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giovedì 22 luglio 2021

Il ministro, i manganelli e il G8

In questi giorni si sta ricordando il G8 di Genova del 2001 con tutto quello che successe nell'occasione del ventennale.
Io ne ho sempre parlato e scritto poco, nauseato da tutta la retorica di entrambe le parti di questi anni.
Su questo blog di fatto ne scrissi solo una volta, qui, nel 2012.

Ma oggi non vorrei parlarvi di quello che successe a Genova allora. Vorrei parlarvi di una storia "tedesca" legata al G8 (nel 2001 vivevo già qui in Germania), di cui ho già accennato in un breve thread su Twitter.

Nel 2001 ministro degli interni in Germania era Otto Schily, rappresentante della SPD (i socialdemocratici) ed ex esponente dei Grünen (i verdi).

Quando avvenne l'irruzione alla scuola Diaz, lui fece - in una dichiarazione televisiva - i complimenti alla Polizia italiana per come aveva gestito la situazione e fatto rispettare il diritto.
Poche ore dopo - sempre in una dichiarazione televisiva - accusò la Polizia italiana di comportamenti inaccettabili, appena dopo che venne reso noto un primo elenco di nomi dei fermati.

Cosa era successo nel tempo passato tra le due dichiarazioni?

Di fatto assolutamente nulla, a parte la diffusione - come detto - di un primo elenco di nomi dei fermati.
Entrambe le dichiarazioni erano infatti arrivate prima che si conoscessero i dettagli dell'irruzione, prima che si sapesse, anche solo superficialmente, cosa veramente fosse successo alla Diaz.
Però tra i fermati c'era un cittadino tedesco.

Questa era la discriminante per Schily: chi era stato fermato.
Non se la Polizia fosse stata corretta o violenta, se avesse fatto rispettare il diritto o lo avesse calpestato. Queste sono quisquilie.

La sostanza è:
- Finché non fermi cittadini tedeschi, meriti complimenti anche se ti comporti come le peggiori milizie delle dittature sudamericane.
- Appena fermi cittadini tedeschi, vai condannata per comportamenti inaccettabili anche se ti comporti in maniera esemplare.

Saluti,

Mauro.

sabato 4 agosto 2018

Il turista è il problema

Un turista si fa un bel giro d'Europa, oppure magari visita un solo paese d'Europa, ma di quello vuole godersi il meglio.
Oppure il turista è lui stesso europeo e va solo in un altro paese d'Europa.

E si siede in un locale in Piazza San Marco e paga un caffé 10€.
Oppure si siede in un locale sull'Avenue des Champs-Élysées e paga una birra 15€.
Oppure viene in Germania e a Sylt o a Garmisch-Partenkirchen paga un Hot-Dog tre volte quello che lo pagherebbe a Colonia o Berlino.

E poi si lamenta sui social, pubblica foto del conto qua e là e piange di essere stato fregato.

Però... al massimo si è fregato, non è stato fregato.
In qualsiasi paese d'Europa è obbligatorio per ristoranti, bar e altri locali pubblici esporre i prezzi e in aggiunta segnarli sul menu.
Quindi chiunque entri in un locale ha la possibilità di sapere quanto costi tutto ancora prima di ordinare. O al peggio può confrontare i prezzi sul menu e quelli sul conto prima di pagare anche dopo aver consumato.
E se qualcosa non quadra allora denuncia alla Polizia, non sui social.

Certo, un caffe 10€ o una birra 15€ sono sì moralmente un furto... ma appunto solo moralmente.
Se i locali che ti fanno pagare tanto espongono i menu con i prezzi o segnano i prezzi sul menu che ti portano al tavolo... più che essere loro ladri, sei tu abbelinato.
Perché se rimani lì e paghi e protesti dopo, invece di alzarti e andartene subito... beh, io allora penso male di te. Penso che tu stai cercando di provare a fregare il locale, di farti rimborsare quello che legalmente ti è stato messo in conto.

Mi dici che il menu non c'era nella tua lingua? OK, può essere... però tu puoi al massimo pretendere un menu in inglese oltre alla lingua locale, non puoi pretendere che il menu ci sia in tutte le lingue del mondo.
E inoltre oggi il menu puoi anche eventualmente fotografarlo e fartelo poi tradurre nella tua lingua prima di mettere il locale alla pubblica gogna, anche se dopo aver pagato e lasciato il locale stesso.

