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domenica 3 maggio 2020

Domande sull'Italia (e non solo)

Oggi pomeriggio in un gruppo chiuso su Twitter, Enrico Marani ha posto alcune interessanti domande, prima generiche e poi specifiche sull'Italia.
Visto che mi aveva indirettamente chiamato in causa, invitando i membri che vivono all'estero, ho provato a rispondere alle sue domande.
In base, ovviamente, alle mie conoscenze, idee e opinioni.
Non vi posso mettere il link al dialogo originale perché, essendo un gruppo chiuso, non vedreste comunque niente.

Vediamo le domande e le mie risposte (queste ultime un po' più articolate rispetto a quanto scritto su Twitter).

La domanda semplice: qual è il peso della dimensione nazionale di un paese in relazione a quella internazionale? A volte nella discussione sembra che il "cortile di casa" sia un semplice pollaio per allocchi, mentre le decisioni vere siano prese in UE, BCE, Cina, USA, ecc.

La domanda in realtà non è semplice quanto sembra.
Se penso a dove vivo, la Germania, il "cortile di casa" è molto importante, sia per la politica che per la gente.
Ma non solo a livello nazionale, anche a livello regionale dei singoli Länder.
Anche le decisioni della UE a cui la Germania deve semplicemente obbedire (o magari non è obbligata, ma le convengono quindi le accetta e basta) vengono spesso presentate come decisioni prese "con la" UE e non "dalla" UE, per far sì che vengano accettate più facilmente (e per evitare che la UE venga considerata una dittatura).

Detto questo ritenete quindi importante seguire sviluppo nazionale con attenzione? Capita, almeno a me è capitato, di sentirsi dire, ma cosa segui queste cose che non contano nulla, pensa più in grande.

Intanto va detto che "pensare in grande" io personalmente lo associo più ai temi che al livello "geografico", locale o globale che sia.
Comunque al di là di questo la risposta a questa domanda è a mio parere più semplice di quella precedente.
Per quanto possibile bisognerebbe sempre cercare di seguire in parallelo sia il livello locale che quello globale.

E poi vi chiedo di Italia. [...]

Italia rischia deriva venezuelana?


Se non fossimo dentro la UE e nell'area Euro, avrei effettivamente paura. La mentalità pentastellata è quella. E quella leghista o di FdI non è molto diversa (quindi tornassero al potere da questo punto di vista non cambierebbe niente).
Per questo - pur con tutti gli errori che sta facendo la UE - serve che l'Italia resti attaccata con le unghie e con i denti all'Europa.
È vitale che lo faccia, comunque si comporti la UE.

Conte è unica opzione plausibile?

Io credo che il Conte II non fosse l'unica opzione plausibile/possibile alla caduta del Conte I.
Io continuo a essere convinto che il PD abbia commesso un errore nel non voler andare alle urne, la paura è stata cattiva consigliera (ne scrissi qui).
Oggi purtroppo non vedo alternativa a Conte all'interno del Parlamento, nel senso che non vedo possibili maggioranze alternative.
A meno di non passare a un governo tecnico o "del Presidente".
Ma al di là del dubbio sul se e quanti partiti lo accetterebbero (tale governo dovrebbe avere comunque la fiducia del Parlamento), chi sarebbe così pazzo da accettare oggi l'incarico per guidare detto governo?
Draghi? Cottarelli? Cartabia? Colao? Altri?
Comunque li si giudichi politicamente, pazzi non sono, quindi non credo si suiciderebbero accettando.

Conte essendo da sempre un paravento chi rappresenta?

Conte I rappresentava, senza se e senza ma, Casaleggio e chi sta dietro Casaleggio.
Conte II è un mistero. Certo non si è ancora staccato, svincolato da Casaleggio, ma lo rappresenta quanto lo rappresentava Conte I?
In realtà sembra guardarsi intorno, come a cercare chi possa garantirgli maggiori possibilità di sopravvivenza politica.

C'è da preoccuparsi per attuale situazione o si esagera inutilmente?

Obiettivamente noi italiani tendiamo sempre a esagerare ogni situazione, in un senso o nell'altro, ma la situazione è sicuramente seria e pericolosa.
Al di là degli eventuali fini di chi dovesse tirare le fila da dietro le quinte, mai abbiamo avuto una classe dirigente (e metto insieme governo e opposizione) di così basso livello intellettivo e intellettuale (e politico!) di quella attuale.
Neanche durante il peggior pentapartito o il peggior Berlusconi.

