi pecca in logica.

Prendiamo per esempio la presidente dell'associazione degli albergatori e ristoratori bavaresi (DEHOGA Bayern), Angela Inselkammer.
Oggi in radio ho sentito una sua dichiarazione in cui diceva che si può riaprire, anche se non completamente, perché le aperture dei negozi di prima necessità (alimentari, farmacie, ecc.) hanno dimostrato che queste non provocano focolai.
Ma belin, sei scema?
Nei negozi di prima necessità ci vai, appunto, per necessità. Non ti ci fermi come in un ristorante o in una birreria, non ci giri a lungo per vedere le novità come in una libreria o in un negozio d'abbigliamento.
Neanche prima della pandemia lo facevi!
Come fai a non notare la differenza?

Poi sempre in radio ho sentito un albergatore-ristoratore di Norimberga, Bernhard Steichele (dell'Hotel Ristorante "Das Steichele", che posso solo consigliare per quando la pandemia sarà finita, per inciso), che ha detto una cosa apparentemente logica, ma comunque ingannevole...
Lui ha detto che il problema più grosso è il lockdown "a fette", con continui prolungamenti. Preferirebbe piuttosto un lockdown lungo ma certo, in maniera da poter programmare.
Da un lato ha ovviamente ragione, il non poter programmare è un ulteriore fattore di incertezza.
Ma dall'altro lato se il governo facesse una cosa del genere (oltre a vedersi inasprire le prevedibili proteste dei negazionisti e non solo), significherebbe che il governo già sa con buona certezza come andranno i numeri (anche delle nuove varianti, anche di quelle non ancora scoperte) tra due, quattro o otto settimane.

Non credo che neanche il migliore dei governi usando i migliori scienziati come consulenti possa saperlo.
Non riesco a immaginarmi Angela Merkel o i suoi colleghi degli altri paesi con la sfera di cristallo di Amelia, la strega che ammalia.
I governi devono sì cercare di guidare i numeri, ma purtroppo devono reagire di volta in volta ai loro cambiamenti, sia in meglio che in peggio. Senza isterie, ma senza ignorarli.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 11 marzo 2020

Cosa succederà ora in Germania?

Oggi qui in Germania la Merkel finalmente si è svegliata e si è espressa sulla situazione relativa al coronavirus.
In aggiunta a ciò i numeri tedeschi salgono velocemente e l'OMS ha finalmente dichiarato ufficialmente la pandemia.

Cosa succederà ora in Germania?

Prima di tutto dobbiamo osservare una cosa: la Germania è uno stato federale.
Quindi il governo centrale ha meno competenze di quelli, per esempio, di Italia o Francia mentre i governi regionali (i governi dei Länder) ne hanno di più di quelli regionali italiani o francesi.

Cosa significa questo?
Per prima cosa che la Germania avrebbe più difficoltà dell'Italia a emettere un decreto come l'ultimo nostro che riguarda tutto il paese. E questo indipendentemente dalla volontà del governo.
Non sarebbe impossibile, certo, ma più difficile.
Secondariamente che, per esempio, il divieto di assembramento e misure analoghe sarebbero competenza dei Länder.
Potrebbe teoricamente succedere che la Baviera, per esempio, decida il lockdown mentre il vicino Baden-Württemberg non prenda nessuna misura.

Può succedere anche praticamente?
Nì.
Nel senso che i Länder in parte per obbligo in parte per uso tendono a coordinarsi tra loro e col governo centrale, ma la decisione finale di cosa fare sul proprio territorio è prerogativa di ogni singolo Land.

Ma cosa può fare il governo centrale?
Beh, la Costituzione (anzi Legge Fondamentale, come è il nome ufficiale) dice che le istituzioni centrali (governo e parlamento federali) sono responsabili per situazioni di emergenza che riguardino più Länder o il paese intero.
In questi casi il governo può imporsi ai Länder.
C'è un inghippo però.
La Costituzione parla esplicitamente di emergenze riguardanti l'ordine pubblico e le catastrofi naturali. Ma non prevede situazioni di emergenza sanitaria. E la sanità è competenza dei Länder.
E quindi?
Quindi alla fine, se necessario, il governo centrale si imporrà, ma non sarà una passeggiata di salute.
Io personalmente sono comunque convinto che i Länder si coordineranno spontaneamente tra loro e col governo centrale.
Puntare i piedi non conviene a nessuno.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Io non sono un giurista, ho cercato di spiegare le cose in termini terra terra.
Un giurista potrà essere di sicuro più preciso ed esaustivo di me.

venerdì 1 febbraio 2019

Il gigante indebolito

Giuseppe Masala ha tradotto qui un articolo di Ashoka Mody sulla quasi recessione tedesca (ok, "quasi" in questo caso non dice nulla: o è recessione o non lo è... ma è chiaro cosa Mody intenda, e cioè che la Germania rallenta).
E l'amico Giuseppe Parise (che già conoscete grazie a questo articolo) su Twitter, sapendo che vivo in Germania e che lavoro nell'industria automobilistica, mi ha chiesto cosa ne pensassi.

