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giovedì 20 luglio 2023

Il decreto di Lollo

A parte che la carne (perché è da lì che parte il decreto, non dal cibo in generale) in questione è coltivata e non sintetica. A parte il fatto che, se cotta male o se consumata in quantità esagerata, i pericoli per la salute vengono anche dalla carne naturale. A parte ciò... certe affermazioni dimostrano solo l'ignoranza imperante in chimica. Sì, in chimica. Analizzate la composizione molecolare della carne coltivata e confrontatela con quella della carne naturale. I casi sono due: è diversa (e allora è giusto stare attenti) o è uguale (e allora è decreto-cazzata). Ma la carne coltivata è prodotta a partire da cellule di carne naturale, quindi la composizione chimica, molecolare è esattamente la stessa. NON può proprio essere diversa!
Riassunto: caro ministro Lollobrigida, torna a scuola e lascia la politica a chi è preparato.

Saluti,

Mauro.

lunedì 3 settembre 2018

Quando la carne è carne?

Stamattina ho letto un interessante articoletto sul blog di Alberto Celotto, che pone qualche interrogativo.
E che dimostra quanto la scienza (in questo caso la chimica) sia poco conosciuta.

In pratica ci si chiede come chiamare la carne prodotta in laboratorio.

E già il titolo parte male, facendo vedere che l'autore ha dei pregiudizi (probabilmente legati all'eterna lotta tra naturale e artificiale su cui ci sarebbe tanto da dire, ma forse lo faremo un'altra volta): Come chiamare carne qualcosa che carne non è ovvero il punto sulla "clean meat".

Perché "carne non è"?
Perché è prodotta in laboratorio e non tagliuzzando un manzo o un maiale?

No, mi dispiace, la cosa non funziona così.
Se la carne prodotta in laboratorio ha la stessa composizione chimica, molecolare, proteica, ecc. della "vera" carne... beh, è carne e basta.
Il metodo di produzione non conta, conta solo la distinguibilità del prodotto finale sottoposto ad analisi chimico-fisiche. Se non c'è distinguibilità, è lo stesso prodotto. Punto.

La cosa mi ricorda tutti quelli che distinguono tra proteine (o vitamine o altro) naturali e artificiali, sostenendo che le prime fanno bene e le seconde no.
Pura ignoranza.
La proteina estratta da qualche struttura organica e la stessa proteina prodotta in laboratorio sono indistinguibili per il corpo umano.
Il corpo umano "vede" solo la composizione chimica della proteina, non come è stata prodotta (come anche le analisi chimico-fisiche non possono distinguere le due proteine).

Facciamo un esempio dal regno minerale senza mettere in campo la biologia?
I diamanti artificiali. Non sono bigiotteria, sono veri diamanti, in quanto hanno la stessa composizione chimica e - se fatti bene - la stessa struttura dei diamanti estratti da una miniera (l'apparente minor valore dei diamanti artificiali è dovuto alla difficoltà di riprodurre la struttura perfetta, ma quando ci si riesce, allora sono diamanti in tutto e per tutto).

Tornando alla carne, ho anche paura che si faccia confusione con i surrogati prodotti per vegetariani/vegani: questi ultimi non sono carne semplicemente perché hanno una composizione chimica, molecolare, proteica diversa. Tutto qui.
Marketing o altro non c'entrano.

La carne prodotta in laboratorio invece è vera carne, se indistinguibile da quella vera facendo analisi chimico-fisiche, come detto.
Darle un altro nome qui è sì solo questione di marketing e nient'altro.

Saluti,

Mauro.


mercoledì 22 agosto 2018

Una notizia che non mi quadra

Secondo Repubblica un hotel a Cervia avrebbe cancellato una prenotazione perché la cliente ha avvertito di essere vegetariana (qui l'articolo completo):


Ora, sinceramente la notizia non mi quadra: la cucina italiana (di ogni regione) prevede un sacco di ricette vegetariane, non comprendenti carne o pesce (anche se c'è chi si definisce vegetariano pur mangiando pesce, come raccontai qui).
Qualsiasi ristorante, che sia di un albergo o meno, ha nel suo menu piatti senza carne o pesce, magari pochi ma li ha di sicuro.
Anzi, dico di più, la cosa è talmente normale che un vegetariano neanche ha motivo di specificare di esserlo quando prenota o si presenta (magari un vegano sì, visto che lì la cosa è più complicata, ma un vegetariano?).
Siamo sicuri che il problema sia quello e la cliente non abbia avuto pretese ulteriori?