M5S è forza democratica o no?

Questa è la domanda più facile di tutte: no, il M5S non è forza democratica. E non è mai stata intenzione di chi lo ha creato che lo fosse o che lo diventasse.

Saluti,

Mauro.

lunedì 3 dicembre 2018

Brexit e sovranismo italico

Il video qui sotto riguarda la Brexit. Ma le conseguenze di un'eventuale uscita dell'Italia dall'UE o anche solo dall'Euro sarebbero se non identiche comunque molto simili.


Saluti,

Mauro.

martedì 19 dicembre 2017

La non logica dell'uscita dall'Euro

A intervalli regolari (ma molto ravvicinati) spunta qualcuno che vuole uscire dall'Euro. In Italia come in altri paesi, ma in Italia di più.

Ora io penso che per un paese come l'Italia oggi uscire dall'Euro sarebbe un suicidio, ma il problema qui è un altro.
Il problema è la logica usata da molti (in particolare M5S ma non solo, purtroppo l'ignoranza logica è trasversale) per giustificare questa uscita.

Infatti molti dicono: entrare nell'Euro allora è stato un errore, quindi ora bisogna uscirne. Intendendo che l'uscita correggerebbe un errore.
No, mi dispiace, non funziona così.

Mettiamo che sia veramente stato un errore per l'Italia a inizio millennio adottare l'Euro.
Accettiamo questo punto di partenza.
Quindi usciamo dall'Euro e tutto andrà automaticamente a posto. Ci sarà sì qualche problema iniziale, ma l'errore di partenza verrà corretto. Giusto?
No. Sbagliato.

Per decidere se sia giusto uscire o no dall'Euro non conta nulla che sia stato un errore entrarci. Ma proprio nulla.
Per decidere se sia giusto uscire o no dall'Euro conta solo valutare le conseguenze che avrebbe oggi questa scelta. È quello che un governo serio, che una politica seria deve valutare. Nient'altro.
La valutazione sul fatto se sia stato allora giusto entrare o meno nell'Euro va sì fatta, ma a livello storico, non politico.
L'errore, se errore è veramente stato, non lo correggi più. È successo e rimane nella storia.
Ritornare alla lira non significherebbe correggere quell'errore perché la lira sarebbe una nuova moneta che con la vecchia avrebbe in comune solo il nome e soprattutto perché l'Italia dovrebbe con la nuova moneta affrontare il mondo del 2017 e del futuro. Non quello del 2002. Il 2002 non esiste più e tanto meno il 1999 (sì, l'Euro è nato nel 1999, nel 2002 sono "solo" arrivate le monete e le banconote).

E quindi, come già detto, la politica deve pensare a cosa succedderebbe oggi se venisse fatta una scelta simile.
Se allora sia stato fatto un errore o meno, oggi è tema per gli storici, non per i politici.

Saluti,

Mauro.

martedì 19 settembre 2017

Scandalo! Un telefono che serve per telefonare!?!?

Oggi, cazzeggiando sul web, mi è capitato di leggere questo testo di Mauro Zucconi.

E mi è tornata in mente un'"avventura" capitatami intorno al 2005 a Colonia.

Il mio vecchio cellulare stava tirando le cuoia e ne volevo comprare uno nuovo. Al tempo non avevo particolari necessità (per quelle avevo comunque quello aziendale): mi serviva telefonare, mandare/ricevere SMS/MMS (anche se questi ultimi poi non li ho mai mandati né allora né dopo) e avere una fotocamera di base... del resto non dovevo fare reportage fotografici ;-)
Vado nella filiale di Colonia di una grande catena di elettronica/elettricità, vedo in esposizione il modello che mi occorre e chiedo al commesso di darmene uno.
Non ho chiesto nessuna consulenza, non ho fatto domande sulle caratteristiche e neanche sul prezzo. Niente di niente.
Lui però comincia a elencarmi le caratteristiche e a fare il confronto col modello a fianco che per pochi € in più mi concedeva di fare questo, quello e quell'altro... magari anche di farmi un uovo al tegamino (non lo so perché dopo le prime due parole, capito dove voleva andare a parare, ho smesso di ascoltarlo).

A un certo punto lo interrompo e gli dico: "Io voglio quel telefonino. Non un altro. Devo solo telefonare. Telefonare. Telefono. Capito?"
Proprio così, non è una parafrasi, solo che lo dissi in tedesco e non in italiano: "Ich will das Mobiltelefon da. Nicht ein Anderes. Ich muss telefonieren. Telefonieren. Telefon. Verstanden?".