Dato che ho dovuto spezzettare la risposta su Twitter, la riporto qui tutta unita (in realtà ci sarebbe però ancora di più da dire, per ora riporto solo quello che ho già scritto su Twitter, aggiungendo/cambiando qualcosa ma solo per rendere le mie affermazioni più chiare).

Per prima cosa devo dire che la visione dell'autore (Mody) è corretta ma troppo pessimista. Mi spiego meglio: io ritengo che, senza cambiamenti di strategia, succederà ciò che Mody prevede, ma più lentamente di come lui pensa.
La Germania avrà quindi più tempo per agire.
E, in questo caso per fortuna, la Merkel ormai è alla fine della sua parabola. Bisogna vedere quanto la Kramp Karrenbauer (sua erede alla guida della CDU e probabilmente un domani alla Cancelleria) saprà staccarsi dalla linea merkeliana.
Perché il problema della Merkel è che sa (sapeva) benissimo reagire, ma non agire.

Il populismo in parlamento invece lo temo meno che in Italia.
Non tanto perché l'elettore tedesco sia migliore di quello italiano, ma grazie al sistema elettorale tedesco (e sullo spazio per nuovi partiti in Germania potete leggere quanto mi rispose Udo Gümpel qui).

Per quanto riguarda la situazione industriale, vero che la Germania ha basato sempre la sua forza sulle sue capacità ingegneristiche, ma qui viene fuori la formazione umanistica di Mody (andrebbe d'accordo con Croce), che gli impedisce di capire che l'ingegneria c'è perché ci sono scienze e matematica.
Questo significa che in Germania la base scientifica e matematica su cui lavorare c'è eccome.
Il vero problema qui è che l'industria automobilistica ha politicamente un peso esagerato, anche maggiore di quello che è il suo reale contributo al PIL del paese.

La sfida vera è che l'automotive dovrà in parte reinventarsi.
E non intendo il passaggio dai combustibili all'elettrico, ma proprio il passare dall'auto ad altro, visto che il mercato è ormai saturo: le auto in circolazione non aumenteranno (anzi alla lunga diminuiranno), sia che l'elettrico trionfi sia che no.

Saluti,

Mauro.

lunedì 25 settembre 2017

Chi ha vinto ieri

Di sicuro non io, visto che qui ho ceffato i miei pronostici sulle elezioni tedesche di ieri.

Io previdi quanto segue:
- CDU/CSU: 35-37%;
- SPD: 23-25%;
- AfD: 6-8%;
- FDP: 11-13%;
- Die Linke: 10-12%;
- Grünen: 5-7%.

Questo invece è successo (risultato non ancora ufficializzato dall'ufficio elettorale centrale):
- CDU/CSU: 33%;
- SPD: 20,5%;
- AfD: 12,6%;
- FDP: 10,7%;
- Die Linke: 9,2%;
- Grünen: 8,9%.

Perché ho valutato male? Provo ad azzardare delle spiegazioni:
- CDU/CSU: Io (ma anche i sondaggisti "veri") ho sopravvalutato l'inerzia dei tedeschi... mamma Merkel ha perso più del previsto;
- SPD: La crisi dei socialdemocratici era chiara a tutti - me compreso - ed è nata con le riforme di destra di Schröder di fine anni '90, ma io credevo che Schulz fosse un freno un po' migliore alla caduta;
- AfD: Anche qui ho sopravvalutato la paura di cambiare dei tedeschi, la loro inerzia... e di brutto (e ho sottovaluto l'influenza della Bild, ormai di fatto organo semiufficiale dell'AfD);
- FDP: Mi aspettavo qualcosina di più ma qui sostanzialmente ci ho beccato;
- Die Linke: I postcomunisti non sono andati male, anzi, ma non sono riusciti a fregare ai verdi i voti che pensavo (forse ha anche influito il fatto che sono il partito più odiato dalla Bild);
- Grünen: Qui è il mistero più assoluto, non riesco a spiegarmi il discreto risultato dei verdi, partito che negli ultimi tempi ha perso sia identità che visibilità.

E ora cosa succede? Chi governerà?
Dato che Schulz ha dichiarato che ora la SPD guiderà l'opposizione, coi numeri di cui sopra rimane una sola possibilità: Giamaica.
No, non governeranno reggae, canne e velocisti, questo no... ma governeranno neri, gialli e verdi (appunto i colori della bandiera della Giamaica), cioè democristiani (CDU/CSU, in Germania i "neri"), liberali (FDP, in Germania i "gialli") e verdi (Grünen... non credo serva spiegare il colore).