Cercherò altre fonti. O magari chiederò direttamente a quelli dell'albergo.

Saluti,

Mauro.

Aggiornamento 18.11.2018:
Poi scrissi veramente all'albergo per avere conferma o smentita. So che hanno aperto la mia mail perché avevo chiesto la ricevuta di lettura (che in realtà certifica solo che la mail è stata aperta, non che sia stata anche veramente letta) e me la hanno mandata. Ma una risposta non è mai arrivata.

domenica 22 ottobre 2017

I misteri del tedesco 6 - In cucina 2

Vi avevo già parlato qui delle stranezze della lingua tedesca in cucina (per altre stranezze del tedesco guardate la lista in fondo a questo articolo).
Ma non crediate che ciò sia tutto! Anzi, oggi ve ne presento altre due, decisamente belle.

Partiamo col Falscher Hase.
In tedesco falscher Hase significa letteralmente falsa lepre.
Ma, vera o falsa che sia, la lepre col falscher Hase non ha niente a che vedere: si tratta di una specie di polpettone con carne tritata (generalmente un misto bovino-suino) con uovo sodo intero al suo interno.
Da dove venga la lepre non si sa. E neanche dove vada dopo essersi salvata, visto che nella ricetta non serve.

Ma c'é anche di peggio!
A Dresda sono capaci di servirvi il Kalter Hund!
Altro che i cinesi, che almeno il cane (Hund) ve lo cucinano... a Dresda addirittura ve lo servono freddo (kalt)!
Comunque no, niente paura... se andate a Dresda non mangerete cani. Il kalter Hund è un dolce a base di biscotto e cioccolato, da mangiare freddo.

Saluti,

Mauro.

sabato 15 aprile 2017

La verità sul puccioso agnellino pasquale

Come ogni anno sotto Pasqua si scatenano le campagne di animalisti, vegani e compagnia cantante per salvare gli agnellini da una morte crudele per mano dell'uomo carnivoro ingordo e violento.
Ma siamo sicuri che "salvarli" significhi veramente "salvarli"?

Allora, prima di tutto spieghiamo una cosa: gli ovini non sono animali da compagnia, sono cosiddetti animali da allevamento, a scopo commerciale o di sostentamento.
Per quanto un agnellino sia puccioso, tenero, simpatico, ecc., ecc. non può essere paragonato a un cagnolino o un gattino.

Gli ovini, pecore in particolare, sono allevati per tre prodotti: lana, latte e carne.
La lana e la carne vengono prodotte sia da maschi che da femmine, il latte ovviamente solo da femmine. Segnatevi questo punto perché ci tornerà utile dopo.

In Italia l'allevamento ovino ha una lunga e importante tradizione, però dei tre prodotti di cui sopra per gli allevatori italiani quello veramente commercialmente importante è il latte, in particolare per la produzione di formaggi.
La lana e la carne (escluso appunto il periodo pasquale per quest'ultima) non sono per l'allevatore italiano commercialmente interessanti, sono solo sottoprodotti (per rendere commercialmente interessanti la lana e la carne servono allevamenti molto, molto più grossi di quelli che abbiamo o che potremmo avere in Italia).

E il latte lo producono le femmine. Solo le femmine.

I maschi in Italia servono solo per la riproduzione. E per la riproduzione ne bastano pochi, non servono tutti quelli che nascono.
Quindi allevare e accudire anche i maschi significa per l'allevatore un lavoro in perdita, buttare via risorse.
E quindi questi maschi verrebbero in qualche modo eliminati (o, peggio sia per loro che per l'ambiente, abbandonati in natura).

Ora siete ancora sicuri che mangiarli per Pasqua sia una crudeltà? Almeno nei macelli gli animali vengono uccisi seguendo regole rigide senza nessuna crudeltà o dolore. Cosa di cui non si potrebbe garantire se venissero eliminati non tramite macellazione.

Saluti,

Mauro.

P.S.:
No, la Boldrini non ha salvato due agnelline: essendo femmine loro non rischiavano di finire in nessun forno. Troppo importanti per il latte che produrranno durante la loro vita.

mercoledì 28 ottobre 2015

La vita uccide

Si è scatenato un putiferio (in una direzione e anche nell'altra) per la classificazione come cancerogena della carne lavorata e come potenzialmente cancerogena della carne rossa.

Ora, ciascuno può mangiare ciò che vuole e morire come preferisce... però...

Ricordatevi però che se non volete morire l'unica scelta è non nascere.
Nessuno conclude la vita vivo.
Qualunque cosa mangi e qualunque altra cosa faccia.

Saluti,

Mauro.