Ho ottenuto il telefonino che volevo... ma godermi la faccia del commesso è valso più di quanto ogni telefonino possa mai valere :-)

Saluti,

Mauro.

lunedì 29 maggio 2017

No, l'Italia non metterà fuorilegge le monetine

Da qualche giorno (anche qui in Germania, quindi forse dovrei preparare anche una versione tedesca di questo articolo) si sprecano i titoli che dicono che l'Italia dal 2018 metterà fuori legge le monete da 1 e 2 centesimi.

No, signori miei, l'Italia non metterà fuorilegge proprio nulla. Anche perché in questo caso non ne ha il potere.
A seconda della questione ad avere questo potere sono la BCE oppure il consiglio dei ministri economici dell'area Euro. Nessuno stato singolo.

E infatti l'Italia smetterà semplicemente di coniare le monete da 1 e 2 centesimi, senza proibirne la circolazione.

Leggiamoci infatti il testo del decreto-legge in questione.
Il decreto è il numero 50 del 24 aprile 2017 nel suo ultimo aggiornamento del 27 maggio 2017 (protocollato col n. 4444 dalla Camera dei Deputati).

L'articolo che ci interessa è il 13-bis, aggiunto in commissione bilancio appunto il 27 maggio.

Leggiamolo.

1. A decorrere dal 1° gennaio 2018 è sospeso il conio da parte dell'Italia di monete metalliche in euro di valore unitario pari a un centesimo e a due centesimi di euro. Il risparmio derivante dall'attuazione del presente comma è destinato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato.

E basterebbe nella lettura fermarsi a questo primo comma: è scritto chiaramente che sarà solo sospeso il conio delle monetine.
Ma leggiamo anche il resto.

2. Durante il periodo di sospensione di cui al comma 1, quando un importo in euro costituisce un autonomo importo monetario complessivo da pagare e il pagamento è effettuato integralmente in contanti, tale importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino.

Qui è interessante l'inizio: "Durante il periodo di sospensione". Cioè si lascia il portone aperto per un ritorno futuro delle monetine. Grazie a questo dettaglio se quel futuro dovesse arrivare non servirà un gran lavoro legislativo per riprendere il conio.
Il resto è pura aritmetica: gli importi del tipo x,x0 €, x,x1 € e x,x2 € varranno tutti come x,x0 € mentre gli importi del tipo x,x3 €, x,x4 € e x,x5 € varranno tutti come x,x5 €.
Ma questo è come si sono sempre fatti gli arrotondamenti in matematica e scienza, niente di strano o nuovo.
N.B. (vedasi commento di Camicius): L'arrotondamento riguarda il pagamento in contanti (non con carte varie o via addebito bancario) e riguarda il totale della spesa, non i singoli prodotti acquistati.

3. Tutti i soggetti pubblici o incaricati di pubblici uffici o di pubblici servizi, inclusi i loro concessionari, rappresentanti, mandatari o agenti, sono autorizzati, senza necessità di ulteriori provvedimenti o determinazioni, ad acconsentire all'arrotondamento di cui al comma 2 in relazione a qualunque autonomo importo monetario in euro a debito o a credito.

Questa è semplicemente l'autorizzazione legale a effettuare gli arrotondamenti a chi offre prodotti o servizi. Necessaria, ma non aggiunge nulla a quanto sopra.

Il quarto comma invece a quanto pare nessun giornalista lo ha letto:

4. Resta impregiudicato il corso legale delle monete metalliche in euro destinate alla circolazione di valore unitario pari a un centesimo e a due centesimi di euro secondo le norme ad esse applicabili.

Allora, queste monetine hanno corso legale o sono fuorilegge?
Per saperlo basta saper leggere.

5. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi di cui all'articolo 2, comma 198, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, svolge un'apposita verifica sull'impatto delle disposizioni del presente articolo sulle dinamiche concernenti le variazioni dei prezzi di beni e di servizi praticati ai consumatori finali e riferisce su base semestrale le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi dallo stesso rilevate nell'esercizio delle proprie attività e funzioni al Ministro dello sviluppo economico che provvede, ove necessario, alla formulazione di segnalazioni all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e di proposte normative.

Speriamo che queste verifiche siano reali ed efficaci.

6. Le disposizioni del presente articolo sono comunicate alla Banca centrale europea entro un mese dalla data della loro entrata in vigore e si applicano dal 1° gennaio 2018.