Io viaggio molto sia per lavoro che privatamente e posso garantirvi che i locali che cercano di fregarvi facendovi pagare prezzi superiori a quelli scritti sul menu sono molto rari.
Molto più frequenti sono i locali che mettono già sul menu prezzi esagerati... ma se tu ordini in quei locali, sei tu il colpevole: loro te lo avevano scritto che ti avrebbero derubato.

Ergo, generalmente il problema è il cliente (soprattutto il cliente turista), non il locale.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Lo so, c'è anche il caso in cui tu chiedi consiglio al cameriere e lui ti consiglia le cose più costose possibili... moralmente non molto corretto, vero, ma cosa c'è di illegale? Ti ha obbligato con la violenza a ordinare quello che ti ha consigliato?

venerdì 1 giugno 2018

Il fax è vivo e combatte insieme a noi

Vi avevo già scritto qui che la polizia dell'Assia usa il modernissimo mezzo di comunicazione chiamato fax.

Ma non è sola.

In questo periodo devo rinnovare la patente di guida (per i miei lettori non italiani: sì, in Italia la patente non è per la vita come per esempio qui in Germania, ogni tanto devi rinnovarla e una delle condizioni per ottenere il rinnovo è una visita medica, con particolare accento sulla vista).
Avevo preso un appuntamento ma purtroppo per ragioni di lavoro non posso presentarmi alla data stabilita, così ho telefonato per chiedere di spostarlo.

E cosa mi rispondono?
"Nessun problema, ma per poterlo spostare ci deve mandare un fax al numero xxx". 😕

Saluti,

Mauro.

sabato 26 maggio 2018

Polizia 2.0

Negli ultimi giorni ho dovuto scambiare varie informazioni e documenti con la Polizia dell'Assia, qui in Germania.

(No, è inutile che cominciate a fare festa: non mi hanno arrestato e rinchiuso 😁).

Sapete qual è il modo più comodo e veloce di comunicare con la Polizia, per ammissione stessa della commissaria con cui ho avuto a che fare?

Tenetevi forte: il fax! 🤤

Saluti,

Mauro.

lunedì 19 febbraio 2018

La Turchia e la democrazia

Nei giorni scorsi si è tenuta a Monaco di Baviera l'annuale Conferenza sulla Sicurezza.

La delegazione turca era alloggiata in un albergo dove erano presenti anche altri politici, tra cui il parlamentare tedesco Cem Özdemir dei Verdi.
Cem Özdemir è un normale politico che come ogni politico può piacere o no, ma ha due caratteristiche che per la delegazione turca costituivano un problema: Özdemir è di genitori turchi emigrati in Germania negli anni '60 ed è sempre stato critico nei confronti della politica di Erdogan (tra l'altro critiche sempre espresse in maniera civile e mai sopra le righe).

Quindi cosa è successo?
La delegazione turca ha chiesto alle autorità tedesche di allontanare il "terrorista" (sì, lo hanno proprio definito così, neanche fiancheggiatore, sostenitore o amico del terrorismo, proprio terrorista tout court) dall'albergo dove alloggiavano entrambi.

Come ha reagito la Germania?
Ha concesso a Özdemir una scorta di polizia per la durata della conferenza senza allontanarlo dall'albergo.

Tanto per chiarire su Turchia e democrazia.

Saluti,

Mauro.

mercoledì 28 giugno 2017

Processi per direttissima - Hillsborough Stadium

Qualche giorno fa vi avevo raccontato del processo "per direttissima" per la strage della Love Parade di Duisburg del 2010.

Ci sono paesi comunque che se la prendono ancora più comoda della Germania. Per la precisione il Regno Unito.

Il 15 aprile 1989 allo stadio di Hillsborough a Sheffield, prima della semifinale della coppa d'Inghilterra, ci fu un incidente (non tumulti tra le due tifoserie, quindi niente a che vedere con gli hooligans) che provocò una strage: 96 morti.
Fu chiaro fin da quasi subito che qualcosa non aveva funzionato nell'organizzazione e nelle misure di sicurezza.

