Chi mi conosce sa che ho giocato per anni a pallacanestro. E anche a discreto livello, anche se sempre tra i dilettanti e mai a livello professionistico (anche perché non era lo sport la mia priorità, che fossi capace o meno).
E dalla mia storia cestistica mi porto dietro una delle lezioni più importanti che abbia mai ricevuto.
Vi parlo di ben più di 30 anni fa.
Vi parlo di ben più di 30 anni fa.
Era una partita abbastanza importante, ma il problema non era questo.
L'arbitro mi aveva (a mio giudizio) invertito un fallo. Che avesse ragione o torto... capita. Sia i giocatori che gli arbitri sono uomini e possono sbagliare.
Ma capita una seconda volta. E mi innervosisco, mi incazzo. E l'arbitro (stavolta giustamente, senza se e senza ma, qualunque cosa si pensi dei falli di gioco di cui sopra) mi affibbia anche un fallo tecnico.
Anche se sbaglia, l'arbitro non lo insulti. E io invece lo feci. Fallo tecnico sacrosanto.
L'arbitro mi aveva (a mio giudizio) invertito un fallo. Che avesse ragione o torto... capita. Sia i giocatori che gli arbitri sono uomini e possono sbagliare.
Ma capita una seconda volta. E mi innervosisco, mi incazzo. E l'arbitro (stavolta giustamente, senza se e senza ma, qualunque cosa si pensi dei falli di gioco di cui sopra) mi affibbia anche un fallo tecnico.
Anche se sbaglia, l'arbitro non lo insulti. E io invece lo feci. Fallo tecnico sacrosanto.
Ma l'insegnamento che ricevetti venne subito dopo. E non dall'arbitro.
Urlai al mio allenatore di sostituirmi perché ero troppo nervoso.
E lui mi urlò di rimando di calmarmi e di continuare a giocare facendo il mio dovere perché non aveva nessuna intenzione di sostituirmi.
E poi capii che non lo fece perché in quel momento mi riteneva un giocatore indispensabile in campo, ma perché lui aveva capito il problema e voleva darmi una lezione.
E lui mi urlò di rimando di calmarmi e di continuare a giocare facendo il mio dovere perché non aveva nessuna intenzione di sostituirmi.
E poi capii che non lo fece perché in quel momento mi riteneva un giocatore indispensabile in campo, ma perché lui aveva capito il problema e voleva darmi una lezione.
Infatti continuai a giocare, non ebbi più nessun problema con l'arbitro e non feci più nessun fallo, neanche involontario.
Non fu certo la mia migliore partita, ma assolutamente neanche la peggiore.
Non fu certo la mia migliore partita, ma assolutamente neanche la peggiore.
Uno dei più grandi insegnamenti relativi alla responsabilità, al sapersi prendere responsabilità, che io abbia mai ricevuto.
Perché l'allenatore si prese una bella responsabilità lasciandomi in campo in quel momento, ma il modo in cui lo fece me ne mise una altrettanto grossa sulle spalle.
E tutti e due sapemmo prendercela!
E tutti e due sapemmo prendercela!
Devo comunque ammettere che lui sapeva sì quel che faceva... ma che lo sapesse io lo capii a partita finita, non subito, anche se capii subito cosa dovevo fare, come comportarmi 😉
Saluti,
Mauro.
Grande Mauro, bellissimo post, non capisco perché mi fosse sfuggito! Probabilmente perché ero nel momento in cui tu eri incazzato con me perché non scrivevo 🤣 Verissimo, grande lezione da parte sia tua che dell'allenatore. Io non ricordo di avere mai preso falli tecnici, perché normalmente stavo sempre zitto davanti a qualsiasi decisione arbitrale. Comunque è bello avere avuto entrambi un passato cestistico! Bel post Mauro, grazie di avermelo richiamato 🤗
RispondiEliminaMa io non sono mai stato incazzato con te, Nico! Solo deluso quando non scrivevi, perché leggerti è bellissimo!
Elimina