E qui il necessario richiamo alla BCE (che alla fine deve dare il suo consenso, anche se in questo caso è solo un pro forma).

Quindi nessuna paura: non spunteranno spacciatori di monetine per contrabbandare questo pericoloso prodotto fuorilegge.
Spacciatori di fuffa tra i giornalisti invece ce ne sono tanti.

Saluti,

Mauro.

lunedì 10 aprile 2017

Andrea Tarquini proprio non ce la fa

In fondo il ragazzo - corrispondente da Berlino per Repubblica - un po' pena mi fa. In fondo si impegna... ma proprio non ce la fa.
Ogni volta che deve scrivere qualcosa che non sia semplicemente la descrizione di un fatto di cronaca senza commenti... riesce a tirare fuori solo puttanate.

I miei lettori ricorderanno quando lo beccai con le mani nel sacco su brevetti riguardanti pomodoro e broccolo: Ignoranza brevettata.

Ma anche prima e dopo quell'articolo il povero Tarquini si era distinto spesso per scrivere cose sbagliate su argomenti che non capiva.
Mi risulta che ci sia anche una pagina Facebook a lui dedicata al proposito, ma non la ho mai consultata... forse è una leggenda metropolitana ;-)

Oggi a coglierlo in fallo è - in tema di economia e di cambio tra Euro e Corona Ceca - Mario Seminerio sul suo blog Phastidio: Il meraviglioso antimondo di Andrea Tarquini.

No. Andrea Tarquini proprio non ce la fa. E temo non ce la farà mai.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Ma forse, in realtà, è Tarquini stesso una leggenda metropolitana e Repubblica a Berlino ha solo un bot che mediante algoritmi strani mette insieme parole a caso.

domenica 26 giugno 2016

Un'osservazione giusta e non banale

E che nessun giornalista ha fatto, mentre il mio amico Layos sì:

Qualcuno che rappresenti l'Euro.

Saluti,

Mauro.

domenica 19 luglio 2015

L'assurdità della Grexit a tempo

Nei giorni scorsi tutti hanno parlato della proposta di Schäuble di far uscire temporaneamente la Grecia dall'Euro.
Proposta assurda, basta un minimo di buon senso (non serve neanche intelligenza) per capirlo.

La proposta sembrava definitivamente messa da parte dopo il nuovo accordo appena raggiunto.
Ma... oggi in radio (radio tedesca, la Deutschlandfunk) hanno detto che Schäuble continua a ritenerla la cosa migliore.

Schäuble può insistere quanto vuole, la proposta rimane assurda.
Perché assurda? Perché un'uscita a tempo (soprattutto per un paese nelle condizioni della Grecia) semplicemente non può esistere.

Infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia si dovesse riprendere e costruire una crescita economica abbastanza stabile, allora sarà la Grecia (e soprattutto i greci) a non voler rientrare nell'Euro. Non le converrebbe per niente rientrare.

Altrettanto infatti, se uscendo dall'Euro la Grecia dovesse andare ancora peggio o anche solo rimanere nella situazione attuale, allora non rispetterebbe i parametri per rientrare nell'Euro. Ergo non potrebbe rientrare.

Detto terra terra: o fuori o dentro. Definitivamente.
A tempo ci sono solo i neuroni di chi fa certe proposte.

Saluti,

Mauro.

giovedì 9 luglio 2015

Grecia: debiti e prestiti

Rischio di diventare noioso, ma devo scrivere di nuovo della situazione greca.

Il referendum è passato. E per ora non sembra cambiato nulla. Né in meglio né in peggio.
Continua infatti il teatrino del tira e molla tra Atene e Bruxelles (o Berlino, se preferite).

Cerchiamo di riassumere i punti importanti.

1) Le misure proposte alla Grecia e finora attuate hanno depresso ulteriormente l'economia greca. Infatti, mentre a parole si parlava di abbattere i costi, insieme ai costi si sono abbattuti gli investimenti (oltre che lo stato sociale).

2) Le misure non ancora applicate o anche solo proposte vanno tutte nella stessa direzione di cui sopra. Ma abbattendo gli investimenti come fa la Grecia a guadagnare e quindi a trovare i soldi per pagare i suoi debiti? Con i prestiti? OK, ma...

3) La Grecia finora ha usato i prestiti praticamente solo per pagare i debiti. E l'Europa lo sa benissimo. Insomma è un cane che si morde la coda... ma così facendo (e facendo finta che gli interessi non contino) il debito al massimo si stabilizza, non si riduce.