Ma dato che liberali e verdi sono (a parole) incompatibili quasi su tutto... dubito che la legislatura arriverà fino alla fine (cioè fino al 2021).
Prevedo elezioni anticipate.

Saluti,

Mauro.

P.S.: O forse, come ha insinuato Shevatas, ho sbagliato previsioni per colpa della cultura patriarcale :-)

sabato 23 settembre 2017

Chi vincerà domani

No, non vi darò i numeri del lotto e neanche i risultati per la schedina del Totocalcio.
Vi dirò solo chi vincerà e chi perderà domani alle elezioni politiche tedesche, elezioni che - senza ombra di dubbio - interessano comunque tutta Europa... o forse no, visto che ora prima delle elezioni c'è una Große Koalition a guida Merkel e dopo le elezioni ci sarà una Große Koalition a guida Merkel.

Ecco, vi ho rovinato la sorpresa: vi ho detto subito all'inizio chi vincerà.
Va beh, ci sono altre cose interessanti da dire sul voto di domani.

Per prima cosa guardiamo alla situazione attuale nel Bundestag (il corrispettivo tedesco della Camera dei Deputati, per l'altra camera - il Bundesrat, corrispettivo del Senato - non si vota non essendo elettivo).

In questo momento ci sono nel Bundestag (630 seggi) quattro partiti:
- CDU/CSU, 309 seggi (frutto del 41,5% dei voti alle elezioni del 2013);
- SPD, 193 seggi (25,7%);
- Die Linke, 64 seggi (8,6%);
- Grünen, 63 seggi (8,4%);
- più un deputato indipendente.
I partiti non arrivati nel Bundestag hanno raccolto nel complesso il 15,8% dei voti (ergo quasi un sesto dei voti espressi non hanno trovato rappresentanza a causa del sistema elettorale, che descrissi qui).

Intanto piccola osservazione.
La Große Koalition è andata al governo grazie alla bugia della TINA (no, non è una cantante pop, è l'acronimo di "There Is No Alternative"), mentre come vedete ci sarebbero i numeri per almeno due alternative:
- CDU/CSU/Grünen (che già governano insieme, per esempio, nel Baden-Württemberg):
- SPD/Linke/Grünen (che già governano insieme, per esempio, in Turingia).

Ora vediamo cosa dicono gli ultimi sondaggi fatti qui in Germania sul voto di domani (i sondaggi non conteggiano gli astenuti o i voti non validi):
- CDU/CSU: 34-37%;
- SPD: 20-22%;
- AfD: 10-13%;
- FDP: 9-11%;
- Die Linke: 9-11%;
- Grünen: 7-8%;
- Altri: 3,5-5%.

Quindi, secondo i sondaggisti, si ricadrebbe nella vecchia TINA (stavolta vera, non finta come nel 2013) con conseguente Große Koalition.

Sulla Große Koalition, come già detto all'inizio, concordo anch'io. Non solo per la mancanza di alternative (anche se come vedrete dopo io in realtà alternative ne vedo, poi se queste siano migliori o peggiori della Große Koalition o con essa interscambiabili ognuno lo giudichi per sé) ma per convenienza politica (e per pressione delle cosiddette élites che nella Große Koalition vedono il miglior modo di andare avanti in maniera gattopardesca).

Io prevedo invece quanto segue (e vedrete un paio di sorprese):

- CDU/CSU: 35-37% (qui concordo coi sondaggisti, i democratici della Merkel possono vivere di rendita anche se oggi non entusiasmano nessuno);
- SPD: 23-25% (i socialdemocratici sono sì in crisi di identità, ma i sondaggisti vedono la loro crisi più grossa di quel che effettivamente è);
- AfD: 6-8% (i tedeschi si lamentano tanto della Merkel e dell'Europa, urlano e sbraitano ma nell'urna poi sono dei coniglietti: i neonazisti della AfD lasceranno voti sia agli attuali partiti di governo che all'astensionismo... e forse anche ai liberali);
- FDP: 11-13% (i liberali, in quanto unico partito tradizionale che può far finta di avere una veste intonsa non essendo stato presente nell'ultimo Bundestag, possono avere un deciso successo, forse ancora superiore a quello che penso io);
- Die Linke: 10-12% (la sinistra postcomunista in quanto unico partito dotato di una linea politica precisa e riconoscibile - apprezzabile o meno è un altro discorso - otterrà un buon risultato e sfrutterà probabilmente la crisi dei verdi, rubandogli voti);
- Grünen: 5-7% (i verdi hanno perso completamente identità e visibilità, soprattutto ora che la Germania ha stabilito irrevocabilmente l'uscita dal nucleare e che loro, pur di governare, a livello locale hanno dimostrato di essere disponibili ad allearsi con chiunque... ma proprio chiunque, cani e porci compresi).