Negli anni si sono susseguite le indagini e... finalmente oggi, 28 giugno 2017, David Duckenfield - ai tempi responsabile della polizia a Hillsborough - e altre cinque persone sono state incriminate per omicidio colposo.
Ad agosto comincerà il processo penale.
Solo 28 anni e 4 mesi dopo.
Per direttissima, insomma.

Saluti,

Mauro.

sabato 24 giugno 2017

Perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia? - 2

Ad agosto 2016 spiegai qui perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia.
Logicamente venni contestato, anche (soprattutto) da chi aveva letto sì, ma capito no (o meglio, aveva capito quello che voleva capire, e così ritorniamo qui).

Bene, sostanzialmente ieri il Guardian (aggiungendo analisi e fonti) mi ha dato ragione: Why has Italy been spared mass terror attacks in recent years?

È antipatico e arrogante dire "Io l'avevo detto". Però stavolta è anche giusto.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
Il Guardian, non la Bild, il Daily Mail o il Fatto Quotidiano. Per fortuna.

giovedì 9 marzo 2017

A colpi d'ascia

Thomas Bernhard è un grandissimo scrittore.
E "A colpi d'ascia" è una delle sue migliori opere.

Ma oggi a Düsseldorf lo hanno preso un po' troppo alla lettera.

Saluti,

Mauro.

domenica 14 agosto 2016

Perché il terrorismo islamico non colpisce in Italia?

Al proposito ultimamente si sono sentite le teorie più assurde, tipo che la mafia ci difende o che il governo si è accordato con l'Isis o cose ancora più fantasiose.

La realtà è molto più semplice (e per l'Italia rassicurante): il nostro paese ha attraversato almeno due decenni di terrorismo vero, pesante (e, cosa importante, di diverse origini).
Questa esperienza ha insegnato molto alle nostre forze dell'ordine e ai nostri servizi segreti (anche se questi ultimi poi tanto segreti non sono, se vogliamo essere sinceri).
E quanto imparato da questa esperienza serve a prevenire: il terrorismo islamico (e non solo islamico) in Italia è presente quanto altrove. Ma viene scoperto e bloccato prima che colpisca. Contrariamente ad altrove.

Saluti,

Mauro.

P.S. (2017):
Quasi un anno dopo il Guardian mi ha dato ragione.

venerdì 22 luglio 2016

Sparatoria di Monaco di Baviera

Qualcuno dei miei lettori si aspetterà da me un commento sulla sparatoria di Monaco di Baviera, visto che vivo in Germania.

Per ora no, solo quando saprò cosa c'è dietro la sparatoria. La Polizia per ora non conferma né terrorismo (di qualsiasi matrice) né altre ipotesi.

Saluti,

Mauro.

sabato 31 ottobre 2009

Senza vergogna

Caso Stefano Cucchi.

Ragazzo arrestato per spaccio, morto alcuni giorni dopo l'arresto con lesioni e fratture varie. Non voglio entrare nel merito, non ho elementi sufficienti per supporre colpevolezze o innocenze di chichessia, però è un caso che va seguito, che non bisogna far passare sotto silenzio (qui trovate la ricostruzione della storia fatta dal Corriere della Sera).
Non bisogna farlo passare sotto silenzio nè in caso le forze dell'ordine siano colpevoli (per evitare che i responsabili la passino liscia), nè in caso le forze dell'ordine siano innocenti (perché purtroppo in Italia il poliziotto o carabiniere viene sempre considerato colpevole a prescindere e questa "cultura" antiistituzionale va combattuta).

Comunque, quello che vorrei analizzare qui sul blog non è il caso in sé, bensì la sparata del ministro della difesa La Russa:
"Non ho strumenti per accertare. Di una cosa però sono certo: del comportamento corretto dei carabinieri in questa occasione".

Assolutamente senza vergogna. Non si rispettano nè i morti nè la logica (o forse quest'ultima neanche la si conosce).

Caro ministro: se non hai gli strumenti per accertare, non puoi essere certo di nulla, se invece sei veramente certo, vuol dire che hai potuto accertare. E allora tira fuori i risultati di questi accertamenti.

Saluti,

Mauro.