4) Traducendo il punto 3) in parole povere: Bruxelles tiene le banconote nella mano destra e le passa ad Atene che le prende con la sinistra. Poi Atene se le passa nella destra e con essa le dà a Bruxelles che le prende con la sinistra. Poi Bruxelles se le passa nella destra e il giro ricomincia.

5) Ergo, se Bruxelles e Atene smettessero di darsi soldi a vicenda i bilanci non cambierebbero da nessuna delle due parti (ma se smettessero i tedeschi urlebbero "greci ladri" ancora più forte, non rendendosi conto della stupidità della cosa).

6) Domanda: a cosa serve questo teatrino? Se in Germania, altri importanti paesi europei o per la UE fossero previste elezioni a breve, parlerei di teatrino elettorale. Ma elezioni a breve non ve ne sono. Quindi? Boh!

7) Tsipras rifiuta l'austerità rigida imposta fino a ora. E, a parole, non si può che dargli ragione. Ma finora non ha proposto nulla di concreto, nulla di applicabile in alternativa. È solo uno che ha sottovalutato quello che lo aspettava, è un incapace o la risposta è un'altra? E se è un'altra, qual è?

Io non so cosa dirvi, ma pensate anche voi a questi sette punti.
E magari spiegatemi le cose. Grazie.

Saluti,

Mauro.

sabato 4 luglio 2015

La Grecia, l'Europa e il referendum

Ormai ci siamo. Domani in Grecia si vota per il referendum sulla trattativa tra Grecia e Troika.
Ne ho già parlato qui e in un commento a questo articolo di un amico.


Oggi però non voglio parlarvi di cosa penso del referendum in sè. Voglio parlarvi della sua (presunta) importanza per l'Europa.
Chi è dalla parte di Tsipras e del no sta raccontando in giro che questo referendum potrebbe essere l'inizio di una nuova Europa.
Chi è dalla parte di Schäuble (perché il vero sostenitore della durezza è lui, il ministro delle finanze tedesco, colui che veramente comanda in Germania, non la Merkel, Juncker o la Troika) e del sì sta raccontando in giro che col sì i greci dimostrebbero all'Europa serietà e sarebbero di esempio per l'Europa stessa.

Balle, solo balle. Da entrambe le parti.

Questo referendum ha importanza solo e unicamente per la Grecia. Internamente.
Per l'Europa i greci possono votare quello che vogliono e non cambia nulla.
Ma non perché il voto in sè non significhi nulla, bensì perché - scusate il cinismo - è la Grecia a non significare nulla.

Che peso percentuale ha la Grecia nel PIL e negli altri indicatori economico-finanziari dell'Europa?
Che peso percentuale ha la Grecia nell'import/export europeo?
Che peso politico ha la Grecia in Europa e fuori?
Quale percentuale degli scambi bilaterali costituisce la Grecia per gli altri paesi europei (e non solo)?
Quale peso sui bilanci degli altri stati hanno i debiti greci?

Sì, la riposta è semplice e la avete capita: poco più di zero.
E vale per tutte e cinque le domande (anche per la quinta, sì, qualunque cosa ci raccontino i cosiddetti economisti).

È chiaro: ciò non ci libera dagli obblighi morali verso il popolo greco... ma qualunque cosa succeda in Grecia non avrà - non potrà avere - effetti globali sull'Europa (sia intesa come EU sia come zona Euro sia in senso geografico).
La Grecia ha un peso troppo limitato (soprattutto ora che non esiste più la contrapposizione NATO-Patto di Varsavia).

Detto papale papale: la Grecia non conta nulla. È cinico, lo so, ma è così.

Quindi - se non siete greci - rilassatevi: qualunque idea politica, economica, umana, etica, eccetera abbiate... domani per voi non cambierà un belino. Né in meglio né in peggio.


Se invece siete greci preparatevi al peggio. Chiunque vinca, purtroppo.


Saluti,

Mauro.

mercoledì 1 luglio 2015

Spero di sbagliarmi...

...ma temo che il referendum organizzato da Tsipras in poco più di una settimana, obbligando (almeno in teoria) i votanti a leggersi tutte le carte della trattativa tra la Grecia e la Troika per votare consapevolmente, si rivelerà un autogol.
Sia che vincano i sì, sia che vincano i no.

Sia ben chiaro, spero di sbagliarmi.

Saluti,

Mauro.