Quindi probabilissima Große Koalition, anche se forse alternative potrebbero esserci:
- CDU/CSU/FDP (cosa che non dispiacerebbe a parte dei mercati finanziari);
- SPD/Linke/Grünen (se i verdi mi smentiscono e se la SPD toglie l'assurdo veto a livello nazionale contro la Linke, visto che a livello locale lo ha tolto da tempo);
- CDU/CSU/FDP/Grünen (se i democristiani - e soprattutto i liberali - dovessero ritenere i verdi affidabili a livello nazionale).

Domani sera potrete farmi i complimenti o insultarmi :-)

Saluti,

Mauro.

lunedì 8 maggio 2017

L'effetto Schulz e lo Schleswig-Holstein

Nel fine settimana si è votato anche in Germania, non solo in Francia.
No, non per il Parlamento nazionale e quindi - solo indirettamente, come in Italia - per il governo o per il presidente (che qui, come in Italia, viene eletto dal Parlamento allargato), bensì per la rappresentanza locale di uno dei Länder, lo Schleswig-Holstein.
Lo Schleswig-Holstein è il Land più settentrionale della Germania (e infatti è in parte di lingua danese), non molto grande e tra i meno popolati.

E la SPD, cioè i socialdemocratici, ha preso una gran bella sberla. A vincere - inaspettatamente, almeno nelle dimensioni - è stata la CDU, cioè i democristiani.
Premettiamo una cosa: SPD e CDU ormai sono entrambi partiti di centro puro, senza vera ideologia, perfettamente interscambiabili fra loro.
Chi dei due vince dipende dalla maggiore o minore presentabilità dei candidati di spicco (e qui la CDU sa sfruttare molto meglio la stampa amica per presentarli).

Ma perché parlo di queste elezioni, tutto sommato secondarie?

Per mettere alla berlina i politologi :-)

Dopo la netta sconfitta della SPD tutti si sono chiesti se l'"effetto Schulz" fosse già finito e perché. Senza capire di non aver capito nulla.

Per prima cosa: cos'è l'"effetto Schulz"?
Pochi mesi fa la SPD ha eletto come proprio presidente (il corrispettivo del segretario nei partiti italiani classici) e prossimo candidato alla cancelleria Martin Schulz, politico di lungo corso, ma mai attivo a livello nazionale in Germania. La sua carriera si è divisa tra la politica locale in Germania e la politica europea a Bruxelles, dove è stato ultimamente presidente del Parlamento europeo (e lo ricorderete per la storia del kapò di Berlusconi).
Quindi per Berlino aria nuova, anche se non per la politica in sé.
Questa scelta ha fatto schizzare nei sondaggi la SPD. Schizzare veramente verso l'alto.
Questo è l'"effetto Schulz".

E alle prime elezioni dopo il suo arrivo... la sberla.
E i politologi che annaspano cercando spiegazioni assurde... mentre l'unica semplice spiegazione è che loro non hanno capito (come al solito) un belino.

L'"effetto Schulz" (sempre che esista, cosa di cui dubito) qui non c'entra comunque per tre semplicissimi motivi:
1) Schulz è stato scelto per la politica nazionale, quella regionale è altro;
2) I sondaggi non sono le elezioni, i sondaggi sono chiacchiere da bar un po' ripulite;
3) A livello locale Schulz può avere effetto solo nel suo Land di origine, che è il Nordreno-Vestfalia... ben diverso dallo Schleswig-Holstein socialmente, economicamente e non solo.

Saluti,

Mauro.

domenica 21 febbraio 2016

Il presunto assalto al welfare del Regno Unito

Cameron (ma non certo solo lui) sostiene che non è accettabile che tanti stranieri - compresi cittadini di altri paesi dell'Unione Europea - vadano nel Regno Unito solo per sfruttarne il sistema sociale, il cosiddetto welfare.

Ma il welfare del Regno Unito è stato smantellato già dalla Thatcher (cioè almeno 25 anni fa se non di più). E non solo per gli stranieri, ma anche per i britannici stessi.

Quindi chi vuole prendere in giro Cameron?
E perché Merkel, Holland, Renzi e compagnia cantante non glielo fanno notare?

Saluti,

Mauro.

sabato 18 luglio 2015

Non paragonate Schäuble (o Merkel) ai nazisti

I nazisti, per quanto criminali, almeno avevano un piano, una meta.

Saluti,

Mauro.