Ogni tanto (anzi spesso) mi vengono in mente interpretazioni di avvenimenti e fatti oppure giudizi su persone ed eventi che non si possono certo definire conformisti. O magari semplicemente idee e pensieri personali, indipendenti.
Alcune di queste idee saranno giuste e condivisibili, altre no, ma sono orgoglioso che non siano conformi.
I commenti anonimi non sono graditi, essi verranno cancellati a meno che non portino contributi concreti e seri.
Buona lettura a tutti.
Oggi mi farò tanti nemici, con questa seconda puntata di "Calcio eretico". Ma ho le spalle larghe 😉
Torniamo al 26 aprile 1998, Juventus-Inter allo stadio di Torino.
Già questi dati vi avranno fatto capire di cosa stiamo parlando. Ma prima di andare avanti vediamo il video (quello che ci interessa è al minuto 02:05).
A parte il fatto che non era l'ultima giornata, quindi non era un evento decisivo. O almeno non definitivo. Ma questo non conta: quanto scriverò sotto varrebbe anche se fosse stato l'ultimo minuto dell'ultima giornata e se quel contatto avesse deciso irrevocabilmente il campionato.
A parte questo, alla prima visione anche io - come tutti, juventini esclusi - ho gridato allo scandalo: il difensore (Iuliano) non aveva beccato il pallone, bensì l'attaccante (Ronaldo). E se guardiamo solo e unicamente i vari contatti tra giocatori e pallone e tra giocatori tra loro è vero. Le immagini sono chiare.
Però nelle visioni successive io ho guardato anche tutta la dinamica, non solo il momento del contatto. E qui mi ha aiutato la mia cultura cestistica: se fosse stata una partita di pallacanestro l'arbitro avrebbe fischiato fallo di sfondamento a Ronaldo. Ora, nel calcio il fallo di sfondamento stile pallacanestro non esiste, quindi ci sta non fischiare fallo. Ma, appunto, non fischiare. Come giustamente ha fatto l'arbitro. Non concedere il rigore come, fin da allora, la leggenda metropolitana pretende.